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Insulino resistenza: 7 piante che ci aiutano a trattarla

L’insulina è un ormone indispensabile per l’assorbimento del glucosio all’interno delle cellule. Si parla di insulino resistenza, quando nelle cellule dell’organismo diminuisce la sensibilità all’azione dell’insulina. Così, il rilascio dell’ormone produce un effetto inferiore rispetto a quello previsto.

 

In risposta a questa condizione, l’organismo mette in atto un meccanismo di difesa, basato sulla compensazione. Aumenta infatti il rilascio di insulina nel sangue, generando casi di iperinsulinemia.

 

All’inizio, questa compensazione riesce a mantenere la glicemia a livelli normali. In uno stadio avanzato, però, le cellule pancreatiche deputate alla produzione di insulina non riescono ad adeguarne la sintesi. Nella fase conclamata, infine, iniziano a verificarsi casi di iperglicemia anche a digiuno. Ecco che l’insulino-resistenza può facilmente diventare il precursore del diabete, dell’aumento di peso, della pressione alta, di malattie cardiache e di tanti altri rischi per la salute.

 

Erbe, spezie e cibi, tuttavia, possono essere la nostra prima linea di difesa per ripristinare e mantenere la sensibilità delle cellule all’insulina. Ecco alcuni esempi.

 

1 Curcuma: efficace nel prevenire il diabete

 

Uno studio del 2009 ha rilevato come la curcumina, il principio attivo più importante della curcuma, era da 500 a 100.000 volte più efficace della metformina, un farmaco di prescrizione che attiva l’assorbimento del glucosio.

 

In un altro studio, 240 adulti pre-diabetici sono stati divisi in due gruppi: uno trattato quotidianamente con 250 mg di curcumina, e l’altro con un placebo. Dopo nove mesi, nessuno di coloro che assumeva regolarmente curcumina aveva sviluppato il diabete, ma il 16,4% del gruppo trattato con il placebo sì.

 

2 Zenzero: abbassa la glicemia a digiuno

 

In uno studio 88 pazienti diabetici sono stati divisi in due gruppi. Ogni giorno, al primo gruppo veniva somministrato un placebo, mentre all’altro 3 capsule da un grammo di zenzero in polvere. Dopo otto settimane, il gruppo che assumeva lo zenzero ha visto una riduzione della glicemia a digiuno del 10,5%, oltre all’aumento della sensibilità all’insulina. Nel gruppo trattato con il placebo, invece, la glicemia a digiuno era aumentata del 21%.

 

zenzero

 

3 Cannella per ridurre i livelli di zucchero nel sangue

 

I risultati di una ricerca condotta in California hanno dimostrato come l’uso della cannella può aiutare i soggetti affetti da diabete di tipo 2 nella loro battaglia quotidiana.

 

Durante lo studio, i ricercatori hanno analizzato 543 pazienti affetti da questa particolare forma di diabete, la più comune. Tra i soggetti, alcuni hanno assunto 6 grammi di cannella in forma di integratori, ogni giorno, per un periodo di 18 settimane. I risultati delle analisi effettuate hanno dimostrato come i soggetti che consumavano cannella quotidianamente avevano fatto registrare un importante calo dei livelli di glucosio plasmatico a digiuno, decisamente superiori rispetto ai soggetti che, nello stesso periodo, non avevano assunto gli stessi integratori.

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La cannella rallenta in parte la velocità con cui lo stomaco si svuota dopo aver mangiato, rallentando anche l’aumento dei livelli di zucchero nel sangue.

 

4 Estratto di foglie d’olivo migliora la sensibilità all’insulina

 

I ricercatori dell’università di Auckland hanno dimostrato che l’estratto di foglie di ulivo può aiutare i soggetti che soffrono di insulino-resistenza. La supplementazione con polifenoli foglia di ulivo per 12 settimane nei soggetti utilizzati nella ricerca ha fatto registrare un significativo miglioramento della sensibilità all’insulina e dell’attività delle cellule del pancreas adibite alla produzione di insulina.

 

Ecco come preparare l’estratto di foglie di olivo: http://ambientebio.it/estratto-di-foglie-di-olivo-benefici-e-preparazione/

 

5 Le bacche riducono i picchi di insulina dopo i pasti

 

Gli studi mostrano che il corpo ha bisogno di meno insulina per riequilibrare i livelli di zucchero dopo un pasto, se si consumano delle bacche. In uno studio condotto su donne sane in Finlandia, i soggetti sono stati invitati a mangiare del pane bianco e di segale, accompagnato o meno da una purea creata da una selezione di diversi tipi di frutti di bosco, come fragole, mirtilli e more. L’amido del pane crea dei picchi nei livelli di glucosio dopo i pasti. L’aggiunta di bacche riduceva significativamente questo picco di insulina.

 

 

 

 

 

6 Nigella Sativa: 2 grammi migliora la resistenza all’insulina

 

In uno studio condotto su 94 pazienti diabetici, i ricercatori hanno scoperto che somministrare 2 grammi al giorno di cumino nero riduceva significativamente la glicemia a digiuno e la resistenza all’insulina. Benefici che invece non sono stati ottenuti con la dose più alta di 3 grammi al giorno.

 

7 Spirulina per migliorare la risposta all’insulina

 

La spirulina è da sempre considerata una super-proteina vegetale, eppure i suoi benefici non si fermano a questo. In uno studio randomizzato su pazienti insulino-resistenti, i ricercatori hanno confrontato il potere di spirulina e soia nel controllare i livelli di insulina. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: al primo sono stati somministrati 19 grammi di spirulina al giorno; agli altri 19 grammi di soia. Dopo otto settimane, il gruppo che assumeva spirulina, ha visto migliorare la sua sensibilità all’insulina del 224,7%, mentre il gruppo che assumeva soia ha registrato un miglioramento del 60%.

 

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Determatiti : licopodio ti da una mano - Lenitivo nelle dermatiti, depurativo e rimedio omeopatico

Conoscete il licopodio o Erba Strega? E’ una pianta conosciuta per il suo utilizzo, come polvere aspersoria, in caso di dermatiti o eritema da pannolino e per depurare il fegato. Probabilmente più conosciuto è il rimedio omeopatico, policresto utilizzato per una vasta gamma di sintomi fisici e psicologici.

 

Lycopodium clavatum: (Licopodio) proprietà terapeutiche: Lenitivo nelle dermatiti, depurativo e rimedio omeopatico.

 

Il licopodio si trova facilmente sulle Alpi e sugli Appennini dell’Italia Centrale, predilige i luoghi freschi come i boschi e i prati non soleggiati. La pianta, erbacea, è curiosa: striscia sul terreno ed emette qua e là alcune radici, i rami si alzano dal suolo non oltre i 20 cm ed è priva di fiori, somiglia ad un muschio sempreverde. Possiede una sorta di lunghe spighe compatte che producono una polvere giallastra che, costituita da spore, è necessaria alla riproduzione. Il suo nome, di derivazione greca, significa “piede di lupo”, nome attribuitogli per la somiglianza.

 

Le parti utilizzate della pianta sono le spore che si ottengono raccogliendo le spighe a fine estate. Si fanno asciugare per alcuni giorni e poi si battono per far cadere la polvere, di colore giallo-marrone, inodore e insapore, che viene conservata.

 

Il licopodio è stato usato in campo medico fin dal Medioevo. Venivano chiamate le spore di fuoco perché infiammabili, utilizzate per preparare i fuochi d’artificio e per provocare i flash in fotografia. Nel XVII secolo veniva somministrato contro la gotta e la ritenzione urinaria. In fitoterapia si utilizza sulle ferite e sugli eczemi.

 

I principi attivi del licopodio (Lycopodium clavatum) cosa contiene?

 

Conosciuta anche come zolfo vegetale, per la sua caratteristica di bruciare velocemente se accesa, la polvere di Licopodio è composta per il 50% da materie grasse che la rendono adatta a lenire il prurito e decongestionare le pelli irritate. Contiene zolfo, appunto, e silicio, manganese, calcio, olio essenziale, zuccheri, alcaloidi, licopidina, clavatoxina, gomme e pigmenti flavonici.

 

Come si utilizza il Licopodio?

 

Si utilizza la polvere ricavata dalle spore essiccate che in molti preparati viene aggiunta anche a talco e ciprie, in cosmetica come rinfrescante della pelle del viso. Nella tradizione il licopodio veniva utilizzato, la pianta intera, per tisane con effetto lassativo, diuretico e disintossicante. La presenza di alcaloidi, che lo rendono leggermente tossico, ne hanno diminuito l’uso nel tempo. Il licopodio viene solo scottato con acqua bollente e lasciato riposare per poco tempo, per preparare la tisana che viene utilizzata per depurare il fegato. Essiccato e introdotto in un cuscinetto viene utilizzato contro i crampi ai polpacci (si applica durante la notte sulla parte dolente). Esiste anche la tintura madre e la si trova, così come la polvere, nelle erboristerie.

 

Quando puo’ il Licopodio essere utile?

 

Le materie grasse contenute nel Licopodio portano sollievo alle pelli arrossate, macerate dal sudore, da urina, da feci o irritate dallo sfregamento degli abiti dal vento. In caso di irritazione sulla pelle, dermatiti o eritema da pannolino si può cospargere la polvere sulla zona interessata. Per via interna viene utilizzato per depurare il fegato, in caso di ipertensione e reumatismi.

 

Licopodio – Lycopodium clavatum rimedio omeopatico.

 

Il rimedio omeopatico del licopodio è stato sperimentato da Hahnemann, padre dell’omeopatia, nel 1828. Viene prescritto, dopo un’accurata visita del medico omeopata, quando fra i sintomi psicologici predominano l’ansia da anticipazione. L’ ansia prima di un esame o di un discorso in pubblico causa spesso disturbi digestivi, indigestione, addome brontolante, aria intestinale, flatulenza. Spesso il “tipo lycopodium” ha una scarsa autostima mascherata con l’arroganza, ha paura di essere inferiore agli altri, di fallire, anche se all’apparenza può sembrare sicuro di sé, un po’ come quei timidi che mascherano la loro timidezza con l’aggressività. Questo quadro ansioso e insicuro può essere secondario a una scarsa capacità di memoria o a dislessia. Le situazioni nuove causano ansia, questo lo porta ad avversare il cambiamento, ad evitare situazioni nuove, anche gli impegni sentimentali. E’ un solitario che non desidera stare da solo.

 

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Kent dal suo “Lezioni di Materia Medica Omeopatica”: “avversione a intraprendere qualcosa di nuovo … paura che succeda qualcosa … sensazione di incapacità a eseguire il proprio lavoro … teme di esitare nel parlare, di fare degli errori, di dimenticare qualcosa …”.

 

“Ha bisogno di sentire che c’è qualcuno in casa, ma non desidera la compagnia”.

 

“Lycopodium è un paziente molto nervoso, molto sensibile e molto emotivo … sensibile fino a piangere quando lo si ringrazia”

 

I rimedi naturali del licopodio e gli effetti

 

I sintomi fisici più comuni del rimedio sono i disturbi digestivi spesso associati a flatulenza, affezioni urogenitali e toraciche, manifestazioni cutanee recidivanti o croniche. I disturbi insorgono spesso a destra (lateralità dominante) o migrano da destra a sinistra e dall’alto verso il basso. Vi è nel rimedio un altro tratto tipico che è il peggioramento nel pomeriggio fra le 16 e le 20, scarsa resistenza e un desiderio spiccato per i dolci che lo aggravano.

 

I disturbi digestivi possono essere causati da ansia, l’addome appare disteso e brontolante a causa degli acidi o dei flati. Può essere presente un appetito insaziabile ma anche il sentirsi pieni dopo pochi bocconi. Altri sintomi relativi all’apparato gastrointestinale sono: nausea, vomito e stipsi. Kent: “ Il paziente Lycopodium è flatulento, teso come un tamburo … tutto quello che mangia si trasforma in aria … un boccone lo riempie fino alla gola …”.

 

I disturbi urogenitali prevedono l’ipertrofia prostatica, herpes genitale, urine con sedimento sabbioso e calcolosi renale. Kent :” Ha la stessa pipì a letto dei bambini … poliuria notturna … è obbligato ad alzarsi spesso durante la notte e a emettere abbondanti quantità di urina … Lycopodium è uno dei rimedi di primo piano nell’impotenza … varici degli organi genitali …”

 

infezioni toraciche. Tosse secca, dolore bruciante al petto, respiro affannoso e ali del naso che battono. La gola è arrossata soprattutto sul lato destro. Kent :” Tosse secca e fastidiosa … rantoli toracici, battiti delle ali del naso e impossibilità a espettorare … dispnea e respirazione asmatica nel catarro bronchiale … i raffreddori quasi sempre scendono nel petto … tosse secca nei ragazzi emaciati … febbre nel pomeriggio dalle 16 alle 20 …”

 

La cute presenta ulcere dolenti, croniche, disturbi gottosi, eruzioni cutanee con violento prurito, eruzioni secche squamose dietro le orecchie, eruzioni fessurate e/o sanguinolenti (eczema cronico sulle mani), vecchi foruncoli che formano noduli e persistono a lungo, orticaria caratterizzata da strie lunghe.

 

I sintomi di Lycopodium migliorano con i cibi e le bevande calde, con un moderato esercizio fisico all’aria aperta, con il calore e indossando abiti larghi.

 

Peggiorano tra le 16 e le 20, con il caldo o freddo eccessivi, con abiti attillati, con pasti troppo abbondanti e con le bevande fredde.

 

Licopodio (Licopodym) proprietà e benefici: autrice: Naturopata Angela Ballarati.

 

seguite anche il mio blog: benessere-natural-mente.blogspot.it/

http://www.naturopataonline.org/rimedi-naturali/erbe-officinali/9062-licopodio-lycopodium-proprieta-e-benefici.html

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Antivirale naturale : succo di graviola

Succo di Graviola: proprietà e benefici

 

Il succo di graviola è ricavato dal frutto tropicale della Annona muricata, una pianta originaria dalle Antille il cui impiego non si limita solamente alla polpa del frutto ma anche della corteccia e delle radici, grazie alla presenza delle acetogenine annonacee, gli ingredienti attivi presenti nel succo di graviola.

 

Al momento vi è molta disinformazione e incertezza sulle proprietà del succo di graviola ed il suo frutto, ciò è dovuto al numero esorbitante di studi e ricerche ancora in corso sul succo di graviola.

 

Le proprietà del succo di Graviola e dell’annona muricata: dall’herpes simplex al cancro

 

Il succo di graviola è un potente antivirale, antiparassitario che mostra una efficacia particolare contro il virus dell’herpex simplex e nell’andare a combattere la Schistosomiasi, una parassitosi causata da Platelminti del genere Schistos o m a.

 

L’annona muricata è anche molto ricca di vitamina C e possiede inoltre una capacità antifebbrifica approvata dalla FDA come supporto per la funzione immunitaria e affermata anche in una da uno studio come enorme apporto al sistema immunitario (Wu FE various J Nat Prod 1995 June).

 

Succo di graviola: anticancro e antidepressivo?

 

Una ricerca in particolare da nuova luce sulle proprietà del succo di graviola, la possibile capacità di stimolare i I recettori serotoninergici (o della serotonina) indispensabili poiché modulano dei neurotrasmettitori ed influenzando diversi processi neurologici e biologici come aggressività, ansia e appetito. (Roman G; Curr. Op. Neurology 1998; 11:539) e (Bourne RR. West Indian Med J 1979 28:2).

 

Sin dagli anni quaranta le ricerche che hanno sottoposto gli estratti di graviola sono ruotate attorno alla sua capacità nel combattere le cellule cancerogene.

 

Ma sebbene ancora in corso, tali gruppi di ricercatori hanno iniziato a fare emergere dati molto promettenti dando nuovo valore all’assunzione del succo di graviola.

 

Gli esiti delle ricerche sul succo di graviola

 

Seppure in ricerca da molti anni e inserita dal National Cancer Institute in the USA in 1976, la graviola venne messa in luce solamente nel 1995 quando iniziarono effettivamente la maggior parte degli studi associati al succo di graviola e all’annone muricata.

 

In particolare l’Università Purdue, nell’Indiana (U.S.A.) investì ben 5 milioni di dollari provenienti nei fondi pubblici su diverse ricerche riguardanti le proprietà anticancerogene delle acetogenine annonacee , presenti chiaramente nel succo di graviola.

 

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La vera svolta giunge nel 2008 quando una ricerca supportata dalla NCI (National Cancer Institution) conferma che gli estratti delle foglie di graviola distrussero delle cellule cancerogene, in particolari cancro alla prostata e al pancreas. Mentre un’altro studio associato affermava anche un’efficacia contro il cancro ai polmoni.

 

Come già affermato in tutte le ricerche emerse sono state ribadite le potenzialità antiparassitarie e antivirali mostrate anche dal succo di graviola.

 

Annona muricata: il succo di graviola come integratore alimentare

 

Il succo di graviola è il metodo più semplice per sfruttare al meglio le proprietà dell’annona muricata. La difficoltà nel reperire le foglie e le radici di questa pianta e le dimensioni considerevoli del frutto (di quasi 3 kili) rendono il succo l’alternativa più comoda e salutare.

 

In particolare il succo di graviola condivide gli stessi estratti dell’annone muricata, pur avendo una quantità inferiore rispetto alle foglie. Possiamo anche abbinare questo integratore alimentare con altri succhi, per arricchirne già il gusto.

 

Succo di Papaya o succo di Barbabietola vi dicono nulla?

 

Ma dove possiamo trovare del succo di graviola senza conservanti e additivi?

 

A causa della strumentalizzazione delle ricerche riguardanti l’Annona muricata è possibile trovare una varietà impressionante di prodotti, ma solamente un succo di graviola rispecchia al meglio l’interesse per il consumatore quanto per il prodotto stesso.

 

Il nostro consiglio è di acquistare solamente il succo di graviola commercializzato da Named, totalmente privo di conservanti, OGM, additivi chimici e alimentari.

 

Per ulteriori informazioni sull’acquisto del succo di graviola cliccate qui.

 

I possibili effetti collaterali del consumo del succo di graviola

 

Considerato come un’integratore alimentare è essenziale rispettare le dosi indicate e non eccedere nel consumo del prodotto, per evitare di incorrere in possibili effetti collaterali. Si consiglia di abbinare il succo di graviola a un’altro succo in caso il sapore si riveli troppo forte.

 

Succo di graviola: proprietà e benefici, autore: Mario Di Coste

http://www.naturopataonline.org/rimedi-naturali/integratori/9083-succo-di-graviola-proprieta-e-benefici.html

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LE CELLULE SONO IMMORTALI ! ALLORA PERCHE' MORIAMO ?

“Non esiste la morte naturale. Tutti i casi così definiti sono soltanto il punto finale di una Progressiva Acidificazione dell’Organismo”

Il Dr. George W. Crile, uno dei più famosi chirurghi al mondo

In passato è stato dimostrato che una cellula potrebbe vivere per un tempo indeterminato in perfetta salute.

E’ stato dimostrato realmente in laboratorio da un famoso premio Nobel.

Un famoso fisiologo francese, Alexis Carrel, al Rockefeller Institute for Medical Research, mantenne in vita il cuore di un pollo per circa 30 anni in una soluzione salina (che conteneva minerali nelle stesse proporzioni di quelle del sangue del pollo) che egli rinnovava tutti i giorni.

Carrel giunse alla conclusione che il tempo di vita di una cellula è indefinito fintanto che viene fornito il nutrimento e viene ripulita dalle sue escrezioni.

 

Qui trovate la pubblicazione ufficiale di tale studio.

 

Difatti le cellule crescevano e prosperavano fintanto che le loro evacuazioni venivano rimosse.

 

Condizioni non igieniche procuravano una minore vitalità, deterioramento e morte.

 

Carrel mantenne in vita cellule di un cuore di pollo fino a quando qualcuno si dimenticò (dimenticò?) di eliminare le loro escrezioni. Riuscì quasi a decuplicare la media durata di vita di quelle cellule.

 

La chiave per mantenere in perfetta salute una cellula è quella di liberarla dai residui dentro e intorno ad essa.

 

Anche Arnold Ehret arrivò ad una conclusione pressochè identica: nel suo libro “Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco” afferma che con un’alimentazione sana, dopo anni di cibi errati, inizialmente l’organismo libera gli intestini dei residui accumulati e poi va sempre più a fondo ripulendo tutti i tessuti del corpo e dopo che questo è avvenuto si acquisisce la salute perfetta.

 

Ma torniamo all’esperimento di Alexis Carrel e alle sue conclusioni che possiamo trovare in ogni testo universitario di Biologia.

 

Il dott. Alexis Carrel, a questo proposito, diceva:“La cellula è immortale. E’ semplicemente il fluido nella quale galleggia che si degrada. Sostituendo questo fluido ad intervalli regolari, daremo alla cellula ciò che le necessita per nutrirsi e, per quanto ne sappiamo, il pulsare della vita potrà continuare indefinitamente”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immaginate una casa da cui non si eliminano i rifiuti e si nascondono sotto il tappeto. Nel giro di pochi mesi, accumulando dei rifiuti ogni giorno, la casa avrebbe un odore orribile. Nel nostro corpo succede la stessa cosa.

 

Solo che nel nostro corpo “nascondere sotto il tappeto i rifiuti” equivale a ritenzione idrica, gonfiori intestinali, tossiemia ematica, infezioni e infiammazioni dei tessuti.

 

Il processo d’invecchiamento comincia dal primo momento della nostra vita, consiste nell’accumulazione dei prodotti di rifiuto non espulsi.

 

Le cellule si deteriorano a causa dell’accumulo di tossine!! Inconsapevolmente, ci intossichiamo da soli e nessuno ce lo dice.

 

Il nostro organismo è la macchina più perfetta e meravigliosa che possa esistere.

 

Per questo ha la bellissima capacità di autoguarigione e disintossicazione che la società “evoluta” di oggi tampona continuamente con i farmaci.

 

 

 

 

Un raffreddore o una tosse che indicano l’eliminazione in corso di muco dal nostro corpo spaventano le mamme… esi inizia fin da piccoli (inconsapevoli e innocenti) con i farmaci, quando in realtà basterebbe lasciare lavorare e riposare il nostro corpo affinchè completi l’eliminazione di scorie e smettere di imbottirlo di cibo e farmaci proprio quando è in fase di eliminazione.

 

I consigli dei nostri avi vengono messi da parte… un aereosol di acqua e sale, una siringa di fisiologica nelle cavità nasali, fumenti, non vengono più considerati.

 

Molti, presi dalla paura e dalla mancanza di pazienza preferiscono agire immediatamente con antibiotici, sciroppi e farmaci di ogni tipo, seguendo i consigli più “sinceri” delle Aziende Farmaceutiche. Dopotutto come contraddirle?… stanno facendo il loro lavoro: non a caso si chiamano Aziende!

 

E’ solo l’inconsapevolezza di certe famiglie che permette a “certi” Fast Food di continuare a far soldi anche dopo aver pubblicato lo spot che vedete a fianco. In un mondo sano certe propagande sarebbero valse il fallimento di quell’industria, ma probabilmente qui le cose vanno diversamente.

 

Forse l’uomo sano, libero (da farmaci e debiti) e consapevole mette paura ai poteri forti, che ultimamente iniziano a perder colpi grazie alla presa di coscienza in atto e al rapido passaparola della rete.

 

Fortunatamente qualcuno sta aprendo gli occhi.

 

Sarà per i tempi che stiamo vivendo, ma la massa critica si sta svegliando e in molti iniziano a comprendere che (quando è possibile) la natura può essere assecondata e aiutata nel suo lavoro con metodi naturali.

 

Ecco perchè ottimi risultati nascono da un’alimentazione equilibrata, una sana attività fisica e da un atteggiamento mentale positivo.

http://contiandrea.wordpress.com/2011/10/03/la-cellula-e-immortale/

http://terrarealtime.blogspot.it/2015/01/le-cellule-sono-immortali-allora-perche.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed:+TerraRealTime+(TERRA+REAL+TIME)

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Un abbraccio al giorno toglie il medico di torno

SCOPERTE – Una cura a base di abbracci sarebbe molto utile contro stati influenzali e raffreddori. Lo suggerisce la ricerca condotta dalla Carnegie Mellon University e pubblicata su Psychological Science.

 

 

Nello studio di Sheldon Cohen e colleghi l’abbraccio è stato usato come esempio di supporto sociale, come indicatore del fatto che ci sia, nella vita dei volontari partecipanti, una (o più) relazione intima e vera con altre persone. Ed è attraverso questo indicatore che hanno dedotto che abbracci frequenti proteggono il sistema immunitario dal contrarre infezioni associabili allo stress.

 

 

 

 

Lo stesso Cohen aveva già potuto osservare, in un suo studio precedente, che le interazioni sociali negative possono aumentare il rischio di ipertensione negli adulti over 50.

 

In questo suo ultimo esperimento ha sottoposto a 404 adulti sani un questionario e un’intervista nei quali, tra le altre cose, è stato chiesto ai partecipanti di indicare quante volte al giorno abbracciavano e venivano abbracciati. La frequenza di abbracci o conflitti è stata poi controllata anche attraverso interviste telefoniche fatte dagli sperimentatori ogni sera per 14 giorni. Infine i volontari sono stati esposti a un virus del raffreddore e, quindi, monitorati in quarantena.

 

 

 

 

Ciò che è emerso è che gli abbracci erano responsabili di avere un potere protettivo in oltre un terzo dei partecipanti. Tra quelli che hanno effettivamente contratto il virus, chi aveva maggiore supporto sociale – ovvero i più abbracciati – ha mostrato sintomi più leggeri ed è guarito prima, anche quando aveva dovuto fronteggiare diverse situazioni stressanti di conflitto durante i giorni del test.

 

 

 

 

“Questo suggerisce che essere abbracciati da una persona della quale ci si fida può effettivamente funzionare. E – chiarisce Cohen in una nota – aumentare la frequenza degli abbracci può ridurre gli effetti nocivi dello stress”. Ma si tratta veramente solo di affetto dal potere antinfluenzale? Non è necessariamente detto che sia solo il sentirsi amati ad avere effetti positivi sulla salute. Sappiamo che durante l’abbraccio si libera l’ossitocina, l’ormone dell’amore, che a sua volta può avere effetti positivi sulla salute. Ed è anche possibile che durante il contatto fisico si sprigioni una serie di altre molecole, la cui presenza in circolo e interazione sia capace di rafforzare il sistema immunitario.

http://terrarealtime.blogspot.it/2015/01/un-abbraccio-al-giorno-toglie-il-medico.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed:+TerraRealTime+(TERRA+REAL+TIME)

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