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FARMACI E SOSTANZE CHIMICHE DIRETTAMENTE DAL RUBINETTO

Vi siete mai chiesti cosa accade alle centinaia di milioni di farmaci su ricetta e medicinali da banco quotidianamente assunti in tutto il mondo? Probabilmente no! E allora, eccovi qualcosa su cui riflettere mentre sorseggiate il vostro caffe' mattutino o vi rilassate nella vostra vasca con idromassaggio...
Sino al 90% di ciascun farmaco introdotto nell'organismo di un individuo viene espulso del tutto inalterato oppure disgregato in un metabolito attivo, per poi finire nello sciacquone e nella rete fognaria e, infine, nella rete idrica. Questa catena di eventi presenta tuttavia un ulteriore anello: il pot-pourri chimico in questione alla fine ci ritorna ogniqualvolta apriamo il rubinetto della cucina. Oltre ai farmaci, nelle forniture idriche si annida un altro gruppo di sostanze chimiche. Per produrre quelli che sono collettivamente noti come prodotti per l'igiene personale vengono impiegati piu' di 10.500 ingredienti chimici.

Si tratta di prodotti di cui la maggioranza di noi non si sognerebbe mai di fare a meno: idratanti, detersivi, bagnoschiuma, shampo, profumi, cosmetici, deodoranti, collutori, creme solari, etc.; e' ormai accertato che in gran parte queste sostanze chimiche interferiscono con il nostro sistema endocrino, con quello neurologico, respiratorio nonche' immunitario.


Attualmente questo insieme di composti chimici e' ufficialmente noto come inquinanti di origine farmaceutica e derivanti da prodotti per l'igiene personale (PPCP), un'etichetta che, per l'appunto, si riferisce in generale a qualsiasi prodotto utilizzato da un'individuo per ragioni di igiene personale o di cosmesi. I PPCP includono un'ampia e diversificata gamma di migliaia di sostanze chimiche, fra cui i farmaci su ricetta e medicinali da banco, profumi, cosmetici, creme solari, agenti diagnostici, nutraceutici, biofarmaci e molte altre. Sino a poco tempo fa si e' data scarsa importanza, se non addirittura nessuna, alle conseguenze determinate dagli imponenti quantitativi di sostanze chimiche che finiscono nei lavandini, nelle deiezioni umane o sciacquate via dalla nostra cute.


Secondo il Dr. Christian G. Daughton, scienziato dell'EPA (ente statunitense preposto alla tutela ambiental, ndt) nonche' ricercatore di punta nel campo dei PPCP, "la quantita' di farmaci e di prodotti per l'igiene personale diffusi ogni anno nell'ambiente corrisponde all'incirca alla quantita' di pesticidi usati nel medesimo arco di tempo" [1].


Molti farmaci e prodotti per la cosmesi contengono sostanze e componenti chimici non degradabili, che rimangono biologicamente attivi anche quando vengono interrati ed eliminati nelle reti fognarie. Fra i principali responsabili del sovraccarico di PPCP vi sono ospedali, studi medici, cliniche veterinarie, fattorie, allevamenti e persino comuni abitazioni. Fra le altre fonti si annoverano i farmaci non utilizzati, generalmente scaricati nel gabinetto, perdite da fosse settiche guaste e scarichi di impianti di depurazione dei liquami. Ci tranquillizza davvero sapere che le nostre personali abitudini di toelettatura nonche' il nostro fare affidamento sui farmaci possono, per quanto inconsapevolmente (fino ad ora, ndlms), contribuire al problema globale rappresentato dai PPCP.


E' lecito supporre che la presenza di PPCP nelle forniture idriche non sia un fenomeno nuovo; e' semplicemente rimasto misconosciuto per decenni. Le attuali conoscenze in merito sono dovute ai notevoli progressi scientifici che hanno consentito l'individuazione di concentrazione infinitesimali dei composti nell'acqua. Tali progressi hanno infine suscitato l'interesse verso la misura della presenza e della permanenza dei PPCP nell'acqua, nonche' dei loro effetti sugli organismi acquatici e, aspetto assai importante, dei possibili effetti sulla salute umana. Il fatto e' che in realta' nessuno sa in che modo queste miscele chimiche potrebbero alterare la nostra salute, tuttavia al proposito esistono
indizi in abbondanza. Molte sostanze chimiche sono progettate per influire a fondo sulla fisiologia umana. Il Dr. Daughton segnala che non si sarebbe da sorprendersi se tali sostanze avessero effetto anche su pesci, uccelli, rane ed insetti. Ad ogni modo i farmaci in questione -cosi' come shampo, creme solari ed altri prodotti per l'igiene personale- prima di essere messi in commercio non vengono esaminati riguardo agli effetti che hanno sull'ambiente.


"Tutto questo e' sorprendente", dice Daughton, "in particolar modo dal momento che determinati farmaci sono destinati a regolare i sistemi immunitario ed endocrino". Di conseguenza tali farmaci presentano "un evidente potenziale come distruttori endocrini dell'ambiente" [2].


Anche se attualmente si riconosce che i PPCP hanno permeato ecosistemi sensibili, sui loro potenziali effetti si sono condotte poche ricerche. Nessun impianto di depurazione dei liquami e' predisposto per l'eliminazione dei PPCP. I rischi posti agli organismi acquatici (a causa della costante esposizione) e agli esseri umani (a causa dell'assunzione a lungo termine di esigui quantitativi nell'acqua potabile e in quella per lavarsi) sono essenzialmente ignoti.


Laddove al momento attuale le principali preoccupazioni hanno riguardato la promozione della resistenza degli agenti patogeni agli antibiotici e il dissesto del sistema
endocrino determinato dagli steroidi sessuali naturali e sintetici, le conseguenze di molti altri PPCP sono ignote.


RICERCHE RECENTI RELATIVE AL PROBLEMA DEI PPCP
Molti funzionari governativi non gradiscono discutere di questi pericoli, e altrettanto vale per le aziende che si occupano della fornitura di acqua. Negli USA si tratta di un nuovo problema ambientale emergente. Per limitare l'afflusso di farmaci nelle forniture idriche si fa ben poco e gli scienziati sono sconcertati non solo dalla portata del problema e dalla mancanza di efficaci controlli sull'acqua, ma anche dalla scarsita' di ricerche.


In Europa, tuttavia, la reazione e' stata alquanto diversa. Negli anni '80 del secolo scorso la questione dei PPCP venne alla ribalta in quanto seria area di indagine. Uno studio
condotto in Germania, che e' stata in prima fila nella ricerca in questione, rilevo' la presenza di PPCP negli scarichi, trattati e non, nelle acque di superficie, in quelle di falda e in quella potabile. Le sostanze piu' comuni erano farmaci antinfiammatori ed antidolorifici, anticonvulsivi ed ormoni derivati da contraccettivi orali. Campioni prelevati da 40 fiumi e torrenti tedeschi indicarono la presenza di 31 diversi PPCP [3].


Uno studio, condotto da Thomas Heberer e Hans-Jurgen Stan dell'Universita' Tecnica di Berlino, ha rilevato nelle forniture idriche di quella citta' la presenza di significativi quantitativi di antibiotici, ibuprofen, farmaci per abbassare il colesterolo, ormoni (estrogeni) ed agenti chemioterapici, mentre il ricercatore svizzero Hans-Rudolf Buser, dal
Centro Federale Svizzero di Ricerca di Wadenswil, ha riscontrato la presenza di farmaci anticolesterolo nei laghi svizzeri. Alcuni scienziati britannici hanno stimato che in un solo fiume minore a nordest di Londra confluiscono ogni anno piu' di una tonnellata di aspirine e una tonnellata di derivati della morfina [4].


Secondo Bent Halling-Sorensen, docente di chimica analitica presso la Reali Scuola Danese di Farmacia: "Una quantita' variabile tra il 30 e il 90 per cento di una singola dose
della maggior parte di antibiotici somministrati ad esseri umani ed animali viene esplusa con l'urina". Il problema e' particolarmente grave nell'industria degli allevamenti ittici, dove il 70-80 per cento dei farmaci somministrati confluisce nell'ambiente [5].


Negli Stati Uniti il problema dei PPCP ha acquisito importanza nel 2002, quando i risultati del campionamento di 149 torrenti eseguito dall'US Geological Survey (USGS) ha indicato rilevabili, sebbene esigui, quantitativi di PPCP, in prevalenza steroidi e farmaci da banco; erano inoltre presenti antibiotici, farmaci su ricetta, detergenti, ritardanti di fiamma, pesticidi nonche' ormoni naturali e sintetici [6].


UNA PILLOLA CONTRACCETTIVA NEL VOSTRO CAFFE'?
Gli ormoni estrogeni sintetici vengono assunti da milioni di donne come contraccettivi, oppure nella terapia di sostituzione ormonale; gli estrogeni vengono inoltre prescritti agli uomini per la cura del cancro alla prostata. Gli ormoni, siano essi sintetici o naturali, confluiscono in grandi quantita' negli impianti di trattamento dei liquami, ed altrettanto vale per le sostanze chimiche che imitano gli ormoni, derivanti dalla degradazione di surfattanti e plastificanti. E' possibile che gli ormoni steroidi possano interferire con i vulnerabili recettori ormonali delle creature viventi? La giuria e' riunita... e la risposta e' "Si'!". I risultati di uno studio canadese hanno prodotto prove concrete di quanto presagisce l'esposizione a queste sostanze chimiche. Per un periodo di tre anni gli scienziati canadesi hanno aggiunto pillole contraccettive in un remoto e incontaminato lago dell'Ontario, appositamente selezionato per la ricerca, onde misurare l'impatto di tale iniziativa. L'esito e' il seguente: tutti i pesci e anfibi maschi del lago -dai minuscoli girini alle grandi trote- sono risultati "femminilizzati", nel senso che nel loro organismo le proteine delle uova crescevano in modo abnorme. Attualmente si e' riscontrata la presenza di pesci maschi femminilizzati nei fiumi e nei torrenti di tutto il mondo. In lontre, rane ed altra popolazione acquatica di fiume l'effetto e' il medesimo: la presenza di ormoni femminili sta riducendo -di molto- le caratteristiche maschili nei soggetti maschi. Nello stato USA di Washington, ad esempio, gli scienziati hanno rilevato che gli estrogeni sintetici stanno riducendo drasticamente la fertilita' dei maschi di trota arcobaleno. Un'altra fonte di contaminazione ormonale e' il settore dell'allevamento di bestiame; provenienti dai 30 milioni di animali con ormoni impiantati presenti nei freedlot (ambiente confinato per l'allevamento intensivo del bestiame, ndt) statunitensi, gli ormoni in questione confluiscono nei corsi d'acqua e nelle falde acquifere.


L'effluente endocrino-disgregante ha determinato "significative alterazioni nella biologia riproduttiva" della fauna ittica presente nel torrente subito a valle di un grande freedlot del Nebraska; rispetto ai loro consimili della parte del torrente a monte del freedlot, i pesci maschi presentavano circa un terzo in meno di testosterone ed i testicoli grandi circa la meta'; i pesci femmina presentavano circa il 2% in meno di estrogeni e il 4% in piu' di testosterone rispetto alle femmine della parte incontaminata del corso d'acqua. Inoltre, test di laboratorio hanno confermato che l'effluente del freedlot conteneva una complessa e potente miscela di androgeni (ormoni sessuali maschili) ed estrogeni (ormoni sessuali femminili) [8].


Theo Colborn, scienziato anziano del WWF nonche' coautore di "Our Stolen Future", e' assai preoccupato a causa degli estrogeni farmaceutici che si mischiano alle sostanze chimiche gia' presenti nell'acqua. "Si possono paragonare agli effetti collaterali di un farmaco su ricetta -non si sa in che modo andranno ad interagire con i farmaci che assumete. Per esempio il bisfenol A, un componente della plastica, induce nei topi femmina il raggiungimento anticipato della puberta'; il bisfenol A forma un legame debole con i recettori degli estrogeni nell'organismo e puo' interferire con il naturale sistema di comunicazione delle cellule, determinandone una replicazione troppo veloce il che, a sua volta, suscita timori in relazione al cancro al seno nelle donne. Cosa accade se questo composto, attivo anche a bassi livelli di esposizione, si combina con l'estrogeno
derivato da una pillola contraccettiva presente nell'acqua? Attualmente non e' ancora chiaro. "Colborn teme che cio' "potrebbe avere effetti a lungo termine sulla salute" [9].


Esistono gia' crescenti riscontri in merito all'impatto che le sostanze che imitano gli ormoni hanno sull'organismo. Alcuni studi hanno rilevato che, rispetto a un criceto, un inglese medio produce solo un terzo dello sperma. Negli ultimi 50 anni i conteggi medi dello sperma negli uomini sono diminuiti di oltre la meta' -da circa 160 milioni a 66 milioni di millilitri di seme" [10]. E' possibile che l'acqua contaminata da estrogeni abbia contribuito a far calare drasticamente i conteggi di sperma umano? In Europa i ricercatori hanno collegato questo fenomeno ai livelli di ormoni estrogeni presenti nell'ambiente [11].


In quanto agli effetti su donne e bambini? Malauguratamente il crescente numero di casi di cancro al seno e all'utero, di puberta' precoce e di ipospadia (una malformazione congenita dell'uretra e del pene) rivela un quadro assai inquietante. Non e' difficile immaginare come l'innaturale esposizione a potenti ormoni estrogeni, nonche' ad imitatori di estrogeni, possa alterare gravemente e irrevocabilmente il cruciale meccanismo di segnalazione ormonale di soggetti adulti, cosi' come di piu' vulnerabili infanti e bambini.


ANTIBIOTICI: IL TROPPO STROPPIA
Particolarmente preoccupante e' il rilascio di antibiotici nei corsi d'acqua. Gli scienziati dei Centers for Disease Control hanno rilevato la presenza di otto antibiotici nell'ambiente acquatico: trimethoprim, sulfametazina, sulfametazzolo, sulfadimetossina, eritromicina, roxitromicina, lincomicina ed enroflaxacina [12].


Inoltre gli allevatori statunitensi impiegano il 70% di tutti gli antibiotici prodotti come trattamento profilattico nonche' come promotore della crescita per le loro vacche, maiali e polli; alla fine un enorme quantitativo di letame zeppo di antibiotici va a finire nei corsi d'acqua e nelle falde freatiche [13].


L'individuazione degli antibiotici nell'acqua potabile rappresenta un problema di particolare rilevanza. La presenza di queste sostanze chimiche nell'ambiente puo' determinare lo svilupo di ceppi batterici resistenti, che contribuiscono alla resistenza agli antibiotici; alcuni fra gli antibiotici individuati erano farmaci di Classe 1 (il tipo impiegato quando altri antibiotici non hanno effetto) [14].


Qual e' la ragione per cui altri antibiotici sono meno efficaci? Non vi e' alcun dubbio: la generica eccessiva prescrizione e somministrazione di antibiotici da parte di medici ed allevatori. Attualmente una popolazione batterio-fobica utilizza ogni anno milioni di libbre di triclosan, un agente antimicrobico ad ampio spettro [15]. Il triclosan e' un derivato dell'erbicida 2,4-D, nonche' il principio attivo presente in migliaia di prodotti antibatterici quali saponi, deodoranti, colluttori, spugne e detergenti per la casa. La diffusione del triclosan ha contribuito al problema della resistenza agli antibiotici.


Se quest'ultimo problema non fosse abbastanza grave di per se', i ricercatori della University of Minnesota hanno scoperto che quando il triclosan presente nell'acqua viene
esposto alla luce del sole esso si trasforma in una diossina.


Esposto alla luce del sole per la prima volta, il triclosan diventa una sostanza chimica leggermente tossica; il problema si presenta quando viene trattato con cloro negli impianti di trattamento delle acque, procedimento in seguito al quale si scompone in qualcosa di ancor piu' potente [16]. Per ironia della sorte non si e' mai dimostrato che l'impiego di prodotti trattati con triclosan sia superiore alla comune combinazione di acqua e sapone [17].


BEVI IL TUO PROZAC E CHIAMAMI DOMATTINA!
Secondo le stime, nel 2002 negli Stati Uniti sono state dispensate 157 milioni di prescrizioni di antidepressivi [18]. Davvero un bel po' di pillole. Il tipo piu' comune sono gli
inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), che comprendono Prozac, Zoloft, Luvox e Seroxat/Paxil.


Nell'agosto del 2004 le principali testate britanniche hanno annunciato che nell'acqua potabile del Regno Unito era stata rilevata la presenza di Prozac. Gli ambientalisti hanno
descritto la situazione come una "occulta somministrazione di massa al pubblico ignaro". Dal momento che il Regno Unito, cosi' come gli Stati Uniti, non dispone di sistemi di monitoraggio dei livelli di Prozac o di altri PPCP, si sta preparando una crisi sanitaria pubblica. Dal 1991 in Gran Bretagna si e' attestato un aumento del 166% di prescrizioni di antidepressivi -sino a 24 milioni di prescrizioni all'anno. Di fatto molti paesi del mondo hanno visto un aumento esponenziale dell'uso di Prozac ed altri antidepressivi [19].


Cosa potrebbe configurare il consumo di acqua contaminata con Prozac? Alcuni studi su animali offrono qualche indizio. Una ricerca ristretta indica che gli SSRI inducono determinati comportamenti nei molluschi. Per esempio, le funzioni riproduttive dei molluschi bivalve, compresa la deposizione delle uova, la maturazione degli ovociti e la
nascita sono regolate dalla serotonina. I ricercatori hanno rilevato tracce di Prozac ed altri antidepressivi nel fegato, nei muscoli e nel cervello di bluegill fish in Texas, nonche' tracce in individui che non assumono Prozac ma consumano pesce [20].


Un'esposizione di basso livello alla fluoxetina, principio attivo del Prozac, ritarda lo sviluppo nei pesci e la metamorfosi nelle rane; i ricercatori nutrono il forte sospetto che i risultati denotino un dissesto della funzione tiroidea. "Sappiamo che i livelli della tiroide raggiungono il picco in concomitanza con il climax metamorfico, quando si formano le zampe e la code viene riassorbita. Riteniamo che la fluoxetina inibisca la tiroide, quindi il nostro prossimo passo sara' quello di misurare l'ormone della tiroide" [21]. Nessuno sa davvero quale potrebbe essere l'effetto derivante dall'assunzione, da parte di intere popolazioni, donne gravide e bambini compresi, di farmaci antidepressivi tramite l'acqua potabile. Si sa comunque che i gravi effetti collaterali degli SSRI includono depressione, insonnia, allucinazioni, comportamenti auto-mutilanti e violenza. In realta', riguardo ai possibili effetti collaterali dei PPCP su esseri umani ed acquatici, esistono piu' domande che risposte: determinare i possibili effetti nocivi di un solo PPCP e' di per se' un compito scoraggiante, a maggior ragione quando si tratta delle migliaia di questi presenti nei nostri sistemi idrici. Quale potrebbe essere la conseguenza di tutte queste incalcolabili permutazioni di miscele di farmaci? Si tratta di un enorme punto di domanda.


A CHE PUNTO ARRIVEREMO?
Il problema costituito da questa onnipresente categoria di inquinanti farmaceutici e per l'igiene personale e' stato focalizzato con chiarezza; l'aspetto difficile e' quali iniziative intraprendere al riguardo.


Un'iniziativa del tutto ovvia sarebbe quella di scegliere prodotti per l'igiene personale non tossici; sono piu' indicati per il corpo e per l'ambiente. Un altro passo analogamente ovvio e' quello di ridurre la dipendenza dai farmaci convenzionali utilizzando terapie naturali. Inoltre, fate riferimento alla prassi politica civica e rendete note le vostre posizioni a livello locale, statale e nazionale. Sostenete le organizzazioni ambientaliste.


Una soluzione pratica al problema dei farmaci eliminati negli scarichi potrebbe essere un programma di recupero dei farmaci stessi, come quelli attuati in molti paesi europei,


in Australia e in Canada. Lo stato USA del Maine ha di recente decretato la creazione di un programma di recupero dei farmaci via posta, nel cui contesto ai cittadini vengono consegnate delle buste che essi possono usare per spedire i loro farmaci inutilizzati alla Drug Enforcement Admnistration. Ad ogni modo, per quanto riguarda il resto degli Stati Uniti la soluzione e' alquanto complessa, dato che non esistono ne' un corpus di regolamenti coerente ne' direttive per i farmaci inutilizzati.


Nel prossimo futuro si prospetta l'aggiunta di ancora piu' farmaci. Attualmente le aziende farmaceutiche designano come obiettivo circa 500 recettori biochimici dell'organismo umano. Ci si aspetta che ben presto tale cifra aumenti di ben 20 volte - sino a 10.000 obiettivi. Il Dr. Daughton fa un ragionamento inquietante. "L'enorme gamma di farmaci continuera' a diversificarsi ed aumentare in concomitanza con la mappatura del genoma umano. Questo si aggiungera' in modo esponenziale alla gia' vasta gamma di categorie chimiche, ciascuna con le proprie specifiche modalita' di azione biochimica, molte delle quali sono scarsamente conosciute e comprese".


E per quanto concerne gli impianti di depurazione dei liquami? Secondo Bill Turner, responsabile per le risorse naturali del New Mexico: "Ormai e' un dato acquisito che le convenzionali tecnologie di trattamento dei liquami non eliminano completamente i residui di sostanze chimiche e di farmaci. Altri metodi quali il filtraggio a carboni attivi e il trattamento con luce ultravioletta, eliminerebbero probabilmente i farmaci ma potrebbero riveralarsi costosi" [22].


Anche l'osmosi inversa rimuove molti dei PPCP a molecola grande, tuttavia si tratta di un processo oneroso per gli impianti di trattamento comunali. Ad ogni modo, esiste un ulteriore problema inerente all'eliminazione dei rifiuti: le stesse membrane usate ed un rimanente rigagnolo di acqua lurida. Fra le altre opzioni si possono annoverare il trattamento UV oppure quello con l'ozono, entrambi meno costosi dell'osmosi inversa, ma che tendono tuttavia a creare numerosi prodotti di ossidazione, incrementando in tal modo il numero delle sostanze chimiche presenti.


Quindi, se non possiamo affidarci agli impianti di trattamento comunali, trovare soluzioni e' in realta' compito di ogni singolo individuo. Risulta ovvio che abitazioni private, ristoranti, ospedali, scuole e aziende devono comprendere l'importanza di una fornitura di acqua che sia esente dalla presenza non solo di pesticidi e metalli pesanti, ma anche di PPCP.


Si e' inoltre dimostrato che il piu' efficace sistema di depurazione atto ad eliminare tutti in contaminanti in questione, PPCP compresi, e' un sistema di filtraggio a carboni attivi. Sono disponibili unita' in grado di filtrare la vosta acqua di rubinetto, nondimeno sarebbe di gran lunga piu' saggio installare un'unita' che comprenda tutta la rete idrica casalinga. Dal momento in cui la cute assorbe le sostanze chimiche in modo 600 volte piu' efficiente che tramite l'ingestione, oltre all'acqua da bere dovrebbe essere adeguatamente filtrata anche quella destinata alla pulizia personale.


Per quanto concerne gli USA, accertatevi che la Water Qality Association (WQA) abbia certificato il sistema di vostra scelta. Per coadiuvare la cittadinanza a scegliere prodotti di trattamento delle acque che rispettino determinati standard qualitativi, la WQA ha elaborato il suo Gold Seal Certification Program; il marchio Gold Seal e' riconosciuto a livello internazionale come sinonimo di qualita' ed integrita'.


Investire in un sistema domestico di alta qualita' per il filtraggio complessivo dell'acqua tramite il metodo a carboni attivi, che purifichi tutta l'acqua che utilizzate in casa, vale a dire quella destinata ad essere ingerita, all'giene personale ed al lavaggio in generale, potrebbe essere la vostra migliore difesa. Come misura minima, utilizzate un sistema di filtraggio a carboni attivi per l'acqua da bere.


Forse un giorno le aziende chimiche e farmaceutiche si assumeranno la responsabilita' del ciclo vitale dei loro prodotti, i governi promulgheranno regolamenti di tutela riguardo ai PPCP e verranno elaborate e mese in opera nuove tecnologie per il trattamento dei liquami. Per il momento, comunque, sembra che la questione competa unicamente a noi.


In un mondo interconnesso ci viene spiacevolmente ricordato che niente di quello che facciamo esiste di per se' stesso. Le nostre scelte piu' comuni, nel caso in questione i farmaci che assumiamo ed i prodotto per l'igiene personale che usiamo, possono avere conseguenze a lungo termine non solo per noi ma anche per la gente ignara e la fauna che vivono a valle. Ricorda che ognuno di noi vive a valle rispetto a qualcun altro.

FARMACI E SOSTANZE CHIMICHE DIRETTAMENTE DAL RUBINETTO
Inquinanti di origine farmaceutica e derivanti da prodotti per l'igiene personale (PPCP)

di Sherrill Sellmann,
GetWell International
PO Box 690416
Tulsa, OK 74169-0416, USA
Email: golight@earthlink.net
Sito web: http://www.ssellman.com

[1] Welshons, W.V. et al., "Large Effects from Small Exposures. I. Mechanisms for Endocrine-Disrupting Chemicals with Estrogenic Activity", Environmental Health Perspectives, vol. 111, nr. 8, giugno 2003,
http://ehp.niehs.nih.gov/members/2003/5494/5494.html
[2] Deneen, Sally, "What Are Genetically Engineered Drugs Doing to Our Water Supply?", http://www.waterindustry.org/Water-Facts/genetic-water.htm
[3] Stiles, Nikki, Small Flows Quarterly, Inverno 2004; 5(1):14-7
[4] Pearce, Fred, "Something in the water", New Scientist, 6 marzo 1999, pp. 18-19.
[5] ibid., p.18
[6] Pitzer, Gary, "Pharmaceuticals & Personal Care Products: An Rx for Water Quality Problems?", Western Water Magazine, luglio/agosto 2004,
presso http://www.water-ed-org/julyaug04.asp
[7] Kidd, Karen, "Effects of a Synthetic Estrogen on Aquatic Populations: A Whole Ecosystem Study", Health Canada, Toxic Substance Research Initiative,
http://www.hc-sc.gc.ca/hecs-sesc/tsri/research/tsri_94.htm
[8] Soto, A.M., et al., "Androgenic and Estrogenic Activity in Water Bodies Receiving Cattle Feedlot Efflent in Eastern Nebraska, USA", Environmental Healt Perspectives,
vol. 112, nr. 3, marzo 2004, http://ehp.niehs.nih.gov/members/2003/6590/6590.html.
[9] Knopper, Melissa, "Drugging Our Water", E/The Environmental Magazine, 1° gennaio 2003, pubblicato su
http://www.keepmedia.com/ShowItemDetails.do?item_id=169029&extID=10026
[10] Lean, Geoffrey e Sadler, Richard, "British Men Are Less Fertile Than Hamsters", The Independent (UK), 17 marzo 2002,
pubblicato su http://www.sciforums.com/archive/index.php/t6743-8
[11] Carlsen, Elizabeth et al., "Evidence for decreasing quality of semen during the past 50 years", British Medical Journal 1992; 305:609-613
[12] Uehling, Mark D., "Free drugs from your faucet", Pure Water Gazette, 25 ottobre 2001, presso http://www.purewatergazette.net/freedrugs.htm
[13] US Food & Drug Administration,
http://www.fda.gov/cvm/index/narms/barlam/barlam_text.htm;
Union of Concerned Scientists, "Hogging It: Estimates of Antimicrobial Abuse in Livestock", Riassunto Esecutivo del Rapporto UCS, gennaio 2001,
http://www.ucsusa.org/food_and_environment/antibiotic_resistance/page.cfm?pageID=264
[14] Uehling, op. cit.
[15] "Toxic: Anti-Bacterial Additive Widespread In US Waterways", Water and Wasterwater Newsletter, vol. 7, gennaio 2005
[16] "Anti-bacterial ingredient can become toxic; studly", CBC News Online, 16 aprile 2003,
presso http://www.cbc.ca/stories/2003/04/16/Consumers/antibacterial_030416
[17] Larson, E. e Weber, J.T., Annals of Internal Medicine, 2 marzo 2004
[18] Totheroh, Gailon, "Five Years Gone: Anti-Depressants May Hold Key to Columbine", 20 aprile 2004, CBN News,
http://www.geocities.com/StNektarios/COLUMBINE.html
[19] "Prozac 'found in drinking water' ", BBC News, 8 agosto 2004,
http://www.bbc.co.uk/2/hi/health/3545684.stm
[20] "Frogs, fish and pharmaceuticals; a troubling brew",
http://www.baylor.edu/pr/index.php?id=13663
[21] Holmes, Cat, "Antidepressants delay fish, frog development", University of Georgia College of Agricultural and Environmental Sciences, 20 ottobre 2003,
http://georgiafaces.caes.uga.edu/storypage.cfm?storyid=2023
[22] "Drugs detected in water samples from San Juan, Rio Grande", US Water News Online, ottobre 2000, presso
http://www.uswaternews.com/archives/arcquality/tdrudet10.html

A proposito dell'autrice:
Sherrill Sellman, ND, e' l'autrice del best-seller "Hormone Heresy: What Women MUST Know About Their Hormones" (GetWell International, 1996, 2001, 4° ed.). Il suo nuovo libro "Mothers: Prevent Your Daughters From Getting Breast Cancer" e' stato pubblicato nell'aprile del 2003. Sherrill e' psicoterapeuta e tiene conferenze a livello internazionale e, inoltre, e' una regolare collaboratrice di NEXUS; il suo articolo piu' recente, dal titolo "Il problema della puberta' precoce", e' stato pubblicato su NEXUS nr. 54. Sherrill puo' essere contattata telefonicamente al numero +1 (877) 215 1721, oppure via email presso golight@earthlink.net Il suo mensile gratuito "HormoneWise" e-Digest e' disponibile presso http://www.sselman.com/

Articolo tratto da: Nexus New Times - Edizione Italiana
Ottobre-novembre 2005 - Anno XI - Numero 58

http://www.nexusitalia.com/

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COS'E' UN'ESPERIENZA DI PRE-MORTE - IL PARERE DEGLI STUDIOSI

Tratto da: "La vita oltre la morte" -di Lucia Pavesi-(Libro fuori commercio). Lo studio di questi fenomeni e' stato avviato in modo sistematico dalla'americano RAYMOND A. MOODY, di cui parleremo piu' diffusamente nel prossimo capitolo. A questo scienziato spetta l'indiscusso merito di aver portato l'argomento all'attenzione del grande pubblico. Dopo la pubblicazione del suo primo libro, "La vita oltre la vita" (1975), in cui ha raccolto parecchie testimonianze di "sopravvissuti, sempre piu' numerosi sono stati gli studiosi che hanno avviato sistematiche ricerche in questo campo. Moody ha coniato l'espressione: NEAR DEATH EXPERIENCES "esperienze di pre-morte" e nel suo testo "Nuove ipotesi sulla vita oltre la vita" (1977) da' questa definizione: "Si potrebbe definire esperienza di pre-morte qualsiasi esperienza conscia e percettiva che abbia luogo durante un incontro con la morte".

Incontro con la morte puo', a sua volta, venir definito un avvenimento nel corso del quale la persona interessata rischia seriamente di morire, o di venire uccisa (talvolta al punto di venire dichiarata clinicamente morta); ma, sopravvive e continua la sua vita fisica. Secondo la specifica classificazione di Moody, esistono particolari caratteristiche che compaiono tutte, o in parte, in ogni testimonianza di pre-morte.



INCERTEZZA E INCOMUNICABILITA'
Non tutti coloro che vivono questa esperienza sono consapevoli di trovarsi davanti alla morte e, provando stupore e paura, si domandano: "..Cosa mi sta succedendo?.." Riuscendo, comunque, a percepire sensazioni e pensieri dei medici o di quanti li circondano, tentano inutilmente di comunicare con loro, di chiedere spiegazioni o di avere un contatto fisico.


Il racconto dell'esperienza di Fiorella e' molto chiaro in proposito: "...Cercai con tutte le mie forze di prendere a calci l'infermiere che mi stava piu' vicino, ma il mio piede tocco' solo l'aria". Silvia tenta di parlare con loro, per fornire importanti indicazioni: "...Avrei voluto aiutarli e consigliare loro di tagliarmi gli abiti che indossavo ancora e che nascondevo una profonda lacerazione dell'arteria omerale. Tentai con tute le mie forze di fare dei cenni... ma ogni tentativo fu vano: non potevano, ne' vedermi, ne' sentirmi".


Alcuni provano addirittura vergogna nel vedere il proprio corpo.
Anna racconta : "...ma non avvertivo dolore... solo un certo imbarazzo per la disposizione dei lenzuoli verdi, che mettevano in evidenza la nudita' delle mie parti intime".


Altri, invece, stentano a riconoscersi. La testimonianza di Andrea ne e' un chiaro esempio:
"Avevo l'impressione di conoscere quell'uomo inerte, ma non ne ero sicuro". E aggiunge: "...Mi sentivo un intruso che si trova in casa d'altri..." Ma, passato il primo istante di incertezza, la stragrande maggioranza dei "sopravvissuti" ha dichiarato di aver provato uno stato di beatitudine, nel quale tutto e' chiarezza e consapevolezza..


SCOMPARSA DEL DOLORE FISICO
Nel preciso istante in cui il morente percepisce cosa gli sta accadendo, non prova piu' alcuna sofferenza. Chi ha vissuto un'esperienza di pre-morte dichiara di aver provato un immenso sollievo nel momento in cui ha abbandonato il proprio corpo. Qualunque sia la causa determinante lo stato in cui viene a trovarsi, il dolore fisico scompare completamente. La testimonianza di Fabio fornisce un chiaro esempio di quanto dichiarato: "...Provavo un dolore lancinante alla testa e la parte sinistra del mio corpo sembrava immersa nelle fiamme dell'inferno... Di colpo...non provavo alcun dolore, ma solo una piacevole sensazione di leggerezza..."


USCITA DAL CORPO
Generalmente, questa fase interviene nel preciso momento in cui il paziente viene dichiarato morto. Allora, si sente uscire dal proprio corpo e prova una sensazione simile a quella di togliersi un abito. In seguito si puo' librare nell'aria, sfuggendo alla legge della gravita'. Vede chiaramente se stesso e tutti i tentativi di rianimazione che i medici attuano.


Francesca dice: "...Volteggiavo sospesa nell'aria ... Guardai incuriosita i monitor collegati al mio cuore: emettevo un sibilo acuto e sinistro, mentre mostravano una linea perfettamente retta. Avvertivo lo sbigottimento di quanti mi circondavano..."


Qualcun altro racconta di essersi spostato in altri luoghi e di aver visto posti e persone conosciute o no, ma di cui fornisce una perfetta descrizione. "...A un certo punto mi vidi scendere dal letto, camminare sul linoleum candido, aprire la porta a vetri e uscire nel lungo corridoio... Vi erano due panche di freddo metallo... e una scrivania dietro la quale sedeva un'infermiera dai capelli grigi..." Cosi' dice Silvia nella sua testimonianza.


Ancora piu' emblematico e' il racconto di Andrea: "...Entrai in una piccola stanza d'attesa... Tre persone erano sedute sulle poltroncine di pelle... una signora bruna, visibilmente tesa, che fumava accanitamente. Un altro uomo, in piedi, con indosso uno sgualcito impermeabile bianco, aveva il naso arrossato..."


Chi ha vissuto questo genere di esperienza concorda nell'affermare di non essersi sentito ridotto solo a un residuo astratto di coscienza. L'insieme delle sensazioni provate era cosi' completo da dargli l'impressione di possedere un altro corpo, anche se diverso nella sostanza da quello fisico. La forma spirituale sembrava composta da una sagoma completa di gambe e braccia, ma impossibile da descrivere nel suo reale contenuto. La maggior parte delle testimonianze parla di un "campo energetico" dai colori indefinibili. Scompare completamente il concetto di tempo reale: nessuno e' stato in grado di quantificare la durata dell'esperienza. Cadendo i confini dello spazio fisico, il paziente puo' spostarsi da un luogo a un altro semplicemente desiderandolo.


PASSAGGIO DALLA ZONA BUIA ALLA LUCE
Successivamente, il morente avverte una forte spinta verso il vuoto assoluto e viene avvolto da un vento caldo. Generalmente, questo momento e' preceduto, o accompagnato, da un rumore particolare e forte: un sibilo, un ronzio, un botto, un gong e cosi' via. Solitamente, la prima parte del viaggio e' compiuta nell'oscurita' totale e cio' ingenera timore e confusione, sentimenti questi che scompaiono alla vista di una "luce meravigliosa". La grande maggioranza delle testimonianze raccolte narra che il passaggio dalle tenebre alla luce avviene percorrendo uno stretto tunnel, o una galleria immersa nella nebbia. Altri, invece, parlano di caduta in un buco nero (vedi la storia di Fabio): "... Allora una forza sconosciuta mi trascino' in un tunnel oscuro e il vento caldo mi avvolse completamente".


Paolo, invece, dice: "... fui scosso da un rumore... che somigliava molto al suono dei tam-tam nella jungla. Di colpo mi sentii risucchiare entro un vortice di vento caldo... verso una galleria stretta, di cui non si intravvedeva l'uscita... "


Altri hanno descritto in modo molto diverso questo passaggio. Qualcuno ha dovuto salire una scala, oppure e' stato proiettato, a immensa velocita', dalle tenebre alla luce. Alcuni raccontano di aver attraversato, durante il viaggio, una porta o un cancello (vedi La storia di Stefano): "... Il cammino mi fu, per un attimo, ostruito da un pesante portone scuro, che si apri' subito al mio arrivo. Entrai in un luogo pieno di colori e di pace."


INCONTRO CON ENTITA' SPIRITUALI
Dopo avere attraversato le tenebre, il morente si trova in un luogo fantastico, illuminato da una luce cosi' viva da non poter essere descritta a parole, e in cui ode melodie e canti soavi. Il paesaggio ha diverse varianti: prati verdi, fiori profumati e multicolori, immensi parchi, alte montagne, citta' fiabesche, limpidi ruscelli, e altro (vedi ancora la storia di Paolo): "... camminavo su un prato verdissimo, sulla cui superficie sorgevano palazzi incredibilmente alti e di una luminosita' quasi accecante... Dovunque l'organizzazione era perfetta: viali alberati, fontane zampillanti e modernissimi edifici costruiti perfettamente..."


Quasi tutti raccontano di aver incontrato, durante il cammino, varie entita ' luminose e sorridenti, che li hanno accolti con grande amore. Queste entita' emanano una stupefacente luminescenza, molto piu' splendente di qualsiasi fonte luminosa terrestre e hanno il compito di far da guida, da consiglieri, di accompagnare la persona verso la Luce suprema e, in certi casi, di aiutarla a ritornare nel mondo dei vivi. Generalmente, sono amici scomparsi o parenti del morente, ma possono essere anche dei semplici sconosciuti.


Andrea ricorda: "... venni circondato da una grande folla di gente festosa, che intonava un a melodia dolcissima. Tutti avevano un aspetto sereno e dai loro volti emanava una luce d'amore tanto intensa da non poter essere descritta".


La sensazione provata e' quella di essere entrati in contatto con l'amore universale. La sensazione resta nel "sopravvissuto" anche dopo il ritorno alla vita e spesso lo porta a modificare il suo modo di vivere e di condurre i rapporti con il prossimo.


INCONTRO CON L'ESSERE DI LUCE
A questo punto, alcuni raccontano di aver incontrato un Essere Supremo, il cui splendore soprannaturale e' inesprimibile e la cui luce e' superiore, per intensita', a quella di tutti gli altri. Subito dopo l'apparizione, l'Essere entra in comunicazione con il morente, trasmettendo telepaticamente il proprio pensiero, senza utilizzare suoni, gesti o parole. Dalla Luce emanano calore, comprensione e amore infiniti. Vari sono i tentativi di identificare l'Essere, in base alle convinzioni religiose dei "resuscitati".


I cristriani spesso lo identificano con Dio Padre, o Gesu' Cristo; i buddisti con Buddha, i mussulmani con Allah, e cosi' via. L'incontro con l'Essere comporta una profonda e critica autoanalisi della propria esistenza terrena, che scandaglia i recessi piu' nascosti della coscienza. Tutto cio' avviene attraverso un riesame completo della propria vita (vedi la storia d i Andrea): "... una luce vivissima mi investi' e una voce lontana m'indusse a guardare fisso di fronte a me. Il "film" della mia vita scorreva velocemente davanti ai miei occhi."


L'ESAME DELLA PROPRIA VITA
Chi ha vissuto questo tipo di esprienza afferma di aver rivisto proiettare contemporaneamente, come su un grande schermo, le azioni compiute, dall'infanzie al momento presente. Le immagini sono straordinarie vivide, a colori, tridimensionali e in movimento (vedi La storia di Anna): "... attraverso una sottile nube di nebbia, rividi tutta la mia vita... Tutto scorreva fluidamente nella mia mente, in cui non esistevano piu' il concetto di passato, o di futuro, ma ogni evento era solo presente..." Lo scopo dell'esame e' quello di raggiungere una maggiore consapevolezza dei propri doveri e responsabilita'.


Il toccante racconto di Fabio spiega perfettamente questo delicato momento del viaggio: "... vedevo le mie azioni, le persone che avevo ferito e fatto gioire, captavo ogni sfumatura dei loro sentimenti ... La paura, l'amore, l'odio, lo sgomento, l'abbandono, la violenza, la generosita', il perdono che... avevo suscitato... ora erano dentro di me: IO ERO DENTRO GLI ALTRI... Vidi mio padre, mia madre, ne compresi i sentimenti, capii..."


La persona che ha vissuto questa fase riporta con se' un nuovo desiderio di conoscenza e uno spirito di maggiore solidarieta' e amore.


LA RILUTTANZA A TORNARE
Il viaggio meraviglioso verso la luce e' talmente dolce e pieno d'amore, che spesso i morenti dichiarano di non aver provato alcun desiderio di tornare nel mondo (vedi sempre la storia di Fabio). "... Non volevo piu' tornare indietro! Chiesi alla Luce di fermarmi in quella pace, ma il peso della responsabilita' chiedeva il giusto riequilibrio..."


Alcuni raccontano di averlo dovuto fare per espresso ordine dell'Essere di Luce (vedi La storia di Luca): "... Qui hai imparato a respirare l'amore universale... Cerca di trasmetterlo... I tuoi compagni... possono riposare... Tu, ora, girati e vai!"


Altri ricordano di aver ricevuto l'ordine da un parente, o da un amico.


Silvia racconta: "...L'abbracciai e le chiesi di tenermi con se', per sempre... La nonna mi sorrise, ma con affettuosa fermezza mi respinse, dicendo che non potevo rimanere con lei. Il mio cammino non era ancora giunto al termine..."


Qualcuno ha riferito di aver deciso di rientrare unicamente perche' spinto dal senso del dovere verso chi aveva lasciato. La testimonianza di Paolo ci fornisce un chiaro esempio: "...ora che conosci il significato delle parole "dovere" e "responsabilita'", il tuo cuore ha deciso di tornare nel mondo per rimediare a tutto il male che hai compiuto... io ti lascio ripartire."


C'e' chi, come Anna, ha chiesto e ottenuto il permesso di rientrare: "...hanno tanto bisogno di me. Come posso lasciarli soli ora?... Ti prego, lasciami andare da loro..." e la Luce: "E sia... ma ricorda: la prossima volta dovrai fermarti qui per l'eternita'".


Particolarmente interessante e' la testimonianza di un docente di Filosofia, da sempre dichiaratosi ateo. Egli racconta: "... dopo aver riesaminato la mia vita al cospetto dell'Essere di Luce, ebbi la netta sensazione che una forza, come una corrente d'amore, tentasse di opporsi a Lui... Mi sembro' che quest'ultimo accettasse di piegarsi a un'energia positiva... decise di cedere alle preghiere che altri gli rivolgevano... Ho saputo di essere stato richiamato in vita dall'amore dei miei genitori... La scoperta della potenza dell'amore fu per me una grossa sorpresa... Fino ad allora ero vissuto egoisticamente chiuso nella mia esistenza di intellettuale..."


RIENTRO NEL CORPO FISICO
Questo e' il momento piu' doloroso e molti tendono a rimuoverne il ricordo. L'aver abbandonato un mondo di serenita' e sapere di tornare in un mondo di sofferenza non e' certo molto piacevole. Alcuni ricordano di essere stati proiettati verso il basso e di essere entrati immediatamente nel proprio corpo, sprofondando poi in uno stato di incoscienza. Il racconto di Stefano fornisce un chiaro esempio: "...Improvvisamente venni sollevato e di colpo spinto verso il basso in una pazzesca corsa a testa in giu'..."


Per altri, come per Fabio, la discesa e' invece meno traumatica: "... Dolcemente fui respinto dentro il buio tunnel e iniziai il viaggio di ritorno. Il mio corpo inanimato ora giaceva sul lettino dell'ambulanza... lo ritrovai e ne ripresi possesso..."


Alcuni dopo essersi allontanati dal mondo di pace, non rientravano immediatamente nel proprio corpo, ma vagano ancora per qualche tempo (vedi la storia di Andrea):
"... La mia discesa non fu veloce come la salita, ma presto mi ritrovai nella stanza d'attesa dell'ospedale... Riconobbi subito la signora bruna... era mia moglie... Quel corpo disteso sul lettino operatorio sono io... ora devo trovare il mio corpo al piu' presto... perche' so di essere ancora vivo."


"... Fui allora ricacciata indietro... Ero nuovamente sospesa a circa trenta centimetri dal mio corpo... In quell'istante percepii, inequivocabilmente, queste parole: "... staccate il respiratore!" Una disperazione infinita e una rabbia feroce mi sopraffecero... precipitai nel vuoto assoluto..." (Vedi la storia di Silvia).


Ovviamente, le esperienze di pre-morte divergono per contenuto e forma, come per le modalita' che portano a viverle. Chi ha avuto l'avventura di vivere un'esperienza simile ha raccontato proprie impressioni e proprie sensazioni, esteriorizzandole secondo il suo modello comportamentale. Certo, pero', ognuna, per essere dichiarata tale, deve racchiudere in se' una o piu' delle caratteristiche sopra elencate.


Le testimonianze che ho riportato nella prima parte del libro, forniscono particolari e interessanti spunti di riflessione.


STUDI E RICERCHE CENNI STORICI
Lo studio dei fenomeni di pre-morte e' stato affrontato scientificamente solo negli ultimi anni. Le tecniche di rianimazione oggi disponibili sono estremamente avanzate, per cui molti pazienti che solo qualche anno fa sarebbero morti, ora possono fornire le loro testimonianze su eventuali esperienze vissute durante il coma. E', comunque, giusto sottolineare che anche in tempi molto remoti, esistevano tecniche, seppure molto rudimentali, di rianimazione. La Bibbia fornisce numerosi esempi di metodi allora in uso per riportare in vita persone esanimi. Il piu' diffuso consisteva nell'insufflare aria direttamente nella bocca del morente, pratica che richiama la concezione religiosa dell'anima, intesa come "soffio vitale" e che ha sorprendenti analogie con la moderna respirazione artificiale. Una tecnica diversa, invece suggeriva di scaldare l'addome del paziente.


Tutto cio' permette di ipotizzare che anche in tempi molto remoti, possono essere accaduti episodi di "ritorno dalla morte" e che il verificarsi di tali fenomeni abbia influenzato, direttamente o indirettamente, la tradizione religiosa e letteraria.


A conferma di tale ipotesi e' sufficiente ricercare negli antichi testi le testimonianze relative. Vari racconti presentano sorprendenti analogie con i fenomeni oggi chiamati di "pre-morte" e narrano di esperienze direttamente connesse con la morte o di visioni mistiche legate a tradizioni religiose o filosofiche. Platone, nel decimo libro della sua "Repubblica", narra la storia del soldato 'Er'. Caduto in battaglia, il suo corpo era gia' stato posto sul rogo, secondo la tradizione religiosa dell'antica Grecia, quando i soldati presenti per tributare al compagno l'ultimo onore, con sgomento lo videro rialzarsi in mezzo alle fiamme. Il filosofo spiega l'accaduto raccontando che l'anima di Er, dopo aver abbandonato il corpo, si era unita a quella dei compagni uccisi nella stessa battaglia e insieme a loro aveva attraversato un'immensa valle verde, dove avevano incontrato degli esseri divini. In quel luogo fantastico, ogni soldato aveva potuto rivedere tutta la propria vita. Er aveva chiesto il permesso di restare per sempre in quel mondo luminoso, ma un essere divino, la cui luce era assai piu' forte di quella degli altri, gli aveva ordinato di tornare sulla Terra, con il preciso incarico di raccontare tutto cio' che gli era stato concesso vedere.


Uno dei testi antichi piu' significativi sull'argomento di una vita spirituale superiore e' il "Libro tibetano dei morti", la cui stesura risale circa all'VIII secolo dopo Cristo. Tale importantissimo documento letterario si basa sugli insegnamenti piu' antichi, tramandati oralmente da Lama a Lama. Questi dotti sacerdoti, nel comporlo, si prefissero due scopi diversi , ma altrettanto importanti. Il primo era quello di fornire una precisa descrizione dell'esperienza della morte, in modo da preparare i mortali ad affrontare con la migliore disposizione d'animo il distacco dal mondo terreno. Il secondo, ma non meno importante, era quello di aiutare i parenti dei morenti a esprimere solo sentimenti di positiva rassegnazione nei confronti del defunto, evitando in tal modo di trattenerlo con il loro affetto e la loro disperazione. In questo antichissimo testo la morte viene descritta come un viaggio da compiersi attraverso varie e distinte fasi. Vi si narra che l'anima, appena uscita dal corpo si trova immersa nel vuoto assoluto. In quello stadio e' possibile udire suoni simili al tuono o al fischio del vento. In un secondo tempo, il "morente" ha la precisa visione del proprio corpo fisico, dei parenti, degli amici, dei preparativi in atto per il suo funerale, e soprattutto dei luoghi in cui ha abitato sino ad allora. In quel preciso momento, lo spirito si accorge, con stupore, di essere uscito dal proprio involucro materiale, ma non avendo ancora compreso di essere morto, cerca in ogni momento di comunicare con gli altri. In quella delicata fase, si sente disorientato e , non conoscendo ancora la propria destinazione finale, preferisce temporeggiare in luoghi piu' familiari. I suoi sensi sono piu' acuti del normale e ha la capacita' di spostarsi, quasi istantaneamente, dovunque. Si accorge, inoltre, con meraviglia, che eventuali sue menomazioni fisiche sono scomparse completamente. Allontanandosi dalla Terra, incontra altri esseri simili a lui, immersi in una luce pura, e, finalmente, trova una pace e una serenita' immense. L'idea che l'anima del morto resti a vagare per un certo tempo nei luoghi in cui ha abitato e' comune a parecchie tradizioni religiose. Presso molti popoli lo scopo del culto dei morti (sepoltura, cremazione, imbalsamazione ecc.) era proprio quello di dare pace all'anima del defunto, aiutandolo a raggiungere serenamente l'aldila'. Basta ricordare, per tutti, gli antichi Egizi. Presso quell'antichissimo popolo il passaggio verso il mondo superiore era la base su cui si fondavano religione e cultura. I numerosi reperti pervenutici da quella nobile civilta' testimoniano in modo chiarissimo quanto gli Egizi credessero in una vita ultraterrena.


Altre testimonianze, per alcuni aspetti, piu' interessanti, riportate in testi classici, pongono l'accento in modo significativo sul mutamento della vita avvenuto in seguito a un'esperienza di "morte". Dopo aver vissuto un'esperienza del genere, il "sopravvissuto" apprezza maggiormente l'esistenza terrena; egli sa saggiamente distinguere i beni preziosi e duratutri, come l'amore universale, da quelli ingannevoli ed effimeri, apprezzati dall'egoismo umano.


Lo stesso concetto, descritto in modo diverso, e' presente in molte tradizioni filosofiche e religiose.


Il venerabile BEDA, monaco inglese che visse nel VII - VIII sec., narra la storia di un uomo morto nelle ultime ore della notte e tornato a vivere all'alba. Quel possidente terriero, durante la sua esperienza di "morte", venne guidato da uno spirito lucente, dall'oscurita' a un luogo vasto, sereno e piu' luminoso del sole; qui lo spirito lo esorto' a tornare nel mondo e a vivere con maggiore semplicita' e virtu'. L'uomo, conquistato dalla piacevolezza del luogo e della compagnia che vi aveva trovato, non desiderava riprendere l'esistenza terrena, ma il suo destino doveva ancora compiersi e, senza sapere come, si ritrovo' di nuovo nel suo corpo fisico.


In opere letterarie molto famose e' stato trattato il tema del "giudizio della vita", per motivare il cambiamento di vita attuato da un determinato personaggio. Un chiaro esempio si trova ne "Il racconto di Natale" dello scrittore inglese Dickens, il cui protagonista e' un vecchio avaro, che tormenta i suoi impiegati e nega il minimo aiuto a chiunque. Durante un'esperienza di "morte", egli viene sollevato da tre spiriti in un mondo luminoso, dove ha la possibilita' di rivedere tutta la sua nita e di comprendere e condividere i dolori e le pene che il suo egoismo ha provocato. Tornato "in vita", ha modo di pentirsi e, rinnovato completamente nell'animo, impara a porre l'amore per il prossimo al primo posto nella scala dei suoi valori.

Nota:
From: Guido Da Todi
To: Lista Sadhana
http://it.groups.yahoo.com/group/lista_sadhana/

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Le 10 domande piu' frequenti sull'essere vegetariano

1. I vegetariani sono a rischio di carenza di ferro e zinco?

Ferro e zinco sono due minerali comunemente ritenuti carenti nelle diete vegetariane e vegane. Questa diffusa convinzione e' tuttavia errata: sebbene la carne sia una buona fonte di ferro (al contrario di latte, latticini e uova, che ne contengono poco o nulla) e zinco (presente anche nei latticini e nelle uova) le diete vegetariane e vegane correttamente bilanciate sono in grado di fornire quantita' adeguate di questi minerali, come dimostrano numerosi studi.
L'adeguatezza della dieta vegetariana quanto all'apporto di ferro e' dimostrata soprattutto dal fatto che l'incidenza di anemia non differisce in maniera significativa tra vegetariani e onnivori.
Il ferro contenuto nei vegetali e' meno assorbibile di quello contenuto nei cibi animali ma l'assunzione nello stesso pasto di cibi ricchi in vitamina C (peperoni, agrumi, kiwi, broccoli, etc.) consente di rendere il ferro vegetale assimilabile quanto quello della carne.
Vino rosso, cioccolato, caffe' e te', invece riducono l'assimilabilita' del ferro e pertanto e' preferibile assumerli lontano dai pasti. Anche i latticini possono ridurre considerevolmente (tra il 30% e il 50%) l'assimilazione del ferro vegetale, per via del loro alto contenuto di calcio.
Il ferro e' presente in abbondanti quantita' in tutti i legumi, nel cavolo, nei broccoli (e in generale in tutte le crucifere), nei cereali integrali e nella frutta secca. Va infine sottolineato che in caso di riduzione del ferro ematico l'apparato digerente aumenta la sua capacita' di l'assimilare il ferro non-eme in modo da compensare eventuali carenze e che pertanto l'importanza della maggiore assimilabilita' del ferro contenuto nella carne e' minore di quanto si possa pensare.
Quanto allo zinco, sebbene le diete vegane e vegetariane possano contenerne meno, esse non aumentano il rischio di carenze anche perche' una diminuzione dell'assunzione di zinco fa si' che esso sia assorbito in modo piu' efficiente durante la digestione. Il calcio diminuisce l'assimilazione anche di questo minerale e pertanto una dieta ricca di latticini puo' facilitare la carenza di zinco.
Buone fonti vegetali di zinco sono i legumi (ceci in particolare), i semi di zucca, il lievito alimentare, il muesli e i cereali integrali.


2. I vegetariani e i vegani sono a rischio di carenza di calcio?

E' essenziale che la propria alimentazione contenga quantita' adeguate di calcio (sono consigliabili 800 mg. al giorno) essendo questo minerale fondamentale per la formazione dello scheletro. Esso e' abbondante nei latticini e infatti i vegetariani ne assumono quantita' pari o superiori rispetto agli onnivori, escludendo possibili carenze nutrizionali, come dimostra il fatto che i vegetariani hanno una densita' ossea pari o superiore rispetto agli onnivori.


Per i vegani la questione e' piu' complessa: sebbene diversi studi non rivelino carenze alimentari, altri autori hanno constatato che l'assunzione di calcio nella dieta vegana potrebbe essere al di sotto della dosa giornaliera raccomandata. In realta' il problema non e' solo quanto calcio si assume ma anche quanto calcio viene escreto tramite le urine e le feci, dato che cio' che realmente conta e' assumere il calcio necessario a compensare quello che viene eliminato dal corpo e quest'ultimo parametro e', ai fini della salute del proprio scheletro, molto piu' importante del primo. Le proteine animali e i cibi che le contengono possono aumentare notevolmente la quantita' di calcio eliminato dal proprio corpo mentre le proteine vegetali (in particolare quelle dei legumi) contribuiscono notevolmente meno a questo fenomeno. Di conseguenza, sebbene i vegani possano assumere meno calcio degli onnivori, il loro bisogno di questo minerale e' probabilmente minore a causa della minore quantita' escreta dal loro corpo. Sebbene questa tesi non sia ancora stata definitivamente dimostrata e siano ancora necessari altri studi, diverse ricerche epidemiologiche mostrano che l'osteoporosi e le fratture ossee sono piu' comuni tra le popolazioni che consumano molti latticini e altri alimenti animali rispetto alle popolazioni tendenzialmente vegetariane. Altri studi invece rilevano che una alimentazione ricca di frutta e verdura e' associata ad una maggiore densita' ossea.


Un altro fattore che influenza notevolmente l'escrezione di calcio e' il sodio. Piu' sodio si assume nei cibi, piu' calcio viene espulso dall'organismo ed e' pertanto essenziale ridurre il sale da tavola (cloruro di sodio) e i cibi che contengono abbondanti quantita' di questo minerale (in generale i cibi elaborati, specie quelli animali e quelli serviti nei fast-food come gli hamburger). Una alimentazione vegana e vegetariana basata su frutta e verdura fresca a su un ridotto consumo di sale aggiunto ai cibi contiene meno sodio dell'alimentazione onnivora media.


Infine anche il fosforo ha una notevole importanza dato che esso dovrebbe essere presente nell'alimentazione in quantita' pari al calcio e l'eccesso di fosforo puo' causare problemi allo scheletro anche se si assumono adeguate quantita' di calcio. Sono ancora una volta i cibi animali (soprattutto la carne e il pesce) oltre che le bibite a contenere la maggior parte del fosforo introdotto con l'alimentazione e quindi una dieta vegana e vegetariana sono preferibili anche da questo punto di vista.


In definitiva i vegani, che non assumono neanche latte e latticini, dovrebbero semplicemente prestare attenzione a ottimizzare la propria assunzione di calcio mangiando alimenti vegetali ricchi di questo minerale (tofu quando preparato con solfato di calcio, cavolfiore, cavolo, rapa, fagioli, fichi secchi, latte di soia fortificato, tahini, semi di sesamo tostati) e a ridurre sale e cibi molto salati. Anche la scelta di un'acqua minerale ad alto contenuto di calcio puo' essere d'aiuto.



3. I vegetariani e i vegani sono a rischio di carenza degli altri minerali?


Secondo i dati epidemiologici le diete vegetariane non comportano rischi di carenze di minerali.


Lo iodio, necessario per il funzionamento delle tiroide, e' presente in quantita' adeguate nei latticini (per i vegan vi possono essere carenze - a causa della variabilita' del contenuto di iodio dei vegetali, in funzione del terreno su cui sono coltivati - facilmente prevenibili usando sale iodato o introducendo nella propria dieta moderate quantita' di alghe, ricchissime di questo minerale).


Il selenio e' un antiossidante contenuto sia negli alimenti vegetali che in quelli animali. Negli alimenti vegetali il contenuto di questo minerale e' variabile come quello dello iodio e puo' essere carente nell'alimentazione dei vegani di alcuni paesi dell'Europa del nord. Comunque diversi studi non hanno rilevato carenze per vegetariani e vegani.

Il rame e' contenuto in molti vegetali e la sua carenza e' molto rara. I vegetariani e soprattutto i vegani ne assumono quantita' maggiori che gli onnivori.


Il magnesio e' importante per il funzionamento di numerosi enzimi e per il tessuto osseo. I vegetariani e soprattutto i vegani ne assumono piu' degli onnivori essendo questo minerale presente soprattutto nei cereali integrali.


Il fosforo e' essenziale per la formazione dello scheletro e deve essere presente nella dieta in quantita' pari al calcio ma i consumatori di carne e di bibite tendono ad assumerne troppo con conseguenze negative per le ossa. Vegetariani e vegani ne assumono meno degli onnivori ma nelle giuste quantita'.


Il potassio e' importante per mantenere bassa la pressione sanguigna e per la salute delle ossa. Frutta e verdura ne sono particolarmente ricchi e infatti i vegetariani e i vegani ne consumano quantita' adeguate e superiori a quelle degli onnivori: cio' spiega in parte la minore incidenza di ipertensione .


Cromo, manganese e molibdeno sono oligoelementi con diverse funzioni (non tutte note) nel nostro organismo. L'apporto di questi minerali nelle diete vegane e vegetariane e' adeguato essendo contenuti abbondantemente nei cibi vegetali.



4. I vegetariani sono a rischio di carenza di proteine? Le proteine animali sono indispensabili?


E' una credenza tanto diffusa quanto infondata che le proteine animali siano indispensabili o migliori di quelle vegetali e che quindi i vegetariani siano a rischio di carenze proteiche.


Gli studi epidemiologici e sperimentali su esseri umani hanno ampiamente dimostrato che una dieta vegetariana o vegana e' perfettamente in grado di coprire il fabbisogno proteico di qualunque persona, anche di chi pratica sport o compie lavori pesanti, come e' dimostrato dalla popolazione rurale cinese che pur consumando quantita' minime di carne o pesce (e quindi ricavando le proteine quasi esclusivamente dai vegetali) e' tranquillamente in grado di svolgere i lavori agricoli (si tenga anche presente che l'agricoltura cinese e' meno meccanizzata di quella dei paesi occidentali e dunque necessita maggiori sforzi fisici).


Spesso si sente affermare che le proteine animali sono proteine "nobili" diversamente da quelle contenute dei vegetali. In realta' questa affermazione ha ben poca rilevanza. Infatti le proteine sono costituite da aminoacidi, alcuni dei quali possono essere sintetizzati dall'organismo umano mentre altri (gli aminoacidi essenziali) devono necessariamente essere introdotti con l'alimentazione. Le proteine contenute nei cibi animali contengono da sole tutti questi aminoacidi nelle giuste proporzioni (quindi per i vegetariani, che comunque mangiano il formaggio e le uova, il problema non si pone neppure), mentre e' necessario assumere diversi cibi vegetali per ottenere le giuste proporzioni di questi aminoacidi. Tuttavia non bisogna affatto credere che la necessita' di combinare diversi cibi vegetali sia uno svantaggio o che sia comunque piu' complicato, dato che in una alimentazione vegana corretta cio' avviene automaticamente senza bisogno di particolari accorgimenti. Chiunque mangi nell'arco della giornata dei cereali (pane, pasta, riso, etc) e, nello stesso pasto o in pasti diversi, dei legumi (come i fagioli, le lenticchie, le ceci, etc) ottiene tutti gli aminoacidi necessari nelle giuste quantita' e proporzioni. In sintesi e' il corretto apporto di aminoacidi ad essere indispensabile, e anche l'alimentazione vegana soddisfa pienamente questa esigenza.

La soia e' invece l'unico legume in grado di fornire da solo, senza essere associato ai cereali, tutti gli aminoacidi necessari nelle giuste proporzioni. Il vantaggio di ricavare le proteine dai vegetali anziche' dai cibi animali e' che cosi' facendo si puo' soddisfare i propri bisogni alimentari senza introdurre colesterolo e grassi saturi, notoriamente deleteri per la salute e inevitabilmente presenti in tutti i cibi animali.



5. I vegetariani e i vegani sono a rischio di carenze vitaminiche?


La dieta vegetariana e' in grado di fornire tutte le vitamine necessarie in quantita' adeguate senza alcun problema; la dieta vegana e' anch'essa tranquillamente in grado di soddisfare le esigenze nutrizionali per quanto concerne tutte le vitamine, tranne per la B12.


La vitamina A, essenziale per la vista, la crescita ossea e il sistema immunitario e' soprattutto presente in tutti i frutti e le verdure di colore giallo-arancione e i vegani e vegetariani ne assumono perfino piu' degli onnivori.

La vitamina B1 e' essenziale per la conversione dei carboidrati in energia e le diete vegetariane ne contengono notevoli quantita' essendo essenzialmente presente nei cereali integrali.

La vitamina B2 ha numerose funzioni essendo connessa col funzionamento di molti enzimi del corpo umano. E' presente soprattutto nei cibi animali ma anche in molti vegetali (cereali integrali, broccoli, funghi, piselli). I vegetariani ne assumono quantita' analoghe agli onnivori ; i vegani ne assumono quantita' inferiori ma comunque sufficienti anche perche' l'RDA (quantita' giornaliera raccomandata) stabilita per questo nutriente appare troppo elevata .

La vitamina B3 (niacina) e' necessaria per la prevenzione della pellagra ed e' contenuta nei cereali (quella nei cereali raffinati e' meglio assorbita). I vegetariani e i vegani ne assumono quantita' largamente sufficienti .

La vitamina B6 e' importante per il metabolismo delle proteine ed e' contenuta soprattutto nei cereali, specialmente se integrali. La sua carenza e' rara e tanto i vegetariani quanto i vegani (specie questi ultimi) non hanno problemi di carenze.

L'acido folico e' necessario per il metabolismo delle proteine e per la divisione cellulare ed e' abbondantemente contenuto nei vegetali (broccoli, asparagi, aranci, legumi, etc.) L'assunzione di acido folico nei vegetariani e nei vegani, e' perfettamente adeguata e superiore a quello degli onnivori .

La biotina e' contenuta nei cereali, nella soia, nei pomodori, nelle arachidi e nel lievito di birra; e' presente solo in piccole quantita' nella carne. Vegetariani e vegani ne consumano quantita' adeguate, probabilmente piu' degli onnivori .

La vitamina C e' un potente antiossidante, necessario a mantenere un sistema immunitario efficiente e a prevenire lo scorbuto. E' contenuta quasi esclusivamente nei vegetali e in particolare nella frutta. Vegetariani e vegani ne assumono quantita' largamente superiori agli onnivori .

La vitamina D ha numerose funzioni (soprattutto per i tessuti ossei) ed e' sintetizzata dal nostro corpo in presenza di luce solare (basta una esposizione al sole della faccia e delle mani per 10-15 minuti 3 volte la settimana) . In mancanza di esposizione al sole, che e' di gran lunga il piu' importante fattore che determina la presenza di questa vitamina nel sangue, i vegani devono introdurla nella dieta tramite alimenti vegetali fortificati (per esempio, latte di soia arricchito con vitamina D), i vegetariani tramite le uova. Tuttavia la vitamina D viene accumulata nel corpo e quindi quella prodotta durante i mesi estivi e' generalmente sufficiente anche per il periodo invernale. Del resto anche gli onnivori che si espongono raramente alla luce solare (ad esempio per ragioni climatiche) possono incorrere in carenze di questa vitamina.

La vitamina E, potente antiossidante che previene l'azione dei radicali liberi e quindi l'invecchiamento, e' contenuta negli oli vegetali (ma non nei grassi animali), nelle patate dolci, nel cavolo, nelle nocciole e altri vegetali. I vegetariani e i vegani assumono piu' vitamina E degli onnivori e quindi non si pongono problemi di carenze.

La vitamina K ha diverse funzioni nel nostro organismo; la principale e' la regolazione della sintesi di alcuni fattori della coagulazione del sangue. Le carenze (che aumentano il rischio di emorragie) sono molto improbabili sia per gli onnivori che per vegani e vegetariani essendo presente in notevoli quantita' nei vegetali a foglia verde (una porzione di cavolo verde fornisce oltre 5 volte l'RDA) ed e' sintetizzata dai batteri dell'intestino.

La carnitina, talvolta chiamata vitamina BT, non deve necessariamente essere introdotta con la dieta dato che e' prodotta in quantita' adeguate dal nostro fegato. Non e' contenuta nei vegetali ma tanto sia i vegetariani che i vegani hanno adeguati livelli ematici di questa sostanza.

La vitamina B12 nel nostro corpo ha diverse funzioni legate alla divisione cellulare ed e' l'unica vitamina generalmente carente in una dieta vegana pur essendone necessaria una quantita' bassissima (1-2 microgrammi al giorno). Le fonti di questa vitamina sono solo animali (i vegetali ne possono contenere delle tracce, in genere non sufficienti): gli onnivori e i vegetariani che includono uova e/o latte non hanno problemi. I primi sintomi di una carenza di questa vitamina sono l'anemia perniciosa (caratterizzata dalla formazione di globuli rossi di dimensioni anormali), vertigini, difficolta' di concentrazione, problemi della memoria, debolezza. Per via delle scorte che ha il nostro organismo, la carenza di questa vitamina puo' manifestarsi non prima di 2-3 anni (ma anche dopo 20 anni) di dieta del tutto priva di B12.

La soluzione al problema, che riguarda unicamente i vegani, e' pero' molto semplice. Basta far uso di specifici lieviti alimentari contenenti B12, di prodotti alimentari fortificati (come latte di soia, cereali, hamburger vegetariani, ecc.) oppure supplementi alimentari che non siano di origine animale (quelli della "Nature's Plus", disponibili in Italia, sono garantiti vegani, a differenza di altri prodotti comunemente reperibili in farmacia). I prodotti vegetali fermentati (come il tempeh) che si ritenevano contenere abbondanti quantita' di questa vitamina, in realta' contengono solo degli analoghi che non svolgono la loro funzione nel nostro organismo . Alcune alghe possono contenere piccole tracce di questa vitamina ma non sono una fonte affidabile.


6. Il fatto che l'alimentazione vegana sia carente di vitamina B12 non significa che essa non e' una dieta naturale?


L'osservazione che attualmente la B12 sia carente in una dieta vegana non integrata non significa che tale alimentazione non sia naturale, ma piuttosto che i cibi che mangiamo oggi sono diversi (cioe' hanno una composizione diversa) rispetto agli stessi cibi che mangiavano i nostri antenati. Un tempo la B12 era molto piu' diffusa a causa della minore igiene delle acque e del cibo, che contenevano maggiori residui microbici. Percio' in passato una alimentazione vegana sarebbe stata probabilmente adeguata anche quanto alla B12. Inoltre lo studio dei mezzi che il nostro corpo usa per ottimizzare e conservare le nostre riserve di questa vitamina dimostra che anche l'alimentazione dei nostri progenitori ne conteneva quantita' piuttosto modeste. Ad ogni modo mangiare del lievito (quello giusto) ogni tanto non e' affatto "innaturale", non piu' di quanto lo sia mangiare del seitan o della pasta al pomodoro.


Inoltre la scelta vegana ha implicazioni morali molto importanti e sotto questo aspetto e' del tutto irrilevante lo stabilire se un'azione sia o meno naturale (lo stupro, l'omicidio e la violenza - cioe' le conseguenze della legge della giungla sono quanto di piu' naturale e meno moralmente giustificabile esista). Rifiutare un comportamento apparentemente innaturale che gioverebbe agli animali non umani e non rifiutare altri comportamenti piu' o meno innaturali che gioverebbero ai propri simili (ad esempio trattenersi dall'uccidere per il proprio vantaggio) e' specista e quindi arbitrariamente discriminatorio.


Qualunque cosa si voglia pensare a proposito della naturalita' della dieta vegana, e' un fatto che mangiare prodotti animali significhi contribuire a causare una immane quantita' di sofferenza in miliardi di esseri senzienti. Non crediamo che questa sofferenza possa essere giustificata solo dal "vantaggio" per alcuni di non dover mangiare del lievito o bere del latte di soia fortificato.



7. Come deve mangiare un vegetariano e un vegano per non incorrere in carenze? Quali sono le possibili carenze alimentari e come si possono compensare?


Un vegetariano non deve seguire particolari regole per avere una alimentazione correttamente bilanciata, ma alcuni consigli possono essere dati.

Innanzitutto e' imperativo non sostituire la carne aumentando l'assunzione di altri cibi animali (latticini e uova): cosi' facendo i benefici per la salute sarebbero scarsi visto che l'assunzione di grassi animali rimarrebbe sostanzialmente inalterata e non verrebbe aumentata significativamente l'assunzione di cibi vegetali, i cui benefici per la salute sono assodati. In secondo luogo e' opportuno mangiare molti legumi che forniscono proteine e ferro, abbinandoli nello stesso pasto a cibi ad alto contenuto di vitamina C (come la frutta) per massimizzare l'assimilazione del ferro.


Per i vegani e' opportuno seguire qualche regola in piu'. Come per i vegetariani e' importante mangiare molti legumi abbinati a cibi ad alto contenuto di vitamina C (questo significa semplicemente mangiare frutta alla fine del pasto oppure bere durante o alla fine del pasto dei succhi di agrumi). E' consigliabile includere nella dieta moderate quantita' di semi e frutta secca (pistacchi, mandorle, semi di zucca, noci), ricchi di zinco e ferro. In particolare le noci contengono acido linolenico, un acido grasso in grado, secondo alcuni studi, di ridurre l'incidenza di malattie cardiovascolari. E' anche opportuno ridurre l'assunzione di zucchero e dolciumi. E' infine essenziale introdurre nella propria alimentazione una fonte affidabile di vitamina B12. Qualora la propria dieta non fosse bilanciata correttamente e' possibile incorrere in qualche carenza alimentare facilmente curabile modificando leggermente la propria dieta o -al limite- con degli integratori.


Per i vegetariani l'unica carenza realisticamente ipotizzabile e' quella di ferro. In tal caso e' opportuno aumentare l'assunzione di legumi, broccoli, cavolo, verza, pane e altri farinacei integrali preferibilmente lievitati con lievito naturale e non chimico. Per aumentare l'assimilabilita' del ferro e' necessario consumare nello stesso pasto cibi contenenti questo minerale, cibi ricchi in vitamina C e altri acidi contenuti nella frutta (come l'acido citrico). E' inoltre preferibile evitare di mangiare nello stesso pasto i latticini, il cui calcio limita l'assorbimento del ferro, caffe', te', cioccolato e vino per via del tannino che contengono. Ovviamente sono tutte raccomandazioni da seguire con elasticita'.


Per i vegani le possibili ma infrequenti carenze sono, oltre al ferro, iodio, zinco, calcio, vitamina B12 e acidi grassi della famiglia omega-3.

Iodio: Il contenuto di iodio dei vegetali varia molto in funzione della terra in cui sono coltivati ed in genere e' sufficiente per le esigenze del nostro corpo. Nel caso vi fossero dubbi e' sufficiente acquistare sale iodato al posto del sale normale. Anche le alghe, in particolare Laminaria digitata, la Laminaria japonica, la Alaria esculenta e la Palmaria palmata, contengono notevoli quantita' di questo minerale: un solo grammo di Laminaria digitata secca (Kombu) ne contiene 3-11 mg, 10-70 volte l'RDA (che e' di 150-300 mcg).

Zinco: e' sufficiente aumentare l'assunzione di cibi che contengono piu' zinco (ceci, lenticchie, fagioli Azuki, germe di grano, nocciole, pistacchi, semi di zucca) e diminuire prodotti a base di soia non fermentata per via del loro alto contenuto in fitati che ne inibiscono l'assimilazione. Anche gli altri legumi contengono fitati ma se fatti germogliare essi diminuiscono notevolmente, rendendo i germogli delle ottime fonti di zinco altamente assorbibile. I cereali integrali contengono anch'essi acido fitico ma anche notevolmente piu' zinco dei cereali raffinati e nel complesso e' meglio preferli a questi ultimi. L'assimilazione dello zinco (e del ferro) nei cereali integrali e' notevolmente facilitata se con tali cereali vengono confezionati prodotti lievitati con lievito naturale che riduce la presenza di acido fitico. Inoltre, specie nei casi di carenze e nei vegani da lungo tempo, e' molto probabile che i cereali integrali siano preferibili ai cereali raffinati, dato che l'apparato digerente si adatta ad una alimentazione ricca di fitati (4,5).

Calcio: sebbene la questione del calcio nell'alimentazione vegana non sia del tutto chiarita e' opportuno prestare attenzione ad includere nella propria dieta abbondanti quantita' di legumi, broccoli, rape, cavolo oppure usare alimenti arricchiti (p.e. alcuni tipi di latte di soia o di succhi di frutta). I fichi secchi contengono molto calcio ma sono piuttosto calorici. Alcuni tipi di tofu, quelli preparati con solfato di calcio, sono un'ottima fonte. Un'altra buona fonte di questo minerale sono i semi di sesamo tostati (il calore riduce il loro contenuto di acido fitico che impedisce l'assorbimento del calcio) che possono essere aggiunti un po' a tutti i piatti. Anche la scelta di un'acqua minerale ad alto contenuto di calcio (che e' molto variabile in funzione delle diverse acque) puo' essere utile per raggiungere la dose consigliata. Per la salute dello scheletro e' inoltre consigliabile ridurre il consumo di sale da cucina e di bibite.

Vitamina B12: le carenze di B12 sono l'unico reale rischio di una alimentazione vegana praticata da diversi anni (non meno di 2 o 3). Oltre che per gli integratori si puo' optare anche per il latte di soia (in Italia e' diffuso quello della Plamil) o cereali fortificati con questa vitamina.

Omega-3: sebbene alcuni studi dimostrino che i vegetariani non siano carenti di acidi grassi essenziali, e' opportuno che sia vegetariani che, soprattutto, i vegani introducano nella dieta una fonte di acidi grassi della famiglia omega-3. La migliore fonte vegetale di questi grassi e' l'olio di lino di cui e' sufficiente meno di un cucchiaio al giorno (da usare rigorosamente crudo, p.e. sull'insalata, e da conservare in frigorifero) per ottenere una quantita' piu' che adeguata di omega-3 (2-3 grammi). Anche i semi di lino, le noci, l'olio di soia e altri prodotti a base di soia (come il latte) ne sono una buona fonte. Per ottimizzare l'utilizzo di questi grassi da parte dell'organismo e' anche consigliabile: a) minimizzare l'assunzione di grassi saturi (sia di origine vegetale che animale) e di grassi idrogenati (molto usati nelle margarine, dolci confezionati, merendine, gelati, etc); b) limitare l'assunzione di oli ricchi di acidi grassi omega-6 (olio di semi di girasole e di cartamo); c) preferire oli ricchi di acidi grassi monoinsaturi (in primis l'olio extravergine d'oliva).



8. Chi fa sport puo' essere vegetariano?

Certamente si'. Le diete vegetariane e vegane sono del tutto compatibili con una attivita' sportiva anche molto intensa e sono addirittura consigliabili per chi pratica sport di resistenza, in virtu' dell'elevato apporto di carboidrati che e' fondamentale per l'atleta e piu' facilmente ottenibile con questo tipo di alimentazione.


E' ormai noto da tempo che sono non tanto le proteine quanto proprio i carboidrati (e i grassi) a fornire le energie necessarie ad un atleta. E' infatti il glicogeno presente nei muscoli a determinare in gran parte la resistenza muscolare dell'atleta e la produzione del glicogeno e' correlata con l'assunzione di carboidrati complessi.


Quanto alle proteine va detto che non vi e' un consenso generale sull'effettiva necessita' di un aumento dell'assunzione per chi compie attivita' fisica anche intensa e alcuni studi concludono che tale aumento non sia necessario. Secondo altri studi invece il fabbisogno proteico giornaliero aumenta da 0,8g per ogni Kg di peso corporeo (fabbisogno normale), fino a 1,2g -1,8g per 1Kg peso corporeo (fabbisogno di atleti professionisti). Comunque solo una parte di questo aumento del fabbisogno proteico e' dovuto all'aumento della massa muscolare e gran parte di esso e' invece dovuto semplicemente all'aumento del fabbisogno energetico che potrebbe essere soddisfatto anche con una maggiore assunzione di carboidrati complessi. A conferma di cio' e' dimostrato che negli sportivi una alimentazione carente di carboidrati aumenta il fabbisogno proteico.

Comunque, anche dando per dimostrato l'opportunita' gli sportivi di assumere piu' proteine, va detto che vegetariani e vegani possono senza problemi soddisfare tale fabbisogno aumentando le calorie consumate: i vegetariani ottengono mediamente il 12,5% delle calorie dalle proteine e i vegani l'11%, il che significa che un atleta di 80 Kg che consumasse 3600 Kcal al giorno in una dieta vegetariana otterrebbe 1.41g di proteine per Kg di peso corporeo (piu' che a sufficienza per la stragrande maggioranza degli sportivi) e 1,2g di proteine per Kg di peso corporeo seguendo una dieta vegana (sufficienti per una gran parte degli sportivi) . Aumentare, anche sensibilmente, tali valori in una dieta vegana e vegetariana mantenendo costanti le calorie introdotte e' comunque fattibile semplicemente aumentando la quantita' di legumi e diminuendo la quantita' di cereali nei pasti.


Per quanto riguarda il ferro va detto che specialmente le donne che praticano attivita' sportiva intensa sono a maggiore rischio di carenza di questo minerale e che bassi livelli di ferritina nel sangue possono compromettere le prestazioni atletiche. Vegani e vegetariani dovrebbero prestare particolare attenzione ai valori ematici di ferritina e, solo nel caso di effettiva carenza (secondo alcuni studi concentrazioni di ferritina molto elevati aumentano l'incidenza di cancro, patologie cardiovascolari), ricorrere ad integratori.


A ogni modo, gli studi recenti compiuti sugli atleti vegetariani mostrano che i loro parametri fisici non hanno nulla da invidiare agli onnivori e un famoso studio dei primi del secolo rileva una notevole prevalenza delle prestazioni fisiche di vegetariani sugli onnivori.


Tuttavia la migliore conferma della validita' delle diete vegetariane per gli sportivi e' forse il fatto che atleti come Emanuela Di Centa (campionessa olimpionica di sci di fondo), Boris Becker, Martina Navratilova, Carl Lewis (campione olimpionico di salto in lungo e di velocita' vegano), Piero Venturato (due volte campione mondiale di tutte le categorie di culturismo, oltre che sette volte campione italiano e cinque volte campione europeo), Edwin Moses (Campione olimpionico 400 m), Paavo Nurmi, (venti volte campione mondiale di marcia su strada) Alex Rabassa, (32000 Km di marcia in 500 giorni circa) e molti altri, siano vegetariani.



9. Se l'alimentazione vegetariana e vegana e' preferibile, perche' la stampa e la TV talvolta la sconsigliano?


Nonostante vi siano molte buone ragioni per divenire vegetariani o vegani, i media si rifiutano di affrontare seriamente questo argomento e spesso si schierano contro il vegetarismo sostenendo, con l'aiuto compiacente dell' "esperto" nutrizionista di turno, che l'alimentazione vegetariana e' inadeguata o addirittura pericolosa, rifiutandosi di prendere in considerazione i dati scientifici e le ragioni morali che stanno alla base della decisione di molti vegetariani.


Le ragioni di cio' sono almeno di duplice ordine: economico e psicologico.


I mezzi di informazione vivono sulla pubblicita' e l'industria alimentare, in particolare quella dei prodotti animali, e' uno dei principali acquirenti di spazi pubblicitari nelle TV e sui giornali. E' evidente che se quella realta' che i produttori di alimenti animali vogliono nascondere in tutti i modi, la realta' degli allevamenti intensivi e dei macelli, arrivasse sulle pagine dei quotidiani e sugli schermi televisivi, il numero di vegetariani aumenterebbe e i produttori subirebbero gravissime perdite economiche con la conseguenza che non vorrebbero piu' continuare a pagare spazi pubblicitari sui media che hanno divulgato queste informazioni. Cio' sarebbe drammatico per questi ultimi, in quanto si vedrebbero privati di una considerevole parte dei loro guadagni.


Le ragioni di ordine psicologico sono invece piu' sottili e non riguardano solo i media e i giornalisti. Non dobbiamo dimenticare che il vegetarismo porta con se' delle conseguenze rivoluzionarie sul piano sociale e morale: gli animali sono esseri coscienti, in grado di soffrire quanto gli esseri umani, inoltre gli uomini possono vivere senza mangiare gli animali e quindi essi non hanno il diritto di ammazzarli per il banale scopo di procurarsi dei piaceri voluttuari.


Purtroppo la gente non ama sentirsi dire che il suo comportamento e' moralmente sbagliato anche perche' il rendersi conto di questo significa rinunciare ad abitudini (come quella di mangiar carne) e convinzioni consolidate (ad esempio, che gli animali siano esseri inferiori a nostra disposizione). Insomma la gente preferisce razionalizzare i propri atti con delle argomentazioni pretestuose come l'inadeguatezza della dieta vegetariana, piuttosto che metterli in discussione accettando di ascoltare cio' che abbiamo da dire. Questa e' una delle ragioni per le quali il vegetarismo trova dei forti ostacoli psicologici sia nell'uomo della strada sia nelle persone che, grazie al loro lavoro, avrebbero la possibilita' di diffondere il nostro messaggio.



10. L'uomo e' onnivoro e deve mangiare anche carne?


La risposta a questa domanda e' implicita (ma anche piuttosto evidente) nei dati che abbiamo elencato in nelle risposte precedenti a proposito dell'adeguatezza del vegetarismo e del veganismo.


Che l'uomo sia un animale onnivoro e' senz'altro vero se si da' al termine onnivoro il significato giusto e cioe' se si intende dire che l'uomo puo' mangiare sia cibi vegetali che animali. La possibilita' di digerire una ampia varieta' di cibi ha costituito nel passato un notevole vantaggio evolutivo per la specie umana dato che ha permesso ai primi uomini di sopravvivere anche in condizioni ambientali (e quindi di disponibilita' alimentare) critiche.


Tuttavia da questo non si puo' dedurre che l'uomo, in quanto onnivoro, debba necessariamente mangiare sia cibi vegetali che animali. La prova migliore di questo fatto e' che molti studi epidemiologici hanno dimostrato che quanti piu' cibi animali un uomo mangia, tanto maggiore e' la probabilita' che esso contragga patologie degenerative. Da questo possiamo dedurre che esistono cibi piu' adatti all'alimentazione umana (quelli vegetali) e altri cibi meno adatti (quelli animali). Cio' naturalmente non toglie che l'uomo sia un onnivoro e che possa mangiare anche cibi meno adatti alla sua fisiologia. Del resto anche le mucche, animali sicuramente erbivori, vengono spesso alimentate con farine animali, e come gli uomini che mangiano spesso carne, contraggono patologie (p.e. la BSE) dopo un lungo periodo di tempo.


E' quindi chiaro che gli uomini possono mangiare cibi animali, ma questa non e' una ragione per affermare che tali cibi debbano necessariamente essere consumati per ottimizzare la propria salute.

Questo testo non e' assolutamente da intendersi come sostitutivo di un consulto medico. La scelta di diventare vegetariani o vegani deve essere ponderata ed e' sempre consigliabile consultare un medico favorevole al vegetarismo, in grado di fornire consigli specifici e adattati ad ogni persona. L'alimentazione vegetariana comporta numerosi vantaggi se correttamente bilanciata, ma essa non e' di per se' automaticamente bilanciata: eliminare sic et simpliciter dalla propria alimentazione i prodotti animali non e' affatto sufficiente per alimentarsi in modo ottimale. Percio' e' decisamente consigliabile farsi una cognizione di causa sulle basi della nutrizione e questo testo puo' essere considerato solo come una introduzione all'argomento.

FONTE :
Articolo inviato da Didi A'nanda Paramita'
Didi A'nanda Paramita' e' insegnante di Yoga e Meditazione, e di Yoga per bambini (info sul suo libro: clicca qui).
Gestisce a Verona il "Giardino del Sole" Asilo Privato Vegetariano.

Telefono: 348.0801875 - 045.8903864

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L'universo e' una illusione : il paradigma Olografico di Bohm

Stupefacenti scoperte nel campo della fisica potrebbero sconvolgere completamente le nostre convinzioni sulla natura dell'universo e della vita stessa, aprendo un ventaglio di possibilita' mai ipotizzate prima d'ora.

Nel 1982 un'e'quipe di ricerca dell'Universita' di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha condotto quello che potrebbe rivelarsi il piu' importante esperimento del 20° secolo. Aspect ed il suo team hanno infatti scoperto che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche, come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente una con l'altra indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri. E' come se ogni singola particella sapesse esattamente cosa stiano facendo tutte le altre. Questo fenomeno puo' essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein che esclude la possibilita' di comunicazioni piu' veloci della luce e' da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente. Poiche' la maggior parte dei fisici nega la possibilita' di fenomeni che oltrepassino la velocita' della luce, l'ipotesi piu' accreditata e' che l'esperimento di Aspect sia la prova che il legame tra le particelle subatomiche sia effettivamente di tipo non-locale.

David Bohm, noto fisico dell'Universita' di Londra, recentemente scomparso, sosteneva che le scoperte di Aspect implicavano che la realta' oggettiva non esiste. Nonostante la sua apparente solidita', l'universo e' in realta' un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato. Ologrammi, la parte e il tutto in una sola immagine

Per capire come mai il Prof. Bohm abbia fatto questa sbalorditiva affermazione, dobbiamo prima comprendere la natura degli ologrammi. Un ologramma e' una fotografia tridimensionale prodotta con l'aiuto di un laser: per creare un ologramma l'oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica.

Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale. La tridimensionalita' di tali immagini non e' l'unica caratteristica interessante degli ologrammi, difatti se l'ologramma di una rosa viene tagliato a meta' e poi illuminato da un laser, si scoprira' che ciascuna meta' contiene ancora l'intera immagine della rosa. Anche continuando a dividere le due meta', vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterra' sempre una versione piu' piccola, ma intatta, della stessa immagine. Diversamente dalle normali fotografie, ogni parte di un ologramma contiene tutte le informazioni possedute dall'ologramma integro.

Questa caratteristica degli ologrammi ci fornisce una maniera totalmente nuova di comprendere i concetti di organizzazione e di ordine.Per quasi tutto il suo corso la scienza occidentale ha agito sotto il preconcetto che il modo migliore di capire un fenomeno fisico, che si trattasse di una rana o di un atomo, era quello di sezionarlo e di studiarne le varie parti.Gli ologrammi ci insegnano che alcuni fenomeni possono esulare da questo tipo di approccio.Questa intuizione suggeri' a Bohm una strada diversa per comprendere la scoperta del professor Aspect. Diversi livelli di consapevolezza, diverse realta' Bohm si convinse che il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione e' un'illusione.

Egli sosteneva che, ad un qualche livello di realta' piu' profondo, tali particelle non sono entita' individuali ma estensioni di uno stesso -organismo- fondamentale.Per spiegare la sua teoria Bohm utilizzava questo esempio: immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate anche che l'acquario non sia visibile direttamente ma che noi lo si veda solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l'altra lateralmente rispetto all'acquario. Mentre guardiamo i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci visibili sui monitor siano due entita' separate, la differente posizione delle telecamere ci dara' infatti due immagini lievemente diverse. Ma, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi e' un certo legame tra di loro: quando uno si gira, anche l'altro si girera'; quando uno guarda di fronte a se', l'altro guardera' lateralmente. Se restiamo completamente all'oscuro dello scopo reale dell'esperimento, potremmo arrivare a credere che i due pesci stiano comunicando tra di loro, istantaneamente e misteriosamente.

Secondo Bohm il comportamento delle particelle subatomiche indica chiaramente che vi e' un livello di realta' del quale non siamo minimamente consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra. Se le particelle subatomiche ci appaiono separate e' perche' siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realta', esse non sono -parti- separate bensi' sfaccettature di un'unita' piu' profonda e basilare che risulta infine altrettanto olografica ed indivisibile quanto la nostra rosa. E poiche' ogni cosa nella realta' fisica e' costituita da queste -immagini-, ne consegue che l'universo stesso e' una proiezione, un ologramma. Il magazzino cosmico di tutto cio' che e', sara' o sia mai stato

Oltre alla sua natura illusoria, questo universo avrebbe altre caratteristiche stupefacenti: se la separazione tra le particelle subatomiche e' solo apparente, cio' significa che, ad un livello piu' profondo, tutte le cose sono infinitamente collegate. Gli elettroni di un atomo di carbonio del cervello umano sono connessi alle particelle subatomiche che costituiscono ogni salmone che nuota, ogni cuore che batte ed ogni stella che brilla nel cielo.

Tutto compenetra tutto. Sebbene la natura umana cerchi di categorizzare, classificare e suddividere i vari fenomeni dell'universo, ogni suddivisione risulta necessariamente artificiale e tutta la natura non e' altro che una immensa rete ininterrotta. In un universo olografico persino il tempo e lo spazio non sarebbero piu' dei principi fondamentali.

Poiche' concetti come la localita' vengono infranti in un universo dove nulla e' veramente separato dal resto, anche il tempo e lo spazio tridimensionale (come le immagini del pesce sui monitor TV) dovrebbero venire interpretati come semplici proiezioni di un sistema piu' complesso.

Al suo livello piu' profondo la realta' non e' altro che una sorta di super-ologramma dove il passato, il presente ed il futuro coesistono simultaneamente; questo implica che, avendo gli strumenti appropriati, un giorno potremmo spingerci entro quel livello della realta' e cogliere delle scene del nostro passato da lungo tempo dimenticato. Cos'altro possa contenere il super-ologramma resta una domanda senza risposta.

In via ipotetica, ammettendo che esso esista, dovrebbe contenere ogni singola particella subatomica che sia, che sia stata e che sara', nonche' ogni possibile configurazione di materia ed energia: dai fiocchi di neve alle stelle, dalle balene grigie ai raggi gamma. Dovremmo immaginarlo come una sorta di magazzino cosmico di Tutto cio' che Esiste.

Bohm si era addirittura spinto a supporre che il livello super-olografico della realta' potrebbe non essere altro che un semplice stadio intermedio oltre il quale si celerebbero un'infinita' di ulteriori sviluppi. Poiche' il termine ologramma si riferisce di solito ad una immagine statica che non coincide con la natura dinamica e perennemente attiva del nostro universo, Bohm preferiva descrivere l'universo col termine -olomovimento-.

Affermare che ogni singola parte di una pellicola olografica contiene tutte le informazioni in possesso della pellicola integra significa semplicemente dire che l'informazione e' distribuita non-localmente. Se e' vero che l'universo e' organizzato secondo principi olografici, si suppone che anch'esso abbia delle proprieta' non-locali e quindi ogni particella esistente contiene in se stessa l'immagine intera.

Partendo da questo presupposto si deduce che tutte le manifestazioni della vita provengono da un'unica fonte di causalita' che include ogni atomo dell'universo. Dalle particelle subatomiche alle galassie giganti, tutto e' allo stesso tempo parte infinitesimale e totalita' di -tutto-. Il cervello e' un ologramma capace di conservare 10 miliardi di informazioni?

Lavorando nel campo della ricerca sulle funzioni cerebrali, anche il neurofisiologo Karl Pribram, dell'Universita' di Stanford, si e' convinto della natura olografica della realta'.

Numerosi studi, condotti sui ratti negli anni ?20, avevano dimostrato che i ricordi non risultano confinati in determinate zone del cervello: dagli esperimenti nessuno pero' riusciva a spiegare quale meccanismo consentisse al cervello di conservare i ricordi, fin quando Pribram non applico' a questo campo i concetti dell'olografia. Il Dott. Pribram crede che i ricordi non siano immagazzinati nei neuroni o in piccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degli impulsi nervosi che si intersecano attraverso tutto il cervello, proprio come gli schemi dei raggi laser che si intersecano su tutta l'area del frammento di pellicola che contiene l'immagine olografica. Quindi il cervello stesso funziona come un ologramma e la teoria di Pribram spiegherebbe anche in che modo questo organo riesca a contenere una tale quantita' di ricordi in uno spazio cosi' limitato.

E' stato calcolato che il cervello della nostra specie ha la capacita' di immagazzinare circa 10 miliardi di informazioni, durante la durata media di vita (approssimativamente l'equivalente di cinque edizioni dell'Enciclopedia Treccani!) e si e' scoperto che anche gli ologrammi possiedono una sorprendente capacita' di memorizzazione, infatti semplicemente cambiando l'angolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioni in un solo centimetro cubico di spazio.... ma anche di correlare idee e decodificare frequenze di ogni tipo.

Anche la nostra stupefacente capacita' di recuperare velocemente una qualsivoglia informazione dall'enorme magazzino del nostro cervello risulta spiegabile piu' facilmente, se si suppone che esso funzioni secondo principi olografici. Non e' necessario scartabellare attraverso una specie di gigantesco archivio alfabetico cerebrale perche' ogni frammento di informazione sembra essere sempre istantaneamente correlato a tutti gli altri: un'altra particolarita' tipica degli ologrammi.

Si tratta forse del supremo esempio in natura di un sistema a correlazione incrociata. Un'altra caratteristica del cervello spiegabile in base all'ipotesi di Pribram e' la sua abilita' nel tradurre la valanga di frequenze luminose, sonore, ecc. che esso riceve tramite i sensi, nel mondo concreto delle nostre percezioni.

Codificare e decodificare frequenze e' esattamente quello che un ologramma sa fare meglio. Cosi' come un ologramma funge, per cosi' dire, da strumento di traduzione capace di convertire un ammasso di frequenze prive di significato in una immagine coerente, cosi' il cervello usa i principi olografici per convertire matematicamente le frequenze ricevute in percezioni interiori.

Vi e' una impressionante quantita' di dati scientifici che confermano la teoria di Pribram, ormai, infatti, condivisa da molti altri neurofisiologi. Il ricercatore italo-argentino Hugo Zucarelli ha recentemente applicato il modello olografico ai fenomeni acustici, incuriosito dal fatto che gli umani possono localizzare la fonte di un suono senza girare la testa, abilita' che conservano anche se sordi da un orecchio. E' risultato che ciascuno dei nostri sensi e' sensibile ad una varieta' di frequenze molto piu' ampia di quanto supposto.

Ad esempio: il nostro sistema visivo e' sensibile alle frequenze sonore, il nostro senso dell'olfatto percepisce anche le cosiddette -frequenze osmiche- e persino le cellule del nostro corpo sono sensibili ad una vasta gamma di frequenze.

Tali scoperte suggeriscono che e' solo nel dominio olografico della coscienza che tali frequenze possono venire vagliate e suddivise. La realta'? Non esiste, e' solo un paradigma olografico.

Ma l'aspetto piu' sbalorditivo del modello cerebrale olografico di Pribram e' cio' che risulta quando lo si unisce alla teoria di Bohm. Perche' se la concretezza del mondo non e' altro che una realta' secondaria e cio' che esiste non e' altro che un turbine olografico di frequenze e se persino il cervello e' solo un ologramma che seleziona alcune di queste frequenze trasformandole in percezioni sensoriali, cosa resta della realta' oggettiva? Per dirla in parole povere: non esiste.

Come avevano lungamente sostenuto le religioni e le filosofie orientali, il mondo materiale e' una illusione. Noi stessi pensiamo di essere delle entita' fisiche che si muovono in un mondo fisico ma tutto questo fa parte del campo della pura illusione. In realta' siamo una sorta di -ricevitori- che galleggiano in un caleidoscopico mare di frequenze e cio' che ne estraiamo lo trasformiamo magicamente in realta' fisica: uno dei miliardi di -mondi- esistenti nel super-ologramma.

Questo impressionante nuovo concetto di realta' e' stato battezzato -paradigma olografico- e sebbene diversi scienziati lo abbiano accolto con scetticismo, ha entusiasmato molti altri. Un piccolo, ma crescente, gruppo di ricercatori e' convinto che si tratti del piu' accurato modello di realta' finora raggiunto dalla scienza. In un universo in cui le menti individuali sono in effetti porzioni indivisibili di un ologramma e tutto e' infinitamente interconnesso, i cosiddetti -stati alterati di coscienza- potrebbero semplicemente essere il passaggio ad un livello olografico piu' elevato.

Se la mente e' effettivamente parte di un continuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra mente esistente o esistita, ma anche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastita' dello spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delle incursioni in questo labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra piu' cosi' strano. Immaginarsi malati, immaginarsi sani.

Il paradigma olografico ha delle implicazioni anche nelle cosiddette scienze pure come la biologia. Keith Floyd, uno psicologo del Virginia Intermont College, ha sottolineato il fatto che se la concretezza della realta' non e' altro che una illusione olografica, non potremmo piu' affermare che la mente crea la coscienza (cogito ergo sum). Al contrario, sarebbe la coscienza a creare l'illusoria sensazione di un cervello, di un corpo e di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come -fisico-.

Una tale rivoluzione nel nostro modo di studiare le strutture biologiche ha spinto i ricercatori ad affermare che anche la medicina e tutto cio' che sappiamo del processo di guarigione verrebbero trasformati dal paradigma olografico. Infatti, se l'apparente struttura fisica del corpo non e' altro che una proiezione olografica della coscienza, risulta chiaro che ognuno di noi e' molto piu' responsabile della propria salute di quanto riconoscano le attuali conoscenze nel campo della medicina.

Quelle che noi ora consideriamo guarigioni miracolose potrebbero in realta' essere dovute ad un mutamento dello stato di coscienza che provochi dei cambiamenti nell'ologramma corporeo.

Allo stesso modo, potrebbe darsi che alcune controverse tecniche di guarigione alternative come la -visualizzazione- risultino cosi' efficaci perche' nel dominio olografico del pensiero le immagini sono in fondo reali quanto la -realta'-. Il mondo concreto e' una tela bianca che attende di essere dipinta.

Perfino le visioni ed altre esperienze di realta' non ordinaria possono venire facilmente spiegate se accettiamo l'ipotesi di un universo olografico. Nel suo libro -Gifts of Unknown Things-, il biologo Lyall Watson descrive il suo incontro con una sciamana indonesiana che, eseguendo una danza rituale, era capace di far svanire istantaneamente un intero boschetto di alberi.

Watson riferisce che mentre lui ed un altro attonito osservatore continuavano a guardare, la donna fece velocemente riapparire e scomparire gli alberi diverse volte.

Sebbene le conoscenze scientifiche attuali non ci permettano di spiegare tali fenomeni, esperienze come queste diventano piu' plausibili qualora si ammetta la natura olografica della realta'. Forse siamo tutti d'accordo su cosa esista o non esista semplicemente perche' cio' che consideriamo -realta' consensuale- e' stato formulato e ratificato ad un livello della coscienza umana nel quale tutte le menti sono illimitatamente collegate tra loro. Se cio' risultasse vero, sarebbe la piu' profonda ed importante di tutte le conseguenze connesse al paradigma olografico, implicherebbe infatti che esperienze come quella riportata da Watson non sono comuni solo perche' non abbiamo impostato le nostre menti con le convinzioni atte a renderle tali. In un universo olografico non vi sono limiti all'entita' dei cambiamenti che possiamo apportare alla sostanza della realta' perche' cio' che percepiamo come realta' e' soltanto una tela in attesa che noi vi si dipinga sopra qualunque immagine vogliamo.

Tutto diviene possibile, dal piegare cucchiai col potere della mente, ai fantasmagorici eventi vissuti da Carlos Castaneda durante i suoi incontri con don Juan, lo sciamano Yaqui descritto nei suoi libri. Tutto questo non sara' ne' piu' ne' meno miracoloso della capacita' che abbiamo di plasmare la realta' a nostro piacimento durante i sogni.

Tutte le nostre convinzioni fondamentali dovranno essere riviste alla luce della teoria olografica della realta'.

FONTE : http://www.societa-ermetica.it/universo-illusione.htm

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Diversi stati di coscienza : le onde cerebrali

Nel corso della nostra vita quotidiana tutti noi sperimentiamo diversi -stati di coscienza-. Per esempio, nell'arco di una giornata, tra la luce del mattino e il buio della notte, ci muoviamo da uno stato ordinario di veglia ai diversi stadi del sonno.
Ma anche gli stati di coscienza -straordinari- fanno parte della nostra comune esperienza: quando ci sentiamo particolarmente -creativi-, insolitamente -intuitivi-, eccezionalmente -lucidi-, profondamente -rilassati-.
Ordinari, o straordinari che siano, tutti gli stadi della nostra coscienza sono dovuti all'incessante attivita' elettrochimica del cervello, che si manifesta attraverso -onde elettromagnetiche-: le onde cerebrali, appunto.
La frequenza di tali onde, calcolata in 'cicli al secondo', o Hertz (Hz), varia a seconda del tipo di attivita' in cui il cervello e' impegnato e puo' essere misurata con apparecchi elettronici. Gli scienziati suddividono comunemente le onde in -quattro bande-, che corrispondono a quattro fasce di frequenza e che riflettono le diverse -attivita' del cervello-.

Onde delta
Hanno una frequenza tra 0,5 e 4 Hz e sono associate al piu' profondo rilassamento psicofisico. Le onde cerebrali a minore frequenza sono quelle proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell'abbandono totale. In questo senso vengono prodotte durante i processi inconsci di autogenerazione e di autoguarigione.

Onde theta
La loro frequenza e' tra i 4 ed i 8 Hz e sono proprie della mente impegnata in attivita' di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa. Tendono ad essere prodotte durante la meditazione profonda. Il sogno ad occhi aperti, la fase REM del sonno (cioe', quando si sogna). Nelle attivita' di veglia le onde theta sono il segno di una conoscenza intuitiva e di una capacita' immaginativa radicata nel profondo. Genericamente vengono associate alla creativita' e alle attitudini artistiche.

Onde alfa
Hanno una frequenza che varia da 8 a 14 Hz e sono associate a uno stato di coscienza vigile, ma rilassata. La mente, calma e ricettiva, e' concentrata sulla soluzione di problemi esterni, o sul raggiungimento di uno stato meditativo leggero. Le onde alfa dominano nei momenti introspettivi, o in quelli in cui piu' acuta e' la concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso. Sono tipiche, per esempio, dell'attivita' cerebrale di chi e' impegnato in una seduta di meditazione, yoga, taiji.

Onde beta
Hanno una frequenza che varia da 14 a 30 Hz e sono associate alle normali attivita' di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Le onde beta sono infatti alla base delle nostre fondamentali attivita' di sopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione degli stimoli che provengono dal mondo che ci circonda. Per esempio, leggendo queste righe il vostro cervello sta producendo onde beta. Esse, poi, ci permettono la reazione piu' veloce e l'esecuzione rapida di azioni. Nei momenti di stress o di ansia le beta ci danno la possibilita' di tenere sotto controllo la situazione e dare veloce soluzione ai problemi.

Il fenomeno della risonanza
Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christiian Huygens, tra i primi a postulare la teoria ondulatoria della luce, osservo' che, disponendo a fianco e sulla stessa parete due pendoli, questi tendevano a sintonizzare il proprio movimento oscillatorio, quasi -volessero assumere lo stesso ritmo-. Dai suoi studi deriva quel fenomeno che oggi chiamiamo 'risonanza'. Nel caso dei due pendoli, si dice che uno fa risuonare l'altro alla propria frequenza. Allo stesso modo e per lo stesso principio, se si percuote un diapason, che produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz, e lo si pone vicino a un secondo diapason 'silenzioso', dopo un breve intervallo quest'ultimo comincia anch'esso a vibrare. La risonanza puo' essere utilizzata anche nel caso delle onde cerebrali. Studi che si sono serviti dell'elettroencefalogramma hanno mostrato un' evidente correlazione tra lo stimolo che proviene dall'esterno e le onde cerebrali del soggetto in esame. Inizialmente, le ricerche in questo campo utilizzavano soprattutto la luce; poi, si e' passati ai suoni ed alle stimolazioni elettromagnetiche. Cio' che si e' osservato e' che se il cervello e' sottoposto a impulsi (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, la sua naturale tendenza e' quella di sintonizzarsi. Il fenomeno e' detto 'risposta in frequenza'. Per esempio, se l'attivita' cerebrale di un soggetto e' nella banda delle onde beta (quindi, nello stato di veglia) e il soggetto viene sottoposto per un certo periodo a uno stimolo di 10 Hz (onde alfa), il suo cervello tende a modificare la sua attivita' in direzione dello stimolo ricevuto.
Il soggetto passa dunque ad uno stato di rilassamento proprio delle onde alfa.

I due emisferi cerebrali
Il cervello umano e' suddiviso in due emisferi:

destro:
- sintetico (comprende l'insieme delle parti), concreto, spaziale (coglie le relazioni nello spazio), intuitivo (usa sensazioni e immagini), analogico (usa le metafore), irrazionale, olistico (percepisce le strutture di assieme), atemporale e non-verbale. E' la sede delle attivita' creative, della fantasia.

sinistro:
- analitico (comprende i dettagli), astratto (giunge all'interno, partendo dal dettaglio), lineare (lavora in ordine sequenziale), Logico, numerico, razionale, simbolico, temporale, verbale. E' la sede di tutte quelle attivita' che coinvolgono il linguaggio, la scrittura, il calcolo.

I due emisferi sono uniti da una lamina orizzontale di fibre nervose, il cosiddetto -corpo calloso-. Ogni emisfero ha competenze proprie: l'occhio sinistro, l'orecchio sinistro e tutta la parte sinistra del corpo sono connesse all'emisfero destro; l'occhio destro, l'orecchio destro e tutta la parte destra del corpo sono connesse all'emisfero sinistro.I due emisferi, poi, funzionano in modo diverso; elaborano, cioe', tutti i processi informativi, secondo modalita' distinte. Per come si e' finora strutturata, la nostra societa' da' una maggiore rilevanza alle modalita' di pensiero dell'emisfero sinistro, tanto che fino a poco tempo fa i neurologi definivano -minore- l'emisfero destro. Ma, una visione piu' bilanciata delle due componenti, un maggiore equilibrio tra le funzioni, una armonia tra razionalita' e fantasia e' cio' che, oggi, forse, l'umanita' necessita con piu' urgenza. Uno strumento semplice ed efficace per riequilibrare il potere dei due emisferi cerebrali e' il suono Come abbiamo visto, ogni attivita' cerebrale emette onde particolari, che possono entrare in risonanza con le onde sonore esterne. In questo modo il cervello viene 'veicolato' attraverso il suono, stimolato a sintonizzarsi su una frequenza (e quindi sull'attivita' cerebrale che le corrisponde), portato a funzionare come un insieme.

Il ritmo biauricolare
Le onde cerebrali hanno una frequenza che l'orecchio umano non coglie. Ma, l'avvento dell'elettronica e dell'informatica applicata al settore musicale ha dato la possibilita' di utilizzare tali frequenze, veicolandole attraverso onde sonore particolari.
Viene usata una particolare tecnica, chiamata ritmo biauricolare o binaurale, che opera in questo modo: se l'orecchio sinistro viene stimolato con un suono portante alla frequenza, poniamo, di 500 Hz e l'orecchio destro con uno a 510 Hz, la differenza di 10 Hz viene percepita dal cervello (e solo dal cervello, perche' e' una frequenza che sta al di fuori dello spettro sonoro).
Il cervello e' cosi' stimolato ad entrare in risonanza con il 'ritmo biauricolare' di 10 Hz (onde alfa) e, di conseguenza, con l'attivita' corrispondente: rilassamento, calma, tranquillita'.




Il Cervello
Se aveste libero accesso a tutta la ricchezza del mondo, e prendeste solo un soldino, fareste esattamente quello che probabilmente avete fatto finora, nell'uso del vostro cervello.
Non vi e' nulla al mondo di piu' penoso del modo, errato, con cui la persona media intende il potere del proprio cervello e delle menti cui esso e' collegato, cioe' quella conscia e quella inconscia.

Si puo' paragonare il cervello ad una stazione radio, trasmittente e ricevente.
Infatti, il cervello non e' solo trasmittente, nel caso dell'immaginazione creativa e di cui si e' gia' parlato; il cervello funge da ricevente, cosi' come puo' ricevere gli stimoli di pensiero.
Quando viene stimolato, o sottoposto ad una alta dose di vibrazioni, il cervello diviene piu' pronto a ricevere il pensiero che gli proviene da sorgenti esterne:
Attraverso le emozioni, si possono incrementare le vibrazioni e l' intensita' del pensiero.


Stiamo,entrando in un'era meravigliosa, che ci consentira' di comprendere qualcosa in piu' delle forze naturali che sono in noi.
Forse impareremo che -l'altro Io- e' piu' potente dell'Io fisico, che vediamo quando ci guardiamo allo specchio.
Spesso, si parla con ignoranza delle forze sconosciute che non possono rivelarsi attraverso nessuno dei cinque sensi, e solo quando arriviamo a percepirle possiamo constatare che tutto in noi e' controllato da queste forze, basti pensare ai fenomeni della gravitazione universale, cui anche il nostro pianeta obbedisce, o anche solo alla forza dell'elettricita'; che sappiamo in parte usare, ma non sappiamo ancora bene cosa essa sia.
Si deve riconoscere che ancor oggi l'uomo, nonostante tutta la sua cultura, ha capito ben poco, o forse niente, della forza del pensiero, tuttora sconosciuta pur essendo forse la piu' potente.
Si conosce ancora ben poco della struttura fisica del cervello e del complicato sistema di lavoro che consente di tradurre gli impulsi di pensiero nel loro equivalente fisico, ma stiamo per entrare in un'era in cui queste cose cominceranno ad essere comprese.

Molti scienziati hanno cominciato a studiare quella cosa stupenda chiamata -cervello- e, anche se siamo soltanto agli inizi, hanno scoperto che la centrale del cervello umano ha un numero di collegamenti tra le varie sue cellule equivalente al numero 1 (uno) seguito da 15 milioni di cifre.
E' stato accertato che vi sono da 10 a 14 miliardi di cellule nervose nella corteccia cerebrale, e sappiamo che queste sono disposte in un sistema che non e' assolutamente casuale; ma, sono ordinate in modo perfetto.
E' sicuro che tale immenso ed incredibile sistema esiste allo scopo di sopperire alle nostre funzioni fisiche, della crescita e del mantenimento del corpo, ma potrebbe essere che con questo stesso sistema sia possibile anche comunicare con altre forze sconosciute?
Esistono sicuramente molte altre forme di percezione extra sensoriale che pervengono al nostro cervello, e che non sappiamo ancora ben definire, e tanto meno spiegare; una e' quella che si verifica quando piu' persone si riuniscono attorno ad un tavolo, per studiare un determinato problema e discuterne le possibili soluzioni.

FONTE : LA SCIENZA DEL BENESSERE SPIRITUALE

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