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Se non blocchi la paura non vedrai mai la realta che hai creato

Se non blocchi la paura, non vedrai mai la realta' che hai creato

Noi siamo reali quanto lo e' Dio. Questa e' la nostra natura di fondo, cosi' siamo stati concepiti.
Ma allora cosa e' successo?
Abbiamo paura. Comincia tutto con la mente: la mente teme di essere controllata e per sfuggirvi crea la PAURA, LA NON-REALTA'

La preghiera vi riunisce a voi stessi. L'anima e' infinita, e' anche al di sopra dello spazio e del tempo. La vostra mente lo sa e reagisce contro il tocco della coscienza perche' altrimenti perdera' il controllo che mantiene facendo leva sulle paure.

Non appena iniziate una regolare preghiera quotidiana la vostra vita imbocca automaticamente una via piu' retta e sensibile.

il primo segno di quella pratica e' che i vostri "amici" cominceranno ad abbandonarvi. Perche'? Ma chi sono in definitiva i vostri amici? Di solito gli amici esistono per via del destino e delle circostanze, non per via della consapevolezza e dell'impegno. Sono amici delle vostre abitudini.
Quando fate amicizia con la vostra coscienza e abitate in Dio, non avete bisogno di amici. O forse avrete molti amici.

Com'e' possibile che siate soli? come potete sentirvi in una condizione di bisogno al punto da creare contatti fondati sulle emozioni e sui riflessi temperamentali? questa e' la verita'! siete in grado di cogliere e vivere la verita'?
Si, perche' la preghiera e' tutto in voi e puo' condurre la vostra mente al raffinamento e alla realta' perche' la paura e' una non-realta'.

Volete costantemente sapere cosa e' vero. E' il vostro ISTINTO. La verita' e' cio' che non ha paura. Se detta con paura anche una verita' diventa menzogna.

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Se non blocchi questa paura non vedrai mai la realta' che hai creato. L'orgoglio suscita paura e ansia.
Se addestrate in questo modo la mente vivrete in una condizione assolutamente priva della paura, sarete liberi perche' Dio vive in voi perche' PAURA E VERITA' NON POSSONO CONVIVERE.

CON LA BENEDIZIONE

Con la benedizione della preghiera del GURU, possiate voi elevare la vostra coscienza senza sosta e percorrere il cammino dello spirito ad ogni passo
Che il GURU ci benedica cosi' da poter servitre tutti coloro che siamo destinati a servire.

Dacci la prospettiva per raggiungere ogni cuore, ogni essere, cosi' da portare pace e serenita.
Grazie per questo giorno e per questa serata e per questa occasione di parlare e di condividere.

Sei la piu' gentile di tutte le gentilezze. Sei il signore di tutti i signori.
Che la tua luce ci guidi ad ogni nostro passo e per tutta la vita
SAT NAM

(Yogi Harbhajan) DAL LIBRO LA MENTE

anche io invoco la benedizione di Dio su di te e ti auguro ogni bene, carmen- Joti Kaur DI SPAZIOSACRO

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DOMANDE A RUMI GRANDE MAESTRO SPIRITUALE

Chiesero a Rumi, maestro spirituale persiano del tredicesimo secolo:

Cos'è il veleno?
Tutto ciò che va oltre ciò di cui abbiamo bisogno è veleno. Può essere potere, pigrizia, cibo, ego, ambizione, paura, rabbia, o qualsiasi altra cosa ...

Cos'è la paura?
La non accettazione dell'incertezza. Se accettiamo l'incertezza, diventa un'avventura.

Cos'è l'invidia?
La non accettazione della beatitudine nell'altro. Se lo accettiamo, diventa ispirazione.

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Cos'è la rabbia?
La non accettazione di ciò che è al di fuori del nostro controllo. Se accettiamo, diventa tolleranza.

Cos'è l'odio?
La non accettazione delle persone così come sono. Se li accettiamo incondizionatamente, allora diventa amore.

Cos'è la maturità spirituale?
È quando smettiamo di provare a cambiare gli altri e ci concentriamo sul cambiare noi stessi.
È quando accettiamo le persone così come sono.
È quando capiamo che tutti hanno successo secondo la loro prospettiva.
È quando impariamo a lasciar andare.
È quando siamo in grado di non avere aspettative in una relazione, e diamo solo per il piacere di dare.
È quando capiamo che ciò che facciamo, lo facciamo per la nostra stessa pace.
È quando perdiamo la necessità di mostrare al mondo quanto siamo intelligenti.
È quando smettiamo di cercare l'approvazione degli altri.
È quando smettiamo di paragonarci agli altri.
È quando siamo in pace con noi stessi.
La maturità spirituale è quando siamo in grado di distinguere tra bisogno e volere e siamo in grado di lasciar andare questa volontà.
La maturità spirituale si ottiene quando smettiamo di cercare la felicità nelle cose materiali.

Jalal ad-Din Muhammad Rumi - XIII secolo

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IL PERDONO TANTI SAGGI NE PARLANO

 IL PERDONO

TANTI SAGGI ME PARLANO

NESSUNO UOMO POTRA’ MAI PERDONARE SENZA L’AIUTO DELLA GRAZIA DIVINA
Ho letto il libro sui chakra di RAFAEL PAYEUR filosofo- teologo .

Scrivo un pezzo dal suo libro sul chakra frontale e sul perdono

“A livello del chakra della fronte il primo atteggiamento da sviluppare e’ quello del PERDONO
Prima di capire cosa significhi il perdono e’ importante precisarne i contorni perche’ si tratta di un’esperienza molto diversa da quella che generalmente ci si immagina
Il perdono infatti introduce l’aspirante a un vero e proprio cambiamento di coscienza attraverso il quale puo’ trascendere il proprio io personale per accedere all’io transpersonale.
Per arrivare a questo e’ necessaria una lunga maturazione che comincia con il risveglio e l’armonizzazione dei primi tre chakra.
Il risveglio del chakra del cuore,poi, permette che ci sia un’apertura verso l’altro, quello della gola, un’unione con lui, e quello della fronte infine, una trasmutazione dell’intero essere
NESSUN PERDONO E’ POSSIBILE PRIMA CHE VENGA PIENAMENTE INTEGRATO UN TAL PERCORSO EVOLUTIVO
E PRIMA CHE VENGA ACQUISITO UN AUTENTICO SENSO DEL SACRIFICIO.
Il perdono infatti esige innanzitutto che si sappia oltrepassare se’ stessi
In questa prospettiva, IL PERDONO SARA’ POSSIBILE SOLTANTO AL PREZZO DI UNA TERRIBILE RINUNCIA.
Nel suo studio del perdono Sergaj Prokofev, nipote del celebre compositore, mette in evidenza questo fatto.
PERDONARE ESIGE UN TERRIBILE DOLORE: RINUNCIARE AL PROPRIO DIRITTO, A CIO’ CUI TENIAMO MAGGIORMENTE.
Quindi il perdono implica una profonda sofferenza per l’ego ma e’ una vittoria su di se’ ed e’ proprio attraverso questo che l’ego e’ alchemizzato.
L’aspirante deve ricordarsi allora, che tutto quello che non e’ dato e’ perduto e tutto quanto e’ trattenuto per se’ e’ smarrito.
NESSUNO UOMO DUNQUE POTRA’ MAI PERDONARE SENZA L’AIUTO DELLA GRAZIA DIVINA e per imparare questo occorre aprirsi alle forze superiori
e benche’ esso rappresenti una realta’ soprannaturale, il perdono e’ comunque una dimensione essenziale della vita.
Il rifiuto di perdonare e’ sempre un ripiegamento su se stessi che inacidisce la persona e nega la sua vocazione fondamentale.
Rifiutando di perdonare, infatti, l’aspirante si separa dall’altro e si allontana,nello stesso tempo, dalla propria essenza profonda.
Il rifiuto di perdonare conduce inevitabilmente alla morte
Appare anche chiaramente che il perdono non e’ una scelta morale, ne’ un’opzione etica, ma una necessita’ ontologica.
E’ importante pero’ sapere che il perdono non consiste nel dimenticare l’errore (la dimenticanza e’ una fuga, e’ contraria a ogni relazione autentica e sincera)
D’altronde,c’e’ una solo cosa che DIO stesso non e’ capace di fare: far si’ che le cose fatte non siano mai state fatte.
PERDONARE NON SIGNIFICA CERCARE DI SCUSARE L’OFFESA, NE’ NEGARLA IN ALCUN MODO, POICHE’ ALLORA NON CI SAREBBE PIU’ NULLA DA DOVER PERDONARE.
AL CONTRARIO, PERDONARE CONSISTE NEL RICONOSCERE L’OFFESA MA NEL RINUNCIARE, D’ALTRA PARTE, A QUALUNQUE TIPO DI COMPENSAZIONE.
IN EFFETTI IL PERDONO NON SCUSA NULLA, POICHE’ “IL PERDONO E’ PROPRIO LA’ PER PERDONARE CIO’ CHE NESSUNA SCUSA SAPREBBE SCUSARE”
Se il perdono non cancella l’offesa tuttavia la trascende per il fatto che
L’OFFESO RINUNCIA AI PROPRI DIRITTI PIU’ LEGITTIMI E NON ESIGE ALCUNA RIPARAZIONE PER IL DANNO SUBITO!
La RINUNCIA PERMETTE ALLE PERSONE COINVOLTE DI LIBERARSI VERAMENTE DAL CERCHIO TREMENDO DELLA COLPEVOLEZZA O DELLA VENDETTA,
IL CERCHIO CHIUSO DEL MONDO.
IL PERDONO QUINDI INSTAURA UN FUTURO DIVERSO DA QUELLO IMPOSTO DAL PASSATO O DALLA MEMORIA FACENDO APPELLO ALLA DINAMICA DELL’AMORE.
Esso e’ veramente un atto “ri-creativo”
POICHE’ REINTRODUCE TRA CHI OFFENDE E CHI E’ OFFESO, UNA NUOVA FORMA DI ALLEANZA.


Quando noi odiamo una persona siamo legati a lei da un legame emozionale più forte dell'acciaio. Il perdono è l'unico modo per rompere tale legame e ritornare liberi

"Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, pregate per quelli che vi oltraggiano... Perché se amate quelli che vi amano quale grazia ve ne viene?"

NON PERDONARE = serbare rancore.
<<Trattenere la rabbia e il rancore è come tenere in mano un carbone ardente con l’intento di gettarlo a qualcun altro:
sei tu quello che viene bruciato. ! >>
C'è un tipo di bruco che si chiama processionaria proprio perché avanza in fila indiana come in una processione, uno dietro l'altro, pensando che l'altro davanti, tutti gli "altri", sappiano dove stanno andando, dov'è il cibo.

In realtà il primo bruco della fila trovando un ostacolo, a volte capita che continui a girare pian piano in cerchio fino a collegarsi all'ultimo della coda! "Oh, finalmente, ho trovato la Guida, il capofila!" Se poi non succede un evento esterno, che ne stacchi almeno uno, tutti continueranno a girare in cerchio, ciascuno agganciato a quello che precede, senza mai fermarsi!... procedendo così, almeno finché qualcuno comincerà a morire stremato o di fame!... ciascuno aveva dato per scontato che fosse quello che lo precedeva a conoscere la strada giusta per il cibo.

Così, noi pure, procediamo normalmente nella vita! Questa, in gran parte, è la nostra storia, la nostra realtà, in cui quasi tutti pensiamo di aver formulato scelte autonome ed intelligenti, guardando cosa fa la maggioranza* dell'umanità. Si osserva per capire cosa hanno scelto, cosa abbiano fatto, qual'è stata la scelta migliore, quella "giusta" operata da tutti gli altri... però, alla fine, si seguono esattamente le stesse orme.
(*la maggioranza... gli "altri", "solo gli altri", noi no, mai noi.)

Così come, una delle tante "libere scelte": il non voler, non riuscir a PERDONARE!
Quale grave autocondanna quel: "Ahh, non lo/la perdonerò mai!" che a volte pronunciamo o sentiamo dire (con una stretta al cuore!)... Infatti, proprio come "è donando che si riceve" ed anche "è amando che si viene amati", così allo stesso modo: "è perdonando che si viene perdonati"... come si può procedere o evolversi con una qualsiasi zavorra?... e con quel gran peso qual'è qualsiasi risentimento o rancore non risolto... e proprio come "Ama il prossimo tuo come te stesso" con il quale Gesù ci esorta, come si può essere perdonati/amati se non si comincia a perdonare/amare se stessi... e come si può perdonare/amare un altro più di quanto non si riesca a perdonare/amare se stessi?!

Gli Apostoli: "Quante volte dobbiamo perdonare, sette?" "E perché non settanta volte sette?" (Gesù)

...e non per calcolo, non secondo la fredda mente, ma con un impulso, con un movimento spontaneo, uno slancio "di cuore" ...che nasce proprio dall'Amore, con generosità... per_donare... come quello del bimbo:
"Se non tornerete puri e semplici come bambini
non entrerete nel Regno dei Cieli"
"Quel Regno" da cui proviene Gesù,
"Generato, non Creato, della stessa sostanza del Padre"


ABBANDONO IL RANCORE ALL’AMORE

il perdono senza l'amore non può esistere e che quindi solo quando sappiamo amare prima noi stessi e poi gli altri, saremo in grado di perdonare noi stessi e quindi gli altri.


"IL POTERE DI ADESSO"
di Eckhart Tolle

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<< "Perdono" è un termine che è in uso da duemila anni, ma la maggior parte di voi ha un'opinione molto limitata di ciò che significhi. Non potete veramente perdonare voi stessi o gli altri fintanto che traete il vostro senso del sé dal passato. Solo accedendo al potere di Adesso, che è il vostro potere, può esservi vero perdono.

Ciò rende impotente il passato, e voi comprendete profondamente che nulla di ciò che avete fatto o di ciò che vi è stato fatto potrebbe toccare minimamente l'essenza radiosa di ciò che siete. L'intero concetto di perdono allora diventa superfluo. E come si arriva a questo punto di comprensione?
Quando vi abbandonate a ciò che esiste e così diventate pienamente presenti, il passato smette di avere ogni potere. Non vi serve più. La chiave è la Presenza.
La chiave è l'Adesso. Come saprò quando sarò arrivato all'abbandono?
Quando non avrai più bisogno di porre questa domanda. ...>>


Kryon Speaks, l’entourage angelico di Kryon:

TI PERDONO O E' MEGLIO DIRE :”TI LIBERO” E MI LIBERO

Ti darò una visualizzazione.
Voglio che raduni intorno a te tutti i parenti che hanno vissuto su questo pianeta, sia che tu li stia ricordando o che li stia ora percependo.
Portati là. Raduna anche tutte le persone con cui hai dei problemi, che siano vive o morte.
Circondati di tutti loro. Sono tutti realmente qui in attesa che tu faccia questo a livello interdimnsionale.
Crea questa realtà, se vuoi. Rendila molto concreta per te stesso. Sentila!

Ora voglio che li guardi negli occhi e, a quelli cui spetta, dì loro: "ti perdono" E TI LIBERO.

Circondati di tutti quelli che lavorano con te, e fai lo stesso.

Guarda la famiglia negli occhi e lascia andare l'irritazione che porti per ciò che fu detto, o per quella situazione dove ti sei sentito fare torto.

Voglio che vi circondiate della famiglia al completo e diventiate interdimensionali! Lasciate che la densità di questo perdono si diffonda su di loro. Non siate sorpresi se la cosa è reciproca, perchè questo è il catalizzatore dell'essere amati.

E' un processo necessario se volete passare al passo successivo del vostro viaggio evolutivo spirituale. Non potete portare con voi questi vecchi sentimenti in una zona vergine. Usate la compassione della conoscenza spirituale che avete per creare questo perdono.
Poi sentite la gioia della liberazione!

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PARLIAMO DI UN ARGOMENTO ATTUALE: IL BISOGNO DI OSSIGENO DELLE NOSTRE CELLULE

PARLIAMO DI UN ARGOMENTO ATTUALE: IL BISOGNO DI OSSIGENO DELLE NOSTRE CELLULE

(che con le mascherine viene molto ridotto)


Perché il rapporto cellule-ossigeno ha vinto il Nobel per la medicina
Gli studi su questo meccanismo fondamentale per l'esistenza aprono scenari su cure antitumorali. Le ricerche dei premi Nobel per la medicina 2019

William Kaelin, sir Peter Ratcliffe e Gregg Semenza. Scienziati diversi per background, formazione scientifica, nazionalità. Accomunati però da due particolari: studi seminali sul metabolismo cellulare, e un premio Nobel per la medicina appena assegnato dall’Accademia delle scienze svedese per “la scoperta di come le cellule percepiscono e si adattano alla disponibilità di ossigeno”. Vediamo insieme quali ricerche hanno portato questi tre medici sul podio più alto nel mondo della scienza, e quali conseguenze hanno avuto, e potranno avere in futuro, le loro ricerche.
Perché l’ossigeno?
L’ossigeno, non serve ricordarlo, è uno degli elementi essenziali per la vita. A livello cellulare è il carburante che alimenta i mitocondri, e permette le reazioni chimiche trasformano il cibo in energia con cui alimentare tutti i processi del nostro organismo. È per questo che le cellule devono sempre sapere quanto ossigeno hanno a disposizione, in modo da regolare i propri processi metabolici, e in particolare la respirazione, in base alla presenza/assenza di questo elemento.
Fin qui, si tratta di conoscenze note da tempo, che sono fruttate, nel tempo, già ben due premi Nobel: il primo nel 1931, quando la medaglia è stata consegnata a Otto Warburg, scopritore dell’enzima che permette la respirazione cellulare, cioè la trasformazione (attraverso reazioni chimiche a cui partecipa anche l’ossigeno) dei nutrienti in Atp, il carburante delle cellule.
Il secondo è arrivato pochi anni più tardi: nel 1938, per l’esattezza, quando Corneille Heymans si è visto assegnare il premio Nobel per la medicina per aver scoperto che esistono delle strutture specializzate, dette corpi caritodei, poste nei pressi delle arterie carotidi (quelle del collo), responsabili di monitorare il livello di ossigeno presente nel sangue, e di segnalarlo al cervello perché regoli il ritmo della respirazione. A metà dello scorso secolo, dunque, sapevamo già molto sui processi con cui il nostro corpo reagisce alla presenza, e all’assenza, dell’ossigeno. Ma mancava ancora un tassello: una caratterizzazione di come questi processi vengono regolati a livello molecolare. Ed è qui che entrano in gioco le ricerche dei premi Nobel per la medicina del 2019.
Come reagiamo all’ipossia
Nel nostro organismo le cellule devono agire di concerto per adattarsi a un’improvvisa scarsità di ossigeno. Può avvenire per cause ambientali, come può capitare durante una gita in alta quota, o in caso di attività, come lo sport, che alterano le nostre esigenze di ossigenazione. Tutti casi in cui l’organismo deve produrre un’azione concertata per aumentare la ventilazione (respirando più in fretta), e quindi la disponibilità di ossigeno.
Al contempo, la scarsità di ossigeno può interessare solamente alcuni tessuti del nostro corpo. Può capitare per mille motivi, alcuni fisiologici, altri patologici come in caso di ferite, infezioni o tumori, che bloccano l’apporto di sangue a un tessuto o a un gruppo di cellule. In questo caso, la risposta che viene messa in atto è ancora più complessa, e comprende fenomeni come l’angiogenesi, cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni, l’infiammazione (che produce ipossia), e altre alterazioni nel metabolismo di cellule e tessuti. In entrambi i casi, comunque, alla base dei processi di adattamento alla scarsità di ossigeno vi sono, ovviamente, i nostri geni, e le modifiche che le cellule possono apportare alla loro espressione quando si trovano ad affrontare una penuria del prezioso ossigeno.
Arriva Hif
Negli anni ’80 gli scienziati sapevano da tempo che una delle reazioni del nostro organismo in caso di ipossia è un aumento dell’eritropoiesi, cioè della produzione di globuli rossi. E sapevano anche che a guidare questo processo sono un ormone, chiamato eritropoietina, o Epo (erythropoietin hormone), e il gene che attiva e disattiva la sua produzione. Quel che mancava era però una spiegazione dei processi molecolari che spingono ad aumentare la secrezione di Epo negli organi preposti, ovvero i reni.
Lavorando nei laboratori della Johns Hopkins University, Gregg Semenza decise di cercare i meccanismi genetici che permettono di reagire alla mancanza di ossigeno, e utilizzando topi transgenici dimostrò che esistono specifiche porzioni di Dna situate nei pressi del gene Epo che reagiscono ai livelli di ossigeno disponibili nelle cellule, e attivano la produzione dell’ormone (e quindi l’eritropoiesi) in caso di ipossia.
Negli stessi anni, anche Sir Peter John Ratcliffe aveva iniziato a interessarsi dell’eritropoietina in qualità di specialista di nefrologia. E di pari passo con le ricerche di Semenza, anche lui aveva effettuato importanti scoperte sulla regolazione genetica della sua produzione. Non ultimo, il fatto che i meccanismi genetici che regolano l’attività del gene Epo non sono presenti solamente nei tessuti dei reni, ma in tutte le cellule dell’organismo. A dimostrare che si tratta di un meccanismo genetico responsabile di una vasta gamma di risposte alla mancanza di ossigeno, e non solamente della produzione di eritropoietina.
Il lavoro di entrambi culminò con la scoperta, annunciata da Semenza in un articolo del 1992, di un complesso proteico che si lega alle porzioni di Dna identificate in precedenza. Semenza decise di battezzare questo complesso di proteine Hif, o hypoxia-inducible factor, e dopo una serie di ulteriori ricerche ed esperimenti riuscì a caratterizzarlo con precisione, dimostrando che è composto da due sotto unità prodotte, a loro volta, da due geni differenti: Hif-1α, sensibile alla presenza di ossigeno, e Arent (o Aryl Hydrocarbon Receptor Nuclear Translocator), che non reagisce alla presenza di ossigeno.
Manca il gene Vhl
Mentre i primi due neo premi Nobel mettevano in luce i meccanismi con cui le cellule rispondono alla disponibilità di ossigeno, William Kaelin era impegnato in un campo all’apparenza molto distante: lo studio della sindrome di Von Hippel-Lindau, una malattia ereditaria molto rara che aumenta notevolmente il rischio di sviluppare alcune forme di tumore.
In che modo le sue ricerche si sono incrociate con quelle di Ratcliffe e Semenza? A quel punto si conosceva ormai il ruolo di Hif-1α nella regolazione della produzione di eritropoietina, e si sapeva che la sua azione dipende dalla concentrazione in cui è presente all’interno della cellula. In condizioni normali, infatti, una proteina nota come ubiquitina si lega a Hif-1α e segnala alla cellula che questo complesso deve essere eliminato. Quando invece la cellula si trova in condizioni di ipossia l’ubiquitina non si lega a Hif-1α, i livelli di Hif aumentano e la cellula produce più eritropoietina. Quel che ancora non si conosceva era il meccanismo con cui l’ubiquitina si lega, o meno, a Hif-1α, e come questo potesse dipendere dai livelli di ossigeno.
Il contributo di Kaelin in effetti è stato proprio questo: studiando la sindrome di Von Hippel-Lindau riuscì a dimostrare che il gene che risulta compromesso nei pazienti che ne soffrono, conosciuto come gene Vhl, ha un’azione protettiva nei confronti dei tumori. E che la presenza di una versione compromessa di Vhl è collegata a un aumento dell’attività dei geni che normalmente vengono trascritti quando le cellule si trovano in condizioni di ipossia. Vhl doveva quindi essere collegato ai meccanismi che regolano la risposta cellulare all’ossigeno.
E infatti, in breve tempo altri gruppi di ricerca dimostrarono che il gene e la proteina che codifica sono parte di un complesso meccanismo che regola il legame tra l’ubiquitina e Hif-1α. L’ultima tappa della nostra storia arriva quindi nel 2001, anno in cui Kaelin e Ratcliffe pubblicano simultaneamente, ma indipendentemente, una nuova scoperta: in condizioni di ossigenazione normale alcuni gruppi chimici conosciuti come idrossile (espresso con la formula -OH) vengono collegati a due porzioni di HIF-1α, e questa modifica permette a Vhl di riconoscerlo, legarvisi, e dare il via alla sua degradazione grazie al contributo di un enzima noto come prolina idrossilasi, che per funzionare ha bisogno di ossigeno.
Ossigeno: una scoperta da Nobel
Le ricerche dei tre nuovi premi Nobel hanno quindi permesso di comprendere appieno i meccanismi con cui le cellule individuano la presenza o assenza di ossigeno, e danno il via a fenomeni come la produzione di nuovi vasi sanguigni e di globuli rossi. Negli ultimi decenni è stato inoltre dimostrato che i meccanismi di rilevazione dell’ossigeno sono coinvolti in moltissimi processi fisiologici, che vanno dall’attività del sistema immunitario, al corretto sviluppo fetale.
Come scoperto da Kaelin, rappresentano inoltre un fattore importante anche nello sviluppo di molti tipi di tumori, in cui il meccanismo viene hackerato per indurre la crescita di nuovi vasi sanguigni che andranno ad irrorare la neoplasia in formazione, e rappresentano quindi un importante bersaglio che in futuro potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali. Tutte scoperte che, senza il lavoro pionieristico di Semenza, Ratcliffe e Kaelin non sarebbero mai state possibili.

 


https://www.wired.it/scienza/medicina/2019/10/07/cellule-ossigeno-nobel-medicina-2019/?utm_source=wired&utm_medium=NL&utm_campaign=default

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CRISTALMANTRA: ESSENZE ACQUE TIBETANE ELISIR DI GEMME

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Le Acque Tibetane Cristalmantra nascono in Italia ad opera di Norma Stocco.
Sono dei meravigliosi elisir di gemme, pietre preziose e cristalli la cui carica vibrazionale è potenziata da un Mantra, un Canto Spirituale che fa sì che le acque siano estremamente eclettiche, cioè adattabili energeticamente alla persona e ai suoi bisogni.

L’Acqua si adatterà al tipo di necessità, che sia di equilibrare il piano fisico e risolvere problematiche e disagi fisici, oppure di equilibrare gli aspetti emotivi, mentali o quelli più sottili spirituali.

Alcune Acque Tibetane Cristalmantra, ad esempio quelle preparate con l’oro, l’argento, il quarzo rosa, il diamante, ecc., quando devono lavorare sul piano sottile dell’Anima, raggiungono i 72.000 Angstrom di energia della scala Bovis.

Queste acque ci sostengono nel percorso della nostra anima, permettendoci di espandere la nostra consapevolezza, per abbracciare la bellezza e la vastità di noi stessi e dell’Universo.

NEI MIEI CORSI DI CRISTALLOTERAPIA AYURVEDICA SI LAVORA ANCHE CON I CRISTALMANTRA
se avete bisogno di un consiglio scrivetemi

ESEMPI DI ELISIR:

Acquamarina
Blocchi emozionali. Purificazione da emozioni negative....

 

Agata Blu
Problemi di comunicazione. Formato:

Agata Gialla
Paura di esprimere sé stessi. Problemi di pelle.

Rodocrosite
Problemi al seno. Aprirsi all'amore.

etc...

tuttavia non e' cosi' semplice scegliere ne' e' sufficiente leggere due righe del prodotto...I CRISTALLI, LE CREATURE CRISTALLO VANNO CONOSCIUTE IN PROFONDITA' poiche' le loro potenzialita' sono moltissime...
vi ripeto se vi interessa....parliamone

www.spaziosacro.it  e  https://shop.natur.it/2620-essenze-acque-tibetane-cristalmantra?page=2

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