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Massaggio Floreale per Effleurage sull’Addome

MASSAGGIO FLOREALE PER EFFLEURAGE SULL’ADDOME

MASSAGGIO FLOREALE PER EFFLEURAGE SULL’ADDOME:

MASSAGGIO CON OLI ESSENZIALI PURISSIMI E CON I FIORI DI BACH APPROPRIATI

 per i disagi intestinali (es: stitichezza) per uomini e donne, per lenire i dolori mestruali, per un massaggio rilassante al “cervello femminile”,il nostro 2° cervello: “il cervello addominale o enterico”

ATTENZIONE:

NEL RISPETTO DEL CODICE DI CONDOTTA PRESCRITTO DAL D.LGS N° 70 DEL 09/04/2003 I CONTENUTI E LE AFFERMAZIONI CONTENUTE ALL’INTERNO DI QUESTO SITO NON INTENDONO DIAGNOSTICARE, TRATTARE, PREVENIRE DISTURBI  MENTALI O MALATTIE GRAVI. TUTTE LE INFORMAZIONI CONTENUTE SONO A SCOPO INFORMATIVO E NON SONO INTESE COME SOLUZIONI ATTE A SOSTITUIRE I CONSIGLI ED I PARERI DEI MEDICI DI BASE O ALTRI PROFESSIONISTI E NON INTENDONO STIMOLARE L’ATTENZIONE DEGLI UTENTI A SOSTITUIRE ALCUN PRODOTTO/CURA MEDICINALE.  NOI SIAMO COMPLEMENTARI ! 

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Nel nostro addome c’e’ quello che molti scienziati hanno chiamato  “il cervello femminile o 2° cervello” o cervello enterico ed ecco perche’ e’ cosi’ importante prendersene cura sia nei disagi intestinali che nei dolori mestruali, nei momenti di stress ed ansia e nell’aiutare le gestanti e coccolare il nascituro

Il Massaggio per Effleurage puo’ essere applicato in molte zone del corpo. Noi parleremo solo dell’addome.

Effleurage significa sfiorare o toccare dolcemente, il massaggio per effleurage possiamo definirlo l’arte di accarezzare

Il tocco sapiente, dolce, la forma che fa scivolare le mani e i vostri sentimenti del momento, il variare della  velocità,  sono una vasta gamma di stimoli  che possono incantare la persona ricevente. Avrete a vostra disposizione un gran numero di dichiarazioni tattili al vostro servizio.

Percepirete la persona nei suoi bisogni e nella sua sensibilita’ . Una musica può guidare il ritmo e la recita di qualche bija mantra possono aiutare nella cura.

Il tocco , con entrambe le mani con i palmi aperti e la mano piatta, e’ inizialmente leggero dolce e rilassante, preliminare doveroso per permettere agli oli essenziali purissimi in sinergia con i fiori di Bach appropriati a penetrare nei tessuti sottostanti , il tutto con movimenti scorrevoli, piacevoli per eliminare le tensioni riscaldando i muscoli e rendendo il corpo in grado di ricevere tutti i benefici sia del massaggio che degli elisir preziosi utilizzati.  

Esso può Essere utile anche come una cura di transizione tra le diverse tecniche di massaggio.

Le carezze iniziali  offerte con i palmi delle mani sono modellate in base alla forma del corpo, ottenendo moti uniformi e basse intensità.

L’accarezzare lento è una fonte di relax. Come suggerisce il nome, è il movimento lento che contraddistingue questa tecnica. Esso porta con un effetto benefico a calmare i nervi riducendo in tal modo l’ansia.  Stimolando il corpo la sua applicazione consente di ottimizzare la circolazione sanguigna e linfatica.

Si applica solo ad una pelle pulita e sana.

In aggiunta al movimento longitudinale, un movimento circolare può dare effetti molto sensuali soprattutto se applicato sulle zone sensibili o altamente energetiche.

Lo zigzag o forma ondulata puo’ portare una nota estrosa e fornire una perdita di segnali sensoriali convenzionali.

Utilizzando  talvolta la punta delle dita, la sensazione è completamente diversa.

In tutti i casi, è la fluidità di movimento che fornirà il massimo effetto rilassante e indurra’ un senso di fiducia a favore del massaggiatore.

L’Effleurage permette una efficace penetrazioni di oli essenziali purissimi e fiori di Bach  e con questa base anche lo slittamento delle mani sulla superficie della pelle è più semplice e il sangue  regola il flusso linfatico locale. Riscaldati i muscoli superficiali, il lavoro diventa piu’ profondo: gradualmente premuto  questo contatto sarà mantenuto in modo permanente con la pelle, si applica cosi’ una scorrevole, consapevole, ritmica pressione che rimane tuttavia benevola. Dopo  gia’ 40 minuti  la micro-vascolarizzazione cutanea si riattiva cosi’ anche il “lavoro dell’intestino” poiche’ la stitichezza crea  spesso i piu’ grandi disagi.

Vengono leniti dolori  mestruali e spasmi spiacevoli

Esso puo’ essere utile nei problemi della pelle, dei muscoli e dei tendini

Gli oli e i fiori appropriati, in una miscela di olio vegetale bio di Baobab o di Avocado o di Tamanu, penetra nella pelle e apporta grandi benefici :

la pelle è spessa o sottile, flessibile, innervata e ricca di vasi sanguigni, e’ più o meno correlata ai muscoli e agli organi sottostanti che possono usufruire degli effetti benefici di queste sinergie.

Le informazioni d’amore delle mani sulla pelle, quelle benefiche e calmanti degli elisir, penetrano non solo nel corpo della persona ma anche la psiche e l’anima troveranno il loro conforto e un nuovo benessere.

Grazie! 

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Nel nostro addome c’e’ quello che molti scienziati hanno chiamato  “il cervello femminile o 2° cervello” o cervello enterico ed ecco perche’ e’ cosi’ importante prendersene cura sia nei disagi intestinali che nei dolori mestruali, nei momenti di stress ed ansia . 

Parliamo di questa intelligenza intestinale chiedendo aiuto agli esperti:

Il secondo cervello o “cervello femminile”

Recenti studi  hanno scoperto l’esistenza di un secondo cervello oltre quello cefalico, localizzato nelle pareti dell’intestino.    Non ci siamo mai accorti dell’esistenza del cervello intestinale, solo perché la coscienza si pensa risieda nella testa, ma molte decisioni spesso sono prese dalla pancia o, meglio, dai centri nervosi lì appena scoperti.  In tutte le culture, nei modi di dire, nel senso comune, la pancia è tradizionalmente la sede principale dei sentimenti e delle emozioni. Per gli scienziati, essa conteneva un semplice tubo, governato da riflessi, finché a qualcuno non è venuto in mente di contare le fibre nervose dell’intestino ed ha così scoperto l’esistenza del cervello intestinale, quasi una copia di quello della testa. Anche fisicamente hanno qualcosa in comune. Entrambi producono sostanze psicoattive, che influenzano gli stati d’animo. 

Il cervello intestinale lavora in modo autonomo e invia più segnali al cervello di quanti non ne riceva da esso ! Aiuta a fissare ricordi legati alle emozioni, può ammalarsi, soffrire di stress e sviluppare proprie nevrosi, prova sensazioni, pensa, ricorda.

Che bisogno c’era di due cervelli?   Nella scatola cranica tutto non ci stava, per far passare i collegamenti col resto del corpo il collo avrebbe dovuto avere un diametro molto grosso. E poi, appena dopo la nascita, il neonato deve mangiare, bere, digerire: meglio che queste funzioni siano autonome. Durante la formazione dell’embrione, quindi, una parte delle cellule nervose viene inglobata nella testa, un’altra nell’addome. 

I collegamenti tra i due sono tenuti dal midollo spinale e dal nervo vago. Al secondo cervello sono associate «le decisioni viscerali», spontanee e inconsapevoli: hanno un ruolo importante la gioia e il dolore.

Per studiare la mente intestinale è nata una nuova scienza: la neurogastro-enterologia, le cui basi furono gettate, a metà dell’800, da Leopold Auerbach, un neurologo tedesco. 

Quella che per noi è solo una bistecca, per l’intestino è una realtà fatta di milioni di sostanze chimiche da analizzare, per decidere se si tratta di elementi da assorbire, di un veleno o di un microrganismo da tenere a distanza. E cosi’ e’ per le informazioni che l’ambiente circostante costantemente ci invia

Le prospettive della Neurogastroenterologia secondo i gastroenterologi:

La neurologia dell’apparato digerente o neurogastroenterologia è una scienza sviluppatasi nel corso di questi ultimi 25-30 anni che si propone di studiare le caratteristiche morfologiche e funzionali dell’innervazione dell’intero apparato digestivo ed in particolare del canale alimentare. I risultati di importanti contributi scientifici dimostrano inequivocabilmente che il sistema nervoso enterico, ossia l’insieme di cellule nervose incluse nella parete del tubo digerente, funziona ed agisce autonomamente come un vero e proprio cervello, tanto che gli Autori anglosassoni sono soliti definirlo con il termine di “little brain” o “piccolo cervello”.

La parola “little”, peraltro, è già stata posta in discussione, dato che il sistema nervoso enterico regola e controlla pressocchè tutte le fasi della digestione, come, ad esempio, il trasporto degli ingesti lungo tutto il tratto alimentare, l’assorbimento dei nutrienti contenuti nei cibi e le secrezioni gastriche, pancreatiche, intestinali e biliari. Recenti ricerche hanno dimostrato che l’innervazione enterica è preposta anche al controllo di buona parte del flusso ematico addominale e che interagisce costantemente con le cellule del sistema immunitario della mucosa gastrointestinale. Per svolgere tutte queste complesse attività regolatrici, i neuroni dell’apparato digerente sintetizzano e rilasciano, a seguito di adeguati stimoli, una vastissima gamma di sostanze chimiche.

Si stima che il numero complessivo di questi messaggeri chimici di cui il sistema nervoso enterico è provvisto sia paragonabile a quello presente nei neuroni del sistema nervoso centrale. Ogni qual volta alterazioni e/o malattie alterano la struttura e/o la funzione regolatrice dell’innervazione enterica si manifestano disfunzioni gastrointestinali più o meno severe sul piano clinico a seconda dell’entità del danno neurologico subito. Tali patologie rientrano nel grande bacino delle cosiddette malattie funzionali dell’apparato digerente.

Gli obiettivi futuri che la neurogastroenterologia si ripropone sono quelli di identificare i meccanismi fisiopatologici che soggiacciono alle malattie funzionali gastrointestinali e scoprire opzioni terapeutiche sempre più mirate ed efficaci.

A cura di Roberto De Giorgio, Dip. di Medicina Interna Policlinico S.Orsola-Malpighi, Bologna

INTESTINO E CERVELLO:

Intestino e cervello hanno embriologicamente la stessa origine nella medesima massa di tessuti: una parte diventa il sistema nervoso centrale, mentre l’altra diventa sistema nervoso enterico (deputato a governare le funzioni fondamentali dell’apparato digerente), collegate tra loro dal nervo vago…Sembra pero’ che il nervo vago, collegamento tra i due sistemi nervosi, costituisca solo una minima parte della comunicazione che avviene in entrambe le direzioni . Il sistema nervoso centrale è assolutamente necessario per la deglutizione e l’atto della defecazione, ma dal momento in cui il cibo viene deglutito a quello in cui viene espulso l’intestino può regolare da solo tutte le fasi.

Le ricerche più recenti hanno inoltre scoperto che il cervello enterico produce il 95% della serotonina, uno dei principali neurotrasmettitori del sistema nervoso (Lanza, 2009).

Questa sostanza è responsabile, a livello locale, del riflesso peristaltico che consente il passaggio del cibo attraverso il tubo digerente ed è un fattore di crescita che influisce sullo sviluppo del sistema nervoso enterico.

L’intestino sarebbe addirittura in grado di memorizzare stress e ansie utilizzando le stesse sostanze chimiche (serotonina, dopamina, sostanze oppiacee e antidolorifiche) impiegate nel cervello cranico per fissare i ricordi (Lanza, 2009). Regolando l’attività delle cellule nervose enteriche e il rilascio di neurotrasmettitori attivi nello sviluppo, come la serotonina, sembra si possa modificare l’andamento del sistema nervoso enterico.

Per questo motivo è molto importante trattare, con rimedi riequilibranti la flora batterica intestinale e con una corretta alimentazione l’intestino immaturo. Che i due cervelli parlino il medesimo linguaggio chimico si può osservare nel fatto che gli psicofarmaci possono avere effetti intestinali, quali vomito e diarrea, e farmaci che agiscono sull’apparato intestinale possono avere effetti sul cervello

(ad esempio vi sono dei farmaci utilizzati per trattare la sindrome del colon irritabile che contengono serotonina, il principale neurotrasmettitore del sistema nervoso, per cui producono degli effetti anche a livello cerebrale, migliorando, ad esempio, il tono dell’umore.)  

Inoltre solo il sistema nervoso centrale e quello enterico possiedono interneuroni  che non passano semplicemente i segnali dai recettori sensoriali ai muscoli, ghiandole e vasi sanguigni, ma consentono di modulare ed elaborare le informazioni ricevute

I due cervelli funzionano, quindi, in modo autonomo e integrato influenzandosi a vicenda. Si può sperimentare questo rapporto quando si ha, ad esempio, mal di testa o insonnia da cattiva digestione o una stretta allo stomaco in situazioni di stress mentale (Lanza, 2009).

DISTURBI PSICOSOMATICI DELL’INTESTINO

Secondo gli psicologi clinici:

Le malattie possono essere influenzate dal modo in cui  la nostra pancia funziona. Si sente spesso dire: “l’ho sentito con la pancia che succedeva questo” E’ un modi dire che ha un senso perche’ il sistema gastroenterico è dotato di un cervello e prova emozioni. La chiave dei sentimenti di rabbia, tensione, stress sono nella pancia perche’ questo cervello regola le emozioni, i ricordi , i dispiaceri e il piacere.

Impariamo cosi’ che non solo il cuore e’ un “contenitore” di emozioni e sentimenti, ma anche questo cervello possiede tutte le sue funzioni psico-neurologiche. L’intestino e’ intelligente e autonomo e condiziona molte parti della nostra vita

Come dice Roberto Pani Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia all’ Università di Bologna:

Esso e’ un’organo dentro il quale funziona un tipo di sistema nervoso che a contatto con stimoli esterni é in grado di mediare i riflessi in completa assenza di input dal cervello o dal midollo spinale!

L’intestino, pur avendo pochi neuroni del cervello, funziona autonomamente, permette di fissare i ricordi legati alle emozioni e quindi ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore come nel cervello, a livello ipotalamico nel sistema del cervello prefrontale, l’amigdala deputata alle emozioni ha un ruolo fondamentale rispetto alla dinamica degli affetti (attaccamento-fuga).

Le stesse cellule del colon producono grandi quantità di serotonina, il neurotrasmettitore del benessere.

La serotonina è coinvolta in numerose e importanti funzioni biologiche: ciclo sonno-veglia, desiderio sessuale, senso di fame/sazietà, umore e peristalsi. Avere un livello di serotonina bassa può comportare disturbi dell’umore, dinamiche psichiche di natura sessuale, profondità del sonno oppure insonnia, funzioni legate alla peristalsi, forti stati psichici soggettivi, meteorologici, ecc

Nel nostro ventre infatti troviamo porzioni di tessuto neuronale autonomo. L’intestino rilascia serotonina in seguito a stimoli esterni, il contatto con cibo, ma anche suoni o colori.

Gli studi suggeriscono che già il feto in in crescita sia in grado di cogliere il mondo sensoriale legato ai suoni e alla luce. Esiste dunque un’asse pancia-sistema nervoso centrale.

La serotonina influenza l’appetito e i disturbi del comportamento alimentare, determinando resistenze verso il senso di sazietà, una riduzione o aumento di desiderio di carboidrati e di proteine e una riduzione, in genere, della quantità di cibo ingerita, disturbi della sindrome premestruale, voglia di dolci e di cioccolato che stimola la produzione di endorfine che producono piacere all’organismo.

Il sistema nervoso enterico comunica con quello centrale. E quando l’intestino soffre, ad esempio per la sindrome del colon irritabile, la persona ne risente, anche a livello psicologico. L’intestino reagisce al cibo ingerito, sa influenzare scelte e difendersi fisicamente, provocando bruciori di stomaco, sindrome gastro-esofagea, gastriti, ulcere, colon irritabile, alterazioni infiammatori del pH con batteri e trasformazioni delle condizioni del terreno intestinale.

Accade anche che sul nostro stomaco gravino le emozioni derivanti da cattive notizie o aiutino la digestione, se si è felici per qualche buona notizia. E’ quasi inutile aggiungere che l’alimentazione corretta sia alleata di un intestino che funzioni bene.

http://www.robertopani.com/2017/02/11/nellintestino-ce-un-secondo-cervello/

ASPETTI SOMATICI E PSICOLOGICI DEL SISTEMA ENTERICO:

Nel modello di pensiero della medicina tradizionale il sintomo viene considerato “psicosomatico” quando non sono evidenti lesioni oggettive di tipo organico (Scognamiglio, R.M., 2008).

In realtà, negli anni Trenta, Alexander mise in discussione che il principale fattore eziologico dei sintomi somatici sia di natura esclusivamente psicologica. Secondo l’autore, infatti, il Sistema Neuro-Vegetativo, all’interno del quale si integrano soma e aspetti affettivo-relazionali, influenza sia il comportamento individuale sia l’attività dei sistemi enzimatici attraverso reti neuronali periferiche.

La sua capacità, quindi, di regolare contemporaneamente la vita istintivo-affettiva e il metabolismo cellulare dimostra come esso rappresenti il legame tra sfera psichica e somatica così da permettere all’organismo di reagire in maniera unitaria agli stimoli interni ed esterni.

La presenza ubiquitaria dell’innervazione neurovegetativa fa sì che quasi tutti gli organi e tessuti dell’organismo rispondano all’attivazione del Sistema Nervoso Centrale e che queste risposte interagiscono tra loro creando schemi molto complessi. A questo si aggiunge inoltre una variabilità somatopsichica individuale. La risposta vegetativa è dipendente, infatti, oltre che dal tipo, dalla natura e dalla intensità dello stimolo, anche dalla struttura genetica individuale e dalle precedenti esperienze che, attraverso meccanismi di apprendimento e memoria condizionano il tipo e l’entità della risposta emozionale somatica del soggetto (Lanza, 2009).

Gli schemi di risposta dei sistemi interessati alla reazione emozionale e cognitiva (SNC, SNV, SE) sono, quindi, profondamente diversi a seconda della fase di sviluppo in cui si verifica la reazione emozionale, per cui a parità di stimolazione emozionale e cognitiva il tipo di risposta fisiologica è diversa in base all’età.

Se in una determinata fase dello sviluppo si sperimenta un’emozione intensa e prolungata nel tempo collegata ad uno stimolo preciso, la reazione fisiologica può venire fissata sotto forma di memoria emozionale o imprinting psicobiologico: le reazioni emozionali possono essere condizionate da processi di apprendimento risalenti addirittura alla vita intrauterina.

Il bambino reagirà agli stimoli ambientali con le caratteristiche del suo stadio di sviluppo, mantenendo però in memoria la traccia degli schemi stimolo-reazione precedenti; questo fa sì che modelli fissati in un momento dello sviluppo possano riattivarsi nel caso si riproducano le condizioni di eccitamento emozionale che ne hanno condizionato la fissazione (Lanza, 2009).

Secondo la neurogastroenterologia  odierna il cervello responsabile della componente psico-emotiva è addirittura quello enterico, per cui non esisterebbe più un solo percorso eziologico a senso unico, ossia conflitto emotivo → cervello → organo, ma un’ambivalenza di ruoli (Lanza, 2009).

La possibilità che un’anomalia del sistema nervoso dell’intestino in sé possa essere la causa di disturbi intestinali è stata presa in considerazione solo recentemente. Anche perché un sistema nervoso enterico che funziona correttamente non raggiunge mai la soglia della percezione. Se non viene rilevata nessuna lesione conclamata, il dolore enterico solitamente viene sminuito dal mondo medico e viene data la colpa a processi mentali neurotici  il dolore e/o fastidio che una persona avverte nell’addome può corrispondere, invece, a un dolore o fastidio reale provocato da anomalie fisiche o chimiche presenti nell’intestino di quella persona.

I pensieri possono quindi alterare ciò che succede nell’intestino, ma nulla impedisce al sistema nervoso enterico in sé di dare origine a disturbi intestinali indipendentemente da ordini ricevuti dal cervello della testa (Gershon, 1998).

In ambito applicativo clinico, conoscere il rapporto tra intestino e gli altri sistemi vitali può essere utile, per lo Psicosomatologo, nella scelta della metodologia di intervento terapeutico. È possibile, quindi, intervenire su una problematica intestinale con tecniche interpretative ed elaborative di parola oppure con tecniche emozionali sul corpo (Es. effleurage) ; così come si possono invece somministrare rimedi naturali riequilibranti la flora batterica intestinale e ottenere miglioramenti anche in altri apparati del corpo.

Ad esempio, lavorando sul sistema intestinale, si può ottenere un rafforzamento del sistema immunitario, un innalzamento del quadro energetico in quanto viene aiutato il metabolismo dei cibi, ma anche un beneficio a livello umorale; questo perchè il corretto smaltimento dei rifiuti del nostro organismo garantisce un importante ricambio tossinico che altrimenti ristagnerebbe nel nostro corpo producendo sintomi quali stanchezza, nervosismo e irritabilità.

http://psicologiapsicosomatica.com/2016/02/01/i-disturbi-psicosomatici-dellintestino/

***

L’EFFLEURAGE ADDOLCISCE LE EMOZIONI E LE CAREZZE RICEVUTE SULL’ADDOME PORTERANNO INFORMAZIONI POSITIVE AL NOSTRO CERVELLO FEMMINILE O SECONDO CERVELLO O CERVELLO ENTERICO, SIA A LIVELLO FISICO CHE PSICOLOGICO ED ESSO SARA’ STIMOLATO A FUNZIONARE MEGLIO E POTRA’LENIRE DOLORI E ANSIE DI CUI SI E’ FATTO CARICO,TRASMUTANDOLE A BENEFICIO DI ENTRAMBI

*** 

 Nel seminario parleremo anche delle proprieta’ e dei benefici apportati dagli oli vegetali ed essenziali purissimi utilizzati e dai Fiori di Bach selezionati in una miscela appropriata per le necessita’ che abbiamo nominato

Per iscrizioni: info@spaziosacro.it

TENUTO DA :

Carmen Cattani ( naturopata )    [ profilo ]

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PS:  Uno  studio del Dr. T. Colin Campbell  biochimico e nutrizionista  ha dimostrato che accarezzare la zona addominale e sacrale  dolcemente causa un aumento significativo della pressione di ossigeno transcutaneo (riflessione del microcircolo cutaneo) a grande beneficio per la persona trattata.

 

 

 

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