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MEDICINA : SISTEMA IMMUNITARIO IN TILT PER 5 MILA ITALIANI

Sistema immunitario ‘in tilt’ per 5 mila italiani: in tanti, infatti, sulla base della prevalenza delle diverse patologie, si stima siano colpiti da immunodeficienza primitiva, un gruppo di malattie rare e croniche, che rendono più vulnerabili alle infezioni.

“Solo 2 mila sono censiti nella banca dati nazionale: questo significa che ci sono 3 mila pazienti con immunodeficienza che non lo sanno, non vengono curati in modo adeguato e arriveranno tardi alla diagnosi, con una situazione già compromessa per i danni agli organi come polmoni o intestino che insorgono nel tempo”, sottolinea Isabella Quinti, del Policlinico Umberto I di Roma. All’appello degli specialisti manca, dunque, un 70% di pazienti, “che deve essere recuperato e trattato”, sottolinea l’esperta, responsabile del Centro regionale per le Immunodeficienze primitive del policlinico capitolino, intervenuta a un incontro dedicato a queste malattie rare, promosso da Baxter ieri sera a Roma.

A mandare in tilt il sistema immunitario è la compromissione di alcune componenti, come la mancanza di immunoglobuline, che aumenta la suscettibilità alle infezioni.

Questo difetto può anche essere conseguenza di malnutrizione, tumori, trattamenti con farmaci ad azione immunosoppressiva o chemioterapici, o ancora infezioni a carico delle stesse cellule del sistema immunitario come l’Aids: sono le immunodeficienze secondarie.

Quando il difetto è la mancanza di immunoglobuline, “per curare il paziente - spiega Carlo Agostini, direttore della Scuola di specializzazione in allergologia e immunologia clinica dell’università di Padova - vanno sostituite con una terapia trasfusionale, che inizialmente si eseguiva per via endovenosa e negli ultimi anni anche sottocute.

In quest’ultimo caso il paziente può farlo a casa propria, continuando a recarsi in ospedale per i controlli dallo specialista, ma non più per le infusioni”.

Con effetti positivi per la qualità di vita dei malati, che ci guadagnano in autonomia, e anche per il Sistema sanitario.

Secondo uno studio pubblicato sul Giornale italiano di Health Technology Assessment (Hta), il trattamento sottocutaneo favorisce un risparmio per il Ssn, pari a circa 2.200 euro per paziente.

Questa modalità di somministrazione delle immunoglobuline si affianca sempre più a quella tradizionale.

Non solo.

La ricerca ha portato a una nuova tecnica che facilità l’infusione sottocute e aumenta l’emivita del farmaco, che così rimane in circolo ed efficace per 3-4 settimane, quasi il doppio della durata attuale: questo è reso possibile dal pretrattamento con ialuronidasi umana ricombinante, un enzima che, scindendo l’acido ialuronico presente nel sottocute, apre in maniera transitoria e reversibile alcuni spazi in cui le immunoglobuline possono essere infuse in maggiore quantità. L’Italia, però, sul fronte della diagnosi e della terapia delle immunodeficienze, non parla un linguaggio comune: “Ci sono Regioni in cui non è stata inserita ancora la possibilità di ricevere le immunoglobuline sottocute oppure non vengono date le pompe per le infusioni.

Non bisogna solo farne una questione di costi: un malato curato è un malato che vive bene”, sottolinea Francesca Ballali, dell’associazione di pazienti Pro-Idpi, auspicando una maggiore uniformità sul territorio nazionale.

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PER TUTTI COLORO CHE HANNO PROBLEMI DI SUSSISTENZA

PER TUTTI COLORO CHE HANNO PROBLEMI DI SUSSISTENZA E NON POSSONO FARE QUELLO CHE A LORO PIACE, che sono oppressi da tutti e da tutto

Aap Sahaee,
Hoa Sache,
Daa Sacha, Dhoa,
Har, Har, Har

(pronuncia : aap saee hoa sasce, doa sascia doha har..)

=“L’infinito Dio si e’ trasformato in protettore, la massima verita’
in Guida di tutti noi”

Questo Mantra, dato da yogi bhajan, toglie tutta la negativita’ che resiste nel tuo interno
e quella che resiste nel mondo che ti circonda.

Svaniscono tutte le opposizioni,
toglie da tutti i problemi finanziari estremi e dall’insicurezza economica che credevi insuperabile.

IL MANTRA
«I mantra possono creare miracoli. Essi possono trasformare la disperazione in gioia, la paura in coraggio, la rabbia in perdono, la sconfitta in vittoria. Fanno questo mettendo in comunicazione il nostro ego individuale, la nostra consapevolezza finita, con la nostra Anima universale, la nostra consapevolezza infinita»
Il mantra possiamo spiegarlo in questo modo: prendete una pietra e la gettate nell’acqua e si producono onde costanti.
Questo è tutto ciò che è il mantra. Questo deve essere ricordato, ricordato, ricordato: va recitato dentro di voi, con il cuore,la mente,il corpo.
L’unico desiderio che dovete avere è di ripeterlo. Può essere difficile all’inizio,ma presto Dio vi attraverserà e lavorerà per voi “!!!!!!!!!!!!!!!!
Yogi Bhajan
Mantra di yogi Bhajan
"I Mantra non sono piccole cose, i mantra hanno il potere. Sono la vibrazione che mette in relazione con il cosmo.
La scienza del mantra si basa sulla consapevolezza che il suono è una forma di energia con struttura, potenza, e un preciso effetto prevedibile sui chakra e sulla psiche umana. " - Yogi Bhajan-
Mantra è l'uso del suono di influenzare la coscienza, Man "uomo" significa mente e "Tra" significa onda o "sintonizzare la vibrazione" (come nella messa a punto di uno strumento o la radio).
Ogni cosa in questo mondo, fino al livello subatomico, è in continuo movimento, vibrazione. Il movimento più denso di un materiale, il più lentamente  che si muove, spesso la vibrazione è così lenta o così veloceme che non possiamo notarlo con i nostri sensi diretti. Questa vibrazione è energia pura.
C'è una frequenza vibratoria che corrisponde a tutto l'universo. La felicità o dolore, gioia o rammarico sono frequenze vibratorie nella mente.
Quando cantiamo un mantra stiamo scegliendo di invocare il potere positivo contenuto in tali sillabe particolari.
Sia che si tratti per la prosperità, la pace della mente, l'intuizione in aumento, o altri vantaggi possibili inerenti il mantra, semplicemente cantando li stiamo creando,  sono vibrazioni in moto che avranno un effetto. In realtà non importa se si comprende il significato dei suoni o no.
Cantare mantra produce una specifica frequenza vibratoria all'interno del corpo. I suoni e pensieri prodotti dal corpo irradiano la mente fuori da voi. La frequenza vibratoria di un mantra attira a voi quello che vibrano. Sei come un magnete che attrae le vibrazioni che ti mandi…. come una vibrazione, uno stato d'animo, uno stato d'essere  …cantare mantra è compatibile con tutti i sistemi di credenze.
Oltre alle vibrazioni messe in moto, qualcosa d'altro canto accade quando si recitano. Questo è molto importante. Ci sono 84 punti meridiani, o punti di pressione, nel tetto della bocca.
Ogni volta che si parla  li stimolano -  cosi’  le loro ghiandole e gli organi associati -. Con la lingua
E ogni volta che si canta un mantra, si sta toccando una sequenza particolare - il ritmo e la posizione - che avvia una reazione chimica nel cervello e nel corpo .
E 'come se si dispone di un sistema elettronico, sistema computerizzato di sicurezza in bocca. Punch nel codice direttamente sul palato superiore e si guadagna l'ingresso nel cervello e le camere interne della coscienza superiore!
Mantra utilizzato nella kundalini yoga
Il potere del mantra è sorprendente. Se non fosse stato per la semplicità del suo principio di causalità, mantra sembra miracoloso.
Un aspetto centrale di Yoga Kundalini come insegnato da Yogi Bhajan  è l'applicazione consapevole dei mantra antichi e moderni  con affermazioni positive. I mantra sono spesso utilizzati in base alla Shabd Guru .
I mantra sono tipicamente in Gurmukhi, una lingua indiana, e, occasionalmente, in lingua inglese. Questi mantra contengono le vibrazioni di pace, di prosperità, di connessione, e molte altre qualità e si intendono per il loro impatto, anche se il significato di ogni parola non è noto.

IL GURMUK
Abbiamo visto l’origine del mantra cosa significa, a cosa serve, ma poi vediamo scritto, per
esempio, il mantra
“Gobinde (sostenitore) Mukande (liberatore) Udare (illuminatore), Apare
(infinito), Hariang (distruttore), Kariang (creatore), Nirname (senza nome), Akame (senza
desiderio)” che non è in lingua sanscrita.

Vi domanderete come mai visto che abbiamo detto
che il sanscrito è la lingua migliore per recitare un mantra.
Dobbiamo fare ora un discorso ristretto al kundalini yoga.
Dobbiamo parlare del Gurmuk.
Questo mantra è scritto in Gurmuk, lingua derivante dal sanscrito da non confondere col
Punjabi (la lingua che si parla nel nord dell’India) usata nelle scritture Sikh. Il Gurmuk è
una lingua creata da Guru Angad con il solo scopo di creare delle vibrazioni spirituali,
infatti è una lingua in cui non si trovano tutte le parole.
Il sanscrito è come il latino per noi, cioè una lingua parlata di uso comune.
Il gurmuk no.
Manca di parole di vita quotidiana.

Il gurmuk è una lingua che viene solo salmodiata, recitata, non parlata. Il Gurmuk è la
“lingua del Guru”.
Guru Angad aveva una grande capacità di controllo dell’energia ed era a
conoscenza degli 84 punti fondamentali che si trovano nel palato, alcuni all’interno
dell’arcata lungo la linea dei denti e altri situati lungo la linea mediana.

Molti mantra
agiscono sulla stimolazione di questi punti creando delle canalizzazioni dell’energia per cui
il Gurmuk può essere definito un’ulteriore e successiva specializzazione del linguaggio per
comunicare con la nostra energia.

Alla numerologia tantrica e alla cristalloterapia ne vengono insegnati molti altri :
https://www.spaziosacro.it/corsi/numerologia_tantrica/
https://www.spaziosacro.it/corsi/cristalloterapia_ayurvedica/

 

 

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IL 21 GIUGNO AL SOLSTIZIO D'ESTATE siete tutti invitati GRATUITAMENTE, come da 9 anni, all'evento del MANDALA DEI 9 PIANETI, ANTICHISSIMO RITUALE VEDICO DELL'INDIA PREISTORICA

Le iscrizioni si chiudono al raggiungimento di 200 persone. E' RICHIESTA LA PRENOTAZIONE.
Il luogo per arrivare al mandala viene inviato per email al momento della vostra pre-iscrizione che può essere effettuata tramite il modulo PRE-ISCRIZIONE online

COME SI SVOLGE ?
Al centro Madre Terra e intorno nove persone che rappresentano I CAPOPIANETA uno per ogni pianeta. I partecipanti si posizioneranno "nelle case planetarie".
Dopo l'apertura dello "Spazio Sacro" e la formulazione delle Intenzioni, nel Mandala si reciteranno i Mantra dei 9 Pianeti, l'invocazione per ringraziarli e per chiedere sostegno per la Madre Terra, nostro, di tutto l'universo e di tutte le sue creature. Per la tradizione della nostra Terra vi sarà "l'unzione con l'olio di iperico, olio di San Giovanni" .
Lettura di poesie e brani che riguardano il rapporto tra la Natura e gli Uomini.
La recita collettiva dei Mantra di Invocazione ai 9 Pianeti, attivano Energie particolarmente potenti in questa serata, importanti per LA CURA e LA CONSAPEVOLEZZA per la Madre Terra e tutte le sue creature.
Danza collettiva di ringraziamento sotto la Luna per condividere l'energia e la gioia

LEGGI LA PRESENTAZIONE : https://www.spaziosacro.it/corsi/mandala_e_mantra/

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Le allergie piu' strane

Le allergie sono causate da una reazione del sistema immunitario che riconosce come nocive sostanze innocue. Le più comuni comprendono pollini e latticini, ma alcuni reagiscono ad allergeni molto particolari.

 

Allergia al sole


L’allergia al sole è un termine spesso utilizzato per descrivere una serie di sintomi come l’eruzione cutanea rossa e pruriginosa, la comparsa di vesciche e l’orticaria, disturbi a livello cutaneo che compaiono a seguito dell’esposizione ai raggi solari.

Alcuni farmaci, prodotti chimici e condizioni mediche, possono rendere la pelle di alcuni individui più sensibile al sole rispetto ad altri. Non è chiaro però il motivo per cui, anche in un gruppo con le medesime caratteristiche, alcune persone soffrano di allergia al sole e altre no.

I casi di allergie solari lievi possono risolversi senza alcun particolare trattamento, mentre i casi più gravi possono richiedere l’utilizzo di steroidi, creme o pillole. In entrambi i casi, è bene adottare misure preventive adeguate, schermandosi dai raggi con creme solari ed indumenti protettivi.

 

Allergia alla carne bovina


L’allergia alla carne bovina è insolita, soprattutto negli adulti, ma secondo un caso di studio riportato nel 2001 sulJournal of Investigational Allergology and Clinical Immunology, un uomo senza precedenti episodi di allergie ha subito una reazione alla carne bovina. Il primo è insorto dopo aver mangiato una bistecca di manzo, mentre il secondo, qualche giorno dopo, si è verificato dopo aver mangiato un hamburger di carne di mucca. Un test cutaneo ha quindi evidenziato un’allergia dell’uomo a manzo, maiale, agnello e coniglio, ma non a gatti, cavalli, acari, soia e latte di mucca.

Poiché il paziente poteva tollerare il latte ed i prodotti avicoli, i medici gli hanno prescritto una dieta priva di carne con l'eccezione del pollame.

 

Allergia al progesterone


È abbastanza comune che le donne si lamentino del peggioramento di brufoli e di ritenzione idrica nelle settimane che precedono il ciclo mestruale. Tuttavia un piccolo numero di donne soffre di una condizione chiamata dermatite autoimmune da progesterone, una malattia della pelle causata dall’ipersensibilità al progesterone durante la fase luteale del ciclo mestruale, momento che si verifica dopo l'ovulazione.

Un caso tipico è stato riportato nel 2001 dal Journal of Dermatology, dove si raccontava la disavventura di una ventisettenne ricoverata in una clinica per edemi facciali ricorrenti, che si presentavano circa tre giorni prima del ciclo e si riassorbivano in sette giorni. Le lesioni cutanee sono state infine collegate proprio ad un’allergia al progesterone.

 

 

Allergia all'acqua


Ebbene sì, è possibile essere allergici ad una delle sostanze maggiormente presenti non solo sul nostro pianeta, ma anche nel corpo umano. Le persone affette da questa condizione (propriamente conosciuta come orticaria acquagenica) spesso sperimentano un forte prurito ed insorgenza di orticaria nei minuti successivi al contatto con acqua, indipendentemente dalla sua origine (che sia dal mare o acqua di rubinetto) o dalla temperatura.

Gli episodi durano circa trenta minuti. La diagnosi viene confermata mediante l'applicazione sulla pelle di un impacco imbevuto di acqua a temperatura ambiente.

La letteratura medica ha trattato circa trenta casi di questa rara patologia, ma non è ancira riuscita a capirne origine e meccanismi.

 

 

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Allergia al freddo


Conosciuta anche come orticaria da freddo, questa allergia è causata da un’infiammazione che insorge a seguito di improvvisi cali di temperatura. La sintomatologia è simile alle reazioni allergiche più comuni: quando entrano in contatto con l’aria fredda (o anche bevande conservate a bassa temperatura), i pazienti sperimentano arrossamento, prurito, gonfiore e orticaria.

Coloro che convivono con questa condizione imparano ad evitare il freddo e solitamente assumono antistaminici prima dell’esposizione a basse temperature.  Il nuoto in acqua fredda è la causa che più comunemente scatena una grave reazione in tutto il corpo: la bassa temperatura infatti, provoca il massiccio rilascio di istamina e di altre sostanze chimiche del sistema immunitario, causando un improvviso calo della pressione arteriosa che può portare a svenimenti, shock e, in rari casi, persino alla morte.

 

Allergia alla soluzione salina


Composto principalmente da cloruro di sodio (sale) e acqua, la soluzione salina viene considerata una sostanza benigna, ed è spesso iniettata per via endovenosa nei soggetti a rischio di disidratazione.

Tuttavia, in un caso riportato nell’American Journal of Emergency Medicine, mentre veniva visitate per un dolore acuto all’addome, una donna turca di 37 anni ha subito una reazione anafilattica nel corso di una normale infusione di soluzione fisiologica.

 

Allergia all'esca


Sono diversi i casi documentati di allergia da esca subiti dai pescatori.

In uno di questi, un pescatore di 58 anni lamentava gonfiore ed orticaria sul viso e sul corpo ogni volta che andava a pescare in acqua dolce. I sintomi insorgevano sempre circa tre ore dopo aver iniziato a pescare, ma a volte si presentavano anche dopo sei o otto ore. I test cutanei somministratigli, hanno quindi rivelato che l'uomo era allergico alle larve di Galleria mellonella, ovvero i bruchi che il pescatore aveva utilizzato come esca.

 

Allergia allo sperma


Se alle donne può capitare di essere allergiche allo sperma dei loro partner, è anche possibile (e ancor meno comune) che gli uomini siano allergici al loro stesso seme.

Un gruppo di ricercatori olandesi ha descritto due casi di questo tipo in uno studio pubblicato sul Journal of Sexual Medicine: in entrambi i casi, gli uomini hanno rilevato l’insorgenza di sintomi tipicamente allergici (prurito ad occhi e naso, rinite, starnuti) nei minuti o nelle ore successive ad un rapporto sessuale, alla masturbazione o all'eiaculazione spontanea. Un test allergologico cutaneo ha poi confermato che erano effettivamente allergici al proprio seme. Solo dopo essersi sottoposti per circa tre anni ad una terapia iposensibilizzante, gli uomini hanno mostrato un significativo miglioramento dei sintomi.

 

FONTE :

http://www.sanihelp.it/

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ANTIOSSIDANTI - I BENEFICI DEI POLIFENOLI dell'ulivo sulla salute umana

E’ incredibile quanto si sta scoprendo sulle proprietà degli antiossidanti contenuti nelle olive: Nel Nord America si suole indicare con “Mediterranean miracle” ciò che richiama alla mente delle persone i benefici della dieta mediterranea, e credo che alla fine di questa mia presentazione saremo d’accordo che con i risultati sperimentali che si stanno ottenendo sulla salute dell’uomo, si può pensare veramente all’olivo come a un miracolo della natura. Sono ormai diversi anni che si studiano a livello sperimentale i benéfici effetti dell’olio d’oliva nella dieta mediterranea anche con indagini epidemiologiche in Italia e in Grecia, e si è messo in evidenza la correlazione tra l’uso dell’olio di oliva e la bassa incidenza di malattie coronariche, di alcune forme di tumore e, più recentemente, del cancro del colon.

 

1

 

Chi segue la letteratura medica avrà visto centinaia di lavori non solo in Italia, ma anche in Australia, Inghilterra, Germania, ecc. sui polifenoli delle olive. Vi è un grande interesse in tutto il mondo per la possibilità di utilizzare la capacità antiossidante di questi polifenoli per curare diverse malattie. Numerose ricerche dimostrano l’attività benefica dei polifenoli dell’olio d’oliva sulle patologie coronariche e su quelle neoplastiche. Lavori sono stati fatti in Italia all’Università di Milano dal prof. Galli, e all’Università di Perugia dal prof. Montedoro, che hanno messo in evidenza, sia in vetro che in vivo, alcuni azioni di queste sostanze naturali presenti nelle olive. Uno studio è stato fatto in Germania sulle proprietà antitumorali dell’olio di oliva per quanto riguarda il cancro, e infine vorrei presentarvi brevemente una ricerca che è stata fatta l’anno scorso in Svezia su una popolazione che non aveva mai provato la dieta mediterranea, e che soffriva di artrite reumatoide.

 

Dopo solo tre mesi di una dieta nuova dieta basata sul quella mediterranea, si è osservata nei soggetti sofferenti

 

 

 

 

2

 

una diminuzione notevole sia del dolore sia dell’infiammazione che sono sempre associati all’artrite reumatoide. La conclusione di questo lavoro è stata che la presenza rilevante dell’olio di oliva, ricco di antiossidanti di tipo fenolico, esercita un’attività antinfiammatoria simile a quella degli omega 3 dell’olio di pesce.

 

 

3

 

Nonostante i benefici che l’olio di oliva produce come parte della dieta mediterranea, le quantità di polifenoli che sono presenti negli oli sono estremamente basse. Infatti ormai è accertato che il 99% della frazione polifenolica particolarmente attiva, va a finire nelle acque di vegetazione. Data la loro polarità tutti questi polifenoli si disperdono nell’ambiente e nelle acque di scarico. Si perde così una grande opportunità di recuperare questa classe di composti molto attiva e che è concentrata nelle acque di scarico. Solo in Italia, ad esempio, abbiamo più di 800.000 tonnellate all’anno di acqua di vegetazione prodotte dai frantoi, che non sono mai state utilizzate, anzi sono causa di un costo molto serio per essere smaltite e sono un problema ecologico per l’ambiente.

La nostra attività si è focalizzata sull’opportunità di sfruttare le acque di vegetazione. Mentre nell’olio d’oliva i composti polifenolici sono presenti in quantità piuttosto bassa, nell’acqua di vegetazione sono da 100 a 300 volte più concentrati, quindi ci siamo proposti di trovare un processo che potesse recuperare i polifenoli dalle acque di vegetazione. Da un punto di vista di processo e di prodotto è stato abbastanza

 

 

 

 

4

 

facile, forse anche un caso di fortuna, poter utilizzare l’acido citrico non solo per stabilizzare la fase acquosa da un punto di vista microbiologico, ma anche per realizzare le condizioni per l’idrolisi a idrossitirosolo di molecole molto più complesse, e, allo stesso tempo, prevenire sia la ripolimerizzazione dell’idrossitirosolo sia la fermentazione dovuta alla presenza di microrganismi. Il nostro processo consiste di due tappe: la prima è quella di separare il nocciolo dalla polpa e la seconda di trattare le acque separate dall’olio con acido citrico. Per quanto riguarda la concentrazione nell’acqua i polifenoli sono presenti da 5 a 10 g. per litro; ciò è importante perché il nostro processo di produzione consiste nel separare la soluzione acquosa, stabilizzarla con acido citrico e concentrarla per farne una soluzione concentrata o addirittura una polvere Praticamente ogni 2 ml di acqua che noi concentriamo, contiene la stessa quantità di polifenoli contenuti un mezzo litro di olio. Per questo noi oggi non dovremmo più parlare di acqua di vegetazione o acqua di scarico, ma dovremmo chiamare la soluzione acquosa “succo d’oliva”.

Con questo procedimento abbiamo potuto produrre i preparati polifenolici in forma liquida concentrata (HIDROX) o in polvere (OLIVENOL). Quindi abbiamo iniziato già tre anni fa una serie di ricerche mirate sia alla valutazione della sicurezza sia alla determinazione dell’attività biologica di questi nuovi prodotti Nel preparato polifenolico è preminente la presenza di idrossitirosolo perché l’idrolisi prodotta dall’acido citrico e probabilmente anche da enzimi che agiscono a quel determinato pH, rilasciano principalmente l’idrossitirosolo, che è una molecola molto più semplice e molto più attiva dei suoi precursori presenti nell’oliva e nelle foglie, come l’oleoeuropeina.

 

 

 

 

5

 

Quello che è incredibile è che la molecola dell’idrossitirosolo assomiglia moltissimo a quella della dopamina. La dopamina e una molecola presente nel cervello, la cui assenza o diminuzione provoca malattie come l’Alzheimer, Parkinson, ecc. E’ interessante vedere come l’idrossitirosolo ottenuto dall’olivo assomigli alla dopamina, che non è altro che la sua forma amminica. L’idrossitirosolo è una molecola molto piccola, capace di penetrare i tessuti molto rapidamente, e da vari esperti è stata confermata come una molecola delle più interessanti dei biofenoli presenti nel frutto dell’olivo. Vi sono testimonianze di scienziati da tutto il mondo che mettono in evidenza le caratteristiche uniche di questo tirosolo non solo come antiossidante, ma anche come sostanza antinfiammatoria. Abbiamo fatto un confronto dell’idrossitirosolo estratto dalle olive con altri antiossidanti usati dall’industria e abbiamo constatato che come attività ORAC (che significa capacità di neutralizzare radicali liberi), l’idrossitirosolo è molto più potente della maggioranza dei prodotti naturali che hanno simile attività.

 

 

6

 

Studi fatti sull’uomo confermano che questi composti fenolici dell’olio di oliva e delle acque di vegetazione, sono sostanze che vengono assorbite molto facilmente nel tratto intestinale e si ritrovano nel plasma immediatamente dopo l’ingestione per via orale.

La nostra società basandosi sul processo prima descritto, che è stato brevettato negli Stati Uniti, ha introdotto nel 2001 un integratore dietetico chiamato “olivenol”. Abbiamo ritenuto opportuno formulare l’idrossitirosolo in capsule che sono, poi, state messe sul mercato.

 

 

 

 

7

 

Oggi si è parlato parecchio della sicurezza, chiaramente è nostra responsabilità una volta messo a punto il processo che ci ha permesso di produrre i preparati fenolici, confermarne l’estrema sicurezza ed in questo senso la nostra società si è impegnata a fare uno studio molto ampio secondo i criteri stabiliti dalla FDA negli Stati Uniti. Praticamente abbiamo investito quasi un milione di dollari in un anno per valutare l’effetto di queste formulazioni polifenoliche ad alte concentrazioni sugli animali da laboratorio, e abbiamo dimostrato che le nostre formulazioni sono sicure e non producono effetti collaterali, nemmeno a concentrazioni molto alte, 5 g/Kg/d assunte per 28 giorni.

 

 

 

8

 

 

La procedura per il riconoscimento di una formulazione come GRAS (generally recognized as safe) negli USA si svolge nel seguente modo: una volta eseguiti gli studi di sicurezza prescritti, si presentano i dati a un gruppo di esperti i quali li analizzano, dopo di che affermano se la sostanza è sicura o no. Un volta avuta questa assicurazione, assieme agli esperti abbiamo messo assieme una

 

 

9

 

lista di quelle che possono essere le applicazioni nel settore alimentare, dove l’utilizzo di questi polifenoli darà degli effetti antiossidanti o antibatterici. Da questo momento in poi possiamo proporre alle industrie l’utilizzo di queste formulazioni sia per bevande analcoliche sia per prodotti come pane, cereali, salse vegetali ecc.

 

 

 

 

10

 

Questa prima fase di studi sulla sicurezza conferma che le acque estratte dalle olive non hanno tossicità, a meno che non si lascino le acque diventare tossiche. Questo è importante perché nella letteratura troviamo tutta una serie di risultati contrastanti; c’e chi dice che sono tossiche, e le chiama acque nere, e c’è chi dice che non sono tossiche perché le acque diventano nere durante la separazione dell’olio dalle acque in frantoio, quando il produttore non fa niente per accelerare la separazione e per proteggerle e le abbandona all’aria esposte alle ossidazioni e alle alterazioni batteriche, che producono una tossicità che inizialmente non esisteva. Quindi per la prima volta dall’oliva noi otteniamo un prodotto che possiamo chiamare con molta tranquillità “succo di oliva”. Oggi possiamo benissimo guardare alla oliva come al frutto che non solo ci dà l’olio , ma ci dà anche un succo che può essere usato a livello alimentare.

La cosa notevole riguardo a questi prodotti è l’attività antinfiammatoria oltre all’attività tipica antiossidante. E’ sull’attività antinfiammatoria che la nostra Società si è focalizzata in questi ultimi anni e ha investito parecchio sulla ricerca. Vi farò vedere come partendo da testimonianze occasionali di persone che hanno utilizzato l’olivenol, abbiamo rilevato un grosso effetto sulla artrite reumatoide sulla base delle esperienze su persone che avevano dolori o gonfiori alle giunture, come nel caso di un professionista che soffriva di osteoartrite e si curava con dosi massicce di antireumatici e antinfiammatori steroidei e che dopo solamente dieci giorni di assunzione di Olivenol, ha avuto risultati assolutamente imprevedibili, eliminando totalmente il dolore associato all’ infiammazione

Sulla base di queste osservazioni abbiamo iniziato una collaborazione con alcune Università, in particolare con quella dell’Arizona, e l’anno scorso abbiamo cominciato uno studio su pazienti affetti da artrite reumatoide e da osteoartrite. 300 pazienti sono stati intervistati e di questi 90 sono stati selezionati : metà sono stati trattati con olivenol due volte al giorno e l’altra metà con placebo,

 

e alla fine di quattro settimane si sono valutati i risultati. Sono molto lieto di riportare che proprio sulla base di questi studi, che poi si riassumono come rapporti che il paziente stesso deve compilare settimana per settimana sul suo stato fisico di salute, e il rapporto che viene invece fatto dal reumatologo che segue questi pazienti, si vede la differenza tra il gruppo placebo ed il gruppo che ha utilizzato l’olivenol. Si è così potuto mettere in evidenza che il 78,6% della popolazione che ha utilizzato i polifenoli dell’olivo ha mostrato dei miglioramenti durante le otto settimane da un punto di vista sia clinico sia biochimico, analizzando campioni di sangue, di urine e di saliva e poi correlando i miglioramenti clinici anche con il quadro biochimico. Seguendo opportuni markers si è capito qual’è il meccanismo di azione di questi polifenoli: nel caso specifico abbiamo visto che i pazienti affetti da osteoartrite reagiscono meglio di quelli affetti da artrite reumatoide. In conclusione, però, si vede che c’è un effetto significativo in tutte due le popolazioni, con una diminuzione notevole sia del dolore sia dell’infiammazione, con un miglioramento della motilità dei pazienti.

Ancora più importante, perché si basa essenzialmente sull’intervista del paziente e sul piano clinico, è lo studio condotto assieme al prof. Numano nella sua clinica di Tokio: è uno studio aperto dove 52 individui affetti da forme infiammatorie sia a livello vascolare, sia a livello di malattie della pelle, sono stati in osservazione per un periodo di 18 mesi dal prof. Numano, che è riconosciuto come un luminare nel campo delle infiammazioni vascolari. E’ risultato molto evidente l’effetto dell’Olivenol sulla psoriasi, cosa che non prevedevamo. La psoriasi riguarda 13 milioni di persone in tutto il mondo ed è una malattia molto debilitante dal punto di vista estetico ed emozionale; è molto seria perché i pazienti con la psoriasi non hanno oggi possibilità di cura certa; esiste tutta una seri di trattamenti, che tendono a contenere la progressione di questa malattia con costi enormi. Le terapie esistenti sono immunorepressive, cortisoidi, ecc., ma nessuno di questi trattamenti è una cura vera e propria. Alcuni pazienti affetti da psoriasi hanno mostrato miglioramenti, come nel caso di una paziente affetta da psoriasi purulenta, ricoverata nella clinica del prof. Numano per altri motivi, curata con Olivenol: prendendo solo due pillole al giorno, dopo solamente alcuni mesi ha risolto all’80-85% le placche della psoriasi. Questi dati che stiamo avendo dal laboratorio del prof, Numano su diverse malattie dimostrano che i polifenoli dell’olivo ingeriti per via orale sono molto potenti, se si pensa che in ogni capsula ne sono presenti dai 5 ai 10 mg, la quantità corrispondente a quella contenuta solo in alcuni ml di acque di vegetazione. Poiché una tonnellata di olive produce circa una tonnellata di acqua di vegetazione, mentre il contenuto di olio che si estrae da una tonnellata di acqua è al massimo il 15%, da una tonnellata di acqua riusciamo a produrre un milione di queste capsule di Olivenol, e questi pazienti solamente con due pillole al giorno in alcuni mesi dimostrano una regressione incredibile della malattia.. In conclusione abbiamo notato che contrariamente a tutta una serie di antiossidanti o vitamine che vengono normalmente proposti come integratori dietetici, queste sostanze fenoliche dell’olivo agiscono in modo molto rapido, non hanno alcuna tossicità e hanno tutta una serie di benefici per la salute umana. In questo momento stiamo collaborando con il Parkinson Institute della California proprio perché pazienti affetti dal Parkinson stanno utilizzando olivenol per controllare i sintomi caratteristici di queste malattie.

Da questa mia presentazione è chiaro che il meccanismo con cui questi polifenoli agiscono è di tipo antinfiammatorio e oggi l’infiammazione è ritenuta la causa comune di tutta una serie di malattie, che vanno da quelle cardiovascolari, a quelle della pelle e a quelle di tipo neurodegenerativo. Non conosciamo ancora il meccanismo d’azione di questi polifenoli e quindi dal punto di vista della ricerca siamo praticamente all’inizio. Sulla base di risultati raggiunti in Giappone abbiamo iniziato la collaborazione con un gruppo, sempre in Giappone, che studierà l’effetto di questi polifenoli sull’invecchiamento del cervello; quindi si aprono delle prospettive estremamente interessanti dal punto di vista della ricerca, ma soprattutto dal punto di vista produttivo e per la possibilità di commercializzare queste sostanze per applicazioni alimentari e per applicazioni mediche.

Avvicinandomi alla conclusione voglio dirvi che in questo momento stiamo lavorando con ditte in Giappone quali la Mitsubishi, la Kikomann la Santori che stanno sperimentando l’utilizzo di queste formulazioni polifenoliche per tutta una serie di prodotti di cibo funzionale o di integratori dietetici.

 

Negli Stati Uniti i nostri preparati polifenolici sono già sul mercato che abbiamo prodotti da società come Anitroll e Nidegsway e Estée Lauder che utilizza queste sostanze per prodotti cosmetici. Quindi abbiamo iniziato un nuovo capitolo nell’industria di trasformazione delle olive, dove in pratica il succo delle olive in una formulazione altamente sicura potrà essere utilizzato per tutta una serie di applicazioni interessanti. Questo non significa diminuire l’importanza dell’olio; voglio rifarmi un po’ al concetto del prezzo e della qualità: se noi adesso proponiamo un nuovo paradigma per un utilizzo delle olive dove non si produce alcun tipo di scarto ma si utilizzano tutte le componenti, potremo proporre al produttore una formula che gli permetterà di sfruttare i prodotti di scarto eliminando costi non necessari e addirittura creando delle nuove fonti di guadagno che sono appunto l’acqua di vegetazione, le bucce, ecc. Quindi la proposta che voglio lasciarvi è questa: se noi veramente vogliamo essere, come diceva il prof.. Scaramuzzi, ricchi di fantasia e creativi dobbiamo avere il coraggio di guardare in un modo totalmente diverso a quello che è stato fatto finora, e fare in modo che processi innovativi supportati da dati scientifici ben stabiliti, aprono la strada a tutta una serie di applicazioni il cui futuro è imprevedibile. Basterebbe pensare che una sola applicazione nel settore alimentare richiederà decine e decine di tonnellate di questi nuovi materiali: la ragione per cui l’industria in generale è molto interessata alle nostre proposte è quella di poter avere una materia prima facilmente accessibile, che può essere prodotta in quantità notevoli e a bassi costi e che è altamente attiva. Unendo tutti questi criteri è possibile affrontare tematiche di ampia applicazione; non a caso società come la Pepsi Cola in questo momento hanno instaurato un dialogo con la nostra società.

Roberto Crea - Creagri

Conferenza: I benefici dei polifenoli dell’olivo sulla salute umana

http://www.mednat.org/prodotti/Olive_olio.pdf

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Naso tappato ? Basta una prugna secca per liberarlo !

La prugna è il frutto di Prunus domestica, albero facente parte alla famiglia delle Rosaceae. Esso viene coltivato in tutta Italia, in Europa e anche negli Stati Uniti, in particolare in California, dove viene prodotta una tra le qualità di prugne più pregiate al mondo. In commercio possiamo trovare sia prugne fresche, che prugne secche. Le prime sono composte per quasi il 90% d’acqua e per il restante 10% da nutrienti quali zuccheri, fibre, vitamina C e K, sali minerali (potassio, calcio, magnesio, fosforo, ferro) e una buona quantità di sostanze antiossidanti.Il processo di essiccazione delle prugne, come di tutta la frutta in generale, riduce drasticamente la presenza d’acqua nel frutto e a parità di peso le prugne secche contengono una maggior concentrazione di sostanze nutritive e un maggior apporto calorico, che è di circa 200 kcal ogni 100 gr di frutto.

Oltre al famoso effetto lassativo, che la prugna secca produce già a quantità minime (50-100 grammi), il frutto essiccato possiede anche buone proprietà energizzanti, toniche e depurative sull’organismo.

Le prugne secche sono anche ricche di polifenoli e flavonoidi, antiossidanti che contrastano l’azione dei radicali liberi, riducendo l’invecchiamento delle cellule e proteggendo così il nostro organismo.Stapparsi il naso con la prugna seccaprugne secche per stapparsi il nasoIl dottor Mozzi parla spesso di prugne secche come rimedio quasi universale contro tanti piccoli problemi che spesso ci affliggono, uno su tutti il naso chiuso. In caso di naso chiuso è sufficiente mangiare una prugna secca e tenersi il nocciolo in bocca per almeno 20-30 minuti, finché il naso non si stappa.

A differenza dei classici spray nasali, che hanno un azione limitata per un certo arco di tempo e poi il naso torna a tapparsi come prima, se non peggio, la prugna secca agisce direttamente sulla causa del problema, liberando il naso completamente. Il dottor Mozzi non da una spiegazione scientifica a questo “magico effetto” della prugna secca, ma invita la gente a sperimentare, come ha fatto lui, per capire se è soltanto una trovata scherzosa, o se effettivamente funziona davvero. La prugna secca è ottima per tutti i gruppi sanguigni, anche se il gruppo 0 sembra ottenere un risultato migliore tenendo in bocca 1-2 mandorle, o nocciole, invece che la classica prugna secca. Il dottor Piero Mozzi consiglia la prugna nella dieta quotidiana di tutti i gruppi sanguigni, da mangiare anche 2-3 volte al giorno.

Pare che oltre al naso tappato, le prugne secche siano in grado di alleviare anche la tosse, fino a farla scomparire del tutto, ma non è tutto! Per le persone di gruppo A, B ed AB, malate di Parkinson, o che presentano sintomi simoli al Parkinson, come il tremore delle mani, il dottor Mozzi indica la prugna secca come un rimedio straordinario. Infatti in uno dei suoi video il dottore sottolinea come molti suoi pazienti gravati da questa patologia, siano in grado di tenere a bada il tremore, semplicemente tenendo il nocciolo della prugna secca in bocca. Un fatto che ha dell’incredibile e che può essere testato da chiunque di noi. Per chi è di gruppo sanguigno zero, risulta invece molto più valido come rimedio al Parkinson, l’acqua calda quasi bollente.

 

Per questo il dottor Mozzi cita spesso questo frutto descrivendolo come un “superfarmaco naturale“.Video del dottor Mozzi sulle proprietà della prugna seccaIn questo video il dottor Mozzi ci spiega, in poche e semplici parole, come fare per stapparsi il naso con l’uso della prugna secca. Vi invito ancora una volta a provare voi stessi per vedere quanto tutto ciò sia incredibilmente vero.

 

http://dietagrupposanguigno.altervista.org/prugne-secche-dottor-mozzi/

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