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LO ZOO DI NAPOLI, UN LAGER IN CITTA'

 

1comunicato stampaLO ZOO DI NAPOLI, UN LAGER IN CITTÀL’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli rifiuta l’esistenza dello Zoo, luogo abominevole che offende la dignità animale ed umanaPiù di un anno fa abbiamo assistito al fallimento della società Parks and Leisure della famiglia Falchero che ha gestito l’Edenlandia e lo Zoo di Napoli per un lungo periodo. La sciagurata e deplorevole conduzione dello Zoo, purtroppo, ha condizionato seriamente la vita stessa dei poveri animali, costretti a vivere, per tantissimo tempo, in modo precario, molto spesso al limite della sopravvivenza. Ma, era risaputo che le drammatiche e tristi vicende dello Zoo si protraevano già da anni: rischio di chiusura, licenziamento dei dipendenti e tragico destino per gli animali.Il periodo successivo al fallimento della Parks and Leisure fu assurdo e terribile: per lunghi periodi tutte le problematiche dello Zoo comparivano sui giornali o nei videogiornali, per lunghissimi periodi, invece, sparivano completamente, come se i poveri animali uscendo dalle loro gabbie o dai loro recinti, fossero andati in vacanza. Mai, nessun problema degli animali dello Zoo di Napoli è andato in vacanza, in tutto lo Zoo regnava uno stato di abbandono, e gli animali, per incuria e disinteresse, continuavano a vivere tra rifiuti e strutture fatiscenti. Sulle pagine on-line di ‘la Repubblica’ la giornalista Cristina Zagaria scriveva: “Gabbie, ferro, reti, ruggine, incuria, abbandono, spazzatura, bottiglie di candeggina vuote, fili elettrici a vistaL’elefante fa fatica a muoversi in uno spazio ristretto. Cartacce e rifiuti riempiono la gabbia dei leoni. Le capre, protette solo da un riparo di fortuna, sguazzano nel fango, dopo le piogge della scorsa settimana. Gatti randagi sonnecchiano nella voliera degli avvoltoi. Muffe, crepe, strutture fatiscenti e una carcassa di coniglio nella vasca delle oche. Ecco lo zoo”.Nei tanti incontri con politici locali ed altre associazioni ambientaliste ed animaliste, ho sottolineato, a nome della mia associazione, l’assoluto rifiuto verso lo Zoo, proponendo che le aree occupate dello Zoo di Napoli potessero essere utilizzate da percorsi faunistici virtuali che riproponevano con filmati, foto, disegni e composizioni la reale vita degli animali, quella vissuta nei loro ambienti naturali senza le limitazioni imposte da sbarre, muri, fili spinati e fossati che ricordano tristemente i lager nazisti.Dopo slogan e mirabolanti promesse politiche mai mantenute dagli amministratori cittadini, la Clear Leisure (già Brainspark) di Alfredo Villa, gestirà tra qualche settimana l’area dello Zoo e dell’Edenlandia grazie alla conclusione di una trattativa privata col Comune di Napoli. Perché l’area occupata dallo Zoo, per grandissima parte di proprietà del Comune di Napoli, è gestita da un privato? E’ una scelta iniqua e immorale poiché in città sono davvero poche le zone verdi disponibili per i cittadini e l’area occupata dallo Zoo poteva rappresentare un vastissimo spazio che, oltre a favorire un contatto diretto con la natura, avrebbe incoraggiato molti a socializzare per rimuovere la fredda solitudine metropolitana. Inoltre, non sarebbe stato meglio utilizzare l’area dello Zoo per costruire un grande canile municipale per accogliere cani abbandonati o nati nelle strade? L’abbandono dei cani non costituisce soltanto un problema etico, che dovrebbe turbare le nostre coscienze, ma è anche un problema sanitario e sociale poiché incrementa il triste fenomeno del randagismo che2negli ultimi decenni ha assunto dimensioni preoccupanti, un fenomeno in crescita che non accenna a regredire, facilmente riscontrabile nei piccoli e nei grandi centri. Nelle periferie di Napoli il problema del randagismo è diffuso e i canili che esistono in città, pur gestiti da persone che mostrano amore per gli animali, sono spesso precari per la mancanza di fondi. Gli amministratori comunali avrebbero potuto affrontare il problema del randagismo in maniera razionale e seria, grazie ad una struttura spaziosa che avrebbe anche consentito la costruzione di un ambulatorio veterinario per le cure più urgenti.La scelta degli amministratori napoletani purtroppo non è cambiata: lo Zoo continuerà ad esistere, nella nostra città sarà ancora attiva una struttura che produce profitto grazie alla sofferenza ed alla spettacolarizzazione degli animali, ai quali sono negati i più elementari principi della cultura animalista ed ambientalista, principi ridotti a semplici slogan da campagna elettorale utilizzati da alcuni gruppi politici e da qualche sedicente politico soltanto per conquistare le simpatie ed i voti di quei cittadini che negano qualsiasi barbarie nei confronti degli animali. Anche se il numero delle associazioni e dei cittadini nettamente contrari all’esistenza dello Zoo sono in continua crescita, gli amministratori comunali di Napoli non hanno prestato ascolto alle loro richieste, seguendo, invece, strade lontanissime dalla tutela ambientale e faunistica, che conducono alla segregazione forzata degli animali.La Clear Leisure ha nei suoi programmi l’ampliamento di alcuni recinti e gabbie per “segregare” altri animali. Noi dell’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli ci opponiamo fermamente alla “deportazione animale” ed a “nuove e vecchie segregazioni” poiché, secondo le nostre già note posizioni, gli Zoo rappresentano lo sfruttamento animale, la prevaricazione dei loro diritti e l’esposizione forzata all’interno di luoghi angusti ed opprimenti. Agli animali, come agli uomini, non può essere negato il più elementare dei valori, quello della libertà. La nostra associazione, quindi, grida con forza e rabbia che la società civile deve assolutamente schierarsi contro l’esistenza di strutture che imprigionano altri esseri viventi negandogli la libertà e la dignità. Abbiamo sempre sostenuto che con la definitiva chiusura dello Zoo gli animali giovani, quelli in buona salute e quelli gestibili dovranno ritornare nei loro habitat naturali, mentre quelli anziani o ammalati, dovranno rimanere nella struttura, assistiti e curati da personale specializzato, a spese della comunità, sino alla fine della loro vita.Gli Zoo non rappresentano neanche aree scientifiche e pedagogiche, come spesso molti vorrebbero far credere. In queste tristi realtà, gli animali sono mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie. E’ assurdo conoscere un animale quando è segregato in un ambiente che gli è estraneo, vederlo “alienato” girare in tondo per ammirarne soltanto le fattezze. Per acquisire una seria e reale conoscenza faunistica, invece, è importante che l’animale ed il suo ambiente naturale non siano assolutamente separati.Michele Di GerioReferente tutela diritti degli animali non umanidell’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli

comunicato stampa

 

LO ZOO DI NAPOLI, UN LAGER IN CITTÀ

 

L’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli rifiuta l’esistenza dello Zoo, luogo abominevole che offende la dignità animale ed umanaPiù di un anno fa abbiamo assistito al fallimento della società Parks and Leisure della famiglia Falchero che ha gestito l’Edenlandia e lo Zoo di Napoli per un lungo periodo. La sciagurata e deplorevole conduzione dello Zoo, purtroppo, ha condizionato seriamente la vita stessa dei poveri animali, costretti a vivere, per tantissimo tempo, in modo precario, molto spesso al limite della sopravvivenza. Ma, era risaputo che le drammatiche e tristi vicende dello Zoo si protraevano già da anni: rischio di chiusura, licenziamento dei dipendenti e tragico destino per gli animali.Il periodo successivo al fallimento della Parks and Leisure fu assurdo e terribile: per lunghi periodi tutte le problematiche dello Zoo comparivano sui giornali o nei videogiornali, per lunghissimi periodi, invece, sparivano completamente, come se i poveri animali uscendo dalle loro gabbie o dai loro recinti, fossero andati in vacanza. Mai, nessun problema degli animali dello Zoo di Napoli è andato in vacanza, in tutto lo Zoo regnava uno stato di abbandono, e gli animali, per incuria e disinteresse, continuavano a vivere tra rifiuti e strutture fatiscenti. Sulle pagine on-line di ‘la Repubblica’ la giornalista Cristina Zagaria scriveva: “Gabbie, ferro, reti, ruggine, incuria, abbandono, spazzatura, bottiglie di candeggina vuote, fili elettrici a vistaL’elefante fa fatica a muoversi in uno spazio ristretto. Cartacce e rifiuti riempiono la gabbia dei leoni. Le capre, protette solo da un riparo di fortuna, sguazzano nel fango, dopo le piogge della scorsa settimana. Gatti randagi sonnecchiano nella voliera degli avvoltoi. Muffe, crepe, strutture fatiscenti e una carcassa di coniglio nella vasca delle oche. Ecco lo zoo”.Nei tanti incontri con politici locali ed altre associazioni ambientaliste ed animaliste, ho sottolineato, a nome della mia associazione, l’assoluto rifiuto verso lo Zoo, proponendo che le aree occupate dello Zoo di Napoli potessero essere utilizzate da percorsi faunistici virtuali che riproponevano con filmati, foto, disegni e composizioni la reale vita degli animali, quella vissuta nei loro ambienti naturali senza le limitazioni imposte da sbarre, muri, fili spinati e fossati che ricordano tristemente i lager nazisti.Dopo slogan e mirabolanti promesse politiche mai mantenute dagli amministratori cittadini, la Clear Leisure (già Brainspark) di Alfredo Villa, gestirà tra qualche settimana l’area dello Zoo e dell’Edenlandia grazie alla conclusione di una trattativa privata col Comune di Napoli. Perché l’area occupata dallo Zoo, per grandissima parte di proprietà del Comune di Napoli, è gestita da un privato? E’ una scelta iniqua e immorale poiché in città sono davvero poche le zone verdi disponibili per i cittadini e l’area occupata dallo Zoo poteva rappresentare un vastissimo spazio che, oltre a favorire un contatto diretto con la natura, avrebbe incoraggiato molti a socializzare per rimuovere la fredda solitudine metropolitana. Inoltre, non sarebbe stato meglio utilizzare l’area dello Zoo per costruire un grande canile municipale per accogliere cani abbandonati o nati nelle strade? L’abbandono dei cani non costituisce soltanto un problema etico, che dovrebbe turbare le nostre coscienze, ma è anche un problema sanitario e sociale poiché incrementa il triste fenomeno del randagismo che2negli ultimi decenni ha assunto dimensioni preoccupanti, un fenomeno in crescita che non accenna a regredire, facilmente riscontrabile nei piccoli e nei grandi centri. Nelle periferie di Napoli il problema del randagismo è diffuso e i canili che esistono in città, pur gestiti da persone che mostrano amore per gli animali, sono spesso precari per la mancanza di fondi. Gli amministratori comunali avrebbero potuto affrontare il problema del randagismo in maniera razionale e seria, grazie ad una struttura spaziosa che avrebbe anche consentito la costruzione di un ambulatorio veterinario per le cure più urgenti.La scelta degli amministratori napoletani purtroppo non è cambiata: lo Zoo continuerà ad esistere, nella nostra città sarà ancora attiva una struttura che produce profitto grazie alla sofferenza ed alla spettacolarizzazione degli animali, ai quali sono negati i più elementari principi della cultura animalista ed ambientalista, principi ridotti a semplici slogan da campagna elettorale utilizzati da alcuni gruppi politici e da qualche sedicente politico soltanto per conquistare le simpatie ed i voti di quei cittadini che negano qualsiasi barbarie nei confronti degli animali. Anche se il numero delle associazioni e dei cittadini nettamente contrari all’esistenza dello Zoo sono in continua crescita, gli amministratori comunali di Napoli non hanno prestato ascolto alle loro richieste, seguendo, invece, strade lontanissime dalla tutela ambientale e faunistica, che conducono alla segregazione forzata degli animali.La Clear Leisure ha nei suoi programmi l’ampliamento di alcuni recinti e gabbie per “segregare” altri animali. Noi dell’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli ci opponiamo fermamente alla “deportazione animale” ed a “nuove e vecchie segregazioni” poiché, secondo le nostre già note posizioni, gli Zoo rappresentano lo sfruttamento animale, la prevaricazione dei loro diritti e l’esposizione forzata all’interno di luoghi angusti ed opprimenti. Agli animali, come agli uomini, non può essere negato il più elementare dei valori, quello della libertà. La nostra associazione, quindi, grida con forza e rabbia che la società civile deve assolutamente schierarsi contro l’esistenza di strutture che imprigionano altri esseri viventi negandogli la libertà e la dignità. Abbiamo sempre sostenuto che con la definitiva chiusura dello Zoo gli animali giovani, quelli in buona salute e quelli gestibili dovranno ritornare nei loro habitat naturali, mentre quelli anziani o ammalati, dovranno rimanere nella struttura, assistiti e curati da personale specializzato, a spese della comunità, sino alla fine della loro vita.Gli Zoo non rappresentano neanche aree scientifiche e pedagogiche, come spesso molti vorrebbero far credere. In queste tristi realtà, gli animali sono mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie. E’ assurdo conoscere un animale quando è segregato in un ambiente che gli è estraneo, vederlo “alienato” girare in tondo per ammirarne soltanto le fattezze. Per acquisire una seria e reale conoscenza faunistica, invece, è importante che l’animale ed il suo ambiente naturale non siano assolutamente separati.Michele Di GerioReferente tutela diritti degli animali non umanidell’associazione “Verdi, Ambiente e Società” di Napoli

 

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