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Crescita Eccessiva dei Batteri dell'Intestino Tenue - rimedi naturali

SIBO è l’acronimo di “Small Intestinal Bacterial Overgrowth”, ovvero “Crescita Eccessiva dei Batteri dell’Intestino Tenue”. Infatti l’intestino tenue ha una concentrazione bassa di batteri di batteri rispetto al colon (intestino crasso) dove invece sono maggiori.


L’intestino tenue è la sezione più lunga del tratto digestivo (pari a 6-7 metri) ed è dove il cibo si mescola con i succhi digestivi permettendo la digestione e l’assorbimento delle sostanze nutritive nel flusso sanguigno. In caso di SIBO assistiamo invece ad un malassorbimento di sostanze nutritive, in particolare le vitamine liposolubili e di ferro portando a diversi problemi di salute.

I batteri sono normalmente presenti in tutto l’intero tratto gastrointestinale, ma in quantità diverse. Pochi batteri normalmente vivono nell’intestino tenue (meno di 10.000 batteri per millilitro di liquido) se confrontato con il crasso, o colon (almeno 1.000.000.000 di batteri per millilitro di liquido). E i tipi di batteri normalmente presenti nell’intestino tenue sono diverse da quelli del colon.


L’intestino tenue oltre alla digestione e all’assorbimento, svolge una parte importante nel sistema immunitario dato che contiene una rete impressionante di cellule linfoidi (cellule del sistema immunitario che aiutano a combattere le infezioni e regolano il sistema immunitario).

Il test idrogeno/metano è quello più comunemente utilizzato per scoprire se si è affetti dalla SIBO. Le comuni analisi sulle feci non sono utili.


Sintomi
I sintomi principali della SIBO rispecchiano i sintomi di altri disturbi gastrointestinali, in particolare l’84% dei soggetti con sindrome dell’intestino irritabile hanno la SIBO (che quindi può esserne considerata la causa). Inoltre la SIBO può anche essere associata alla Sindrome da Permeabilità Intestinale dato che questi batteri in eccesso danneggiano la mucosa intestinale. Ecco i sintomi più comuni:

Gonfiore addominale
Meteorismo
Eruttazioni
Perdita di peso
Dolori addominali
Stipsi
Diarrea
Reflusso acido
Nausea
Vomito
Anemia
Dolori articolari e muscolari
Stanchezza
Acne rosacea (I ricercatori del Dipartimento di Medicina Interna presso l’Università di Genova hanno osservato che dopo l’eliminazione della SIBO c’è una remissione quasi completa delle lesioni cutanee dell’acne rosacea)
Eruzione cutanea
Depressione
Asma
Questi batteri in eccesso (e di tipo sbagliato) nell’intestino tenue inducono delle gravi carenze nutrizionali, in particolare consumano le vitamine del gruppo B, come la vitamina B12, prima che le nostre cellule hanno la possibilità di assorbire questi nutrienti importanti. Essi possono anche consumare alcuni degli amminoacidi o proteine, che abbiamo ingerito, che può portare sia ad una carenza proteica (perdita di massa muscolare) e un aumento della produzione di ammoniaca da alcuni batteri (e quindi intossicazione). I batteri possono anche diminuire l’assorbimento degli acidi grassi attraverso il loro effetto sugli acidi biliari, che porta a carenze di vitamine liposolubili come A e D.


Cause
Nella maggior parte dei pazienti, la SIBO non è causato da una crescita eccessiva di un solo tipo di batteri, ma è una crescita eccessiva dei vari tipi di batteri che dovrebbero normalmente essere trovati nel colon. Il corpo ha diversi sistemi di prevenzione per la SIBO che includono:

Secrezione gastrica acida (mantenendo un ambiente acido)
Peristalsi della parete intestinale
Immunoglobuline nel fluido intestinale,
Valvola ileocecale che permette il flusso a senso unico di contenuti nel colon e non viceversa
La causa della SIBO è generalmente complessa, e probabilmente colpisce più di uno dei meccanismi di protezione elencati sopra. Un certo numero di fattori di rischio per la SIBO sono stati identificati e sono elencati di seguito.

Bassa acidità di stomaco (dovuto all’assunzione di antiacidi, acqua alcalina, combinazioni alimentari errate e stress emotivo)
Intolleranze ed allergie alimentari (celiachia, latticini, ecc.)
Morbo di Crohn
Diabete tipo I e tipo II (uno studio pubblicato su Diabetes & Metabolism indica che la SIBO è presente nel 43 per cento dei diabetici con diabete cronico)
Molteplici cicli di antibiotici
Diverticolosi
Disfunzione di alcuni organi, come la cirrosi epatica, pancreatite cronica, o insufficienza renale
Uso di farmaci inibitori della pompa protonica,
Recente intervento chirurgico addominale
Sindrome dell’ansa cieca (un segmento del piccolo intestino viene by-passato e tagliato fuori dal normale flusso del cibo: .a digestione degli alimenti diventa lenta o si ferma diventando un terreno fertile per la proliferazione eccessiva dei batteri)
Invecchiamento e assenza di attività fisica (Con l’avanzare dell’età l’apparato digerente rallenta. E’ generalmente accettato che gli adulti di età superiore ai 61 anni hanno un tasso di prevalenza del 15 per cento di SIBO, in contrasto con poco meno del 6 per cento nei soggetti da 24 a 59.)
Consumo di Alcool (anche moderato di due bicchieri al giorno
Secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Gastroenterology, il 66%dei pazienti con malattia celiaca che hanno mantenuto una rigorosa dieta priva di glutine sono comunque risultati positivi alla SIBO. Infatti in un articolo specifico abbiamo spiegato che la parete intestinale richiede anni per ripararsi dopo la celiachia e che è importante assumere Vitamina D per accelerare questo processo.

Come si può vedere, la proliferazione batterica nell’intestino tenue è legata, causata o associata ad una vasta gamma di condizioni. Anche coloro che non pensano di avere disturbi al tratto gastrointestinale possono in realtà avere i sintomi della SIBO.

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Trattare naturalmente la SIBO
L’approccio medico si basa sull’impiego di antibiotici a largo spettro che però lavorano solo sull’effetto (proliferazione dei batteri) senza toccare le cause sottostanti che abbiamo elencato sopra. Per questo motivo il successo è basso e i trattamenti di antibiotici devono spesso essere ripetuti causando danni al microbiota.

Il trattamento efficace della SIBO invece si basa sull’eliminazione delle cause scatenanti attraverso la dieta e gli integratori naturali.

Dieta per la SIBO
La dieta è fondamentale perché i cibi che ingeriamo hanno il potere di nutrire alcuni batteri intestinali piuttosto che altri e quindi costituisce uno strumento fondamentale imprescindibile. Il problema alla base della SIBO è la fementazione e quindi la dieta non può basarsi su zuccheri e carboidrati.

Eliminare zucchero e farine raffinate, miele, ortaggi amidacei (patate, melanzane), crucifere (cavoli, broccoli) frutta e latticini. In questo modo si riduce l’introduzione nell’organismo di polisaccaridi, oligosaccaridi e disaccaridi e i sintomi migliorano spesso velocemente.
Ridurre cereali integrali e legumi (stesso motivo di sopra)
Leggendo la lista, può sembrare che ci sia poco da mangiare ed in effetti il digiuno ripetuto è uno dei modi più veloci per accelerare la guarigione dalla SIBO. Comunque ci sono molti cibi che possiamo includere in una dieta per la SIBO:

Pesce pescato
Carne biologica
Uova biologiche
Latte di mandorla e di cocco
Verdure a foglia verde
Zucca
Carote
Cetrioli
Pomodori
Mirtilli
Uva
Melone
Ananas
Fragole
Quinoa
Noci
Prodotti a base di fecola di patate (è un amido resistente che riduce la SIBO)
L’obiettivo della dieta SIBO è quello di riparare il rivestimento intestinale, ridurre l’infiammazione, sbarazzarsi della proliferazione batterica e mangiare una dieta ricca di nutrienti essenziali che il corpo non riusciva ad assorbire. Si consiglia di seguire questa dieta per due settimane.

E’ preferibile mangiare 4-5 volte a giorno piccoli pasti piuttosto che 3 pasti principali. In questo modo il cibo stazionerà meno nell’intestino e sarà digerito più velocemente.

E’ importante mangiare ananas matura tutti i giorni perché essendo ricca di bromelina, aiuta a ridurre l’infiammazione e facilitare la digestione. La bromelina ha incredibili benefici per la salute, in particolare per le persone con disturbi digestivi, allergie, asma e dolori articolari.

Rimedi naturali per la SIBO
Probiotici. Assumere integratori probiotici e mangiare cibi probiotici è sicuramente fondamentale. Uno studio pilota svolto dai ricercatori presso il Center for Medical Education and Clinical Research a Buenos Aires ha scoperto che i probiotici hanno un tasso di efficacia superiore a quello degli antibiotici. In questo studio, Lactobacillus casei, Lactobacillus plantarum, Streptococcus faecalis e Bifidobacterium brevis sono stati somministrati per cinque giorni alla metà del gruppo di studio, mentre l’altra metà del gruppo di studio ha ricevuto antibiotici per cinque giorni. Tutti i partecipanti hanno mangiato la stessa dieta, che ha limitato il consumo di latticini, legumi, crucifere e alcol. I risultati? Un sorprendente 82% del gruppo che ha ricevuto i probiotici ha riportato un miglioramento clinico, mentre solo il 52 per cento del gruppo che ha ricevuto antibiotici ha riferito un miglioramento clinico.

Altri integratori utili sono:

Vitamina B12
Vitamina D
Vitamina K
Enzimi digestivi
Zinco
Curcumina
Olio essenziale di Menta. Oltre ai cambiamenti dietetici e agli integratori, l’uso di oli essenziali ha dimostrato di essere utile per le persone con la SIBO. In uno studio pubblicato su Alternative Medicine Review, l’olio di menta piperita ha mostrato fornire sollievo dai sintomi della SIBO.  Va assunto oralmente facendo attenzione ad acquistare olii essenziali per uso interno. Alla via orale può essere abbinato vantaggiosamente un massaggio addominale.

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La Preghiera delle Madri, la PREGHIERA PER LA PACE

La Preghiera delle Madri = PREGHIERA PER LA PACE

“Non svalutare nessuno

salva ogni persona nel tuo cuore

perché un giorno potresti ricordarti

e percepire che hai perso un diamante

quando eri troppo occupato a raccogliere pietre.

Spedisci questo abbraccio a tutti quelli che non vuoi più perdere,

conservandoli per sempre in cuor tuo! “

 

La Preghiera di Madri ebree, musulmane e cristiane

 

In Israele è avvenuto un piccolo grande miracolo quasi completamente ignorato dai Media:

migliaia di donne ebree, musulmane e cristiane hanno camminato insieme in Israele per la pace.

 

Nel nuovo video ufficiale del movimento Women Wage Peace, la cantante israeliana Yael Deckelbaum

canta la canzone Prayer of the Mothers “La preghiera delle Madri”, insieme a donne e madri

di tutte le religioni, mostrandoci che la “musica” sta cambiando e deve cambiare.

Un miracolo tutto femminile che vale più di mille parole vuote ed inutili.

 

Condividete più che potete (ndr. se lo desiderate)! Shalom- Salam- Pace

DA:

 

La preghiera delle madri

il racconto:

 

La canzone "La preghiera delle Madri", è nata a seguito di un'alleanza fatta tra la cantautrice Yael Deckelbaum, e un gruppo di donne coraggiose, che promuove il movimento di "Donne Costruttrici di Pace".

Il movimento sorto nell’estate 2014 durante l'escalation di violenza tra Israele e i Palestinesi, e l'operazione militare "Tzuk Eitan".

Il 4 ottobre 2016, le donne Ebree Arabe e cristiane hanno cominciato congiuntamente il progetto "La Marcia della Speranza".

Migliaia di donne hanno marciato dal nord di Israele fino a Gerusalemme in un appello per la pace.

 

Un appello che ha raggiunto il suo culmine il 19 ottobre, in una marcia di almeno 4.000 donne di cui metà Palestinese, e metà di Israeliane, a Qasr el Yahud (a Nord del Mar Morto), in una preghiera comune per la pace.

La stessa sera 15.000 donne hanno protestato davanti alla residenza del Primo Ministro a Gerusalemme.

Alle marce si era unito il premio Nobel per la Pace Leymah Gbowee, che ha condotto alla fine della seconda guerra civile liberiana, nel 2003, con la forza congiunta delle donne.

Nella canzone, Yael ha inserito una registrazione di Leymah, con parti da un video di YouTube in cui lei aveva inviato la sua benedizione al movimento.

 

IL NATALE: cosa significa

 

<<...Natale, con la nascita del Bambino, rappresenta la nostra nuova nascita, la nascita del fanciullo in noi, dell’Uomo nuovo, del Figlio dell’Uomo. Ciò corrisponde alla conquista del nostro vero Io, dell’Io Superiore (o Sé Spirituale).

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Tale appuntamento interiore viene preceduto dalle quattro settimane di Avvento, periodo che scandisce i quattro gradini dell’evoluzione del creato dall’antico Saturno all’attuale Terra passando per l’antico Sole e l’antica Luna. Questo percorso è accompagnato dallo sperimentare in noi le tre grandi prove iniziatiche: la prova del Fuoco, dell’Aria e dell’Acqua. Ad esse seguirà la prova della solitudine: la sperimentazione del nostro essere soli, ossia di aver raggiunto la dimensione di coscienza delle Entità del Sole.

Con il Natale il processo spirituale raggiunge quindi un suo massimo, e proprio quando le forze del Sole esteriore sono minime può nascere in noi il Sole interiore, il già menzionato fanciullo, l’Io Superiore che ha la sua dimora spirituale nel Sole.

Giunto a questa nascita, dal Natale l’Essere superiore dell’uomo ha, per 12 notti, la possibilità di sperimentare le forze paradisiache zodiacali dalle quali è a suo tempo disceso: ci riferiamo alle 12 Notti Sante* ben conosciute nel nostro metodo agricolo. (* ndr: vedi nota alla fine dell’articolo)

 

Nella ricorrenza dell’Epifania ritroviamo l’intessersi di vari eventi. Il primo è l’adorazione dei Magi, i tre sapienti zarathustriani che si prostrano in adorazione del Bambino portando i loro doni rappresentanti i tre arti superiori dell’uomo: l’Oro, l’Incenso e la Mirra.

La stessa data ci ricorda anche l’evento della circoncisione del Bambino, ossia la sua entrata nella corrente evolutiva del popolo ebraico. Sempre al 6 di gennaio, però 30 anni dopo, avviene il battesimo al Giordano, ossia il momento nel quale l’Entità di Dio è discesa sull’Uomo Gesù sotto forma di Colomba.

È interessante notare come la chiesa ortodossa riconosca come momento del “Natale” il 6 di gennaio e non il 25 dicembre: in altre parole riconosce (giustamente) la “nascita” del Dio nell’Uomo Gesù.

 

Anche la chiesa cattolica fino al IV secolo riconosceva la data del 6 gennaio come “Natale”, poi, mutata la coscienza dell’evento, ha iniziato a festeggiare l’Uomo e non più il Dio fatto Uomo!

 

Come accennato la via delle 12 Notti Sante diventa quindi la via per il passaggio cosciente da Gesù figlio di dio a Gesu’ figlio dell’uomo, dalla piccola iniziazione natalizia (incontro con il Piccolo Guardiano della Soglia – Io Superiore), alla grande Iniziazione, ossia all’incontro con il Grande Guardiano: il DIO stesso.

Come al solito tocca a noi, uomini oramai del XXI secolo, scegliere tra una ricorrenza esteriore fatta di luci e consumi, ed una via interiore “meditativo-cosciente” che ci colleghi agli eventi citati, eventi che si ripetono ogni anno per la Terra e per ogni uomo.

Se saremo capaci di collegarci a tali eventi con coscienza riceveremo grandiosi frutti nell’anima, frutti che giungeranno a maturazione nell’anno che seguirà: come dire che il primo anno si semina ed il secondo si raccoglie.

 

Pensiamo di fare una cosa gradita a tutti fornendo delle semplici indicazioni relativamente alle meditazioni che si possono fare in questo periodo (vedi tabella). ...>>

(Ndr: ALLEGATO ARTICOLO COMPLETO: "LA CORONA DI 12 STELLE=NATALE tra S. Michele ed Epifania")

 

 

Risuscitami - Aline Barros -sottotitoli in Italiano- 4'

(Prima, tuttavia,  sarebbe necessario "Rinascere")   

 

 

e poi: SII GENTILE, NON SI SA MAI !

Ed anche con il sorriso sulle labbra ed un po' di leggerezza d'Animo:

Siate sempre gentili con tutti,

non si sa mai come si metteranno le cose in futuro!!!  

 

Non svalutare nessuno

salva ogni persona nel tuo cuore

perché un giorno potresti ricordarti

e percepire che hai perso un diamante

quando eri troppo occupato a raccogliere pietre.

Spedisci questo abbraccio a tutti quelli che non vuoi più perdere,

conservandoli per sempre in cuor tuo!

 

'Yael Deckelbaum

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CUORE-CERVELLO : alcune cose che forse non conoscevamo sul cuore.. .

CUORE-CERVELLO :  alcune cose che forse non conoscevamo sul cuore…. ….

 

Tradizionalmente, lo studio delle vie di comunicazione tra la testa e il cuore è stato affrontato da un punto di vista piuttosto unilaterale, con gli scienziati concentrandosi principalmente sulle risposte del cuore ai comandi del cervello. Abbiamo imparato, però, che la comunicazione tra il cuore e il cervello in realtà è una dinamica, in corso, il dialogo a due vie, con ogni organo che influenzano continuamente la funzione dell'altro. La ricerca ha dimostrato che il cuore comunica al cervello in quattro modi principali: neurologicamente (attraverso la trasmissione degli impulsi nervosi), biochimicamente (tramite ormoni e neurotrasmettitori), biofisico (attraverso le onde di pressione) ed energicamente (attraverso le interazioni di campi elettromagnetici). La comunicazione lungo tutti questi condotti influenza in modo significativo l'attività del cervello. Inoltre, la nostra ricerca mostra che i messaggi cuore invia al cervello può anche influire sulle prestazioni.

 

Il cuore comunica con il cervello e il corpo in quattro modi:

 

• comunicazione neurologica (sistema nervoso)

• la comunicazione biochimica (ormoni)

• Comunicazione biofisica (onda di impulso)

• Comunicazione energetico (campi elettromagnetici)

       

Alcuni dei primi ricercatori nel campo della psicofisiologia per esaminare le interazioni tra il cuore e il cervello erano John e Beatrice Lacey. Durante 20 anni di ricerca nel corso degli anni 1960 e '70, hanno osservato che il cuore comunica con il cervello in modi che influenzano in maniera significativa il modo in cui percepiamo e reagire al mondo.

 

In fisiologo e ricercatore Walter Bradford Cannon, ha introdotto il concetto di omeostasi. Da allora, lo studio della fisiologia è basata sul principio che tutte le cellule, tessuti ed organi si sforzano di mantenere una condizione di regime statico o costante. Tuttavia, con l'introduzione di tecnologie di elaborazione del segnale in grado di acquisire dati continui nel tempo da processi fisiologici come la frequenza cardiaca (HR), la pressione sanguigna (BP) e l'attività nervosa, è diventato abbondantemente evidente che i processi biologici variano nel complesso e  nei modi non lineari, anche durante le cosiddette condizioni di stato stazionario. Queste osservazioni hanno portato alla comprensione che la funzione ottimale è un risultato di continue, dinamiche, interazioni bidirezionali tra neurale multipla, ormonale e sistemi di controllo meccanici sia a livello locale e centrale. In concerto, questi sistemi di regolazione fisiologici e psicologici sono dinamici e interconnessi e non sono mai veramente a riposo e non  sono certamente mai statici.

 

Ad esempio, ora sappiamo che il normale ritmo di riposo del cuore è molto variabile, piuttosto che monotono e regolare, idea che era diffusa per molti anni.

 

 

Innervazione dei principali organi da parte del sistema nervoso autonomo (ANS). fibre parasimpatico sono principalmente nei nervi vaghi, ma alcuni che regolano gli organi sottodiaframmatici viaggiano attraverso il midollo spinale. Le fibre simpatiche viaggiano anche attraverso il midollo spinale. Un certo numero di problemi di salute può sorgere in parte a causa della funzione impropria del ANS. Le emozioni possono influenzare l'attività in entrambi i rami del ANS. Ad esempio, la rabbia aumenta l’ attività simpatica mentre molte tecniche di rilassamento aumentano l'attività del parasimpatico.

 

La Ricercatrice Laceys ha  notato che il modello proposto da Cannon era solo parzialmente abbinato al comportamento fisiologico reale. Come si è evoluta la sua ricerca, ha scoperto che il cuore, in particolare, sembrava avere una sua logica che spesso era diversa dalla direzione di attività del sistema nervoso autonomo. Il cuore si comportava come se avesse una mente propria. Inoltre, il cuore sembrava inviare messaggi significativi al cervello che il cervello non solo intendeva, ma anche ai quali obbediva.

 

Mentre la Laceys stava conducendo le sue ricerche in psicofisiologia, un piccolo gruppo di cardiologi hanno unite le forze con un gruppo di neurofisiologi e neuroanatomisti per esplorare settori di reciproco interesse. Questo ha rappresentato l'inizio della nuova disciplina ora chiamata neurocardiologya.

L'anatomia e le funzioni del sistema nervoso cardiaco e le sue connessioni con il cervello sono state esplorate estensivamente dai neurocardiologi In termini di comunicazione cuore-cervello, è generalmente noto che il decrescente percorso del sistema nervoso autonomo e’ coinvolti nella regolazione del cuore. Tuttavia, è meno apprezzato che la maggior parte delle fibre nel nervo vago sono afferenti (ascendente) in natura. Inoltre, molto più di questi percorsi neurali ascendenti sono legati al cuore (e il sistema cardiovascolare) rispetto a qualsiasi altro organo. Ciò significa che il cuore invia più informazioni al cervello che il cervello invia al cuore.

La ricerca più recente mostra che le interazioni neurali tra il cuore e il cervello sono più complesse di quanto si pensasse. Inoltre, il sistema nervoso cardiaco intrinseco ha sia funzioni di memoria a lungo termine che a breve termine e che può funzionare indipendentemente dal comando centrale neuronale.

L'uscita neurale, il messaggio dal sistema nervoso cardiaco viaggia al cervello attraverso vie ascendenti sia nella  colonna vertebrale che nei nervi vaghi, dove viaggia al midollo, ipotalamo, talamo e l'amigdala e poi alla corteccia cerebrale.

 

le vie del sistema nervoso tra il cuore e il cervello sono mostrati in figura 1.3 e le vie afferenti primari nel cervello sono mostrati in figura 1.4.

 

 

 

Schema delle vie afferenti attualmente noti con cui le informazioni dal cuore e il sistema cardiovascolare modula l'attività cerebrale. Nota i collegamenti diretti dalle NTS per l'amigdala, l'ipotalamo e talamo. Sebbene non mostrato, vi  sono anche prove emergenti che esiste un percorso dal complesso vagale dorsale che viaggia direttamente alla corteccia frontale.

 

IL CUORE COME GHIANDOLA ORMONALE

 

In aggiunta alle proprie numerose interazioni neurologici, IL cuore comunica con il cervello e il corpo biochimicamente attraverso ormoni che produce. Anche se non è tipicamente pensato come una ghiandola endocrina, il cuore in realtà produce e secerne un certo numero di ormoni e neurotrasmettitori che hanno un impatto ad ampio raggio sul corpo nel suo complesso.

 

Il cuore è stato riclassificato come parte del sistema ormonale nel 1983, quando un nuovo ormone prodotto e secreto dagli atri del cuore è stato scoperto. Questo ormone è stato chiamato da molti nomi diversi - fattore natriuretico atriale (ANF), peptide natriuretico atriale (ANP) e peptide atriale. Soprannominato l'ormone dell’equilibrio, gioca un ruolo importante nel bilancio idro-elettrolitico e aiuta a regolare i vasi sanguigni, reni, ghiandole surrenali e molti centri regolatori nel cervello.  L’Aumento  di questo peptide atriale inibisce il rilascio di ormoni dello stress,  riduce deflusso simpatico  e sembra interagire con il sistema immunitario.  Ancora più intriganti sono gli esperimenti che suggeriscono che il peptide atriale influenza la motivazione e il comportamento umano

 

Successivamente si è scoperto che il cuore contiene cellule che sintetizzano le catecolamine e le rilascio (norepinefrina, epinefrina e dopamina), che sono i neurotrasmettitori… una volta era pensato che queste erano prodotte solo dai neuroni nel cervello e nei gangli.

 

Più recentemente, si è scoperto  che il cuore produce e secerne ossitocina, che può agire come neurotrasmettitore e comunemente è denominato amore o socialbonding ormonale.

Al di là delle sue funzioni ben noti in parto e l'allattamento, l'ossitocina ha anche dimostrato di essere coinvolta nella cognizione, nella tolleranza, la fiducia e l'amicizia e la creazione di durevoli unioni di coppia.

Sorprendentemente, le concentrazioni di ossitocina prodotte nel cuore sono della stessa gamma di quelle prodotte nel cervello !

 

Variabilità della frequenza cardiaca: un indicatore di Autodisciplina Capacità, funzione autonomica e la salute

 

Il sistema nervoso autonomo (ANS) è la parte del sistema nervoso che controlla le funzioni interne del corpo, tra cui la frequenza cardiaca, il tratto gastrointestinale e le secrezioni di molte ghiandole. L'ANS controlla anche molte altre attività vitali come la respirazione, e interagisce con le funzioni del sistema immunitario e ormonale. E 'noto che gli stati mentali ed emotivi influenzano direttamente attività nel ANS.

 

Il sistema nervoso autonomo deve essere considerato come un sistema complesso in cui sia i neuroni ’efferenti (discendente) e gli afferenti (ascendente) vagali (parasimpatico) regolano risposte adattative.

 

Come esseri umani, non siamo limitati a combattere, o congelare le risposte. Siamo in grado di autoregolarci e di avviare i comportamenti pro-sociali quando incontriamo le sfide, i disaccordi e fattori di stress. La funzione sana del sistema di impegno sociale dipende dal corretto funzionamento dei nervi vaghi, che fungono da freno vagale.

 

Molti degli studi di ricerca hanno esaminato l'influenza delle emozioni sul ANS utilizzando analisi della variabilità della frequenza cardiaca / ritmo cardiaco, che riflette le interazioni cuore-cervello e le dinamiche del sistema nervoso autonomo.

Il comportamento irregolare del battito cardiaco è evidente quando la frequenza cardiaca viene esaminata su base battito-per-battito, ma viene trascurata quando viene calcolato un valore medio nel corso del tempo. Queste fluttuazioni sono  il risultato della frequenza cardiaca data da complesse interazioni non lineari tra un certo numero di diversi sistemi fisiologici

 

Le cortecce prefrontali insulari , per esempio, sono siti chiave coinvolti nella modulazione del ritmo del cuore, in particolare durante le circostanze emotive. Queste strutture, insieme ad altri centri come gli orbitofrontali, la corteccia del cingolo sono in grado di inibire o migliorare risposte emotive.

L'amigdala è coinvolta con raffinata integrazione di contenuto emotivo in centri superiori a produrre risposte cardiovascolari che sono appropriate per gli aspetti emotivi della situazione attuale.

 

Gli squilibri tra i neuroni nel insula, l’ amigdala e l'ipotalamo può avviare disturbi del ritmo cardiaco e aritmie.

 

La corteccia prefrontale può essere presto offline quando gli individui percepiscono che sono minacciati,

e periodi di inattività prefrontale corticale prolungati possono portare a ipervigilanza, atteggiamenti di difesa e isolamento sociale. Durante queste diminuzioni di attivazione corticale prefrontale, la frequenza cardiaca (HR) aumenta e diminuisce l’HRV.

 

• I pensieri e persino  le emozioni hanno una sottile influenza sull’attività del sistema nervoso autonomo.

• L'ANS interagisce con il nostro digerente, cardiovascolare, immunitario, ormonale e molti altri sistemi corporei.

 

• Le emozioni negative / sensazioni creano disordine in sistemi di regolamentazione del cervello e  nell’ANS.

• sentimenti come l'apprezzamento creare ordine in sistemi di regolamentazione del cervello e ANS, con conseguente miglioramento della funzione ormonale del sistema immunitario e  della migliorata funzione cognitiva

 

I nervi del VAGO sono i nervi principali per il sistema parasimpatico e innervano il sistema nervoso cardiaca intrinseco.

 

"I guasti di autoregolamentazione sono al centro della maggior parte dei problemi di salute e sociali che affliggono le società moderne. La forza più importante che la maggior parte delle persone ha bisogno di costruire è la capacità di autoregolare le loro emozioni, atteggiamenti e comportamenti ".

“Noi abbiamo poco controllo diretto sulle nostre reazioni emotive. Chiunque abbia provato a fingere un'emozione, o che è stato il destinatario di una simulata, sa fin troppo bene l'inutilità del tentativo. Mentre il controllo cosciente su emozioni è debole, le emozioni possono inondare la coscienza e creare disequilibri al cuore “

 

- Rollin McCraty

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Cancro Emozionale

 

IL CANCRO EMOZIONALE

DI  TOM  KENYON

 

In alcuni casi, i cancri emozionali diventano dei veri e propri cancri fisici. Fino a poco tempo fa, il meccanismo che cambiava l’emozione in malattia non era stato capito. Ma, attraverso l’operato della Dr.sa Candace Pert e il concetto dei neuro peptidi, questo mistero è stato svelato.

Secondo l’attuale teoria dei neuro peptidi, questi attivatori biochimici altamente attivi interagiscono con i punti recettori sulla superficie delle cellule.  Secondo il Dr.sa Pert, le emozioni represse sono immagazzinate nel corpo per mezzo dei neuro peptidi, e i ricordi sono immagazzinati nei recettori dei neuro peptidi.

Già da tempo i terapeuti concentrati sul corpo hanno osservato che il corpo conserva il ricordo. E questo tipo di memoria può rimanere depositato per anni.

Ricordo che dimostrai una tecnica di ipnosi, parecchi anni fa, durante un corso di addestramento professionale. Quando suggerii che la giovane donna tornasse indietro ad un tempo passato, costei incominciò a piangere. Quando si riprese, le chiesi che cosa fosse successo.

Raccontò di avere avuto un flash-back di quando aveva circa sette otto anni. Giocava a soft ball e fu colpita in viso da una mazza. Suo padre era l’allenatore della squadra e lei ricordò di non avere pianto dopo il colpo. Il padre, tornando a casa, le disse che era orgoglioso di lei per non avere pianto.

Durante il breve stato ipnotico, ella rivisse il dolore fisico del colpo, come se fosse stata colpita di nuovo. Il dolore non fu ricordato, attenzione, ma sperimentato fisicamente!

Non solo, ma il rendersi conto che il padre avrebbe voluto un figlio maschio, invece di una femmina, le piombò addosso. Aveva cercato per tutta la vita di essere all’altezza delle aspettative di suo padre.

Mi sono trovato in presenza di centinaia di persone che hanno rivissuto il dolore del passato, nel mio studio. E, basandomi su questa ventina d’anni di osservazione, direi che la teoria della Dr.sa Pert  è piuttosto calzante.

Anche se la maggior parte delle persone non è particolarmente interessata alla biochimica e ai meccanismi che stanno dietro la malattia, è però interessata a rimanere in salute.

Ho intitolato questo articolo Cancro Emozionale, perché credo che le emozioni tossiche si trasformino effettivamente in malattie. Ora, chiariamo di nuovo – io non credo che tutte le malattie siano provocate da emozioni negative non scaricate. Alcune hanno di certo origine fisica. Ma altre possono essere fatte risalire a schemi di sentimento e questo non è più comprensibile di quanto lo siano le forme fisiche del cancro.

La Psicologia del Cancro

Man mano che vengono condotti ulteriori studi sulla psicologia dei pazienti con il cancro, iniziano ad affiorare tendenze interessanti.

Per dirne una, un discreto numero di psicologi ha osservato che le donne con il cancro al seno spesso hanno il sacrificio di sé come parte della loro vita psicologica. Sovente, inoltre, esse sentono di non avere diritto ad avere necessità proprie. Si prendono cura delle esigenze di chi le circonda, molto prima di occuparsi di sé stesse. I loro bisogni, per usare un detto proverbiale, sono stati messi “in secondo piano”. E molti pazienti con il cancro sono spesso schivi e cercano sempre di essere “gentili” indipendentemente dalla situazione.

La funzione base del sistema immunitario è di distinguere fra “sé” e “non-sé”. E lo fa tramite una vasta gamma di processi, compresi i recettori sulla superficie cellulare.

Se un oggetto estraneo invade il corpo, diciamo un virus o dei batteri, il sistema immunitario invia un mucchio di cellule specializzate, come le cellule citotossiche, i microfagi, ecc. sul luogo dell’invasione. Questi micro-guerrieri non fanno altro che accerchiare gli invasori e distruggerli.

Ora, io credo che i nostri sé emozionali utilizzino processi simili a quelli del nostro sistema immunitario. Anche la funzione dell’immunità emozionale è di distinguere fra il sé e il non-sé. Se qualcuno è tossico o offensivo, per noi, la nostra immunità emozionale ci separa da lui. Abbiamo il senso di una sana autonomia psicologica. C’è il riconoscimento che siamo esseri separati e che non siamo obbligati ad accettare il loro abuso.

Ma questo avviene solo con un sistema immunitario emozionale sano. Se esso è danneggiato, accetteremo l’abuso o la manipolazione degli altri. In questi casi, non c’è un senso innato di autonomia psicologica e noi sentiamo di non avere diritti se non quello di accettare l’abuso.

L’abuso può assumere molte forme. L’abuso fisico è ovvio, ma quello mentale o emozionale può essere difficile da individuare. Però, gli  elementi tossici dell’abuso, che siano fisici, mentali o emozionali, sono simili, nel senso che sono tutti dannosi per l’immunità emozionale.

La mia paziente, Joan (nome fittizio) aveva subito abusi sessuali da parte del padre, che, ironia della sorte, era un ministro di culto. Egli rivestiva una posizione altolocata, in un’ampia congregazione e, a quanto pare, viveva due vite. Nonostante l’abuso fisico fosse terminato quando Joan aveva circa dodici anni, l’abuso emotivo andò avanti. Il padre dispotico controllava ogni sua mossa e sminuiva ogni suo singolo risultato.

La stessa Joan si definiva la perfetta figlia di un sacerdote. Aveva sempre il sorriso sulle labbra e sapeva sempre cosa dire per far sentire meglio qualcuno. Quando i suoi genitori non erano a casa, spesso lei assisteva i parrocchiani che avevano problemi.

Al liceo e al college era molto popolare e aveva moltissimi amici. Ma qualcosa mancava. Ella era distaccata dai propri sentimenti e, benché sapesse come comportarsi a livello sociale, non aveva idea di che cosa fare quando era sola. Era stata derubata del proprio senso del sé e nemmeno far parte della migliore associazione universitaria femminile poteva farla sentire meglio.

Mentre frequentava il college, Joan ebbe due gravidanze indesiderate al di fuori del vincolo matrimoniale. Abortì il primo figlio, con l’orrore dei genitori. Quando rimase di nuovo incinta, decise di tenere il bambino. Riflettendo a posteriori sulla propria decisione, Joan mi disse che proprio non sarebbe riuscita a sopportare il giudizio dei genitori una seconda volta.

All’apparenza, Joan viveva una vita felice. Si era sposata e aveva concepito un altro figlio. Le cose andavano bene – almeno in superficie. Poi, quando Joan compì quarant’anni, iniziò a fare una serie di sogni. Questi la perseguitarono per quasi tre anni, in sfumature differenti e varie ambientazioni, ma sempre con il medesimo tema.

Una donna di colore le dava la caccia. La donna, nera come la pece, aveva il colore della notte più buia. Era spaventosa e spesso scopriva i denti e produceva dei sibili. Diceva sempre la stessa cosa “Cambia o ti ucciderò!”

Dopo circa tre anni, i sogni cessarono. Joan, a suo dire, non era cambiata quasi per niente. E poi, circa due anni dopo, a Joan fu diagnosticato un cancro al seno.

La donna nera era un messaggero dal profondo, che Joan aveva ignorato. Qualche parte, la parte autentica di Joan, era arrabbiata. Per questo motivo la figura scura aveva scoperto i denti e sibilato come un serpente. Il messaggero dell’inconscio inviava un richiamo di pericolo. Era necessario che cambiasse qualcosa, o la vita non avrebbe potuto continuare. Il “qualcosa” che aveva bisogno di cambiare era il modo di Joan di vivere per gli altri anziché per se stessa.

Alla fine, Joan fu sopraffatta dalla malattia, nonostante i valorosi sforzi dei medici per fermarla.

Ho menzionato questo caso, perché è un esempio toccante di quello che io chiamo Cancro Emozionale e del prezzo che può costare.

Il senso del sé di Joan era stato violato dal padre e la sua immunità emozionale era stata danneggiata. Ad un livello emozionale profondo ella sentiva di non avere diritto di fare scelte diverse da quelle di chi le stava intorno. E, mentre questo Cancro Emozionale proliferava, lei si era sentita progressivamente impotente. Le sue relazioni somigliavano sempre più a delle ragnatele. Essendo piuttosto sensitiva, Joan riferì che spesso avvertiva i desideri delle persone che aveva intorno. Temeva le folle, i desideri conflittuali erano troppo, per lei.

A Joan non sfuggì l’ironia dell’aver sviluppato il cancro al seno. Mi disse che, negli anni, si era sentita come una madre involontaria del mondo intero.

Joan non riuscì a capire come poter reclamare il proprio senso del sé e la vita che ne conseguiva. Non riuscì a cambiare il suo mondo interiore e la figura oscura del suo inconscio venne  a prenderla.

Guarire dal Cancro

Un tema comune, fra chi è sopravvissuto a malattie come il cancro, è il passaggio dalle necessità degli altri alle necessità del sé. Una svolta così massiccia nell’orientamento psicologico, evidentemente, rilascia una potentissima energia di guarigione. Forse, tali cambiamenti stimolano il rilascio di neuro peptidi curativi. Ma, quale che sia il meccanismo fisiologico, concentrarsi sulle autentiche esigenze del sé è guarire.

Ho un’amica a cui capitò molti anni fa. Le era stato diagnosticato un cancro in fase terminale e le fu consigliato di sistemare ciò che doveva. Ella tornò a casa e annunciò ai familiari sgomenti, che stava per lasciarli. Disse che, dato che la sua vita stava per finire, avrebbe fatto qualcosa che aveva sempre desiderato fare – visitare il Giappone. Partì per Tokio e si divertì talmente a viaggiare in Giappone e nel resto dell’Asia, che il cancro andò in remissione!

Costruire l’Immunità Emozionale

È piuttosto risaputo che possiamo fortificare il nostro sistema immunitario fisico apportando dei cambiamenti al nostro stile di vita. Ma è meno risaputo che possiamo potenziare anche il nostro sistema immunitario emotivo.

Il primo obiettivo è riconoscere se si soffre di sistema immunitario emotivo debole. Una sistema immunitario emotivo forte si basa sul fatto di avere la capacità di riconoscere le proprie autentiche necessità (e non voglie) e il permesso interiore di occuparsi di tali necessità. Esso comprende anche un chiaro senso di se stessi come essere autonomo, separato dagli altri.

Ora, questo a volte pone dei problemi per le persone che seguono un cammino spirituale. Il motivo è che, a livello del cuore, riconosciamo che siamo tutti Uno. Vediamo che c’è una vita, una coscienza, che vive attraverso una moltitudine di forme. C’è un naturale senso di interconnessione con gli altri, quando è attivato lo spazio del cuore. E, dal punto di vista della coscienza superiore, non c’è comunque un sé separato dagli altri.

E, anche se questo è vero, è vero anche che noi abbiamo dei corpi che sono separati dagli altri corpi. E l’intelligenza innata della nostra biologia impone che onoriamo tali differenze. Se non lo facciamo, ci ammaleremo. I nostri sistemi immunitari seguono questa immutabile legge della natura.

Anche i nostri sistemi immunitari emozionali seguono questa legge. Se non diventiamo consapevoli degli elementi psicologicamente tossici, e non li evitiamo, ci ammaleremo, fisicamente o emozionalmente.

Spero sia chiaro, ormai, che il Cancro Emozionale viene creato violando il senso del sé di una persona. Questo, normalmente, avviene in seguito a qualche tipo di abuso. E, mentre l’abuso fisico, sessuale ed emozionale sono ampiamente riconosciuti, c’è una forma di abuso che spesso passa inosservata. Io lo chiamo abuso spirituale.

Nella sua forma più semplice, l’abuso spirituale porta la persona a dimenticarsi del sé. Le proprie necessità vengono soppiantate da un ideale che viene percepito come assai più elevato del mero sé. Questo genere di rapina spirituale si manifesta in una miriade di forme e nessuna linea spirituale ne è immune. Se siete parte di un gruppo o una scuola che nega la validità dei vostri sentimenti e/o disonora le vostre necessità, allora vi suggerisco di “fuggire da Dodge City!”

Il motivo per cui dico questo, è che la radice della parola “holy” (santo) significa “rendere intero” (whole). Ciò che aumenta la nostra interezza è sacro e ciò che la fa diminuire è profano. Il compito di ricordare se stessi attraverso la coltivazione della consapevolezza emozionale è un lavoro sacro.

In fin dei conti, il modo per proteggere la nostra immunità emozionale è prestare attenzione alle nostre esigenze. Prima, dobbiamo dare a noi stessi il permesso di riconoscere che le abbiamo. E, secondo, dobbiamo trovare il modo di integrare le nostre necessità nella miriade di richieste della nostra vita quotidiana. Non è un compito facile, specialmente in una società che sembra del tutto propensa ad evitare l’autoconsapevolezza.

Può esserci un sacco di pressione sociale affinché una persona rimanga all’oscuro delle proprie necessità ed emozioni autentiche – specialmente nelle “comunità spirituali”. Ad esempio, io ho scoperto che coloro che non sono a proprio agio con le proprie necessità e sensazioni, sono spesso a disagio con le necessità e i sentimenti degli altri.

Che cosa fate con in vostri sentimenti, quando essi si scontrano con quelli delle persone intorno a voi? Che cosa fate quando le vostre necessità sono diverse da quelle di chi vi sta intorno? Queste sono domande fondamentali e il modo in cui rispondete avrà un impatto significativo sulla vostra “immunità emozionale”.

Per coloro che scelgono il sacro lavoro di ricordare il sé, non c’è altra maniera. Si deve trovare il sistema per essere onesti con se stessi e accogliere le proprie necessità, mentre si vive in un mondo che scoraggia la consapevolezza di sé e l’onestà.

È tosto, ma è uno dei giochi migliori che ci sono in circolazione.

 

ARTICOLO COMPLETO :

Il concetto mi venne in mente, la prima volta, durante un corso di formazione ad Anchorage, Alaska, parecchi anni addietro.

Stavo insegnando come utilizzare il suono per scaricare l’emozione, ai fini della guarigione psicologica. Una donna, che chiameremo Rose, si offrì volontaria per la sessione in cui avrei esemplificato la tecnica. Come parte della dimostrazione, le chiesi di concentrarsi su una zona del suo corpo che le desse fastidio; l’idea era che le emozioni, spesso, sembrano risiedere in certe aree del corpo.

Ella disse che i reni le dolevano ed erano gonfi. Rose riferì spontaneamente di essere appena uscita dall’ospedale, dove era stata curata per un blocco renale. Per lei era stata una prova molto spaventosa, come si può ben immaginare. Al momento era in dialisi e il suo nome era in lista di attesa per un trapianto del rene.

Le insegnai come spostare la propria consapevolezza sui reni e come emettere suoni quando espirava. Le dissi di immaginare che i suoni provenissero proprio dai reni e di ascoltare i propri suoni, mentre si rilassava più profondamente nelle espirazioni.

Per quanto strano possa sembrare, è piuttosto facile farlo e, ben presto, ella iniziò a produrre dei lievi lamenti. Poi i suoni cambiarono. Dapprima sembravano quelli di una bimba piuttosto piccolina e poi diventarono le grida disperate di una bambina che soffre. Tutti noi nella stanza eravamo presi dall’intensità del momento, mentre osservavamo una donna adulta, sui quarant’anni, che gridava come una ragazzina terrorizzata.

Alla fine, le sue grida si attenuarono e tornarono ad essere dei tenui lamenti. Allungando le mani, si toccò la parte bassa della schiena, nella zona dei reni. Rose aprì gli occhi.

Incredula, mi guardò. “Il dolore è sparito” disse. “Il dolore è sparito!”

Le chiesi di descrivere la sua esperienza interiore durante il processo, ed ella rispose che era tornata indietro all’età di circa due anni. Era seduta su un seggiolone, che ricordava dalla sua infanzia. Mentre la sua voce districava l’energia intrappolata nei suoi reni, la sua mente veniva catapultata indietro nel tempo, fino ad un ricordo dell’infanzia. In quel momento della sua giovane vita, sua madre viveva con un compagno. La madre era andata a lavorare e il compagno avrebbe dovuto prendersi cura della bambina. Ma, evidentemente, egli non gradiva che lei distogliesse l’attenzione da lui. Invece di darle normalmente da mangiare, le gettava il cibo. Questo la spaventava e fu questo il terrore che lei rivisse durante la dimostrazione. In qualche modo, i reni fisici avevano tratto beneficio dal ricordo e dall’espressione vocale di questa paura risalente alla prima infanzia.

Nella discussione che seguì la dimostrazione, qualcuno raccontò di aver avuto un fratello che era morto di cancro allo stomaco. La cosa strana era che il padre era molto violento con lui, da bambino. E, ogni volta che si ubriacava o si arrabbiava, prendeva a calci e pugni il figlio nello stomaco, dicendogli che era spazzatura.

L’esperienza di Rose aveva innescato un “ah-ha” e la sorella del ragazzo morto, parlò attraverso le lacrime. Ella capì come la rabbia del padre era stata ripetutamente immessa coi pugni nell’addome del fratello.

Per lei, questo spiegava il cancro e la prematura dipartita del fratello.

L’idea che i tessuti trattengano le emozioni fu proposta dallo Psicologo Occidentale Wilhelm Reich. Ma l’idea risale a molto tempo prima, addirittura all’antica arte dell’Agopuntura. I Cinesi codificarono questo sistema di medicina dell’energia sottile migliaia di anni fa e uno dei concetti chiave riguarda l’emozione. Secondo la teoria dell’Agopuntura, organi diversi tendono a conservare diversi tipi di emozione. I polmoni, per esempio, tendono a conservare il dispiacere e la tristezza e i reni la paura.

L’esperienza di paura dell’infanzia di questa donna, aveva forse indebolito l’energia dei suoi reni (detta chi), predisponendola ad un blocco renale più avanti nella vita? O le due cose non erano collegate? Ma, che fossero collegate direttamente o meno, era interessante il fatto che rivivere il dolore e vocalizzare la paura, riducesse la sensazione di dolore e fastidio nei reni fisici.

Cominciai a guardare il dolore emozionale e il suo rapporto con la salute in una luce nuova. Ora, a quei tempi, i primi anni ’90, la medicina allopatica non riconosceva (e per lo più ancora non riconosce) un rapporto diretto fra l’emozione e la salute.

Francamente, penso che si tratti soprattutto di una questione di denaro. La medicina allopatica è sempre più un’impresa fondata sulla farmaceutica. E le grandi compagnie farmaceutiche non sono interessate a sponsorizzare progetti di ricerca che non rendano un profitto.

Nonostante la presa granitica sulla medicina da parte delle compagnie farmaceutiche, comunque, sta prendendo piede una nuova area di ricerca. Si chiama Psiconeuroimmunologia, cioè lo studio di come la mente influisce sulla salute. Agli inizi degli anni ’90, questa nascente area della medicina si chiamava Psicoimmunologia. Immagino sia segno che ora è un settore più rispettabile, il fatto che la parola sia più lunga e più difficile da pronunciare.

Ma, comunque vogliate chiamarlo, questo campo della medicina sta evidenziando alcuni legami molto chiari fra le nostre vite emozionali e la nostra salute.

Con l’unirsi della neurologia e della psicologia, per esplorare questo terreno, prima inviolato, della biologia umana, stanno emergendo alcuni schemi interessanti.

Un’area in cui questo è più evidente è quella del cancro. Come forse sapete, il cancro sta raggiungendo proporzioni epidemiche nei paesi industrializzati. E c’è un crescente corpo di ricerca che mostra che questo è dovuto in gran parte alla crescente contaminazione tossica del nostro cibo, dell’aria e dell’acqua. Ma non sperate che i Ragazzoni di Washington, o se per quello anche i vostri governanti, facciano gran che al riguardo. Il denaro sembra essere l’unica cosa che conta, nell’arena politica, e pare non ci siano grandi profitti nel ripulire l’aria e l’acqua, oggi.

Trovo interessante che le attuali Compagnie Petrolifere Americane, scusatemi, volevo dire l’attuale Amministrazione Americana, abbia virtualmente spazzato via, dalla mattina alla sera,  decenni di protezioni ambientali, duramente conquistate.

Ma torniamo all’argomento in questione. Non volevo fare una dichiarazione politica. Però, non si può nemmeno separare del tutto la salute pubblica dalle questioni politiche e sociali. Nonostante i loro giochi di mano, i nostri leader politici non possono cambiare il fatto che la salute pubblica e la qualità del nostro ambiente siano intimamente connessi.

Mentre la qualità del nostro ambiente esteriore ha un forte peso sullo stato della nostra salute, è un altro il genere di ambiente di cui voglio parlare.

Non lo potete vedere, ma potete sentirlo. È il vostro ambiente mentale. E, come psicoterapeuta che osserva la nostra società, mi torna in mente una strofa del musical The Music Man – “Ci sono guai a River City”.

Io lo chiamo cancro emozionale e, come il cancro in genere, può essere mortale. Lasciato a sé stesso, può distruggere una vita. Come minimo, può invalidare psicologicamente un individuo, al punto che lui o lei non riesce più a fare scelte di vita appropriate. Nelle sue forme più aggressive, può veramente interferire con la biologia cellulare, portando alla malattia fisica.

Ironia, ho scoperto che questo tipo di cancro emozionale si mostra spesso nelle comunità spirituali, indipendentemente dalla loro filosofia e/o dalle convinzioni religiose. C’è un motivo per questo, e spero di parlarvene tra poco. Ma prima vorrei preparare un po’ il terreno.

Meditazioni Pericolose

Un mio amico, che abita a Santa Fe, Nuovo Messico, partecipò, qualche anno fa, ad una conferenza sui trattamenti per la depressione omeopatici ed erboristici, presso un negozio di cibi naturali della zona. All’epoca era lui stesso depresso, ma si stupì nel vedere un pubblico tanto numeroso. Il locale era gremito. E, secondo la sua stima, circa il 90% dei presenti erano persone che praticavano regolarmente la meditazione, come seguaci di qualche tipo di tradizione spirituale.  E, di questi, più della metà erano Buddisti praticanti!

Ora, non so per voi, ma per me qui c’è qualcosa che non quadra. E, dato che mi accingo a bastonare qualche dogma, intendo essere molto preciso in quel che sto per dire.

Per cominciare, io sono uno che pratica la meditazione. In effetti, pratico svariate forme di meditazione da più di quarant’anni. E sono anche Buddista. Beh, veramente sono un Buddista Tibetano Neo-pagano e un Taoista part-time, ma non ne parlerò qui. Basti dire che credo che le idee fondamentali del Buddismo siano una descrizione accurata del mistero che chiamiamo coscienza.

Perciò, il mio sconforto non deriva dal Buddismo o dalla meditazione in generale, ma piuttosto dal modo in cui vengono praticati. Quando vengono utilizzati per penetrare la natura autentica della nostra mente, essi possono avere un valore inestimabile. Ma quando vengono usati per evitare una verità emozionale, sono auto-distruttivi. E non importa quante prostrazioni facciate, quanti incensi bruciate o quanto a lungo rimaniate inginocchiati in contemplazione – questo genere di meditazione non conduce all’illuminazione.

Penso che il motivo per cui la sala era così piena di meditatori praticanti, è che essi usassero la meditazione come una droga.

Avevano scoperto di poterla utilizzare come mezzo per evitare il dolore emozionale. Ora, la maggior parte delle persone che medita e cade in questa trappola non si rende necessariamente conto che sta evitando il dolore emozionale. Essi pensano soltanto che si sentiranno da cani se non si prendono il tempo di meditare. Una cosa è godersi i panorami della mente che la meditazione regala. Un’altra è dipendere da essa per sentirsi bene.

Questo genere di quasi-meditazione produce un effetto sedativo sulla mente, che ottunde o attenua (per un po’) il dolore emozionale. Lo fa alterando i livelli di serotonina nel cervello. In altre parole, siete fatti. Il cervello è il mastro farmacista, che fa mangiare la polvere anche alle compagnie farmaceutiche più all’avanguardia.

Il cervello è capace di produrre una miriade di sostanze psicoattive e drogarsi è molto facile, una volta scoperto come si fa. Un gran numero di persone che meditano, in realtà, si fanno e basta. Ora, guardate, non ho nessun problema con lo sballo, specie quando è prodotto dal proprio sistema nervoso. Ma questo non significa penetrare il mistero della propria mente. È semplicemente un galleggiare in uno stato samsarico auto-creato.

Per coloro che non conoscono il termine samsarico, esso si riferisce al termine Sanscrito samsara, il mondo dell’illusione. Ciò che non è reale, nel Buddismo viene detto samsara. Quindi, ciò che intendo con questa dichiarazione, è che l’esperienza di essere fatti di meditazione è una gioia samsarica o illusoria. Non è reale, è auto-creata.

Ed è qui che la cosa si fa delicata. La natura della coscienza è la gioia (o annanda, in Sanscrito). Ma questo genere di gioia non è lo stesso dello stato oppiaceo che sperimentano alcuni in meditazione. La gioia del bodhicitta (mente del Buddha) ha la caratteristica di essere sia espansiva che chiaramente presente. Non si evita nulla. Tutti gli aspetti del sé sono presenti, compreso quello emozionale.

Nella Meditazione di Elusione, un termine coniato da me, si usa l’oppiaceo della chimica cerebrale per evitare un’esperienza del proprio dolore emozionale. Questa meditazione non porterà nulla che abbia un vero valore. Vi aiuterà soltanto ad evitare un’esperienza autentica del vostro sé.

È naturale per noi evitare il dolore. Tutti gli organismi biologici hanno questa tendenza innata. Ma quando evitiamo la consapevolezza del nostro dolore o disagio emozionale, affievoliamo la luce della consapevolezza di sé. E, per chiunque segua il cammino spirituale, è una maledizione.

La Meditazione di Elusione è solo un modo di evitare la consapevolezza emozionale, per quanto ingegnoso. Fra la “gente spirituale”, un altro metodo popolare per evitare la consapevolezza emozionale è servire gli altri.

Servire gli Altri per Evitare la Consapevolezza di Sé

Vi ho detto che avrei strapazzato qualche dogma in questo articolo, quindi lasciate che chiarisca, ancora una volta, ciò che sto per dire. Non sto dicendo che il servizio verso gli altri sia sbagliato o cattivo. Anzi, penso che sia cruciale, lungo il cammino spirituale. È una forma di amore divino (agape) che esprime se stesso come amore umano (filios). Secondo molte tradizioni esoteriche e mistiche, la sorgente di tutte le cose (chiamatela Dio, se volete) può esprimere il suo amore per noi solo attraverso le azioni dei nostri fratelli umani. Perciò, siamo indispensabili al divino. Senza di noi, non può esprimere il suo amore infinito in questo mondo.

Ma, per molti di coloro che sono sul cammino spirituale, servire gli altri è un modo per evitare la consapevolezza del proprio dolore e/o delle proprie necessità. La strategia, di solito, viene applicata inconsciamente, con una consapevolezza quasi nulla dei propri piani segreti. Ma, concentrandosi sulle necessità di altra gente, possiamo perderci facilmente ed evitare la consapevolezza delle nostre necessità non  soddisfatte.

Si dice che un’immagine valga più di mille parole, quindi ne dipingerò una per voi. La figura centrale era una potente guaritrice, di cui mi avevano parlato parecchi suoi amici, preoccupati. Era una guaritrice famosa in tutto il mondo e la gente veniva letteralmente da tutte le parti del mondo per incontrarla. Benché avesse guarito molte persone, lei era malata. Aveva molte inspiegabili ondate di spossatezza, ma gli esami clinici non avevano rivelato nulla di fisico.

La Guaritrice Ferita

La prima cosa che mi colpì, fu il suo portamento. Era evidentemente una donna potente, con una tremenda forza di carattere e un’intelligenza acuta. Era anche frustrata per non essere riuscita a curarsi da questa “cosa”.

Aveva resistito alle insistenze dei suoi amici che volevano mi incontrasse, ma un incidente recente l’aveva convinta a fare un tentativo. All’epoca, ella soffriva di uno dei tanti episodi di spossatezza e stanchezza. Quella notte, sul tardi, qualcuno bussò alla sua porta. Venivano da molto lontano per incontrarla e accompagnavano una persona che era alle prese con quella che era stata diagnosticata come una malattia terminale. Nonostante fosse lei stessa esausta, Lily (non è il suo vero nome), assistette questa persona per tutta la notte e il giorno seguente.

Ci fu una svolta e la persona, miracolosamente, sopravvisse. I visitatori, grati, se ne andarono pieni di riconoscenza verso questa notevole guaritrice. Lily era soddisfatta di aver servito i desideri dello spirito, anche se, a livello energetico, lei aveva esagerato.

E allora si scontrò con “il muro”. Ogni guaritore che abbia dato troppo di se stesso in una sessione, sa che cos’è “il muro”. È un blocco energetico che influenza il sistema nervoso. Il corpo le faceva male. Si sentiva debole e febbricitante. Rimase per due giorni sospesa fra due mondi, troppo debole persino per alzarsi dal letto e nutrirsi. Durante questo viaggio interiore, ebbe un incontro con se stessa. Sapeva che, se non avesse cambiato qualcosa nel suo modo di lavorare, il suo servizio all’umanità avrebbe finito per ucciderla.

La cruda verità era che Lily non sapeva come fare a dire di no. Sentiva che chiunque si presentasse alla sua porta era stato “inviato dallo spirito” e ci si aspettava che lei ci lavorasse. Non importava che fosse giorno o notte. E le necessità di questi estranei prendevano la precedenza sulle necessità dei suoi stessi figli. I figli di Lily avevano espresso lamentele, al riguardo, ma lei lo aveva imputato semplicemente al fastidioso fatto che erano adolescenti.

Le chiesi come fosse stata la sua infanzia. “Che c’entra?” mi domandò. Diffidava dei terapeuti e del loro eccessivo interesse per il passato.

“Beh, per quanto sembri strano, trovo che le questioni dell’infanzia spesso si nascondano più avanti nella vita”.

“Di questa roba ne ho vista fino alla nausea” disse lei.

“Bene, mi assecondi per un momento” replicai “Le prometto che non perderemo troppo tempo. Ho solo bisogno di un rapido quadro della famiglia”.

Lily proseguì raccontandomi, in maniera piuttosto realistica, che sua madre era morta quando lei aveva nove anni. Lei era la maggiore di sette figli e assunse subito il ruolo di madre per i fratelli e le sorelle più piccini. Quando si ammalavano, lei stava in piedi tutta la notte per accudirli. Era stato allora che Lily aveva scoperto le sue capacità di guarigione. Non sapeva come, ma poteva porre le mani su qualcuno che era malato e farlo stare meglio.

“Dunque, Lily, ti senti in colpa per la morte di tua madre?”

“Che cosa vuoi dire?” mi chiese con tono di sfida.

“Beh, mi sembra che, avendo scoperto le tue doti di guaritrice dopo che tua madre era morta, potresti avere qualche rammarico per non averlo scoperto prima e poter guarire la tua mamma”

“Ma avevo nove anni quando morì!” C’era un’angoscia inconfondibile nella voce di Lily.

“Lo so, lo so. E non c’era niente che tu potessi fare”. Feci una pausa per lasciarle assimilare le mie parole.

Lily iniziò a singhiozzare, e un grande rilascio di dolore e tristezza, accumulati in una trentina d’anni, cominciò ad abbandonarla.

Dopo svariati minuti ricominciammo a parlare. Stava diventando chiaro che Lily era stata stimolata da un dolore non riconosciuto per la perdita della madre. Siccome non aveva accettato o riconosciuto il proprio dolore emozionale al riguardo, ella lo proiettava sulle persone che venivano da lei per farsi guarire.

Era abituata a prendersi cura delle persone. Dopo tutto, aveva iniziato in tenera età. Ed era brava in quello che faceva. Non c’erano dubbi che Lily avesse aiutato centinaia di persone.

Ma aveva abbandonato se stessa. Concentrandosi eccessivamente sulle necessità degli altri, aveva perso contatto con le sue necessità – semplici necessità, come prendersi del tempo per riposare.

La situazione era esasperata dall’immenso sviluppo spirituale di Lily. Sì, per quanto strano possa sembrare, lo sviluppo spirituale non porta necessariamente il benessere psicologico o fisico.

Ella aveva un profondo senso di compassione per gli altri esseri, e un desiderio profondamente radicato di aiutarli. Ma non includeva se stessa nell’equazione. Se qualcuno soffriva, nella sua mente, le necessità di quella persona superavano di gran lunga le sue, persino le necessità dei suoi figli.

Ora, questo proprio non funziona nel mondo degli esseri incarnati. Come animali umani, abbiamo dei bisogni autentici che devono essere soddisfatti. Se non lo sono, pagheremo un prezzo in sofferenza fisica e/o mentale.

Lily non si era occupata delle proprie necessità e la stava pagando. Era vittima del cancro emozionale.

Il cancro si ha quando le cellule iniziano a moltiplicarsi fuori controllo. Se non individuate, possono uccidere le cellule sane e, alla fine, uccidere persino l’ospite.

I cancri emozionali agiscono in maniera molto simile. Uno schema emozionale non riconosciuto inizia a proliferare. In questo caso, lo schema di Lily era quello di occuparsi degli altri, per evitare di avvertire il dolore riguardo alla morte di sua madre. Il problema non era che lei fosse una guaritrice. Il problema era che non riusciva a riconoscere quando non era giusto che lei andasse troppo in là.

Ma, sotto le grinfie del cancro emozionale, ella non aveva il diritto o il permesso di prendersi cura di sé in presenza delle necessità altrui. Farlo l’avrebbe fatta sembrare “egoista”. Non solo, ma prendere del tempo per sé, mentre altri soffrivano, l’avrebbe messa di fronte ai sentimenti irrisolti riguardo la morte della madre.

Tutta la faccenda era resa ancora più complicata dalla fede di Lily nel servizio spirituale tramite il sacrificio. Questo è un vecchio modello spirituale che ci ha accompagnato, qui sulla Terra, per moltissimo tempo. E Lily lo aveva accettato come parte della sua spiritualità. Per la cronaca, io penso che ci siano momenti in cui sacrificarsi può essere un gesto nobile, ma il sacrificio inconscio cronico è solamente stupidità.

Mentre Lily cercava un modo per integrare le nuove rivelazioni nel suo dilemma di guaritrice, ella dovette raggiungere una comprensione più matura delle sue proprie necessità, in relazione alle necessità degli altri.

Se non era capace di integrare i suoi bisogni nella sua visione di sé stessa e del mondo, il suo cancro emozionale avrebbe finito per ucciderla. Ora, sia chiaro – lo schema emozionale non uccide in maniera diretta. Ma conduce a comportamenti autodistruttivi. Se Lily non avesse iniziato a prendersi delle pause, si sarebbe bruciata o, peggio, avrebbe contratto qualche malattia.

In alcuni casi, i cancri emozionali diventano dei veri e propri cancri fisici. Fino a poco tempo fa, il meccanismo che cambiava l’emozione in malattia non era stato capito. Ma, attraverso l’operato del Dr. Candace Pert e il concetto dei neuro peptidi, questo mistero è stato svelato.

Secondo l’attuale teoria dei neuro peptidi, questi attivatori biochimici altamente attivi interagiscono con i punti recettori sulla superficie delle cellule. Secondo il Dr. Pert, le emozioni represse sono immagazzinate nel corpo per mezzo dei neuro peptidi, e i ricordi sono immagazzinati nei recettori dei neuro peptidi.

Già da tempo i terapeuti concentrati sul corpo hanno osservato che il corpo conserva il ricordo. E questo tipo di memoria può rimanere depositato per anni.

Ricordo che dimostrai una tecnica di ipnosi, parecchi anni fa, durante un corso di addestramento professionale. Quando suggerii che la giovane donna tornasse indietro ad un tempo passato, costei incominciò a piangere. Quando si riprese, le chiesi che cosa fosse successo.

Raccontò di avere avuto un flash-back di quando aveva circa sette otto anni. Giocava a soft ball e fu colpita in viso da una mazza. Suo padre era l’allenatore della squadra e lei ricordò di non avere pianto dopo il colpo. Il padre, tornando a casa, le disse che era orgoglioso di lei per non avere pianto.

Durante il breve stato ipnotico, ella rivisse il dolore fisico del colpo, come se fosse stata colpita di nuovo. Il dolore non fu ricordato, attenzione, ma sperimentato fisicamente!

Non solo, ma il rendersi conto che il padre avrebbe voluto un figlio maschio, invece di una femmina, le piombò addosso. Aveva cercato per tutta la vita di essere all’altezza delle aspettative di suo padre.

Mi sono trovato in presenza di centinaia di persone che hanno rivissuto il dolore del passato, nel mio studio. E, basandomi su questa ventina d’anni di osservazione, direi che la teoria del Dr. Pert  è piuttosto calzante.

Anche se la maggior parte delle persone non è particolarmente interessata alla biochimica e ai meccanismi che stanno dietro la malattia, è però interessata a rimanere in salute.

Ho intitolato questo articolo Cancro Emozionale, perché credo che le emozioni tossiche si trasformino effettivamente in malattie. Ora, chiariamo di nuovo – io non credo che tutte le malattie siano provocata da emozioni negative non scaricate. Alcune hanno di certo origine fisica. Ma altre possono essere fatte risalire a schemi di sentimento e questo non è più comprensibile di quanto lo siano le forme fisiche del cancro.

La Psicologia del Cancro

Man mano che vengono condotti ulteriori studi sulla psicologia dei pazienti con il cancro, iniziano ad affiorare tendenze interessanti.

Per dirne una, un discreto numero di psicologi ha osservato che le donne con il cancro al seno spesso hanno il sacrificio di sé come parte della loro vita psicologica. Sovente, inoltre, esse sentono di non avere diritto ad avere necessità proprie. Si prendono cura delle esigenze di chi le circonda, molto prima di occuparsi di sé stesse. I loro bisogni, per usare un detto proverbiale, sono stati messi “in secondo piano”. E molti pazienti con il cancro sono spesso schivi e cercano sempre di essere “gentili” indipendentemente dalla situazione.

La funzione base del sistema immunitario è di distinguere fra “sé” e “non-sé”. E lo fa tramite una vasta gamma di processi, compresi i recettori sulla superficie cellulare.

Se un oggetto estraneo invade il corpo, diciamo un virus o dei batteri, il sistema immunitario invia un mucchio di cellule specializzate, come le cellule citotossiche, i microfagi, ecc. sul luogo dell’invasione. Questi micro-guerrieri non fanno altro che accerchiare gli invasori e distruggerli.

Ora, io credo che i nostri sé emozionali utilizzino processi simili a quelli del nostro sistema immunitario. Anche la funzione dell’immunità emozionale è di distinguere fra il sé e il non-sé. Se qualcuno è tossico o offensivo, per noi, la nostra immunità emozionale ci separa da lui. Abbiamo il senso di una sana autonomia psicologica. C’è il riconoscimento che siamo esseri separati e che non siamo obbligati ad accettare il loro abuso.

Ma questo avviene solo con un sistema immunitario emozionale sano. Se esso è danneggiato, accetteremo l’abuso o la manipolazione degli altri. In questi casi, non c’è un senso innato di autonomia psicologica e noi sentiamo di non avere diritti se non quello di accettare l’abuso.

L’abuso può assumere molte forme. L’abuso fisico è ovvio, ma quello mentale o emozionale può essere difficile da individuare. Però, gli  elementi tossici dell’abuso, che siano fisici, mentali o emozionali, sono simili, nel senso che sono tutti dannosi per l’immunità emozionale.

Joan (nome fittizio) aveva subito abusi sessuali da parte del padre, che, ironia della sorte, era un ministro di culto. Egli rivestiva una posizione altolocata, in un’ampia congregazione e, a quanto pare, viveva due vite. Nonostante l’abuso fisico fosse terminato quando Joan aveva circa dodici anni, l’abuso emotivo andò avanti. Il padre dispotico controllava ogni sua mossa e sminuiva ogni suo singolo risultato.

La stessa Joan si definiva la perfetta figlia di un sacerdote. Aveva sempre il sorriso sulle labbra e sapeva sempre cosa dire per far sentire meglio qualcuno. Quando i suoi genitori non erano a casa, spesso lei assisteva i parrocchiani che avevano problemi.

Al liceo e al college era molto popolare e aveva moltissimi amici. Ma qualcosa mancava. Ella era distaccata dai propri sentimenti e, benché sapesse come comportarsi a livello sociale, non aveva idea di che cosa fare quando era sola. Era stata derubata del proprio senso del sé e nemmeno far parte della migliore associazione universitaria femminile poteva farla sentire meglio.

Mentre frequentava il college, Joan ebbe due gravidanze indesiderate al di fuori del vincolo matrimoniale. Abortì il primo figlio, con l’orrore dei genitori. Quando rimase di nuovo incinta, decise di tenere il bambino. Riflettendo a posteriori sulla propria decisione, Joan mi disse che proprio non sarebbe riuscita a sopportare il giudizio dei genitori una seconda volta.

All’apparenza, Joan viveva una vita felice. Si era sposata e aveva concepito un altro figlio. Le cose andavano bene – almeno in superficie. Poi, quando Joan compì quarant’anni, iniziò a fare una serie di sogni. Questi la perseguitarono per quasi tre anni, in sfumature differenti e varie ambientazioni, ma sempre con il medesimo tema.

Una donna di colore le dava la caccia. La donna, nera come la pece, aveva il colore della notte più buia. Era spaventosa e spesso scopriva i denti e produceva dei sibili. Diceva sempre la stessa cosa “Cambia o ti ucciderò!”

Dopo circa tre anni, i sogni cessarono. Joan, a suo dire, non era cambiata quasi per niente. E poi, circa due anni dopo, a Joan fu diagnosticato un cancro al seno.

La donna nera era un messaggero dal profondo, che Joan aveva ignorato. Qualche parte, la parte autentica di Joan, era arrabbiata. Per questo motivo la figura scura aveva scoperto i denti e sibilato come un serpente. Il messaggero dell’inconscio inviava un richiamo di pericolo. Era necessario che cambiasse qualcosa, o la vita non avrebbe potuto continuare. Il “qualcosa” che aveva bisogno di cambiare era il modo di Joan di vivere per gli altri anziché per se stessa.

Alla fine, Joan fu sopraffatta dalla malattia, nonostante i valorosi sforzi dei medici per fermarla.

Ho menzionato questo caso, perché è un esempio toccante di quello che io chiamo Cancro Emozionale e del prezzo che può costare.

Il senso del sé di Joan era stato violato dal padre e la sua immunità emozionale era stata danneggiata. Ad un livello emozionale profondo ella sentiva di non avere diritto di fare scelte diverse da quelle di chi le stava intorno. E, mentre questo Cancro Emozionale proliferava, lei si era sentita progressivamente impotente. Le sue relazioni somigliavano sempre più a delle ragnatele. Essendo piuttosto sensitiva, Joan riferì che spesso avvertiva i desideri delle persone che aveva intorno. Temeva le folle, i desideri conflittuali erano troppo, per lei.

A Joan non sfuggì l’ironia dell’aver sviluppato il cancro al seno. Mi disse che, negli anni, si era sentita come una madre involontaria del mondo intero.

Joan non riuscì a capire come poter reclamare il proprio senso del sé e la vita che ne conseguiva. Non riuscì a cambiare il suo mondo interiore e la figura oscura del suo inconscio venne  a prenderla.

Guarire dal Cancro

Un tema comune, fra chi è sopravvissuto a malattie catastrofiche come il cancro, è il passaggio dalle necessità degli altri alle necessità del sé. Una svolta così massiccia nell’orientamento psicologico, evidentemente, rilascia una potentissima energia di guarigione. Forse, tali cambiamenti stimolano il rilascio di neuro peptidi curativi. Ma, quale che sia il meccanismo fisiologico, concentrarsi sulle autentiche esigenze del sé è guarire.

Ho un’amica a cui capitò molti anni fa. Le era stato diagnosticato un cancro in fase terminale e le fu consigliato di sistemare ciò che doveva. Ella tornò a casa e annunciò ai familiari sgomenti, che stava per lasciarli. Disse che, dato che la sua vita stava per finire, avrebbe fatto qualcosa che aveva sempre desiderato fare – visitare il Giappone. Partì per Tokio e si divertì talmente a viaggiare in Giappone e nel resto dell’Asia, che il cancro andò in remissione!

Costruire l’Immunità Emozionale

È piuttosto risaputo che possiamo fortificare il nostro sistema immunitario fisico apportando dei cambiamenti al nostro stile di vita. Ma è meno risaputo che possiamo potenziare anche il nostro sistema immunitario emotivo.

Il primo obiettivo è riconoscere se si soffre di sistema immunitario emotivo debole. Una sistema immunitario emotivo forte si basa sul fatto di avere la capacità di riconoscere le proprie autentiche necessità (e non voglie) e il permesso interiore di occuparsi di tali necessità. Esso comprende anche un chiaro senso di se stessi come essere autonomo, separato dagli altri.

Ora, questo a volte pone dei problemi per le persone che seguono un cammino spirituale. Il motivo è che, a livello del cuore, riconosciamo che siamo tutti Uno. Vediamo che c’è una vita, una coscienza, che vive attraverso una moltitudine di forme. C’è un naturale senso di interconnessione con gli altri, quando è attivato lo spazio del cuore. E, dal punto di vista della coscienza superiore, non c’è comunque un sé separato dagli altri.

E, anche se questo è vero, è vero anche che noi abbiamo dei corpi che sono separati dagli altri corpi. E l’intelligenza innata della nostra biologia impone che onoriamo tali differenze. Se non lo facciamo, ci ammaleremo. I nostri sistemi immunitari seguono questa immutabile legge della natura.

Anche i nostri sistemi immunitari emozionali seguono questa legge. Se non diventiamo consapevoli degli elementi psicologicamente tossici, e non li evitiamo, ci ammaleremo, fisicamente o emozionalmente.

Spero sia chiaro, ormai, che il Cancro Emozionale viene creato violando il senso del sé di una persona. Questo, normalmente, avviene in seguito a qualche tipo di abuso. E, mentre l’abuso fisico, sessuale ed emozionale sono ampiamente riconosciuti, c’è una forma di abuso che spesso passa inosservata. Io lo chiamo abuso spirituale.

Nella sua forma più semplice, l’abuso spirituale porta la persona a dimenticarsi del sé. Le proprie necessità vengono soppiantate da un ideale che viene percepito come assai più elevato del mero sé. Questo genere di rapina spirituale si manifesta in una miriade di forme e nessuna linea spirituale ne è immune. Se siete parte di un gruppo o una scuola che nega la validità dei vostri sentimenti e/o disonora le vostre necessità, allora vi suggerisco di “fuggire da Dodge City!”

Il motivo per cui dico questo, è che la radice della parola “holy” (santo) significa “rendere intero” (whole). Ciò che aumenta la nostra interezza è sacro e ciò che la fa diminuire è profano. Il compito di ricordare se stessi attraverso la coltivazione della consapevolezza emozionale è un lavoro sacro.

In fin dei conti, il modo per proteggere la nostra immunità emozionale è prestare attenzione alle nostre esigenze. Prima, dobbiamo dare a noi stessi il permesso di riconoscere che le abbiamo. E, secondo, dobbiamo trovare il modo di integrare le nostre necessità nella miriade di richieste della nostra vita quotidiana. Non è un compito facile, specialmente in una società che sembra del tutto propensa ad evitare l’autoconsapevolezza.

Può esserci un sacco di pressione sociale affinché una persona rimanga all’oscuro delle proprie necessità ed emozioni autentiche – specialmente nelle “comunità spirituali”. Ad esempio, io ho scoperto che coloro che non sono a proprio agio con le proprie necessità e sensazioni, sono spesso a disagio con le necessità e i sentimenti degli altri.

Che cosa fate con in vostri sentimenti, quando essi si scontrano con quelli delle persone intorno a voi? Che cosa fate quando le vostre necessità sono diverse da quelle di chi vi sta intorno? Queste sono domande fondamentali e il modo in cui rispondete avrà un impatto significativo sulla vostra “immunità emozionale”.

Per coloro che che scelgono il sacro lavoro di ricordare il sé, non c’è altra maniera. Si deve trovare il sistema per essere onesti con se stessi e accogliere le proprie necessità, mentre si vive in un mondo che scoraggia la consapevolezza di sé e l’onestà.

È tosto, ma è uno dei giochi migliori che ci sono in circolazione.

ttp://tomkenyon.com/cancro-emozionale

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