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Semi: tutte le proprieta' di questi supercibi

I semi sono la base della nutrizione poiché da qui germoglia la pianta: consumarli significa fare scorta di micronutrienti immediatamente biodisponibili e ad altissimo valore nutrizionale.

 

E in costante crescita è il numero di coloro che scelgono di introdurre i semi nella propria dieta quotidiana. In commercio si trovano tutte le tipologie di semi (girasole, zucca, lino, sesamo, papavero) e non solo nei negozi bio o dedicati all'alimentazione veg e naturale.

 

Infatti, oggi è possibile acquistare semi di ogni tipo anche al supermercato, solitamente nel reparto dedicato alla frutta secca e ai legumi. Ogni seme presenta proprietà differenti ma tutte le tipologie hanno in comune una caratteristica: sono portatori di benessere a 360°.

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Vitamina E allo stato puro

 

I semi di girasole sono contenuti proprio all'interno di questo meraviglioso e coloratissimo fiore. Molto ricchi di calorie (100 grammi ne apportano ben 590), rappresentano un'ottima scelta per arricchire la prima colazione e fornire energia salutare per iniziare al meglio la giornata.

 

I semi di girasole sono ricchi di acido linoleico poli-insaturo e, dunque, svolgono un'importante azione antinfiammatoria proprio come i loro 'colleghi'.

 

Integratori naturali di preziosi minerali quali magnesio e zinco, i semi di girasole hanno un ulteriore plus: sono una vera e propria bomba di vitamina E. Questa vitamina è essenziale per la salute di pelle e capelli, idrata a fondo le cellule, rigenerandole, e preserva la giovinezza di tutto l'organismo. Inoltre, i semi di girasole svolgono anche un ruolo anti-stress grazie al particolare complesso di vitamine del gruppo B di cui sono ricchi: niacina, vitamina B6, acido pantotenico, riboflavina e acido folico.

 

Il seme, infatti, è fonte di importanti enzimi, vitamine, minerali, fibre e, soprattutto, di acidi grassi essenziali (Omega 3) come l'acido alfa-linoleico.

 

Questi ultimi sono potenti antinfiammatori dal riconosciuto ruolo preventivo contro tumori, demenze, arteriosclerosi e patologie cardiovascolari in genere. Inoltre, i semi aiutano a dimagrire e aumentano il numero di globuli rossi nel sangue.

Semi di zucca: rilassanti e ideali in menopausa

 

Spuntino gustoso ricco di magnesio

 

I semi di zucca sono tra i più amati in quanto a gusto, tant'è che sono apprezzati anche dai bambini e da chi non ama particolarmente questo tipo di alimenti.

 

Inoltre, pochi sanno che il seme di zucca è un vero e proprio integratore naturale di magnesio e di altri minerali come manganese e zinco. Grazie a queste caratteristiche nutrizionali, i semi di zucca sono ideali sia per contrastare i sintomi della sindrome premestruale sia in menopausa, per combattere l'insorgere di vampate di calore e stress.

 

Sempre grazie all'elevato contenuto di magnesio, questo tipo di semi è utile per favorire il sonno e per prevenire i crampi notturni. Ricchi di antiossidanti, i semi di zucca diventano un formidabile spuntino anti-age, in particolar modo per chi ha oltrepassato gli 'anta'.

I semi di sesamo sono molto usati nella cucina orientale ma anche nel Sud Italia, soprattutto nella panificazione. La loro caratteristica è un sapore molto pungente e in grado di arricchire e dare sapore a qualsiasi piatto.

 

Inoltre, il sesamo è tra gli ingredienti base dell'hummus: la salsa tahina è preparata proprio con i semini di sesamo e rappresenta un supercibo anche consumata 'in solitaria'.

 

Inoltre, questa tipologia di semi è utilizzata nella preparazione del gomasio, uno speciale sostituto del sale a base di sesamo ed erbe aromatiche (ideale per gli ipertesi e per chi soffre di ritenzione idrica).

 

I semi di sesamo sono molto ricchi di acidi grassi mono-insaturi come l'acido oleico. Queste sostanze abbassano l'LDL (colesterolo cattivo) aumentando invece il livello di HDL, colesterolo buono. Inoltre, questo tipo di seme è ricchissimo di calcio ed è quindi un alimento prezioso per la salute di ossa e denti.

Semi di lino: per dimagrire e per la salute delle arterie

 

 

Potenti anti-tumorali e amici del peso forma

 

I semi di lino sono talmente benefici per la salute da poter essere considerati una vera e propria farmacia naturale a portata di mano. Innanzitutto, sono alimenti ricchissimi di acido alfa-linoleico (ALA), un prezioso Omega 3, di lignani e di una speciale fibra alimentare in grado di aiutare lo smaltimento di grassi oltre che la riduzione di appetito e attacchi di fame.

 

Per questi motivi, il consumo di semi di lino è molto indicato durante le diete ipocaloriche e per chi soffre di costipazione addominale e stitichezza.

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Tornando alle proprietà dell'acido alfa-linoleico, quest'ultimo svolge un'esclusiva azione antinfiammatoria a livello delle cellule, per questo un suo consumo quotidiano è fondamentale per mantenere in ottima salute cuore e cervello.

 

Questo tipo di acido grasso previene, infatti, l'indurimento delle arterie e la formazione di placche.

 

Infine, i semi di lino svolgono anche un'azione preventiva riconosciuta contro diversi tipi di tumore, in primis delle neoplasie di stomaco e intestino. Ma l'uso dei semi di lino non si ferma qui, anche esternamente questo alimento è un vero e proprio toccasana: impacchi di semi di lino sono portentosi per rinforzare i capelli ma non solo. Infatti, questi cataplasmi vengono usati con successo anche per fluidificare il muco e calmare la tosse nelle malattie da raffreddamento dei bambini.

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Riducono la fame e regolano la glicemia

 

I semi di Chia altro non sono che i semi della pianta Salvia Hispanica, tipica delle zone del Sud America. Utilizzati in alimentazione e in medicina già 5000 anni fa, questi semi sono un vero e proprio supercibo.

 

Innanzitutto, la totale assenza di glutine li rende un integratore naturale ottimo per contrastare la debolezza di chi soffre di malattia celiaca. Ma i semi di Chia sono un alimento ideale per tutti, bambini compresi, grazie alle caratteristiche uniche a livello nutrizionale.

 

Si tratta di piccoli semini neri oleosi ricchissimi di proteine di alto valore biologico (perfetti per la dieta veg) nonché di un formidabile complesso di vitamine e minerali. Il seme di Chia è fonte di vitamina C, ferro, calcio e magnesio.

 

Risulta, dunque, un alimento perfetto per chi soffre di anemia, osteoporosi e astenia. Inoltre, i semi di Chia vengono utilizzati con successo per prevenire e tenere sotto controllo il diabete, grazie alle particolari fibre che regolarizzano la glicemia. Per questa caratteristica, sono indicati anche nelle diete ipocaloriche.

 

Contenendo persino più Omega 3 del salmone, i semi di Chia sono potenti antinfiammatori e, non da ultimo, la fibra gelatinosa di cui sono composti, aiuta a ridurre gli attacchi di fame e a combattere l'obesità.

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Contro la tosse e i piccoli dolori

 

I semi di papavero sono molto usati per la preparazione e guarnizione di pane e dolci. Gustosissimi, contengono numerose sostanze preziose per il nostro benessere.

 

Come tutti i semi, anche quelli di papavero sono fonte di acidi grassi essenziali come l'acido oleico (Omega 3) e, dunque, sono antinfiammatori naturali.

 

La loro caratteristica principale, però, è la presenza di composti anti-dolorifici oppiacei derivati direttamente dal papavero ma in dosi tollerate dal nostro organismo. Tra questi ultimi spiccano morfina, codeina e papaverina: tutte queste sostanze sono note per essere antidolorifici potenti.

 

Quando consumiamo semi di papavero, nella quantità utilizzata in cucina, riscontriamo una blanda azione di queste sostanze sul nostro sistema nervoso e un 'effetto collaterale' lievemente analgesico e calmante su tosse e piccole algie.

Per una salute al top, mangiali crudi e non salati

 

Dopo aver elencato tutte le proprietà dei semi, ecco come consumarli per ottenerne il massimo beneficio. Innanzitutto, è necessario introdurli nell'organismo crudi: tostature e pastorizzazione, infatti, ne riducono le quantità vitaminiche e minerali.

 

Per quelli più duri e collosi, è richiesto un ammollo. Questo procedimento non ha ripercussioni sul valore nutrizionale del seme ma, anzi, è consigliato soprattutto per il consumo dei semi di Chia.

 

Per introdurre i semi nella dieta quotidiana, è possibile aggiungerli allo yogurt, al muesli o all'insalata.

 

Per beneficiare delle proprietà antinfiammatorie degli Omega 3 contenuti nei semi, è ottimo anche il consumo dei rispettivi oli (al top l'olio di lino e di semi di zucca).

di Serena Allevi

http://www.donnamoderna.com/salute/semi-proprieta-nutrizionali/photo/Come-si-consumano-i-semi#dm2013-su-titolo

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Il piccolo Buddha : giovane monaco nepalese che ha iniziato a meditare a 8 anni

Bomjan o Banjan;

nome ufficiale buddhista: Palden Dorje (9 aprile 1990), è un monaco nepalese.

Conosciuto anche come il piccolo Buddha, (ha iniziato a meditare a 8 anni)

è un giovane monaco nepalese del villaggio di Ratanapuri.

La sua fama è dovuta alla profonda meditazione alla quale si dedica sotto un albero nella foresta di Piluwa, senza apparentemente nutrirsi, dal 16 maggio 2005.

Secondo i suoi familiari e amici, Bomjon si è sempre comportato in maniera differente rispetto ai suoi coetanei: spesso osservava gli altri meditare, e pregava lui stesso molto. È nato e cresciuto in mezzo alla natura e non ha mai combattuto o ucciso alcun animale. A partire dall'età di cinque anni si è sempre ed esclusivamente nutrito di avanzi di cibo, patendo la fame in loro assenza.

Venne in seguito accettato nel monastero di Sombahadur dal Lama di Suhda. Anche in questa nuova esperienza si distingueva dagli altri, per esempio rifiutava di radersi come avrebbe voluto la disciplina buddhista. Quando completò gli studi si diresse con i compagni di studio in pellegrinaggio a Lumbini, luogo di nascita del Buddha storico (Siddharta Gautama), ma invece di ritornare successivamente a casa con loro decise di rimanere in luogo per ricevere ulteriori insegnamenti.

Ritornato a casa si ammalò per un periodo. Il 16 maggio 2005 ordinò ai suoi familiari di non uccidere alcun animale e di non bere alcoolici, quindi lasciò per sempre la sua casa natale. Scattarono le prime ricerche e il ragazzo venne trovato, assorto in una profondissima meditazione, sotto un albero. Bomjon disse alla sua famiglia di non preoccuparsi e di tornare a casa; ma sua madre era disperata e allora il giovane prese sei foglie dall'albero e gliele diede, dicendo «Prendi queste foglie, portale a casa, e bada che stiano al sicuro. Se perderai di vista queste foglie, non mi rivedrai mai più; se le accudirai, io rimarrò con te per sempre».

Il 24 luglio 2005, aprì finalmente i suoi occhi per dire a suo fratello di chiamarlo Om Namo Buddha Gyani (salute al saggio Buddha). Il significato della frase probabilmente è colui che conosce (gyan) il Buddha.

Dopo dieci mesi di meditazione, l'11 marzo 2006 Bomjon sparì nella giungla: il 25 dicembre 2006 è stato nuovamente rivisto sotto l'albero dove soleva meditare. Tuttavia l'11 marzo del 2007, ad un anno esatto dalla sua prima sparizione, fece perdere nuovamente le sue tracce

Il 14 novembre 2008 è ricomparso in Nepal, dopo aver vissuto nella giungla per oltre un anno, a circa 160 km da Kathmandu.

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Un nuovo Buddha, una guida arrivata sulla terra? O una bufala? Dai numeri della numerologia sembra proprio un piccolo avatar…vedremo

La vicenda di Bomjon guadagnò popolarità nei mezzi di comunicazione occidentali perché ricordava loro l'illuminazione del Buddha storico (Siddharta Gautama) che il ragazzo viene considerato dai suoi seguaci la rinascita del fondatore del Buddhismo stesso[

L'8 novembre 2005 però il giovane disse che non voleva essere visto come la rinascita di Buddha, perché non ne possiedo l'energia. Sono solo al livello rinpoche. Disse poi che gli sarebbero serviti altri sei anni di meditazione prima di raggiungere l'illuminazione. La cittadina dove Bomjon medita è divenuta una delle mete turistiche più frequentate del Nepal.

I suoi seguaci vedono Bomjon come un Bodhisattva, una persona sulla via del conseguimento dell'illuminazione buddhista: Siddharta Gautama disse infatti ci furono innumerevoli Buddha prima di lui, e che altrettanto innumerevoli Buddha ci saranno dopo di lui.

Scetticismo

Un essere umano che non si disseta muore disidratato in tre o quattro giorni. Secondo il Guinness dei primati il record umano di resistenza alla sete è di 18 giorni. I seguaci del ragazzo sostengono che non abbia bevuto acqua per mesi. Gli scettici considerano la sopravvivenza stessa di Bomjon come la prova della bufala imbastita, mentre il governo nepalese ha affermato che i proventi del turismo sarebbero andati a finanziare i ribelli maoisti. Altri hanno affermato che il denaro raccolto dai souvenir venduti serva a proteggere il ragazzo stesso. Persone che gli sono vicine però hanno smentito queste voci.

Nessuno ha mai visto Bomjon lasciare l'albero durante il dì, ma a nessuno è consentito neanche di avvicinarsi troppo. Nel periodo tra le 5 del pomeriggio e le 5 del mattino del giorno successivo nessuno può guardarlo, dato che davanti a lui viene posto un pannello che lo copre: per gli scettici, in questo periodo il ragazzo si nutre e dorme.

Alcuni però fanno notare che, sebbene il giovane probabilmente mangi e beva durante la notte, la sua capacità di concentrazione raggiunga elevatissimi livelli sia durante la stagione dei monsoni che durante il gelido inverno. Rimane sempre sotto l’albero giorno e notte

Nel dicembre 2005 un comitato di lama guidato dal lama Gunjaman osservò attentamente Bomjon per 48 ore, confermando che durante questo periodo il ragazzo non si è mai nutrito rimanendo sempre in uno stato meditativo sotto il suo albero.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ram_Bahadur_Bomjon

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IL POTERE E MISTERO DELLA VIBRAZIONE

MONUMENTI E RISONANZE ACUSTICHE – IL POTERE E MISTERO DELLA VIBRAZIONE

 

Da molti anni qualcuno studia le risonanze acustiche nei monumenti antichi, alla luce delle avanzate tecnologie a disposizione del mondo moderno.

 

 

Molto è stato scritto in vari libri riguardo a questo argomento. Testimoni oculari narrano di monaci tibetani in grado di sollevare e frantumare enormi blocchi di pietra, utilizzando il suono prodotto dai tamburi e dalle loro caratteristiche trombe lunghe tre metri.

Un ingegnere svedese, Henry Kjellson, scrisse su misteriose e sconosciute tecnologie, in alcuni libri come “Teknik Forntiden” e “Forsvunden Teknik”, nei quali riportò un paio di queste esperienze. Scrisse di un medico svedese, che lui chiamò “Jarl”, che nel 1939 poté assistere, a sud-ovest di Lhasa, come i monaci tibetani spostavano grossi blocchi di pietra a ben duecentocinquanta metri di altezza, dirigendoli dentro una caverna che si trovava su di una parete rocciosa davanti a loro.

 

“Utilizzavano tredici tamburi e sei lunghe trombe, poste a semicerchio a circa sessanta metri da una enorme pietra piatta interrata, la cui superficie era stata resa concava di una quindicina di centimetri. La pietra distava duecentocinquanta metri dalla parete di roccia. Dietro ogni strumento, intervallati di cinque gradi l’uno dall’altro, si erano disposti i monaci, dieci per ogni fila. Ognuno in un punto preciso indicato da un monaco che prendeva accurate misure sul terreno. I tamburi erano aperti dal lato rivolto verso la pietra. Tutti gli strumenti erano puntati verso il blocco da spostare che era stato posto sulla pietra piatta. Un monaco con un piccolo tamburo iniziò a battere il ritmo e gli altri strumenti si misero a modulare un suono ritmico, che aumentava di intensità gradualmente.

Quattro minuti di attesa, immersi in un mormorio, un ronzio, che non riesci più a seguire nella sua velocità; poi il blocco inizia a ondeggiare, si solleva, mentre gli strumenti lo seguono nel movimento, accelera la sua velocità e si dirige, con un’ampia parabola, dentro la caverna ove atterra sollevando polvere e pietre. Un secondo blocco viene posto sulla pietra piatta e l’operazione si ripete. In tal modo ne vengono spostati sei ogni ora. Se il blocco acquista troppa velocità quando atterra nella caverna, si spezza. I residui vengono buttati giù dalla parete e si ricomincia”.

 

 

Incredibile, ma la dovizia dei particolari forniti, le misure riportate, indicano che si tratta di una tecnologia che permette la levitazione sonica.

 

Sembra che il dottor “Jarl” abbia riportato in Inghilterra testimonianza fotografica di quanto visto e che il tutto sia stato confiscato e sparito nel nulla.

Non è la sola vicenda in merito riportata da Kjellson.

Sempre nel 1939 era presente ad una conferenza tenuta da tale Linauer, cineasta austriaco, il quale affermava di aver assistito in un monastero in Tibet, negli anni trenta, a fenomeni straordinari che rivoluzionavano le conoscenze fisiche.

Linauer parlò di un gong di tre metri e mezzo, composto da tre metalli. Al centro l’oro, intorno un cerchio di ferro, entrambi racchiusi in un anello di ottone. Quando veniva percosso, il gong emetteva un suono sommesso e breve.

 

Vi era anche un secondo strumento, simile ad una grossa cozza, anch’esso composto da tre metalli, largo un metro e alto due, che aveva sulla superficie delle corde in tensione. Non veniva suonato, ma, come gli riferirono i monaci, emetteva un onda di risonanza non udibile quando veniva percosso il gong.

 

Davanti a questi strumenti venivano posizionati un paio di schermi, in modo da formare uno strano triangolo e contenere l’onda prodotta nello spazio circoscritto. Nel momento in cui veniva prodotto il suono, un monaco poteva sollevare, con una sola mano, un gigantesco blocco di pietra.

 

 

 

I monaci dissero all’austriaco che con tale sistema avevano costruito la muraglia che delimitava il Tibet e con lo stesso sistema potevano disintegrare la materia fisica. Era un segreto tramandato fra i monaci che non potevano rivelarlo al mondo perché l’uomo lo avrebbe certamente male impiegato.

 

In tempi recenti è stato dimostrato che è possibile sollevare piccole pietre utilizzando vibrazioni sonore. La gravità attira le cariche positive e respinge quelle negative, per una ragione ancora ignota. La frequenza esatta causa la disintegrazione delle particelle dure della pietra provocando una carica negativa e facendo levitare la pietra. Gestendo la carica negativa, si può gestire la velocità, la direzione e la durata.

 

Sembra che questa sia la strada giusta da seguire, già seguita da qualcuno nel passato, altrimenti perché alcune colonne egizie risuonano come diapason giganti?

 

 

A Karnak, infatti, tre obelischi, ricavati dal granito rosa estratto da Assuan, a ben 180 chilometri di distanza, sono in grado di produrre una vibrazione. Quale sia la loro esatta funzione nessuno lo può dire con certezza, forse il pilastro con il quale si raffigurava il dio Amon. Nel Museo del Cairo è conservato quello che resta dell’obelisco di Hatshepsut, proveniente da Karnak; in origine doveva essere alto trenta metri, adesso ne restano solo una decina. Fino a pochi anni fa la guida lo avrebbe percosso per far udire ai visitatori la bassa risonanza che emetteva e che durava per molti secondi, oggi è stato ancorato col cemento e non emette più nessun suono.

Perché costruire obelischi che fossero in grado di emettere suoni bassi?

Risulta chiaro che vi era una profonda conoscenza delle proporzioni armoniche per spostare blocchi e perforarli, come affermano Cristopher Dunn ed Walter Emery; una conoscenza ereditata in epoca anteriore.

Alcuni templi egizi producono sonorità di bassa frequenza.

 

Gli antichi testi incisi sulle pareti ad Edfu parlano della sua costruzione avvenuta nel “Primo Tempo” e delle sacre cerimonie che vi si svolsero per “dare vita” al Tempio. Cosa significa “dare vita”? Mettere in moto un meccanismo? Per caso al suono di una nota, creando una frequenza?

 

Anche le pietre dell’Oseiron possiedono proprietà sonore. È noto che i monoliti di Stonehenge amplificavano i suoni prodotti durante le cerimonie che si svolgevano fra le sue pietre.

 

La risonanza di un corpo o di una costruzione è determinata dalla sua dimensione, dalla massa, dalla simmetria, dai componenti del materiale che possono influire sulla vibrazione per simpatia. Quest’ultima è un fenomeno sfruttato per praticare fori nel quarzo, utilizzando trapani ad ultrasuoni. Vi sono minerali che non rispondono perfettamente agli ultrasuoni e diventano difficili da lavorare.

 

 

 

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La camera del Re della grande piramide è stata costruita basandosi sulle regole di Pitagora, che servono ad ottenere proporzioni armoniche in grado di produrre note musicali. Nel caso specifico sembra che sia il “Do” derivante dalla combinazione del “Re”, “Sol” e “Mi”.

 

Il primo a notare queste proprietà fu l’egittologo Sir William Flinders Petrie, nel 1881. Nella ricerca di una camera segreta decise di far sollevare il sarcofago di granito. L’operazione, pur con molti sforzi, riuscì e il blocco fu sollevato di venti centimetri. Quando Petrie lo percosse, come lui stesso affermò, “produsse un suono profondo di una bellezza straordinaria e soprannaturale”. Indubbiamente le sue dimensioni e il suo volume erano fondamentali per ottenere la migliore risonanza armonica.

 

Anche Cristopher Dunn fece qualcosa di simile. Percosse il sarcofago per identificare il suono prodotto e più tardi riprodusse con la voce quella nota, scoprendo che la risonanza aumentava quando raggiungeva la nota superiore di un’ottava. Si accorse così che le parole pronunciate nell’Anticamera avevano trapassato le spesse mura della costruzione, rimanendo registrate nell’apparecchio situato nella Camera del Re, come fossero state proferite in quel punto.

 

Come abbiamo visto, dal Tibet giungono storie incredibili che narrano di un tempo in cui i nostri antenati erano a conoscenza di una tecnologia sonica impiegata nelle costruzioni, un valido aiuto nel lavoro manuale.

 

Una tecnica simile a quella narrata dagli Indios di Tiahuanaco agli spagnoli. Circa ventimila anni fa la città Inca fu eretta da uomini capaci di sollevare pietre e trasportarle dalle cave situate sulle montagne, al suono di una tromba.

 

Erano gli uomini di Ticci Viracocha, alto di statura, con la pelle chiara, gli occhi azzurri, i capelli biondi e una folta barba. Egli muoveva le pietre utilizzando un fuoco celeste che le avvolgeva senza consumarle e permetteva di sollevarle con le mani.

Anche i Maya presentano racconti simili, dove una razza di nani riuscivano a posizionare le pietre al posto voluto utilizzando un fischio.

 

 

Tra le rovine di Tihuanaco sono state trovati monoliti con sezioni a più strati, ad angolo retto, scavati nei fianchi, che si ipotizza potessero servire a definire l’esatta frequenza di risonanza dei blocchi di pietra.

 

Alcuni racconti Greci parlano di un figlio di Zeus, Anfione, gemello di Zete, con il quale cinse di mura Tebe, utilizzando ciclopiche pietre che da sole si posizionarono una sull’altra al suono della sua lira. Si racconta che quando suonava lo strumento le pietre lo seguivano. La cosa più curiosa è che era stato istruito da Mercurio, l’Ermes greco, guarda caso il Thoth egizio tenutario di tutta la conoscenza.

 

Dagli scritti di Sanconiatone veniamo a conoscenza che quando gli uomini vivevano in armonia con gli Dei, durante la famosa età dell’Oro, uno degli dei, Taautus, il Thoth egizio, fondò la civiltà Egizia.

 

Era il tempo in cui Urano, chiamato anche Cielo, fondò la città di Biblo, “Betulla”, “creando pietre che si muovevano come dotate di vita propria”.

 

Innegabile però che nei territori Maya vi siano luoghi che presentano inspiegabili proprietà acustiche. A Chichen Itza, il sussurro emesso nel tempio situato a nord nello Sferisterio, simile ad un campo da gioco a cielo aperto, lungo centosessanta metri e largo sessantotto, può essere udito all’altro lato, nel tempio situato a sud, a centoquaranta metri di distanza.

 

Nel 1931 il direttore d’orchestra Leopoldo Stokowski, in collaborazione con Silvanus Morley, trascorse ben quattro giorni per cercare di carpire il segreto dell’acustica Maya senza riuscirvi. Spostarono il fonografo, con il quale suonavano le ultime incisioni di Stokowski e dell’orchestra Sinfonica di Filadelfia, in svariate posizioni per definire le superfici riflettenti, ma il segreto acustico è uno dei misteri irrisolti dell’America antica.

 

Sempre a Chichen Itza si trova il Castiglio, una piramide dalla forma particolare. Emettendo un leggero suono, o parlando a voce bassa restando alla sua base, l’eco prodotto alla sua sommità diviene un urlo acuto. Se una persona parla mentre si trova sulla sua cima, l’eco può essere udito a grande distanza, qualità riscontrata anche in un’altra piramide a Tical e in altri siti.

A Palenque tre persone che si trovassero sulla vetta delle tre piramidi esistenti nel luogo, potrebbero parlare fra loro come se fossero una accanto all’altra.

 

Un suono prodotto alla base della Piramide del Mago ad Uxmal, secondo le leggende locali eretta da una razza di nani che usavano spostare le pietre emettendo un fischio, riproduce alla sua sommità una specie di cinguettio.

 

Le guide di Tulum indicano il tempio che fornisce un prolungato sibilo quando cambia la velocità del vento e dichiarano che è utilizzato come segnale di pericolo in caso d’uragani e grandi tempeste.

 

L’esploratore Wayne Van Kirk ha scritto di aver avuto modo di osservare, grazie ad una guida del luogo, una specie di bossoli di cartucce in pietra, che una volta percossi davano dei suoni perfettamente sintonizzati, con i quali si poteva suonare un motivo.

 

Dobbiamo considerare che i Maya conoscevano molto di più di quanto viene loro accreditato e la produzione di quei suoni di uguale intensità, da est ad ovest, di giorno e di notte, è uno dei tanti eccezionali risultati ingegneristici, realizzati dalle antiche tecniche Maya migliaia d’anni fa. Tecniche che a tutt’oggi, architetti e archeologi, non sono ancora capaci né di riprodurre, né di spiegare.

Gli archeologi hanno considerato che tali risonanze sia prodotte dallo stato di rudere cui sono ridotti gli edifici, ma Manuel Sansores, che è stato impegnato nella loro ricostruzione, dichiara che se gli edifici fossero completi permetterebbero al suono di divenire più chiaro e forte.

 

Fonti

http://www.edicolaweb.net

http://www.bibliotecapleyades.net

http://www.dionidream.com/monumenti-e-risonanze-acustiche-il-potere-e-mistero-della-vibrazione/

http://realtofantasia.blogspot.it

 

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Ferite da rimarginare ? Vitamina C - le dosi ed i consigli sull'uso dell'acido L-ascorbico

La VITAMINA C è anche chiamata acido L-ascorbico, è un composto organico presente largamente in natura ed ha proprietà antiossidanti di notevole rilevanza. Una riserva importante si trova nelle ghiandole

 

surrenali e nei momenti di maggior tensione s’impoverisce notevolmente, nei momenti di stress le surrenali rilasciano epinefrina e norepinefrina.

 

È un solido bianco, ma in campioni impuri può apparire giallastro.

 

Si tratta anche di una vitamina idrosolubile, essenziale all’uomo ma non in tutti i mammiferi, antiossidante, spesso utilizzata in forma salina (ascorbato) che svolge nell’organismo molteplici funzioni.

 

LA VITAMINA C è contenuta in moltissima frutta e verdura, frattaglie (fegato e reni). Anche se per quanto riguarda questi ultimi, è meglio non abbondare.

 

Invece è poco presente in alimenti come in latte e carne…

 

 

 

 

Le principali fonti di vitamina C sono

 

 

 

 

kiwi, che ne sono ancora più ricchi delle arance; 100 grammi di kiwi contengono infatti 85 mg di vitamina C, contro i 50 mg di vitamina C contenuta in 100 grammi di arance

 

peperoncini, soprattutto quelli piccanti, e peperoni;

 

fave;

 

piselli;

 

pomodori

 

patate;

 

fragole, che ne contengono una quota leggermente superiore alle arance;

 

verdura a foglia verde (rucola, lattuga eccetera);

 

Una sua funzione molto importante è quella di mantenere in attività il collagene, una proteina necessaria per la formazione del tessuto connettivo della pelle, dei legamenti e delle ossa.

 

 

 

 

La vitamina C è sicuramente di vitale importanza per il sistema immunitario. Sembra che la vitamina C abbia un ruolo importante, soprattutto in reazioni di ossidoriduzione catalizzate da ossigenasi, e svolga un’azione antistaminica. Tra i processi più noti in cui la vitamina dovrebbe intervenire si ricordano:

 

 

 

 

La vitamina C ha un ruolo rilevante nella rimarginazione delle ferite e delle ustioni perché facilita la formazione del tessuto connettivo della cicatrice.

 

 

 

 

 

 

 

Contrasta gli effetti tossici del fumo di tabacco, dei gas di scarico degli autoveicoli, etc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La vitamina C ha un ruolo rilevante nella rimarginazione delle ferite e delle ustioni perché facilita la formazione del tessuto connettivo della cicatrice.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’eccesso di vitamina C che arriva alla vescica può prevenire il cancro alla vescica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ una vitamina estremamente labile, e viene distrutta rapidamente dalla cottura, dall’esposizione all’aria e alla luce. La conservazione riduce molto il contenuto di vitamina C.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sintesi degli ormoni steroidei per intervento durante le reazioni di idrossilazione,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

riduzione dell’acido folico per formare la forma coenzimatica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

aumento dell’assorbimento di ferro per riduzione del Fe (III) a Fe (II)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

azione di rigenerazione della vitamina E per cessione di un elettrone al radicale α-tocoferossilico.

 

 

 

 

Sembra, inoltre, che la vitamina C possa diminuire la formazione di nitrosammine intestinali e ridurre vari composti ossidanti (il radicale superossido, l’acido ipocloroso e i radicali idrossilici).

 

 

 

 

Dose minima giornaliera: Per dose minima giornaliera s’intende la quantità minima complessiva da assumere durante il corso dell’intera giornata, suddividendo la dose giornaliera in più piccole dosi frazionate (dividendo la dose giornaliera in parti uguali) assunte a intervalli di 3-4 ore. La carenza di vitamina C determina la comparsa dello scorbuto, patologia che riguarda particolarmente l’insufficiente produzione dicollagene e di sostanza cementante intercellulare. Ciò determina alterazioni a livello dei vasi sanguigni con comparsa di emorragie, rallentamento della cicatrizzazione delle ferite, gengiviti con alterazioni della dentina, gengivorragie ed osteoporosi delle ossa.

 

http://jedasupport.altervista.org/blog/curiosita/importanza-vitamina-c-acido-ascorbico/?doing_wp_cron=1421222455.8683331012725830078125

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Verruche: tipologie, cause e rimedi naturali

Cosa sono le verruche? Le verruche sono formazioni cutanee benigne solitamente di origine virale. Sono composte da un nucleo di tessuto interno, vascolarizzato, e da strati di tessuto epiteliale.

 

La comparsa delle verruche avviene dopo un contagio superficiale. Il virus rimane confinato nella pelle e non è presente nel sangue.

 

Cause delle verruche

 

Si ritiene che la causa principale della comparsa delle verruche sia il virus del papilloma umano, noto come virus HPV. Si parla talvolta di verruche giovanili quando esse compaiono in giovani e bambini, in particolare nella zona delle mani e del viso. Le diverse tipologie di verruche sono in ogni caso dovute a virus e sono contagiose. Il contagio avviene solitamente in luoghi molto frequentati come docce, palestre e piscine, dove il clima caldo e umido favorisce la sopravvivenza del virus in forma attiva.

 

Tipologie di verruche

 

Le verruche possono svilupparsi in qualsiasi zona del corpo. Ma spesso si presentano in alcuni punti specifici, come le mani, i piedi, i gomiti e le ginocchia. Possono presentare delle microlesioni in cui il virus può annidarsi, causate dal frequente contatto con l'ambiente esterno.

 

Verruche comuni: le verruche comuni hanno lo stesso colore della pelle o tendono ad un colore rossastro, hanno superficie ruvida e rugosa, caratteristica da cui le si riconosce.

 

Verruche plantari: compaiono solo sulla pianta del piede e all'interno, possono presentare dei puntini scuri, che aiutano a distinguerle dai calli. Sono di solito più morbide rispetto alle verruche comuni.

 

Verruche volgari: le verruche volgari vengono dette anche porri. Hanno un colorito grigio-giallastro e superficie irregolare, per via della presenza di tanti rilievi. Sono formazioni benigne per cui si seguono le stesse cure previste per le altre tipologie di verruche (cfr. "La salute senza medicine – Curarsi con le medicine naturali" - Librex).

 

Rimedi naturali per le verruche

 

Per quanto riguarda le verruche, si agisce con metodi diversi. L'asportazione chirurgica totale della zona cutanea in cui è presente la verruca può lasciare delle cicatrici. Inoltre la verruca potrebbe ricomparire, per questo tale metodo viene usato sempre meno.

 

La crioterapia consiste invece nel congelamento dell'area affetta tramite azoto liquido applicato localmente. Le cellule si staccano naturalmente e l'epidermide in seguito si rigenera. Si ricorre anche al laser, un metodo che consiste nella bruciatura della verruca. Esistono dei rimedi naturali per le verruche? Eccone alcuni.

 

Patata

 

Questo rimedio consiste nel tagliare una fetta sottile di polpa di patata fresca e nell'applicarla e strofinarla sulla verruca una o due volte al giorno, per 5-10 minuti, per 7-10 giorni. Il rimedio promette di far regredire e poi sparire la verruca. Tentar non nuoce.

 

Lattice di fico

 

Il lattice di fico estratto dalle foglie, da frutti o rametti di questa pianta viene considerato un rimedio naturale contro le verruche. Viene applicato sulle verruche e lasciato asciugare per poi coprire la parte con un cerotto per proteggerla dall'azione sensibilizzante del lattice di fico. La medicina naturale suggerisce di ripetere l'applicazione ogni giorno fino alla scomparsa della verruca. Altre piante considerate utili, oltre al fico, per quanto riguarda il lattice da applicare sono la celidonia, la parietaria e l'erba pignola.

 

Vitamina E

 

I preparati oleosi a base di vitamina E sarebbero in grado di portare alla morte della verruca se utilizzati localmente. Questi preparati vengono usati anche come crema anti-irritazione cutanea.

 

Argilla

 

Impacchi all'argilla, con l'aggiunta di cloruro di magnesio, fanno parte dell'argilloterapia per le verruche. L'argilloterapia suggerisce di fare impacchi giornalieri locali di almeno un'ora a base di argilla con l'aggiunta di un pochino di cloruro di magnesio. Chiedete maggiori informazioni al vostro erborista o farmacista di fiducia.

 

Agopuntura

 

La pratica dell'agopuntura potrebbe essere utile per favorire la scomparsa delle verruche. L'agopuntura in questi casi andrebbe applicata sia per favorire il riequilibrio generale sia in modo più specifico per stimolar e i punti che possono aiutare a risolvere il problema.

 

Oli essenziali

 

Secondo la farmacista francese Danièle Festy, il virus che causa le verruche scompare così come è arrivato. Sostiene che sia inutile sottoporsi a trattamenti dolorosi come le asportazioni chirurgiche delle verruche o l'azoto liquido e specifica che la scomparsa delle verruche può essere accelerata grazie agli oli essenziali. Suggerisce di richiedere in farmacia la preparazione di un mix di oli essenziali da applicare ogni giorno sulle verruche nella quantità di una goccia, in particolare dopo il bagno. Ripetere due volte al giorno per 2-3 settimane fino alla scomparsa della verruca. Il mix è composto dai seguenti oli essenziali (1 ml ciascuno, per un totale di 5 ml): origano completo, ginepro, cassia, chiodi di garofano, santoreggia montana. (cfr. "La mia Bibbia degli oli essenziali" di Denièle Festy – Sonda).

 

Marta Albè

http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/15414-verruche-tipologie-cause-rimedi-naturali

 

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