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Categoria: "Crescita spirituale"

RICONOSCI IL TUO SCOPO E COMPI IL TUO DESTINO

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Yogi Harbhajan il mio caro Maestro, disse qualcosa di strano quando si parlava di obiettivi e dell'approccio umano alla vita.

Disse che era molto inumano sforzarsi, cercare qualcosa e provare *ad ottenerlo. Invece ci implorava di riconoscere ed emanare; di stare fermi e lasciare che le cose vengano a noi.

Non voleva dirci di essere passivi. Voleva dire che abbiamo il potere di essere raggianti, letteralmente raggianti, nella nostra aura.
E figurativamente raggianti, nel carisma che abbiamo quando siamo chiari, coerenti e consapevoli.
Quando riconosciamo e proiettiamo la nostra identità, allora ogni cosa che completa questa identità, naturalmente arriverà a noi.
Si tratta del principio primo della consapevolezza dell'abbondanza. Egli chiamò questo attributo, "Presenza".
Quando riconosciamo il nostro destino e lo scopo che lo accompagna, si diventa presenti in modo tangibile e potente. Questo non è un esercizio intellettuale, né è il risultato di un elenco di obiettivi, né l'esperienza che si può avere sviluppato nel tempo e con le esperienze.
La presenza e lo scopo comprendono tutti i nostri obiettivi e risolvono quelli irrilevanti, dando vita a quelli importanti.
Noi tutti sperimentiamo questa presenza a volte. Spesso non intenzionalmente. Essa si risveglia in noi quando siamo assorbiti nel fare qualcosa che ci siamo impegnati a fare.
Altre volte siamo spinti a riscoprire e allineare il nostro vero scopo a causa di una circostanza, di solito sgradevole.
Questo a volte accade quando il successo cede il passo alla depressione o alla noia; quando si vive un'inspiegabile, graduale deriva dal senso di significato in ciò che facciamo; quando un importante transizione sconvolge la nostra vita - dal cambiamento di lavoro, di residenza, il matrimonio, la morte, la guerra o un disastro; o quando siamo pressati dai nostri cicli naturali di maturazione a rivalutare cosa, come e perché facciamo le cose.

Secondo Yogi HarBhajan il destino è già dato dalla nostra totalità, con lo slancio e le potenzialità di ogni nostra azione nel corso della vita, e da Dio.
Egli dice anche che in qualche misura possiamo cambiare il nostro destino, per come pensiamo, per la nostra capacità di estendere la nostra aura e di ottimizzare le funzioni dei nostri chakra e dei centri sottili. Entrambe le cose sono vere.
Il destino che abbiamo e lo scopo che soddisfiamo sono cose dinamiche, non statiche. Esse emergono dal rapporto tra il nostro Sé finito e il nostro Sé Infinito.
Se apriamo MEGLIO i nostri chakra e stabiliamo una chiara identità e coscienza, allora creiamo e diveniamo consapevoli del nostro destino più elevato.
Noi siamo in grado di entrare in sintonia con il nostro destino e di chiarirlo, come anche lo co-creiamo attraverso la nostra disciplina, l'impegno e la capacità.
Possiamo esprimerlo a parole o frasi che contengono non, "che cosa" come un obiettivo o, "come" al pari di una strategia, ma "chi e perché". Non c'è niente di male ad essere occupati e anche abili a salire la scala in fretta; basta assicurarsi che la scaletta sia appoggiata sul giusto edificio !
Il nostro cervello si è evoluto nel tempo per riconoscere dei modelli e per cercare di prevedere che cosa accadrà da quei modelli.

Noi siamo fortemente direzionati nel cercare prevedibilità e sicurezza. Sei così in sintonia con il riconoscimento dei modelli che tutta la tua vita è soffusa con il tuo destino.
Lo scopo della vita lascia impronte dappertutto attraverso il paesaggio delle tue esperienze. Hai solo bisogno di concentrarti, di aprire la tua percezione e lasciare che il modello scopra se stesso.

* Metti da parte le tue aspettative e sostituiscile con una neutrale previsione e curiosità infantile*

* Metti da parte i tuoi giudizi di bene e male e dimora nella gratitudine con ciò che è reale

* Metti da parte le convinzioni e le impronte degli altri e sostieni le convinzioni che sono autentiche per il tuo cuore, la tua anima e la tua esperienza

* Metti da parte i tuoi dubbi e vedi i tuoi talenti e i tuoi doni, emotivi, fisici, mentali, spirituali e sociali.

* Metti da parte il ronzio costante della tua vita e sostituiscilo con la quiete e la sensibilità intuitiva della tua coscienza

In questo modo, il modello del tuo destino e la direzione del tuo scopo saranno nel momento presente e in ogni momento della tua vita proprio come la forza della corrente crea la forma di un fiume.

Appena percepisci questa forza del destino, traine fuori le parole che susciteranno passione per la vita e ispireranno altri allo stesso modo.

Yogi Harbhajan

grazie!

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il linguaggio informatico di Dio
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Disse che era molto inumano sforzarsi, cercare qualcosa e provare *ad ottenerlo. Invece ci implorava di riconoscere ed emanare; di stare fermi e lasciare che le cose vengano a noi.

Non voleva dirci di essere passivi. Voleva dire che abbiamo il potere di essere raggianti, letteralmente raggianti, nella nostra aura.
E figurativamente raggianti, nel carisma che abbiamo quando siamo chiari, coerenti e consapevoli.
Quando riconosciamo e proiettiamo la nostra identità, allora ogni cosa che completa questa identità, naturalmente arriverà a noi.
Si tratta del principio primo della consapevolezza dell'abbondanza. Egli chiamò questo attributo, "Presenza".
Quando riconosciamo il nostro destino e lo scopo che lo accompagna, si diventa presenti in modo tangibile e potente. Questo non è un esercizio intellettuale, né è il risultato di un elenco di obiettivi, né l'esperienza che si può avere sviluppato nel tempo e con le esperienze.
La presenza e lo scopo comprendono tutti i nostri obiettivi e risolvono quelli irrilevanti, dando vita a quelli importanti.
Noi tutti sperimentiamo questa presenza a volte. Spesso non intenzionalmente. Essa si risveglia in noi quando siamo assorbiti nel fare qualcosa che ci siamo impegnati a fare.
Altre volte siamo spinti a riscoprire e allineare il nostro vero scopo a causa di una circostanza, di solito sgradevole.
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Secondo Yogi HarBhajan il destino è già dato dalla nostra totalità, con lo slancio e le potenzialità di ogni nostra azione nel corso della vita, e da Dio.
Egli dice anche che in qualche misura possiamo cambiare il nostro destino, per come pensiamo, per la nostra capacità di estendere la nostra aura e di ottimizzare le funzioni dei nostri chakra e dei centri sottili. Entrambe le cose sono vere.
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Noi siamo fortemente direzionati nel cercare prevedibilità e sicurezza. Sei così in sintonia con il riconoscimento dei modelli che tutta la tua vita è soffusa con il tuo destino.
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Yogi Harbhajan

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SAT NAM RASAYAN la cura attraverso la consapevolezza

SAT NAM RASAYAN

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SAT NAM RASAYAN la cura attraverso la consapevolezza


L'ARTE DELLA CURA da parte del maestro GURU DEV SINGH

Sat Nam Rasayan in sanscrito significa “cura attraverso il nome” o “rilassamento profondo nel nome divino”.

Si tratta cioè di una cura spirituale. Che non opera né magie né miracoli.
Il Sat Nam Rasayan insegna a curare attraverso la meditazione.
Il terapeuta non salta gradini, non si sostituisce al flusso degli eventi. Medita, e nel meditare usa un particolare aspetto della mente meditativa, la consapevolezza, per sciogliere le resistenze di chi sceglie di farsi curare.

Guru Dev Singh nel 1978 ha cominciato a imparare il Sat Nam Rasayan nella forma tradizionale, in silenzio, seduto accanto al suo maestro Yogi HarBhajan.
Fu lo stesso maestro a chiedergli di trovare il modo di insegnarlo a tutti, attraverso lo strumento accessibile a chiunque, la parola.

Guru Dev Singh osserva come questa antica arte di cura si sviluppa nella nostra epoca di crisi.

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“Il Sat Nam Rasayan” scrive “appare oggi quasi come una realtà quotidiana, la tecnica naturale per questo tempo.
Una cura mistica adatta a questi tempi e a questi allievi per niente*mistici”.

Quando Guru Dev veniva a Bologna, e succedeva 4 volte all'anno, sempre andavo ai suoi seminari
Ero molto indietro nella mia crescita spirituale e mentale, ma lo seguivo egualmente perche' quando facevo con lui sedute individuali sulla numerologia tantrica mi insegnava tante cose sui numeri e quando andavo al SAT NAM RASAYAN accadevano con lui cose che mi stupivano e mi lasciavano impressionata per sempre

Che potere ha il SAT NAM RASAYAN. la mente e la meditazione!
grazie Guru Dev
mai potro' dimenticarmi di te

www.leviedeldharma.it

 

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Lo scopo della vita e' essere grati

Lo scopo della vita è essere grati

(Estratto da una conferenza del Siri Singh Sahib, Yogi Bhajan – )

Nell’Era dell’Acquario, il Dharma di una persona deve essere quello di raggiungere gli altri. Raggiungerli per aiutarli. Raggiungerli per condividere sorrisi. Raggiungerli per ascoltarsi a vicenda. Raggiungete ogni persona senza giudizio. Ci dovrebbe essere un salto di qualità nella coscienza in cui una persona onorerà se stessa.

È mia grazia personale essere un saggio. È la mia vittoria personale essere un essere umano. È la mia gioia personale essere grato e realizzato. Tutto è personale, tutto è condiviso e ogni persona farà del proprio meglio.

Voi che siete nati in questo tempo e in questo momento, in questo “desh” (spazio) e in questo “kaal” (tempo) avete uno scopo nella vita. Se avete uno scopo nella vita e non avete una proiezione nella vita, state perdendo qualcosa di grande.

È per il vostro dharma che voi servirete chiunque e senza alcuna discriminazione. Così vi purificherete dal vostro karma e sarete illuminati nella grazia e nella felicità dei vostri risultati.

Voi siete qui adesso. Nessuno di noi ha caratteristiche simili. Siamo diversi per dimensione, peso, forma e calibro. Anche nella coscienza, anche nello sviluppo, siamo venuti da ambienti diversi. Noi abbiamo esperienze diverse. Abbiamo idee diverse. Con tutto ciò, siamo “uno” perché siamo qui. Lo siamo adesso. E questo è il momento. Se volete onorare voi stessi, onorerete gli insegnamenti.

Un giorno stavo dormendo su un normale lettino e il mio insegnante mi venne di fianco. Io saltai su subito per salutarlo. Lui rise e mi chiese di seguirlo, così lo seguii nella sua stanza.
Disse: “È un buon atto da yogi saltare su in quel modo?”. Io risposi: “No mio signore. Non è corretto. Lo so. Ma, quando ti ho visto, mi sono sentito tra l’incudine e il martello. Volevo essere rispettoso e mi sono semplicemente alzato”.
“C’è qualche altro motivo?”. “No. Volevo solo salutarti”. “Ti sei svegliato”. “È vero”. “L’hai sentito?”. “È vero”. “E sei saltato su?”. “È vero”.
Disse: “Hai guadagnato l’autocontrollo. Ora puoi andare”. Tornai indietro e un mio amico mi chiese: “Che cosa ha detto?”. “Mi ha detto che ho guadagnato l’autocontrollo”. “Che cosa? Saltare su è autocontrollo? Quindi saltiamo tutti”. E dicemmo: “Va bene, saltiamo tutti”.

Poi arrivarono altri studenti e cominciammo a saltare. Proprio come i bambini fanno cose folli. Eravamo in quel tipo di umore. Quindi, stavamo saltando e il nostro insegnante si avvicinò

e disse: “Beh, saltare non dà alle persone autocontrollo, scimmie”. E loro dissero: “No, no, signore. Lui è venuto da te, ha fatto un salto e lei gli ha detto ‘Hai l’autocontrollo’. Beh, signore, anche noi abbiamo iniziato a saltare”.
Il maestro replicò: “No. Il suo è stato un salto consapevole. Voi state saltando solo per saltare. Questa è la differenza tra i due salti. Ora, potete saltare se volete, è un buon esercizio. Continuate a saltare. Ma sappiate che ha uno scopo”.

Una vita che non ha scopo e proiezione è una vita inutile. È una fortuna che tutti conoscano lo scopo della vita. Lo scopo della vita è essere belli, generosi, felici, essere aggraziati e grati.

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Che parola meravigliosa, “grateful” (Yogi Bhajan gioca con questa parola dividendola in “grate”, “grato” e “full”, “pieno”). Se uno è grande e pieno, è Dio.
E ogni volta che la piccolezza vi sfida, voi dovreste essere grandi. E pieni. Pieni di quella grandezza.

Alcuni di voi potrebbero pensare: “Cosa dovremmo fare? Perché dobbiamo farlo? Perché siamo qui? Perché non siamo altrove?”.

Non giudicate i miei amici, o sarete giudicati. Non isolatevi o sarete desolati. Non andate via o sparirete.

L’autodisciplina è onorare se stessi, onorare l’ideale di se stessi. È molto difficile per la civiltà occidentale comprendere la parola “arrendersi”. Quando vi arrendete, non diventate deboli o schiavi. Vi esaltate.

Il “Tocco del Maestro” non è una fantasia. Il “Tocco del Maestro” è la volontà di Dio. Quell’uomo può essere più debole, più brutto e critico ai vostri occhi, ma se nell’estasi della sua coscienza ti benedice, dimorerai sempre nel “Tu”.

Questi sono i modi di vivere. La spiritualità dormiente può essere risvegliata dal tocco di una persona così.

Chi sei nella progressione della vita? Il futuro. E questo è un dato di fatto.
Un insegnante non ha niente. Un insegnante non ha parenti. Un insegnante non ha patrimonio, né ricchezze. Un insegnante ha un tocco molto semplice, un tocco molto ambizioso. Perché un insegnante deve vivere per sempre con lo studente.

Nanak è stato un’insegnante. Vive anche oggi attraverso i suoi studenti. Non bene. Non male. Non buono. Non piccolo. È una cosmologia dei cieli in cui brillano quelle stelle e portano le parole di Nanak, di Gesù, di Mosè.
Che Mosè fosse grande o piccolo, che Gesù avesse ragione o torto, che Nanak fosse grasso o magro – non ha nessuna importanza.

Non è la persona, sono le parole della persona che sono state instillate, sono state dette e hanno portato fede e coraggio.

tanta luce ai vostri cuori!
grazie maestro!

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NON ATTIRI CIO' CHE VUOI ATTIRI CIO' CHE SEI

NON ATTIRI CIO' CHE VUOI ATTIRI CIO' CHE SEI

“La Sorgente di ogni abbondanza non è fuori di voi. Fa parte di chi siete.
Tuttavia, essa inizia riconoscendo e approvando l’abbondanza fuori di voi. Vedere la pienezza della vita intorno a voi. Sentire il calore del sole sulla pelle, ammirare l’esposizione di fiori magnifici fuori da un fioraio, addentare un frutto o anche lasciarsi bagnare dall’acqua .La pienezza della vita è lì ad ogni passo. Il riconoscimento di tale abbondanza che è tutto intorno a voi risveglia l’abbondanza che dorme dentro di voi. Dopo, lasciatela defluire. Quando sorridete a uno sconosciuto, c’è già un deflusso di alcuni minuti di energia. Diventate un donatore. Chiedetevi spesso: “Quanto posso dare qui, come posso essere utile a questa persona o in questa situazione?”: non è necessario che possediate nulla per sentirvi abbondanti, ma se vi sentite sempre abbondanti le cose cominceranno a venire quasi certamente a voi .”
Eckhart Tolle

Richard Bartlett, noto chiropratico e naturopata nonché scrittore, afferma che possiamo osservare solamente ciò che possiamo vedere. Ci sono però cambiamenti che non possiamo vedere ma che non di meno hanno luogo. E, probabilmente, si tratta dei cambiamenti più significativi.

Repetita iuvant: siamo esseri vibrazionali in un ambiente vibrazionale. Tutto è energia e citando il grande Albert Einstein con una delle sue affermazioni più potenti:
“…tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri Non c’è altra via. Questa non è filosofia. Questa è fisica…”
non dobbiamo dimenticare che l’elemento chiave di tutto non è il pensiero, e nemmeno il cuore. L’elemento chiave è il circuito mente-cuore. Soltanto creando coerenza tra i due possiamo attingere al campo delle INFINITE POSSIBILITA’, il luogo dove consapevolmente creiamo la nostra realtà.
E come facciamo a collocarci in questo campo per cominciare a creare/attirare consapevolmente? Basta osservare. No, non osservare il mondo che ci circonda. Dobbiamo osservare noi stessi, osservare i nostri pensieri, osservare le emozioni che proviamo. Più osserviamo questi elementi, più ce ne distacchiamo. Più ce ne distacchiamo, più ne abbiamo il controllo.

“Il successo non si rincorre, si attrae. Per avere di più devi prima di tutto essere di più.”
Jim Rohn

Esercitandoci nell’arte di osservare prenderemo sempre più consapevolezza di quello che in realtà siamo. Qualcuno chiederà: ma che siamo in realtà? Di certo non siamo il corpo e non possediamo nessuna anima. In realtà noi siamo l’anima e mente e corpo sono i nostri magnifici strumenti da usare per interfacciarci con il mondo. Non siamo né la mente, né i pensieri che osserviamo. Siamo l’energia che risiede nel corpo. Siamo un frammento dell’energia universale che regna ovunque. Siamo la goccia di un oceano, quindi, anche se solo una goccia, siamo pur sempre oceano, eterni e potenti.
L’errore che fanno in molti è proprio quello di identificarsi con la mente, dando così potere all’ego di creare separazione, quindi paura. Se fai affidamento esclusivamente su questo magnifico organo e prendi per buono tutto quello che ti propina, perdi il controllo del resto. La mente è un organo potentissimo e come tale va usato con cautela e consapevolezza.

Quando entri nel giusto ruolo, nel ruolo dell’osservatore, ecco che il continuo chiacchiericcio interiore inizia a scemare. E quando la lavagna sarà completamente pulita, solo allora potrai cominciare a scrivere ciò che dovrà entrare nella tua vita. Ti accorgerai che non sarà il pensiero a predominare su di te, ma sarà l’esperienza emotiva, ossia, riuscirai a provare in anticipo l’essenza di ciò che desideri perché l’esperienza è l’essenza del tuo desiderio (Leggi il post sulla sincronicità). E riuscirai a provare solamente le esperienze coerenti con la tua etica. Il pensiero sarà il LA che darà il via al processo di visualizzazione. Sarà un pensiero focalizzato, carico di emozione, e non sarà più un chiacchiericcio nevrotico.
«… la tua gioia non dipenderà dalla tua giovinezza o dal tuo corpo. Dipenderà dalla tua eterna identità.
Un’identità destinata a crescere e svilupparsi. A cambiare. A non morire mai. Perché la tua identità non conosce né tempo, né spazio. Non dipendi dalla tua immagine fisica. Sei luce e come tale ti muovi nell’universo. Dal corpo proietti energia all’esterno per creare il mondo fisico. Se vorrai cambiare la realtà in cui ti trovi dovrai cambiare il tuo mondo interiore. Dovrai cambiare ciò che proietterai. Tu esisti da sempre e per sempre sarai. Questo è il significato dell’esistenza. L’energia che regna ovunque è anche in te perché tu sei parte di tutto ciò che è!»
Tratto dal saggio “In viaggio verso te” di Mocciola e De Amicis

Non è la parte razionale che guida le nostre vite, anche se potrebbe sembrare. E’ il nostro subconscio, è quella lavagna dove ci sono scritte un sacco di cose in maniera disordinata. Se non la pulisci e non la riscrivi, la tua vita naufragherà nell’indesiderato perché se non sai ciò che vuoi, la vita ti darà ciò che non vuoi.
Fino a quando non avrai reso conscio l’inconscio, quest’ultimo dirigerà la tua vita e tu lo chiamerai “destino”
Carl Gustav Jung

Fonte: https://www.ionidream.com/non-attiri-cio-che-vuoi-attiri-cio-che-sei/

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LA FIDUCIA TREMENDA: una storia Sufi

io ho una fiducia tremenda in Dio quindi perche' devo temere?

C'è una celebre storia Sufi:

Un uomo appena sposato stava tornando a casa con la propria moglie. Stavano attraversando un lago su di una barca quando improvvisamente arrivò una tempesta. L'uomo era un guerriero, ma la donna iniziò a spaventarsi moltissimo, dato che tutto sembrava senza speranza. La barca era piccola e la tempesta era davvero spaventosa, ed ogni istante sembravano a rischio di affondare. Ma l'uomo restava seduto silenzioso, calmo e quieto, come se non stesse succedendo nulla.

La donna stava tremando e disse: "Non sei spaventato? Potrebbe essere il tuo ultimo istante di vita! Non riusciremo a raggiungere la riva. Solo un miracolo ci può salvare, altrimenti la morte è certa. Non hai paura? Sei pazzo o cosa?"

L'uomo rise e sfoderò la spada. La donna si stupì ancora di più: cosa stava facendo? Quindi portò la lama nuda vicino al collo della donna – tanto vicino che solo un piccolo spazio la distanziava dal collo. L'uomo disse: "Sei spaventata?". Lei iniziò a ridere e disse: "Perché dovrei essere spaventata? La spada è nelle tue mani, perché dovrei avere paura, lo so che mi ami."

L'uomo rinfoderò la lama e disse: "Questa è la mia risposta: Io so che Dio mi ama, e la spada è nelle sue mani, la tempesta è nelle sue mani – quindi qualunque cosa stia per accadere sarà buona. Se sopravviviamo, bene, se non sopravviviamo, bene – poiché tutto è nelle sue mani e non può fare nulla di sbagliato.

E' questa la fiducia di cui occorre imbibirsi. Una fiducia così tremenda è in grado di trasformare la tua intera vita – a meno che non lo faccia.

OSHO
The Rainbow Bridge
Ch #7, a darshan diary
pm in Chuang Tzu Auditorium

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