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Tutte le domande (e le risposte) sulle onde gravitazionali

Tutte le domande (e le risposte) sulle onde gravitazionali

Stiamo davvero per scoprire le onde gravitazionali? In attesa di conferme, ecco tutto quello che non potete non sapere sull’argomento

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Strane voci, negli ultimi mesi, circolano tra i fisici teorici. Si scambiano pizzini, informazioni criptate, notizie dette a mezza voce, perse, riprese, riperse. Ma le due parole che corrono di bocca in bocca sono sempre le stesse. Onde gravitazionali.

La ragione di tanto mistero – e tanto fanatismo – è estremamente semplice: da quando, tre anni e mezzo fa, è stato risolto l’affaire Higgs, l’identificazione delle onde gravitazionali resta una delle più grandi e irrisolte sfide della fisica fondamentale.

Previste esattamente un secolo fa da Albert Einstein, infatti, le onde gravitazionali sono sempre sfuggite agli occhi indiscreti dei fisici sperimentali di tutto il mondo, che le vanno spasmodicamente cercando con strumenti sempre più raffinati.

L’inseguimento, ora, potrebbe essere vicino al suo epilogo. Sembrerebbe, e sottolineiamo sembrerebbe, che i fisici dello Advanced Laser Interferometer Gratitational-wave Observatory (a Ligo) abbiano rilevato, per la prima volta al mondo, il segnale di un’onda gravitazionale.

Il condizionale, in attesa della pubblicazione dei risultati dell’esperimento, è d’obbligo: la notizia ha preso a circolare, infatti, a seguito di una dichiarazione ufficiosa di Lawrence Krauss, fisico della Arizona State University. Aspettando di sapere quanto ci sia di concreto, tanto per rincarare la dose, sono cominciate le manovre di Lisa Pathfinder, la sonda Esa decollata a dicembre scorso che dovrebbe intercettare le onde gravitazionali che viaggiano nello Spazio. Mentre i fisici si struggono nell’attesa, vi proponiamo il nostro bignamino con tutto quello che è necessario sapere sull’argomento.

Che cosa sono le onde gravitazionali?
Cominciamo dalla parte più difficile. Il 25 novembre 2015, Albert Einstein presentò all’Accademia prussiana delle scienze una equazione di campo che legava tra loro, in modo (apparentemente) bizzarro, la velocità della luce, la forza gravitazionale e la geometria dello spazio-tempo (cioè la struttura del tessuto a quattro dimensioni, tre spaziali e una temporale, per l’appunto, di cui sembra essere composto il nostro Universo).

Secondo tale equazione, che è il nocciolo della teoria della relatività generale,  la forza gravitazionale altro non è se non la manifestazione della curvatura dello spazio-tempo, causata dalle masse che vi sono appoggiate, come se questo fosse un foglio di gomma (i fisici teorici perdoneranno il paragone troppo semplificato).

Dal punto di vista matematico, le onde gravitazionali sono un’entità che discende direttamente dalle equazioni di Einstein. Fisicamente, possiamo immaginarle come una perturbazione che si propaga nello spazio-tempo, modificandone la struttura. Proprio come un’onda che si genera e si propaga in uno specchio d’acqua, modificandone pressione e densità, o come un’onda elettromagnetica, che modifica il valore del campo elettromagnetico nello Spazio

In base alla teoria di Einstein, ogni corpo dotato di massa (una stella o un buco nero, per esempio) emette una sorta di radiazione gravitazionale, che si propaga, per l’appunto, sotto forma di onde gravitazionali. Per essere ancora più precisi, le onde gravitazionali sono prodotte ogni volta che c’è una massa in accelerazione (per esempio un sistema binario di stelle in rotazione), che cambia la struttura locale dello spazio-tempo.

L’avevamo anticipato: la materia è tutt’altro che semplice e intuitiva.

Perché è così difficile trovare le onde gravitazionali?
Per diversi motivi. Il principale è che la forza di gravità è enormemente più debole delle altre forze (elettromagnetica, nucleare forte e nucleare debole), e dunque, perché produca effetti misurabili, bisogna analizzare corpi realmente moltomassivi e che si stiano muovendo molto velocemente (per esempio una coppia di stelle di neutroni, o due buchi neri in rotazione, o una combinazione di questi); anche in questo caso, gli effetti prodotti dalle onde gravitazionali sono spesso sepolti – e indistinguibili – sotto una coltre di rumore statistico difficile da separare dal segnale vero e proprio.

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A complicare ulteriormente le cose, però, c’è un altro fattore. Il cosiddetto principio di equivalenza: le onde gravitazionali, come abbiamo visto, sono la propagazione di perturbazioni dello spazio-tempo. Ma, dal momento che noi stessi viviamo nello spazio-tempo, qualsiasi strumento utilizzassimo per la misurazione sarebbe soggetto alla stessa perturbazione, che, dunque, sarebbe non rilevabile.

Più semplicemente: immaginiamo che le nostre masse siano due punti disegnati su un foglio. Le onde gravitazionali, modificando la curvatura del foglio, modificherebbero anche la distanza dei punti; ma noi non potremmo accorgercene perché anche il righello con cui misureremmo questa distanza sarebbe distorto. Per uscire dall’impasse, i fisici si servono dell’unico righello che non avverte la distorsione dello spazio-tempo: la velocità della luce. Che è sempre noiosamente costante e uguale a 300mila chilometri al secondo e, in virtù di questo, permette di capire se lo spazio(-tempo) tra due punti si è deformato o meno.

È proprio questo il principio sfruttato, tra gli altri, da esperimenti come aLigoLisa Pathfinder, che si servono di interferometri (strumenti che misurano la discrepanza nel cammino di due raggi di luce) per rivelare le onde gravitazionali.

Chi sta cercando le onde gravitazionali?
Data l’entità della posta in gioco (un Nobel quasi certo e la possibilità di scrivere un nuovo capitolo nel libro della fisica moderna), sono molti gli esperimenti attualmente in corso per identificare le sfuggentissime onde gravitazionali. Anzitutto, il già citato aLigo, l’interferometro del Massachusetts Institute of Technology su cui oggi sono puntati gli occhi dei fisici di tutto il mondo.

Ma anche la sonda Esa Lisa Pathfinder, decollata a dicembre scorso, che proverà a misurare le onde gravitazionali con un interferometro laser che riesce a misurare una discrepanza dell’ordine di 0,01 nanometri su 40 centimetri.

Altri esperimenti, in ordine sparso: Virgo, grande interferometro alle porte di Pisa; Einstein@Home, un progetto di calcolo distribuito per l’analisi dei segnali provenienti dallo Spazio; Clio, prototipo di un interferometro criogenico posto a 1000 metri di profondità nella prefettura di Gifu, in Giappone.

Cosa abbiamo trovato finora?
Al momento, purtroppo, abbiamo quasi solo conferme indirette dell’emissione e dell’esistenza di onde gravitazionali. Una di queste è la pulsar binaria Psr1913+16, che emette impulsi radio molto regolari, il cui tempo di arrivo sulla terra può essere misurato con estrema precisione: il fenomeno è in accordo con quanto previsto dalla teoria dell’irraggiamento gravitazionale

A marzo 2014 un’équipe dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics dichiarò di aver individuato “la prima immagine diretta delle onde gravitazionali”, ma a settembre dello stesso anno arrivò la smentita dell’Esa, grazie alle osservazioni del satellite Planck: si trattava, con ogni probabilità, di segnali prodotti dalla polvere galattica. Ma tra non molto le cose potrebbero cambiare.

Sandro Iannaccone

Giornalista scientifico

 

http://www.wired.it/scienza/spazio/2016/02/04/domande-risposte-onde-gravitazionali/?utm_source=wired&utm_medium=NL&utm_campaign=daily

 

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Entro il 2050 il clima costringera' oltre 200milioni di persone a spostarsi

L’ingegneria del clima globale STA METTENDO IN GINOCCHIO L'UMANITA'!

-il clima costringerà oltre 200milioni di persone a spostarsi

-La grande sete di fine secolo: il clima malato presenta il conto

-Cibo, 50 milioni di persone in più soffriranno la fame a causa del cambiamento climatico

 

L’ingegneria del clima globale non può più essere nascosta alla vista ancora per molto tempo, ed i media hanno dovuto cominciare ad affrontare questo problema su larga scala.

Negli ultimi due giorni sono stati pubblicati diverse decine di articoli sui media ufficiali, 22 di loro sono a disposizione per una vostra revisione (al link a fondo articolo – ndt). Viviamo in un mondo di fumo e di specchi. Un gran numero di personaggi del mondo accademico ha contribuito a creare le illusioni che finora hanno nascosto le realtà più terribili che ora abbiamo tutti di fronte. Le bugie per omissione sono una parte importante di quell’inganno a cui siamo stati sottoposti ed ognuno di quegli articoli sono un esempio lampante di tutto ciò.

In primo luogo, ognuna delle pubblicazioni perpetua la menzogna palese che l’ingegneria del clima è solo per ora una “proposta”. Inoltre (e questo è estremamente importante da considerare) nessun articolo di quelli citati (per colpa degli scienziati che hanno loro consegnato i dati sbagliati?) si preoccupa mai di menzionare il fatto più eclatante, terribile ed ovviamente importante di tutti per quanto riguarda “le cosiddette proposte di geoingegneria tramite aerosol”: ogni singola particella spruzzata nel cielo deve per forza di cose ricadere a terra! Ogni organismo vivente è soggetto a questa contaminazione ma questo fatto indiscutibile non è mai citato.

La struttura di potere non vuole prendere in considerazione le domande delle popolazioni sugli ovvi pericoli direttamente legati alle operazioni di geoingegneria.

Il geoingegnere internazionalmente riconosciuto David Keith è stato interrogato in una grande conferenza scientifica sulla sua “proposta” di spruzzare 20.000.000 di tonnellate di alluminio in atmosfera, la sua risposta dovrebbe scandalizzare qualsiasi persona normale.

Ora gli scienziati ed i media omettono sempre di menzionare il fatto che spruzzare particolato tossico nell’atmosfera deve giocoforza contaminare l’intera superficie del pianeta, non vi è altra possibilità.

 

La geoingegneria del clima sta alimentando la contaminazione della biosfera, ogni nostro respiro è ormai contaminato. Tutti sono necessari nella lotta in corso per informare, esporre e tentare di fermare la follia della geoingegneria, fate sentire la vostra voce.

LINK (fonte)

NOTIZIE DAL GIORNALE LA REPUBBLICA:

Entro il 2050 il clima costringerà oltre 200milioni di persone a spostarsi

I cambiamenti metereologici degli ultimi anni rendono sempre più inospitali e povere alcune zone della Terra. Desertificazione o aumento del livello degli oceani mettono a rischio numerose popolazioni soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Una costante della storia dell'umanità che sta assumendo un'importanza crescente

 

 

 

 

 

 

Guerre e povertà costringono ogni anno oltre 43 milioni di persone a migrare. A questo si aggiungono i cambiamenti climatici che entro il 2050 creeranno un'ondata migratoria senza precedenti: 200 milioni di persone costrette a spostarsi. Non si tratta di disastri naturali improvvisi, che causano sporadicamente esodi di massa, ma di una graduale e inarrestabile emigrazione dovuta al progressivo deteriorarsi delle condizioni ambientali. Ad esempio fenomeni di desertificazione o aumento del livello degli oceani, che vede a rischio una gran parte delle popolazioni delle isole oceaniche.

 

In base alle cifre dell'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati, il numero delle persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa di conflitti e persecuzioni è il più alto dalla metà degli anni novanta: circa 15 milioni sono profughi veri e propri, ovvero costretti ad abbandonare il proprio territorio, mentre altri 27 milioni sono sfollati, l'80% è originario dei paesi in via di sviluppo. Peraltro, come avverte l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, l'emigrazione climatica è già una realtà da diversi anni: il numero di eventi meteorologici estremi e disastri naturali è triplicato negli ultimi tre decenni. Gli effetti più devastanti si sono verificati nelle comunità più vulnerabili come quelle dei paesi in via di sviluppo. Basti pensare che nel 2008 conflitti e violenze hanno provocato 4,6 milioni di sfollati contro i 20 milioni causati dagli eventi meteorologici estremi.

 

L'emigrazione ambientale può essere considerata come una strategia legittima di adattamento e sopravvivenza adottata nel corso di tutta la storia umana e che in futuro assumerà un'importanza sempre crescente. Per questo motivo è molto importante la capacità di adattamento dei paesi colpiti, aspetto che dipende non solo dal potenziale economico, ma anche da aspetti geografici: gli stati oceanici sono a questo proposito fra i più vulnerabili indipendentemente dal loro grado di sviluppo. Inoltre non tutta la popolazione mondiale è in grado di emigrare: dipende anche dalle risorse economiche delle singole famiglie ed individui.

 

La grande sete di fine secolo: il clima malato presenta il conto

Nel 2100 un miliardo di persone senza acqua sufficiente nelle città. In aumento alluvioni e carestie. Scenari catastrofici (e vie di fuga) nel rapporto del gruppo Onu premiato con il Nobel nel 2007

 

 

Sarà l'impatto, a fine secolo, del cambiamento climatico nell'ipotesi di un aumento di 5 gradi rispetto ai livelli pre industriali: uno scenario in linea con le scelte presenti, cioè con un'economia che non riesce a frenare l'uso di combustibili fossili e continua ad aumentare le emissioni serra. Lo hanno firmato gli scienziati dell'Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change), il gruppo di lavoro Onu premiato con il Nobel per la pace.

 

Nella seconda parte del quinto rapporto, resa nota oggi, si spiega che il rischio di una catastrofe climatica non viene solo proiettato nello scenario della seconda metà del secolo, ma è già reale. Il cambiamento climatico è in atto: l'ondata di calore che ha prodotto 70 mila morti aggiuntive in Europa nel 2003, gli incendi che hanno devastato la Russia nel 2010, l'uragano che ha colpito New York nel 2012 sono il biglietto da visita di un possibile futuro.

Senza la mitigazione del trend, cioè senza un taglio delle emissioni di CO2 robusto e rapido, "l'adattamento sarà impossibile per alcuni ecosistemi" e il numero di affamati crescerà (25 milioni in più di bambini sotto i 5 anni malnutriti).

CON LA CONTINUAZIONE DI IRRORAZIONE DAI CIELI DI SOSTANZE METALLICHE E TOSSICHE NON SE NE PUO’ VENIRE FUORI!

 

Ma non è una condanna già scritta. Il conto che dovremo pagare per gli errori del passato non è ancora definito: molto dipenderà da quello che faremo nei prossimi anni. Un passaggio veloce a un sistema produttivo basato sull'efficienza, sulle fonti rinnovabili e sul riciclo dei materiali apre le porte dello scenario più favorevole, quello in cui i danni sono contenuti a livelli accettabili…..FINIRE LE IRRORAZIONI!

 

"È l'intreccio perverso tra crescita demografica, consumi sbagliati e cambiamento climatico che rischia di essere fatale", commenta Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf. "Già oggi l'energia solare intrappolata su ogni metro quadrato ha superato il limite di guardia: senza interventi correttivi, a fine secolo si arriverà a un valore quattro volte superiore. Una prospettiva che trascina con sé l'aumento di fame, conflitti e guerre".

 

Proprio perché varie possibilità restano aperte, il ventaglio degli scenari tracciati dall'Ipcc è ampio. Anche il più favorevole però non è indolore perché - avvertono i climatologi - i tempi di recupero dell'atmosfera sono lenti: più del 20 per cento dell'anidride carbonica immessa in atmosfera continua a bloccare la fuoriuscita del calore per oltre mille anni. E abbiamo già sparato in cielo una quantità enorme di carbonio: 545 miliardi di tonnellate, più della metà del tetto oltre il quale si supererebbero i 2 gradi di aumento della temperatura rischiando un global warming catastrofico.

 

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I margini per un intervento efficace ci sono ancora, anche se si assottigliano anno dopo anno. Una rapida correzione di rotta riuscirebbe a ridurre da un miliardo a una cifra più vicina a quella attuale (150 milioni) il numero dei cittadini senza acqua sufficiente a disposizione; farebbe scendere da 5,2 miliardi a 1,7 le persone esposte al rischio di malaria nel 2050;

salverebbe l'Amazzonia che, sotto l'assalto di strade, fattorie e incendi, rischia di perdere la sua straordinaria ricchezza trasformandosi in zona semi arida.

 

L'analisi Ipcc mostra anche come il global warming stia colpendo in modo differenziato le varie aree del Pianeta. In Australia le siccità prolungate hanno già messo in difficoltà l'ornitorinco, il koala e alcune specie di canguro. In Africa il crollo della pesca, da cui dipende un terzo delle proteine necessarie alla sopravvivenza, arriverà

in alcune aree al 21 per cento.

In Asia le città costiere saranno a rischio inondazione e la pressione dei deserti interni crescerà. Alcuni Stati, le piccole isole a fior d'acqua, rischiano di sparire, cancellati dalla crescita dei mari. E il cambiamento toccherà anche l'Italia, rendendo più disastrose piogge ormai di intensità monsonica: in Europa le alluvioni potranno colpire fino a 5,5 milioni di persone, causando danni per 17 miliardi di euro l'anno.

 

 

Cibo, 50 milioni di persone in più soffriranno la fame nel 2050 a causa del cambiamento climatico

Un rapporto Oxfam: "Un clima che affama" sottolinea che le variazioni del clima potranno generare 25 milioni di bambini malnutriti in più e diminuire la produttività agricola. Sarebbe sufficiente il 5% del patrimonio delle 100 persone più ricche al mondo per l'adattamento atmosferico nei paesi poveri

 

 

ROMA - Il cambiamento climatico potrebbe far tornare indietro la lotta contro la fame di molti anni se non si adotteranno le misure necessarie. A dirlo è il rapporto Oxfam "Un clima che affama" che analizza la situazione a livello globale e dà i voti agli Stati in base all'impegno che stanno mettendo per attuare le dieci misure necessarie a evitare una catastrofe alimentare.

 

La metà dei nuovi affamati saranno bambini. Se le politiche degli Stati non cambiassero, i primi a rimetterci sarebbero i più piccoli. I bimbi sotto i 5 anni costituirebbero il 50% dei nuovi affamati per un totale di circa 25 milioni, un numero pari a tutti i coetanei di Stati Uniti e Canada. Il cambiamento climatico influirà anche sull'agricoltura: la produttività diminuirà del 2% a fronte di un aumento della richiesta del 14%. "A essere a rischio - ha detto Elisa Bacciotti, direttrice campagne di Oxfam Italia - è la disponibilità e la qualità del cibo di cui tutti abbiamo bisogno. Ma attualmente le istituzioni non sembrano in grado di cambiare le loro politiche."

 

Un allarme globale. Oxfam ha denunciato il pericolo proprio mentre in Giappone i governi di tutto il mondo sono riuniti per discutere il nuovo rapporto dell'IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici) da cui emerge che il riscaldamento globale avrà un impatto sulla disponibilità di cibo ben più grave del previsto. Secondo lo studio, che analizza gli Stati in base a dieci politiche necessarie a contrastare gli effetti del mutamento climatico, risulta che ad oggi tutti i Paesi sono impreparati ed esiste un grande divario tra ciò che stanno facendo e quello che dovrebbero fare per "mettere al sicuro" il sistema alimentare.

 

I dieci comandamenti anti-fame. La Ong ha dato un voto da uno a dieci per ogni punto che riguarda gli impegni portati avanti, più o meno, dagli Stati. Sono due gli step ritenuti sufficienti o appena sufficienti: investimenti in agricoltura e gli aiuti umanitari, sebbene ci sia ancora molto da fare. Appena sufficienti invece quelli riguardanti le riserve alimentari (che sono ai minimi storici) e la discriminazione di genere: le donne rappresentano infatti il 43% della forza lavoro ma raramente posseggono terre e possono adottare nuovi tipi di agricoltura.

 

Impegni e regole da rispettare. Previdenza sociale e previsioni meteo hanno ricevuto 3 punti su dieci. Nel mondo solo il 20% della popolazione ha accesso a programmi di welfare adeguati per sopravvivere in una situazione di carenza di cibo. Il meteo aiuta gli agricoltori a salvare il proprio raccolto, ma se in California esiste una stazione meteo ogni 2 mila chilometri, in Ciad ce n'è una ogni 80 mila. Prende due il settore che riguarda la Ricerca e sviluppo nell'agricoltura: la diversità dei semi è diminuita del 75% negli ultimi 100 anni, riducendo la varietà delle colture più resistenti ai cambiamenti climatici. I paesi poveri spendono un sesto dei ricchi nella ricerca e sviluppo di materie agricole.

 

Irrigazione e assicurazione sui raccolti sono il tasto dolente. A prendere la votazione più bassa sono tre settori: primo fra tutti il finanziamento dell'adattamento dei raccolti ai mutamenti climatici che i paesi ricchi avevano promesso: fino ad oggi solo il 2% della cifra necessaria è stato messo a disposizione. Ultimi posti anche per il sistema d'irrigazione nei paesi più deboli e l'assicurazione sui raccolti. Solo l'1% degli agricoltori degli Stati poveri (come per esempio il Malawi) ha assicurato il raccolto. Negli Stati Uniti il 91% ha un'assicurazione di questo tipo.

 

I paesi ricchi potrebbero risolvere il problema. "La fame - ha aggiunto Bacciotti - non è inevitabile. Se i governi agissero sui cambiamenti climatici, si potrebbe sradicare la fame nel prossimo decennio e garantire cibo ai nostri figli e nipoti per la seconda metà del secolo. Per finanziare l'adattamento climatico, per esempio, non servono grandissime risorse, ai paesi più poveri servono circa 100 miliardi di dollari all'anno". Una cifra che equivale al 5 % del patrimonio delle cento persone più ricche del pianeta.

 

Clima, l'uomo è colpevole dei cambiamenti: scienziati d'accordo, popolazione scettica

Un gruppo di lavoro ha analizzato quasi 12 mila relazioni scientifiche sull'argomento pubblicate in 20 anni. Risultato: gli esperti sono d'accordo nell'attribuire alle attività umane la responsabilità del surriscaldamento globale. Ma le persone comuni pensano gli studiosi siano divisi

 

Lo leggo dopo

 

SYDNEY - Ghiacciai che si sciolgono, inondazioni e trombe d'aria: il clima sta cambiando. Il colpevole è l'uomo. C'era da aspettarselo, ma in pochi sono consapevoli degli effetti che industrie, smog cittadino, e rifiuti hanno sul clima. Se non gli scienziati. E' il risultato di un esame di quasi 12 mila relazioni scientifiche e pubblicate fra il 1991 e il 2011: l'analisi comparativa più estesa finora condotta in materia.

 

La ricerca guidata da John Cook dell'Università del Queensland in Australia, fondatore del sito web skepticalscience.com, mostra che il 97,1 per cento degli scienziati sostiene che sono gli esseri umani i responsabili del riscaldamento globale. Solo l'1,9 per cento respinge tale posizione. Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, è in contrasto con la credenza diffusa nel pubblico, secondo cui gli esperti sono divisi, il che "rende più difficile guadagnare sostegno a misure politiche per frenare il cambiamento climatico", scrive Cook.

 

Infatti, i sondaggi di opinione in alcuni paesi evidenziano l'opinione comune secondo cui gli scienziati sono divisi fra chi crede che il cambiamento climatico sia causato da attività umane e chi lo spiega con altre cause come oscillazioni naturali o macchie solari. In un sondaggio del Pew Research Centre in Usa, alla domanda se gli scienziati siano d'accordo che la Terra sia più calda a causa dell'attività umana, il 45 per cento ha risposto affermativamente e il 43 per cento negativamente.

 

In Australia, una ricerca dello stesso Cook suggerisce che fra il pubblico prevalga l'impressione che i pareri degli scienziati siano divisi in parti uguali sulla questione.

“Ma qui ci sono in gioco grandi somme di denaro …per mettere tutto quello che accade a tacere…scenziati onestissimi e quelli corrotti…

Ma la verita’ verra’ a galla…e speriamo che non sia troppo tardi….”

 

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/12/02/news/mosche_e_vespe_sostituiscono_le_api_per_impollinazione-128632779/?ref=search

 

 

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CANCRO : DI BELLA AVEVA RAGIONE, ACIDO RETINOICO E MELATONINA CURANO IL CANCRO!

La Melatonina usata da Di Bella già nel 1969, quando nessuno ne parlava e sapeva cosa fosse, oggi è oggetto di studio e ricerca dato che si sta scoprendo le sue incredibili capacità curative tanto che alcuni scienziati l’hanno chiamata la “Molecola dell’Immortalità”. Ebbene tanto le case farmaceutiche e i conservatori della classe medica italiana erano contro che nel 1996 ne vietarono la somministrazione. Le ragioni? Possiamo immaginarle, e dato che oggi si trova anche al supermercato possiamo di sicuro dire che non era per proteggere la nostra salute, anzi.

 

 

 

Oggi chiunque può verificare sulla massima banca dati medico scientifica mondiale PUBMED l’enorme sviluppo della ricerca sulla melatonina con 20.908 pubblicazioni che documentano effetti rilevanti in patologie cardiocircolatorie, ematologiche, oncologiche, degenerative, immunitarie e tumorali.

 

 

 

Per chi non sapesse la storia del Metodo Di Bella per la cura dei tumori deve sapere che è basato sul fatto che tutti gli organismi viventi possiedono sia i meccanismi responsabili della differenziazione e della crescita delle cellule tumorali, sia le difese per combattere lo sviluppo delle medesime. Insomma la formazione di cellule cancerose è tanto naturale quanto la loro eliminazione.

 

 

 

La terapia del professor DI BELLA , agendo sulle cellule sane e sul loro metabolismo e non direttamente sulle cellule tumorali, si propone di stimolare i meccanismi “naturali” di lotta dell’organismo e, attraverso questi, di produrre attorno ad ogni cellula “degenerata” un ambiente sfavorevole ed ostile per le sue funzioni vitali, siano esse di crescita che di riproduzione.

 

 

 

Così facendo la terapia cerca di ridurre le capacità vitali e riproduttive della cellula malata impedendogli di crescere e di proliferare in maniera abnorme. Nel contempo favorisce la “maturazione strutturale” (invecchiamento) del tessuto tumorale aumentando pertanto le possibilità che le cellule anomale vadano incontro ad una precoce “apoptosi” e cioè alla morte naturale.

 

 

 

Come puoi ben capire è un approccio diametralmente opposto alla chemioterapia che invece distrugge sia cellule sane che cellule malate, debilitando l’intero organismo. La cura Di Bella cerca proprio di rafforzare le naturali funzioni difensive del corpo e di sottrarre nutrimento alle cellule tumorali.

 

 

 

Qualche giorno fa è stata pubblicata una ricerca pubblicata su Stem Cells International, sulle cellule staminali che documenta l’effetto differenziante – e dunque potenzialmente antitumorale – di due sostanze della terapia Di Bella: l’acido retinoico e la melatonina. Sono entrambe molecole particolari, tossiche per le cellule tumorali e vitali per quelle sane.

 

 

 

Soddisfatto anche il figlio di Luigi Di Bella e presidente dell’omonima Fondazione: “Si è avuta un’ulteriore conferma che l’acido retinoico esercita le più elevate proprietà differenzianti e che la melatonina ne amplifica l’effetto. È la piena conferma dell’intuizione di mio padre, che oltre 20 anni fa – in assenza di tecniche di biologia molecolare in grado di evidenziare i recettori nucleari dei retinoidi e della melatonina – ne aveva previsto non solo l’esistenza ma anche l’interazione, come documentato oggi”.

 

 

 

Prosegue Di Bella: si e’ aggiunto l’acido butirrico perche’agisce come ‘decompattatore’ del DNA consentendo agli agenti differenzianti (acido retinoico e melatonina) di interagire con le sequenze del DNA di cui regolano l’espressione genica”.

 

 

 

Ma questo è solo l’ultimo studio di una serie di conferme che il Metodo Di Bella, prima bistrattato e ridicolizzato, sta ora avendo dal mondo scientifico. Luigi Di Bella prima di morire nel 2003 disse: «Prima o poi dovranno imbattersi contro la mia terapia».

 

 

 

Ad esempio qualche tempo fa è stata pubblicata una ricerca sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences che dimostrava come l’acido retinoico fosse utile contro il cancro. Nell’abstract si concludeva dicendo: “le cellule neoplastiche vanno incontro all’autodistruzione, attraverso un processo di morte cellulare programmata definito apoptosi, sia in vitro sia in vivo“.

 

 

 

Tratto da: dionidream

 

 

 

La Melatonina usata da Di Bella già nel 1969, quando nessuno ne parlava e sapeva cosa fosse, oggi è oggetto di studio e ricerca dato che si sta scoprendo le sue incredibili capacità curative tanto che alcuni scienziati l’hanno chiamata la “Molecola dell’Immortalità”. Ebbene tanto le case farmaceutiche e i conservatori della classe medica italiana erano contro che nel 1996 ne vietarono la somministrazione. Le ragioni? Possiamo immaginarle, e dato che oggi si trova anche al supermercato possiamo di sicuro dire che non era per proteggere la nostra salute, anzi.

 

 

 

Oggi chiunque può verificare sulla massima banca dati medico scientifica mondiale PUBMED l’enorme sviluppo della ricerca sulla melatonina con 20.908 pubblicazioni che documentano effetti rilevanti in patologie cardiocircolatorie, ematologiche, oncologiche, degenerative, immunitarie e tumorali.

 

 

 

Per chi non sapesse la storia del Metodo Di Bella per la cura dei tumori deve sapere che è basato sul fatto che tutti gli organismi viventi possiedono sia i meccanismi responsabili della differenziazione e della crescita delle cellule tumorali, sia le difese per combattere lo sviluppo delle medesime. Insomma la formazione di cellule cancerose è tanto naturale quanto la loro eliminazione.

 

 

 

La terapia del professor DI BELLA , agendo sulle cellule sane e sul loro metabolismo e non direttamente sulle cellule tumorali, si propone di stimolare i meccanismi “naturali” di lotta dell’organismo e, attraverso questi, di produrre attorno ad ogni cellula “degenerata” un ambiente sfavorevole ed ostile per le sue funzioni vitali, siano esse di crescita che di riproduzione.

 

 

 

Così facendo la terapia cerca di ridurre le capacità vitali e riproduttive della cellula malata impedendogli di crescere e di proliferare in maniera abnorme. Nel contempo favorisce la “maturazione strutturale” (invecchiamento) del tessuto tumorale aumentando pertanto le possibilità che le cellule anomale vadano incontro ad una precoce “apoptosi” e cioè alla morte naturale.

 

 

 

Come puoi ben capire è un approccio diametralmente opposto alla chemioterapia che invece distrugge sia cellule sane che cellule malate, debilitando l’intero organismo. La cura Di Bella cerca proprio di rafforzare le naturali funzioni difensive del corpo e di sottrarre nutrimento alle cellule tumorali.

 

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Qualche giorno fa è stata pubblicata una ricerca pubblicata su Stem Cells International, sulle cellule staminali che documenta l’effetto differenziante – e dunque potenzialmente antitumorale – di due sostanze della terapia Di Bella: l’acido retinoico e la melatonina. Sono entrambe molecole particolari, tossiche per le cellule tumorali e vitali per quelle sane.

 

 

 

Soddisfatto anche il figlio di Luigi Di Bella e presidente dell’omonima Fondazione: “Si è avuta un’ulteriore conferma che l’acido retinoico esercita le più elevate proprietà differenzianti e che la melatonina ne amplifica l’effetto. È la piena conferma dell’intuizione di mio padre, che oltre 20 anni fa – in assenza di tecniche di biologia molecolare in grado di evidenziare i recettori nucleari dei retinoidi e della melatonina – ne aveva previsto non solo l’esistenza ma anche l’interazione, come documentato oggi”.

 

 

 

Prosegue Di Bella: si e’ aggiunto l’acido butirrico perche’agisce come ‘decompattatore’ del DNA consentendo agli agenti differenzianti (acido retinoico e melatonina) di interagire con le sequenze del DNA di cui regolano l’espressione genica”.

 

 

 

Ma questo è solo l’ultimo studio di una serie di conferme che il Metodo Di Bella, prima bistrattato e ridicolizzato, sta ora avendo dal mondo scientifico. Luigi Di Bella prima di morire nel 2003 disse: «Prima o poi dovranno imbattersi contro la mia terapia».

 

 

 

Ad esempio qualche tempo fa è stata pubblicata una ricerca sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences che dimostrava come l’acido retinoico fosse utile contro il cancro. Nell’abstract si concludeva dicendo: “le cellule neoplastiche vanno incontro all’autodistruzione, attraverso un processo di morte cellulare programmata definito apoptosi, sia in vitro sia in vivo“.

 

 

 

Tratto da: dionidream

 

La Melatonina usata da Di Bella già nel 1969, quando nessuno ne parlava e sapeva cosa fosse, oggi è oggetto di studio e ricerca dato che si sta scoprendo le sue incredibili capacità curative tanto che alcuni scienziati l’hanno chiamata la “Molecola dell’Immortalità”. Ebbene tanto le case farmaceutiche e i conservatori della classe medica italiana erano contro che nel 1996 ne vietarono la somministrazione. Le ragioni? Possiamo immaginarle, e dato che oggi si trova anche al supermercato possiamo di sicuro dire che non era per proteggere la nostra salute, anzi.

 

 

 

Oggi chiunque può verificare sulla massima banca dati medico scientifica mondiale PUBMED l’enorme sviluppo della ricerca sulla melatonina con 20.908 pubblicazioni che documentano effetti rilevanti in patologie cardiocircolatorie, ematologiche, oncologiche, degenerative, immunitarie e tumorali.

 

 

 

Per chi non sapesse la storia del Metodo Di Bella per la cura dei tumori deve sapere che è basato sul fatto che tutti gli organismi viventi possiedono sia i meccanismi responsabili della differenziazione e della crescita delle cellule tumorali, sia le difese per combattere lo sviluppo delle medesime. Insomma la formazione di cellule cancerose è tanto naturale quanto la loro eliminazione.

 

 

 

La terapia del professor DI BELLA , agendo sulle cellule sane e sul loro metabolismo e non direttamente sulle cellule tumorali, si propone di stimolare i meccanismi “naturali” di lotta dell’organismo e, attraverso questi, di produrre attorno ad ogni cellula “degenerata” un ambiente sfavorevole ed ostile per le sue funzioni vitali, siano esse di crescita che di riproduzione.

 

 

 

Così facendo la terapia cerca di ridurre le capacità vitali e riproduttive della cellula malata impedendogli di crescere e di proliferare in maniera abnorme. Nel contempo favorisce la “maturazione strutturale” (invecchiamento) del tessuto tumorale aumentando pertanto le possibilità che le cellule anomale vadano incontro ad una precoce “apoptosi” e cioè alla morte naturale.

 

 

 

Come puoi ben capire è un approccio diametralmente opposto alla chemioterapia che invece distrugge sia cellule sane che cellule malate, debilitando l’intero organismo. La cura Di Bella cerca proprio di rafforzare le naturali funzioni difensive del corpo e di sottrarre nutrimento alle cellule tumorali.

 

 

 

Qualche giorno fa è stata pubblicata una ricerca pubblicata su Stem Cells International, sulle cellule staminali che documenta l’effetto differenziante – e dunque potenzialmente antitumorale – di due sostanze della terapia Di Bella: l’acido retinoico e la melatonina. Sono entrambe molecole particolari, tossiche per le cellule tumorali e vitali per quelle sane.

 

 

 

Soddisfatto anche il figlio di Luigi Di Bella e presidente dell’omonima Fondazione: “Si è avuta un’ulteriore conferma che l’acido retinoico esercita le più elevate proprietà differenzianti e che la melatonina ne amplifica l’effetto. È la piena conferma dell’intuizione di mio padre, che oltre 20 anni fa – in assenza di tecniche di biologia molecolare in grado di evidenziare i recettori nucleari dei retinoidi e della melatonina – ne aveva previsto non solo l’esistenza ma anche l’interazione, come documentato oggi”.

 

 

 

Prosegue Di Bella: si e’ aggiunto l’acido butirrico perche’agisce come ‘decompattatore’ del DNA consentendo agli agenti differenzianti (acido retinoico e melatonina) di interagire con le sequenze del DNA di cui regolano l’espressione genica”.

 

 

 

Ma questo è solo l’ultimo studio di una serie di conferme che il Metodo Di Bella, prima bistrattato e ridicolizzato, sta ora avendo dal mondo scientifico. Luigi Di Bella prima di morire nel 2003 disse: «Prima o poi dovranno imbattersi contro la mia terapia».

 

 

 

Ad esempio qualche tempo fa è stata pubblicata una ricerca sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences che dimostrava come l’acido retinoico fosse utile contro il cancro. Nell’abstract si concludeva dicendo: “le cellule neoplastiche vanno incontro all’autodistruzione, attraverso un processo di morte cellulare programmata definito apoptosi, sia in vitro sia in vivo“.

 

 

 

Tratto da: dionidream

 

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BERE ACQUA APPENA SVEGLIO – ECCO TUTTI I BENEFICI DI QUESTA ANTICA PRATICA…

Sapevi che i giapponesi hanno l’abitudine di bere l’acqua immediatamente dopo il risveglio? Si tratta di un’antica tradizione usata per la guarigione di numerose malattie

che è diventata popolare durante la 2° Guerra Mondiale dopo che un noto giornale dell’epoca ne ha decantato i numerosi effetti benefici. Bere acqua con regolarità non è soltanto una buona abitudine, ma è una vera e propria cura che può aiutare anche in caso di malattie molto gravi.

In particolar modo è indicata in caso di:

Mal di testa;

Dolori muscolari;

Problemi cardiaci;

Battito del cuore accelerato;

Epilessia;

Colesterolo;

Bronchite;

Asma;

Meningite;

Malattie renali e alle vie urinarie;

Vomito;

Diarrea;

Gastrite;

Diabete;

Costipazione;

Problemi mestruali;

Malattie legate agli occhi;

Malattie legate all’utero;

Malattie legate alle orecchie, naso e gola.

Bere acqua la mattina può apportare vari benefici per la salute, dei quali si può godere se adottate questa buona abitudine tutti i giorni. Tutti gli organi hanno bisogno di acqua per funzionare correttamente e non c’è niente di meglio che idratarli appena svegli.

Il consumo di acqua a stomaco vuoto contribuisce all’eliminazione di tossine e di altri scarti di cui l’organismo non ha bisogno e che ne possono danneggiare la salute. In tal modo, quando bevete acqua a stomaco vuoto, favorite la depurazione dell’organismo e addirittura accelerate il metabolismo.

Quando bevete acqua a stomaco vuoto, ottenete anche altri benefici importanti come la regolazione della temperatura interna, l’idratazione degli organi vitali, un migliore assorbimento dei nutrienti e l’ossigenazione delle cellule. Bere acqua a stomaco vuoto, inoltre, può anche contribuire alla perdita di peso poiché questo liquido può provocare una sensazione di sazietà che frena il desiderio di mangiare tutto il tempo.

Per una maggiore efficacia, bevi con regolarità in questo modo: Appena sveglio, prima di lavarti i denti, bevi 4 bicchieri d’acqua (circa 200 ml) la piu’ leggera possibile nel senso che abbia un residuo fisso molto basso come ad esempio

Lauretana

Plose

Montebianco

Lavati i denti e non mangiare e bere niente per almeno 45 minuti; Dopo 45 minuti puoi fare la tua solita colazione;

Dopo colazione, pranzo e cena non mangiare e bere nient’altro per almeno 2 ore;

Chi ha problemi di salute, è in là con l’età o semplicemente non riesce a bere 4 bicchieri d’acqua a stomaco vuoto può iniziare gradualmente fino a raggiungere la quantità giusta. Come detto in precedenza, questa semplice abitudine è indicata per numerosi problemi. Se invece sei una persona sana, noterai un netto aumento delle tue energie e lucidità.

Questo metodo non deve essere utilizzato soltanto in presenza di alcune malattie, ma dovrebbe essere parte integrante della vita di ognuno di noi.

http://altervista.org/beretantaacqualamattina.html

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Massaggia per 60 secondi le tua dita, guarda cosa succede al tuo corpo...

La riflessologia è una valida ed efficace tecnica per esaminare e trattare svariati problemi di salute. Si basa sul presupposto che ogni organo o apparato abbia proiezioni in altre specifiche aree del corpo (piede, mano, viso, orecchio ecc.), così come individuate da apposite mappe (nella foto). Opportune pressioni su queste aree producono una reazione nell’organo corrispondente.

 

Oltre che rivolgendoci a un riflessologo, possiamo ottenere ottimi risultati anche con l’automassaggio, ovvero praticando da soli un trattamento riflessologico speditivo.

 

Per alleggerire tensioni e nervosismo, in vista di un impegno importante, di un esame o di un’interrogazione, o semplicemente perché ci sentiamo sotto pressione e incapaci di rilassarci, potremo efficacemente utilizzare la riflessologia della mano.

 

L’obiettivo della riflessologia è cercare un effetto riequilibrante, ed è per questo che è capace di alleviare vari tipi di dolori e malesseri.

 

In questo articolo ti spieghiamo come la riflessologia, applicata sulle dita della mano, può darci grandissimi benefici.

 

Pollice: è connesso ai polmoni e al cuore. Per tanto, se ci sentiamo con il fiato corto, dobbiamo effettuare un massaggio su questo dito.

 

Anulare: connesso allo stomaco e all’intestino, va massaggiato se si soffre di stitichezza o di altri problemi stomacali.

 

Indice: è connesso al colon e allo stomaco. Allevia stitichezza e diarrea. Massaggialo per 60 secondi.

 

Medio: se si soffre di insonnia, massaggiare il dito medio può essere un ottimo metodo per favorire il sonno. E’ utile anche per ridurre vertigini e nausea.

 

Mignolo: emicrania e dolore al collo sono spesso causati da problemi al flusso sanguigno. Per risolvere questo problema puoi provare ad effettuare un semplice massaggio al mignolo.

 

Fonte: Rimedio-Naturale.it

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