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la baby scienziata Gitanjali Rao nominata Kid of the Year per le sue scoperte

Time, la baby scienziata Gitanjali Rao nominata “Kid of the Year”

time.com

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Ha 15 anni, ha inventato, tra gli altri, uno strumento per rilevare il piombo nell'acqua potabile contaminata ed è stata “incoronata” in questa categoria per la prima volta in assoluto nella storia della celebre rivista statunitense, che ha deciso di istituire questo riconoscimento con l’obiettivo di puntare i riflettori sui giovani che hanno un'influenza positiva sulle loro comunità

Il suo nome è Gitanjali Rao, ha 15 anni e per la prima volta nella sua lunghissima storia, la celebre rivista statunitense Time ha istituito per lei il riconoscimento di “Kid of the Year”. La giovanissima scienziata è stata scelta per la sua capacità di applicare idee scientifiche a problemi del mondo reale e per il suo desiderio di motivare altri ragazzi così giovani a seguire le sue orme. La baby scienziata vive a Denver, in Colorado, ed è stata protagonista di invenzioni tecnologiche davvero particolari e sorprendenti. In particolare, ha messo a punto, nel 2017, uno strumento per rilevare il piombo nell'acqua potabile contaminata, nel contesto della crisi idrica a Flint, in Michigan, oltre ad averne creato un altro per affrontare la dipendenza dagli oppioidi e uno per rilevare il cyberbullismo in Rete.

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la grande congiunzione di SATURNO E GIOVE

21 dicembre 2020.
Oltre a cadere il solstizio d'inverno nel cielo potremo assistere a un evento di rara bellezza e quasi unico: la grande congiunzione di SATURNO E GIOVE Sarà l'evento astronomico di questo anno funestato dalla pandemia.
Di cosa si tratta?

Nel cielo si ha una congiunzione quando due astri sembrano avvicinarsi tra loro (nella realtà però non è così).
Ogni mese si possono ammirare varie congiunzioni, ad esempio tra la Luna e qualche pianeta (Marte, Venere) oppure tra un pianeta e una stella particolarmente luminosa, o ancora tra due pianeti.
La grande congiunzione avverrà tra i due più grandi pianeti del sistema solare: il signore degli anelli, Saturno, e il gigante gassoso, Giove.
Già da questa estate i due pianeti si possono osservare nel nostro cielo e attualmente si possono vedere a sud.
Per chi li ha visti in questi mesi si sarà accorto che i due si stanno avvicinando sempre più, questo perché il gigante "corre" più veloce del Signore degli Anelli e a dicembre lo raggiungerà per poi sorpassarlo.

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Ebbene, il 21 dicembre si troveranno quindi praticamente attaccati, come a vedere un'unica luce, un unico pianeta: ecco spiegata la Grande Congiunzione.
Questo allineamento sarà davvero eccezionale in quanto, come ha riferito in una dichiarazione pubblicata dalla Rice University l’astronomo Patrick Hartigan, è dal 1226 che Giove e Saturno non si troveranno così vicini tra loro,
Ma se ai nostri occhi sembreranno simili a unico pianeta, nella realtà Giove e Saturno saranno distanti tra loro circa 730 milioni di km.

CURIOSITA' - Il famoso astronomo tedesco Johanes Kepler (Keplero), riferì nel 1614 che la "stella o cometa di Betlemme" avrebbe potuto essere una splendida congiunzione tra Giove e Saturno con la complicità di Venere. Quest'anno Venere non ci sarà, ma la "Stella di Natale" si potrà vedere lo stesso.

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IL BENESSERE DEGLI OCCHI AFFATICATI yoga per gli occhi

IL BENESSERE DEGLI OCCHI AFFATICATI

Yoga per gli occhi: 6 esercizi per alleviare lo stress da computer

Allevia la secchezza oculare, riduce l'affaticamento da computer e simili, combatte il prurito da allergia.

E' lo 'Eye Yoga', una nuova tendenza che si sta diffondendo negli Stati Uniti.
L'oculista Dilip Darjee ha spiegato al Daily Mail il suo allenamento per facilitare la ripresa degli occhi stanchi, un problema sempre più comune tra chi lavora al computer.

Si tratta di sei esercizi mattutini per allenare i muscoli che muovono il bulbo oculare

Iniziare con lo stretching

Appena svegli, bisogna iniziare con un po' di stretching.
Ci si siede a gambe incrociate e ci si concentra sulla respirazione. Intanto, si muovono gli occhi concentrando lo sguardo prima su e poi giù per cinque volte. Poi si chiudono gli occhi.

Dopo qualche istante si rifà l'esercizio guardando, però, a destra e a sinistra. Dopodiché l'esercizio si ripete muovendo gli occhi in diagonale: quindi, dall'angolo destro alto all'angolo sinistro basso per cinque volte; dall'angolo sinistro alto a quello destro basso per altre cinque volte.
Concluse le quattro fasi, si strofinano i palmi delle mani e li si poggia sugli occhi. Come spiega l'oftalmologo Andrew Bridges al Daily Mail: "Riscaldare le mani e porle sugli occhi dovrebbe aiutare a stimolare le lacrime e a lubrificare gli occhi secchi". MEGLIO MANI APERTE AL REIKI!

Sviluppare la vista

Tenendo una penna in mano, si distende il braccio e si focalizza lo sguardo sulla penna. Questa va lentamente avvicinata al naso, senza mai interrompere il contatto degli occhi con essa. Ripetuto dalle cinque alle dieci volte, l'esercizio aiuta a migliorare la concentrazione e a rinforzare i muscoli dell'occhio.

Rilassare i muscoli oculari

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Dopo aver riscaldato i palmi delle mani per riscaldarLi, si posizionano delicatamente ad arco sopra le palpebre senza toccarle. L'esercizio va ripetuto tre volte, ovviamente ad occhi chiusi.
Dopo gli occhi saranno riposati e rilassati.

STRIZZARE un po' lo sguardo

Aprire e chiudere gli occhi molto in fretta dovrebbe idratarne e rilassarne i muscoli. Serrare le palpebre con fermezza per tendere i muscoli degli occhi e tenerli in questa posizione per tre secondi, quindi riaprirli rapidamente. Ripetendolo almeno quattro volte, le palpebre saranno lubrificate e idratate. Attenzione, però, a non chiuderle troppo.

LACRIMARE per ripulire gli occhi

Le lacrime liberano gli occhi da polvere e materiale dannoso. Ma è impossibile piangere a comando una volta al giorno, quindi il dottor Darjee ha ideato un'esercizio che va fatto solo subito prima di mettersi a letto. Ci si siede a gambe incrociate su un cuscino e si fissa la fiamma di una candela posta a un metro di distanza. Non appena gli occhi iniziano a pizzicare, si deve smettere.
Dopo l'esercizio sarebbe utile rilassarsi per dieci minuti.(provato, funziona)

  • le borse sotto gli occhi*

Il gonfiore e le borse che appesantiscono lo sguardo sono un effetto della ritenzione dei liquidi. Infatti, quando si dorme gli occhi non fanno il solito movimento 'apri-chiudi', quindi accumulano liquidi.

Battere le palpebre per circa trenta secondi dovrebbe contribuire a sbarazzarsi più in fretta dei liquidi in eccesso.

https://www.adnkronos.com/salute/medicina/2016/05/19/yoga-per-gli-occhi-esercizi-per-alleviare-stress-computer_yZTcQTTKjgnd1VtFMHZ7bK.html?refresh_ce

è valida anche un’interruzione di un paio di minuti ogni mezz’ora circa di lavoro, per permettere così agli occhi di riposare.

“Distogliere lo sguardo dal monitor, guardando un punto lontano (esempio fuori dalla finestra) è una procedura semplice, senza fatica ma molto utile per il benessere dei nostri occhi.

Vi sono poi, dei particolari occhiali con lenti protettive (blue-protect); inoltre sono ottimi anche i protettivi corneali, per il benessere naturale degli occhi.

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Il codice della vita Il nome di Dio nel corpo umano cosa significa?

Gregg Braden
estratti da

"Il Codice della Vita"

Il nome di Dio nel corpo umano: cosa significa?

Forse la ragione della straordinarietà umana è che i nostri corpi fisici sono specificamente progettati per contenere la “scintilla” di Dio. Sebbene tutte le forme di vita siano costituite da elementi chimici che equivalgono al nome di Dio, le fonti antiche affermano con chiarezza che Dio ha intriso del Suo spirito soltanto la vita umana. La Haggadà sostiene questa distinzione, chiarendo in tal modo che l’essere umano è la sola creatura sotto il Firmamento sulla cui formazione Dio è intervenuto fisicamente e personalmente.

«Egli [l’essere umano] è il solo essere che fu creato dalla mano di Dio».26

Tutte le altre creature, il testo continua, furono create «dalla parola di Dio». In questa distinzione, il corpo di ciascun essere umano è rappresentato come un «microcosmo, il mondo intero in miniatura». Inversamente, il testo identifica il mondo circostante come uno specchio della nostra natura collettiva: «Il mondo invece è un riflesso dell’uomo».27 Soltanto alla fine del XX secolo la scienza moderna ha confermato che in effetti il mondo che ci circonda riflette i nostri stati emotivi più profondi.28 Ancora una volta, poche ed eloquenti parole, scritte nella lingua di un altro tempo, ci offrono un potente concetto su cui riflettere.

Se ci avventuriamo al di là del sapere convenzionale che inquadra le citazioni dell’Haggadà in termini di semplici metafore del nostro passato, quelle parole cominciano a rivelare una nuova comprensione di cosa significhi esattamente contenere il nome di Dio in ogni cellula del proprio organismo. Il denominatore comune delle antiche narrazioni è rappresentato dal fatto che Adamo, come primo esemplare della specie, fu impregnato di un dono che non ebbe uguali in tutto l’universo.

Nell’atto primigenio di creazione della vita umana, Dio condivise una parte di sé mentre “insufflò il Suo respiro” nella nostra specie. Nel fare ciò, abbiamo assunto il ruolo di “vasi”di elezione, aventi il dono del respiro divino. Il nostro ruolo prosegue anche oggi, con la conservazione e la trasmissione dell’antico segreto che ci vede ricreare tale involucro attraverso il miracolo di ogni nuova vita umana. Forse la risposta al mistero di ciò che ci rende speciali è tuttora celato nella minuscola molecola che contiene il codice stesso della vita: il nostro DNA.

Da questa prospettiva, il nostro codice genetico può essere considerato come un’antica ricetta delle qualità necessarie a quell’involucro per contenere l’essenza divina. Con frasi che lasciano ben pochi dubbi sul loro significato, molte tradizioni spirituali sottolineano che i nostri corpi fisici sono strutture specializzate costruite per contenere il regno del Cielo nel regno della Terra. Proprio come i templi di pietra vengono eretti per ospitare uno spazio sacro, i testi ebraici, gnostici e cristiani si riferiscono anche al corpo umano come a un “tempio” che ospita la sacra essenza di Dio.

Nel Nuovo Testamento, ad esempio, inizialmente troviamo riferimenti velati al nostro ruolo di templi umani. Con lo svelarsi dei misteri contenuti negli insegnamenti, le allusioni si fanno via via più esplicite. Il Vangelo di Giovanni afferma che Gesù «parlava del tempio del suo corpo».29 Nel terzo capitolo dei Corinzi, vi è invece un’allusione diretta, sebbene sia presentata come un interrogativo di base rivolto a coloro che ascoltano: «Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo spirito di Dio abita in voi?»30

Nel sesto capitolo dello stesso libro, il tema si trasforma in una chiara affermazione: «il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi»31 [il corsivo è dell’autore]. Facendo una precisa distinzione fra il corpo umano e lo Spirito Santo che vi risiede, sia i testi canonici che quelli gnostici concordano nell’affermare che solo la forma umana ha la capacità di ospitare lo spirito di Dio.

La Cabala, elaborando ulteriormente la descrizione del corpo umano inteso come struttura che ospita l’essenza divina, ci invita ad addentrarci ancor più nel mistero, descrivendo come gli involucri della luce di Dio (descritti nel capitolo 5) si siano disgregati e siano caduti nei regni spirituali inferiori della Terra. Qui, dove la luce e l’oscurità terrestri coesistono fianco a fianco, gli involucri si ricostituirono e furono in grado di comunicare la luce al mondo umano.

In quanto espressione del potere della creazione, solo noi umani partecipiamo agli eventi del nostro mondo, creiamo la qualità della nostra vita e abbiamo il discernimento necessario per compiere scelte che ci permettono di divenire persone migliori. Soltanto all’interno del nostro mondo, ogni giorno ha uno scopo, un inizio e una fine e può essere valutato come un successo o un fallimento. In ogni momento e ogni giorno, affermiamo o neghiamo il dono della nostra unicità attraverso il modo in cui conduciamo la nostra vita. Mentre incontriamo le maggiori sfide della storia umana, il messaggio contenuto in ciascuna nostra cellula ci ricorda il nostro potere e la nostra straordinarietà.

Una delle grandi ironie del nostro tempo è che la stessa tecnologia che ha il potere di distruggere tutto ciò che la specie umana ha realizzato fino a oggi, ha anche il potere di rivelare che la vita umana è espressione di qualcosa di vasto e meraviglioso. Le parole racchiuse in ciascuna delle nostre cellule non sono mai state sottoposte a revisioni, tagli e interpretazioni, come invece è accaduto ai testi biblici classici. Il messaggio è rimasto intatto, proprio come si presentava il primo giorno della creazione.

Quando gli eventi della vita ci sottopongono a prove insopportabili, il messaggio delle nostre cellule rimane un simbolo vivo e immutabile, una pietra di paragone che ci ricorda che:

• Noi non siamo soli.

• Siamo qui “con uno scopo”, come risultato di un atto intenzionale di creazione.

• Siamo inestricabilmente legati gli uni agli altri e a tutte le altre forme di vita.

• Condividiamo un tratto unico – l’essenza di Dio – in un modo che ci rende diversi da tutte le altre forme viventi della Terra.

www.greggbraden,com

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L'ALBERO E IL QI GONG ENERGIA LEGNO- FEGATO E CISTIFELLEA

L'ALBERO E IL QI GONG

ENERGIA LEGNO- FEGATO E CISTIFELLEA

l'ALBERO, ASSE VERTICALE SOLIDAMENTE RADICATO, PUO' CONSERVARE LA SUA RETTITUDINE E MANTENERE, NUTRIRE LA SUA SPINTA VERSO L'ALTO
se lo pieghiamo si raddrizza perche' e' radicato profondamente.
L'analogia albero essere umano e' molto presente nella pratica del QI GONG e la ritroviamo in numerosi movimenti e posture(i 6 punti di controllo visti come radici, base tronco rami foglie cima....)

Nell'albero c'e' il legno
Nella postura di TONIFICAZIONE DEL LEGNO (legata al lavoro sul fegato) e' chiaramente evidenziato che l'energia dall'interno dei piedi percorre tutto l'interno del corpo(gambe, addome, diaframma,pettorali.braccia) per terminare a livello delle dita delle mani con la sensazione di presa, di stretta.
Nel QI GONG e' la costante ricerca dell'equilibrio contrazione-rilassamento attraverso movimenti di flesso-estensione e ha l'obiettivo di ricercare una buona messa in tensione del sistema senza sovraffaticarlo; e' importante che muscoli e tendini lavorino nel senso di lasciar circolare l'energia e non appesantendo il sistema che consumerebbe troppa energia per mantenere le eccessive contrazioni
L'ENERGIA DEL LEGNO ha a che fare con IL FEGATO E LA VESCICA BIGLIARE

IL FEGATO-GAN e' composto dall'ideogramma di carne unito a quello di attaccare, offendere. Egli tradizionalmente e' considerato "IL GENERALE D'ARMATA" che nell'impero ha il ruolo di difendere e resistere agli attacchi esterni che vengono da fuori e quelli interni che vengono da dentro i confini stessi del paese, inoltre, in quanto comandante dell'esercito, "emana l'analisi della situazione e la progettazione dei piani" attraverso la determinazione, la capacita' di pianificazione, il coraggio, la temerarieta'e il dinamismo. Il fegato rappresenta l'impulso dato al movimento dell'essere umano fer farlo andare lontano in avanti e verso l'alto mantenendo la circolazione affinche' non si blocchi e cercando che non vada in eccesso.

Il MERIDIANO DEL FEGATO ha punti dai piedi solo fino al diaframma e4 non si puo' toccare da qui in su perche' sprofonda all'interno della testa, va dall'alluce del corpo, fino alla sommita' dell'individuo

Il fegato mantiene la sua forza perche' e' radicato al RENE e perche' e' pieno di sangue.
Reni sani fegato sano e viceversa.

IL FEGATO GENERA LA FORZA MUSCOLARE
IL LEGNO GENERA L'ACIDO. Se magio acido la qualita' di questa essenza si rinnova e cosi' rinnovo e nutro il fegato

L'ideogramma della VESCICA BILIARE-DAN e' composto dal radicale di carne e da quello di uomo in pericolo, affacciato su di un precipizio, ecco perche' LA CISTIFELLEA e' associata alla decisione, alla determinazione, si dice che essa abbia l'incarico del "giusto e dell'esatto" essendo in rapporto con le essenze pure dell'organismo. Essa ha l'incarico di iniziare, di accendere la scintilla di garantire un'attitudiune giusta e di prendere determinate decisioni

Nella perdita di controllo del fegato e della vescica biliare si ha mancanza di circolazione del sangue quindi debolezza, crampi, tremori, dolori

(ringraziero' sempre il mio maestro di QI GONG ,MARCO MAZZARRI per le meravigliose ore di pratica che ho fatto con lui....quelle che ho scritto sono i suoi insegnamenti)

L'ALBERO

scrivo qui di seguito notizie di esercizi di QI GONG e gli ALBERI....la nostra DENDROTERAPIA ENERGETICA ne utilizza solo alcuni di questi.

L’albero, nella suo significato simbolico e nell’interpretazione di molte culture, è il tramite tra la Terra e il Cielo. Si protende e svetta verso l’alto ma è ben radicato nel terreno ( e in questo possiamo trovare riscontro in certe posture di partenza degli esercizi e delle tecniche di Qigong; la stessa condizione è riportata anche dalla prima delle otto formule dello Zhineng Qigong: “Ding Tian Li Di” , cioè “In piedi sulla Terra e la testa che spinge il Cielo”). Le foglie assorbono le energie del Cielo, e le radici quelle della Terra: insieme si fondono nel tronco.

Praticare con gli alberi non vuol dire necessariamente andare alla ricerca dell’albero giusto per noi, parlando in termini energetici. Questa ricerca sarebbe molto più complessa. Ma ogni albero ha tuttavia una sua caratteristica specifica: il Pino è l’albero per eccellenza. Esso nutre il Qi e il sangue; il cipresso e il cedro nutrono lo yin riducendo il calore; il salice espelle il vento e allontana l’umidità. l’olmo aiuta a calmare la mente e a rinforzare lo stomaco, l’acero calma i dolori causanti da vento interno; l’abete “ripulisce gonfiori e contusioni”; la betulla aiuta ad espellere le tossine e il pruno nutre Milza e Stomaco.

La pratica con gli alberi connette alcuni punti energetici del corpo con le varie arti dell’albero stesso.

Il perineo (huiyin) è in relazione con le radici, l’addome con la base del tronco, il torace rappresenta il tronco stesso, la gola sono i primi rami grossi, il centro fra le sopracciglia (Yintang) è in relazione alle foglie , il punto più alto della testa (Bai Hui) con la sommità dell’albero.

Indicazioni per la pratica con gli alberi:

Nella fase iniziale, di rilassamento, ponendovi accanto all’albero che avrete prescelto come vostro “compagno di pratica”, respirate e, attraverso il respiro, rilassatevi. Sia il respiro che il battito cardiaco, man mano che procedete nel rilassamento ( vedi il mio articolo: “Una tecnica di Qigong per il rilassamento e la tranquillità”) diventeranno regolari. Notate la diversità fra l’aria fresca che inalate e quella tiepida che espirate. I pori della pelle si apriranno: visualizzate i confini esterni del vostro corpo che si assottigliano: essi non devono essere considerati come una barriera tra voi e ciò che è al vostro esterno, ma guardateli mentre si assottigliano, mentre vi fondete con l’ambiente circostante. Conducete la vostra pratica in modo semplice, non lasciate che essa sia condizionata da alcun giudizio: siate semplicemente osservatori di ciò che accade.

Ponete attenzione al vostro radicamento: immaginate le vostre, di radici, che affondano nella Terra e ne catturano l’ energia trasformandola in nutrimento. Eliminate le resistenze, allungate le vostre radici sempre più in profondità.

La mente sale adesso al tronco: percepitene la forma, la robustezza, e visualizzate la linfa che scorre al suo interno, così come la vostra energia scorre attraverso i vostri canali e meridiani.

Sentitevi adesso radicati nel terreno ma proiettati verso l’alto, espandendo la vostra mente nello spazio circostante e nel cielo. Trovate il vostro centro e lì lasciate riposare la vostra mente.

Una tecnica per raccogliere l’energia direttamente dall’albero può essere quella di appoggiare la colonna vertebrale al tronco. La mano sinistra (o destra, nella distinzione uomo/donna) sarà in contatto con l’albero, e da essa raccoglierete energia ; l’altra mano sarà invece poggiata sul vostro addome e servirà per rilasciare l’energia acquisita al vostro interno, riempiendo il Dantian. Il Qi adesso si distribuirà in tutto il corpo. In questo modo creerete una circolarietà nel raccogliere, ricevere e indirizzare.

Altre pratiche prevedono invece il gesto di abbracciare l’albero rimanendo stretti al tronco in una sorta di simbiosi e in una condizione di ascolto dell’interiorità dell’albero e della sua fusione con la nostra.

Per concludere, riporto quella citazione su cui vi sarà capitato di soffermarvi in rete, facendo delle ricerche sull’argomento:

C’è un nonno che parla ad un nipotino:
“Se ti senti stanco, metti la schiena contro un albero,
incolla i talloni e la nuca al tronco, rivolto verso sud,
appiattisci i palmi delle mani sulla corteccia e resta più
che puoi, un’ora se ne hai la pazienza: guarito!
Sarai rigonfiato!”
“Rigonfiato di cosa?” risponde il bambino.
“Rigonfiato di vita, ragazzo! L’albero succhia la vita nella terra,
questa rimonta attraverso le sue radici ed il suo tronco;
la succhia anche dal cielo attraverso le foglie ed
essa scende attraverso i rami.
L’energia circola nei due sensi, capisci?
E tu sei li nel passaggio.”

Henri Vincenot

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