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MALATTIE AUTOIMMUNI : VITAMINA D

la vitamina D è veramente molto importante,

estratto da un articolo stupendo in quanto ricco di ricerche,

l’articolo è in tedesco http://de.wikipedia.org/wiki/Vitamin_D3

traduzione:

Dal 1990, è stato dimostrato che il sistema di vitamina D in vari altri tessuti ha essenzialmente funzioni di autocrine, tra cui la differenziazione cellulare, l'inibizione della proliferazione cellulare, apoptosi, modulazione immune e controllo di altri sistemi ormonali. a seguito di indagini una insufficienza di vitamina D può essere un fattore di rischio per le seguenti malattie:

 

* Autoimmune malattie [5] (come la sclerosi multipla, malattia di Crohn [6], [7] diabete mellito tipo 1, [8] lupus sistematico di eritematoso [9])

 

* Malattie infettive come la tubercolosi e le infezioni respiratorie [10] [11] [12]

 

* Ipertensione arteriosa [13] [14]

 

* Vitamina D e calcio sono protettivi per il cancro del colon [15]

 

* Un'ampia varietà di altri tipi di cancro, [16] [17] come ad esempio il cancro al seno, leucemia, cancro del rene, cancro ovarico, tumore al pancreas e tumori del collo, la testa e l'esofago.

 

* Osteopenia e osteoporosi

 

* La supplementazione di vitamina D può ridurre il numero di cadute di persone oltre 65 anni di età. Le entrate da 700 a 1000 IE ha ridotto il rischio di caduta di 19 per cento. I livelli sierici di 60 nmol/l vitamina 25 OH non avevano alcun effetto protettivo.[18]

 

* Malattie Cardiovascolari [8] [19] [20]

 

* Sindrome Metabolica [8] [21]

 

* Aumento della mortalità in generale [22]

 

* Debolezza Muscolare e dolori e fibromialgia [23] [24]

 

* Demenza e malattia di Parkinson [25]

 

* Problemi al cervello [26]

 

* Periodontale malattia nelle donne in gravidanza.[27]

 

****************************************************

La questione importante.... dopo l'importanza di essere consapevoli della realtà di carenza molto diffusa di Vitamine, aminoacidi e minerali nella quantità necessaria al mantenimento di una buona salute, integrità, funzionalità e benessere del corpo di NOI TUTTI, è quella della provenienza delle anzidette sostanze, quando decidiamo d'integrarle, in quanto in molti casi... che lascio ad ognuno valutare e risolvere, gli integratori di origine sintetica (molto spesso derivati da idrocarburi (in pratica dal petrolio)) non sono così benefici come ognuno si aspetterebbe, né così innocui; per fare un esempio personale, io dopo un iniziale approccio, senza riflettere né informarmi, mi sono procurato la Vitamina 'C', che assumo regolarmente tutti i giorni, sotto forma di 'Estratto Secco in Polvere di Rosa Canina', certo più cara della Vitamina 'C' di sintesi che si trova a prezzi 2-3 volte inferiori, ma sono sicuro sia veramente benefica e senza risvolti sospetti.

 

Franco Ranieri Santi

 

***************************************************************

 

 

capire crea la visione, nasce dall’osservare senza critica, induce, invita a “vedere”,

 

Franco è un tipo attivo, sopra i 70, sta volentieri a contatto con la natura, inghiottisce “kili” di vitamina C e altri integratori, si è stupito di avere carenza di vitamina D, Franco propone le sue ricerche sugli “alimenti essenziali”, a volte in modo un poco ossessivo, specialmente nel ripetere gli stessi emails, spesso con scritte grandi in grassetto stampatello rosso,

 

questo mesaggio sulla vitamina D è di rilevante interesse

Con mia grande sorpresa nel 2014 constatai la mia CARENZA di vitamina D, il valore era di > 22.9 < (un buon valore è 50, i valori della vitamina D vanno da 30 min. a 80 per le persone che vivono all’equatore)

Intervista Leonardo Rubini al dott. Cicero G, Coimbra San Paolo, Brasile

dell’8 marzo 2014

Coimbra, vitamina D e patologie autoimmuni

 

D: Come è nato il suo protocollo?

 

R: Il protocollo è nato dalla seguente questione:

 

In un determinato momento delle vita professionale, ho sentito molto forte la necessità di provare a cambiare questa idea per cui la neurologia è una specialità medica fatta da brillanti diagnostici, ma senza nessun trattamento scientifico, disponibile per le malattie neurologiche; ed è così che è considerata nell'ambiente medico: una specialità di brillanti diagnostici ma senza nessun trattamento effettivo.

 

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Quando ho finito un periodo di training clinico a Miami (USA), presso il Jackson Memorial Hospital, sono stato a San Paolo con l'obbiettivo di specializzarmi e di iniziare a fare ricerche usando animali da laboratorio e creando modelli di malattie neurologiche in ratti, con l'obiettivo di testare nuove possibilità di diagnosi.

 

Durante l'attività di ricerca, sei obbligato ad avere conoscenze all'avanguardia, non si può semplicemente leggere un libro di neurologia che ha informazioni di 5 o 10 anni fà; si è obbligati a sapere cosa è stato pubblicato la settimana scorsa a proposito della ricerca che si sta facendo. E questo è stato il nostro obiettivo. Avendo delle quantità enormi di pubblicazioni che non sono state pubblicate nei libri di testo, ci siamo chieste queste informazioni non sono applicate nella pratica clinica; e a volte sono informazioni davvero semplici. Poco alla volta ci siamo convinti che, molte cose che darebbero un grande beneficio ai pazienti, non sono discusse nei congressi di medicina e non vengono messe sui libri di testo, semplicemente perchè possono ridurre il consumo di medicine, sopratutto quando queste medicine sono costose.

 

In un determinato momento ci eravamo convinti che la vitamina D stimolasse la produzione di parecchie sostanze neurorigenerative nel cervello degli adulti, dei bambini, degli embrioni e dei feti. Ed è estremamente importante, tanto per lo sviluppo, quanto per le funzioni del sistema nervoso (stessa cosa nel sistema nervoso di un adulto).

 

Queste conoscenze non sono disponibili sui libri di medicina e la maggior parte dei dottori non sono a conoscenza dell'importanza di questo ORMONE, che non è una vitamina, ma è un ORMONE che induce alla formazione di sostanze rigenerative del sistema nervoso.

E noi abbiamo iniziato per questo motivo a somministrare vitamina D alle persone che avevano malattie neurodegenerative e abbiamo fatto attenzione ai pazienti con Parkinson e abbiamo iniziato a dare vitamina D in dosi fisiologicamente realistiche.

 

E' Importante che si dica che la dose giornaliera che è raccomandata oggi, internazionalmente,

NON ESCLUDE NESSUN PAZIENTE DALLA CARENZA DI VITAMINA D,

è una dose irrisoria, molto sotto alla dose fisiologica.

 

Ed allora, quando abbiamo iniziato a dare la dose fisiologica, che è la dose di 10.000 UI (Unita Internazionali) giornaliere, cioè la dose che ci produce con pochi minuti di esposizione solare, ossia, se hai addosso canottiera e bermuda, con le gambe e le braccia esposte al sole,

PRODURRAI IN 20 MINUTI, SE HAI LA PELLE CHIARA E SE SEI GIOVANE, 10.000 UI DI VITAMINA D AL GIORNO.

 

allora, 10.000 ui e' una dose fisiologica, non e' una super dose.

però la maggior parte dei dottori considerano questa dose potenzialmente tossica. e questi dottori affermano che oggi la dose raccomandata è di 600 ui.

allora raccomandata 600 ui, ma se una persona si espone al sole per 20 minuti, produce 10.000 ui!

 

esiste una differenza evidente tra la pratica medica e la conoscenza scientifica.

 

Allora, iniziamo a dare 10.000 UI alle persone con malattie neuro degenerative, e ricordo un paziente con Parkinson, che ha ricevuto 10.000 UI di vitamina D, quando è ritornato per la seconda visita, dopo 3 mesi (prendendo 10.000 UI di vitamina D al giorno) aveva una lesione di vitiligine sul viso che era diminuita tanto in pochi mesi di somministrazione di 10.000 UI.

Questo ci ha portato a cercare informazioni nella letteratura medica in relazione agli effetti della vitamina D nel sistema immunologico.

 

Siamo rimasti sorpresi per l'enorme quantità di pubblicazioni che erano disponibili già nel 2001-2002.

 

In base a questo primo risultato, abbiamo iniziato a dare 10.000 UI di vitamina D ai pazienti con sclerosi multipla, che è la malattia autoimmune più comune in neurologia e quella che ha gli effetti più devastanti tra i pazienti neurologici.

Siamo rimasti sorpresi nel vedere quanto questi pazienti siano migliorati.

E questo è stato il punto di partenza, nell'attribuire un grande valore alla vitamina D nel trattamento di malattie autoimmunitarie.

 

Oggi noi siamo assolutamente convinti, assieme alla comunità scientifica che si occupa della ricerca sulla vitamina D, che studia gli effetti della vitamina D nel sistema immunologico:

LA VITAMINA D E' IL MAGGIOR REGOLATORE DELL'ATTIVITA' DEL SISTEMA IMMUNOLOGICO E MODIFICA IL FUNZIONAMENTO DI APPROSSIMATIVAMENTE 4.500 GENI IN OGNI CELLULA DEL SISTEMA IMMUNITARIO.

E' UNA SOSTANZA SENZA EGUALI.

 

Faccio un confronto per spiegare cosa intendo con 4.500 geni che sono regolati nella loro attività dalla vitamina D.

 

Immagina un grattacielo dove sono presenti tante sale commerciali ed immagina che 4.500 porte all'interno di questo grattacielo possono essere aperte o chiuse da un'unica chiave.

Allora dovete confrontare il grattacielo con ognuna delle cellule del sistema immunologico e la chiave è la vitamina D.

 

Quando manca la vitamina D, l'ammalato non riesce a regolare, ossia aprire o chiudere, stimolare o ridurre l'attività di 4.500 funzioni biologiche all'interno delle cellule del sistema immunologico.

LA MANCANZA DI QUESTA SOSTANZA RAPPRESENTA UN DISASTRO PER IL SISTEMA IMMUNOLOGICO!

 

D: Come si compone il suo protocollo?

R: GLI ELEMENTI CHE COMPONGONO IL TRATTAMENTO, IN REALTA' SI RIASSUME IN UN'UNICO ELEMENTO:

"LA VITAMINA D."

 

D: Pensa che per prendere 10.000 UI al giorno sia necessario essere sotto controllo medico?

R: La persona che assume 10.000 unità di vitamina D prende la stessa dose di vitamina D che un giovane produrrebbe nella pelle se vestito con maglietta a maniche corte e pantaloncini corti, lasciando braccia e gambe esposte al sole, una persona giovane e di pelle chiara, senza uso di filtro solare, produrre 10.000 UI di vitamina D, che non può essere considerata una dose tossica di vitamina D.

 

E non c'è nessun bisogno di fare controlli di laboratorio o di essere sotto controllo medico, per il semplice fatto che un adulto stà prendendo 10.000 unità di vitamina D.

Questo, però, non è valido quando si tratta di bambini; ai bambini sottopeso, questa dose può risultare eccessivo.

 

-----------------------------

 

sotto l’indirizzo dell’homepage di Franco, non vi stupite se è assurda e pazzerella, le informazioni sono molte, a volte imprecise o parziali, semplicemente contro, contro i dottori, a volte interessanti, comunque un sito troppo ingarbugliato, peggio di un labirinto,

 

http://digilander.libero.it/genfranco2/Immagini/vitaminadcoimbra.htm

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TUMORI : Aloe Arborescens di Padre Romano Zago

L'aloe come rimedio anticancro? Dopo la puntata di ieri sera della Iene, in cui si torna a indagare sul legame tra alimentazione e tumore, è tornata alla ribalta la ricetta dell'Aloe Arborescens di Padre Romano Zago, convinto delle proprietà miracolose di questa preparazione, che sarebbe capace di guarire tumori anche in fase avanzata, in breve tempo e senza particolari effetti collaterali.

 

Avevamo scoperto in redazione qualche tempo fa questo nome e questa ricetta grazie alla segnalazione di una nostra lettrice, che l'aveva sperimentata sul marito malato di cancro (fortunatamente l'uomo è riuscito a sconfiggere il suo male), unitamente alle testimonianze di parenti e amici che hanno intrapreso questo percorso, più o meno felicemente. Cerchiamo di capire di cosa si tratta andando con ordine.

CHI È PADRE ROMANO ZAGO? Nato in Brasile, si legge sul sito a lui dedicato, nell'attuale comune di Progresso, l'11 aprile del 1932, Romano Zago, ascendenti italiani, entra appena undicenne nel seminario Serafico "San Francesco" di Taquari dove porta a termine gli studi. Diviene novizio nel 1952. Studia filosofia a Daltro Filho e Teologia a Divinipolis, in Mato Grosso, e viene ordinato sacerdote nell'ordine dei Frati Minori. È presto nominato professore presso il seminario di Taquari dove aveva iniziato i suoi studi, nel 1971 si laurea anche in lettere ed insegna Francese, Spagnolo, Portoghese e Latino nelle varie case del suo ordine. Nel 1991 viene inviato a prestare il proprio servizio in Israele, dove prosegue nell'insegnamento ai giovani.

Oggi vive e lavora in Brasile, dove è tornato al termine della sua missione in Terrasanta. Nel 1998 ha concesso l'autorizzazione ad un'industria brasiliana a produrre in suo nome il preparato a base di Aloe. È da qui che prende il via la storia dell' "Aloe di Padre Romano Zago", bevanda fedele alla formula originale, e commercializzata in numerosi paesi. Nello stesso anno veniva istituita la Fondazione "Fra Romano Zago", che oltre ad essere attiva nel sostegno a persone in difficoltà e nella solidarietà in genere, conduce un'intensa attività di diffusione e ricerca sui vantaggi e sulle proprietà curative dei prodotti naturali, fra cui l'Aloe ha, ovviamente, un posto di primo piano.

La ricerca di Padre Romano Zago è pubblicata sulla rivista "Terra Santa" e su altre riviste specializzate. È l'inizio della notorietà per il frate francescano e il suo elisir di lunga vita. Rientrato in Brasile nel '95, Padre Romano Zago divulga ulteriormente la sua formula, e comincia a dedicarsi in modo continuativo alla sua sperimentazione e alla cura degli ammalati più gravi e disperati. Convinto dalle numerose guarigioni straordinarie, raccoglie la sua esperienza nel libro "O cancer tem cura" ("Di cancro si può guarire", edizione italiana Adle edizioni, Padova).

LE ORIGINI DELLA RICETTA - È in Israele che Padre Romano elabora la sua scoperta. L'aloe, o Babosa, presente in abbondanti quantità nella regione, è la "materia prima" su cui egli concentra la propria attenzione, nei momenti liberi. "Conoscevo già la pianta - dichiarerà in seguito il religioso, riporta sempre il sito citato, - in Brasile, mia madre ce la dava sempre come lenitivo, quando da bambini ci ferivamo giocando o per tante piccole cose legate ai guai fisici. Ma allora non credevo che una pianta così piccola e diffusa potesse avere un potere guaritivo così grande". Mescolando il succo ricavato dalla frullatura delle foglie della pianta con semplice miele d'api e grappa, ottiene un composto dalle presunte proprietà guaritive straordinarie.

GLI INGREDIENTI - Il particolare successo della formula è dovuto ai suoi tre ingredienti: l'aloe innanzitutto, e poi il miele e la grappa. Perché questi ingredienti, come mai miele e grappa (o cognac, o brandy) ad accompagnare le proprietà dell'aloe? "La spiegazione è semplice" dirà lo stesso Padre Romano. Ed in effetti è così. Il miele infatti, sempre che si tratti di miele d'api, naturale e non (troppo) trattato, ha la proprietà di veicolare, di condurre le sostanze curative contenute nel succo d'aloe, fino ai recettori più remoti del nostro organismo, consentendo al preparato di esercitare la sua azione benefica.

Quanto alla grappa, essa effettua un'azione di vasodilatazione, ovvero allarga i vasi sanguigni facilitando la depurazione generale dell'organismo. Il sangue può così purificarsi, eliminando le sostanze infettanti. Inoltre, l'organismo umano non sarebbe in grado di assorbire integralmente il liquido viscoso e ricco di proprietà, ovvero l'aloina, che sgorga quando si incide una pianta di aloe, senza scioglierlo in un distillato.

COME SI PREPARA? LA RICETTA

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350 grammi di foglie di Aloe Arborescens (non Aloe Vera Barbadensis), pari a 3-10 foglie a seconda della lunghezza

350 grammi di miele naturale di qualità (non artificiale e non millefiori)

10 ml di grappa, pari a un cucchiaino (non vanno bene alcool, vino, birra o liquori)

L'ideale, spiega il blog Aloe Arborescens è una pianta con foglie di 40 cm di lunghezza o più (5 anni o più), ma vanno benissimo anche piante con foglie da 20 centimetri almeno (2 anni di età). Tagliare le foglie, il gel non deve vedere mai la luce.

Scegliere le foglie né troppo in alto perché sono troppo giovani, nè quelle troppo in basso perchè sono ingiallite e appassite. Coprirle dalla luce anche artificiale, basta metterle in un sacchetto di plastica non trasparente. Pulirle dalla polvere con uno straccio asciutto, non bagnarle con acqua. Tagliare via le spine con un coltello, lasciando tutta la buccia esterna. Tagliare a pezzetti e mettere in un frullatore insieme al miele. Quando si è ottenuta una crema verde semi-liquida, si mette in un barattolo opaco in cui non possa entrare la luce e si mette nel frigorifero (non in freezer).

E' molto meglio però preparare barattoli più piccoli, mantenendo le proporzioni, il grande vantaggio è di avere un preparato ancora più fresco e più efficiente ogni volta. In questo caso, è bene seguire la ricetta con dosi di un terzo rispetto all'originale (120 grammi di foglie di Aloe, pari a 1-4 foglie a seconda della lunghezza; 120 grammi di miele naturale di qualità, non artificiale e non millefiori)

La grappa non è necessaria e non va mescolata nel preparato: va bevuto un cucchiaino quando si assume il preparato per dilatare i vasi. Bisogna assumere 3 di questi barattoli più piccoli di fila senza interruzione. 3 barattoli più piccoli equivalgono quindi a un barattolo grande della ricetta originale. Le dosi, come il numero delle foglie, sono indicative. Il preparato va assunto preferibilmente a stomaco vuoto per migliorare al massimo l'assorbimento dei principi attivi.

ELISIR ANTI - CANCRO? – Lungi da noi il voler dare false speranze a chi è malato. Ovviamente non siamo medici e non possiamo accertare in alcun modo che questa ricetta faccia davvero guarire dal cancro. Nemmeno i casi di guarigione riportati sono sufficienti per fare letteratura scientifica. Resta il fatto che la ricetta di Padre Zago continua a destare interesse e clamore. Forse l'aloe da sola non basta, ma certamente è in grado di ridurre gli effetti collaterali di chemio-terapia e radio-terapia. C'è da dire, però, che con tutta probabilità nemmeno i protocolli standard bastano da soli: vanno certamente uniti a uno stile di vita e a un'alimentazione più sana. Almeno su questo tutti i medici concordano.

Roberta Ragni

http://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/13119-ricetta-aloe-padre-zago

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CORTISONE : RIMEDI NATURALI SENZA EFFETTI COLLATERALI

i farmaci cortisonici sono dei farmaci antinfiammatori utilizzati per la cura di numerose malattie ad andamento acuto e cronico: malattie dell’apparato respiratorio, allergie, infiammazioni.

 

La loro capacità è legata al fatto di essere strutturalmente simili al cortisolo, un ormone steroideo fisiologicamente prodotto dalle ghiandole surrenali. Hanno infatti il compito di riprodurre le funzioni di questo ormone: modulare le reazioni infiammatorie e l’attività del sistema immunitario.

 

Il loro effetto si manifesta molto rapidamente e gli effetti collaterali non sono assolutamente da sottovalutare.

 

EFFETTI COLLATERALI DEI CORTISONICI

 

Gli effetti collaterali dei farmaci cortisonici sono veramente molto numerosi. Si va dal semplice aumento di peso, all’irritabilità, all’ipertensione arteriosa, al rischio di diabete, alla comparsa di ulcere gastriche finanche al rischio di osteoporosi.

 

Ecco perché è sempre meglio non abusarne e, quando è possibile, sostituirli con dei cortisonici naturali.

 

ALTERNATIVE NATURALI AL CORTISONE

 

Le alternative naturali ai farmaci cortisonici ci sono. Esistono diversi studi a riguardo, soprattutto per quanto concerne l’azione di un potente cortisonico naturale: il ribes nero.

 

Naturalmente, all’interno del discorso rientrano anche tutti i rimedi naturali importanti per il riequilibrio dell’infiammazione immunitaria e allergica, come l’assunzione di minerali come il manganese, il rame, lo zinco e il magnesio o altri prodotti fitoterapici come la curcuma e la boswellia.

 

Ma procediamo per ordine e vediamo insieme 3 alternative naturali ai farmaci cortisonici.

 

RIBES NIGRUM

 

Il ribes è un arbusto di cui esistono differenti qualità: esiste quello bianco, quello rosso e quello nero.

 

Il ribes nero, in particolare, è considerato molto efficace nel trattamento delle allergie, di dolori articolari, reumatici, della fragilità capillare. Inoltre, stimola la corteccia surrenale e alza le difese immunitarie.

 

In genere, come sostituto ai farmaci cortisonici, viene assunto sotto forma di tintura madre.

 

Le gemme di Ribes nigrum agiscono sulla corteccia surrenale (è proprio questo che le rende simili al cortisone), inibiscono i processi infiammatori, la formazione di essudato e normalizzano i disordini immunitari dovuti a reazioni allergiche.

 

Il consumo del frutto consente all’organismo di avere sempre in circolo una minima quantità di antinfiammatorio naturale. Compito della tintura madre sarà invece intervenire in situazioni che richiedono un risultato immediato.

 

Si utilizza in genere per infiammazioni articolari, dermatiti, dermatosi, eczemi, sindromi allergiche acute, sindromi infiammatorie, congiuntiviti allergiche, riniti, riniti allergiche stagionali, parotite, orticarie allergiche, emicranie allergiche, cefalee.

 

Il suo consumo non è indicato per le persone ipertese, con pressione alta, in gravidanza e durante l’allattamento.

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CURCUMA

Abbiamo parlato molte volte della curcuma come spezia e delle sue proprietà: secondo alcune ricerche è utile a prevenire il diabete, ma anche come antinfiammatorio naturale.

 

La curcuma è una pianta dalle innumerevoli proprietà e l’estratto secco della sua radice è indicato come una valida alternativa al cortisone.

 

La curcuma, come abbiamo detto, è infatti un potente antinfiammatorio, ma è anche utilizzata come antiallergico, stimolante della secrezione biliare e rimedio per prevenire l’Alzheimer.

 

Secondo una ricerca, riportata dalla rivista Greenmed, la curcumina, principio attivo primario della curcuma, è importantissima per il trattamento dell’uveite, un’infiammazione dell’occhio, in genere curata con i cortisonici. Secondo lo studio, l’efficacia della curcumina è paragonabile nei risultati alla terapia con corticosteroidi, che è attualmente il trattamento standard disponibile per questa specifica malattia. La mancanza di effetti collaterali è inoltre il suo più grande vantaggio.

 

CARDIOSPERMUM HALICACABUM

 

Il cardiospermum halicacabum è una pianta della famiglia delle Saponiere che produce piccoli fiori banchi. I semi, della grossezza dei grani di pepe dal colore marrone scuro, hanno un interno bianco chiamato cardiospermum. Tipica dell’India, Sud America ed Africa, è molto conosciuta per alcune delle sue proprietà benefiche.

 

L’estratto vegetale di questa pianta, ad esempio, sembra abbia proprietà antiallergiche e antinfiammatorie in virtù di un effetto simile a quello del cortisone. Sembra inoltre che allevi il prurito e riduca le infiammazioni cutanee.

 

Il vantaggio fondamentale di questo estratto naturale è la sua elevata tollerabilità, anche nei casi di utilizzo prolungato nel tempo. I principi attivi responsabili dell’effetto simile a quello del cortisone sono i fitosteroli contenuti nelle sommità fiorite e che manifestano un’azione antinfiammatoria, antipruriginosa e in grado di stabilizzare le membrane cellulari di pelli e mucose che, in caso di dermatiti, risultano essere meno reattive.

 

L’applicazione topica di Cardiospermum halicacabum garantisce una buona attività antiflogistica ed ha un effetto lenitivo sulla reazione irritativa. Ad oggi, le preparazioni a base di questa pianta sono principalmente utilizzate per il trattamento di dermatiti infiammatorie, orticarie, eczemi e punture di insetto.

 

Naturalmente, esiste una metodologia di cure alternative per molte patologie. Spesso, i disturbi che ha il nostro organismo sono considerati il risultato di uno squilibrio funzionale dovuto a errori nello stile di vita, effetti ambientali, predisposizione a malattie. Proprio per la presenza di questa complessità di fattori, è sempre necessario consultare uno specialista che possa comprendere al meglio ciò di cui il nostro specifico organismo ha bisogno, ciò che non tollera e ciò che invece gli può fare bene, per trovare insieme delle cure alternative che non contengano gli stessi effetti collaterali dei più tradizionali medicinali, come il cortisone.

 

REISHI

 

Il Ganoderma lucidum, o Reishi, è un fungo tipico di Cina e Giappone che da qualche anno è stato al centro di diverse ricerche scientifiche che ne hanno evidenziato le potenzialità antinfiammatorie e antiallergiche tanto che adesso può essere inserito a tutti gli effetti tra le alternative naturali al cortisone. In particolare la sua efficacia simile al farmaco è stata provata già negli anni ’90 dal professor Stavinoha, farmacologo dell’Università del Texas, che mise a confronto gli effetti del fungo con quelli del diclofenac. Per ottenere buoni risultati con il Reishi è necessario assumerlo sotto forma di compresse, facendo attenzione ad acquistare un prodotto di qualità. E’ molto importante però sapere anche quanto assumerne, le dosi variano a seconda della patologia che si vuole curare. Dato anche il costo non proprio per tutte le tasche di questo prodotto, si rende necessario l’aiuto di un esperto che possa consigliare tempi e modi della terapia.

 

 

ZENZERO


Diverse ricerche hanno mostrato anche le svariate proprietà benefiche dello zenzero, tra cui anche quella di essere un efficace antinfiammatorio. In particolare uno studio effettuato all’Università di Copenhagen ha voluto mettere a confronto la sua efficacia contro l’artrite (sia reumatoide che osteoartrite) confrontandola con quella di farmaci come ibuprofene e cortisone. I risultati hanno evidenziato come l’ibuprofene non sia utile in questi casi mentre invece ottimi benefici sono stati ottenuti sia con il cortisone che con l’estratto di zenzero. Sembra dunque che anche i principi attivi contenuti in questa spezia andrebbero tenuti maggiormente in considerazione come rimedi naturali per le infiammazioni, vista anche l’assenza di effetti collaterali.

 

fonte :

http://ambientebio.it/consigli-bio/consigli-bio-rimedi-naturali/

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BRONCHITEe TOSSE : il MIRTO ci aiuta

Uno dei rimedi migliori per affrontare bronchite e tosse è preso da una pianta arbustiva molto antica tipica della macchia mediterranea, soprattutto della Sardegna e appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, dalla quale deriva il nome della pianta stessa: il mirto.

 

Questa pianta è conosciuta maggiormente per la produzione del liquore di mirto, ma molti non sanno che, sin dagli antichi romani, l’olio essenziale di mirto viene usato per curare malesseri di vario genere grazie alle sue azioni balsamiche, mucolitiche, oltre che antivirali ed antibiotiche.

 

Questo olio essenziale può essere usato sia in forma preventiva che curativa di raffreddori, bronchite e, appunto, tosse, anche quella più recidiva come quella dei fumatori.

Nel primo caso basta mettere in un vaporizzatore circa 10-15 gocce dell’olio e mantenerlo in funzione anche di notte, nella propria camera da letto, per riuscire a trarne i benefici anche durante il riposo. È particolarmente indicato usare questo sistema con anziani e bambini.

Nel caso di raffreddori, tosse e malanni generali, può essere usato in vari modi:

 

tramite dei fumenti in cui far sciogliere 5-7 gocce in acqua calda, coprendosi il capo e respirare per almeno 5 minuti, ripetendo l’operazione per due volte al giorno;

tramite massaggio aromaterapico sul torace utilizzando da 2 a 4 gocce aggiunte ad una crema neutra oppure diluite in un cucchiaio di olio di mandorle;

attraverso l’assunzione orale, in cui sarebbe bene assumere 3 gocce accompagnate da un cucchiaino di miele per due o tre volte al giorno.

Ovviamente le dosi sono indicative e possono variare a seconda della persona, non sono in ogni caso da prendere alla lettera. È sempre bene iniziare con dosi minime per vedere che reazione potrebbe avere il nostro organismo a contatto questo prodotto. L’unica avvertenza è quella di non utilizzare l’olio essenziale puro senza essere diluito in qualche altro prodotto, come visto con acqua calda per i fumenti e crema neutra per il massaggio aromaterapico, poiché potrebbe irritare le nostre mucose.

 

http://salute.leonardo.it/rimedi-tosseecco-la-cura-grazie-ai-benefici-del-mirto/

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Pruriti, orticaria e psoriasi : bagno d'avena ottimo rimedio naturale

Se avete una pelle sensibile e soffrite di pruriti, orticaria, psoriasi, dermatite o altre problematiche cutanee vi consiglio di provare un rimedio naturale semplicissimo: il bagno d’avena, utile anche per tutti coloro che semplicemente vogliono coccolare un po' la propria pelle. Questa tecnica è conosciuta fin dall’antichità e si avvale delle doti lenitive ed emollienti dell’avena sull’epidermide, ottima anche per alleviare i fastidi del prurito in caso di varicella nei bambini.

Ma vediamo come preparare il bagno. Quello che serve sono semplicemente 3/4 -1 tazza di fiocchi d’avena o dei chicchi di questo cereale, un tritatutto, e un sacchetto di cotone o organza traspirante (va bene anche un fazzoletto di stoffa da legare in cima con un elastico).

Tritate bene l’avena utilizzando un minipimer e poi inseritela nel sacchetto facendo attenzione a chiuderlo bene per evitare che si apra e faccia fuoriuscire il contenuto nell'acqua. Nel frattempo riempite la vasca da bagno con acqua tiepida (35° circa) e poi inserite il sacchetto. Come potrete vedere, strizzandolo un po’, uscirà fuori una specie di latte che si spargerà all’interno della vasca e che potrete utilizzare semplicemente mettendovi a mollo oppure per massaggiarvi le varie parti del corpo.

Un bagno di avena dovrebbe durare circa 15 minuti per fare il suo effetto, se non avete la vasca da bagno potete utilizzare il sacchetto sotto la doccia spargendo il latte d’avena sulla pelle al posto del bagnoschiuma. La cosa fondamentale di cui ricordarsi è che la temperatura dell’acqua deve essere tiepida, non bollente, perché la pelle potrebbe risentire di una temperatura troppo elevata e quindi questa semplice tecnica per alleviare pruriti e fastidi potrebbe invece peggiorare la sintomatologia.

Al sacchetto che contiene l’avena si può aggiungere anche qualche goccia di olio essenziale di lavanda, o fiori secchi di lavanda o camomilla, rilassanti e lenitivi. Dopo questo bagno la vostra pelle sarà morbida e rigenerata!

Questo rimedio è un semplice sintomatico, da utilizzare al bisogno, come sempre vi consiglio di andare ad indagare la causa dei vostri pruriti ed agire su quella per eliminare definitivamente anche i sintomi!

Alla prossima

Francesca

http://www.greenme.it/spazi-verdi/naturomania/1681-bagno-avena-rimedio-naturale-pruriti-orticaria-psoriasi

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