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LO ZOO DI NAPOLI, UN LAGER IN CITTA'

 

1comunicato stampaLO ZOO DI NAPOLI, UN LAGER IN CITTÀL’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli rifiuta l’esistenza dello Zoo, luogo abominevole che offende la dignità animale ed umanaPiù di un anno fa abbiamo assistito al fallimento della società Parks and Leisure della famiglia Falchero che ha gestito l’Edenlandia e lo Zoo di Napoli per un lungo periodo. La sciagurata e deplorevole conduzione dello Zoo, purtroppo, ha condizionato seriamente la vita stessa dei poveri animali, costretti a vivere, per tantissimo tempo, in modo precario, molto spesso al limite della sopravvivenza. Ma, era risaputo che le drammatiche e tristi vicende dello Zoo si protraevano già da anni: rischio di chiusura, licenziamento dei dipendenti e tragico destino per gli animali.Il periodo successivo al fallimento della Parks and Leisure fu assurdo e terribile: per lunghi periodi tutte le problematiche dello Zoo comparivano sui giornali o nei videogiornali, per lunghissimi periodi, invece, sparivano completamente, come se i poveri animali uscendo dalle loro gabbie o dai loro recinti, fossero andati in vacanza. Mai, nessun problema degli animali dello Zoo di Napoli è andato in vacanza, in tutto lo Zoo regnava uno stato di abbandono, e gli animali, per incuria e disinteresse, continuavano a vivere tra rifiuti e strutture fatiscenti. Sulle pagine on-line di ‘la Repubblica’ la giornalista Cristina Zagaria scriveva: “Gabbie, ferro, reti, ruggine, incuria, abbandono, spazzatura, bottiglie di candeggina vuote, fili elettrici a vistaL’elefante fa fatica a muoversi in uno spazio ristretto. Cartacce e rifiuti riempiono la gabbia dei leoni. Le capre, protette solo da un riparo di fortuna, sguazzano nel fango, dopo le piogge della scorsa settimana. Gatti randagi sonnecchiano nella voliera degli avvoltoi. Muffe, crepe, strutture fatiscenti e una carcassa di coniglio nella vasca delle oche. Ecco lo zoo”.Nei tanti incontri con politici locali ed altre associazioni ambientaliste ed animaliste, ho sottolineato, a nome della mia associazione, l’assoluto rifiuto verso lo Zoo, proponendo che le aree occupate dello Zoo di Napoli potessero essere utilizzate da percorsi faunistici virtuali che riproponevano con filmati, foto, disegni e composizioni la reale vita degli animali, quella vissuta nei loro ambienti naturali senza le limitazioni imposte da sbarre, muri, fili spinati e fossati che ricordano tristemente i lager nazisti.Dopo slogan e mirabolanti promesse politiche mai mantenute dagli amministratori cittadini, la Clear Leisure (già Brainspark) di Alfredo Villa, gestirà tra qualche settimana l’area dello Zoo e dell’Edenlandia grazie alla conclusione di una trattativa privata col Comune di Napoli. Perché l’area occupata dallo Zoo, per grandissima parte di proprietà del Comune di Napoli, è gestita da un privato? E’ una scelta iniqua e immorale poiché in città sono davvero poche le zone verdi disponibili per i cittadini e l’area occupata dallo Zoo poteva rappresentare un vastissimo spazio che, oltre a favorire un contatto diretto con la natura, avrebbe incoraggiato molti a socializzare per rimuovere la fredda solitudine metropolitana. Inoltre, non sarebbe stato meglio utilizzare l’area dello Zoo per costruire un grande canile municipale per accogliere cani abbandonati o nati nelle strade? L’abbandono dei cani non costituisce soltanto un problema etico, che dovrebbe turbare le nostre coscienze, ma è anche un problema sanitario e sociale poiché incrementa il triste fenomeno del randagismo che2negli ultimi decenni ha assunto dimensioni preoccupanti, un fenomeno in crescita che non accenna a regredire, facilmente riscontrabile nei piccoli e nei grandi centri. Nelle periferie di Napoli il problema del randagismo è diffuso e i canili che esistono in città, pur gestiti da persone che mostrano amore per gli animali, sono spesso precari per la mancanza di fondi. Gli amministratori comunali avrebbero potuto affrontare il problema del randagismo in maniera razionale e seria, grazie ad una struttura spaziosa che avrebbe anche consentito la costruzione di un ambulatorio veterinario per le cure più urgenti.La scelta degli amministratori napoletani purtroppo non è cambiata: lo Zoo continuerà ad esistere, nella nostra città sarà ancora attiva una struttura che produce profitto grazie alla sofferenza ed alla spettacolarizzazione degli animali, ai quali sono negati i più elementari principi della cultura animalista ed ambientalista, principi ridotti a semplici slogan da campagna elettorale utilizzati da alcuni gruppi politici e da qualche sedicente politico soltanto per conquistare le simpatie ed i voti di quei cittadini che negano qualsiasi barbarie nei confronti degli animali. Anche se il numero delle associazioni e dei cittadini nettamente contrari all’esistenza dello Zoo sono in continua crescita, gli amministratori comunali di Napoli non hanno prestato ascolto alle loro richieste, seguendo, invece, strade lontanissime dalla tutela ambientale e faunistica, che conducono alla segregazione forzata degli animali.La Clear Leisure ha nei suoi programmi l’ampliamento di alcuni recinti e gabbie per “segregare” altri animali. Noi dell’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli ci opponiamo fermamente alla “deportazione animale” ed a “nuove e vecchie segregazioni” poiché, secondo le nostre già note posizioni, gli Zoo rappresentano lo sfruttamento animale, la prevaricazione dei loro diritti e l’esposizione forzata all’interno di luoghi angusti ed opprimenti. Agli animali, come agli uomini, non può essere negato il più elementare dei valori, quello della libertà. La nostra associazione, quindi, grida con forza e rabbia che la società civile deve assolutamente schierarsi contro l’esistenza di strutture che imprigionano altri esseri viventi negandogli la libertà e la dignità. Abbiamo sempre sostenuto che con la definitiva chiusura dello Zoo gli animali giovani, quelli in buona salute e quelli gestibili dovranno ritornare nei loro habitat naturali, mentre quelli anziani o ammalati, dovranno rimanere nella struttura, assistiti e curati da personale specializzato, a spese della comunità, sino alla fine della loro vita.Gli Zoo non rappresentano neanche aree scientifiche e pedagogiche, come spesso molti vorrebbero far credere. In queste tristi realtà, gli animali sono mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie. E’ assurdo conoscere un animale quando è segregato in un ambiente che gli è estraneo, vederlo “alienato” girare in tondo per ammirarne soltanto le fattezze. Per acquisire una seria e reale conoscenza faunistica, invece, è importante che l’animale ed il suo ambiente naturale non siano assolutamente separati.Michele Di GerioReferente tutela diritti degli animali non umanidell’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli

comunicato stampa

 

LO ZOO DI NAPOLI, UN LAGER IN CITTÀ

 

L’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli rifiuta l’esistenza dello Zoo, luogo abominevole che offende la dignità animale ed umanaPiù di un anno fa abbiamo assistito al fallimento della società Parks and Leisure della famiglia Falchero che ha gestito l’Edenlandia e lo Zoo di Napoli per un lungo periodo. La sciagurata e deplorevole conduzione dello Zoo, purtroppo, ha condizionato seriamente la vita stessa dei poveri animali, costretti a vivere, per tantissimo tempo, in modo precario, molto spesso al limite della sopravvivenza. Ma, era risaputo che le drammatiche e tristi vicende dello Zoo si protraevano già da anni: rischio di chiusura, licenziamento dei dipendenti e tragico destino per gli animali.Il periodo successivo al fallimento della Parks and Leisure fu assurdo e terribile: per lunghi periodi tutte le problematiche dello Zoo comparivano sui giornali o nei videogiornali, per lunghissimi periodi, invece, sparivano completamente, come se i poveri animali uscendo dalle loro gabbie o dai loro recinti, fossero andati in vacanza. Mai, nessun problema degli animali dello Zoo di Napoli è andato in vacanza, in tutto lo Zoo regnava uno stato di abbandono, e gli animali, per incuria e disinteresse, continuavano a vivere tra rifiuti e strutture fatiscenti. Sulle pagine on-line di ‘la Repubblica’ la giornalista Cristina Zagaria scriveva: “Gabbie, ferro, reti, ruggine, incuria, abbandono, spazzatura, bottiglie di candeggina vuote, fili elettrici a vistaL’elefante fa fatica a muoversi in uno spazio ristretto. Cartacce e rifiuti riempiono la gabbia dei leoni. Le capre, protette solo da un riparo di fortuna, sguazzano nel fango, dopo le piogge della scorsa settimana. Gatti randagi sonnecchiano nella voliera degli avvoltoi. Muffe, crepe, strutture fatiscenti e una carcassa di coniglio nella vasca delle oche. Ecco lo zoo”.Nei tanti incontri con politici locali ed altre associazioni ambientaliste ed animaliste, ho sottolineato, a nome della mia associazione, l’assoluto rifiuto verso lo Zoo, proponendo che le aree occupate dello Zoo di Napoli potessero essere utilizzate da percorsi faunistici virtuali che riproponevano con filmati, foto, disegni e composizioni la reale vita degli animali, quella vissuta nei loro ambienti naturali senza le limitazioni imposte da sbarre, muri, fili spinati e fossati che ricordano tristemente i lager nazisti.Dopo slogan e mirabolanti promesse politiche mai mantenute dagli amministratori cittadini, la Clear Leisure (già Brainspark) di Alfredo Villa, gestirà tra qualche settimana l’area dello Zoo e dell’Edenlandia grazie alla conclusione di una trattativa privata col Comune di Napoli. Perché l’area occupata dallo Zoo, per grandissima parte di proprietà del Comune di Napoli, è gestita da un privato? E’ una scelta iniqua e immorale poiché in città sono davvero poche le zone verdi disponibili per i cittadini e l’area occupata dallo Zoo poteva rappresentare un vastissimo spazio che, oltre a favorire un contatto diretto con la natura, avrebbe incoraggiato molti a socializzare per rimuovere la fredda solitudine metropolitana. Inoltre, non sarebbe stato meglio utilizzare l’area dello Zoo per costruire un grande canile municipale per accogliere cani abbandonati o nati nelle strade? L’abbandono dei cani non costituisce soltanto un problema etico, che dovrebbe turbare le nostre coscienze, ma è anche un problema sanitario e sociale poiché incrementa il triste fenomeno del randagismo che2negli ultimi decenni ha assunto dimensioni preoccupanti, un fenomeno in crescita che non accenna a regredire, facilmente riscontrabile nei piccoli e nei grandi centri. Nelle periferie di Napoli il problema del randagismo è diffuso e i canili che esistono in città, pur gestiti da persone che mostrano amore per gli animali, sono spesso precari per la mancanza di fondi. Gli amministratori comunali avrebbero potuto affrontare il problema del randagismo in maniera razionale e seria, grazie ad una struttura spaziosa che avrebbe anche consentito la costruzione di un ambulatorio veterinario per le cure più urgenti.La scelta degli amministratori napoletani purtroppo non è cambiata: lo Zoo continuerà ad esistere, nella nostra città sarà ancora attiva una struttura che produce profitto grazie alla sofferenza ed alla spettacolarizzazione degli animali, ai quali sono negati i più elementari principi della cultura animalista ed ambientalista, principi ridotti a semplici slogan da campagna elettorale utilizzati da alcuni gruppi politici e da qualche sedicente politico soltanto per conquistare le simpatie ed i voti di quei cittadini che negano qualsiasi barbarie nei confronti degli animali. Anche se il numero delle associazioni e dei cittadini nettamente contrari all’esistenza dello Zoo sono in continua crescita, gli amministratori comunali di Napoli non hanno prestato ascolto alle loro richieste, seguendo, invece, strade lontanissime dalla tutela ambientale e faunistica, che conducono alla segregazione forzata degli animali.La Clear Leisure ha nei suoi programmi l’ampliamento di alcuni recinti e gabbie per “segregare” altri animali. Noi dell’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli ci opponiamo fermamente alla “deportazione animale” ed a “nuove e vecchie segregazioni” poiché, secondo le nostre già note posizioni, gli Zoo rappresentano lo sfruttamento animale, la prevaricazione dei loro diritti e l’esposizione forzata all’interno di luoghi angusti ed opprimenti. Agli animali, come agli uomini, non può essere negato il più elementare dei valori, quello della libertà. La nostra associazione, quindi, grida con forza e rabbia che la società civile deve assolutamente schierarsi contro l’esistenza di strutture che imprigionano altri esseri viventi negandogli la libertà e la dignità. Abbiamo sempre sostenuto che con la definitiva chiusura dello Zoo gli animali giovani, quelli in buona salute e quelli gestibili dovranno ritornare nei loro habitat naturali, mentre quelli anziani o ammalati, dovranno rimanere nella struttura, assistiti e curati da personale specializzato, a spese della comunità, sino alla fine della loro vita.Gli Zoo non rappresentano neanche aree scientifiche e pedagogiche, come spesso molti vorrebbero far credere. In queste tristi realtà, gli animali sono mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie. E’ assurdo conoscere un animale quando è segregato in un ambiente che gli è estraneo, vederlo “alienato” girare in tondo per ammirarne soltanto le fattezze. Per acquisire una seria e reale conoscenza faunistica, invece, è importante che l’animale ed il suo ambiente naturale non siano assolutamente separati.Michele Di GerioReferente tutela diritti degli animali non umanidell’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli

 

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Olio essenziale di Tea Tree - Albero del the

L'olio essenziale di Tea Tree si ottiene dalle foglie di Melaleuca una pianta conosciuta con il nome di Albero del tè (Tea Tree appunto) ma che non ha niente a che fare con la pianta del tè con le cui foglie si prepara la nota bevanda. La regione di origine è l'Australia (Nuovo Galles del Sud), e nonostante esistano oltre 300 varietà di questa pianta, l'olio di ricava solo da una di questa, laMelaleuca Alternifolia. Le sue foglie sono strette e morbide, e di colore verde chiaro, mentre i fiori hanno una tonalità di colore che varia dal crema al giallo.

 

Storia e curiosità

 

I marinai inglesi arrivati in Australia sotto la guida del capitano James Cook usavano le foglie di questa pianta per preparare un infuso dissetante, da questa usanza deriva il nome di Albero del tè. Tuttavia gli aborigeni australiani conoscevano già bene le proprietà terapeutiche della Melaleuca: le sue foglie venivano usate per curare punture di insetti, morsi di animali, e infezioni cutanee di vario tipo, mentre l'infuso veniva usato per disinfettare le ferite, mentre mescolato alla terra veniva usato per lenire infiammazioni acute e croniche. Nel 1925 un medico australiano (Arthur Penfold) pubblico uno studio frutto di tre anni di ricerche in cui dimostrava il potere disinfettante dell'olio di malaleuca, ben superiore a quello dei prodotti fino ad ora utilizzati. Alla fine degli anni 30 il suo potere antibatterico era ormai assodato, ma l'arrivo degli antibiotici di sintesi fece si che restasse in secondo piano. Negli anni 80 altre ricerche rilevarono che l'olio di Malaleuca, tra gli antibiotici naturali, svolge una interessante e valida alternativa in diverse situazioni, come la cura dell'acne, delle vaginiti, della candidosi, oltre ad essere un valido supporto nella terapia di infezioni batteriche o virali delle vie respiratorie, e di micosi della cute e delle unghie.

 

 

 

Il boom del tea tree oil e la produzione

 

 

 

Negli ultimi decenni con il rinnovato interesse per rimedi e prodotti naturali, l'olio essenziale di Melaleuco ha avuto un vero boom, che ha portato ad una crescita esponenziale della richiesta e della sue produzione. Questo ha fatto si che sono state create grandi monoculture sostenute dall'uso di fertilizzanti e pesticidi. Ecco perchè, come sempre, vi suggeriamo l'acquisto di oli da colture biologiche o in questo caso da piante selvatiche. Alcuni piccoli produttori, qualora non disponessero di certificazione, possono comunque fornire la documentazione in merito alla provenienza.

 

 

 

Come conservare il tea tree oil

 

 

 

Come molti altri oli essenziali, quest'olio si ossida facilmente a contatto con l'aria, per cui deve essere conservato in boccette di vetro scuro, con chiusura ermetica ed al riparo dalla luce. I suoi principi attivi tendono a perdere la loro efficacia nel tempo per cui è consigliabile acquistarlo in piccole dosi.

 

 

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Proprietà e impieghi dell'olio di Melaleuca

 

 

 

L'olio essenziale di tea tree è un antisettico e antimicrobico ad ampio spettro che viene spesso consigliato dal naturopata, in quanto è un rimedio naturale che si presta al trattamento di molteplici disturbi: per impacchi e lavaggi disinfettanti in caso di infezioni e lesioni cutanee, acne, tagli, herpes, punture di insetto, infezioni da funghi,candidosi, micosi della pelle e delle unghie. Può essere inoltre d'aiuto nella cura di afte, gengivite, candidosi del cavo orale. Ha anche funzione disinfettante, antiinfiammatoria e promuove la cicatrizzazione, e come già detto, diantibiotico naturale. E' particolarmente efficace per tutte le forme influenzali, per le malattie da raffreddamento tipiche invernali: raffreddore, tosse, mal di gola.

 

 

 

Influenza, malattie da raffreddamento, stanchezza fisica e mentale.

 

 

 

In caso di influenza, malattie da raffreddamento, tosse, il tea tree oil ha molte possibilità di utilizzo ed è unrimedio naturale assolutamente consigliato. Vaporizzazioni, unzioni del torace, bagni aromatici sono gli usi tipici anche se spesso il suo odore un po' forte e canforato non a tutti gradito fa si che vengano preferiti allo scopo altri oli essenziali come ad esempio quello di eucalipto o di timo. Da tenere presente che il tea tree oil affianca ai suoi benefici fisici anche un'azione tonificante per il sistema nervoso, apportando benefici in caso di stanchezza fisica e mentale, inerzia e tendenza alla depressione, grazie a questa sua azione può essere un valido aiuto per trovare la forza e la determinazione di affrontare le situazioni difficili. Ricordiamo infine l'azione di stimolante delledifese immunitarie.

 

 

 

Come utilizzare il rimedio naturale Tea Tree Oil

 

 

 

Per via esterna si usano concentrazioni tra il 2% e il 15%, normalmente la diluizione avviene in un olio vegetale come ad esempio l'olio di mandorle, di Jojoba, o l'olio di Iperico (avendo in questo caso l'avvertenza di non esporsi alla luce subito dopo l'applicazione), In taluni casi (come nel caso dell'herpes labiale) potrebbe anche essere applicato puro in quanto ben tollerabile, tuttavia per i meno esperti è sempre consigliabile la forma diluita. Nel caso venga usato per sciacqui o gargarismi possono essere diluite 4-5 gocce in un bicchiere d'acqua molto ben mescolata, ma la soluzione ideale è una pre-diluizione in 20/30 gocce di tintura di propoli, oppure in un cucchiaio di miele meglio se vergine e integrale (non lavorato industrialmente). Per frizioni su cuoio capelluto in caso di forfora o prurito è possibile aggiungere qualche goccia di olio essenziale di tea tree (3-4) ad una dose di shampoo oppure 25/30 gocce ogni 200 ml di shampoo. Un'ottima funzione del tea tree oil è quella di depurare l'aria degli ambienti ed è consigliabile diffondere qualche goccia negli ambienti chiusi e frequentati da tante persone, oppure nella stanza di un malato: 3/4 gocce in un fornelletto diffusore di essenze. Soprattutto nei mesi invernali è consigliabile diffonderlo in casa - magari insieme a qualche goccia di olio di eucalipto - su un semplice diffusore ad acqua, oppure 20/30 gocce per 10/15 minuti 2 volte al giorno con diffusore a freddo. Per un pediluvio rigenerante e deodorante: 10 gocce in 4 litri di acqua calda per 10/15 minuti. Infine può anche essere usato per la pulizia di superfici e pavimenti diluendo 2ml (circa 40 gocce) in 8 litri di acqua.

http://www.naturopataonline.org/articoli/28-rimedi-naturali/2378-proprieta-e-uso-del-tea-tree-oil-antibiotico-e-rimedio-naturale-per-influenza-raffreddore-acne/1.html

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FIATO : Che cosa contiene l'aglio ... I principi attivi e il bene noto fiato

Chi non ha mai fatto caso al fiato maleodorante che ci viene dopo aver mangiato aglio soprattutto se fresco? Dobbiamo ringraziare il suo più noto principio attivo: l'allicina che a seguito di processi enzimatici viene trasformata in allina. L’allicina è un composto solforato che contiene zolfo, ogni processo digestivo , o anche di semplice maneggiamento all’ aria libera questi composti volatili. Il processo di eliminazione è aereo tramite la respirazione e per via polmonare. Ecco spiegato il ben noto alito . Non è certo quindi un caso che nel Louis Pasteur nel lontano  1859 ebbe modo di verificarne l’ efficacia nella cura contro la malattia del tifo che guarda caso colpisce proprio le vie respiratorie ed i polmoni. L’aglio è un antibiotico con una notevole azione inibente su molti ceppi batterici. In passato proprio per questa sua proprietà, era utilizzato versandone direttamente il succo fresco su ferite.

 

I principi attivi farmacologici dell’aglio sono molti tra cui i più conosciuti e studiati sono l’alliina e la garlicina. Indicativa anche la presenza  di minerali e vitamine: potassio, magnesio, calcio, manganese, selenio, Vitamina C (solo nell’aglio fresco), Vitamina A b1 b2 e PP. Sono presenti anche altre sostanze tra cui alcaloidi enzimi e fitosteroli, di cui vedremo l’ utilità a breve .

 

Le proprietà curative dell’aglio: sistema immunitario e cardiocircolatorio

 

Le proprietà benefiche e curative dell’aglio sono molteL’aglio rinforza il sistema immunitario grazie alla presenza del Selenio e alla sua azione anti battericida e vermicida. L’ eliminazione dell’ alliina favorisce l’espettorazione. Possiede inoltre la  capacità di abbassare la pressione sanguigna esprimendo un‘azione antiipertensiva. I benefici non finiscono ancora: è stata verificata azione benefica nell’abbassare il tasso di colesterolo  nel proteggerci dall’ aterosclerosi. L’aglio ha anche proprietà anticoagulante prevenendo l’ aggregazione piastrinica causa di trombi.

 

Aglio un rimedio naturale per flora batterica intestinale

 

Tutti gli antibiotici di sintesi hanno una caratteristica comune: a livello intestinale uccidono tutti i batteri, sia quelli dannosi che quelli utili al nostro organismo ( e sistema immunitario!) Un antico rimedio naturale, usato da secoli come l’aglio, in questo senso sa fare meglio: si occupa solo dei batteri patogeni e riesce addirittura a favorire la crescita dei saprofiti (i batteri utili) . Per questo motivo è raccomandato anche da molti naturopati proprio in casi didisbiosi intestinale a seguito di cure antibiotiche.

 

Aglio e proprietà antitumorali

 

Molti medici, naturopati e ricercatori ne sono convinti: l’ aglio può essere usato anche nel trattamento di alcuni tumori. A fare ben sperare sono proprio alcuni risultati su test condotti su animali in cui si è potuto verificare che l’aglio fresco e intero ( quindi non alterato da manipolazioni o da cottura) inibisce la crescita tumorale.

 

L’ aglio è anche attivo contro l’Helicobacter pylori un batterio responsabile di causare ulcere gastriche e di alcune forme tumorali dello stomaco.

 

Aglio un rimedio anche per la chelazione dei metalli tossici?

 

Il problema della diffusione incontrollata dei metalli tossici minaccia sempre più la nostra salute. I metalli pesanti colpiscono in particolar modo il sistema nervoso, i polmoni reni e fegato.  Da naturopata non posso che consigliarvi di aumentare l’utilizzo di aglio fresco nella vostra dieta. Il motivo è presto spiegato: i composti solforati che contiene l’ aglio si legano stabilmente con il piombo il cadmio ed il mercurio presente nel nostro organismo, permettendone l’ eliminazione.

 

L’aglio ti fa anche più bello: Dona bellezza alla pelle e rinforza i capelli.

 

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Avete mai sentito parlare dell’inositolo? L’inositolo è semplicemente il nome tecnico della  Vitamina B 7. Tra le molte funzioni della B7 è proprio la crescita dei capelli. L’aglio contiene una sostanza chiamata acido Fitinico. Quest’acido in parte si lega le sostanze minerali permettendo quindi l’ utilizzo dei numerosi minerali e oligoelementi che contiene e in parte è  trasformarsi in inositolo.

 

Dosaggi dell’ aglio fresco

 

Ma quanto aglio serve al nostro benessere? Qualunque sia lo scopo per cui lo assumete , la prima regola da rispettare è la costanza. Se lo scopo è di tipo preventivo o come tonico generale, sono sufficienti 2-3 spicchi al giorno. Se volete bloccare una fastidiosa diarrea, i dosaggi aumentano: da 5 a 10 spicchi consumati durante l’arco dell’ intera giornata. Non eccedere nei dosaggi in unica somministrazione: l’aglio può irritare lo stomaco.

 

Ricetta per tintura madre d’aglio

 

L’aglio può essere usato anche sotto forma di tintura madre. Potete prepararvela tranquillamente da voi: la ricetta per la preparazione è semplice: bastano 400 g di aglio fresco, 250 g di alcol (va bene anche la grappa).

 

Preparazione della tintura d’aglio: spremere l’aglio senza usare strumenti metallici, unirlo con l’alcol in un contenitore chiuso e lasciatelo riposare almeno 2 settimane. Filtrare e lasciare riposare per un'altra settimana. Dosaggi: 15 gg 3 volte al giorno.

 

Se volete provare il succo fresco su piccole ferite o punture d’insetti, la preparazione casalinga prevede l’ uso di spicchi d’aglio freschi pestati sino a produrre un liquido che andrà diluito dieci a uno e aggiunto ad una soluzione di acqua e alcol al 30 %. Va conservato in luogo fresco e buio e può durare alcuni mesi.

 

Gli integratori a base di aglio

 

Sono molti e spesso mischiati con altri rimedi fitoterapici in base alla destinazione d’uso. Per quanto riguarda l’aglio,controllate le percentuali di allina o allicina. Può differire molto da un integratore all’altro.

 

Utilizzo pratico, Precauzioni e Controindicazioni dell’ Aglio.

 

La forma erboristica più efficace è l’aglio fresco intero. La cottura e le alterazioni diminuiscono la sua efficacia come antibiotico. Se usato con moderazione a bassi dosaggi, non ha particolari controindicazioni se non una personale ipersensibilità che può portare a fenomeni allergici. In tal caso sospendere l’assunzione.  Prestare attenzione in caso di persone che soffrano di problemi all’apparato gastrico: gastrite esofagite, reflusso esofageo e ulceraUn eccesso di aglio può aumentare le secrezioni di acido cloridrico. Si raccomanda di mangiarlo in piccole dosi frazionate durante le giornate allo scopo di non irritare le stomaco.

Aglio rimedio per la cura del mal di denti?

http://www.naturopataonline.org/articoli/28-rimedi-naturali/2382-la-cura-dell-aglio-un-rimedio-naturale-dalle-propriet-benefiche/1.html

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Curare il cancro con il virus dell'Herpes

Arriva una buona notizia dall’Università di Bologna nel campo della ricerca contro il cancro. Dopo anni di studi si è arrivati ad un buon risultato nella manipolazione di un virus in grado di aggredire i tumori. Si tratta di un particolare virus dell’herpes, efficace sia quando iniettato all’interno della neoplasia che per via generale. Tale scoperta aprirebbe la via a nuove forme di terapie contro il carcinoma uterino e della mammella. L’herpes modificato in laboratorio non aggredisce le cellule sane, quindi non compaiono le classiche lesioni erpetiche in zona labiale. È tuttavia in grado di riconoscere e distruggere i tumori del seno e dell’ovaio che presentano uno specifico marcatore (HER-2). Se questa sperimentazione dovesse andare a buon fine sarebbe una splendida notizia considerato che solo in Italia questi due tipi di neoplasie colpiscono 42mila donne all’anno provocando almeno 10mila vittime.

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SONNOLENZA E LEUCOCITOSI DI KOUCHAKOFF

COS'E' LA SONNOLENZA

Possiamo definire la sonnolenza come un torpore psicofisico caratterizzato dal bisogno di dormire, legato a diversi fattori, non escluso quello stagionale. Un antico proverbio parla, non fuori luogo, di "Aprile dolce dormire".
Per la medicina, la sonnolenza è un indicatore di sovraccarico epatico e di steatosi epatica (fegato grasso), e quindi di un dismetabolismo dei glucidi e/o dei grassi.
Al di là di ogni considerazione patologica, la sonnolenza tende ad essereindice di un cattivo stile di vita, dove manca il cibo vitale, manca il movimento, manca il sole, manca la respirazione profonda e ritmata. La sonnolenza è tipica dei grandi mangiatori di carne, che la risolvono col digestivo, col caffè, col the, col dolcetto e con le cole.

ACCETTABILI IL BREVE PISOLINO E LA SIESTA, MA NON I COLPI DI SONNO AL VOLANTE

Un minimo di sonnolenza, è accettabile, e nessuno si scandalizza per un pisolino di 15 o 30' nel dopo-pasto. In certi paesi esiste persino la religione della siesta. Pericoloso invece guidare l'auto nei lunghi percorsi in condizioni di sonnolenza, soprattutto se da soli e in ore notturne. Resistere alla sonnolenza, quando si è al volante, può essere fatale per sé e per gli altri. Consigliabile fermarsi e fare un sonnellino, o sgranchirsi le gambe, o darsi una bella rinfrescata al viso.

SONNOLENZA POST-PRANDIALE E LEUCOCITOSI DIGESTIVA

La sonnolenza può essere di tipo fisiologico e compensativo, in chi è a semplice debito di sonno e di calorie, e può essere di tipo patologico in diversi altri casi, come in quello postprandiale, che indica per l'appunto unamoltiplicazione abnorme dei leucociti.

IL TROPPO DIMENTICATO ESPERIMENTO DI KOUCHAKOFF

Nell'esperimento di Paul Kouchakoff, presentato alla 1° Conferenza Mondiale di Microbiologia di Parigi nel 1930, si era dimostrato, mediante provette di sangue, prelevate prima di pranzo e due orette dopo, che i leucociti in fase pre-prandriale erano, per i tre gruppi di persone testate (vegancrudiste, latte-ovo vegetariane e carnivore), sulla normale media delle 6000 unità per mmc di sangue.

In fase post-prandiale succedeva di tutto.
Nei normali vegetariani c'era un raddoppio dei leucociti a 12000 leucociti e oltre.
Nei carnivori c'era una triplicazione a 18000 e oltre.
Nei vegancrudisti nessuna variazione, 6000 prima e 6000 dopo.

I medici di oggi tendono a ricordare le cose che gli fanno comodo, e a mettere nel dimenticatoi quelle imbarazzanti, anche se cariche di brillantezza scientifica.

LA LEUCOCITOSI E' UNA ENNESIMA PROVA DEL NOVE CHE L'UOMO E' VEGAN PER DISEGNO

Kouchakoff non fece in tempo a vincere il Nobel della Medicina, ma i suoi allievi sì, e furono premiati nel 1948. Quella della moltiplicazione leucocitica, una specie di attacco temporaneo di leucemia, dimostra con chiarezza come l'organismo umano digerisca, assimili e gradisca il cibo vegancrudista, malsopportando il cibo vegetariano cotto e ovo-caseinico, e trovando patologica ogni digestione inclusiva di proteine animali.
Ovvio che i cibi proteici e i cibo proibiti scaldino e diano l'illusione di darti la carica. In realtà la digestione carnea è una digestione patologica e avvelenante, per cui il corpo, tramite i suoi neurotrasmettitori ormonali, costringe il cuore a operare in accelerazione e in tachicardia.

UNA BUONA CENTRIFUGA PUO' ESSERE LA SOLUZIONE VINCENTE

Consiglio di rileggere le mie tesine "Alimentazione Naturale e salute a 360 gradi", "Cibo per la vita", "L'arte del mangiare semplice e sano", "La grande svolta igienistica", dove trovare tutte le dritte che servono.

Se il problema della sonnolenza è nel fegato intossicato, condizione davvero penosa che porta l'intero organismo a seguirne per sorti, la cosa migliore è ricorrere a una cura di centrifugati includenti carota, sedano, carciofo, tarassaco e zenzero, aggiungendoci sempre 2-3 cucchiai di germe di grano. Consigliabile pertanto l'acquisto di una buona centrifuga. E mettere un forte freno al consumo di amidi cotti, farine 00, cibi dolci e cibi salati, distruttori di calcio e di ferro, e inibitori della vitamina-D.

Valdo Vaccaro

http://www.nonsoloanima.tv/valdovaccaro/index.php?entry=entry130201-130858

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