Categoria: "Uomo Natura Società"
UN PONTE PER L'ALDILA
Gen 14th
UN PONTE PER L'ALDILA'
Letteralmente nel mare, a 10 metri di distanza dalla riva di Argassi a Zante, si trova un vecchio ponte veneziano.
In origine era una parte della costa su cui fu costruito il ponte che rimaneva quasi nascosto nel mare.
La stradella per arrivare al ponte partiva dalla chiesa di San Spiridione di Sgournes e presumibilmente finiva nella Vardiola veneziana poco prima di Davia.
Quasi la metà del ponte, che faceva parte della strada principale, è ora appoggiata sulla riva e l'altra metà è immersa nel mare.
Ciò è dovuto alla grave erosione dell'acqua di mare e dei venti.
LA LEGGENDA:
Una nobile e bellissima ragazza di nome Nicoletta, nata a Venezia, di animo gentile e di grande intelligenza era giunta a Zacinto per visitare lo zio che anni prima si era insediato nell'isola facendo fortuna come proprietario terriero ed esportatore di olio d'oliva in varie parti del mediterraneo.
In una della lunghe giornate che ella trascorreva in riva al mare conobbe un giovane ragazzo ,un pescatore.
Uno sguardo, un tramonto, uno sciabordio d'onde, un sussulto del cuore...i due cuori si sono incontrati ed e' iniziato un AMORE dolcissimo.
Ogni giorno un nuovo inizio, lunghi bagni nell'acqua turchese, le corse in riva al mare, il sale sulla pelle, le risate , la purezza degli animi semplici.
Ogni notte Teodoro prendeva la sua barca per andare a pescare con suo padre e la mattina portavano il pesce pescato al mercato .
Teodoro amava il suo mare, il mare della sua isola con quelle sfumature che andavano dal bianco al turchese al blu al verde. Ogni parte dell'isola aveva il suo colore. E la notte, con la luna piena diventava argenteo e un delicato brillio lo rendeva magico.
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Raramente avvenivano tempeste, ma quando arrivavano erano pericolose: il mare da amico si faceva feroce: ruggiva, si agitava, si inscuriva, schiumava e il vento ululante lo rendeva pauroso.
Quella notte di settembre, con la luna piena, la barca di Teodoro affondo' e di lui mai piu' ci fu traccia.
Nicoletta, perso il suo amore, non si rassegnava. Ogni sera prima del tramontare del sole si recava sullo scoglio di Argassi e versando lagrime silenziose lo invocava, perche' non aveva neppure avuto il tempo di salutarlo,
Ad ogni tramonto era li, come una dea al vento, come una ninfa disperata ad invocare il suo amore, lo chiamava dal mare , quel mare che lo aveva portato via da se'.
Passarono mesi senza consolazione poi, una sera al tramontare del sole e al comparire della luna, una luna che sarebbe diventata piena senti' un alito tra i capelli, un delicatissimo venticello come una carezza e dal mare si senti chiamare: "amore amore amore mai sarai sola. sono sempre con te"
Questa vicenda fu narrata, il ponte fu costruito ma col tempo il mare si riprese cio' che era suo.
Lo spirito dei due amanti che vive ancora tra cielo e terra . Il mare come messaggero
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FRASI SUI MAESTRI E SULLA NATURA che ci fanno riflettere
Apr 6th
FRASI SUI MAESTRI e SULLA NATURA
-Non mi considero un maestro o una guida. Ognuno fa i film che vuole e li gira come gli pare.
- Non c'è nessuno al mondo che non possa diventare maestro di un altro in qualche cosa.
-Mi sono fatto da solo. Credo di aver avuto per maestri i miei occhi.
- Se insegni, insegna anche a dubitare di ciò che insegni.
-L'unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell'Himalaya... E' dentro di noi!
- Il grande problema della scuola oggi è insegnare ai giovani a filtrare le informazioni di Internet, cosa di cui non sono però capaci neppure i professori, perché sono neofiti in questo campo.
- I tibetani dicono che il nemico è un grande maestro, perché solo un nemico ti aiuta a rafforzare la pazienza e la compassione.
- Siamo tutti apprendisti in un mestiere dove non si diventa mai maestri. La vita.
FRASI SULLA NATURA:
-C'è una gioia nei boschi inesplorati, / C'è un'estasi sulla spiaggia solitaria, / C'è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo, / e c'è musica nel suo boato. Io non amo l'uomo di meno, ma la Natura di più.
- Alla natura si comanda solo ubbidendole.
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- La natura ha detto alla donna: sii bella se puoi, saggia se vuoi, ma degna di stima sempre.
- La natura ha delle perfezioni per dimostrare che essa è l'immagine di Dio e ha dei difetti per mostrare che ne è solo un'immagine.
- La natura non fa nulla di inutile.
- Un amore per la natura è una consolazione contro il fallimento.
- La Natura ha strane leggi, ma lei, almeno le rispetta.
- Il bello non esiste in natura. Per l'artista non esiste mai nulla di brutto in natura.
- L'uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando.
- Tutta la natura porta un fardello e attende di essere consolata.
- Il medico cura, la natura guarisce.
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Le lucertole: conosciamo il mondo animale intorno a noi
Gen 22nd
Le lucertole sono animali straordinari messi al mondo dalla Natura che ci circonda! E vogliamo vedere cosa mangiano grazie all’aiuto del sito Lettera43. Vediamo, allora, la loro alimentazione.
Ebbene, l’alimentazione delle lucertole è molto varia e mangiano invertebrati: insetti, vermi piccoli, bigattini, larve della mosca carnaria, moscerini e lombrichi. La loro dieta cambia in base alla specie a cui appartengono, naturalmente! Solitamente sono insettivore.
Le lucertole mangiano in natura gli insetti che catturano vivi grazie ai buoni riflessi da predatore che hanno. Ma non mangiano solo gli insetti! Infatti, le lucertole amano alimentarsi anche di frutta zuccherina e matura come mele, fragole e more. Sono molto ghiotte dei moscerini dell’aceto che si annidano proprio attorno a questi buonissimi frutti.
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Le lucertole sono animali a dir poco meravigliosi. Vanno rispettate e tutelate come facciamo con tutti gli organismi viventi perché sono davvero molto belle.
http://www.scienze-naturali.com/cosa-mangiano-le-lucertole/17757
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comunicazioni di coppia:difficolta' nella relazione
Gen 28th
Difficoltà di comunicazione nelle relazioni di coppia Ci aspettiamo sempre che i rappresentanti del sesso opposto siano simili a noi. Pensiamo che “vogliano ciò che noi vogliamo” e che “sentano ciò che noi sentiamo”. Diamo per scontato che se ci amano reagiranno e si comporteranno in una certa maniera: la stessa che adotteremmo noi al loro posto. Questo atteggiamento è destinato a scontrarsi continuamente con la realtà e ci impedisce di comunicare le nostre differenze. In pratica gli uomini si aspettano che le donne pensino, comunichino e reagiscano come uomini, mentre le donne si aspettano che gli uomini pensino, comunichino e reagiscano come donne. Noi tutti tendiamo a dimenticarci che i due sessi percepiscono il mondo secondo schemi differenti con il risultato di scontri quotidiani. Se impariamo a riconoscere e a rispettare queste differenze ridurremo drasticamente la confusione ed i conflitti nei rapporti con l’altro sesso. Valori maschili e valori femminili La lamentela più comune che le donne esprimono nei confronti degli uomini è che essi “non le ascoltano”. Un uomo o ignora completamente una donna che gli parla oppure la ascolta per poco tempo; valuta i problemi da lei esposti, ed infine le offre quella che secondo lui è la migliore soluzione. Rimane basito quando lei non solo non apprezza il suo gesto d’amore ma continua a dirgli che lui non l’ascolta; non capisce le proteste di lei e persevera nel suo atteggiamento. Lei vorrebbe semplicemente comprensione mentre lui ritiene di dovergli dare delle soluzioni. La lamentela più comune degli uomini, al contrario, è che le donne cerchino continuamente di cambiarli. Quando una donna ama un uomo si sente investita dal dovere di aiutarlo a crescere e a migliorarsi; questo diventa il suo principale obiettivo. Nessuno può farlo al posto loro. Capire questo meccanismo mentale ci chiarirà il perché gli uomini reagiscono malamente ad ogni tentativo femminile di correggerli o di dire loro cosa fare. Un consiglio non richiesto potrebbe equivalere ad un messaggio di incapacità: un grave smacco per il suo orgoglio! Amando risolvere i propri problemi da solo, è molto raro che un uomo ne parli, a meno che non ritenga di aver bisogno del consiglio di qualcuno più esperto di lui. Chiedere aiuto quando si potrebbe fare da sé equivale ad ammettere la propria debolezza. Ciò nonostante in caso di estremo bisogno, non esita a chiedere aiuto a qualcuno che ritiene sia degno di stima e di rispetto. Questo ci spiega perché gli uomini istintivamente sono portati ad offrire delle soluzioni quando le donne si confidano con loro. Credono che saranno apprezzati se metteranno a frutto le proprie capacità per risolvere i problemi della propria donna, ignorando che per una donna parlare dei propri problemi non equivale a ricercare una soluzione ma spesso la necessità di sfogarsi per essere ascoltata. Da tutto ciò si intuisce come i due sessi abbiano valori differenti: per le donne generalmente è importante l’amore, la comunicazione, la bellezza ed i rapporti interpersonali. Esse definiscono il senso del proprio sé attraverso i sentimenti e la qualità dei rapporti interpersonali; si realizzano attraverso la partecipazione e la relazione, la comunicazione è di importanza primaria; privilegiano le relazioni agli obiettivi, amano la psicologia e sono ottime ascoltatrici; si interessano alla crescita personale e alla spiritualità. Per le donne è segno di grande amore offrire aiuto ed assistenza non richiesta ad un’altra donna e siccome dimostrare le proprie abilità non è così importante per loro, non c’è nulla di offensivo nell’offrire aiuto ed averne bisogno non è sinonimo di debolezza Quando gli uomini si chiudono in se stessi, le donne si aprono Una delle maggiori differenze comportamentali tra uomini e donne è il loro modo di affrontare lo stress. Gli uomini si chiudono in se stessi per concentrarsi sul problema e risolverlo, le donne invece, sentendosene sempre più sopraffatte e coinvolte, ne parlano. Quando un uomo è turbato non parla mai di ciò che lo preoccupa: non vorrebbe mai che un amico si facesse carico del suo problema, a meno che l’assistenza di quest’ultimo non fosse essenziale per risolverglielo. Diventa quindi molto silenzioso e riservato rinchiudendosi in se stesso per riflettere sul problema e trovarne la soluzione. Una volta trovata la soluzione esce dal silenzio e torna in scena. Se non dovesse riuscire a trovare subito una soluzione, allora tenterà di distrarsi leggendo un giornale o impegnandosi in un’attività ricreativa. Al contrario, quando una donna è turbata si rivolge a qualcuno di cui si fida aprendosi completamente. Le donne non si vergognano ad avere dei problemi e renderne partecipi gli altri; le fa sentire meglio. Solitamente le donne non riescono a capire il modo in cui gli uomini reagiscono allo stress: desidererebbero che questi si aprissero e parlassero delle loro difficoltà esattamente come loro. Se una donna riesce a tenere a mente questa serie di differenze fondamentali, potrà imparare ad interpretare correttamente le reazioni del compagno iniziando a collaborare con lui. Gli uomini, dal canto loro, non si rendono minimamente conto del senso di estraneità che comunicano alle loro compagne quando si chiudono in se stessi. Se imparano a riconoscere gli effetti che la loro introversione suscita nelle donne, riusciranno a mostrarsi più comprensivi quando queste si sentiranno trascurate e poco considerate. Cosa devono ricordare gli uomini e le donne per andare d’accordo Gli uomini si devono ricordare che gli attacchi, le critiche ed i rimproveri delle donne nei loro confronti sono dei comportamenti contingenti: una volta sfogatesi le donne si sentono meglio e sviluppano atteggiamenti di apprezzamento ed accettazione. Una volta che si sente ascoltata una donna smette di rimuginare sui suoi problemi ed assume un atteggiamento più positivo. Ascoltare è un modo magnifico per dimenticare le proprie difficoltà e dare grandi soddisfazioni alla propria donna. Le donne devono ricordarsi che quando il proprio compagno si rinchiude in se stesso non lo fa perché non le ama più, non devono vivere questi comportamenti come un affronto personale né sentirsi rifiutate ma rivolgersi agli amici, uscire per divertirsi, andare a fare shopping, ecc. Come motivare l’altro sesso Gli uomini si sentono motivati quando sono necessari, le donne quando si sentono assistite con sollecitudine. Un uomo innamorato inizia a provare sentimenti non egoistici ed è motivato a dare il meglio di sé nell’intento di servire gli altri. La sua sicurezza è tale da renderlo capace di effettuare cambiamenti di grande portata. Se ha la possibilità di esprimersi liberamente tira fuori il meglio di sé. Davanti all’insuccesso però ricade facilmente al suo originario atteggiamento egoistico. Quando è molto giovane un uomo può trovare sufficiente motivazione in se stesso, col passare degli anni tuttavia, questo può non bastare più e sente di aver bisogno dell’amore per sentirsi realizzato. Se un rapporto affettivo fallisce, l’uomo cade in depressione e si rifugia in se stesso; smette immediatamente di occuparsi di qualunque tipo di relazione interpersonale e non capisce il motivo della propria tristezza. Si domanda cosa sia successo e prova una sensazione di inutilità. Non sa di aver smesso di provare interesse perché si sentiva superfluo ed ignora che l’unica via d’uscita è la vicinanza con qualcuno che dimostri di aver bisogno di lui. Una donna innamorata è felice quando i suoi bisogni sono soddisfatti: ha bisogno di sentire che non è sola, che è amata e considerata. La comprensione e la compassione del proprio partner aiutano la donna ad apprezzare chi le sta accanto e le dà appoggio. L’uomo, di solito, non comprende l’esigenza femminile di essere semplicemente ascoltata, e la lascerà sola per rispetto oppure, le propinerà una serie di soluzioni non richieste peggiorando definitivamente la situazione. Sessi diversi, lingue diverse Gli uomini e le donne parlano linguaggi diversi e quindi si fraintendono in continuazione: parlano o smettono di parlare per motivi completamente diversi. Una comunicazione poco chiara e priva di empatia costituisce uno dei maggiori problemi dei rapporti interpersonali. Se una donna vuole esprimere i propri sentimenti utilizza superlativi, metafore e generalizzazioni che regolarmente gli uomini interpretano alla lettera. Fraintendendone il significato gli uomini finiscono per reagire in maniera negativa. La traduzione “letterale” delle parole di una donna può facilmente sviare un uomo che è abituato a trattare le parole esclusivamente come un mezzo per comunicare fatti ed informazioni. Dato che molti uomini non capiscono che le donne hanno un modo diverso di esprimere i propri sentimenti tendono a giudicarli in modo inappropriato; da qui nascono i litigi e le incomprensioni fra i due sessi. Quando gli uomini non parlano La difficoltà maggiore per un uomo sta nell’interpretare correttamente una donna che sta parlando dei propri stati d’animo. Una delle imprese più ardue per una donna è interpretare correttamente il silenzio di un uomo. Per le donne il silenzio è spesso fonte di equivoci; il modo in cui i due sessi generalmente pensano ed elaborano le informazioni è profondamente diverso. Le donne pensano ad alta voce: lasciano scorrere liberamente i propri pensieri e li esprimono ad alta voce per approfondire le proprie intuizioni. Gli uomini invece, prima di parlare, ripercorrono mentalmente ciò che hanno sentito o provato arrivando ad una soluzione attraverso un processo interiore. Spesso le donne fraintendono il silenzio maschile immaginando il peggio, infatti, le sole occasioni in cui la donna sceglie la via del silenzio sono quelle in cui ciò che andrebbe detto è troppo doloroso o quando non vuole parlare con uomo di cui non si fida più. Per rendere le loro relazioni davvero gratificanti le donne devono imparare che quando un uomo è turbato o stressato smette automaticamente di parlare e si rinchiude in se stesso per riflettere sulla situazione. E’ qualcosa di molto difficile da accettare per una donna che non abbandonerebbe mai un’amica in difficoltà. Per una donna abbandonare il suo compagno quando questi è turbato non è un atto d’amore: poiché lo ama il suo istinto sarebbe quello di stargli vicino ed offrirgli aiuto. In buona fede pensa di doverlo interrogare perché lui possa averne dei benefici. Ma in realtà questo tipo di atteggiamento femminile non fa altro che turbare ed irritare ulteriormente un uomo. E’ importante che gli uomini e le donne rinuncino a proporre al partner il tipo di aiuto da loro preferito e comincino ad apprendere invece le diverse modalità di sentire, reagire e pensare dei due sessi Perché gli uomini si chiudono nel silenzio Gli uomini si rinchiudono in se stessi quando:
Perché le donne parlano Le donne parlano per svariati motivi:
Sessi diversi bisogni emotivi diversi Gli uomini e le donne concedono il tipo di amore di cui hanno bisogno e non quello necessario all’altro sesso. Gli uomini basano l’amore sulla fiducia, la stima e l’accettazione; le donne sull’affetto, la comprensione ed il rispetto.
Ignorando ciò che è importante per l’altro sesso, uomini e donne rischiano di provocare dolore ai loro partner
Perché a volte l’amore finisce Generalmente l’amore finisce perché la gente da’ istintivamente ciò che vuole ricevere. Poiché i bisogni primari d’amore della donna si incentrano sulla sollecitudine, sulla comprensione, sul rispetto, sulla devozione e sulla rassicurazione è di queste cose che lei fa generosamente dono al suo compagno. Dal canto suo l’uomo vive questo atteggiamento come mancanza di fiducia e reagisce in maniera negativa, a questo punto lei si chiede il perché le sue premure non siano state apprezzate. L’uomo invece, fa dono alla sua partner di ciò che lui ritiene primario e quindi: fiducia, accettazione, apprezzamento, ammirazione ed incoraggiamento e non quello di cui la sua compagna ha effettivamente bisogno. Quindi per soddisfare il nostro partner è necessario imparare a dare l’amore di cui lei o lui hanno veramente bisogno. Ricapitolando per far funzionare un rapporto di coppia l’uomo deve imparare ad ascoltare senza arrabbiarsi mentre la donna deve imparare l’arte di incoraggiare il proprio uomo; l’arte di dargli fiducia, non consigli. www.flaviacoffari.com/articoli_difficoltacoppia.htm -
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IL RITORNO DEL CRISTO: GLI AVATAR DI IERI E DI DOMANI
Gen 28th
IL RITORNO DEL CRISTO : GLI AVATAR DI IERI E DI DOMANI
di ALICE A. BAILEY
“Avatar” è un vocabolo sanscrito che letteralmente significa “che discende da molto
lontano”.
Ava (come prefisso ai verbi e ai sostantivi verbali) esprime l’idea di “lontano, via,
giù”.
Avataram (comparativo) “più lontano”.
La radice A V sembra sempre denotare l’idea di PROtezione dall’alto ed è usata in parole composte che indicano protezione da parte di re o di
capi; oppure, in riferimento agli dei, significa che un sacrificio offerto è accolto favorevolmente.
Si può dire perciò che la parola “Avatar” significa: “Discende con l’approvazione della
sorgente superiore dalla quale proviene e con beneficio del luogo dove giunge”.
(Dal dizionario sanscrito di Monier-Williams).
Il Cristo aspetta di discendere sulla Terra. Quest’immersione nel nostro mondo infelice non è per
Lui attraente. Dovrà lasciare il quieto ritiro montano dove ha atteso guidando l’umanità, istruendo
i discepoli, gli iniziati ed il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, per assumere il
proprio posto alla ribalta del mondo, per rappresentare la propria parte nel grande dramma che
vi si svolge. Questa volta lo farà apertamente, dinanzi a tutti e non nell’oscurità. Le piccole
dimensioni del pianeta, la diffusione e rapidità delle comunicazioni, consentiranno a chiunque
di assistere alle Sue attività. Tale prospettiva non può suscitare in Lui che un certo orrore,
presentando prove, adattamenti, esperienze inevitabilmente penosi. Egli non viene come onnipotente
Iddio quale può concepirlo la mente umana, ma come il Cristo, fondatore del regno
di Dio sulla Terra, a completare l’opera iniziata e dare nuova testimonianza della divinità in
circostanze ben più difficili.
Riunirà attorno a Sé, in incarnazione fisica, collaboratori e consiglieri scelti, non gli stessi che gli furono
accanto quando i tempi erano più semplici, ma quei membri della famiglia umana che oggi
lo riconoscono e che si preparano a lavorare con Lui, secondo le proprie possibilità. Egli si
accinge a tornare in un mondo molto diverso, lui stesso e’ diverso.
Ciò costituisce maggiori difficoltà poiché, per attuare la volontà
di Dio intelligentemente, Egli dovrà rivolgersi all’intelletto degli uomini e non solo,
come allora, al loro cuore. Suo compito principale è certamente stabilire giusti rapporti umani
in ogni settore della vita. Cercate di raffigurarvi ciò che implica il compito che lo attende e le
che dovrà inevitabilmente affrontare, in particolare le errate valutazioni mentali delle
moltitudini.
Un Avatar od un Cristo si manifesta e discende sulla terra per due ragioni: per una imperscrutabile ed
inconoscibile Causa che ve lo induce, e per la richiesta o invocazione dell’umanità stessa.
Per conseguenza, un Avatar è un evento spirituale che si presenta fra noi per produrre grandi mutamenti
o importanti restaurazioni, per iniziare una nuova civiltà e condurre l’uomo più vicino
a Dio. Questi grandi Esseri sono stati definiti “uomini d’eccezione che appaiono di tempo in
tempo per cambiare la faccia del mondo e per dare inizio ad una nuova era nei destini
dell’umanità”. Vengono in periodi di crisi, spesso le producono essi stessi, allo scopo di eliminare
ciò che è vecchio e non più rispondente ai tempi, e di preparare la via a forme nuove e
più idonee per la evolventesi vita di Dio immanente nella natura. Vengono quando il male dilaga;
per tale ragione, se non per altre, possiamo oggi attendere un Avatar. Le condizioni per
la riapparizione del Cristo esistono.
.
Il grido d’invocazione dell’umanità (il secondo motivo di un avvento divino)
ha un effetto potente, poiché le anime umane, specie se concordi, hanno in sé qualche cosa
d’affine alla natura divina dell’Avatar. Siamo tutti divini, figli dell’unico Padre, come ha detto
l’ultimo Avatar, il Cristo. Il centro divino vivente in ogni cuore, umano, se risvegliato ed
attivo, può evocare risposta dall’Alto Luogo dove Colui che viene attende di manifestarsi.
Soltanto l’invocazione dell’umanità compatta, il suo “intento congiunto” può determinare la
discesa di un Avatar.
.
Sempre, e ad ogni grave crisi umana e nell’ora della necessità, quando deve essere
instaurata una nuova razza o risvegliata a nuova e più ampia visione un’umanità pronta, il
Cuore di Dio mosso dalla Legge di Compassione invia un Istruttore, un Salvatore, un Essere
che illumina, un Avatar, un Trasmettitore, un Intermediario, un Cristo.
Questi trasmetterà un messaggio che risanerà, additerà agli uomini il prossimo passo, illuminerà un oscuro problema
mondiale e manifesterà qualche aspetto della divinità fino allora ignorato. Sul fatto della
continuità di rivelazione e sul succedersi della progressiva manifestazione della Natura divina
è basata la dottrina degli Avatar, dei Messaggeri e delle Apparizioni divine e dei Salvatori. Di
tutti la storia dà indubbia testimonianza. L’aspettativa mondiale della riapparizione del Cristo
si fonda sulla realtà di questa testimonianza, di questo succedersi di Messaggeri e di Avatar, e
sulla tremenda necessità attuale degli uomini. L’innato riconoscimento di questi fatti induce
gli uomini d’ogni paese ad invocare in modo sempre più intenso il soccorso o l’intervento divino;
il riconoscimento di tali fatti provoca pure l’emanazione dal “centro ove il volere di Dio
è conosciuto” dell’ordine che un Avatar si manifesti. Entrambe queste richieste hanno indotto
il Cristo a permettere ai Suoi discepoli di tutto il mondo di sapere che riapparirà quando avranno
compiuto la preparazione necessaria.
.
La ragione per cui Egli non è più tornato sta nel fatto che i Suoi seguaci non hanno
compiuto quanto necessario. La Sua venuta dipende ampiamente, come vedremo avanti,
dall’instaurazione di retti rapporti umani. La chiesa, anziché favorirla, l’ha ostacolata nello
zelo fanatico di fare molti “cristiani” anziché dei veri seguaci del Cristo.
Ha accentuato le
dottrine teologiche e non l’amore e la comprensione amorevole di cui fu esempio. La chiesa
ha esaltato il focoso Saul di Tarso e non il mite falegname di Galilea. Perciò Egli ha atteso.
Ma la Sua ora è giunta, per la necessità degli uomini di tutta la terra, per il grido di invocazione
delle moltitudini e per concorde giudizio dei Suoi discepoli di tutte le fedi del mondo.
.
Ma quando il Cristo, Avatar d’Amore, riapparirà: “I Figli degli uomini, che sono ora Figli
di Dio, si volgeranno dalla luce splendente per irradiarla sui figli degli uomini che ancora non
sanno di essere Figli di Dio. Allora Colui che viene si manifesterà, e i Suoi passi nella valle
delle ombre saranno affrettati da Colui che possiede immenso potere e sta sulla vetta del
monte emanando amore eterno, luce suprema e pacificante, Volontà silente.
“Allora i figli degli uomini risponderanno. Una nuova luce risplenderà nella tenebrosa ed
esausta valle terrena. Allora nuova vita scorrerà nelle vene degli uomini e la loro visione abbraccerà
tutte le possibili vie del futuro. Così la pace tornerà in terra, una pace mai prima conosciuta.
Allora la volontà di bene sboccerà in comprensione, e questa fiorirà in buona volontà
negli uomini”.
.
Una delle difficoltà ad accettare l’insegnamento riguardo al ritorno del Cristo è costituita
dal fatto che, sebbene lo si insegni da secoli, nulla è ancora avvenuto. È un fatto, e in ciò risiede
gran parte della perplessità. L’attesa della Sua venuta non è nuova, nulla vi è
d’eccezionale, ma coloro che tuttora credono al Suo ritorno sono, secondo i casi, tollerati,
canzonati o commiserati. Tuttavia, considerando i tempi attuali, i loro significati, l’intenzione
e il volere di Dio, e dopo attento esame della situazione mondiale, possiamo ritenere che il
momento presente sia unico nel suo genere sotto diversi aspetti, e che al Cristo si presenti una
opportunità eccezionale, dovuta a condizioni planetarie esse stesse eccezionali. Oggi esistono
certe condizioni, e nel secolo scorso si sono verificati degli avvenimenti che non si erano mai
prodotti. Può essere utile considerarli per ottenere una prospettiva migliore. Il mondo nel quale
Egli verrà e’ nuovo, seppure non ancora migliore; gli uomini sono pervasi da idee nuove e
hanno nuovi problemi.
.
Il Cristo verrà in un mondo essenzialmente
unificato; la Sua riapparizione e la Sua conseguente attività non possono limitarsi ad
una località ristretta che resti ignota alla grande maggioranza degli uomini, come accadde in
Palestina duemila anni fa. La radio, la stampa e la diffusione delle notizie renderanno la Sua
venuta diversa da quella di qualsiasi Messaggero precedente; i rapidi mezzi di trasporto renderanno
il Cristo accessibile ad innumerevoli milioni di uomini, i quali per mare, per terra,
per via aerea, potranno recarsi presso di Lui; mediante la televisione il Suo volto sarà familiare
a tutti e invero “ogni occhio Lo vedrà”. Anche se il Suo livello spirituale e il Suo messaggio
non ricevessero un riconoscimento generale, sarà necessariamente generale l’interesse-
.
Egli può riapparire in modo del tutto inatteso; chi può dire se si presenterà come
uomo politico, economista, condottiero, scienziato o artista?
È errore credere, come alcuni fanno, che l’opera del Cristo si svolgerà in prevalenza tramite
le chiese o le religioni. Agirà necessariamente per loro mezzo quando le condizioni lo
consentiranno e quando in esse esisterà un nucleo vivente di vera spiritualità e la loro invocazione
sarà abbastanza potente da giungere fino a Lui. Egli si servirà di tutti i canali possibili
per ampliare la coscienza umana e ottenere un giusto orientamento. Tuttavia, è più esatto dire
che opererà essenzialmente quale Istruttore del Mondo e che le chiese saranno soltanto uno
dei Suoi canali d’insegnamento.
Tutto ciò che illumina le menti, tutto ciò che tende a diffondere giusti rapporti umani, ogni
mezzo di vera conoscenza, ogni metodo per tramutare la conoscenza in saggezza e comprensione,
tutto ciò che serve ad ampliare la coscienza dell’umanità e gli stati di consapevolezza e
sensibilità subumani, tutto ciò che disperde miraggio e illusione, spezza le cristallizzazioni e
smuove le condizioni statiche, sarà oggetto delle concrete attività della Gerarchia spirituale
che dirige.
Egli sarà limitato dalla qualità e intensità dell’invocazione degli uomini, a loro volta
condizionati dal grado evolutivo raggiunto.
.
Egli, rappresentante dell’amore di Dio, è chiamato ad operare di nuovo in quel mondo
dove il Suo messaggio per duemila anni è stato respinto, dimenticato o male interpretato, e
dove gli uomini sono stati ovunque animati da odio e separatività. Perciò si troverà immerso
in un’atmosfera estranea e in una situazione mondiale tale da richiedere tutte le Sue divine risorse,
e sarà sottoposto a durissima prova. L’idea comunemente accettata che debba tornare
come onnipotente guerriero, trionfante ed irresistibile, non ha fondamento. Un fatto, invece,
che poggia su basi sicure, è che alla fine condurrà il Suo popolo (l’umanità intera) a Gerusalemme,
ma non alla città ebraica, bensì al “Luogo di Pace” (questo è appunto il significato del
nome “Gerusalemme”)
.
. ….nessuno sa in quale nazione verrà. Egli potrebbe presentarsi come inglese,
russo, negro, latino, turco, indiano o con qualsiasi altra nazionalità. Chi può dirlo? Potrà essere
cristiano, indù o buddista, oppure non appartenere ad alcuna fede; non verrà a rinstaurare
antiche religioni, incluso il cristianesimo, bensì la fede dell’uomo nell’amore del Padre, nel
fatto che il Cristo è vivente, nello stretto, indistruttibile rapporto soggettivo fra tutti gli uomini.
Avrà a disposizione facili mezzi di contatto e comunicazione in tutto il mondo, opportunità
del tutto nuove a cui deve prepararsi.
N O T A
La pubblicazione di questo libro è finanziata dal Fondo Libri del Tibetano, che è un
fondo che si rinnova allo scopo di perpetuare gli insegnamenti del “Tibetano” e di Alice A.
Bailey.
Tutto il denaro erogato dal Fondo per pubblicare questo libro vi ritorna con la sua vendita
in modo da assicurarne una successiva edizione.
LA GRANDE INVOCAZIONE
Dal punto di Luce entro la Mente di Dio
Affluisca luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio
Affluisca amore nei cuori degli uomini.
Possa il Cristo tornare sulla Terra.
Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto
Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;
Il proposito che i Maestri conoscono e servono.
Dal centro che vien detto il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce.
E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.
Questa Invocazione o Preghiera non appartiene ad alcuno né ad alcun gruppo, ma a tutta
l’Umanità. La bellezza e la forza di essa stanno nella sua semplicità, e nel suo esprimere certe
verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale la verità che esiste
un’Intelligenza fondamentale cui, vagamente, diamo il nome di Dio; la verità che, dietro ogni
apparenza esterna, il potere motivante dell’Universo è Amore; la verità che una grande Individualità,
dai Cristiani chiamata il Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell’amore perché
potessimo comprendere; la verità che sia amore che intelligenza sono effetti di quel che vien
detto il Volere di Dio; e infine l’evidente verità che solo per mezzo dell’umanità stessa il Piano
divino troverà attuazione.
ALICE A. BAILEY
NOTA FONDAMENTALE
“Ogni volta che il Dharma decade ed in ogni dove si afferma l’adharma, (materialismo,
anarchia, disordine, ingiustizia, N.d.T.) allora Io Mi manifesto.
Per la salvezza dei giusti e la distruzione di coloro che fanno il male, per ristabilire fermamente
il Dharma, Io rinasco di età in età.”
BHAGAVAD GITA Libro IV°, Sutra 7, 8.
CAPITOLO I
LA DOTTRINA DI COLUI CHE VIENE
Insegnamento occidentale
LA DOTTRINA DEGLI AVATARA
Insegnamento orientale
Nel corso dei secoli, in diversi cicli mondiali e in molti paesi (oggi in tutti) si sono prodotti
grandi periodi o punti di tensione, caratterizzati da un senso d’attesa piena di speranza. Si attende
qualcuno e la Sua venuta è presentita. Nel passato tale aspettativa è sempre stata proclamata
e alimentata dai religiosi, e quei periodi sono sempre stati difficili e caotici; hanno
sempre segnato il punto culminante alla fine di una civiltà o di una cultura, quando le vecchie
religioni si sono dimostrate inadeguate per far fronte alle difficoltà e ai problemi degli uomini.
L’avvento di un Avatar, di Colui che viene e, in termini attuali, la riapparizione del Cristo,
sono la nota dominante dell’attesa generale. Quando i tempi saranno maturi, l’invocazione
delle moltitudini sarà intensa e la fede di coloro che sanno sarà molto viva, in tal caso Egli
verrà, come è sempre venuto, poiché anche allora non vi sarà eccezione a quest’antica regola
o a questa legge universale. Per decenni il ritorno del Cristo, l’Avatar, è stato presentito dagli
uomini di fede in entrambi gli emisferi, non solo dai credenti cristiani, ma anche da coloro
che attendono il Maitreya, o il Bodhisattva, o l’Iman Mahdi.
Quando gli uomini sentono di avere esaurite tutte le proprie risorse e possibilità, sentono
che i problemi e le condizioni cui devono far fronte oltrepassano la loro capacità di risolverli
e superarli, si volgono ad un divino Intermediario, un Mediatore, che possa perorare la loro
causa presso Dio e venire in loro soccorso. Gli uomini invocano un Salvatore. Simile ad un
filo d’oro, attraverso tutte le fedi e le Scritture del mondo, scorre questa dottrina dei Mediatori,
dei Messia, degli Avatar. Essi si ritrovano ovunque, collegando così tutte le Scritture sacre
ad una sorgente centrale.
Un Avatar è Colui il quale (oltre ad un compito prescelto e un destino preordinato) ha la
particolare capacità di trasmettere energia o potere divini. Questo è un profondo mistero, dimostrato
in modo peculiare, e in rapporto all’energia cosmica, dal Cristo il quale (per la prima
volta nella storia della Terra, per quanto ne sappiamo) trasmise la divina energia dell’amore
direttamente al nostro pianeta e, in senso ben determinato, all’umanità.
Gli Avatar, o Messaggeri divini, vengono sempre considerati anche in rapporto con
qualche Ordine o Gerarchia di Vite spirituali, consacrate a promuovere il bene dell’umanità.
Tutto ciò che realmente sappiamo è che lungo le età grandi e divini rappresentanti di Dio ne
incarnano il Proposito influenzando tutto il mondo in modo tale che i Loro nomi restano noti
e la loro influenza percepita migliaia di anni dopo la loro scomparsa.
Ripetutamente sono venuti,e hanno lasciato un mondo mutato e una nuova grande religione; sappiamo inoltre che le
profezie e le fedi hanno sempre promesso che sarebbero tornati nell’ora della necessità. Queste
sono affermazioni di fatto storicamente provate. Oltre a ciò, poco si sa.
“Avatar” è un vocabolo sanscrito che letteralmente significa “che discende da molto
lontano”. Ava (come prefisso ai verbi e ai sostantivi verbali) esprime l’idea di “lontano, via,
giù”. Avataram (comparativo) “più lontano”. La radice A V sembra sempre denotare l’idea di
protezione dall’alto ed è usata in parole composte che indicano protezione da parte di re o di
capi; oppure, in riferimento agli dei, significa che un sacrificio offerto è accolto favorevolmente.
Si può dire perciò che la parola “Avatar” significa: “Discende con l’approvazione della
sorgente superiore dalla quale proviene e con beneficio del luogo dove giunge”. (Dal dizionario
sanscrito di Monier-Williams).
In tutti gli Avatar o Salvatori sono manifesti due moventi fondamentali: la necessità di
Dio di prendere contatto con l’umanità e la necessità degli uomini di aver rapporto con il divino
e di riceverne aiuto e comprensione. Animati da tali moventi, tutti i veri Avatar sono
perciò Intermediari divini.
Essi possono esserlo perché si sono liberati da ogni limitazione, da ogni senso d’egoismo e
separatività, e non sono più il drammatico centro della propria vita, come avviene alla maggior
parte di noi. Raggiunto questo stadio di decentramento spirituale, possono divenire eventi
nella vita del pianeta; ad Essi ogni occhio può volgersi e da Essi tutti possono venire influenzati.
Un Avatar od un Cristo si manifesta perciò per due ragioni: per una imperscrutabile ed
inconoscibile Causa che ve lo induce, e per la richiesta o invocazione dell’umanità stessa.
Per conseguenza, un Avatar è un evento spirituale che si presenta fra noi per produrre grandi mutamenti
o importanti restaurazioni, per iniziare una nuova civiltà e condurre l’uomo più vicino
a Dio. Questi grandi Esseri sono stati definiti “uomini d’eccezione che appaiono di tempo in
tempo per cambiare la faccia del mondo e per dare inizio ad una nuova era nei destini
dell’umanità”. Vengono in periodi di crisi, spesso le producono essi stessi, allo scopo di eliminare
ciò che è vecchio e non più rispondente ai tempi, e di preparare la via a forme nuove e
più idonee per la evolventesi vita di Dio immanente nella natura. Vengono quando il male dilaga;
per tale ragione, se non per altre, possiamo oggi attendere un Avatar. Le condizioni per
la riapparizione del Cristo esistono.
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