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caduta dei capelli : cure naturali

Si può fare qualcosa per fermare la caduta dei capelli? Diverse strategie semplici si sono dimostrate efficaci, tra cui correggere le carenze vitaminiche diffuse ed evitare le tossine che possono rovinare i follicoli del cuoio capelluto. Se il diradamento dei capelli vi sta mandando in panico, non siete da soli. La perdita dei capelli è un problema comune a uomini e donne.

 
La perdita dei capelli si crede erroneamente possa essere una malattia maschile, ma il 40% dei malati sono in realtà le donne. La perdita dei capelli può essere particolarmente devastante per le donne poiché spesso legano l’immagine che hanno di sé alla loro capigliatura.

La cura richiede di arrivare prima alle 10 cause principali della perdita dei capelli:

 
Invecchiamento
Fluttuazioni ormonali
Farmaci
Tossine
Carenze nutrizionali
Perdita eccessiva di peso
Malattie (tra cui il diabete e le condizioni autoimmuni come il lupus)
Stress
Acconciature troppo strette
Altri fattori (cambio di stagione, genetica)
A volte questa condizione si risolve da sola, ma molte volte non si ferma fino a quando la causa non viene individuata e corretta. Non temete, ci sono cure che funzionano!

Riconoscere la normale caduta dei capelli
Da ciascuno dei follicoli dei capelli nasce una ciocca nel corso di quattro – sei anni, detta  fase anagena, poi c’è un periodo di riposo dai due a quattro mesi, detta fase telogena. Dopo questo periodo viene prodotto un nuovo filamento che spinge fuori il vecchio, causandone la caduta. In qualsiasi momento, circa il 90 % dei capelli è in fase anagena e il 10 % è in fase telogena. Questo ciclo è ciò che avviene nella normale perdita di capelli, ma molte cose possono alterarlo, causando una riduzione della fase anagena o un eccesso di follicoli in fase telogena. Effluvio telogeno, o TE, è il termine che indica quando ben il 70% dei follicoli dei capelli vanno in fase telogena tutti insieme.

 
Può essere scatenato da fattori di stress come malattie o infortuni, febbre alta, chirurgia, farmaci, traumi psicologici, o cambiamenti ormonali che accompagnano il parto e la menopausa. Si verifica in genere due o tre mesi dopo qualche importante fattore di stress, sia mentale o fisico, che  produce un “shock” per il sistema. La perdita dei capelli generalmente aumenta con l’avanzare dell’età. A 40 anni, il tasso di crescita dei capelli rallenta in uomini e donne. È interessante notare che noi esseri umani possiamo fare la muta come i visoni. Secondo l’associazione americana “perdita dei capelli”:

“Gli studi dimostrano che gli esseri umani, almeno in Nord Europa, perdono più capelli in autunno e in misura minore in primavera. Questo aumento temporaneo del numero di follicoli piliferi telogeni è probabilmente dovuto alle variazioni di ormoni in risposta alle variazioni di esposizione alla luce. Studi nei visoni e in altri mammiferi dimostrano che l’esposizione alla luce altera in modo significativo i livelli di prolattina e che quest’ormone ha un effetto significativo sulla muta. Gli esseri umani probabilmente hanno più o meno la stessa risposta. Tale perdita di capelli dovrebbe essere temporanea.”

 
Le carenze nutrizionali che causano la caduta dei capelli
Se i capelli sono visibilmente assottigliati o si notano più capelli sulla spazzola, la prima cosa da considerare è se si abbia sperimentato forte stress o traumi nel corso degli ultimi mesi, che da soli potrebbero spiegare il diradamento dei capelli. Hai avuto una grave malattia o un intervento chirurgico? Hai subito un infortunio? Sei in menopausa? Se la causa non è evidente, la prossima cosa da considerare è una carenza nutrizionale. Le cinque più comuni carenze dannose per i capelli sono le seguenti:

Proteine: state ottenendo abbastanza proteine di alta qualità nella vostra dieta? La proteina è fondamentale per rafforzare e sostenere la crescita dei capelli.

Ferro: Come sono i vostri livelli di ferro? Le donne sono particolarmente inclini a una carenza a causa delle mestruazioni. Fare attenzione a utilizzare un integratore solo se si è veramente carenti, perché l’eccesso di ferro è tossico e può esso stesso innescare la perdita dei capelli. Le donne con livelli di ferritina sierica inferiori a 30 milligrammi / millilitro mostrano più alto rischio di perdita dei capelli. Ho spiegato come aumentare naturalmente i livelli di ferro nell’articolo Anemia: La dieta, gli integratori naturali e l’analisi psicosomatica che curano.

Zinco: La carenza di zinco è una causa comune di perdita di capelli negli uomini e nelle donne. Agisce direttamente sui follicoli e lo stress  può triplicare la perdita zinco. Esso aiuta a metabolizzare il testosterone, che in eccesso può causare ricadute. La carenza di zinco è spesso associata a un eccesso di rame. Assicurati di assumerne almeno 15 milligrammi al giorno.

Vitamine B (biotina B7, acido pantotenico B5): la biotina promuove la crescita e aiuta a ricostruire i capelli danneggiati, ed è per questo che è anche incluso in alcune formulazioni di shampoo. Le donne sono particolarmente a rischio di carenza di biotina durante la gravidanza e l’allattamento. L’acido pantotenico stimola la crescita dei capelli, sostenendo le ghiandole surrenali, migliorando così la gestione dello stress.

Omega 3: oli ricchi di acidi grassi omega-3, come l’olio di pesce sono da tempo noti dare beneficio della pelle e dei capelli. Gli Omega-3 favoriscono l’inspessimento dei capelli e aiutano a ridurre l’infiammazione. Uno studio del 2015 ha mostrato che un integratore (grassi omega-3, più omega-6 e antiossidanti) ha diminuito la perdita di capelli e aumentato lo spessore e la densità in un gruppo di donne sane.

Lo squlibrio del Rame è sempre più diffusa ed è legata alla perdita dei capelli
Molti non sono consapevoli che lo squilibrio di rame ha raggiunto proporzioni epidemiche, colpisce quasi l’80% di tutti gli uomini, donne e bambini, e la perdita dei capelli non è che un sintomo. Abbiamo bisogno di rame, ma solo in piccole quantità. esso attiva più di 30 enzimi ed è importante per la produzione di  collagene e melanina, per mantenere un tessuto connettivo sano e per mantenere un colore naturale dei capelli.

La carenza di rame causa il deterioramento delle strutture proteiche nei capelli inibendo la lisina – ossidasi, un enzima di sintesi del collagene. Questo enzima è necessario per la reticolazione e l’elasticità del collagene nei tessuti connettivi. E’ necessario per avere un cuoio capelluto sano, per una funzione corretta del follicolo pilifero e per una sana struttura del capello. La sintesi di elastina e di collagene maturo è controllata almeno in parte dalla biodisponibilità del rame.

Il problema è che molte diete oggi sono ricche di rame, in particolare le diete a base vegetale. Il rame è un componente importante dei semi di soia, molte noci e semi, e alcuni degli alimenti favoriti come caffè, tè e cioccolato fondente. Se siete carenti di zinco potreste accumulare il rame perché zinco e rame sono antagonisti. Un eccesso di rame è altamente stimolante sulle ghiandole surrenali, con sintomi che comprendono affaticamento, ansia, irritabilità, iperattività, mancanza di concentrazione, insonnia, problemi di pelle e di perdita di capelli. Un eccesso di rame è importante da affrontare in quanto può danneggiare la tiroide e portare ad un aumento di peso e altri problemi gravi. Se si sospetta uno squilibrio di rame, un supplemento di zinco al giorno è una scelta eccellente, oltre a ridurre il consumo di alimenti ricchi di questo minerale.

Farmaci che causano la perdita dei capelli
Molti farmaci che vengono prescritti sono dannosi per i capelli. Diversi esempi sono elencati nella seguente lista, ma ce ne sono molti altri.

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Farmaci per l’acne
Antibiotici
Antimicotici
Anticoagulanti
Anticonvulsivanti
Antidepressivi
Antipertensivi
Cardiovascolari (ACE-inibitori, beta-bloccanti, statine, etc.)
Chemioterapici
Farmaci per la gotta
Anti-infiammatori non steroidei(FANS)
Contraccettivi ormonali orali
Inibitori della pompa protonica (PPI)
Farmaci per l’ulcera
Lo squilibrio ormonale come causa della caduta dei capelli
Se non si è indebitamente stressati e non siete stati malati, se non assumete farmaci e il vostro stato nutrizionale è buono (è molto raro nell’alimentazione di oggi dove i cibi hanno perso l’80% dei nutrienti rispetto ad alcuni decenni fa), allora il fattore successivo da considerare è quello degli ormoni.

E’ stato a lungo noto che gli ormoni sessuali maschili (gli androgeni) contribuiscono alla perdita di capelli negli uomini e nelle donne (perdita di capelli e calvizie femminile).

La calvizie negli uomini si verifica per gli effetti del testosterone. Esso viene convertito in una forma più potente, il DHT (diidrotestosterone), che si attacca ai recettori del follicolo pilifero nel cuoio capelluto e, a seconda della quantità, può portare alla perdita di capelli.

Rendetevi conto che le donne sono altrettanto colpite, meno del 45%  di esse passano la vita con una testa piena di capelli. Prima dei 30 anni, il 12 % delle donne sviluppano la perdita di capelli, e dai 70 anni, il 41 % hanno diradamento rilevabile. Oltre all’eccesso di androgeni, la genetica, l’insulino-resistenza, il diabete e lasindrome dell’ovaio policistico (PCOS) sono tutti fattori associati alla perdita dei capelli nelle donne. Qualsiasi cambiamento ormonale può influenzare i capelli, in particolare un calo improvviso dei livelli ormonali. È per questo che molte donne sperimentano la caduta un paio di mesi dopo il parto (alopecia post-partum), così come durante la menopausa.

Molte riportano un episodio di perdita di capelli dopo la sospensione di contraccettivi orali o della terapia ormonale sostitutiva, ma questo è generalmente limitato nel tempo e si risolve nel corso di sei mesi a un anno. Una delle cause del diradamento dei capelli nelle donne di tutte le età è un eccesso di estrogeni, il che significa che il vostro rapporto estrogeni/progesterone è troppo alto. Sostanze sintetiche estrogeno-simili (contenute in molti cosmetici, creme e prodotti per l’igiene), lo stress, i cambiamenti mestruali, e anche un apporto di fibra alimentare insufficiente (si lega a un eccesso di estrogeni) possono causare il caos ormonale. Infatti molte tossine sono contenute nei prodotti dell’igiene usati dalle donne che squilibrano gli ormoni agendo in modo simile agli estrogeni.

Durante la perimenopausa e la menopausa, i livelli di testosterone possono anche salire. E poi c’è la tiroide. La perdita dei capelli è uno dei primi sintomi di ipotiroidismo. A volte può essere applicata direttamente sul cuoio capelluto una miscela di progesterone composto e T3 (un ormone tiroideo) per stimolare i follicoli piliferi. Bisogna essere consapevoli che il progesterone sintetico (progestinico) non funziona allo stesso modo di quello naturale. Abbiamo già discusso del rame. I livelli di estrogeni e di rame tendono ad andare di pari passo. I livelli di rame nelle donne possono salire dopo la gravidanza, altro motivo per cui molte donne sperimentano la perdita dei capelli un paio di mesi dopo il parto.

Ancora un altro ormone da considerare è la vitamina D. La vitamina D è in realtà più un ormone che una vitamina, quindi non è sorprendente che bassi livelli questa sostanza sono associati con la perdita di capelli, particolarmente all’alopecia areata, una malattia autoimmune in cui vengono attaccati i follicoli piliferi.

Rimedi naturali per fermare la caduta dei capelli
Se non siete la Raperonzolo che volete essere, ci sono alcuni semplici passaggi da adottare per porre rimedio alla situazione. Eseguire una messa a punto alimentare di base, ridurre lo stress, eliminare le tossine e altre strategie. Queste descrizioni sono basate su risultati testati dalla Dr.ssa Ann Louise Gittleman esperta in medicina integrativa e funzionale, autrice di più di 30 libri e best-seller nella classifica del New York Times.

1. La dieta per rinforzare i capelli e curare i follicoli
I capelli richiedono alcuni elementi nutrizionali di base, e senza di loro semplicemente non possono crescere o ripararsi. L’approccio migliore è  una dieta pulita,assumere alimenti con abbondanza di proteine di alta qualità, grassi, verdure, semi e frutti. Il brodo di ossa è anche un ottimo “cibo per i capelli” per la sua abbondanza di  minerali, amminoacidi, proteine e collagene. Assicuratevi di bere molta acqua ogni giorno. Il diradamento dei capelli può essere un segno di celiachia o di intolleranza al glutine. La celiachia è associata con alopecia areata, che può progredire in calvizie. L’intolleranza al glutine, d’altra parte, è più tipicamente caratterizzata da diradamento dei capelli. In entrambi i casi, una dieta priva di glutine risolve il problema. Ecco la vostra lista di controllo nutrizionale:

Proteine sufficienti e acidi grassi essenziali (in particolare Omega-3)
Ferro (soprattutto donne)
Zinco (riduce il sovraccarico di rame)
Vitamine del gruppo B (acido pantotenico o B5, B6, biotina o B5 e B12)
Vitamina C (riduce lo stress ossidativo, che colpisce l’invecchiamento dei capelli)
MSM (Metilsulfonilmetano, un composto di zolfo che sostiene la produzione di cheratina, una delle proteine primarie nei capelli)
L-lisina (un amminoacido)
Aloe vera
2. Eliminare le tossine
Lo stress è una tossina. Depressione e ansia possono influenzare l’equilibrio ormonale e abbassare livelli di vitamina B12. Una buona dose di ricerca supporta l’idea che lo stress e i traumi emotivi possono cambiare la biochimica del follicolo pilifero e causare una maggiore percentuale di follicoli che entrano nella fase telogena, in particolare se si è geneticamente prediposti. Secondo Ken Anderson, direttore della Anderson Hair Sciences Center:

“Lo stress può causare perdita di capelli, ma non è lo stress tipico della vita quotidiana come un capo difficile, un lavoro stressante, o l’insicurezza finanziaria. La perdita di capelli legata allo stress tende ad essere associata con eventi emotivamente molto potenti, come la perdita di una persona cara. E ‘il tipo di evento che provoca la perdita del sonno, o cambia l’appetito di una persona e aumenta significativamente il livello di ormoni dello stress.”
Le erbe adattogene, come l’ashwagandha e la rhodiola migliorano il modo in cui il vostro corpo si occupa dello stress, favorendo la crescita dei capelli sani. Secondo me non c’è niente di più potente per lo stress che la meditazione e posso dirlo per esperienza personale dopo aver provato varie tecniche, integratori, terapie. L’ideale è farla inizialmente con qualcuno esperto e che irradia una pace interiore. Puoi imparare una potente tecnica di meditazione nell’articolo Come fare la meditazione Vipassana. Altre tecniche molto utili per abbassare lo stress sono: EFT, EMDR e Bioenergetica.

Evitare le seguenti tossine note per i capelli:

Zucchero e farine raffinate
Prodotti alimentari trasformati
Cibo spazzatura
Eccesso di alcol o di caffeina
Shampoo carichi di sostanze chimiche, balsami, coloranti, decoloranti, tinture e altri trattamenti
Acqua con cloro e fluoro (portano alla rottura dei capelli, intasano e irritano i follicoli, si può prendere in considerazione l’installazione di un filtro per l’acqua della doccia)
Muffa in casa
Radiazioni (nubi radioattive, radioterapia, raggi X)
Docce troppo calde (disidratano i capelli e portano alla fragilità; lavare e sciacquare i capelli con acqua fresca)
Esposizione al piombo, all’ arsenico, al mercurio, al tallio e ad altri metalli pesanti
3. Rimedi naturali per bloccare la conversione di testosterone in DHT
Diversi composti naturali bloccano la conversione del testosterone in DHT follicolo-soppressivo. Sono elencati di seguito:

Semi di lino (se si soffre di ipotiroidismo sono da evitare)
Radice di liquirizia (da evitare in chi soffre di pressione alta)
Ortica
Tè verde (ricco di EGCG)
Estratto di Pygeum (è una pianta sempreverde originaria dell’Africa)
Olio di semi di zucca
Olio di cocco
4. Altre strategie
Alcuni altri interventi possono essere utili verso il ripristino dei follicoli.

Un facile approccio è l’applicazione di olio essenziale di rosmarino sul cuoio capelluto. In uno studio recente, l’olio di rosmarino si è dimostrato migliore rispetto al minoxidil (trattamento farmacologico più comune per l’alopecia) in una prova di sei mesi che ha coinvolto chi soffre di alopecia androgenetica. Un modo per stimolare i follicoli è mediante l’applicazione di alcune gocce di questa sostanza su una spazzola a setole naturali, quindi spazzolarsi gentilmente 100 volte prima di coricarsi. Questo è anche meravigliosamente rilassante per i muscoli sotto il cuoio capelluto! In alternativa, massaggiare il cuoio capelluto con i polpastrelli inumiditi con un paio di gocce di olio essenziale.
Altri oli che aumentano la circolazione del cuoio capelluto includono lavanda, legno di cedro, salvia e menta piperita. Poco conosciuto è l’olio di nardo (pianta himalayana, grandiflora, simile alla valeriana) che è stato dimostrato essere efficace.
Se si dispone di alopecia areata, ci sono prove che l’aglio o il succo di cipolla possano stimolare una nuova crescita. Non credo che una testa piena di succo di cipolla aumenterà la vostra popolarità, ma è solo temporaneo.
Infine, la Low Level Laser Therapy può avere un valore terapeutico.
Come puoi vedere, ci sono tanti interventi comprovati per il diradamento dei capelli. Potrebbe essere semplice come aggiustare la vostra dieta, avere più ore di sonno o ridurre lo stress. A volte la perdita dei capelli si risolverà da sola nel giro di pochi mesi. Se l’alopecia persiste nonostante i vostri sforzi, parlare con un medico potrà escludere un problema più serio.

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SLA: due piante indiane per rallentarne il decorso

La Withania somnifera e la Mucuna pruriens: negli estratti di questi due arbusti, utilizzati comunemente nella medicina ayurvedica, sarebbero presenti alcuni fitoderivati che contrasterebbero i sintomi e le alterazioni cellulari del morbo di Gehrig, patologia attualmente senza cura


Thinkstock

La SLA, sclerosi laterale amiotrofica, è una malattia degenerativa che colpisce le cellule cerebrali preposte al controllo dei muscoli, compromettendo progressivamente i movimenti della muscolatura volontaria. Come ogni malattia, anche la SLA manifesta un decorso variabile da soggetto a soggetto, ma ha comunque un carattere invalidante e presenta prognosi spesso negative. La progressiva debolezza muscolare ha diverse conseguenze: gli oggetti cadono spesso dalle mani, c’è incertezza nell’uso delle gambe, difficoltà nel lavarsi e nel compiere semplici gesti di vita quotidiana. Può presentarsi anche un cambiamento del timbro della voce, conseguente alla difficoltà di movimento della lingua. Con il progredire della malattia, aumentano i muscoli che vengono compromessi, come quelli che presiedono alla deglutizione o che sono coinvolti nella respirazione: il soggetto va facilmente in affanno, anche nel compiere i movimenti più semplici o gli sforzi più lievi.  Anche se rara - in Italia presenta un’incidenza di circa 2/3 casi su 100 mila persone ogni anno - la SLA è, dunque, una malattia terribile. (1.200-1.800 persone all'anno!)

Fortunatamente, buone notizie giungono ora da uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, effettuato da un team di scienziati coordinato da Anna Liscia, docente di Fisiologia all’Università di Cagliari, secondo il quale alcuni fitoderivati, estratti da due piante indiane abitualmente impiegate dalla medicina ayurvedica, aiuterebbero a contrastare gli effetti della sclerosi laterale amiotrofica; si tratta, specificatamente, della Withania somnifera e della Mucuna pruriens.

«La ricerca - afferma Anna Liscia - è stata realizzata sul comune moscerino della frutta, la Drosophila melanogaster, il quale possiede geni e un’organizzazione del sistema nervoso simili a quelli umani; cosicché si presenta come un potente modello traslazionale per lo studio delle basi biologiche di malattie neurodegenerative attualmente senza cure, come la SLA».

Secondo quanto emerso dallo studio, sembra proprio che gli estratti di queste piante siano in grado di diminuire i sintomi e le alterazioni cellulari in un organismo ammalato della sindrome laterale amiotrofica; cosicché esso potrebbe aprire nuove strade nell’affrontare trattamenti alternativi di questa e di altre malattie simili.

Pubblicato il: 

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14-02-2017
Di: Redazione Salute  -  http://salute.ilgiornale.it/news/25248/sla--malattia-soggetto-estratti/1.html
FONTE : Scientific Reports, Università di Cagliari

ALTRO STUDIO SU SLA e MERCURIO !  (21 febbraio 2017)

 Il metallo si trova soprattutto nel pesce spada, nello squalo,
nel tonno obeso e nel pesce marlin.

Servono però nuovi e più approfonditi studi (ce ne sono già!)
per poter affermare con maggiore sicurezza che ci sia

un nesso tra il mercurio e lo sviluppo della Sla

Portare in tavola almeno due volte alla settimana il pesce è assolutamente salutare. Fa bene a tutti, dai bambini piccoli, agli anziani, passando per gli adolescenti e le donne in gravidanza.
I benefici del pesce 
Il pesce è infatti un’eccellente fonte di proteine di alta qualità, contiene sali minerali preziosi come selenio, zinco, iodio e ferro e vitamine A, B e D. Generalmente considerato un alimento magro, il pesce è ricco per lo più di grassi polinsaturi “buoni”, come gli omega 3, che fanno bene a cuore e cervello.

Da anni c’è attenzione sui
pesci di grande taglia che hanno molto mercurio
(Giapponesi per primi, ghiottissimi di sushi-tonno!)

È già noto da anni che uno dei pochi limiti al consumo di pesce è dato dalla presenza di mercurio che è più facile ritrovare nei pesci di grande taglia, come ad esempio il pesce spada. Qui puoi trovare tutte le specie di pesci che puoi mangiare quanto vuoi, una volta a settimana o devi evitare.

Ora (in realtà già da molto tempo, per il mercurio contenuto sui vacini!)
si pensa che possa favorire anche lo sviluppo della Sla 

Una nuova ricerca ha nuovamente puntato il dito contro la presenza di mercurio nel pesce di grandi dimensioni. L’alta presenza di questo metallo nel pesce può infatti aumentare il rischio di sviluppare la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, una delle più gravi malattie neurodegenerative.

Lo studio sarà presentato al Congresso dei Neurologi americani ad aprile 
Lo afferma uno studio condotto dal Dartmouth College di Hanover, nel New Hampshire, negli Stati Uniti, che verrà presentato all’American Academy of Neurology’s 69th Annual Meeting a Boston, nel mese di aprile.

Oltre 500 le persone analizzate
I ricercatori americani hanno sottoposto a un test 518 persone, 294 delle quali avevano la Sla.
Il questionario prevedeva domande sulla quantità di pesce e frutti di mare che erano soliti consumare e di quale tipo.

I risultati
I risultati hanno evidenziato che chi per assunzione stimata di mercurio annuale si collocava ai livelli più alti aveva un rischio doppio di sviluppare la Sla rispetto a chi ne consumava livelli più bassi. Il 61% del campione dei volontari con la Sla si trovava nella categoria del tasso più alto di consumo di mercurio, rispetto al 44 per cento delle persone che non avevano la malattia.

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Inquinamento dei mari: il pesce contaminato abbassa le difese immunitarie
"...gli inquinanti ambientali presenti nel pesce che portiamo in tavola ostacolano il sistema di difese naturali del nostro organismo
, impedendogli di espellere tossine nocive.   ...le sostanze inquinanti interferiscono sulla proteina P-gp ... che ha la capacità di proteggere le nostre cellule.
“Abbiamo dimostrato che questi inquinanti si trovano nel pesce che mangiamo ..... quando mangiamo pesce contaminato quindi si riducono le capacità del nostro corpo di difendersi”.
Il problema è che gli inquinanti possono essere trasmessi anche ai neonati,....
 
Longevità: la dieta di Valter Longo

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Helicobacter pylori : la miscela a base di miele e semi di cumino nero lo cura

Uno studio scientifico ha dimostrato che la combinazione di due antichissimi rimedi naturali, il miele e i semi di cumino nero, possono eliminare l’infezione di Helicobacter pylori nel 57% dei casi.

 
L’Helicobacter pylore è un batterio molto diffuso che attecchisce nello stomaco danneggiando la mucosa gastrica e causando:

acidità
reflusso
bruciore di pancia
eruttazione frequente
alitosi
gonfiore
gastrite
ulcera
cancro
Gli scienziati sono molto attenti alla questione dell’H. pylori e la ricerca di soluzioni naturali sta guadagnando maggiore attenzione a causa del fallimento degli antibiotici convenzionali nella risoluzione permanente della malattia senza produrre effetti collaterali. In un precedente articolo dal titolo Helicobacter pylori. I rimedi naturali dimostrati che curano il nostro stomaco abbiamo riportato alcuni rimedi naturali efficaci. Ora, un nuovo studio pubblicato sulla rivista International Journal of Antimicrobial Agents rivela che il millenario cumino nero in combinazione con il miele garantisce la guarigione dello stomaco e l’eliminazione del batterio dell’Helicobacter pylori in più di un caso su due.

 
Per molti probabilmente il cumino nero (il cui nome botanico è Nigella Sativa) è una novità e non ne hanno mai sentito parlare. In realtà è considerato uno dei rimedi fitoterapici più curativi al mondo con più di 630 articoli scientifici peer-reviewed che sono stati pubblicati sui benefici che apporta al nostro organismo e informandosi è chiaro che sono pochissimi i problemi di salute che non può aiutare il corpo a superare. Praticamente senza effetti collaterali, la prodezza di guarigione del cumino nero è in realtà abbastanza nota anche nella storia della medicina tradizionale tanto che Maometto stesso dichiarò che esso è “il rimedio a tutto tranne la morte“.

In sintesi possiamo dire che i numerosi principi attivi del cumino nero agiscono come segue

 
Antivirale, antifungino e antibatterico (HIV, H. pylori, stafilococco, tubercolosi, influenza, gonorrea, candida, malaria e stafilococco aureo (MRSA))
Anticancro (colon, seno, ecc.)
Depura e guarisce il fegato
Contrasta il diabete
Alzheimer
Demenza
Schizofrenia
Parkinson
Cura pelle e capelli
Epilessia
Asma
Psoriasi
Protegge il cuore
Quindi già ci sono tante ragioni per consumarlo quotidianamente mettendo i semi come condimento nei vari piatti, facendoci una tisana oppure assumendo direttamente l’olio di cumino nero che è un concentrato di tutti i suoi effetti benefici.

Per rendere onore anche al miele, usato nello studio, dobbiamo ricordarci che è uno dei rimedi medicinali usati fin dagli albori della storia e presente in moltissime preparazioni mediche antiche migliaia di anni fa. Oggi molto del miele in commercio è di qualità scadente e perciò dobbiamo affidarci a miele biologici o andare direttamente dal piccolo produttore di campagna se vogliamo usarlo a scopo curativo. Il miele è ottimo per rigenerare le ferite, eliminare l’herpes, potenziare il sistema immunitario, dare energia, elimina i sintomi dell’allergia ed è eccezionale contro tosse e mal di gola.

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Miele e Cumino Nero eradicano l’Helicobacter pylori
Lo studio intitolato Combination of Nigella sativa and Honey in Eradication of Gastric Helicobacter pylori Infection spiega il crescente problema grave dell’antibiotico resistenza comunemente ignorato dalla popolazione e quindi di come l’eradicazione del batterio H. pylori rimane una sfida globale. A causa dello stato attuale del trattamento farmacologico convenzionale, gli autori dello studio hanno cercato di testare “nuove alternative sicure, praticabili e accessibili.”

Diciannove pazienti che hanno avuto esito positivo al test dell’infezione da H. pylori hanno assunto un cucchiaino della miscela formata da 2 grammi di semi di nigella sativa macinati e e 4 grammi di miele, per 3 volte al giorno dopo i pasti per due settimane. Dopo un mese dalla fine della cura è stato eseguito nuovamente il test che ha scoperto come il 57,1% (8 su 14) dei partecipanti non aveva più alcuna traccia del fastidioso batterio H. pylori.

Questi risultati sono di enorme importanza se si considera che due studi precedenti utilizzando antibiotici convenzionali hanno portato a tassi inferiori di eradicazione e più effetti collaterali avversi. Il primo che ha coinvolto l’uso di 4 farmaci (omeprazolo, amoxicillina, ciascuno somministrati due volte al giorno per i primi cinque giorni, seguiti da omeprazolo, claritromicina e furazolidone, due volte al giorno per i rimanenti nove giorni) ha determinato eradicazione 50,9% dei pazienti. Il secondo studio, che ha utilizzato 4 farmaci, (omeprazolo, claritromicina, amoxicillina e bismuto due volte al giorno per 14 giorni) ha determinato la riduzione del 49,1%.

Inoltre chi ci segue conosce l’importanze vitale della flora intestinale e di come un ciclo di antibiotico (in questo caso addirittura 4 farmaci sono somministrati!) può portare a pesanti conseguenze per i batteri intestinali con danni evidenti alla digestione, all’umore, alla protezione dal cancro, all’insonnia al peggioramento della salute mentale.

Quindi miele con l’aggiunta di semi di cumino nero macinati (o ancora più efficace è l’olio di cumino nero) è più efficace dei farmaci convenzionali nel trattamento dell’H. pylori e non ha gli stessi effetti collaterali gravi per l’organismo. E’ quindi una soluzione naturale da provare per chi soffre di questa patologia soprattutto qualora gli antibiotici avessero fallito o si vuole evitare di assumerli.

Riccardo Lautizi

https://www.dionidream.com/helicobacter-pylori-miele-cumino-nero/

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In arrivo la pillola che inverte l'invecchiamento?

Un’équipe annuncia di aver identificato, nei topi, un trattamento per “riparare” i danni dell’invecchiamento. E un’altra ha individuato una molecola che induce al suicidio le cellule anziane

(Foto: Getty Images)
Due significativi passi in avanti nelle terapie anti-invecchiamento in un sol colpo. Il primo si deve a un’équipe di ricercatori della University of New South Wales, in Australia, coordinata da David Sinclair, che, come racconta sulle pagine di Science, ha identificato i processi molecolari che consentono alle cellule di riparare i danni al dna causati, per l’appunto, da invecchiamento e radiazioni.

Il secondo, invece, è frutto del lavoro di un gruppo di scienziati dello Erasmus University Medical Center, in Olanda, che hanno messo a punto – e testato con successo su topi da laboratorio – un trattamento in grado di indurre al suicidio le cellule anziane. I dettagli della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista Cell.

Un meccanico per il dna
Cominciamo dallo studio pubblicato su Science: gli autori del lavoro hanno condotto una serie di esperimenti su topi identificando un passaggio cruciale nel processo molecolare che permette alle cellule di riparare il dna danneggiato da invecchiamento e radiazioni. Le cellule del corpo, infatti, hanno la capacità innata di riparare il dna – lo fanno, per esempio, ogni volta che ci esponiamo al sole – ma tale caratteristica declina con l’avanzare dell’età: l’équipe di Sinclair ha scoperto che un metabolita, il Nad+, gioca un ruolo fondamentale nell’intero processo.

I topi trattati con un precursore del Nad+, infatti, hanno mostrato una capacità superiore rispetto agli altri nel riparare i danni al dna causati da esposizione a radiazioni o invecchiamento.


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“Le cellule dei topi vecchi”, ha detto Sinclair, “sono risultate, dopo una sola settimana di trattamento, pressoché indistinguibili da quelle dei topi giovani. Riteniamo di essere veramente vicini a un farmaco anti-invecchiamento efficace e sicuro. Se i prossimi esperimenti dovessero andare bene, il farmaco potrebbe arrivare sul mercato già tra cinque anni”. Perino la Nasa si è detta interessata alla ricerca, soprattutto in vista di future missioni umane su Marte, quando si renderà necessario proteggere gli astronauti dalle radiazioni nocive dello Spazio.

Cellule anziane addio
Gli autori dello studio pubblicato su Cell, invece, hanno seguito un altro approccio, studiando i meccanismi con cui il corpo si sbarazza delle cellule senescenti, quelle che hanno smesso di riprodursi. Tali cellule si accumulano con l’invecchiamento, giocano un ruolo importante nella guarigione dalle ferite e nell’arresto dei tumori e rilasciano sostanze chimiche che provocano infiammazioni dei tessuti. I ricercatori, coordinati da Peter de Keizer, hanno messo a punto un farmaco – un peptide – che induce selettivamente al suicidio tali cellule, agendo sul bilancio delle sostanze presenti al loro interno.

Il trattamento è stato testato su diversi gruppi di topi di laboratorio: il primo costituito da animali anziani (con un’età equivalente a novant’anni umani), il secondo composto da animali geneticamente modificati in modo da invecchiare molto rapidamente e il terzo da animali invecchiati precocemente per effetto di chemioterapia. E i risultati sembrano essere incoraggianti: in diversi animali si è osservato infatti un recupero delle funzioni epatiche (che tendono a declinare con l’invecchiamento) e il raddoppiamento della distanza percorsa correndo sulla ruota. Keizer, comunque, ha ammesso di aver osservato anche effetti meno significativi, il che suggerisce che il trattamento debba ancora essere perfezionato, e di non aver osservato effetti collaterali, “anche se va detto che i topi non possono parlare”.

https://www.wired.it/scienza/medicina/2017/03/27/pillola-inverte-invecchiamento/?utm_source=wired&utm_medium=NL&utm_campaign=daily

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Ecco 8 sostanze dannose che tenete in casa magari senza saperlo

Ecco 8 sostanze dannose che tenete in casa magari senza saperlo!!!

- La casa è più bella e più sana, quando è pulita. Ma dietro la sacrosanta voglia di pulizia tra le pareti domestiche, c’è un rischio che corriamo senza saperlo.
Diversi prodotti che usiamo abitualmente, e che troviamo senza problemi nei supermercati, contengono sostanze potenzialmente pericolose per la nostra salute perché cancerogene. Qualche esempio?

 

Formaldeide, nitrobenzene, cloruro di metilene, naftalina. Per non dire di altri ingredienti capaci di provocare allergie o asma, e problemi a fegato, reni, cervello e apparato riproduttivo.

 

Per fortuna è abbastanza facile intervenire per sostituire i prodotti più “a rischio” con alternative non tossiche e altrettanto efficaci. Tuttavia, meglio conoscere almeno i principali aspetti – al di là dei semplici detersivi – che sarebbe meglio tenere d’occhio quando si parla di salute e sicurezza in casa.

 

1) Deodoranti per l’ambiente - Possono contenere naftalina e formaldeide. Meglio sostituire con qualcosa che contenga zeolite o fragranze naturali da oli essenziali.

 

2) Prodotti per l’arte - Se avete l’hobby dell’arte (pittura, scultura, bricolage…), occhio a colle e mastici epossidici, pitture acriliche e solventi, i pennarelli indelebili: spesso contengono sostanze cancerogene.

3) Candele – Evitate quelle alla paraffina aromatizzate artificialmente: producono sostanze pericolose (fuliggine compresa). Molto più sicuro usare soltanto candele in cera d’api, con stoppino in cotone.

 

4) Shampoo e detergenti per tappeti e moquette - Cercate soltanto quelli che abbiano ingredienti naturali.

5) Abiti lavati a secco - Preferire abiti che non richiedano percloroetilene per essere puliti: sempre meglio il lavaggio con acqua, che quello a secco; eventualmente, cercate lavaggi a secco che usino anidride carbonica liquida o detergenti a base di succo di agrumi.

6) Antipulci, zecche e pidocchi - Evitate insetticidi a base di lindano.

 

7) Pitture e vernici - Privilegiate i prodotti che a basso contenuto di composti organici volatili (Voc), meglio ancora quelli che non ne hanno affatto. (a bologna per tinteggiare le pareti c’e’ un negozio che utilizza solo tinture non tossiche, piu’ naturali possibili)

8) Microonde - Meglio non cuocere o riscaldare i cibi nei contenitori di plastica, anche se sono quelli studiati apposta per finire nel forno a microonde. Preferite contenitori in ceramica o coccio.

http://curiosity2013.altervista.org/ecco-8-cancerogeni-che-tenete-casa-senza-saperlo/

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