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Occhio secco : cure naturali

Occhio secco

L’occhio secco è un disturbo oggi estremamente comune. La sindrome dell’occhio secco è caratterizzata da una alterazione della produzione lacrimale sia in senso qualitativo che quantitativo. Causa bruciore, sensazione di corpo estraneo, nei casi più lievi. Se il disturbo continua nel tempo può provocare dolore, scarsa tolleranza alla luce, diminuzione della capacità visiva. Naturalmente è assolutamente indispensabile farsi visitare da un oculista. Intanto però possiamo scoprire insieme le cause e dare qualche suggerimento di cura naturale.

Funzioni del film lacrimale

Il film lacrimale è la parte liquida che ricopre la superficie dei nostri occhi. Serve da lubrificante tra le palpebre e il bulbo oculare, contribuisce a nutrire i tessuti con cui è a contatto. Porta anche ossigeno, che dall’aria si scioglie nelle lacrime per essere poi ceduto agli epiteli della superficie oculare. Il film lacrimale ha serve anche per lavare gli occhi, porta via rapidamente polveri, batteri ecc.

Composizione del film lacrimale

Il film lacrimale è un complesso acquoso in cui sono disciolte mucina e una parte lipidica che deve lubrificare la parte più esterna dell’occhio che sono la congiuntiva e la cornea. Il film lacrimale viene spalmato sulla superficie esterna dell’occhio dal movimento delle palpebre. La parte che si trova più internamente sulla superficie dell’occhio è lo strato mucoso che ha la funzione di trattenere l’acqua. Lo strato intermedio infatti è costituito da acqua, sali minerali, ed altre sostanze che hanno funzione di protezione e pulizia. Infine troviamo lo strato lipidico, formato cioè da grassi che servono ad evitare che lo strato acquoso evapori.
Il film lacrimale deve essere perfettamente trasparente. In condizioni normali l’epitelio corneale è perfettamente ricoperto dal film lacrimale. Se questo non avviene l’epitelio si secca e si ulcera. Fa male e si può formare un ascesso quindi essere attaccata da batteri virus protozoi.

Cause dell'occhio secco

L’occhio secco può essere dovuto a : malattie, lavoro, farmaci assunti. Al giorno d’oggi moltissime persone passano molte ore davanti ad un terminale per lavoro e nel tempo libero stanno davanti
al computer a…..leggere i blog!!!! Quando si sta davanti ad un videoterminale l’ammiccamento è ridotto, cioè chiudiamo le palpebre meno frequentemente e quindi spalmiamo meno la lacrima sull’occhio. E come se non bastasse spesso abbiamo la presenza di riflessi sullo schermo dovuti a
luce naturale o artificiale. Questo comporta il costante accomodamento dell’occhio per mettere a fuoco l’uno o l’altro ed anche questo provoca una modificazione del film lacrimale. Inoltre  questo tipo di lavoro, come molti altri oggi, ci obbligano a stare in ambienti chiusi e questio aumenta la secchezza dell’occhio!

Farmaci che alterano

Molti farmaci provocano una alterazione nella produzione delle lacrime. Antidepressivi, antiparkinson, pillola anticoncezionale, diuretici, antipertensivi, colliri per il glaucoma, colliri cortisonici sono tra i maggiori imputati.
I colliri con conservanti andrebbero evitati. Infatti i conservanti provocano un assottigliamento della congiuntiva.

Malattie che alterano

Anche alcune malattie predispongono alla sindrome dell’occhio secco. Tutte le malattie autoimmuni, il diabete, la sindrome di Sjogren, l’ acne rosacea. Ci possono essere anche delle malattie che turbano l’aspetto meccanico dell’occhio. Nell’ipertiroidismo il bulbo oculare sporge ed è più esposto agli agenti atmosferici e le palpebre non riescono a chiudere bene l’occhio.
Esistono anche delle condizioni ormonali che favoriscono la comparsa dell’occhio secco come la gravidanza e la menopausa.

Sindrome dell’occhio secco per iperevaporazione del film lacrimale. Lo riconosco perché la persona ha l’occhio secco ma quando si alza al mattino non mai secrezioni che restano attaccate alle ciglia. In questo caso cala la parte lipidica del film. Quindi se la parte grassa e più superficiale del film lacrimale non trattiene più l’acqua devo risistemare le cose. Userò dei colliri che abbiano componenti lipidiche.
Invece se cala la parte acquosa del film lacrimale avrò una blefarite cioè una infiammazione della palpebra e si forma la secrezione secca sulle ciglia. In questo caso è fondamentale la pulizia della palpebra e usare lacrime ipotoniche perché manca la parte acquosa.

Curare l'occhio secco

Da tutto quello che ci siamo appena detti risulta chiaro che in caso di occhio secco è necessario usare lacrime artificiali per ridurre il danno e il fastidio. Ma come devono essere queste lacrime?
Assolutamente sempre senza conservanti per evitare l’irritazione provocata da questi. Poi dobbiamo usare lacrime con componente lipidica se al mattino ci alziamo con le ciglia pulite. Mentre se abbiamo secrezioni solide o palpebre infiammate necessitiamo di lacrime con maggior componente acquosa.
In commercio troviamo anche degli spray che vanno spruzzati a palpebra chiusa. I liposomi (particelle dello spray) si depositano sulle palpebre e poi si distribuiscono sulla superficie corneale con il movimento della palpebra.
Il gel può essere una buona soluzione in chi non riesce a mettere le lacrime artificiali. Però riduce la capacità visiva quindi è meglio mettere il gel di notte. Durante il sonno la produzione di lacrime diminuisce. Quindi chi ha già l’occhio secco può svegliarsi al mattino e dire che ha la sensazione di sabbia che migliora dopo essersi lavati il viso.

Collirio naturale

Il collirio naturale può essere una soluzione vincente. In particolar modo il collirio omeopatico. Infatti in questi prodotti sono quasi sempre in monodose e quindi privi di conservanti. Ed abbiamo visto che questo è un requisito fondamentale per curare l’occhio secco.
Inoltre contengono farmaci omeopatici che hanno la capacità di spingere l’organismo a ritrovare il suo equilibrio fisiologico.
Questi colliri possono contenere:

EUPHRASIA

L’euphrasia in diluizione omeopatica ha la capacità di curare il sintomo di irritazione palpebrale che si manifesta anche con presenza di secrezioni solide sulle ciglia!!!! Abbiamo visto prima come questo sia il sintomo di occhio secco da carenza della parte acquosa del film lacrimale. Inoltre ha la capacità di ridurre il rossore e la sensazione di sabbia negli occhi.

CHAMOMILLA

Chamomilla in diluizione omeopatica, serve per calmare l’ipersensibilità al dolore. L’occhio è una struttura ricchissima di terminazioni nervose quindi qualunque situazione che provochi danno provocherà una grande risposta dolorosa.
Nei colliri omeopatici possiamo trovare questi due rimedi insieme oppure abbinati ad altri farmaci omeopatici. Chiediamo sempre spiegazioni del farmaco al farmacista che ce lo consegna.

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FARMACI OMEOPATICI

BRYONIA

Bryonia è il rimedio principe delle secchezze. Quindi risulta utilissima nella sindrome dell’occhio secco, soprattutto se questo migliora con l’immobilità e premendo l’occhio. Il consiglio è quello di assumerne 5 granuli per 3 volte al giorno alla 9CH.

ALUMINA

Alumina è un farmaco di secchezza estrema. Quindi lo andremo a provare quando Bryonia è risultata insufficiente. Anche in questo caso il consiglio è quello di prendere 5 granuli alla 9CH per tre volte al giorno. Naturalmente la terapia sarà molto lunga.

NUX MOSCHATA

Nux moschata è un altro farmaco di secchezza estrema ma a questo sintomo si aggiunge quello della grande sonnolenza. Quindi potrebbe essere utile nell’occhio secco da gravidanza poiché spesso questi due sintomi si accompagnano in questa situazione. Il consiglio è di prenderne 5 granuli alla 9CH per tre volte al giorno.
Naturalmente, poiché questi farmaci omeopatici per la secchezza dell’occhio curano la secchezza delle mucose in generale, risultano utilissimi in caso di disturbi da menopausa o da sindromi tipo quella di Sjogren.

APIS

Apis è un farmaco da utilizzare quando oltre alla secchezza si gonfia anche la palpebra, prude e si ha una sensazione di miglioramento mettendo un impacco freddo. In questo caso potrei usare Apis alla 15CH, 5 granuli ogni mezz’ora fino a scomparsa del pomfo.

RUTA

Ruta è un rimedio da utilizzare quando oltre la secchezza c’è una notevole stanchezza oculare dovuta alla difficoltà di accomodamento. Infatti come abbiamo visto nella problematica legata al lavoro al computer l’occhio secco è provocato anche da un continuo sforzo di accomodamento. Il consiglio è quello di usare 5 granuli di ruta alla 15 CH per 4 volte la giorno.

JABORANDI

Jaborandi è un farmaco utile quando alla secchezza oculare si associano turbe visive (tipo vista annebbiata) causate da uno sforzo eccessivo. Quindi, anche in questo caso, possiamo pensare ai videoterminalisti. Se pensate di averne bisogno vi consiglierei di prenderne 5 granuli per 3-4 volte al giorno alla 9CH.

GEMMOTERAPIA

CEDRUS LIBANI MG

Cedrus libani macerato glicerico è indicato per tutti i tipi di secchezza cutanea. Quindi possiamo usarlo come aiuto per la secchezza oculare. Questo gemmoderivato offre la possibilità di drenare la pelle e le mucose andando a rimuovere alcune tossine che vi si depositano a causa della secchezza del tessuto e peggiorano la stessa. Il consiglio è quello di usarne 50 gocce in acqua mattina e sera.

CONSIGLI NUTRIZIONALI

La sindrome dell’occhio secco riconosce molte cause come abbiamo già visto molte cause. Però non dimentichiamoci di bere!!!! Bere almeno due litri di liquidi al giorno è necessario per mantenere un buon stato di salute per tutti. A maggior ragione è importante bere se soffriamo di secchezza.

OMEGA 3

Un altro consiglio nutrizionale di cura naturale dell’occhio secco è quello di usare integratori a base di acidi grassi essenziali Omega 3. Questi acidi grassi hanno un effetto antinfiammatorio riducendo così l’irritazione corneale. Inoltre, sperimentazioni svolte in cliniche oculistiche, hanno dimostrato che la loro assunzione aumenta l’elasticità del film lacrimale.

Dott. Manuela Succi – www.lacuranaturale.com

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Disbiosi intestinale – Come trattare naturalmente lo squilibrio della flora batterica

Che cos’è la disbiosi?
La disbiosi indica uno squilibrio microbico che spesso colpisce il tratto digestivo delle persone. Inoltre può colpire anche la pelle, gli occhi, i polmoni, le orecchie, il naso, i seni paranasali, le unghie e la vagina. La parola disbiosi deriva da “dis” e “simbiosi” che significa “non vivere in armonia” ed è appunto un’alterazione della microflora, prevalentemente batterica, che alberga nell’intestino umano, sopratutto in quello crasso (colon).


La disbiosi viene anche talvolta chiamata disbatteriosi o disbiosi batterica perché il tratto gastrointestinale contiene batteri sia “buoni” che “cattivi” che formano la flora, chiamata anche microbiota intestinale. In un grammo di feci sono presenti circa 100 miliardi di batteri e questo fa capire quanto sia importante l’equilibrio di questi “abitanti” intestinali. Inoltre ci sono altri piccoli organismi che vi risiedono, che comprendono lieviti, funghi, virus e parassiti.

Il primo che ha coniato il termine disbiosi è stato il dottor Elie Metchnikoff, microbiologo e zoologo russo, al termine del XX secolo. E’ stato il primo scienziato a scoprire l’impatto delle proprietà dei probiotici – anche noti come batteri buoni.


Correlazione tra il sistema digerente e la disbiosi
L’intestino ha tre ruoli principali:

Assorbimento dei nutrienti
Digestione degli alimenti con loro conversione in vitamine
Protezione contro tossine ed agenti patogeni
Ci sono circa 500 specie di batteri che compongono la “flora intestinale”. I batteri benefici sono essenziali per una buona digestione e per mantenere sano l’intestino. La  più comune classificazione dei “batteri buoni” è quella dei “bifidobatteri” e “Lactobacillus”.


Quando la flora intestinale è in equilibrio, viene detta “orthobiosi”, che ancora una volta è un termine introdotto dal dottor Metchnikoff agli inizi del 1900. Egli considerava la disbiosi una sindrome così grave che diceva “la morte comincia nell’intestino“. Il problema è che non tutti gli organismi che vivono nella flora batterica intestinale sono “amichevoli”. Una crescita eccessiva di batteri, parassiti, funghi, lieviti o altri organismi, può portare a disbiosi.

Segni e Sintomi
La disbiosi provoca tutta una serie di sintomi localizzati prevalentemente nel tratto gastrointestinale. Ci sono molti segni e sintomi legati alla condizione di disbiosi. Ecco quelli più comuni e frequenti:


Diarrea cronica
Bruciore di stomaco
Stitichezza cronica
Gonfiore
Eruttazione
Dolori addominali
Indigestione o maldigestione frequente
Alito cattivo
Feci maleodoranti
Presenza di cibo non digerito nelle feci
Vomito
Nausea dopo l’assunzione di integratori
Perdita di peso dovuta a malassorbimento, o aumento di peso
Allergie alimentari, sensibilità o intolleranze
Voglia di zucchero, tra cui l’alcool
Prurito rettale o vaginale
Unghie deboli e fessurate
Carenza di ferro
Perdita di libido e infertilità
Congestione sinusale cronica
Problemi alla vescica come cistite interstiziale
Iperattività come disturbi comportamentali e nell’apprendimento
Confusione mentale
Candidosi vaginale: soprattutto nella donna, la disbiosi può inoltre essere responsabile di infezioni genitali ricorrenti
Quelli elencati sono i sintomi più evidenti e comuni, ma poiché la flora batterica influisce anche a livello del sistema nervoso ed endocrino, possono insorgere anche sintomi aspecifici, come disturbi del sonno, cambiamenti dell’umore, maggiore suscettibilità alle infezioni e ridotta efficienza fisica.

Diagnosi e Test per la disbiosi
E’ disponibile un test di metagenomica su un campione di feci basato sulla caratterizzazione del DNA dei vari membri del microbiota che permette di chiarire quali siano i ceppi di batteri presenti valutando le rispettive concentrazioni.

Cosa causa la disbiosi?
Ognuno di noi ha una flora intestinale unica che dipende sia da fattori genetici che alimentari che ambientali. Vediamo in dettaglio le principali cause della disbiosi:

Uso di antibiotici: sembrano ormai essere prescritti praticamente per tutto, spesso quando non sono necessari o potrebbero essere sostituiti con alternative più naturali e con meno effetti collaterali. Ogni volta che vengono assunti antibiotici, questi uccidono tutti i tipi di batteri, anche quelli considerati “buoni” ed è stato dimostrato che dopo due cicli di antibiotici (nel corso di un anno) non si riuscirà mai più a riavere la composizione originaria della flora intestinale. Inoltre possono causare anche l’instaurarsi di antibiotico resistenza, cioè questi farmaci non funzionano più in caso di infezioni batteriche. Alcuni batteri “cattivi” come il Clostridium diventano più forti dopo gli antibiotici e proliferano in eccesso.
L’uso di altri farmaci: Gli inibitori della pompa protonica e gli antiacidi sono stati creati per bloccare la produzione di acido cloridrico nello stomaco, ma questo acido è la prima linea di difesa contro i microbi che entrano nel corpo attraverso il cibo. Quando la produzione viene bloccata, il corpo non è in grado di difendersi contro i microbi patogeni. L’uso eccessivo di farmaci favorisce la proliferazione di parassiti, Helicobacter pylori e inibisce anche la crescita di batteri “buoni”. Ho già trattato in un altro articolo su come risolvere bruciore e reflusso acido.
Lo stress cronico: aumenta i livelli di ormoni come cortisolo e adrenalina, che oltre a compromettere anche il sistema immunitario, crea nel tratto gastrointestinale un ambiente suscettibile a disbiosi.
La cattiva alimentazione: Le diete a basso contenuto di fibre (vegetali) e ad alto contenuto di zuccheri e alimenti raffinati favoriscono la crescita dei batteri patogeni e rallentano la motilità intestinale favorendo la fermentazione e putrefazione intestinale. Inoltre questi alimenti sono poveri delle sostanze nutritive necessarie a nutrire e riparare gli organi dell’apparato digerente. Ad esempio la candida è un tipo di lievito che vive di zucchero e di alimenti trasformati, che disturba l’equilibrio batterico nel corpo.
Alcol. Il consumo costante di alcol dannegia il fegato e la flora batterica facilitando la disbiosi intestinale.
Intolleranze ed allergie. La maggior parte della popolazione non assorbe e digerisce correttamente i cibi contenenti glutine e i latticini, favorendo l’infiammazione intestinale e lo squilibrio della flora batterica.
Fattori ambientali. Carne ricca di ormoni ed antibiotici (tutta quella non biologica è a rischio), cibi confezionati ricchi di additivi, coloranti e conservanti di sintesi, presenza di funghi o muffe in casa, esposizione a metalli pesanti(amalgami dentali, pesci di grande taglia, fumo di sigaretta) sono tutti elementi che possono nettamente favorire la disbiosi intestinale.
Trattamenti naturali per la disbiosi
In generale, i sintomi e il trattamento della disbiosi vanno di pari passo. Ciò significa che la cura dovrebbe essere basata sui sintomi e sulle condizioni della persona. Il primo passo è la rimozione di vari fattori aggravanti come l’assunzione di antibiotici o altri farmaci, ed alcuni fattori dietetici che possono essere la causa della proliferazione batterica o di altri organismi. Ci sono anche diversi rimedi  naturali che possono essere utili.

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Probiotici: sono essenziali per il ripristino della flora batterica intestinale. Il dosaggio dipende in gran parte dalla gravita della vostra disbiosi intestinale. La maggior parte degli integratori di probiotici di alta qualità contengono Lactobacillus, Saccaromyces boulardii, Bifidobacterium e una combinazione di altre specie probiotiche.
Prebiotici: sono pensati per stimolare l’attività e la crescita dei probiotici nell’intestino. Questo è il motivo per cui è una buona idea assumere anche integratori di prebiotici come frutto-oligosaccaridi (FOS), inulina, arabinogalattano, e fibra altamente solubile come la buccia di pisello o lo psillio.
Terapia a base di erbe: ci sono molte erbe utili nel trattamento di disbiosi. Alcuni di questi includono olio di origano, aglio, goldenseal o berberina, assenzio o assenzio cinese, estratto di semi di pompelmo, timo, artiglio del gatto, tea tree oil, menta piperita, Echinacea, lapacho, finocchio, fungo reishi, foglie d’olivo, cannella, mirra, curcuma, uva ursina, elecampane, kelp e calendula.
Oli essenziali: uno studio pubblicato sulla rivista Alternative Medicine Review del 2009, ha scoperto che gli oli essenziali più promettenti per la disbiosi includono cumino, lavanda, ajwain e arancia amara. Le erbe da cui si producono questi oli sono da tempo utilizzate per i sintomi gastrointestinali e i risultati dello studio suggeriscono che non influiscano negativamente sulla flora intestinale. Altri oli essenziali di cui sono stati dimostrati impatti positivi sul tratto gastrointestinale includono finocchio dolce, anice stellato e menta piperita.
Rimedi omeopatici: ci sono vari rimedi utilizzati a beneficio del sistema digestivo. Per esempio la Candida albicans è un preparato omeopatico che è utile quando la crescita eccessiva di Candida è un fattore che contribuisce alla disbiosi intestinale. Altri rimedi consigliati per l’infiammazione del tratto gastrointestinale includono cantharis, arenicum album, coloquintide, carbone vegetale, noce vomica, pulsatilla, china.
Integratori nutrizionali. Le sostanze nutritive che mantengono e riparano gli organi dell’apparato digestivo con più probabilità di essere carenti sono le:Vitamine del complesso B
Acidi grassi essenziali (omega-3)
Magnesio
Vitamina D
Zinco
Vitamina A
Selenio
Coenzima Q10
Dieta per la disbiosi
Il componente fondamentale nel trattamento della disbiosi è migliorare la dieta. In primo luogo è una buona idea eliminare dalla dieta gli alimenti che abbiamo menzionato tra le cause della disbiosi. E’ possibile anche determinare le eventuali intolleranze alimentari con una dieta a eliminazione oppure con un test di immunoassorbimento enzimatico (ELISA).

Alimenti consigliati

Carne biologica
Pesce pescato
Verdure, specialmente quelle a foglia verde e le crucifere (broccoli, cavolo, cavolfiore, ecc)
Cereali integrali o semi-integrali
Semi
Frutta secca
Cibi fermentati (verdure fermentate, kefir, miso)
Alimenti sconsigliati

Alimenti e carni trasformate
Verdure ricche di amido come le patate e che possono dare intolleranza (pomodoro, melanzane)
Prodotti latteo-caseari come latte, formaggio e yogurt
Tutti i dolcificanti  (sciroppo d’acero, miele, zucchero di canna, saccarosio, glucosio, fruttosio o sciroppo di mais)
La maggior parte della frutta come le banane, gli agrumi, l’uva, ciliegie, pere o mele
Carboidrati raffinati e cereali come grano, mais, avena, orzo o di altre farine
Ogni cibo contenente muffe come funghi, noci sgusciate, verdure avariate o avanzi
Complicazioni della disbiosi
Ci sono varie complicazioni della disbiosi intestinale. Qui di seguito uno sguardo più approfondito ad alcune delle complicazioni che possono ne derivare :

Eczema atopico. Le condizioni della pelle sono una conseguenza comune della disbiosi, soprattutto l’eczema atopico. La maggior parte dei pazienti con questo disturbo soffrono di disbiosi.
Candida. La candida è la condizione in cui i funghi e i lieviti crescono fuori controllo e provocano alcuni sintomi debilitanti quali la stanchezza persistente, dolori muscolari, costipazione e prurito rettale.
Sindrome dell’intestino irritabile. Vari studi hanno trovato che i pazienti con la sindrome dell’intestino irritabile IBS hanno una maggior probabilità di avere una flora fecale anormale.
Altre possibili complicazioni. Quando la disbiosi non viene trattata può portare a infezioni fungine gravi e anche aumentare il rischio di cancro.
Prevenzione per la disbiosi
E’ sempre meglio prevenire una malattia come prima cosa. I seguenti sono alcuni dei metodi di prevenzione della disbiosi intestinale:

Avere una dieta sana e pulita che contiene molte verdure a foglia verde, carni biologiche ed evitare totalmente gli alimenti trasformati
Evitare l’alcool o limitarne estremamente l’assunzione a una volta ogni pochi mesi. Tutte le forme di alcool contengono acetaldeide, lievito e altri ingredienti che danneggiano l’equilibrio di batteri e altri organismi nel tratto GI
Evitare gli antibiotici e altri farmaci come gli inibitori della pompa protonica, antiacidi, farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS). Tutti questi farmaci inibiscono la crescita di batteri “buoni” nel tratto GI e nel resto del corpo
Cambiamenti nello stile di vita per la disbiosi
Ci sono anche vari cambiamenti nello stile di vita che possono essere attuati per aiutare a prevenire e per trattare i sintomi  di disbiosi intestinale. I seguenti sono alcune modifiche che possono essere fatte per migliorare l’equilibrio dei batteri nel tratto gastrointestinale:

Massaggi e aromaterapia: lo stress è un fattore importante nello sviluppo della disbiosi. La terapia con massaggi può aiutare a ridurre lo stress e sostenere la disintossicazione per le persone sottoposte a trattamento per casi cronici di candida o disbiosi. Alcuni dei migliori oli essenziali utilizzati durante il massaggio includono lavanda, menta piperita e mirra.
Igiene dentale: la proliferazione batterica e di altri organismi può avvenire anche in bocca Questo è il motivo per cui è importante mantenere una buona igiene dentale, lavandosi i denti e gengive almeno due volte al giorno. Dopo averli spazzolati, utilizzare anche uno scrapper per la lingua e un antibatterico collutorio all’olio essenziale di origano.
Altri metodi di rilassamento: altri modi per ridurre lo stress correlato con disbiosi intestinale includono l’agopuntura, lo yoga, l’esercizio fisico o la meditazione
Disbiosi: punti chiave da ricordare
E’ importante ricordare che ciò che viene introdotto nel corpo può avere un impatto importante per il tratto gastrointestinale per la flora batterica intestinale. Inoltre la disbiosi può verificarsi in altre parti del corpo oltre che nell’intestino.

E’ fondamentale cambiare la dieta, assumere probiotici e vitamina D.

Candida e disbiosi possono diffondersi anche attraverso i rapporti sessuali. Ecco perché entrambi i partner devono essere trattati quando si sospetta di queste due infezioni o di altre infezioni batteriche. Inoltre, la guarigione da disbiosi è un fattore del tutto individuale e ciò che può funzionare in una persona può non funzionare per un’altra. E’ importante consultare un professionista come un medico naturopata o un nutrizionista olistico che sia specializzato nei trattamenti di candida e disbiosi.

https://www.dionidream.com/disbiosi/

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Ipertiroidismo - come trattare naturalmente l’ipertiroidismo

’ipertiroidismo compare quando la ghiandola tiroide diventa iperattiva, andando a produrre troppi ormoni T4 e T3, mentre nell’ipotiroidismo ne produce troppo pochi.


Colpisce principalmente tra i trenta e i quarantanni e i primi sintomi sono che si inizia a sudare troppo, insonnia, gonfiore alla gola, tremori e nervosismo, ci si sentite deboli e si dimagrisce molto: sono questi i classici segni dell’ipertiroidismo.

Cause
Il tipo più comune di ipertiroidismo è la malattia autoimmune di Graves-Basedow, In questa affezione, il corpo produce un anticorpo (una proteina prodotta dall’organismo per proteggerlo contro virus o batteri) chiamato immunoglobulina tireostimolante (TSI) che porta la ghiandola tiroide a produrre troppi ormoni tiroidei.


L’ipertiroidismo può anche essere causato da un gozzo nodulare che, essendo come un grumo nella ghiandola tiroide, causa un eccessiva produzione di ormoni.

Inoltre, l’infiammazione della ghiandola tiroidea, chiamata tiroidite, che è il risultato di un attacco al sistema immunitario per esempio da un’infezione virale, può temporaneamente causare sintomi dell’ipertiroidismo.


Un altro problema è che le persone che consumano troppo iodio (specialmente da integratori) o che utilizzano medicazioni che contengono iodio, possono provocarsi il gozzo ed aggravare i problemi alla tiroide.

I fattori che contribuiscono all’ipertiroidismo sono molti, ma le cause principali sono:


Sindrome di permeabilità intestinale
Squilibri ormonali
Eccesso di tossine nell’organismo
Allergie alimentari
Qui di seguito ci sono i modi migliori per trattare l’ipertiroidismo in modo naturale.

Sintomi dell’ipertiroidismo
I principali sintomi associati all’ipertiroidismo includono:

Ansia
Disturbi del sonno
Irritabilità
Aumento del senso dell’olfatto
Sindrome dell’intestino irritabile
Diradamento dei capelli
Battito cardiaco irregolare
Dimagrimento
Aumento della sete
Diarrea
Sudorazione notturna
Disturbi della sfera sessuale (amenorrea nella donna e impotenza nell’uomo)
Ginecomastia (aumento del seno maschile)
Questi indizi si aggravano progressivamente e, dopo qualche tempo, si manifestano i sintomi ritenuti tipici di questa malattia:

Occhi sgranati e sporgenti
Sguardo fisso
Pelle pallida e madida di sudore
Ingrossamento diffuso della tiroide (gozzo)
Ipertensione
Aumento della temperatura corporea, della frequenza cardiaca e del dimagrimento
Sono poi presenti sintomi psichici, quali:

Irritabilità
Irrequietezza
Profonde alterazioni dell’umore, fino al raggiungimento di vere e proprie forme psicotiche nei casi più gravi
Alimenti da evitare nell’ipertiroidismo
Glutine. Una dieta senza glutine è benefica per le persone con problemi tiroidei perché riduce l’infiammazione nell’organismo.

Latticini. Persone con problemi alla tiroide possono inoltre trarre vantaggio da una dieta priva di latticini, un’altra fonte di infiammazione per la maggior parte della popolazione che non digerisce correttamente creando quindi tossine e scorie.

Aromi artificiali o coloranti. Tutti gli additivi artificiali presenti nei cibi sono delle tossine che possono influenzare la funzione della ghiandola tiroidea, perciò è meglio evitarli.

Zucchero. Lo zucchero sopprime la funzione immunitaria e contribuisce all’insorgere di malattie autoimmuni.

Cibo confezionato. Può contenere alimenti OGM come amido, lecitina, mais, che sono collegati ad affezioni autoimmuni.

Soia. La soia interferisce con il sistema ormonale e quindi va evitata soprattutto da coloro che soffrono di ipertiroidismo. Le uniche forme di soia che possono essere assunte sono miso, natto, tamari che sono soia fermentata.

Sale e alghe marine. Questi alimenti sono ricchi di iodio e quindi vanno limitati molto nella dieta. Quindi vanno limitati prodotti e snack salati, come patatine, salatini, arachidi.

Alcol e caffè. Vanno evitati perché peggiorano la già accelerata situazione del nostro metabolismo energetico.

Alimenti per una dieta sana per l’ipertiroidismo
Quando si tratta di vedere miglioramenti nel funzionamento della tiroide, il modo più giusto per iniziare è perfezionare la vostra dieta con questi alimenti benefici. E’ indispensabile lavorare sul controllo dell’insulina e sulla riduzione dell’infiammazione generale. Questo punta a un riequilibrio nella regolazione del consumo energetico dell’organismo.

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Succhi verdi. Succhi verdi freschi da vegetali ricchi di nutrienti quali cavolo, rucola, lattuga, cetriolo, bietola, magari con l’aggiunta di spirulina o clorella, aiutano a fornire sostanze nutritive vitali e disintossicare l’organismo. Possono essere preparati con la centrifuga, o ancora meglio, con l’estrattore di succhi.

Cibi integrali. Gli alimenti raffinati come pane, pasta, snacks, dovrebbero essere evitati, quindi optate per frutta fresca, verdure, cereali integrali o semi-integrali (riso, grano saraceno, miglio, quinoa, avena) e proteine magre.

Erbe aromatiche antinfiammatorie. Molte erbe come basilico, rosmarino e origano sono antinfiammatorie e aiutano a migliorare la funzionalità  tiroidea.

Verdure crocifere. Le verdure della famiglia delle Crocifere, ovvero rucola, broccoli, cavoli e cavolfiori, contengono delle sostanze goitrogene che limitano la produzione di ormoni tiroidei in eccesso. Per svolgere questa funzione vanno consumate preferibilmente crude. Quindi il modo migliore per consumarle è tagliarle molto sottili nell’insalata oppure preparare le verdure fermentate o berne il succo fresco mettendole nell’estrattore.

Frutta. Tra la frutta amica della tiroide c’è la pera, la pesca, la papaya e il mango.

Semi di lino. I semi di lino, oltre ad essere ottimi per ripulire l’intestino e fornire acidi grassi essenziali, sono in grado di rallentare la funzione tiroidea rivelandosi eccezionali per l’ipertiroidismo.

Integratori per trattare naturalmente l’ipertiroidismo
Qui di seguito ci sono i principali rimedi e le cure naturali per accelerare i miglioramenti:

#1 Marrubio d’acqua. I fiori del marrubio d’acqua, reperibili in erboristeria, contengono infatti i polifenoli e i flavonoidi, che concorrono a riequilibrare la situazione in caso di ipertiroidismo. E’ disponibile anche l’estratto di marrubio d’acqua che essendo più concentrato, la sua assunzione deve avvenire sotto lo stretto controllo di uno specialista.

#2 L -carnitina (1000 mg 2-4 volte al giorno). Può aiutare a ridurre i sintomi dell’ipertiroidismo

#3 Melissa. Inibisce il legame tra anticorpi e tiroide.

#4 Il complesso della vitamina B (50mg 2 volte al giorno). Può aiutare a ridurre i sintomi dell’ipertiroidismo.

#5 Coenzima Q10. Aiuta a riottenere l’equilibrio della produzione ormonale.

#6 Oli essenziali per l’ipertiroidismo. L’olio essenziale di incenso e l’olio essenziale di mirra riducono lo stress del corpo e possono migliorare le funzioni tiroidee. Mettere ogni giorno due gocce di olio di incenso sulla punta della lingua e applicare 2-3 gocce di olio di mirra 2 volte al giorno direttamente sulla zona tiroidea.

#7 Melatonina. Secondo il dott. Pierpaoli, l’assunzione serale di melatonina (30 minuti prima di coricarsi) è molto utile per ridurre i sintomi dell’ipertiroidismo, soprattutto se associata alla DEA (deidroepiandrosterone) al mattino.

Stili di vita sani per l’ipertiroidismo
Colazione, pranzo, cena. Fare tutti i giorni una colazione abbondante, un pranzo medio e una cena frugale. E’ importante ridistribuire le calorie durante la giornata concentrandole soprattutto a colazione finendo la giornata solo con una cena leggera. In pratica una colazione da re, un pranzo da signori e una cena da poveri.

Attività fisica. L’esercizio fisico ha un ruolo importante sull’equilibrio ormonale, espulsione delle tossine e sul metabolismo energetico. E’ consigliata una attività fisica aerobica continuata per almeno un’ora almeno tre volte la settimana. Ci riferiamo in pratica ad un’ora di corsa, un’ora di bicicletta o anche ad un’ora di camminata svelta.

Agopuntura. Questa tecnica millenaria può essere un ottimo rimedio naturale contro l’ipertiroidismo. La medicina tradizionale cinese ha individuato alcuni punti da stimolare per regolarizzare processi vitali come la produzione di ormoni, meccanismo nodale nel buon funzionamento della tiroide.

Cantare. Il canto fin dall’antichità è considerato una vera e propria medicina, ed oggi alcuni medici consigliano di cantare o di fare delle semplici vocalizzazioni per trattare le patologie della tiroide.

 https://www.dionidream.com/ipertiroidismo/

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Polline – Storia, Proprieta' e 10 Benefici

Cos’è il polline d’api
Il polline è il seme maschile dei fiori. Le api raccolgono il polline, lo mescolano con una piccola dose di secrezione delle ghiandole salivari o nettare, per poi riporlo in apposite sacche (corbiculae) che si trovano sulla tibia delle loro zampe posteriori. Dopo la raccolta, il polline viene portato all’alveare, pronto per essere confezionato nelle celle a nido d’ape. La superficie del polline raccolto è ricoperta da un sottile strato di miele e cera, è il polline d’api grezzo (quello che trovi in commercio è stato pulito da questa crosta esterna). Il pane d’ape subisce una fermentazione anaerobica e viene conservato dall’acido lattico, serve come fonte proteica di base per la colonia di api.


Il polline d’api viene raccolto con lo scopo di produrre pappa reale necessaria per nutrire i piccoli, in particolare le larve e l’ape regina. Secondo gli ultimi dati nazionali, una colonia di api produce da uno a sette chili di polline l’anno. Si stima che ogni giorno, la quantità di polline raccolto da una colonia varia da 50 ai 250 grammi. Esistono delle griglie che vengono inserite all’ingresso dell’alveare per raccogliere una parte del polline quando le api campo ritornano ai loro alveari.

Il colore del polline varia dal giallo brillante al nero. Di solito le api raccolgono il polline dalla stessa pianta, ma a volte lo raccolgono da molte specie di piante diverse. I granelli di polline dipendono dalle specie vegetali; differiscono per forma, colore, dimensione e peso.


Il polline d’api è conosciuto come un prodotto “apiterapeutico” perché contiene gruppi di composti chimici che sono fatti dalle api e utilizzati per scopi medicinali. Nella sua composizione, ci sono circa 250 sostanze, tra cui aminoacidi, lipidi, vitamine, macro e micronutrienti, e flavonoidi. [1]

Composizione chimica del polline d’api
50% di carboidrati digeribili
35% di proteine
5 % di lipidi (compresi gli acidi grassi essenziali)
5% di acqua
2% di composti fenolici (tra cui i flavonoidi)
1.6% di minerali (tra cui calcio, fosforo, magnesio, sodio, potassio, ferro, rame, zinco, manganese, silicio e selenio)
0,6% di  vitamine e acidi idrosolubili (compresi B1, B2, B6 e C)
0,1% di  vitamine liposolubili (tra cui le vitamine A, E e D)
Il polline d’api è è considerato uno degli alimenti più nutrienti presenti in natura. Esso contiene quasi tutti i nutrienti richiesti dagli esseri umani. Circa la metà della sue proteine è in forma di amminoacidi liberi ovvero sono pronti per essere utilizzati direttamente dal corpo. Tali proteine altamente assimilabili contengono tutti gli amminoacidi essenziali e sono i in grado di contribuire in modo significativo alle proprie esigenze quotidiane di proteine.


Uno dei fatti più interessanti e straordinari del polline d’api è che non può essere sintetizzato in laboratorio. Quando i ricercatori fornisco il polline artificiale, l’ape muore, anche se tutti gli elementi nutritivi noti sono presenti nel cibo sintetizzato in laboratorio. Molte migliaia di analisi chimiche sono state fatte sul polline d’api con le più recenti attrezzature diagnostiche, ma ci sono ancora alcuni elementi presenti nel polline d’api che la scienza non è in grado di identificare. Le api aggiungono qualche misterioso “extra”. Questi elementi non identificabili possono spiegare in parte perché il polline d’api funziona così bene su tante diverse condizioni di salute.
10 Benefici del Polline d’Api
1. Riduce le infiammazioni. L’attività anti-infiammatoria del polline d’api è stata paragonata a farmaci, quali: naprossene, analgin, fenilbutazone e indometacina. I ricercatori suggeriscono che può essere utilizzato per trattare infiammazioni acute e croniche, condizioni degenerative iniziali e malattie del fegato. Uno studio del 2010 pubblicato su Biology Pharmaceutical ha rilevato che il polline delle api possiede proprietà anti-infiammatorie significative quando viene somministrato a topi con acetaminofene, indotta necrosi epatica. [2] Un altro studio condotto sui ratti nel 2010 ha monitorato l’effetto anti-infiammatorio del polline d’api su una massa indotta alla zampa, a differenza dell’estratto d’acqua, l’estratto all’etanolo ha mostrato una potente attività anti-infiammatoria, i ricercatori sostengono che possa essere utilizzato come integratore alimentare e come un alimento funzionale. [3]


2. Agisce come antiossidante. Recenti studi hanno dimostrato che gli idrolizzati enzimatici da polline d’api sono benefici per i pazienti sottoposti a varie malattie, come il cancro, malattie cardiovascolari, diabete e ipertensione. Le proprietà antiossidanti sono state misurate in uno studio del 2005, e i ricercatori hanno scoperto che l’attività antiossidante è notevole. Hanno un effetto potente contro lo stress ossidativo. I ricercatori affermano anche che l’attività inibitoria del polline d’api è simile a quella contenuta negli alimenti fermentati, come il natto, il miso, i crauti e l’aceto. [4]

3. Protegge il fegato dalle tossine. Uno studio pubblicato nel 2013 su Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine ha rilevato che il polline d’api protegge gli epatociti dallo stress ossidativo e ripara i danni al fegato causati dalla tossicità. I ratti con danno epatico indotto sono stati separati in due gruppi. Un gruppo ha preso due diverse concentrazioni di polline d’api per via orale (200-400 milligrammi per chilogrammo al giorno), e ad un altro gruppo è stato dato silibinin, un farmaco che contiene flavonoidi. I ricercatori hanno rilevato che entrambi i trattamenti invertono il danno epatico, ma il silibinin ha causato una significativa perdita di peso e la morte a causa di grave diarrea, quando veniva somministrato ai ratti. Questi risultati suggeriscono che il polline d’api è un’alternativa sicura al silibinin nel trattamento delle lesioni al fegato ed è utile anche per ripulire/detossificare il fegato. [5]

4. Rinforza il sistema immunitario. Il polline d’api ha proprietà antivirali e antimicrobiche. Uno studio del 2014 pubblicato su Food and Chemical Toxicology ha valutato i principi attivi biologici di otto tipi di polline d’api commerciale presenti sul mercato. Tutti i campioni possedevano proprietà antimicrobiche. Lo Staphylococcus aureus era il più sensibile al polline, mentre la candida era la più resistente. [6] Il polline d’api può anche essere un efficace rimedio naturale per quanto riguarda le allergie. Uno studio del 2008 condotto in Giappone ha monitorato l’effetto del polline d’api sull’attivazione dei mastociti, i quali svolgono un ruolo centrale in varie malattie allergiche. I ricercatori hanno eseguito l’esperimento in vivo e in vitro e hanno scoperto che il polline possiede proprietà anti-allergeniche a causa della sua capacità di inibire l’attivazione dei mastociti, i quali svolgono un ruolo importante nelle fasi precoci e tardive delle reazioni allergiche. [7]

5. Integratore di vitamine e minerali. Alcuni studi hanno dimostrato che topi alimentati con polline hanno accumulato più vitamina C e magnesio nel timo, nel muscolo cardiaco e nei muscoli scheletrici, inoltre avevano anche avuto un aumento dell’emoglobina e un maggior numero di globuli rossi dopo aver consumato polline. Il polline d’api ha effettivamente allungato la durata della vita degli animali inclusi negli esperimenti. Un interessante studio pubblicato nel Journal of Animal Physiology and Animal Nutrition ha mostrato che il polline aumenta in modo significativo il tasso di concepimento e la produzione del latte nei conigli femmina. Ha anche migliorato il profilo biochimico del sangue. Benefici analoghi sul polline d’api sono stati esposti in uno studio del 1994 che ha coinvolto topi in gravidanza e la crescita del feto. [8][9] Questi studi su animali suggeriscono che il polline d’api abbia un alto valore nutrizionale e funziona come un supplemento per gli animali con carenze nutrizionali. I ricercatori suggeriscono che possa essere utile quando viene somministrato ai bambini che hanno mancanza di appetito o un ritardo dello sviluppo. Esso può anche aiutare bambini e adulti malnutriti, soprattutto prima e dopo l’intervento chirurgico, per il recupero di una dipendenza da alcool, o in caso di stress fisico o mentale.

6. Allevia i sintomi della menopausa. Uno studio condotto nel 2015 in Germania ha rivelato che sia il miele che il polline d’api migliorano i disturbi della menopausa in pazienti con cancro al seno sotto trattamento anti-ormonale. Oltre due terzi dei pazienti che hanno completato lo studio hanno riportato un miglioramento dei sintomi. I ricercatori suggeriscono che il polline d’api e il miele possano essere somministrati alle donne che non hanno risposto ad altre alternative per far fronte a sintomi post-menopausa. Essi dimostrano inoltre, che i flavonoidi presenti nel miele e nel polline si sono rivelati utili per prevenire il cancro al seno e i sintomi della menopausa. [10]

7. Aiuta a ridurre lo stress. A causa delle proprietà nutrizionali e toniche del polline d’api, l’apporto di sangue al tessuto nervoso migliora, aumentando e rafforzando la capacità mentale e il sistema nervoso che può essere indebolito dallo stress. Questo lo rende uno dei più efficaci e naturali mitigatori di stress. Può rivelarsi particolarmente utile per le persone con scarsa energia, soprattutto gli anziani. Anche piccole dosi di polline d’api per un periodo prolungato di tempo possono migliorare l’umore e la resistenza fisica, rafforzando in tal modo la propria voglia di vivere. Inoltre il polline d’api possiede anche proprietà analgesiche, agisce come un analgesico locale, ha la capacità di alleviare il dolore causato da stress o infortuni.[11]

8. Promuove la guarigione. Il polline può essere usato come un unguento topico per accelerare il processo di guarigione, è particolarmente utile come rimedio per le bruciature. Il polline comprende il kaempferol, il quale inibisce l’attività degli enzimi dopo una bruciatura e diminuisce le reazioni infiammatorie e il gonfiore. Inoltre aiuta a migliorare la circolazione del sangue, e inumidisce la pelle. L’azione antinfiammatoria e analgesica dei flavonoidi contenuti del polline d’api aiuta ad alleviare il dolore e a prevenire l’aggregazione piastrinica. Esso aiuta anche a prevenire l’infezione a causa della sua attività antimicrobica, consentendo alla ferita o bruciatura di guarire in fretta. [12] [13]

9. Ringiovanisce la pelle. Poiché il polline d’api è una grande fonte di vitamine e minerali, può anche aiutare a mantenere la pelle più giovane e luminosa. Stimola l’afflusso di sangue a tutte le cellule della pelle, aiuta a disintossicare il corpo, riduce la comparsa di rughe e accelera il processo di guarigione. [14]

10. Migliora il metabolismo. Alcuni studi hanno dimostrato che il polline favorisce il recupero delle proteine muscolari e del metabolismo energetico dimostrando che è utile nella prevenzione o nel recupero della malnutrizione. [15] Inoltre aiuta a regolare gli ormoni, e agisce sul metabolismo attraverso gli aminoacidi che contiene, i quali aiutano ad aumentare il metabolismo sciogliendo le cellule di grasso nel corpo. Sappiamo anche il polline contiene una quantità enorme di vitamine e minerali essenziali, quindi è utile per nutrire in modo sano le persone con cattive abitudini alimentari. Per ricevere questi nutrienti basta una piccola quantità, 28 grammi di polline d’api contengono  solo circa 90 calorie.

Come trovare il polline d’api
Acquista il polline d’api presso aziende biologiche o apicoltori locali fidati. Assicurati che il polline sia esente da pesticidi e che le colonie di api non siano trattate con sostanze chimiche. È possibile trovare il polline nella maggior parte dei negozi di alimenti naturali e nei mercati degli agricoltori, soprattutto perché sta diventando sempre più popolare.

Il modo più comune per utilizzare il polline d’api è quello di mescolarlo con altri alimenti come miele, yogurt o frullati oppure di metterlo direttamente in bocca. Se stai cercando di combattere una carenza di nutrienti, allergie, infiammazioni, stress o malattia, prendi un cucchiaino di polline tre volte al giorno.

Effetti collaterali del polline d’api
L’assunzione orale è sicura per la maggior parte delle persone per un periodo che va da 30 a 60 giorni, a seconda della dose.

Alcune persone possono essere allergiche al polline e quindi possono manifestare notate prurito, gonfiore, mal di testa.

E’ meglio evitarlo durante la gravidanza in quanto si pensa che possa stimolare l’utero. Infatti migliora l’ovulazione quindi le donne che hanno difficoltà ovulatorie possono approfittare di questa proprietà del polline d’api.

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ACNE - Rimedi naturali per far scomparire l’acne

L’acne è una condizione che affligge milioni di adulti e bambini e l’85% degli adolescenti. E’ importante conoscere questa dieta e trattamenti naturali dato che la maggior parte delle persone o ci convivono oppure si rivolgono a  prodotti chimici che hanno effetti collaterali o che non funzionano affatto.


Cause
La causa esteriore principale dell’acne è l’occlusione dei pori che porta a un eccesso di batteri e lieviti sulla pelle. Questo fenomeno può essere scatenato da diversi fattori:

Infiammazioni
Fluttuazioni ormonali (pubertà, mestruazioni)
Stress ovvero eccesso di cortisolo (ansie, preoccupazioni, sfinimento delle ghiandole surrenali)
Intolleranze alimentari (glutine, latticini, lieviti sono i cibi allergenici più a rischio)
Intossicazione (specialmente eccesso di mercurio dovuto per esempio alle amalgami dentali o largo consumo di tonno/pesce spada)
La buona notizia è che esistono 5 trattamenti naturali che funzionano in abbinamento a strategie dietetiche che possono aiutarti ad eliminare l’acne come si deve. I rimedi naturali, infatti, non possono determinare una guarigione netta dell’acne se si segue un regime alimentare sbilanciato.


Migliori alimenti per una dieta contro l’acne
Qui di seguito ci sono i principali alimenti che riducono l’infiammazione e incrementano la flora batterica intestinale, che è il modo migliore per curare l’acne.

Alimenti ricchi di probiotici. Verdure fermentate, kefir d’acqua, kombucha, miso aiutano ad eliminare lieviti e batteri cattivi che portano alla formazione dell’acne.


Alimenti ricchi di zinco.  Semi di zucca germogliati, semi di lino, semi di chia e semi di canapa contengono molto zinco, che stimola il sistema immunitario e cura i problemi intestinali.

Alimenti ricchi di vitamina A. Tarassaco, carote, uova e fegato contengono molta vitamina A che mantiene  la pelle in salute.


Alimenti ricchi di fibre. La fibra è contenuta naturalmente nella verdura, frutta, frutta secca e semi, e aiuta a pulire il colon e promuove la crescita della flora batterica intestinale che agisce attivamente nell’eliminare l’acne.

Acqua. Bere almeno 2 litri di acqua al giorno lontano dai pasti stimola la purificazione dell’organismo.

Alimenti da evitare per combattere l’acne
Alimenti ricchi di zucchero e carboidrati raffinati. Consumare zucchero e prodotti a base di farine raffinate nutre i lieviti e la candida, aumentando l’acne. Scegli invece i cereali integrali.

Glutine. I cereali contenenti glutine (orzo, farro, segale, avena, grano) possono favorire l’infiammazione all’intestino che ha un’effetto immediato sulla nostra pelle. I cereali senza glutine sono riso, miglio, grano saraceno, quinoa, mais (no OGM) e amaranto.

Cioccolata. E’ ricca di composti che possono determinare acne, quindi va eliminata fino a quando l’acne è scomparso. Dopodiché può essere reintrodotta in piccolissime dosi, però di qualità fondente almeno il 60% cacao.

Alimenti fritti e da fast-food. Contengono un numero di ingredienti che causano infiammazioni come oli idrogenati, sodio, prodotti chimici, aromi e zucchero.

Oli idrogenati. Provocano pelle oleosa e sono una delle principali cause di acne.  Si possono  trovare in alimenti come la pizza e il cibo confezionato, che contiene olio di soia, di mais, di canola e olio vegetale

Latticini. Causano infiammazione dell’intestino e della pelle.

Salumi. Rendono la pelle oleosa a causa dei loro grassi e sono ricchi di additivi che vengono espulsi dai fori della pelle stimolando l’acne.

5 dei rimedi naturali per l’acne
#1 Probiotici.  I probiotici incrementano il sistema immunitario e uccidono lieviti e batteri cattivi. Si consiglia di acquistare probiotici che contengono il bifidus.

#2  Zinco. Lo zinco promuove la funzione immunitaria e riduce la produzione di DHT per migliorare la salute della pelle.

#3  Omega 3. L’omega 3 riduce l’infiammazione e supporta l’equilibrio ormonale.

#4 Tea Tree Oil. Applicare l’olio essenziale di tea tree sulle macchie al mattino e alla sera; questo olio ha proprietà antibatteriche e antifungine.

#5  Vitex (Agnocasto). Questo integratore regola gli ormoni e può ridurre la formazione dell’acne nelle donne. Inoltre, per l’equilibrio ormonale si può tenere in considerazione anche l’olio di enotera e di borragine.

#6 Bardana. E’ uno dei rimedi naturali più veloci ed efficaci per il trattamento dell’acne. La bardana è definita un “endocosmetico” perché favorisce la corretta fisiologia della cute grazie all’unicità dei suoi componenti ed è indicata contro molteplici affezioni dermatologiche, specialmente per i problemi di pelle grassa, acneica, asfittica.

Crema naturale per l’acne
Preparare un trattamento naturale per il viso miscelando insieme

5 gocce di tea tree oil
1 cucchiaio di miele bio
Applicare, lasciare agire per 10 minuti e poi risciacquare.

Queste sono le cure migliori per l’acne che si sono dimostrate essere efficaci per più e più volte. Se riuscirete a seguire questo piano sarete sicuri di vedere i risultati. In più, se avete lottato contro l’acne per molto tempo potreste avere delle cicatrici ed esistono rimedi naturali anche per quelle.

Trattamento naturale per la cicatrice da acne
Per curare naturalmente le cicatrici da acne fare una crema con miele grezzo, olio essenziale di lavanda, olio dell’albero del Tè e olio di incenso.

2 cucchiai di miele
3 gocce di olio di lavanda
3 gocce di olio di tea tree oil
3 gocce di olio di incenso
Lavate il viso, asciugate e poi applicate la crema un’ora prima di andare a letto. Poi prima di coricarvi risciacquate. Seguendo questi passi potrete vedere ottimi risultati per sbarazzarvi di qualsiasi segno dell’acne per sempre!

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