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NUOVE CURA PER LA LEUCEMIA NIENTE CHEMIO iniziale per le leucemie linfoblastiche

NUOVE CURA PER LA LEUCEMIA, NIENTE CHEMIO iniziale per le leucemie linfoblastiche

Roma – La leucemia linfoblastica ‘Philadelphia positiva’ e’ stata considerata, prima dell’avvento dei farmaci basati sugli inibitori delle tirosin chinasi, tra le leucemie a prognosi peggiore.

Ora e’ in fase di sperimentazione una nuova terapia che permetterebbe “una sopravvivenza globale del 95% a 18 mesi”, un successo che migliora significativamente i risultati delle cure ad oggi applicate.

Il nuovo trattamento non utilizza la chemioterapia nelle fasi iniziali della terapia, ma la combinazione di un inibitore delle tirosin chinasi (dasatinib) e di un anticorpo (blinatumomab).

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A dimostrarne questa efficacia preliminare e’ uno studio pubblicato sulla rivista scientifica New England Journal Medicine, che vede tra i suoi autori Nicola Fracchiolla, responsabile del Programma Leucemie acute dell’Unita’ di Ematologia del Policlinico di Milano. L’Ematologia del Policlinico, diretta da Luca Baldini, partecipa al team di ricerca Gimema (Gruppo Italiano Malattie EMatologiche dell’Adulto), che ha coordinato lo studio.

Questa pubblicazione- spiega Nicola Fracchiolla- e’ una straordinaria esperienza corale e un importante riconoscimento dell’impegno della nostra Unita’ nella diagnosi e cura delle leucemie acute. Lo studio, di fase 2, descrive un nuovo regime terapeutico che non utilizza chemioterapia nelle fasi iniziali della cura della leucemia linfoblastica Philadelphia positiva, ma combina una terapia target molecolare che bersaglia meccanismi specifici del tumore, il dasatinib, un inibitore delle tirosin chinasi, con una immunoterapia pura basata su un anticorpo ‘bi-specifico’, il blinatumomab. Secondo i dati pubblicati, questa combinazione ha permesso di ottenere una sopravvivenza globale del 95% e una sopravvivenza libera da malattia dell’ 88% a 18 mesi dalla diagnosi”.

I risultati dello studio, secondo gli autori, sono stati ottenuti con “sorprendentemente pochi effetti tossici dovuti alla terapia e con brevissimi periodi di ricovero”. I dati dovranno ora essere ampliati e confermati da nuove sperimentazioni, ma per gli esperti potrebbe partire proprio da qui una possibile nuova era nel trattamento delle leucemie linfoblastiche
Philadelphia positive.

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Eczema e psoriasi adesso sappiamo perche si sviluppano Progetto Human Cell Atlas

Eczema e psoriasi, adesso sappiamo perché si sviluppano. Progetto Human Cell Atlas

DI Davide Cavaleri

Secondo uno studio appena pubblicato sulla rivista Science, la pelle dei pazienti con eczema e psoriasi condivide molti degli stessi percorsi molecolari dello sviluppo delle cellule cutanee. Questo ha permesso agli scienziati di creare una mappa altamente dettagliata della pelle, che rivela come i processi cellulari derivanti dallo sviluppo vengono riattivati ​​nelle cellule di pazienti con malattie infiammatorie cutanee.

Secondo uno studio appena pubblicato sulla rivista Science, la pelle dei pazienti con eczema e psoriasi condivide molti degli stessi percorsi molecolari dello sviluppo delle cellule cutanee. Questo ha permesso agli scienziati di creare una mappa altamente dettagliata della pelle, che rivela come i processi cellulari derivanti dallo sviluppo vengono riattivati ​​nelle cellule di pazienti con malattie infiammatorie cutanee.

Lo studio fornisce anche una comprensione completamente nuova delle malattie infiammatorie, offrendo potenziali nuovi bersagli farmacologici per il trattamento di queste patologie cutanee e aprendo nuove strade per la ricerca su altre malattie infiammatorie, come l'artrite reumatoide e la malattia infiammatoria intestinale.

Il nuovo atlante completo della pelle in via di sviluppo e adulta fa parte del progetto globale “Human Cell Atlas”, volto a mappare ogni tipo di cellula del corpo umano. Oltre a rappresentare una risorsa preziosa per gli scienziati di tutto il mondo, potrebbe anche fornire un modello per la medicina rigenerativa e rendere più efficace la crescita della pelle in laboratorio.

Cellule malate si comportano come quelle in via di sviluppo
La pelle umana ha una funzione di barriera che impedisce l'ingresso di svariati microrganismi. Le malattie infiammatorie cutanee come l'eczema atopico e la psoriasi sono condizioni croniche in cui il sistema immunitario diventa iperattivo, causando prurito o desquamazione della pelle che può diventare dolente e soggetta a infezioni. Queste condizioni possono avere un impatto significativo sulla vita delle persone, ma il fattore scatenante non è noto e non esistono cure, solo trattamenti che aiutano ad alleviare i sintomi.

La pelle fornisce una protezione vitale dalla perdita di acqua e dagli insulti esterni attraverso adattamenti strutturali e interazione con il sistema immunitario innato e adattivo. Si sviluppa e funziona in un ambiente acquatico nell’utero, ma si adatta rapidamente a una serie di sfide fisiche e patogene dopo la nascita. I cambiamenti che avvengono in questo complesso sistema multicellulare durante lo sviluppo e in caso di perturbazione da parte di malattie infiammatorie immuno-mediate sono poco conosciuti, hanno premesso gli autori della ricerca.

Trattandosi di un tessuto complesso costituito da molti tipi diversi di cellule, per capire come si forma la pelle e come questo si collega alla salute e alla malattia negli adulti, i ricercatori del Wellcome Sanger Institute, della Newcastle University e del Kings College di Londra hanno studiato le cellule cutanee in via di sviluppo (pelle embrionale umana tra le 7 e le 10 settimane successive al concepimento) confrontandole con le biopsie di adulti sani e di pazienti con eczema e psoriasi.

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Utilizzando la tecnologia all'avanguardia chiamata “cutting-edge single-cell“ e l'apprendimento automatico, hanno analizzato oltre mezzo milione di cellule della pelle per vedere esattamente quali geni sono stati attivati ​​in ogni singola cellula. Per scoprire che le cellule cutanee malate condividevano molti degli stessi meccanismi di quelle in via di sviluppo.

«Questo atlante delle cellule della pelle rivela i segnali molecolari specifici inviati da una pelle sana in via di sviluppo per evocare le cellule immunitarie e formare uno strato protettivo. Siamo rimasti sorpresi nel vedere che nell'eczema e nella psoriasi le cellule inviavano gli stessi segnali molecolari, che potevano attivare le cellule immunitarie e causare la malattia» ha dichiarato il coautore Muzlifah Haniffa del Wellcome Sanger Institute. «Questo non era mai stato visto prima. Scoprire che le vie cellulari in via di sviluppo possono riemergere è un enorme passo avanti nella comprensione della malattia infiammatoria della pelle e offre nuove strade per trovare delle cure».

Non solo malattie della pelle
«Anche se il nostro studio si concentra sulle malattie infiammatorie cutanee, esiste la possibilità che altre malattie infiammatorie come l'artrite reumatoide o la malattia infiammatoria intestinale possano essere attivate nello stesso modo» ha commentato il primo autore dello studio Gary Reynolds della Newcastle University.

I risultati della ricerca hanno grandi implicazioni per la medicina rigenerativa, specialmente per le vittime di ustioni. «Nonostante decenni di ricerca sulle cellule della pelle coltivate in laboratorio, non è sempre chiaro come cambino le loro proprietà in questo ambiente. Rivelando la composizione dettagliata delle cellule immediatamente dopo l'isolamento dalla pelle umana in via di sviluppo e da quella adulta, questo atlante può fungere da modello per i ricercatori che cercano di ricostruire una pelle sana nella medicina rigenerativa» ha detto la co-autrice senior Fiona Watt del Kings College di Londra. «I nostri dati sono liberamente disponibili e speriamo che questo possa aiutare la creazione di tessuto cutaneo in laboratorio».

Bibliografia

Reynolds G et al. Developmental cell programs are co-opted in inflammatory skin disease. Science 22 Jan 2021:Vol. 371, Issue 6527, eaba6500

Link allo HUMAN CELL ATLAS

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AIUTIAMO LA MEMORIA

AIUTIAMO LA MEMORIA

Gli integratori naturali per la memoria

Vuoti di memoria e difficoltà di concentrazione spesso dipendono da un accumulo di stress e stanchezza, ma a volte anche da problemi al sistema circolatorio o assunzione di farmaci. Vediamo come aiutare la capacità mnemonica con integratori naturali

di ALESSANDRA ROMEO

Gli integratori alimentari per la memoria sono formulati con erbe e piante officinali indicate per stimolare il cervello, promuovere la sua funzione di memorizzazione delle informazioni, e favorire la capacita di recuperarle e perciò ricordarle.
Spesso stati di stress e depressione influiscono sulla resa della memoria e per questa ragione l'uso di adattogeni vegetali, all'interno di queste composizioni, influisce beneficamente sulla concentrazione e sulle funzioni cognitive e mnemoniche. Anche disturbi al sistema circolatorio impediscono la corretta ossigenazione dei tessuti e il loro nutrimento, per questo motivo, gli integratori vengono formulati con piante ad azione antiossidante, antisclerotica e fluidificante del sangue. La memoriaLa memoria è definita come la capacità del cervello di conservare informazioni. Questo processo avviene i 3 fasi:
l'elaborazione delle informazioni ricevute (codifica);
la creazione di registrazioni permanenti delle informazioni codificate (immagazzinamento);
e il recupero delle informazioni così immagazzinate, in risposta a qualche sollecitazione (richiamo).
Il più diffuso criterio di classificazione della memoria si basa sulla durata della ritenzione del ricordo, identificando tre tipi distinti di memoria: la memoria sensoriale, la memoria a breve termine, e la memoria a lungo termine.Questa funzione cerebrale può subire un declino o deteriorarsi a causa di diversi fattori come l'azione di certe sostanze chimiche (agenti inquinanti, farmaci, droghe); patologie neurologiche; danni al cervello per traumi; o per meccanismi di difesa psicologica.

Le cause più comuni di problemi di memoria sono la depressione, in quanto rallenta i processi mentali; lo stress, che colpisce la capacità di memorizzare e richiamare la memoria; e infine l'invecchiamento. I sintomi dei disturbi di memoria variano di persona in persona.
Alcuni si manifestano con difficoltà nel trovare le parole e ricordare i nomi; altri più gravi come l'incapacità di ricordare conversazioni oppure incontri con altre persone.
Gli anziani di solito hanno una comune perdita di memoria, derivato dall'invecchiamento dell'organismo.
Integratori per la memoria

Gli integratori naturali per la memoria aiutano a contrastare la stanchezza psico-fisica e sostenere l'organismo nei periodi di maggiore affaticamento. Si può ricorrere a queste prodotti quando cominciano a comparire i primi segni dell'invecchiamento, sotto esami o quando è richiesto un maggior lavoro intellettuale o quando i frenetici ritmi della vita quotidiana non permettono di recuperare le energie perdute
.Alcune erbe per la memoria aiutano a migliorare l'attività dei neuroni nella trasmissione degli impulsi nervosi, per la loro azione stimolante, favorendo così il processo della concentrazione e della memorizzazione. Tra queste ricordiamo:
il Ginkgo Biloba: particolarmente conosciuta per la sua attività sulla circolazione venosa, arteriosa e capillare, la pianta è ampiamente utilizzata come fluidificante del sangue, perché ne diminuisce la viscosità, con benefici effetti, sull’irrorazione sanguigna dei tessuti cerebrali. Infatti, per la capacità di favorire una corretta distribuzione di ossigeno e glucosio al cervello, incrementa l'acuità mentale, la concentrazione, la memoria a breve termine, l'abilità cognitiva e la vista. Numerose ricerche hanno anche dimostrato che l’uso del ginkgo contrasta i fenomeni di aterosclerosi negli anziani e rallenta la progressione del morbo di Alzheimer. Le sue foglie contengono terpeni, (ginkgolide B) che migliorano l’irrorazione dei tessuti; mentre i polifenoli e i flavonoidi (ginketolo, isiginketolo, bilabetolo, ginkolide) agiscono sulle membrane cellulari, stabilizzandole e contrastano la formazione di radicali liberi, per questo si possono assumere in tisana.

Gli adattogeni vegetali:
appartengono a questa categoria tutte le piante in grado di agire sul sistema immunitario, endocrino e nervoso e di migliorare la capacità dell'organismo di adattamento allo stress e ai cambiamenti climatici o stagionali. Le piante adattogene aumentano la resistenza alla fatica, riequilibrano le funzioni metaboliche, incrementano le capacità cognitive aiutando a produrre un generale miglioramento delle condizioni psicofisiche. Sono dunque specifiche per combattere, anche a scopo preventivo, gli effetti negativi dello stress. Vivere sempre di fretta, insufficiente riposo, e cause emozionali danno luogo genericamente a disordini come ansia, insonnia, irritabilità, difficoltà di concentrazione, squilibri alimentari, stanchezza e depressione. La loro azione tonificante e stimolante sul sistema nervoso centrale incrementano l’attività elettrica delle cellule della corteccia cerebrale e sono perciò indicati nei periodi di ridotta capacità di rendimento e di concentrazione, nell'affaticamento da surmenage, in caso di esami.

Altre sostanze naturali utilizzate negli integratori per la memoria aiutano a migliorare il flusso del sangue al cervello, fornendo in questo modo i nutrienti vitali e le sostanze antiossidanti di cui ha bisogno per svolgere efficacemente le sue funzioni. In particolare gli antiossidanti combattono i pericolosi radicali liberi che possono causare gravi danni cellulari.
Olio di germe di grano:
la sua assunzione sotto forma di perle o come condimento a crudo, apporta, oltre la vitamina E (di cui è la maggior fonte naturale), calcio, rame, manganese, magnesio, vitamine del gruppo B e fosforo. La funzione principale della vitamina E è quella di agire come antiossidante, proteggendo in particolar modo la membrana cellulare dall'azione nefasta dei radicali liberi e delle loro reazioni a catena. Un'azione legata alla precedente è il risparmio di ossigeno, in quanto il Tocoferolo legandosi all'ossigeno impedisce la sua trasformazione in perossido, consentendo quindi un uso più completo della quota di ossigeno presente. La sua capacità fluidificante aumenta l’apporto di ossigeno a livello cerebrale, senza coagulare. Altra attività importante è l'inibizione della formazione di trombi e relative complicanze ( diminuisce la formazione di trombina ).

Lecitina di soya:
la fosfatidilserina migliora la memoria e la capacità cognitiva. Apporta colina (o Vitamina J), una sostanza organica essenziale per la funzionalità nervosa che migliora l'efficienza intellettuale e le capacità mnemoniche. La deficenza di colina può portare a problemi neurologici come per esempio il morbo di Alzheimer e ad un aumento della pressione arteriosa sistemica. L'utilizzo di lecitina è consigliato anche in caso di affaticamento mentale e in fase di preparazione di esami.
Olio di pesce:
è ricco in omega 3, acidi grassi essenziali indispensabili per migliorare la risposta dei neurotrasmettitori delle cellule cerebrali, e di altri messaggeri. Queste sostanze risultano utili per favorire la funzionalità del sistema nervoso centrale, in quanto aiutano il processo di riparazione, quando le cellule sono danneggiate e sono perciò indicate in presenza di scarsa concentrazione, in caso di affaticamento eccessivo, scarsa lucidità, cattiva qualità del sonno e problemi di memoria.

I rimedi omeopatici che tonificano la memoria

Tra i rimedi omeopatici adatti a tonificare la memoria, c'è solo l'imbarazzo della scelta: per scegliere quello che fa al caso nostro possiamo basarci sia sul tipo di deficit alla memoria, sia sul contesto in cui il problema si presenta, senza trascurare lo sfondo emotivo-caratteriale sottostante.

Alumina:
Ipocondriaco, lamentoso, sempre pronto a brontolare per ogni cosa, il tipo Alumina si confonde spesso quando parla, scambia le parole, dimentica le cose, si agita facilmente, e soprattutto non sopporta di cambiare le sue abitudini. Tendenzialmente depresso, dorme male e si sveglia già stanco e di cattivo umore. Particolarmente utile per le amnesie degli anziani, Alumina può essere preso a qualunque età quando la perdita di memoria si accompagna a sintomi da stress cronico, con caduta dei capelli, sbalzi d'umore e atonia dei visceri addominali. Sintomo specifico: ha la fobia dei coltelli e del sangue. Posologia: Alumina 200 CH monodose, una sola dose.

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Lac caninum:
Malinconico, scoraggiato, smemorato, il tipo Lac caninum è una persona che compra un oggetto e lo dimentica nel negozio o perde il filo del discorso mentre sta parlando. Soffre anche di paure: delle malattie, di sentirsi male per strada, di svenire, ma anche di non essere apprezzato, perché è il primo a sentirsi incapace. Nonostante ciò reagisce come una furia alla minima critica. Tratto caratteristico: i suoi sintomi si alternano passando rapidamente da destra a sinistra e viceversa. Posologia: Lac Caninum 200 CH monodose, una sola dose.

Magnesia Phosphorica:
Psicoastenico, svogliato, disattento e smemorato, il tipo Magnesia è incapace di mettere a fuoco i pensieri e si addormenta quando tenta di studiare. È il rimedio ideale per gli studenti che non riescono a concentrarsi sul testo né tantomeno a mandarlo a memoria, ma anche per le persone mentalmente stanche, vulnerabili agli stress emozionali, soggette a cefalee tensive che irradiano agli occhi, nevralgie del trigemino (soprattutto a destra), crampi e dolori addominali che migliorano con applicazioni calde e premendo l'addome con gli avambracci. Posologia: Magnesia Phosphorica 200 CH monodose, una sola dose.

Baryta carbonica:
Si tratta del rimedio per eccellenza dell'invecchiamento cerebrale accompagnato da pressione alta, alterazione delle pareti vasali e disturbi della circolazione cerebrale negli anziani, con perdita della memoria e deficit cognitivi o prestazionali. Insicuro, indeciso, smemorato, il tipo Baryta carbonica si confonde facilmente perché ha difficoltà a concentrarsi, i processi mentali sono rallentati e dimentica spesso, oltre alle parole, anche le cose che ha fatto: ad esempio telefona due volte alla stessa persona per ripeterle quanto le aveva già detto. Posologia: Baryta carbonica 200 CH monodose, una dose al mese per tre mesi.

Cosa fare contro i piccoli ma ricorrenti deficit alla memoria

Anche se il nostro cervello è in ottima forma, può capitare a tutti che un po' di stanchezza mentale o un improvviso calo di energia, interferisca con la memoria, mettendoci in difficoltà con "vuoti" improvvisi. In questi casi una monodose scelta in base al tipo di dimenticanza ci rimetterà rapidamente in forma.

AnacardiumOrientalis per chi dimentica i nomi di persone e commette lapsus parlando
Aconitum Napellus se tendiamo a dimenticare le date
Mercurius Solubilis quando a svanire sono i nomi dei luoghi
Lachesis Mutus quando tendiamo a dimenticare ciò che ci è stato appena detto
Modo d'uso: tutti i rimedi indicati vanno usati in diluizione 30 CH monodose, una sola dose.

La floriterapia per la memoria
Tra le essenze floreali, le più indicate per contrastare i cali di memoria sono i fiori di Bach e quelli Californiani. I primi agiscono sulle componenti psico-emotive del problema, mentre i Californiani intervengono efficacemente sul versante cognitivo. Ecco i mix di fiori indicati caso per caso.

Rock Rose e Arnica per l'amnesia post traumatica È il mix da usare quando la perdita di memoria compare in seguito a una violenta emozione o a un trauma, anche come rimedio di primo soc­corso per permettere un rapido recupero psicofisico. La diluizione ripristina l'afflusso di sangue ai tessuti cerebrali, riequilibra la pressione, sblocca gli stati di shock che producono confusione mentale e amnesia a breve termine, ma possono fissarsi nel tempo.

Gentian, Borage e Blackberryper le piccole amnesie di origine depressiva È la diluizione adatta per i vuoti di memoria e concentrazione che compaiono nei momenti di sconforto emotivo, accompagnati da insonnia, paura, ansia e sfiducia nelle proprie possibilità. Aiuta a depurare la mente dalle tossine emozionali dovute ad esperienze affettivamente logoranti, dissipando il pessimismo e riattivando il sistema motivazionale, strettamente connesso alle funzioni mnemoniche.

Hornbeam, Madia e Aloe Vera per i vuoti mnemonici da stress e sovraccarico mentale Utile nella sindrome da burnout, nei cali di memoria da esaurimento psicofisico o da sovraccarico mentale, è la diluizione da usare per recuperare la concentrazione e la chiarezza di pensiero necessarie per una buona memoria. Utile anche nei cambi di stagione per tonificare il sistema nervoso e sostenere l'energia mentale, è il rimedio ideale per gli studenti "sgobboni" che dimenticano i loro bisogni emotivi e fisici fino a ritrovarsi esauriti o per quelli che devono affrontare gli esami.

Mustard, Basil e Pomegranate nelle amnesie da scompenso ormonale È il mix da scegliere se la memoria comincia a perdere colpi in coincidenza con una fase di assestamento ormonale, come la pubertà, il climaterio o l’andropausa. Spesso infatti in questi periodi il sistema cognitivo sembra impantanarsi e funzionare a scarto ridotto, mentre i pensieri si avvitano intorno al soggetto che, immerso in una sorta di nuvola nera, perde interesse per la realtà. La diluizione favorisce l'integrazione dei due emisferi cerebrali.

https://www.riza.it/benessere/sos-salute/7018/memoria-i-rimedi-naturali-che-la-rafforzano.html

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SIAMO TRANSITATI DALL'ERA DEI PESCI ALL'ERA DELL'ACQUARIO

DICEVA YOGI HARBHAJAN:

Il motto dei pesci era " Voglio sapere, devo imparare"
Il motto dell'acquario e' : "So. Voglio fare esperienza"

poi egli affermava:
Il momento ci porta ad un cambiamento cruciale, un cambiamento di era
La sensibilita' di base delle persone nei confronti della propria psiche e nei confronti l'uno dell'altro, sta cambiando.
Adesso dobbiamo tutti sperimentare e conoscere la nostra mente cosi' da poter scegliere di agire in modo elevato ed efficace. In questa era della Consapevolezza, nulla al di sotto di questo livello sara' accettabile.

cosi' possiamo pregare:

" GUIDACI IN QUESTO MODO O SIGNORE. DAMMI LA NOBILTA' E NON LA CORRUZIONE
DAMMI LA REALTA' E NON LA DUALITA'
DAMMI LA GRAZIA E NON LA VERGOGNA CHE MI FA PERDERE LA FACCIA
DAMMI OGGI PER OGNI DOMANI AFFINCHE IO NON DEBBA PARTECIPARE ALLA PENA

SIGNORE NOSTRO CREATORE CREA IN ME LA FACOLTA' E LE SFACETTATURE DI UN ESSERE UMANO ANGELICO AFFINCHE' IO POSSA SERVIRE TUTTI IN NOME TUO
CON LA TUA GRAZIA
SAT NAM

(yogi harbhajan)

www,yogibhajan.com

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LA DIETA CHETOGENETICA

LA DIETA CHETOGENETICA

La dieta chetogenica si basa sui più recenti studi scientifici che mostrano come una dieta povera di carboidrati netti, moderata in proteine e ricca di grassi può rigenerare il cervello danneggiato da ictus e demenza, distruggere le cellule tumorali e prevenire le malattie cardiovascolari

La dieta chetogenica è ottima per prevenire il cancro dal momento che le cellule tumorali hanno bisogno di glucosio per prosperare, e i carboidrati privi di fibra si trasformano in glucosio all’interno del corpo, tagliare fuori i carboidrati netti letteralmente affama le cellule tumorali.
Inoltre assumere poche proteine tende a restringere il percorso di mTOR, il che aiuta a limitare la proliferazione cellulare.
La maggior parte dei tumori sono prevenibili attraverso una corretta alimentazione. Evitare esposizioni tossiche (come i pesticidi) è un altro fattore significativo, e questo è uno dei motivi per cui consiglio di mangiare cibi biologici o non trattati.

Se si vuole evitare o curare il cancro bisogna tagliare fuori tutte le forme di zucchero e farine raffinate dalla dieta. Questo passaggio consente di ottimizzare le vie di segnalazione che potrebbero altrimenti contribuire alla trasformazione maligna.
Uno dei meccanismi principali con cui lo zucchero favorisce il cancro e altre malattie croniche è causando una disfunzione mitocondriale
. Lo zucchero non è un combustibile ideale per il nostro corpo e infatti crea delle specie di ossigeno molto più reattive (ROS) rispetto al grasso quando viene metabolizzato.
I ROS sono composti dell’ossigeno a elevata attività ossidante che possono causare severi danni ossidativi specialmente a carico di DNA, lipidi e proteine.
Oltre a migliorare la salute, la dieta chetogenica:
• Riduce il peso in eccesso
• Abbassa il colesterolo alto
• Abbassa la pressione sanguigna alta
• Riduce la resistenza all’insulina e il rischio diabete
• Favorisce la rigenerazione cerebrale
• Contrasta le cellule tumorali
• Favorisce la disintossicazione dallo zucchero

Come è costituita la dieta chetogenica
Per una salute ottimale abbiamo bisogno di una quantità sufficiente di carboidrati, grassi e proteine. Tuttavia, ci sono carboidrati sani e quelli malsani. Idem per grassi e proteine.
Il Dr. Mercola da una revisione della biologia molecolare richiesta per ottimizzare la funzione mitocondriale, suggerisce una dieta con i seguenti rapporti di nutrienti:

Grassi
Grassi sani, dal 75% al 85% per cento delle calorie totali. Benefici grassi monoinsaturi e saturi includono le olive e l’olio d’oliva, noci di cocco e olio di cocco, noci crude come le noci di macadamia e le noci pecan, semi come sesamo, il cumino nero, zucca e semi di canapa , avocado, ghee, burro crudo di cacao, uova, carne.
I grassi nocivi che contribuiscono alla malattia sono principalmente i grassi trans e gli oli vegetali raffinati polinsaturi (PUFAs), chiamati anche omega-6. Ricordate, il glucosio è un combustibile intrinsecamente “sporco”, in quanto si genera molto più ROS di quanto la combustione dei grassi faccia. Per bruciare il grasso, le vostre cellule devono essere sane e normali. Le cellule tumorali non hanno la flessibilità metabolica per bruciare il grasso e per questo motivo una dieta ricca di grassi sani sembra essere una strategia anti-cancro efficace
Quando si passa dalla combustione di glucosio come combustibile primario al bruciare i grassi come combustibile, le cellule tumorali devono lottare per rimanere in vita, in quanto la maggior parte dei loro mitocondri sono disfunzionali e non possono utilizzare l’ossigeno per bruciare il combustibile. Allo stesso tempo, alle cellule sane viene dato un combustibile ideale che abbassa il danno ossidativo e ottimizza la funzione mitocondriale. L’effetto totale è che le cellule sane iniziano a prosperare mentre le cellule tumorali sono “morte” di fame.
Carboidrati
I carboidrati, dall’8 a 15% delle calorie giornaliere. Ciò significa che se la quantità totale di carboidrati è del 10% delle calorie giornaliere, almeno la metà deve essere fibra. La fibra ha una serie di benefici per la salute, compresa la gestione del peso e un minor rischio per alcuni tipi di cancro.
Personalmente credo che i più potrebbero trarre beneficio dal ridurre i carboidrati (non solo il fruttosio) a meno di 100 grammi (g) al giorno, e mantenere la totale assunzione di fruttosio ad un massimo di 25 g al giorno da tutte le fonti. Se siete insulino-resistenti, è meglio seguire il limite di 15 g di fruttosio al giorno.
I malati di cancro probabilmente sarebbero meglio aiutati da limiti più rigorosi. Riducendo la quantità di carboidrati netti che si mangia, si compiranno 4 cose che si tradurranno in infiammazione abbassato e la stimolazione ridotta della crescita del cancro. Così potrete:
• Abbassare il livello di glucosio nel siero
• Ridurre il livello di mTOR
• Ridurre il livello di insulina
• Abbassare i fattori di crescita insulino-simili (IGF-1, un potente ormone che agisce sulla ghiandola pituitaria per indurre effetti metabolici ed endocrini, tra cui la crescita delle cellule e la replicazione. Elevati livelli di IGF-1 sono associati con il cancro al seno e altri tipi di cancro).
Ottime fonti di carboidrati ricchi di fibre che si possono mangiare sono i semi di chia. bacche, frutta a guscio, cavolfiori, ortaggi a radice e tuberi, come le cipolle e le patate dolci, fagiolini, piselli, broccoli, cavolini di Bruxelles, carote. Infatti tutte le verdure sono ottime fonti di carboidrati, quindi non è necessario mangiare molti cereali.
Proteine
Proteine, dal 7 al 10 per cento delle calorie totali. Scegliete proteine di qualità come carne alimentata ad erba (grass-fed) o biologica. Come regola generale, vi consiglio di limitare la quantità di proteine a 0,5 g di proteine per chilo di massa magra del corpo, che per la maggior parte delle persone equivale da 40 a 70 g di proteine al giorno.
(Per stimare le vostre esigenze di proteine, prima determinate la massa corporea magra. Sottraete la percentuale di grasso corporeo da 100. Ad esempio, se avete il 20% di grasso corporeo, allora avrete l’ 80% di massa corporea magra. Ora basta moltiplicare questa percentuale con il peso attuale per ottenere la vostra massa magra del corpo in chili.)
Anche in questo caso, la ragione per limitare le proteine è che quantità eccessive hanno un effetto stimolante sul percorso del mTOR, che gioca un ruolo significativo in molte malattie, compreso il cancro. Quando riducete le proteine a ciò che il vostro corpo ha bisogno per la riparazione e la manutenzione delle cellule, mTOR rimane inibito, e aiuta a minimizzare le possibilità di crescita del cancro.

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