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Satsang sui chakra dI SWAMI SATYANANDA SARASVATI maestro di YOGA NIDRA

Satsang sui chakra
 
Swami Satyananda Saraswati

 

“Nostro” maestro  di YOGA NIDRA

 

 

 

Qual è la relazione tra la concentrazione sui chakra ed il risveglio della kundalini?

La concentrazione sui chakra è una parte del kundalini yoga. Tuttavia, il solo concentrarsi sui chakra non sveglierà kundalini shakti. Prima che la kundalini possa svegliarsi sushumna nadi deve essere purificata ed attivata.

 

Come si diventa più consapevoli dei chakra?

La consapevolezza dei chakra dipende dalla propria evoluzione spirituale. Quando la coscienza è stata purificata attraverso gli sforzi spirituali, la consapevolezza dei chakra risulterà notevolmente migliorata. Nelle nostre precedenti incarnazioni abbiamo sviluppato diversi chakra. Se quando si pratica la concentrazione sui chakra, ne “sentiamo” maggiormente uno, vuol dire che da quel punto deve iniziare la nostra evoluzione.

 

Può darci una breve descrizione di ogni chakra?

 

Muladhara chakra è la radice o la struttura sottile dell'essere umano. Mula significa "radice", adhara significa "sostegno". Nel corpo maschile, questo chakra si trova tra l'ano e gli organi sessuali. Nel corpo femminile si trova nella cervice, dove la vagina e l'utero si uniscono.

 

Il successivo è swadhisthana, situato alla base della colonna vertebrale o al coccige. Swadhisthana significa "la propria dimora"; è la base da cui la maggior parte delle persone esprime sé stesso nel mondo.


Manipura chakra è situato all'interno della colonna vertebrale esattamente dietro l'ombelico. Il termine mani significa "gioiello", pura significa "città", quindi manipura è noto come la "città dei gioielli". E' il centro in cui è conservata l'energia vitale del corpo.

 

Vi è poi Anahata, situato nella colonna vertebrale dietro al cuore. Anahata significa "non colpito o intatto"; è il centro del suono intatto.


Vishuddhi chakra è conosciuto come il centro di purificazione, in quanto purifica ed armonizza tutti gli opposti ed i veleni. In vishuddhi il veleno ed il nettare (BINDU) vengono separati e raffinati. Esso si trova nel midollo spinale dietro la regione della gola.

 

Ajna chakra è il centro del comando, in cui vengono ricevute le istruzioni dal guru interno o esterno. La parola ajna significa effettivamente "comando". Questo chakra è situato dietro al centro tra le sopracciglia, all’apice della colonna vertebrale. Bindu è il punto esatto in cui i bramini indù portano un ciuffo di capelli.

 

La parola bindu deriva dalla radice sanscrita "bind" che significa "separare" o "dividere". E' il punto in cui l’unità si divise in molti. Bindu è il punto del cranio che da nutrimento al sistema ottico.

 

Sahasrara è il divino loto dai mille petali. La sua natura è infinita. La correlazione fisica di questo centro è la ghiandola pituitaria che controlla ogni altra ghiandola del sistema corporeo.


Questi sono i principali chakra e ciascuno di essi ha un corrispondente punto di risveglio situato lungo la parte frontale del corpo. Per muladhara è il chakra stesso, per swadhisthana è l'osso pubico, per manipura l'ombelico, per anahata il cuore, per vishuddhi la gola, e per ajna il centro tra le sopracciglia. Bindu ha una linea diretta per sahasrara.


E' inoltre interessante notare che ajna chakra è il simbolo degli indù, bindu è il simbolo dei musulmani, anahata il simbolo dei cristiani e manipura il simbolo dei buddihsti.

 

Ci sono altri chakra nel corpo umano?

 

Sotto muladhara ci sono altri chakra che appartengono al regno animale. Essi sono collegati solo con la percezione della coscienza e non con la consapevolezza mentale. Quando la vostra consapevolezza si stava evolvendo attraverso questi chakra, la vostra mente era connessa con la consapevolezza sensoriale. Non c'era consapevolezza individuale, non c'era ego: questi iniziano da muladhara. Questi centri inferiori non funzionano più perché li avete trascesi e non hanno più alcun significato per voi ora.

In realtà ci sono 7 chakra superiori e 7 inferiori, che rappresentano i 14 piani di coscienza.

 

Perché i fiori di loto dei diversi chakra hanno differenti colori?

Proprio come i fiori che crescono in natura sono di diverso colore, a seconda del tipo e della regione in cui crescono, così anche all’interno dell'essere umano ci sono dei fiori che rappresentano i vari aspetti di sviluppo o evoluzione. Essi simboleggiano l'essere interiore, la gloria interiore. Ognuno può concepire sé stesso come una composizione di fiori multicolori.

 

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Può dirci qualcosa di più su sahasrara chakra?

Sahasrara è il supremo; è il culmine finale della kundalini shakti. La sede originaria della kundalini è muladhara, mentre la dimora di Shiva, purusha o la coscienza suprema, è sahasrara. Shiva e Shakti sono le due entità eterne. Sahasrara è la sede della consapevolezza più elevata, ed è solo pura consapevolezza. Non ha mobilità, attività, movimento, vibrazione: è assolutamente immobile. Shakti, invece, è dinamica, creativa, mobile e piena di vibrazioni. Quando Shakti ascende in sahasrara e si unisce con Shiva, si fa esperienza di un grande risveglio e si realizza una nuova dimensione di coscienza.

 

C'è un modo semplice per concentrarsi sui chakra per coloro che hanno difficoltà a localizzarli?

Sì, ci sono alcune chiavi maestre. Come si può conoscere la posizione esatta di muladhara chakra? Metterci uno spillo non è certamente il caso! Potete praticare nasikagra mudra che consiste nel fissare la punta del naso, in questo modo la vostra consapevolezza si concentrerà al punto esatto di muladhara. Questo è un esempio di una chiave maestra.


Come fare per concentrarsi su ajna chakra? Non lo potete localizzare, potete solo immaginarlo. In primo luogo, concentratevi nel centro tra le sopracciglia e cercate di ridurre questa zona ad un punto. Se avete difficoltà, mettete un po' di balsamo contenente mercurio nel centro tra le sopracciglia, chiudete gli occhi e la pelle si contrarrà leggermente. Senza fare alcuno sforzo, sentirete la sensazione e svilupperete la consapevolezza di quel punto, tanto che esso potrà essere visto come un piccolo sole splendente. Una volta avuto esperienza di questo, la vostra mente si muoverà all'indietro e si fisserà in quel punto così difficile da individuare, ajna chakra.


Ci sono vari metodi come questi, che consentono di scoprire il punto esatto, senza usare l'immaginazione e senza sforzo o tensione.

 

Potrebbe suggerire una tecnica per concentrarsi su tutti i chakra?

Vi darò alcuni metodi. Potete sedere tranquillamente e concentrarvi alternativamente sui vari chakra effettivi o sui loro centri di connessione nella parte anteriore del corpo.

 

Con uno strumento musicale suonate le scale:  sa-re-ga-ma-pa-da-ni-sa oppure do-re-mi-fa-sol-la-si-do.


Identificate le note con i chakra e mentre ascendete e discendete la scala, portate l'attenzione da chakra a chakra, da muladhara a sahasrara.


Un altro metodo prevede l'uso dei mantra. Ogni chakra ha un bija mantra: lam, vam, ram, yam, ham e aum, rispettivamente da muladhara a ajna. Praticate japa ripetendo il bija mantra corrispondente alla zona in cui concentrate la vostra attenzione. Ad esempio, mantenete la mente su muladhara e ripetere lam più e più volte. Poi concentratevi su swadhisthana e ripetere vam per qualche tempo. Continuate a ripetere il mantra corrispondente ad ogni chakra.


Potete anche usare gli yantra ed i mandala relativi a ciascun chakra, o i tattwa, elementi, dei chakra. Potrete scoprire che in varie religioni ci sono tecniche per concentrare l'attenzione sugli elementi, quali fuoco, acqua, terra, aria ed etere. Questi sono solo alcuni esempi, ma vi sono molte tecniche differenti.

 

Si ha qualche beneficio a concentrarsi su un chakra piuttosto che su un altro?

Quando vi concentrate su un chakra, avviene il risveglio relativo a tale chakra. Ogni chakra è la sede di determinate esperienze.

 

Quando vi concentrate su manipura chakra, avete un grande risveglio di energia. Quando vi concentrate su anahata, avete sentimenti di pace. Se vi concentrate su ajna, avete un’esperienza di luminosità, e se vi concentrate su swadhisthana, avete un’esperienza di beatitudine, che può essere paragonata all'estasi di un orgasmo.


Queste sono alcune delle esperienze che si possono avere concentrandosi sui diversi chakra. Come la vostra concentrazione si svilupperà, le relative facoltà della mente saranno di conseguenza influenzate. I chakra corrispondono alle percezioni extrasensoriali, quali la telepatia, la chiaroveggenza, la chiaro udienza, le premonizioni ecc.

 

Se una persona ha fatto largo uso di droghe in passato può essere questo d’impedimento al risveglio dei chakra?

No, ma una volta che si è smesso di assumere droghe sarà necessario purificare il corpo attraverso l'hatha yoga e il pranayama. Il sistema nervoso, il cervello, il sangue, il sistema respiratorio, le ghiandole e di fatto tutto il corpo, dovrà essere completamente privo di tossine affinché il risveglio possa avvenire.

 

Un'operazione alla colonna vertebrale può influire sui chakra e sulle nadi nell’area in cui si svolge l'operazione?

Ho conosciuto personalmente un giovane che soffriva di tumore alla colonna vertebrale. L'ho incontrato la prima volta, dopo che era stato a Londra per un'operazione alla colonna vertebrale. Aveva ancora il cancro allora, e ho iniziato ad insegnargli yogasana, pranayama, prana vidya ed alcune pratiche tantriche. Guarì, e nel corso del suo sadhana ebbe bellissime esperienze spirituali. In meditazione profonda vide Durga, e avvertiva sensazioni in muladhara chakra quando si concentrava sulla punta del naso.


Ho osservato anche molte altre persone che hanno subito interventi alla colonna vertebrale e ho visto che il loro sistema nervoso autonomo, il sistema nervoso simpatico e parasimpatico, continuano a funzionare in perfetto equilibrio.

 

Da queste esperienze sono arrivato alla conclusione che anche operazioni importanti non disturbano le nadi o i chakra. Ma, naturalmente, questo non è una prova inconfutabile; molto lavoro deve essere ancora fatto in questo settore.

 

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/1980/joct80/sat1080.shtml

 

 

 

KARMA YOGA

Karma tradotto letteralmente significa azione. Karma Yoga è di fatto una meditazione dinamica attraverso l'azione. E' considerato una delle vie più potenti, poichè ogni istante della vita compiamo azioni di natura psichica, mentale e fisica. Nell'essenza il Karma Yoga consiste in qualsiasi azione eseguita con consapevolezza meditativa, di momento in momento, senza il pensiero di una ricompensa, con assenza di aspettativa, rinucia dei frutti dell'azione, il lavorare per il gusto di lavorare, il lavoro diventa gioco, un'azione eseguita mettendo l'ego da parte, la rinuncia di desideri limitati, l'efficienza nell'azione, il mantenere l'equilibrio sia nel successo sia nel fallimento.

 

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Cosa succedera' alla fisica dopo le onde gravitazionali?

All’indomani della storica individuazione delle onde gravitazionali da parte degli scienziati di a Ligo (e quattro anni dopo la scoperta del bosone di Higgs) ecco quali sono le prossime sfide della fisica

Quattro anni fa, il bosone di Higgs. Oggi, le onde gravitazionali. Due tra le più grandi e difficili battaglie della fisica moderna – vere e proprie cacce al tesoro, con obiettivi maledettamente bravi a nascondersi – sono state appena vinte. La prima è durata quasi sessant’anni; per venire a capo della seconda, c’è voluto oltre un secolo. Cosa succede ora? È legittimo pensare che, domato l’Higgs e surfato sulle onde di gravità, gli scienziati siano (finalmente) vicini a una comprensione più o meno completa dell’Universo e delle sue regole? Il refrain è quello che, all’indomani di ogni grande scoperta, torna ciclicamente a circolare negli ambienti accademici: ancora pochi anni, il tempo di sistemare gli ultimi parametri, raffinare qualche osservazione, e tutti i tasselli andranno al loro posto, chiudendo il cerchio e regalandoci, alfine, la tanto agognata teoria del tutto.

Niente di più falso. Al contrario: la conferma sperimentale dell’esistenza delle onde gravitazionali, come ha raccontato l’astrofisico Amedeo Balbi, “ci spalanca un nuovo mondo”. La ricerca non volge affatto al termine: il bello deve ancora venire. E, cosa ancora più importante, parlare di teoria del tutto ha pochissimo senso, con buona pace di James Marsh. Ce lo ha confermato anche Giovanni Amelino-Camelia, fisico teorico della Sapienza Università di Roma, tra i massimi esperti al mondo in gravità quantistica (ci torneremo tra pochissimo). 

“È in corso una grandissima rivoluzione nella fisica”, ha spiegato lo scienziato. “Finora abbiamo avuto modo di studiare la natura quasi esclusivamente osservando i fotoni, cioè la luce. Dallo scorso anno abbiamo iniziato a osservare anche i neutrini cosmologici. Da oggi, abbiamo la possibilità di analizzare anche le onde gravitazionali. Sono due ‘strumenti’ con cui, auspicabilmente, potremo osservare fenomeni del tutto nuovi. È una tappa importantissima nell’osservazione dell’Universo, pari solo all’invenzione del telescopio. Come se finora avessimo visto il mondo in bianco e nero e ora, improvvisamente, avessimo la possibilità di vederlo a colori”.

Quali sono, dunque, le domande ancora aperte nella fisica moderna? La più importante e complicata riguarda, per l’appunto, la gravità quantistica. Si tratta, , di una questione abbastanza delicata, che investe i due pilastri della fisica moderna, la relatività generale e la meccanica quantistica, entrambe ampiamente verificate a livello sperimentale (in particolare, la scoperta delle onde gravitazionale è una conferma ulteriore della validità della relatività generale). La prima teoria spiega il comportamento della gravità, descrivendola in termini di una sorta di deformazione dello spaziotempo, la struttura quadridimensionale in cui siamo immersi. La seconda, invece, contiene le leggi fisiche che regolano il comportamento delle particelle su scale microscopiche.

Semplificando all’estremo, potremo dire che le due teorie si occupano, rispettivamente, dell’enormemente grande e dell’enormemente piccolo; separatamente, entrambe funzionano alla perfezione. Il problema è che, quando i fisici provano a inserirle in un unico quadro, le teorie non combaciano. Ovvero, in altre parole, non è (ancora) possibile quantizzare la gravità. “Da oggi, però”, ci dice Amelino-Camelia, “potremmo usare i neutrini cosmologici o le onde gravitazionali come ‘sonde dello spazio-tempo’ che potranno aiutarci, meglio di quanto non abbiano fatto i fotoni, a costruire una teoria della gravità quantistica”.

Un altro punto delicato, e del tutto irrisolto, è quello relativo alle cosiddette materia ed energiaoscure. “La scoperta del bosone di Higgs e delle onde gravitazionali”, spiega il fisico teorico, “ha messo ordine nella nostra comprensione di quello che avviene nel 4% dell’Universo. Non a caso il restante 96%, di cui sappiamo poco o nulla, è stato etichettato con l’aggettivo ‘oscuro’”. 

Cominciamo dalla materia oscura. Tutta la materia attualmente conosciuta viene descritta dal cosiddetto Modello Standard, una teoria che spiega la natura, il comportamento e le interazioni delle particelle elementari, e che, nel suo regime, funziona molto bene – anche se, naturalmente, non contiene la gravità, dal momento che, come raccontato sopra, non abbiamo ancora messo a punto una teoria della gravità quantistica. “È possibile, però”, spiega Amelino-Camelia, “che il Modello Standard sia incompleto, nel senso che manca della descrizione della materia che al momento chiamiamo genericamente ‘oscura’”. L’energia oscura è, se possibile, ancora più complicata: quello che si ipotizza, senza conoscerne la natura, è che dietro ci sia comunque lo zampino della gravità. Staremo a vedere: la strada da percorrere è ancora lunghissima. Ma sarà un bellissimo viaggio.

 

Sandro Iannaccone

Giornalista scientifico

 

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- 1,3 miliardi di anni fa, dopo un bel balletto a spirale, un buco nero (una cosa invisibile perché risucchia tutto, luce compresa) la cui massa era 29 volte quella del Sole si è "fuso" con uno di 36 volte la massa solare. Tutto questo ha dato origine ad un bucone rotante di 62 masse solari. Ma 29+36=65, quindi che fine ha fatto la massa rimanente? È stata convertita, in una frazione di secondo, in onde gravitazionali. Immaginando lo spazio-tempo come l'acqua di uno stagno, il processo è stato simile alla formazione di increspature circolari sulla superficie a seguito della caduta di un sasso. Solo che stavolta il processo ha avuto un picco la cui potenza era 50 volte quella di tutte le stelle dell'Universo visibile.


- 100 anni fa, nel 1916, un sociopatico dall'aspetto simpatico e tutto sommato intelligente, tale Albert Einstein, pubblica una teoria all'apparenza astrusa ed insensata. Fra le altre cose, prevede che la luce possa essere influenzata dalla gravità, spianando la strada verso la nascita dell'idea di buco nero. La teoria prevede inoltre l'esistenza di onde gravitazionali, capaci di deformare lo spazio-tempo. Non solo: le sue equazioni ne descrivono per bene il comportamento. Un po' come se io prevedessi che il lardo di Colonnata curerà il cancro, e vi dicessi anche nello specifico in che modo. Io sono esperto di suini tanto quanto Einstein lo era di fisica, quindi secondo me dovreste fidarvi della mia previsione e basta. So però che non lo farete, e vorrete verificarlo, prima di regalarmi la gloria e la fama eterna. Anche i fisici non si fidarono di Albert. Grazie al cielo, la Scienza funziona così. Se però un consiglio lo volete accettare, il lardo è tutta salute.


- Nei decenni successivi, le varie buffe previsioni di Einstein vengono tutte verificate, a parte quella delle onde gravitazionali. Allora sono anni che ci fidiamo di Einstein senza avere un qualcosa di certo al 100%? Posto che nella Scienza le certezze non esistono, in realtà quella teoria ci ha portato ai satelliti, ai cellulari, ai laser e a qualche fonte di energia (pure a una bomba, ma quella è mica colpa di Albert...), quindi diciamo che era abbastanza affidabile. Il problema è che le deformazioni da misurare per verificare le onde gravitazionali hanno dimensioni di frazioni di un atomo (frazioni minuscole di un atomo) e vanno misurate con strumenti enormi e complicatissimi. 
Sempre negli stessi decenni, gli scienziati provano a verificare l'esistenza dei buchi neri, e qualche metodo indiretto lo trovano pure. Ma dannazione, sono neri. E lo spazio pure. Si avanza l'idea che possano esistere dei buchi neri rotanti e anche sistemi di due (binari) o più buchi. Ma indovinate un po'? Anche tutta sta roba è nera.


- 32 anni fa, nel 1984, tali Rainer Weiss e Kip Thorne (quello che ha spiegato a Nolan come fare il buco nero di Interstellar e prendersi un premio Oscar per gli effetti speciali) decidono di fondare LIGO, un progetto per costruire due rivelatori di onde gravitazionali da 4 km di lato.


- 14 anni fa, nel 2002, si inizia a costruire queste due orecchie per mettersi all'ascolto del cosmo. Ci vorranno due anni per far partire la versione di prova degli aggeggi. LIGO verrà poi spento per 7 anni, in modo che 1000 scienziati possano potenziarlo e dare vita ad Advanced LIGO.


- 5 mesi fa, il 14 settembre 2015, proprio nei giorni in cui si accendeva Advanced LIGO, le due orecchie hanno captato un segnale. Un'onda gravitazionale prodotta 1,3 miliardi di anni prima e che, proprio in quel momento, stiracchiava la Terra. Quando si dice il tempismo con la C maiuscola! Poiché, si diceva, nella Scienza fidarsi è bene ma col cavolo che lo faccio, gli scienziati frenano gli entusiasmi e si analizzano per bene i dati per mesi, giorno e notte, prima di dire cose smentibili e fare figure barbine tipo dire che i neutrini sono più veloci della luce mentre percorrono un tunnel sottovuoto che collega le orecchie di un ministro della Repubblica.


- Ieri, 11 febbraio 2016, durante una conferenza in diretta mondiale, 5 persone hanno mandato in visibilio migliaia di fisici nel mondo, facendo quelli che ce l'hanno più lungo degli altri, l'interferometro. Ci sta, io sarei stato molto meno composto.

Dunque, ricapitolando, in un colpo solo abbiamo:
1) l'esistenza provata delle onde gravitazionali;
2) la conferma sperimentale dei sistemi binari di buchi neri;
3) la conferma che i buchi neri possono fondersi;
4) la prova dell'esistenza dei buchi neri rotanti;
5) un tizio dalla barba improbabile che, dopo essersi preso un Oscar, si prenderà un Nobel. 

Ora, se davvero non cogliete la poesia di tutto ciò e il motivo della nostra gioia, se davvero pensate che sia tutta un'inutile perdita di tempo e soldi (ma poi non avete nulla da ridire, ad esempio, sul cachet di Gabriel Garko a Sanremo o sullo stipendio di Cristiano Ronaldo), se davvero tutto ciò che vi viene in mente non è un "Poffarbacco che puffata puffosissima!" ma un "Ma a me cosa serve?", beh, mi spiace davvero per voi.
Lasciate però che sia io a farvi un paio di domande. A cosa serve la musica? A cosa serve lo sport in tv? E Masterchef? A cosa servono la letteratura e la lingua? In fondo non si viveva malaccio, quando si grugniva nelle savane centroafricane mangiando carne cruda.

Comunque, la prossima volta che vi guarderete Interstellar grazie a un laser che legge un Blu-ray (e che funziona con l'energia elettrica proveniente dai reattori francesi) o al satellite di Sky, magari commentandolo con gli amici al cellulare, pensate gran parte di ciò che avete deriva da quei fisici disadattati sociali che oggi festeggiano mentre voi li insultate perché bruciano i soldi che vorreste giocarvi sulla schedina del campionato.
Ah, un'ultima cosa: quel luogo in cui fate i leoni da tastiera sputando giudizi, quella cosa che si chiama internet, ve l'hanno dato i fisici. E anche la tastiera. E il computer.

Ora scusatemi, vado a stappare un'altra Tassoni e a continuare i festeggiamenti.

Roberto G.

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Studi scientifici dimostrano l'enorme potere del perdono

Vi siete sentiti feriti o traditi? Siete mai stati così amareggiati e sconvolti verso una situazione o una persona che non potevate immaginare di perdonare? Magari avete anche rimuginato più e più volte nella vostra testa. Con ogni ripetizione, i sentimenti si intensificano e ci si sente peggio. Ci sono prove che dimostrano che provare queste emozioni influisce negativamente sulla salute.


Il perdono da un punto di vista clinico è il processo di abbandonare il proprio sentimento di risentimento e i pensieri di vendetta. Include anche il processo di favorire la compassione, la generosità e anche l’amore nei confronti di coloro che hanno inflitto dolore. Non è ovviamente una cosa facile da fare. I medici senza dubbio dicono che se le ferite sono profonde e i traumi sono molti, si avrà bisogno di più tempo per guarire. Ciò nonostante, il perdono è possibile e io credo necessario. Lasciate che vi dica il perché. Oltre 15 anni fa, mancava qualsiasi ricerca sull’impatto del potere del perdono sulla nostra salute. Fortunatamente ad oggi, ci sono centinaia di articoli scientifici e medici pronti a condividere le loro conoscenze con noi.

Il perdono migliora la salute
Cominciamo con l’impatto dell’essere arrabbiati, frustrati o di avere la sensazione negativa su un evento. Il Dr. Steven Standiford, capo della chirurgia presso il Cancer Treatment Centers of America, sostiene che queste emozioni negative creino uno stato cronico di ansia.


Questo produce un eccesso di adrenalina e cortisolo, che riducono la produzione delle cellule natural killer. Queste cellule sono una protezione contro il cancro. Se si rifiuta di perdonare, non solo si fa del male a se stessi, ma ci si trattiene in una condizione di malessere.

Il Dr. Michael Barry autore del libro The Forgiveness Project ha riferito che almeno due terzi dei pazienti malati di cancro hanno indentificato il perdono come un problema personale e un terzo ha riferito di avere serie difficoltà col perdono e “quindi siamo consapevoli del dolore emozionale che affligge molti dei nostri pazienti”.


Dato che si sta parlando di cancro, un accurato studio su più di 83 pazienti affetti da cancro ha valutato i loro sentimenti di perdono, di pessimismo e l’accettazione di sé  dopo aver frequentato un corso di auto-perdono. Il corso ha insegnato tecniche come la riflessione, la scrittura espressiva etc. Come previsto, i pazienti che hanno frequentato il corso hanno avuto punteggi  più alti statisticamente significativi per l’auto-perdono, l’accettazione, l’auto-miglioramento, e punteggi più bassi di pessimismo rispetto al gruppo di controllo che non aveva frequentato il corso.

Il perdono aiuta ad amarsi
Se si pensa a un vecchio ricordo in cui si è stati maltrattati, feriti, o offesi si inizia automaticamente a sentirsi male. Il fatto è che ci sono immediate risposte emotive e/o fisiologiche che si verificano quando si hanno questi ricordi. Queste risposte sono:


Aumento della pressione del sangue
Contrazione dei muscoli
Gonfiore
Questi sono tutti segni di stress e ansia. Recenti studi dimostrano che i partecipanti che praticano l’empatia e il perdono hanno una maggiore risposta allo stress. Per approfondire ulteriormente questo punto è stata condotta una ricerca in cui si sono aiutati circa 1.500 americani a perdonare ed hanno riferito una maggiore soddisfazione nella loro vita, meno sintomi di nervosismo, e meno tristezza.

Il perdono aiuta anche nei casi di grave abuso emotivo. Alcune donne sono state collocate in due gruppi di trattamento; il primo gruppo ha utilizzato tecniche come la convalida della rabbia, l’assertività, la costruzione di abilità interpersonali, e il secondo ha utilizzato il perdono. Le donne nel secondo gruppo hanno avuto significativi punteggi più alti nel miglioramento della depressione, dei  sintomi di stress post-traumatico, nell’autostima, hanno sentito meno ansia, e hanno ottenuto una migliore padronanza generale della loro vita. Tutto questo era ancora presente mesi dopo! Sii! Il perdono è potente!

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Il Perdono ha un impatto positivo sul sistema immunitario
Uno studio ha valutato 78 pazienti affetti da HIV controllandone i sentimenti, i pensieri e i comportamenti rispetto al perdono. I partecipanti che hanno veramente perdonato avevano percentuali più elevate di cellule CD4 immunitarie anti-cancro!

L’autore dello studio, il Dr Owen Medscape ha detto in un’intervista a Medscape Medical News:

“Abbiamo ipotizzato che livelli più elevati di perdono sarebbero associati con percentuali più elevate di cellule CD4 controllate però con le variabili demografiche e comportamentali, nonché la carica virale. E nessuna di queste variabili ha rappresentato il rapporto tra perdono e le percentuali di cellule CD4. Quindi vi è qualcosa di speciale che accade tra il perdono e il numero delle cellule CD4.”

“I risultati supportano la nostra ipotesi e riflettono i risultati precedenti sui rapporti tra fattori psico-sociali con i marcatori del sistema immunitario nelle persone che vivono con l’HIV/AIDS, e risultati indicano che il perdono di un’altra persona può essere di beneficio per la loro salute”, ha concluso il Dr Owen.

Un altro vantaggio del perdono è il miglioramento della pressione sanguigna e del tono cardiovagale. I ricercatori hanno potuto dimostrare che il perdono ha un effetto cardioprotettivo. Mentre la rabbia è cardiotossica e danneggia il muscolo cardiaco.

Vantaggi del perdono sulla qualità del sonno 
Uno studio ha mostrato che il perdono delle trasgressioni interpersonali è legato a un sonno migliore. Mantenendo sentimenti di risentimento, rabbia o addirittura ostili attorno a sé si ha una qualità inferiore del sonno. L’elenco potrebbe continuare all’infinito. I benefici per la salute del potere del perdono sono enormi. Ora che avete alcuni dati, pensate di mettere a punto un piano di perdono. Iniziate a perdonare voi stessi, e poi passate a perdonare gli altri. Se non sapete perdonare, contattate uno psicoterapeuta o uno psicologo spirituale nella vostra zona per chiedere aiuto.

E’ tempo di lasciar andare i rancori del passato. E’ tempo di sentirsi più leggeri. È il momento di essere liberi dal passato per creare lo spazio per un presente sereno e luminoso.

Per cominciare a perdonare può essere utile la pratica dell’Ho’oponopono.

https://www.dionidream.com/potere-perdono/

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Na-Nose. Il dispositivo che diagnostica 17 malattie dal tuo solo respiro

Na-Nose. Il dispositivo che diagnostica 17 malattie dal tuo solo respiro

 

Immagina di scoprire che cosa ti sta facendo sentire male semplicemente soffiando dentro un dispositivo elettronico. Oppure puoi usarlo per fare un check-up anche quando non hai sintomi particolari ma vuoi sapere se il tuo organismo è in salute. Non è fantascienza e i ricercatori sono già riusciti a farlo.

Un team di numerosi ricercatori provenienti da Israele, Francia, USA, Lituania e Cina, sono stati in grado di rilevare 17 diverse malattie nei pazienti semplicemente analizzando il loro respiro.

Lo studio recentissimo è stato pubblicato sulla rivista ACS Nano in cui viene descritto il funzionamento e i risultati raggiunti. Il dispositivo si chiama Na-Nose e al momento è in grado di determinare se qualcuno ha alcune malattie con una precisione 86%. Le condizioni di salute che per ora gli scienziati sono riusciti ad implementare sono alcuni tipi di cancro, il morbo di Parkinson, sclerosi multipla, malattie renali e molte altre.

Il dispositivo è in grado di distinguere tra le malattie perché raccoglie i composti organici volatili prodotti durante le malattie e che vengono emessi nel respiro di una persona. L’analisi è in grado di rilevare 13 sostanze chimiche diverse presenti nell’alito che sono associate a determinate malattie, e la composizione di questi composti organici volatili differisce da una malattia all’altra.

“Ogni malattia ha il suo alito unico“, dice lo studio. Il tuo corpo emette alcuni composti nel tuo respiro quando si dispone di una malattia, e questo probabilmente pochi di noi lo sapevano.

Na-Nose. Il laboratorio medico a portata di mano
Il Na-Nose è stato testato con campioni di aria espirata da circa 1.400 persone da diversi paesi ed è stato in grado di diagnosticare la malattia quasi 9 su 10 volte in modo accurato. Inoltre il dispositivo è anche in grado di dire se si ha più di una malattia contemporaneamente ovvero la presenza nell’alito di una certa malattia non impedisce al dispositivo il rilevamento dell’impronta di una malattia addizionale se è presente nell’alito.

“Si può determinare se il paziente è sano o ha una malattia, e prevedere chi sono le persone sane che hanno un alto rischio di contrarre la malattia in futuro.”

Hossam Haick, del Technion − Israel Institute of Technology, che ha guidato la ricerca, ha spiegato in un video di presentazione del dispositivo che il Na-Nose è stato chiamato così perché imita il senso dell’olfatto del cane per analizzare il respiro di un paziente.

Egli sottolinea un potente beneficio del dispositivo: individuare le malattie in anticipo. Diagnosticare precocemente spesso significa una migliore possibilità di sopravvivenza per le persone con malattie come il cancro, e soprattutto permette ai pazienti di prendere coscienza dell’importanza di cambiare le proprie abitudini di vita.

Haick spiega che nel caso del cancro al polmone,  la capacità del Na-Nose di diagnosticare precocemente può aumentare i tassi di sopravvivenza dal 10% al 70%.

Lo studio rileva il valore di tale tecnologia in materia di accessibilità, spiegando che è facile da usare, è possibile ripetere i test e ha il potenziale per essere realizzato a basso costo e “ultra-miniaturizzato.”

 

Utilizzare il respiro come un dispositivo diagnostico
“Il respiro è un eccellente materia prima per la diagnosi”, ha detto Haick alla rivista Haaretz

. “E ‘disponibile senza la necessità di procedure invasive e sgradevoli, non è pericoloso, e si può provare ancora e ancora se necessario.”

L’idea stessa di utilizzare l’odore per diagnosticare la malattia non è nuova. La rivista Quartz rileva che nell’ultimo decennio ricercatori hanno lavorato su tali prove per malattie come la tubercolosi o la fibrosi cistica – e nel caso di quest’ultima, un test sfrutta il fatto che i pazienti “producono quasi quattro volte tanto acido acetico (il componente principale nell’aceto) rispetto alle persone sane “.

Diagnosticare una malattia potrebbe essere semplice come respirare in un dispositivo palmare. E in tempi antichi, lo studio rileva, i medici avrebbero annusato la cacca dei loro pazienti nell’interesse della diagnosi medica.

Secondo Haick, il dispositivo è stato utilizzato su diverse migliaia di pazienti in seguito allo studio, e vorrebbe vederlo disponibile sul mercato al più presto.

Lo scienziato vuole che il Na-Nose diventi parte integrante nella vita di tutti i giorni. In futuro inoltre potrebbe essere integrato sullo smartphone così da analizzare il respiro come qualcuno che parla al telefono, senza aver bisogno di una clinica.

Anche se ci sentiamo in buona salute, “il dispositivo ha molta più sensibilità per sentire ciò che non sentiamo”, dice Haick.

https://qz.com/873521/scientists-have-developed-a-new-device-that-could-diagnose-17-diseases-with-one-breath-from-a-patient/

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LA VITAMINA D : benefici

Un impressionante numero di ricerche scientifiche dimostra che la vitamina D svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie e nel mantenere la salute ottimale. Ci sono circa 30.000 geni nel corpo, e la vitamina D si trova in quasi 3.000 di essi, così come i recettori della vitamina D si trovano in tutto il corpo.

Il Dr. Michael Holick, il più grande esperto al mondo di vitamina D, ha sottolineato che l’aumento dei livelli di vitamina D nella popolazione in generale potrebbe prevenire malattie croniche che affliggono quasi 1 milione di vite in tutto il mondo ogni anno.

Quello che sorprende di più è che almeno il 50% della popolazione è carente di vitamina D, ovvero ha un valore sierico di 25(OH)D inferiore a 30 ng/ml e praticamente il 100% di persone affette da malattie hanno carenze anche più gravi sotto a 20 ng/ml. I soggetti più a rischio sono gli anziani la cui pelle è meno efficiente nel convertire i raggi solari in vitamina D, chi è in sovrappeso (dato che la vitamina D è liposolubile) e ovviamente chi fa una vita sedentaria e usa creme solari d’estate (impediscono alla pelle di produrre la vitamina D).

Tutti i benefici della vitamina D
Cancro
Secondo uno studio su larga scala, livelli ottimali di vitamina D possono ridurre drasticamente il rischio di cancro di ben il 60%. Mantenerli così può aiutare a prevenire almeno 16 diversi tipi di cancro, tra cui del pancreas, del polmone, dell’ovaio, della prostata e tumori della pelle. Infatti alzando la concentrazione sierica di 25(OH)D a 40 ng/ml si  può diminuire il rischio di tumori invasivi del 67%!

Malattie cardiovascolari
La vitamina D è molto importante per ridurre l’ipertensione, la cardiopatia aterosclerotica, infarto e ictus. Il Dr. Holick spiega infatti che la carenza di vitamina D aumenta il rischio di infarto del 50 %.

Malattie autoimmuni
La vitamina D è un potente modulatore immunitario, rendendola molto importante per la prevenzione di malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla (SM) e l’infiammazione intestinale che è alla radice della maggior parte dei disturbi autoimmuni.

Malattie neurodegenerative
La Vitamina D attiva molti neurotrasmettitori cerebrali e aumenta la capacità dei neuroni di utilizzare il glucosio che è il combustibile dei neuroni e nello stesso tempo annulla tutti i processi infiammatori. Ho spiegato nell’articolo “Ecco come mio padre con Alzheimer sta guarendo grazie alla Vitamina D” come nelle forme di Alzheimer iniziali ci si può aspettare una ottima risposta terapeutica ma anche nelle forme avanzate si ha una risposta molto positiva, e ancora di più se associata a cambiamenti alimentari e integrazione con ulteriori nutrienti.

Infertilità
La vitamina D può contribuire a stimolare la produzione di ormoni tra cui il testosterone e il progesterone, ed è stato dimostrato che può aumentare la fertilità negli uomini e nelle donne. La vitamina D è anche associata alla qualità dello sperma negli uomini e può migliorare la frequenza mestruale nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico.

Riparazione del DNA e processi metabolici
Uno degli studi di Holick ha mostrato che i volontari sani che assumono 2.000 UI di vitamina D al giorno per un paio di mesi regolano 291 geni diversi che controllano fino a 80 diversi processi metabolici. Alcuni di questi processi aiutano a migliorare la riparazione del DNA e ad aumentare la funzione immunitaria, mentre altri influenzano l’autossidazione (ossidazione che si verifica in presenza di ossigeno e / o radiazioni UV, che ha implicazioni nell’invecchiamento e nel cancro, per esempio).

Emicrania
Recenti ricerche suggeriscono anche la vitamina D può avere un ruolo nella emicranie. I ricercatori dell’ospedale dei bambini, il Medical Center di Cincinnati, ha scoperto che molti di coloro che soffrono di emicrania hanno carenze di vitamina D, riboflavina (B2) e il coenzima Q10. Le ragazze e le donne che hanno sofferto di emicrania erano particolarmente inclini ad avere carenza di CoQ10, mentre i ragazzi e gli uomini avevano una maggiore probabilità di essere carenti di vitamina D. Quelli con emicrania cronica erano più predisposti ad carenze di  CoQ10 e riboflavina, rispetto a quelli con emicrania episodica.

Disturbi psicologici e mentali
La vitamina D svolge un ruolo importante nella neurotrasmissione, e una sua carenza  è stata associata a una serie di disturbi neurologici e cerebrali, tra cui la disfunzione cognitiva,  la malattia di Alzheimer (in uno studio, quelli che erano più carenti di vitamina D avevano un 31% di rischio maggiore di soffrire di declino neurocognitivo), la schizofrenia, il morbo di Parkinson, ictus, epilessia e depressione.

Raffreddore e influenza
La vitamina D ha potenti capacità di lotta contro le infezioni, e può essere utile sia per la prevenzione sia per il trattamento della tubercolosi, polmonite, raffreddori e influenza. Secondo uno studio infatti la vitamina D è 8 volte più efficace dei vaccini antinfluenzali.

Diabete ed obesità
Numerosi studi hanno dimostrato che la vitamina D è un fattore fondamentale necessario per la normale secrezione di insulina, e che migliora la sensibilità a questo ormone. L’insulina è un ormone secreto dal pancreas che riveste un ruolo fondamentale nel controllo del peso corporeo, della glicemia e quindi nell’insorgenza del diabete e malattie cardiovascolari.

Depressione
Uno studio pubblicato su FASEB Journal ha dimostrato che la la vitamina D agisce sul gene TPH2 e trasforma il triptofano in serotonina ed attiva anche gli ormoni ossitocina e vasopressina. Tutto questo cambiamento ormonale ha un effetto grandioso sulla depressione.

Ipotiroidismo
Per chi soffre di ipotiroidismo, la Vitamina D è particolarmente importante essendo essenziale per la funzionalità della ghiandola, tanto che  il trattamento farmacologico potrebbe non funzionare senza l’adeguata presenza di Vitamina D. Inoltre un eccesso di calcio agisce negativamente sulla tiroide (stimola la funziona paratiroidea antagonista di quella tiroidea), e questo eccesso di calcio nel plasma sanguigno avviene perché c’è carenza di vitamina D.

Osteoporosi
La vitamina D è necessaria sia per assicurare un buon assorbimento di calcio nell’intestino, sia per la corretta mineralizzazione dell’osso. La vitamina D permette la fissazione del calcio e quindi previene efficacemente osteoporosi, fratture, rachitismo e carie dentali….MA OCCORRE POI IL SOLE E QUANT’ALTRO….

Intolleranze alimentari
Le intolleranze alimentari, dalle più lievi alle più gravi come la celiachia, sono legate ad un problema di permeabilità intestinale per cui le particelle del cibo indigerito passano la barriera intestinale entrano nel flusso sanguigno ed essendo degli intrusi stimolano una reazione immunitaria oltre che indigestione e tanti effetti negativi a livello fisico e mentale. E’ dimostrato che la carenza di vitamina D provoca l’indebolimento delle ginture della barriera intestinale facendola diventare permeabile. Integrare la vitamina D permette di riparare l’intestino ed eliminare l’infiammazione, risolvendo così il problema dell’intolleranza alimentare con tutti i sintomi digestivi che ne conseguono.

Qual è il modo migliore per ottimizzare il livello di  vitamina D?
Non vi è dubbio che la vitamina D sia fondamentale per una buona salute e per la prevenzione delle malattie. Può anche aiutare a contrastare alcuni degli effetti metabolici deleteri causati da alcuni farmaci. Non mancano le polemiche quando si tratta di come ottimizzare la vitamina D. La maggior parte dei ricercatori specializzati, però, concordano sul fatto che l’esposizione al Sole sia il modo ideale.

Prima di tutto, gli integratori di vitamina D3 non conferiscono effetti identici come quella generata dalla pelle in risposta all’esposizione agli UV. In secondo luogo, l’esposizione al sole ha benefici per la salute che sono estranei alla produzione di vitamina D. Ad esempio, l’esposizione agli UVA produce ossido nitrico (NO), che ha un effetto ipotensivo. Infatti, l’intero spettro solare è importante per una salute ottimale. Non siamo dipendenti unicamente dalla lunghezza d’onda stretta di circa 295 nanometri (nm), da dove viene prodotta la vitamina D.

Tuttavia, a meno che non si effettui uno sforzo, è probabile che la sola esposizione al sole non sia abbastanza per aumentare il livello di vitamina D. Come osservato in un recente studio, gli adolescenti non hanno un’esposizione al sole abbastanza lunga per aumentare la loro vitamina D ad un livello ottimale neanche in piena estate, e ciò spinge gli autori a suggerire modifiche alle linee guida della vitamina D.

Come riportato da Endocrine Today: “Più di un quarto degli adolescenti nello studio aveva livelli di vitamina D insufficienti anche durante l’estate, il periodo in cui i partecipanti hanno trascorso la maggior parte del tempo all’aria aperta.”

Integrare la vitamina D
Prima di tutto è importante valutare il proprio valore di 25(OH)D che è possibile attraverso le analisi del sangue. Sotto a 30 ng/ml c’è carenza, e per avere effetti terapeutici importanti bisogna portare il valore tra 50 e 100 ng/ml.

L’integrazione quotidiana generalmente consigliata è di 10.000 UI attraverso il Dibase (farmaco mutuabile reperibile in farmacia) oppure attraverso altri integratori (l’importante è acquistare integratori con valori di UI elevati altrimenti un barattolo di 400UI per capsula dura 2 giorni e quindi il costo lievita).

Dionidream.it

 

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