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MASSAGGIO FLOREALE PER EFFLEURAGE SULL'ADDOME

SEMINARIO DI SPAZIO SACRO - IL 6-7 MAGGIO 2017-

MASSAGGIO FLOREALE PER EFFLEURAGE SULL'ADDOME

Massaggio floreale per EFFLEURAGE sull’addome: massaggio con oli essenziali purissimi e fiori di Bach per i disagi intestinali (es: stitichezza) per uomini e donne, per lenire i dolori mestruali, per la cura delle gestanti, per un massaggio rilassante al “cervello femminile”, il nostro 2° cervello

Nel nostro addome c’e’ quello che molti scienziati hanno chiamato “il cervello femminile o 2° cervello” o cervello enterico ed ecco perche’ e’ cosi’ importante prendersene cura sia nei disagi intestinali che nei dolori mestruali, nei momenti di stress ed ansia e nell'aiutare le gestanti e coccolare il nascituro

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POTASSIO E MAGNESIO - MANGANESE E COBALTO OLIGOELEMENTI PER LA SALUTE ... in estate

POTASSIO E MAGNESIO- MANGANESE E COBALTO  (NOI UTILIZZIAMO QUELLI DELLA OLIGOSOL IN FARMACIA)

POTASSIO:

Potassio nel sangue: a cosa serve e quali funzioni svolge:
Il potassio è implicato in diversi processi fisiologici importanti come:

Lo scambio idro-salino a livello cellulare;
La contrattilità dei muscoli lisci (come i vasi sanguigni) e di quelli striati (come i muscoli scheletrici);
Il rilascio dei secreti e degli increti da parte delle cellule endocrine e delle ghiandole esocrine (si tratta di ghiandole che versano il loro secreto all’esterno del corpo o in cavità comunicanti con l’esterno come quelle sudoripare, lacrimali e salivari);
La regolazione della pressione arteriosa;
Potassio e ritenzione idrica
La tanto odiata ritenzione idrica è una condizione multifattoriale alla cui base c’è uno squilibrio tra la quantità di potassio che si trova all’interno delle cellule (ambiente intracellulare) e la quantità di sodio presente nel liquido interstiziale, che circola all’esterno delle cellule (ambiente extracellulare).

In condizioni normali la proporzione di questi due sali dovrebbe essere abbastanza simile per permettere gli scambi necessari all’organismo. Ma uno squilibrio di questi due sali in favore del sodio induce l’organismo a trattenere una maggiore quantità di acqua per ottenere una normale diluizione, causando in questo modo la ritenzione di liquidi che spesso determina la presenza di edema con conseguente rigonfiamento.

Questa caratteristica è dovuta a una proprietà del sale (o meglio del cloruro di sodio), l’igroscopia, e cioè la capacità di assorbire molecole d’acqua presenti nell’ambiente circostante.

Se si soffre di ritenzione idrica o se semplicemente si vuole prevenirla è consigliabile seguire questi consigli:

Seguire uno stile di vita corretto (senza fumo ed alcol);
Praticare regolare e quotidiana attività fisica, almeno mezz’ora al giorno, tutti i giorni, che corrisponde a 10 mila passi;
Scegliere un’alimentazione sana, preferendo cibi ricchi di potassio, riducendo il sale da tavola e tutti i cibi contenenti grandi quantità di sodio come il dado, i salumi, i formaggi stagionati, i prodotti confezionati come crackers salati, patatine, grissini e i piatti surgelati;
Mantenersi idratati quotidianamente, assumendo almeno 1,5 L d’acqua, preferendola a basso apporto di sodio (non più di 20 mg/L).
Potassio e ipertensione
Un recente studio del Research Center avrebbe dimostrato il ruolo fondamentale del potassio sul benessere cardiaco: aumentarne l’assunzione attraverso l’alimentazione contribuirebbe alla prevenzione e alla riduzione della pressione sanguigna nelle persone ipertese.

Se quindi soffrite di ipertensione potete ridurla effettuando regolare attività fisica, riducendo il peso in eccesso, assumendo meno alcol e sale (compresi gli alimenti ricchi di sodio) e aumentando il consumo di cibi ricchi di potassio.

Il potassio nella trasmissione nervosa
In questo delicato e preciso processo sono implicati diversi ioni, tra cui anche il sodio e una particolare struttura proteica (un enzima) che trasporta il sodio e il potassio chiamata appunto pompa sodio-potassio. Quando il neurone (la cellula nervosa per eccellenza) è a riposo la sua membrana risulta polarizzata: carica positivamente all’esterno e negativamente all’interno.

Questa differenza di carica è mantenuta proprio dalla pompa sodio/potassio che, con dispendio energetico della cellula, pompa attivamente ioni sodio fuori e ioni potassio all’interno. Quando, al contrario, il potenziale di membrana viene modificato in direzione contraria, avviene l’iperpolarizzazione.

Quando in un neurone la depolarizzazione supera il valore di soglia, si genera un potenziale d’azione, che è la base del trasferimento di segnali nervosi.

Fonti alimentari di potassio
La normale alimentazione fornisce normalmente adeguate quantità di potassio in quanto tutti gli alimenti (tranne i grassi da condimento, lo zucchero e gli alcolici) sono una fonte di questo oligoelemento.

In particolare gli alimenti di origine vegetali (frutta, verdura, legumi, erbe aromatiche e spezie) e le carni fresche possiedono una maggiore concentrazione di potassio e, soprattutto, un rapporto potassio/sodio maggiore. Per questa distribuzione ubiquitaria del potassio negli alimenti, è molto difficile che possa insorgere una sindrome da carenza alimentare.

Tabella con alcuni degli alimenti più ricchi di potassio (per 100 gr):
Albicocche disidratate
1260mg
Crusca di grano
1160mg
Fichi secchi
1010mg
Ceci secchi
800 mg
Datteri disidratati
750 mg
Fagioli
650 mg
Noci
603 mg
Patate
570 mg
Spinaci
530 mg
Valeriana
459 mg
Avocado
450 mg
Kiwi
460 mg
Cavoletti di Bruxelles
380 mg
Banane
350 mg
Carenza di potassio: cause e sintomi
Se è molto rara una sindrome da carenza alimentare di potassio esistono, invece, alcune condizioni che possono determinare una riduzione della quantità di potassio come avviene in alcune patologie dell’apparato digerente (vomito e/o diarrea protratti; abuso di lassativi), dell’apparato renale (alcune nefropatie croniche) o patologie endocrino-metaboliche (iperaldosteronismo e chetoacidosi diabetica).

In condizione di carenza di potassio i sintomi più comuni sono l’astenia (stanchezza), la confusione mentale (spesso presente nelle persone anziane per l’uso di diuretici e scambiata inizialmente per un principio di demenza senile), la riduzione dell’attenzione, l’ansia, l’anoressia e il torpore.

Gravi ipokaliemie (< 2,5 mEq/l) possono causare alterazioni della motilità intestinale con conseguente ileo paralitico, ma anche alterazioni del ritmo cardiaco anche mortali.

Tossicità: cause da eccesso
La tossicità acuta da eccessiva ingestione di potassio è un fenomeno più che altro accidentale, causato da somministrazione per via orale (enterale) o parenterale di oltre 17,5 g/die, soprattutto in caso di insufficienza renale oppure in associazione a farmaci potassio-risparmiatori (alcuni diuretici e farmaci antipertensivi).

In questo caso l’iperkaliemia acuta può determinare modificazioni ECGgrafiche importanti che possono causare anche l’arresto cardiaco.

In caso di iperpotassiemia è necessario seguire per alcuni giorni un’alimentazione povera di potassio, alimentazione indicata anche per chi soffre di insufficienza renale cronica.

MAGNESIO:

Il magnesio è un minerale importantissimo per la salute di tutto l’organismo. Interviene in numerose funzioni corporee e si trova soprattutto nelle ossa. Le fonti principali sono gli alimenti vegetali; il fabbisogno giornaliero dipende da numerosi fattori.
Ruolo del magnesio
Il magnesio è, come il calcio, fondamentale per salute e lo sviluppo delle ossa e dei denti. Il corpo di un adulto contiene circa 25 grammi di magnesio; più della metà è localizzato nelle ossa; circa un quarto si trova nei muscoli, compreso il muscolo cardiaco; il resto è distribuito principalmente nel fegato, nel sangue, nei reni e nell’apparato digerente.

Il magnesio svolge quindi numerose funzioni: partecipa alla costituzione dello scheletro; rinforza lo smalto dei denti; regola la sintesi delle proteine, il metabolismo di lipidi e glucidi, la pressione sanguigna, la trasmissione dell’impulso nervoso, le attività enzimatiche, le contrazioni muscolari, la coagulazione del sangue. Il magnesio interviene anche nei meccanismi di regolazione del sonno e del tono dell’umore.

La dose raccomandata giornaliera di magnesio non è uguale per tutti; dipende dal peso corporeo, dall’età, dal sesso e da particolari condizioni generali o di salute. Per esempio, in gravidanza il fabbisogno aumenta di circa 40 mg al giorno. Secondo la Commission of the European Communities (1993), la dose giornaliera raccomandata è compresa tra 150 e 500 mg/die.

Il magnesio deve essere assunto principalmente tramite l’alimentazione; in caso di carenza di magnesio il medico può consigliare una supplementazione con specifici integratori, che comunque non sostituiscono una dieta corretta.

Il mantenimento della concentrazione plasmatica di magnesio dipende in larga parte dall’apporto alimentare e dall’efficienza del meccanismo di conservazione a livello renale e intestinale.

Il magnesio si trova principalmente nei vegetali: nella frutta secca; nei legumi; nei cereali integrali; nel cacao e, di conseguenza, nel cioccolato; nella frutta e nella verdura fresca, soprattutto verdura a foglia verde e banane. Ne sono, inoltre, ricchi alcuni alimenti ittici. Anche carne e latticini contengono magnesio, ma in quantità inferiori rispetto ai vegetali. Circa l’80% del magnesio presente nei cereali si perde con la raffinazione; dunque, un cereale molto raffinato è povero di questo minerale.

Il momento migliore per assumere magnesio attraverso la dieta è a colazione: un esempio di colazione ricca di magnesio? Yogurt con cereali integrali, qualche noce e una banana e farete il pieno di magnesio!

In generale, una dieta ricca di alimenti vegetali contiene più magnesio di una maggiormente basata sull’assunzione di carne e derivati animali. L’organismo trattiene circa un terzo del magnesio assunto con il cibo, mentre il resto viene eliminato tramite le feci, l’urina e il sudore.

Chi suda di più ha bisogno di una dose giornaliera maggiore di questo prezioso oligoelemento; è quindi ancora più importante fare attenzione all’assunzione di magnesio in caso di attività fisica intensa, quando si fanno abitualmente saune e in altre situazioni in cui si può verificare sudorazione abbondante, per esempio in chi soffre di iperidrosi (eccessiva sudorazione) o nelle donne in menopausa.

MANGANESE:

Il manganese è un nutriente poco conosciuto, vediamo che funzioni ha nell’organismo, come integrarlo con la dieta e quali possono essere le conseguenza di carenza ed eccesso.
Il manganese è un attivatore enzimatico e interviene in numerose funzioni metaboliche. È importante soprattutto per:

La crescita delle ossa e delle articolazioni;
La sintesi del collagene;
Il metabolismo di glucidi, grassi, steroidi e alcuni ormoni proteici.
Nel corpo di un adulto sono presenti circa 15 mg di manganese, contenuti prevalentemente nelle ossa, ma anche in pancreas, reni e fegato.
Il manganese utilizza la stessa proteina del ferro, nel trasporto ematico: la transferrina. L’escrezione avviene principalmente per via biliare e non per via urinaria.
L’assorbimento del manganese è molto limitato ed è condizionato da ferro e cobalto, ma anche dai valori di fosforo, calcio e fibra alimentare.

Carenza di manganese e intossicazione
Stando alla letteratura scientifica, la carenza di manganese nell’uomo è un evento rarissimo e la causa principale sembrerebbe essere un cattivo uso dei terreni e dei fertilizzanti. Le manifestazioni carenziali non sono ancora state tracciate con certezza; si ipotizza, comunque, che possa causare danni a ossa e cartilagini, alla capacità riproduttiva e al metabolismo glucidico e lipidico. Sono stati studiati gli effetti della carenza di manganese sul sistema nervoso ed è stato ipotizzato che questa possa avere una relazione con l’epilessia.

L’intossicazione da manganese è rara e, comunque, sia per il suo scarso assorbimento, sia per la regolare escrezione tramite la bile, non sono noti casi di questo fenomeno correlati all’assunzione con la dieta. La tossicità del manganese può derivare piuttosto dalla sovraesposizione a fonti industriali e farmaceutiche ed è stata descritta prevalentemente nei lavoratori addetti all’estrazione e alla raffinazione di questo minerale;

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i sintomi sono prevalentemente di natura neurologica e comprendono allucinazioni e disturbi comportamentali quali umore altalenante e comportamenti compulsivi, seguiti da disturbi caratteristici del parkinsonismo; nei minatori cileni sono stati osservati sintomi quali grave irritabilità e tendenza alla violenza, per tale motivo è stata coniata la definizione di “pazzia da manganese”.

Manganese, quanto bisognerebbe assumerne?
Non esiste ad oggi una consesus sulla dose raccomandata di manganese. Si stima che la quantità consigliata sia compresa tra 2 e 4 mg al giorno, ma non tutti sono d’accordo. Alcuni studiosi, infatti, considerando che l’assorbimento reale del manganese risulta piuttosto scarso, consigliano dosi più elevate, che si aggirano intorno ai 20 mg/die. Il fabbisogno quotidiano di manganese, infatti, non è stato ancora definito in maniera precisa.

L’assunzione della pillola interagisce negativamente con l’assorbimento di manganese.
Non ci sono particolari controindicazioni alla supplementazione di manganese, fatta eccezione per l’ipertensione grave.

Il manganese, infatti, è un ipertensore.

Alimenti che contengono manganese
Tra gli alimenti più ricchi di manganese troviamo la farine non raffinate, il tè, le noci, i legumi, il riso integrale e molti tipi di verdure. Per esempio, 100 grammi di tè contengono circa 130 mg di manganese.
Questo minerale è contenuto in discrete quantità in molte spezie, per esempio zenzero, chiodi di garofano, zafferano, cannella, alloro, timo, curcuma e pepe.

Anche la menta essiccata ne contiene un discreto quantitativo.

ZINCO:

Lo zinco è un minerale meno conosciuto di altri ma è comunque molto importante per la salute dell’organismo, soprattutto in fase di crescita. Scopriamo tutte le funzioni dello zinco, quanto dovremmo assumerne e come inserirlo nella dieta.
Il nostro organismo contiene solo 1-2,5 grammi di zinco, eppure, grazie alle sue proprietà, lo zinco è un minerale importantissimo per il buon funzionamento del corpo. Lo zinco è, infatti, un componente di decine e decine di sistemi enzimatici e interviene in numerosi processi organici.

Si trova soprattutto nelle ossa, nei denti, nei capelli, nella cute, nell’occhio (iride e retina), nel fegato, nei muscoli e nei testicoli. Si trova, inoltre, in alcuni fluidi corporei e in particolare nello sperma.

Proprietà dello zinco, fisiologia e funzioni organiche
Lo zinco svolge numerose funzioni nel nostro organismo, in particolare è molto importante per:

La divisione cellulare; è dunque fondamentale in fase di crescita; è, inoltre, di primaria importanza per la riproduzione.
I meccanismi respiratori e, in particolare, l’eliminazione di diossido di carbonio.
Il funzionamento del sistema immunitario.
La cicatrizzazione delle ferite.
La costruzione delle proteine, del sangue e del nostro materiale genetico.
Gli uomini perdono circa mezzo milligrammo di zinco ogni volta che si verifica l’eiaculazione. Essendo coinvolto nei processi di crescita, la carenza di zinco andrebbe evitata soprattutto nei bambini e nelle donne in gravidanza.

Zinco e alimentazione
Gli alimenti vegetali più ricchi di zinco sono i semi oleosi; per integrare questo minerale nell’alimentazione è sufficiente inserire nella dieta quotidiana un pugnetto di semi di zucca, semi di girasole, mandorle, anacardi, pistacchi o nocciole. Anche i legumi, i frutti di mare e i cereali integrali sono buone fonti di zinco.

Quanto zinco dovremmo assumere con l’alimentazione? È stato stimato che l’organismo ha bisogno di circa 2,5 mg di zinco al giorno e che di quello che introduciamo con gli alimenti viene assorbito il 10-40%; la biodisponibilità, dunque, è molto importante quando parliamo di zinco.

Gli uomini consumano più zinco delle donne e dunque dovrebbero assumerne un quantitativo maggiore. Considerando un assorbimento medio pari circa al 20%, le donne dovrebbero assumere 8/10 mg di zinco al giorno, mentre per gli uomini la dose raccomandata giornaliera sale a 11/13,5 mg. In gravidanza e durante l’allattamento, il fabbisogno di zinco aumenta ed è pari a 15 mg nel primo caso e a 19 mg nel secondo caso.

Biodisponibilità dello zinco
Esistono fattori che favorisco l’assorbimento di zinco e altri che lo inibiscono, il loro equilibrio ne determina la disponibilità effettiva per l’organismo. Si tratta di un meccanismo molto complesso e ancora non completamente noto. L’insieme, all’interno di un pasto, di zinco, fitati e calcio, in grandi quantità, può ridurre l’assorbimento di zinco.

Fattori che possono inibire la biodisponibilità dello zinco sono:

Consumo di latte e latticini in grandi quantità;
Bevande e alimenti vegetali arricchiti con sali di calcio in grandi quantità;
Assunzione prolungata di integratori di calcio, in associazione ad alimenti che contengono zinco e fitati (per esempio, legumi e cereali integrali).
Fattori che favoriscono la biodisponibilità dello zinco sono:

Mettere in ammollo i legumi, i semi oleosi o i cereali prima di cucinarli;
Consumo di alimenti lievitati a base di farina di grano integrale (ricca di zinco);
Consumo di alimenti fermentati (per esempio pane lievitato naturalmente, in cui l’acido lattico che si forma può favorire l’assorbimento di zinco);
Consumo di semi oleosi tostati.
Uso di alimenti germogliati.
Fonti: Diventare vegani, Brenda Davis e Vesanto Melina, Macro Edizioni
Manuale Merk di diagnosi e terapia, Robert S. Porter, Springer Verlag

 

COBALTO:

Cos'è il cobalto
Simbolo chimico: Co3+
Il cobalto è un elemento ferromagnetico di colore bianco argenteo. Stabile in aria e inalterato in acqua, a temperatura ambiente è poco resistente e scarsamente duttile.

Non si trova allo stato puro in natura e viene estratto da altri minerali quali la cobaltite e la linneite come sottoprodotto dell’estrazione di nichel e rame. È usato in leghe particolarmente resistenti al calore in vari settori dell’industria.

Il cobalto è un minerale essenziale per il normale funzionamento e mantenimento dei globuli rossi e delle cellule dell’organismo umano, anche se presente soltanto in tracce. 

Benefici e proprietà
Il cobalto rientra nella struttura della vitamina B12 e come tale interviene nella sintesi degli acidi nucleici, in molti processi enzimatici e nel metabolismo del metabolismo del ferro e inoltre è indispensabile all’accrescimento al mantenimento del peso corporeo.

Stimola l’attività di alcune ghiandole endocrine (tiroide, pancreas e surrenali) e la produzione di globuli rossi, accelerandone il processo di maturazione e allungandone la vita. Una carenza di cobalto è responsabile di disturbi circolatori ed emicranie, in caso di deficit, può determinare l’anemia perniciosa e lentezza nello sviluppo. 

Fabbisogno giornaliero di cobalto
Non ci sono specifiche raccomandazioni sulle dosi raccomandate di cobalto da assumere con l'alimentazione. Il fabbisogno di questo minerale, infatti, è basso (dai 5 agli 8 microgrammi) e può essere facilmente soddisfatto attraverso la dieta, poiché è molto diffuso nella maggior parte degli alimenti.


Effetti del cobalto sulla psiche e sullo spirito
Il cobalto intensifica l’esigenza di cambiamento, risveglia la curiosità e la naturale attitudine verso una visione spirituale dell’esistenza. Genera gioia di vivere, attenua la malinconia e la nostalgia.

www.SALUTENATURALE.IT

 

 

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INQUINAMENTO DOMESTICO : TUTTE LE PIANTE CHE PURIFICANO L'ARIA IN CASA

INQUINAMENTO DOMESTICO – TUTTE LE PIANTE CHE PURIFICANO L’ARIA IN CASA

 

LA NATURA CI VIENE IN SOCCORSO ANCHE NELLE NOSTRE ABITAZIONI GRAZIE A 10 SPLENDIDE PIANTE CHE ASSORBONO LE SOSTANZE NOCIVE DELLE QUATTRO MURA

 

Per mantenere salubre la vostra abitazione e contro l’inquinamento domestico occorre cura e attenzione.

Pulviscoli, batteri e funghi sono estremamente volatili e la loro quantità aumenta se l’aria della vostra casa è viziata e stantia. Basta aprire le finestre 10 minuti al giorno per 3 volte al di per rendere le quattro mura domestiche un luogo vivibile: cambiando spesso aria si evitano muffe agli angoli delle pareti, e gas e micropolveri escono per far entrare aria fresca.

Anche i vapori del bagno, della cucina, lavanderia, del fumo delle sigarette o incensi devono essere espulsi, affinché il vostro corpo ritrovi vitalità e benessere.

Il momento migliore per cambiare aria è quello dopo il temporale, quando l’aria si arricchisce di ioni negativi (che influenzano il buon umore) e si purifica.

Oltre al cambio d’aria, per tenere salubri le vostre abitazioni ci sono le care piante che accorrono sempre in nostro aiuto.

Avere delle piante in appartamento non è solo bello, ma anche salubre: quelli che tra voi credono di avere il pollice nero, provino a prendersi cura di una pianta riflettendo sul fatto che non è solo ornamentale, ma che vi è utile e che giova alla vostra salute!

Tornando alle nostre amiche piante, esse sono in grado di umidificare e purificare gli ambienti, poiché catturano le sostanze nocive volatili demolendole. Alcuni studi condotti dalla Nasa hanno dimostrato che alcuni tipi di piante riescono ad abbattere anidride solforosa, formaldeide, benzene, tricloroetilene, anidride solforosa, toluene e altre sostanze decisamente tossiche.

Questo processo avviene grazie alla fotosintesi clorofilliana: di giorno le piante assumono anidride carbonica e rilasciano ossigeno. Di notte avviene l’esatto contrario, per cui vi sconsigliamo di tenerle nella camera da letto.

MA VEDIAMO NEL DETTAGLIO LE 10 PIANTE ANTI-INQUINAMENTO DOMESTICO

 

1- Aloe vera. Pianta robustissima che richiede pochissima acqua e manutenzione. Gradisce le temperature moderate e sopporta benissimo quelle alte: tenetela in casa d’inverno, non vicino al riscaldamento, e fuori d’estate (quando le temperature esterne raggiungono i 20 gradi) ma mai al sole battente, sempre in penombra. L’Aloe assorbe formaldeide.

 

2 – Chamaedorea, Kenzia. Pianta molto resistente che richiede poca acqua. È molto efficace nell’assorbimento di benzene e formaldeide.

 

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3 – Crisantemo. Il bistrattato fiore dei morti è, in realtà, un potente assorbente di trielina e ammoniaca.

 

4 – Dracena Compacta. Assorbe benzene, formaldeide e tricloroetilene.

 

5 – Dracena marginata. Ottima per l’assorbimento di tricloroetilene e benzene.

 

6 – Edera. Assorbe benzene e tricloroetilene.

 

7 – Ficus beniamina, robusta, retusa. Bellissima pianta eccellente per l’assorbimento di formaldeide. Richiede molta luce e non sopporta le correnti d’aria.

 

8 – Gerbera. Assorbe trielina, monossido di carbonio e benzene. In estate sta bene fuori, ma d’inverno meglio se la tenete in casa. La gerbera richiede molta luce.

 

9 – Pothos (Scindapsus). Combatte le emissioni di formaldeide ed è adatta anche a luoghi poco luminosi.

 

10 – Spatillo (Spatifillum). Abbatte gli effluvi negativi di solventi, alcoli, acetone, benzene e formaldeide. È una pianta che va innaffiata spesso e rilascia molta umidità.

di – Giulia Landi

 

Fonte: http://stilenaturale.com

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la demografia : un nuovo corso accademico per capire l'andamento del nostro pianeta

Solo nei primi cinque giorni del 2017 la popolazione mondiale è aumentata di un milione di essere umani al netto delle morti. Per il 2030 si stima che raggiungeremo gli 8.5 miliardi di persone e per il 2050 la soglia psicologica dei 10 miliardi: per quella data molti lettori (compreso il sottoscritto) saranno ancora vivi a meno di sorte avversa. La domanda che ci dovremmo porre sarà pertanto che tipo di vita ci attenderà in un pianeta cosi affollato in cui già oggi sappiamo che necessitiamo di un altro pianeta solo per smaltire i rifiuti che produciamo e per poterci approvvigionare di materie prime ?

*

Mi scrivono spesso genitori che hanno figli adolescenti i quali entro la prossima estate dovranno decidere il proprio percorso di studi, chiedendomi a mio modo di vedere quali possano essere i percorsi universitari in grado di offrire le maggiori garanzie per un inserimento nel mondo del lavoro una volta completato il loro cursus accademico.

Sull’argomento abbiamo scritto numerosi redazionali ed anche uno degli ultimi pamphlet si è occupato di approfondire questa tematica, tuttavia in aggiunta a quanto già espresso in precedenti occasioni mi sento di affiancare anche una nuova tematica dominante per l’epoca che stiamo vivendo e per quelle che ci aspetteranno innanzi. La demografia.

Può sembrare un argomento velleitario o di aspetto secondario invece dalla sua comprensione ed evoluzione possiamo comprendere l’economia attuale, la dinamica dei paesi emergenti, la politica estera dei players planetari, le aggressioni immigratorie al momento in atto nel cuore del Mediterraneo, gli investimenti da intraprendere nel futuro e soprattutto gli stili di vita che ci troveremo ad affrontare.

Oggi più che mai studiare economia con l’intento di intraprendere investimenti sia finanziari che immobiliari significa studiare la demografia del nostro pianeta. L’ho menzionato spesso questo interrogativo da porre a qualche vostro conoscente od amico: chiedetegli a quanti esseri umani ammonta oggi la popolazione umana. Non sorprendetevi se qualcuno vi dovesse dire sei miliardi e qualcosa. In vero al momento in cui sto scrivendo abbiamo superato i sette miliardi e 475 milioni.

Solo nei primi cinque giorni del 2017 la popolazione mondiale è aumentate di un milione di essere umani al netto delle morti. Per il 2030 si stima che raggiungeremo gli 8.5 miliardi di persone e per il 2050 la soglia psicologica dei 10 miliardi: per quella data molti lettori (compreso il sottoscritto) saranno ancora vivi a meno di sorte avversa. La domanda che ci dovremmo porre sarà pertanto che tipo di vita ci attenderà in un pianeta cosi affollato in cui già oggi sappiamo che necessitiamo di un altro pianeta solo per smaltire i rifiuti che produciamo e per poterci approvvigionare di materie prime.

La crescita della popolazione durante questo lasso di tempo non sarà omogenea ed uguale, condivisa pertanto in ugual proporzione tra tutte le aree geografiche del pianeta: questa è l’essenza della preoccupazione attuale.

Il Vecchio Continente ad esempio perderà circa il 20% della sua attuale popolazione con evidenti problematiche riguardanti la sostenibilità finanziaria dei suoi meccanismi di welfare.

Nazioni come Germania, Italia e Spagna perderanno milioni di abitanti a seguito del crollo della natalità, mentre altri paesi europei a fronte di protezionismo sociale e storici legami con altre nazioni colonia beneficeranno invece di un incremento della loro popolazione, questo è il caso di Francia e Regno Unito ad esempio. Sarà soprattutto l’Africa subsahariana a fornire il contributo più consistente con il raddoppio della popolazione complessiva entro il 2030 passando da 1.2 miliardi di persone agli oltre 2.3 previsti per il 2050. Possiamo immaginare in tal senso la pressione demografia che dovrà gestire l’Europa negli anni a venire.

Se la crisi immigratoria che stiamo vivendo fosse un libro, adesso staremmo leggendo solo la prefazione.

Per fornire alcuni dati di paragone Etiopia ed Egitto (paesi che al momento non sono colpiti da conflitti civili o crisi umanitarie simili a quelli che invece sta vivendo la Siria) rappresentano rispettivamente la dodicesima e quindicesima nazione più popolata del mondo:

la popolazione dell’Etiopia ammonta a oltre 103 milioni di persone, più di Spagna ed Italia messe assieme. La Nigeria con i suoi 190 milioni di persone rappresenta il settimo paese più popolato al mondo oltre che il principale motore di crescita economica per tutto il continente africano.

Quelle che oggi sono considerate le nazioni più popolose del pianeta, Cina ed India, saranno caratterizzate da due dinamiche demografiche decisamente distinte. La Cina ha una popolazione di 1.385 milioni di persone contro i 1.335 milioni dell’India: sostanzialmente una differenza di appena cinquanta milioni di persone. Tuttavia nonostante questi dati entro il 2050 la nazione più popolata al mondo sarà proprio l’India, mentre la Cina, può sembrare un paradosso, subirà una contrazione di circa 35 milioni di persone. Questa è una conseguenza indiretta dei gravi squilibri demografici cinesi dovuti prima al grande balzo in avanti di Mao Tse Tung e successivamente alla politica di controllo delle nascita introdotta da Deng Xiaoping per evitare il collasso alimentare del paese. Oggi la Cina è un paese che invecchia più velocemente dell’Italia a causa del silent genocide avvenuto nelle decadi precedenti (soppressione occulta del primogenito qualora fosse stato di sesso femminile).

Non avremo solo la Cina ad essere caratterizzata da una consistente contrazione demografica rapportata alla sua popolazione, si affiancheranno ad essa anche il Giappone con una perdita netta di 25 milioni di abitanti, Germania con quasi 10 milioni in meno, Russia con meno di 8 milioni, Romania con meno di 6 milioni, Italia e Polonia con meno 5 milioni e Spagna con meno 4 milioni.

Nelle economie sviluppate il tema dominante nei prossimi cinque anni sarà rappresentato dalla sostenibilità finanziaria dei sistemi di welfare and healthcare, i quali non potranno più solo basarsi sul sostegno della fiscalità diffusa, obbligando in tal mondo la moltitudine delle masse a ricorrere a meccanismi di prevenzioni privati (leggasi assicurazioni mediche) su base spontanea. Le nazioni che saranno oggetto di aggressione demografica da parte di quelle più esuberanti dovranno rivedere interamente le loro politiche sociali e soprattutto le modalità di integrazione (forzata) al fine di consentire livelli di vivibilità con conseguenze il meno invasive possibili.

Ovviamente queste proiezioni prendono in considerazione i livelli di crescita attuale e stimati per i prossimi decenni sulla base dei modelli demografici con cui sino ad oggi la popolazione mondiale si è sviluppata nel tempo. Solo fenomeni esogeni di portata mondiale potrebbero modificare in misura rilevante quanto rappresentato sopra: mi riferisco in tal senso a carestie alimentari, epidemie su scala mondiale o un significativo calo delle disponibilità alimentari per improvvisi mutamenti climatici avversi. L’economia mondiale ed i mercati finanziari seguiranno a ruota il tutto: rimarrà da scoprire che tipo di seguito avremo in tal senso.

 

http://www.eugeniobenetazzo.com/economia-dinamiche-demografiche/

 

gio.donaudi@gmail.com

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COME PROTEGGERSI DALLA LUCE BLU DI PC, TABLET E SMARTPHONE

Ogni giorno trascorriamo, per lavoro, studio o svago, molte ore davanti ai monitor di pc, tablet o cellulari, con conseguenti effetti nocivi sul nostro organismo. Come proteggersi dalla luce blu che emettono questi dispositivi?

Prima di tutto ognuno di noi per avere un rapporto sano con la tecnologia dovrebbe cercare di capire se sta esagerando o meno.

Oggi, infatti, l’utilizzo dei dispositivi elettronici, per motivi di lavoro/studio ma anche per trascorrere il tempo libero sui social networks, ci porta a stare per molte ore davanti a schermi di varia dimensione.

Conseguenze della prolungata esposizione alle luci blu sul nostro organismo
La luce blu è la causa dei danni che i nostri occhi e il nostro organismo subiscono con una prolungata esposizione ai monitor. La luce blu è la parte dello spettro del visibile ad alta energia vicina all’ultravioletto, che è compresa tra i 380 e i 500 nm. Viene emessa dal sole e da tutte le “nuove sorgenti luminose” a LED.

I LED, siano essi per illuminazione ambientale o per gli schermi dei dispositivi elettronici, emettono molta più luce blu rispetto alle tradizionali lampadine ad incandescenza o alogene.

Dopo 6-8 ore di utilizzo, la maggior parte delle persone che lavora a PC presenta sintomi più o meno gravi.

 

1) Il rossore oculare, l’irritazione agli occhi, la secchezza degli occhi sono correlati alla minor frequenza dell’ammiccamento (battito di ciglia), che è un riflesso automatico del nostro corpo nel momento in cui si fissa una fonte luminosa.

2) La stanchezza visiva è dovuta al fatto che sui monitor si leggono caratteri molto piccoli, mettendo a dura prova la muscolatura oculare.

3) L’insonnia è dovuta all’effetto della luce blu sulla secrezione di melatonina. Il nostro cervello riceve dagli occhi un’informazione sbagliata (luce blu=pieno giorno) e blocca la secrezione di questa sostanza fondamentale per la corretta regolazione del sonno, peggiorandone la qualità e nei casi più gravi anche l’insonnia.

4) Il mal di testa è una conseguenza dell’eccessivo affaticamento degli occhi.

5) Nel lungo periodo invece la luce blu facilita l’insorgenza di maculopatia¹, una degenerazione del tessuto della retina che può portare a cecità.

Come difendersi dalla luce blu?

In primis consigliamo la regola del 20-20-20: ogni 20 minuti di utilizzo del PC fare una pausa di 20 secondi fissando un oggetto ad almeno 20 metri di distanza. In questo modo i muscoli oculari riprendono per qualche istante la loro posizione più naturale, diminuendo il rischio di miopia.

È molto importante anche l’illuminazione della stanza e mantenere una corretta postura, cercando avere il monitor ad un’altezza tale da non dover inclinare eccessivamente il capo. Possono bastare anche un paio di libri sotto al monitor o un rialzo per notebook.

Dal punto di vista protettivo invece, esistono in commercio diversi prodotti studiati per proteggerci dalla luce blu dei monitor, come ad esempio quelli lanciati dall’italianissima nowave che propone, particolari occhiali senza gradazione, che permettono di godere sin dal primo utilizzo di maggior comfort e relax visivo, con montature leggerissime e che accontentano tutti i gusti.

Si tratta di occhiali neutri da indossare in ufficio, all’università, ma anche semplicemente a casa navigando online o guardando la TV. E per chi già indossa occhiali da vista? Nessun problema: in tal caso esistono soluzioni apposite studiate per essere integrate con la propria montatura.

“Le soluzioni fortunatamente non mancano” spiega Mauro Piras, fondatore della giovane realtà made in Italy che promette di migliorare il nostro rapporto con la tecnologia. “Con semplici accorgimenti e proteggendo i nostri occhi con filtri appositi contro la luce blu possiamo lavorare per molte ore al PC senza arrivare a fine serata come se fossimo stati una giornata intera sotto il sole".

Anche se in ogni caso il consiglio migliore rimane quello di limitare al necessario l’esposizione a fonti di luce blu.

Fonte: Age-related maculopathy and the impact of blue light hazard. Peep V. Algvere , J. Marshall

 https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/23659-come-proteggersi-dalla-luce-blu

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