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Categoria: "Notizie scottanti"

INTERVISTA - Guidoni: Il turismo spaziale ?

Titolo: L'astronauta Umberto Guidoni
Fonte: Immagine dal web

"Non siamo lontani da una nuova era dello spazio". Con queste parole i vertici della New Mexico Space Authority hanno salutato la prossima apertura dello spazioporto 'America', ideato dall'imprenditore britannico Richard Branson, già fondatore dell'etichetta discografica Virgin Records, presidente di una flotta aerea e da qualche anno proprietario della Virgin Galactic, compagnia turistica per chi vuole 'evadere' dal mondo.

Branson, che nel 2009 ha intrapreso la costruzione del primo 'aeroporto spaziale per voli privati', ha praticamente ultimato i lavori e ben presto le persone più danarose del pianeta (il costo del viaggio è di 200mila dollari) potranno effettuare un mini-tour suborbitale e trovarsi in assenza di peso per una manciata di minuti. Lo spazioporto 'America', che sorge in un'area desertica del New Mexico, prevede una rampa di lancio di quasi 3 km, un terminal futuristico (da far invidia ai migliori film di fantascienza) e un centro di controllo delle operazioni spaziali.

Il futuro del turismo è oltre i confini terrestri? È giusto investire spropositate cifre di denaro per costruire veicoli spaziali commerciali? Per approfondire l'argomento NanniMagazine.it ha intervistato l'astronauta e astrofisico Umberto Guidoni, che ha compiuto due missioni spaziali della Nasa a bordo dello Shuttle. Guidoni spiega che la crisi economica ha raggiunto ogni settore, spazio compreso: "Persino la Nasa trova difficoltà ad avere finanziamenti", puntualizza, e in questa ottica il turismo spaziale privato aiuta la ricerca di settore a non arrugginirsi, a progredire e migliorare:

Cosa ne pensa della costruzione del primo spazioporto commerciale?
"Credo sia un passo avanti che avvicina ancora di più l'uomo alle meraviglie del cosmo. La Virgin Galactic, già da qualche anno, si era impegnata a realizzare test ed esperimenti di volo utilizzando lo Space Ship Two, una capsula in grado di portare quattro o cinque turisti in volo suborbitale a una quota di 100 km di altezza. Le persone che, con l'apertura dello spazioporto in New Mexico, usufruiranno di questa opportunità spazio-commerciale avranno la possibilità di osservare la Terra dall'alto, un po' come accade a noi astronauti, anche se il volo offerto dalla Virgin durerà soltanto qualche decina di minuti, decollo e atterraggio compresi. Quando lo Space Ship Two sarà giunto in quota, l'enorme veicolo provvisto di lunghe ali che tiene agganciata a sé la navicella si staccherà e quest'ultima uscirà dall'atmosfera salendo fino a cento Km di altitudine. A quel punto, per circa sei minuti, i turisti potranno sperimentare l'assenza di gravità".

Intende dire che potranno slacciare le cinture e vagare nell'abitacolo in assenza di peso come fanno gli astronauti?
"Esatto, per qualche minuto potranno 'galleggiare' all'interno della cabina, per poi riprendere posto sui sedili e prepararsi alla fase di rientro. In pratica, lo Space Ship Two compie una grande parabola, arriva in alto per poi ridiscendere sulla Terra".

Viaggio 'suborbitale' significa questo?
"Si, il termine suborbitale significa che la navicella non compie un orbita intorno alla Terra come nel caso dello Shuttle o della sovietica Sojuz, dove gli astronauti restano in orbita anche per diverse settimane, ma compie una traiettoria parabolica salendo fino a 100 Km di altezza per poi ridiscendere e rientrare nell'atmosfera terrestre".

Cosa vedranno i primi turisti spaziali guardando fuori dai finestrini?
"Da un centinaio di Km di altezza si riesce a godere uno spettacolo abbastanza notevole, soprattutto per persone non abituate a 'uscire' fuori dalla Terra. L'impatto è molto forte. Da quella distanza non si vede certo l'intero pianeta, ma parti significative sì, ad esempio i turisti potrebbero scorgere dall'alto una gran parte dell'Italia, e poi si possono vedere chiaramente i mari, le montagne, e così via. Certo, questa visione speciale del pianeta durerà solo qualche minuto, come abbiamo detto, si tratta di una missione breve ma molto intensa da un punto di vista emozionale, diciamo che durerà il tempo sufficiente per scattare qualche bella foto da riportare a casa".

Lo Space Ship Two della Virgin Galactic
[Lo Space Ship Two della Virgin Galactic]

Durante voli del genere esistono rischi particolari per i viaggiatori?
"Essendo un veicolo turistico la compagnia di Branson avrà sicuramente puntato molto sulla garanzia e la sicurezza dei passeggeri. Certo, quando si tratta di voli spaziali i rischi sono sempre presenti, il punto fondamentale è la velocità. Nel caso di voli orbitali, come quelli dello Shuttle, in cui la capsula resta in orbita, si viaggia a una velocità di circa 28mila Km l'ora, ovvero 25 volte la velocità del suono. E alla stessa velocità bisogna rientrare nell'atmosfera, e ormai sappiamo che la fase più pericolosa del volo spaziale è proprio questa. Basta ricordare l'incidente dello Shuttle Columbia nel 2003, avvenuto appunto in fase di rientro. È un momento delicato, soprattutto perché lo si affronta a quella velocità. Per quanto riguarda il volo suborbitale, invece, si rientra nell'atmosfera terrestre a una velocità di poco maggiore a quella degli aerei di linea, quindi esistono le stesse probabilità di incidente di un volo comune".

Anche per un volo suborbitale occorre una preparazione psicologica?
"Credo che i futuri turisti spaziali della Virgin Galactic saranno sottoposti a una preparazione base, nulla di complesso, perché il loro fisico e la loro mente non sarà 'messa alla prova' da giorni o settimane in assenza di gravità, si tratterà di sei minuti circa, troppo pochi per creare le condizioni sufficienti a giustificare una vera fase preparatoria. Nel caso degli astronauti invece, è sufficiente qualche ora vissuta in assenza di peso perché il corpo si adatti al nuovo 'stato', ma per farlo l'organismo attraversa un periodo di transizione ed è quello il momento più critico, in cui l'astronauta deve essere preparato a fronteggiare situazioni anche spiacevoli. Ma ripeto, per una permanenza di pochi minuti in assenza di gravità non occorre una preparazione speciale, sarà necessario più che altro spiegare ai turisti spaziali ciò che accadrà durante le varie fasi del volo. Diciamo che occorrerà loro una settimana di corso, più che altro per fronteggiare le accelerazioni dello Space Ship Two, di potenza maggiore rispetto a quelle di un aereo di linea".

Richard Branson all'interno dello Space Ship Two
[Richard Branson all'interno dello Space Ship Two]

Il costo di ogni volo suborbitale è 200mila dollari, crede che con il tempo il prezzo si abbasserà?
"Probabilmente si, con l'andare del tempo, e magari con il crescere della concorrenza in fatto di voli spaziali, il prezzo tenderà ad abbassarsi a una qualche decina di migliaia di dollari. Comunque, so che le liste di attesa per volare sullo Space Ship Two sono già molto lunghe, in effetti il costo è proibitivo per la maggioranza delle persone, ma c'è anche chi, nel mondo, può permettersi il lusso di spendere 200mila dollari per quaranta minuti di volo. Se ci pensiamo anche l'aereo, una cinquantina di anni fa, non era un mezzo di trasporto economico. Chi non poteva permettersi il lusso di volare sceglieva le lunghe traversate in nave. Con il tempo, la concorrenza di settore e il progredire delle tecnologie siamo giunti ai voli low cost, magari in futuro accadrà qualcosa di simile anche con i voli spaziali".

L'unico concorrente dell'americana Virgin Galactic è l'agenzia spaziale russa, che offre voli di 6 giorni al prezzo di 20 milioni di dollari…
"Era quasi scontato che fossero Russia e Stati Uniti a ideare per primi questo tipo di viaggi spaziali. A differenza di quella della Virgin, l'offerta dell'agenzia spaziale russa (precedente rispetto a quella americana) ha un costo di 20 milioni di dollari perché comprende un volo in orbita a bordo della Sojuz (navicella poco spaziosa, ideata per trasportare gli astronauti dalla Terra alla stazione spaziale) e una permanenza di sei giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale, più ampia e confortevole. Si capisce che la preparazione cui sono stati sottoposti i pochi turisti spaziali finora partiti è molto simile a quella vera e propria degli astronauti. Questi turisti hanno bisogno di otto mesi di tempo per prepararsi a una tale avventura, stiamo parlando di persone ricchissime che hanno tanto tempo da dedicare ai propri piaceri.. praticamente si contano sulle dita di una mano o poco più. Con la Virgin Galactic si è aperta un'altra porta verso lo spazio, anche se si tratta di voli suborbitali".

C'è chi storce il naso di fronte ai voli spaziali per turisti, vedendovi uno spreco di risorse e mezzi solo per far contenti i più ricchi…non sarebbe meglio guardare allo spazio per altri scopi, magari per aiutare la Terra, visto che il pianeta è sofferente?
"Certo, sarebbe giusto utilizzare i soldi per far avanzare le conoscenze e la tecnologia, però non dimentichiamo che in questi ultimi anni le agenzie spaziali pubbliche, persino la Nasa, sono sempre meno sovvenzionate, e dunque possono impegnarsi nella ricerca in maniera minore rispetto al passato e in questo modo il settore spaziale non progredisce. Attraverso l'attività commerciale di privati, come la Virgin Galactic, è quanto meno assicurata la prosecuzione dello studio, della ricerca e della messa a punto di nuove navicelle spaziali. Capisco che si tratta di voli commerciali, però è anche vero che Branson reinvestirà i soldi che provengono da questi voli per studiare e approntare sempre nuove tecnologie spaziali, questo contribuisce a far progredire il settore nel suo complesso, che in tal modo non si impantana a causa della crisi internazionale. Queste tecnologie, anche se progettate e costruite a scopo turistico-commerciale, sono comunque utili a livello scientifico globale".

Che lei sappia, a livello di ricerca spaziale si stanno sviluppando nuove tecnologie allo scopo di esplorare i nostri pianeti vicini?
"In questi anni stiamo attraversando una fase di passaggio da un'era scientifica a un'altra, per fare un esempio: lo Shuttle sul quale ho viaggiato due volte è andato in pensione. Occorrerà quindi costruirne uno nuovo e la Nasa in questo momento ha difficoltà a trovare i fondi necessari, tanto è vero che anche lei sta pensando di utilizzare delle navicelle private, ed è possibile che in futuro queste capsule ospiteranno sia astronauti che turisti spaziali per viaggi orbitali. Se vuole una previsione, penso che per una decina di anni ci saranno ancora le capsule, quindi veicoli con le ali come lo Shuttle, poi si penserà a nuove navicelle, e fra una trentina d'anni riprenderemo l'esplorazione dello spazio interrotta all'inizio degli anni '70 e mai più ripresa. Attraverso un grande progetto di esplorazione spaziale potremmo tornare sulla Luna, poi spingerci verso Marte, e poi chissà..."

 

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Trasformazione sociale e culturale e problemi di salute mentale

Non solo i casi più gravi di patologie mentali, ma anche il nuovo male di vivere derivato dal cambiamento sociale e culturale che muta le persone e le rende talvolta incapaci di affrontare le difficoltà del vivere quotidiano, generano un nuovo tipo di domanda ai Dipartimenti di Salute Mentale. Una iniziativa delle ASL TO1 e ASLTO2
Consumo psicofarmaci
Secondo l’ultima relazione del Rapporto Osserva Salute (2009), un’analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle regioni italiane, si registra un vero e proprio boom del consumo di psicofarmaci, per gli antidepressivi l’aumento è del 310% sui consumi dal 2000 al 2008.
È possibile che questo sia da riferire a un accresciuto disagio sociale e, contestualmente, a una diminuzione dello stigma legato al disagio psicologico. Questo porta a una minore difficoltà personale a esporre il problema al proprio medico e a ricevere una prescrizione farmacologica.
Velocità
I cambiamenti che ci hanno coinvolti negli ultimi quarant’anni sono rilevanti. I nostri telefonini sono più potenti dei computer della Nasa degli anni 70 e viaggiano a una velocità 200 volte superiore ai congegni militari degli stessi anni. Nelle case del 1980 avevamo al massimo una dozzina di microchip di strutture elettroniche, oggi ne abbiamo circa 3000: computer, video, registratori, orologi al quarzo, ecc.
Siamo circondati da elementi che ci inducono a vivere velocemente, ad andare in fretta.  Oggi il mondo deve andare veloce e i limiti del nostro cervello sono stati superati dal computer. Tant’è che, se pensiamo alla memoria a breve termine, non c’è bip inserito in un computer che non sia ricordato precisamente. Inutile citare la quantità di memoria a lungo termine che può contenere, così come la capacità di apprendere, di proporre diversi programmi contemporaneamente e di aggiornarsi.
Lavoro
Altro importante cambiamento sociale è il lavoro. Abbiamo nella attuale società molte persone di 40-50 anni che il lavoro lo perdono, che non hanno possibilità di essere riassunti, che magari non hanno neppure la capacità di reinventarsi, perché la storia che li ha cresciuti era diversa. Da qui alle problematiche economiche si associano sentimenti di inadeguatezza, frustrazione, tristezza e depressione.
Famiglia
Anche la famiglia non è immune dagli attuali cambiamenti culturali in atto. Le trasformazioni hanno comportato l’aumento delle separazioni e dei divorzi, l’aumento dei single, la trasformazione dei ruoli sociali della donna, l’aumento dei matrimoni tra persone di paesi diversi, l’aumento delle coppie omosessuali.
Queste e altre trasformazioni sociali e tecnologiche, mutano le persone.
Difficoltà di adattamento
L’uomo ha inventato e tarato i computer come enormi potenziatori. Ma questo sull’uomo produce difficoltà di adattamento: la velocità con cui la società si modifica attraverso questi sistemi è di gran lunga superiore alla capacità di adattamento dell’uomo.
Questa velocità eccessiva rispetto al percorso dell’uomo, i sentimenti di inadeguatezza, di frustrazione, di fallimento che ne derivano, ci riportano ai sintomi descritti nella depressione. La tristezza che il sociale ci rimanda è davvero universale.
È evidente che si tratta di un cambiamento culturale importante, non si tratta di una crisi medico-sanitaria ma sociale e la nostra società non è in grado di chiedere, e quindi di offrire, che soluzioni veloci.













ASL TO1 e ASL TO2 - Una iniziativa a Torino per far fronte alla nuova "domanda" ai Dipartimenti di Salute Mentale
Il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL TO1 ha consuntivato nel 2010 circa 42.000 prestazioni. Le patologie più frequenti sono nell’ambito della psicosi e dei disturbi della personalità, tuttavia, l’organizzazione dei Servizi di Salute Mentale dipende strettamente dalla ”domanda” che la società rivolge alla Psichiatria.

A fronte del cambiamento sociale e culturale anche la richiesta ai servizi psichiatrici vede un cambiamento: la sempre maggiore domanda di persone a disagio ad affrontare le difficoltà del vivere quotidiano, ma che non rientrano nei quadri nosologici dei cosiddetti “casi gravi” verso i quali i servizi negli anni si sono organizzati.

Nelle ASL TO1 e ASL TO2 si sta cercando di offrire delle risposte che vadano incontro anche a questo nuovo tipo di richiesta, con un primo passo che vede l’apertura degli ambulatori il sabato mattina. Questo per permettere alle persone che lavorano, che si occupano di genitori anziani e/o di figli piccoli, ai famigliari dei pazienti, di avere uno spazio, un punto di riferimento e di sicurezza in un momento della settimana che evita loro la richiesta di permessi e di sostituzioni non sempre facili da ottenere e che potrebbero aumentare il carico di disagio già presente.

Saranno effettuate visite e prenotazioni, ma anche servizi di urgenza e assistenza a quelle famiglie le cui patologie non danno tregua.

Una iniziativa congiunta delle due ASL perché chi vive con una persona affetta da patologie mentali, di qualsiasi livello di gravità, possa contare su un’assistenza continua e maggiore e, anche a livello psicologico, il non sentirsi abbandonati per tutto il fine settimana porta giovamento.

Dal punto di vista della ricerca, poter contare sull'apertura degli ambulatori psichiatrici territoriali anche il sabato, rappresenta un indubbio vantaggio per la verifica delle terapie in atto e per il monitoraggio dei pazienti. La possibilità di un contatto continuativo evita al paziente di sentirsi smarrito e il conseguente ricorso, spesso superfluo, al DEA, già oberato di per sé. Interventi che possono falsare l'esito delle terapie stesse e conseguentemente i risultati della ricerca.

L’apertura dalle 9 alle 13 del sabato può rappresentare un primo passo verso una maggiore apertura dei servizi territoriali in un arco di tempo superiore sia nei giorni feriali, sia il sabato e la domenica, nel momento in cui saranno possibili maggiori risorse, sia con la spesa, sia con la riconversione delle strutture di media-lungo degenza.

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Diminuisce drasticamente l'aspettativa di vita sana degli italiani

Una delle più frequenti obiezioni che viene mossa a noi medici “allarmisti” è che, in barba ai rischi
ambientali, la speranza di vita – almeno nei paesi occidentali – non solo è cresciuta, ma sta ulteriormente aumentando. Sembrerebbe quindi che i veleni ( metalli pesanti , agenti cancerogeni, diossine, particolato ultrafine, pesticidi, radiazioni…) per i quali tanto ci agitiamo, non fossero poi così pericolosi nè in grado di danneggiarci più di tanto.
Forse, ancora una volta, siamo invece proprio noi ad avere ragione: andate sul sito della Commissione
Europea per la Salute ) e scegliete, come indicatore, l’aspettativa di vita alla nascita (Life expectancy at
birth) e l’aspettativa di salute alla nascita (Health life years at birth), cliccate in corrispondenza di “Italia” e questi sopra e sotto sono i grafici che visualizzerete. E’ chiaro per tutti che nel nostro paese, a partire dal 2003 vi è un crollo dell’aspettativa di vita in salute, crollo che è ancora più repentino nelle donne che non nei maschi: la vita continua ad allungarsi ma la vita in salute si accorcia drasticamente come, tra l’altro, non aveva mai fatto prima. Cosa sta succedendo? E’ evidente che la nostra salute sta rapidamente deteriorandosi per l’aumentare di patologie cronico-degenerative fra cui, in primo luogo il cancro, che purtroppo colpisce non solo gli anziani, ma sempre più spesso giovani e bambini. Questo dato, del resto perfettamente coerente con l’aumento del 60%, nel consumo di farmaci di classe A nel nostro paese dal 2000 al 2009, dovrebbe suscitare estrema attenzione non solo fra cittadini e addetti ai lavori, ma ai più alti livelli istituzionali se non altro per i costi economici ed assistenziali che tutto ciò comporta. E’ questo crollo della speranza di vita in salute che il Prof Ugo Bardi, ha definito, analogamente al picco del petrolio, il “picco della salute”. Le riflessioni che tutto ciò , in qualità di medico oncologo mi suscita sono tante, ma la prima è che mi sembra davvero paradossale che non ci si interroghi adeguatamente sulle cause di questo fenomeno, quasi che noi medici (ed in particolare noi oncologi che pure abbiamo sviluppato tanta sensibilità nei confronti della qualità della vita dei nostri pazienti), abbiamo di fatto dimenticato che la miglior qualità di vita si gode semplicemente quando non si ha bisogno di noi, nè delle nostre cure, esami o farmaci anche se sempre più “intelligenti”…. In questo periodo poi in cui da ogni dove siamo bersagliati da richieste di fondi per la ricerca sul cancro, vorrei fare a tutti una domanda: pensiamo davvero che sia questa la strada da battere per vincere questa malattia o non sarà che così facendopuntiamo a cronicizzare il cancro, ma non a debellarlo?
Il Presidente Nixon firmò nel 1971 il National Cancer Act, un solenne atto con cui dichiarava di voler
sconfiggere il cancro, e Gaylord Nelson fu l’unico membro del Senato a votare contro, quando gli fu chiesto ragione di ciò disse: ”semplicemente non riuscivo a vedere quale era la logica; pensavo che stessimo promettendo alla gente cose che non saremmo mai stati in grado di mantenere”. Oggi, nel 2011, dopo 40 anni a chi dobbiamo dare ragione? In U.S.A fino al 2005 sono stati investiti oltre 50 miliardi di dollari nella guerra contro il cancro, ma è sotto gli occhi di tutti che, se da un lato diminuisce l’incidenza di alcuni tipi di tumore (specie quelli correlati al tabagismo, abitudine fortunatamente in diminuzione specie nei maschi), dall’altro ci si ammala sempre di più per tumori alla prostata, testicolo, mammella, tiroide, linfomi , melanoma, pancreas, fegato… e soprattutto si ammalano sempre più giovani e giovanissimi. Proprio in questi giorni è comparso sui giornali di Brescia che in quella città vi sono state in un solo anno ben 60 nuove diagnosi dicancro fra bambini ed adolescenti, con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente: chi non si preoccuperebbe davanti a tali numeri? Certo, per alcuni tipi di tumore, anche in stadi avanzati, qualche miglioramento della sopravvivenza è stato raggiunto: ma a che prezzo, sia in termini di effetti collaterali che economici? Un articolo recente ha valutato che a New York negli anni ’90 si poteva prolungare di 11,5 mesi la vita di un paziente affetto da tumore al costo di 500 $, nel 2004, per lo stesso tipo di cancro e nel medesimo stadio, erano disponibili cure in grado di prolungare la vita di 22,5 mesi al costo di 250.000 $. Il ricercatore R.W Clapp che riporta questi dati si spinge oltre ed afferma: ”C’è uno straordinario profitto dell’industria farmaceutica in generale e la chemioterapia attualmente in uso o all’orizzonte è uno dei campi più promettenti….[...] La “target therapy” ( terapia mirata o intellligente n.d.r.) come descritta da Hanahan e Weinberg è il Santo Graal delle multinazionali del farmaco e ci si aspetta che il numero di persone affetta da cancro in U.S.A raddoppierà nelle due prossime decadi”.
Davvero possiamo onestamente pensare di poter sostenere questi costi e, soprattutto, che così facendo si
apra un reale spiraglio nella guerra contro il cancro? Siamo in tanti fra “addetti” e “non addetti” ai lavori a ritenere che questo approccio sia perdente e vorremmo che si invertisse al più presto la rotta, o che per lo meno la ricerca di efficaci terapie fosse accompagnata da pari investimenti per la rimozione delle cause del cancro: in U.S.A. il National Cancer Institute investe meno del 3% per la reale prevenzione della malattia e l’America Cancer Society addirittura meno dello 0.1 %…Qualcuno può onestamente ritenere che nel nostro paese siamo messi meglio?
E’ davvero sensato puntare tutta l’attenzione sulla ricerca di nuovi farmaci, senza di fatto mai puntare
l’attenzione sulle cause di queste malattie, evitando fra l’altro di fornire ai cittadini informazioni
scientificamente corrette, chiare, complete e dettagliate sui tanti agenti cancerogeni presenti nel nostro
habitat? E’ ora di passare dalle parole alle azioni: guardiamoci intorno, chiediamoci che ruolo hanno pesticidi, diossine, nichel, cadmio, cromo, piombo, mercurio, benzene, PCB, IPA … e gli altri numerosissimi veleni presenti ormai stabilmente non solo in aria, acqua, cibo, ma nel nostro stesso corpo. E’ ora di intraprendere azioni decise per ridurre la presenza di tali sostanze nell’ambiente, evitando ad esempio, di bruciare rifiuti o di inzuppare le nostre terre di pesticidi. Non sto inventando nulla di nuovo: nella lettera al Presidente Obama del 10 Aprile 2010 che accompagna il Report commissionato dal governo americano ad un Panel di Oncologi ”Reducing Environmental Cancer Risk, what we can do now”” troviamo scritte queste parole: ”il popolo americano, ancor prima di nascere, è bombardato continuamente da una miriade di combinazioni di esposizioni tossiche. Il Panel La esorta [ Presidente Obama] ad esercitare con forza tutto il potere della Sua carica per rimuovere le sostanze cancerogene e gli altri agenti tossici dal nostro cibo, dall’acqua e dall’aria, perché tutto ciò aumenta a dismisura i costi per la sanità, danneggia la produttività della nostra Nazione e devasta la vita degli Americani” Non mi sembrano cose difficili da capire; di certo, senza tema di smentita, posso affermare che il cancro da cui certamente – nel 100% dei casi – si guarisce è quello di cui NON ci si ammala!Riscopriamo quindi la Prevenzione Primaria, investiamo risorse per ridurre l’esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti e difendiamo una informazione rigorosa, indipendente, scientificamente corretta sui rischi ambientali, solo così potremo sperare di invertire la rotta e risalire la china.
Bibliografia

http://ec.europa.eu/health/indicators/healthy_life_years/data/index_en.htm

Agenzia nazionale del Farmaco AIFA –Osmed

http://ugobardi.blogspot.c

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Danei G.: Causes of cancer in the world: comparative risk assessment of nine behavioural and
environmental risk factors Lancet 366: 1784-1793, 2003
Clapp RW et al:
Environmental and Occupational Causes of Cancer, Lowell Center for Sustainable
Production, 2007
Devra Davis: La Storia Segreta della Guerra al Cancro
Samuel S. Epstein: How to win the war against cancer, 2005 http://www.preventcancer.com/
2008-2009 Annual Report Presidet’s Cancer Panel Reducing Environmental Cancer Risk, what we can do now
Patrizia Gentilini
Medico Oncologo ed Ematologo, Presidente ISDE Forlì

 

fonte

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Anche il sole e' in subbuglio : eruzione solare straordinaria

Come Londra esplode in violenze senza precedenti, il Medio Oriente continua ad essere teatro di rivolte e massacri e le borse continuano ad oscillare pericolosamente senza “controllo”, il fratello Sole continua ogni giorno a ricordarci che tutto questo “tumulto” è nulla in confronto a quello che succede nella palla di plasma magnetizzato che spicca sulle nostre teste.

Quello era un X7, ed è avvenuto ieri mattina. Che visto così può sembrare nulla, mentre invece è un evento straordinario. Si tratta di una eruzione solare potentissima, avvenuta ieri, potenzialmente in grado di mettere fuori uso i nostri “cari” satelliti per le comunicazioni (potenzialmente perché tutte le verifiche sono in corso), ed ha causato blackout nelle comunicazioni radio VLF ed HF (per capirci, ne hanno risentito i militari ed altre infrastrutture governative).

L’eruzione fortunatamente è avvenuta in una parte di Sole che non punta direttamente la terra, dunque ha lambito parzialmente il nostro pianeta. L’evento è stato studiato e riportato dal Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA, tale telescopio, di recentissima attivazione (primavera 2010), è un laboratorio orbitante creato per monitorare l’attività solare, avvisare e permettere di proteggere le infrastrutture dell’uomo da questo tipo di eventi.

Le eruzioni solari sono categorizzate tramite diverse classi da C (deboli) passando per M (Medie) a X (violente), possono mettere fuori uso satelliti, sistemi di comunicazione a terra ed addirittura generare black out delle reti di distribuzione dell’energia elettrica. Infatti le correnti geomagnetiche che si possono creare, se incanalate negli elettrodotti, possono far saltare i trasformatori delle centrali elettriche. Negli anni Ottanta è successo in Quebec…

L’evento avvenuto ieri, come già detto, è stato categorizzato come “X7”, cosiderando l’ulteriore classificazione da 1 (minimo) a 10 (massimo) all’interno della classe X.



La tempesta solare è costituita da tre componenti: radiazione ultravioletta e raggi X, che raggiunge la Terra in 8 minuti; una seconda componente di particelle relativistiche, che arrivano in qualche ora; infine, una bolla di plasma di enormi dimensioni che può investire la Terra nei giorni successivi al brillamento.

Sebbene quest’ultima eruzione sia stata molto violenta, grazie al fatto che la direttrice dell’esplosione lambiva la terra marginalmente, sono state riportate solo alcune interruzioni nelle comunicazioni radio VLF ed HF, non sono attese per i prossimi giorni grosse quantità di plasma, tali da indurre problematiche ulteriori.



Niente pericolo invece per noi “comuni mortali” che sulla terra siamo protetti dalla magnetosfera. L’unico problema può riguardare passeggeri, e in particolare il personale di bordo, sulle rotte aeree in vicinanza dei poli, dove le linee di campo magnetico convogliano le particelle di alta energia provenienti dal Sole.

Tutto bene quindi, per ora possiamo continuare ad ammazzarci fra di noi, il sole resta a guardare, manda solo qualche sporadico segnale…per ora.
FONTE : http://www.basilic.it/sole-in-subbuglio-9-agosto-eruzione-solare-straordinaria/

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QUANDO SAI CHE… e' troppo comodo aspettare che siano gli altri a realizzare un mondo migliore

Quando sai che il 15% della popolazione mondiale dispone dell’85% delle ricchezze naturali e mangia il 60% di tutto il cibo prodotto, mentre 50 milioni di persone (quanto le vittime della Seconda Guerra Mondiale) ogni anno muoiono di fame e di miseria e non ti ribelli a questa abissale ingiustizia, tu non sei un uomo.

 

Quando sai che nel mondo un miliardo e mezzo di persone percepiscono in un mese il salario di un giorno dell’ultimo manuale in Occidente, mentre ogni mucca riceve dalla comunità europea un sussidio di 2,5 dollari al giorno (il doppio di quanto dispone il 75% degli africani) e dici, “Che ci posso fare”, tu non sei un uomo.

 

Quando sai che tutte le malattie del mondo potrebbero essere debellate con la somma che il mondo spende in un solo giorno in armamenti militari (150 milioni di euro al minuto); che un sottomarino atomico costa quanto 4000 ambulatori medici; che i soldi spesi ogni anno solo negli Usa per curare le patologie e i danni causati da eccessi alimentari basterebbero ad eliminare la fame nel mondo e non ti senti sprofondare dalla vergogna, tu non sei un uomo.

 

Quando sai che il Sud per pagare i suoi debiti versa ogni anno 12.000 miliardi di dollari nelle casse dei paesi ricchi e che il 40% di tutte le importazioni agricole negli Usa  destinati agli animali d’allevamento vengono dai paesi sottosviluppati e credi che sono cose che non ti riguardano, tu non sei un uomo.

 

Quando sai che milioni di tonnellate di eccedenze alimentari vengono distrutti, che centinaia di migliaia di capi di bestiame vengono inceneriti e che tonnellate di latte viene versato sulla strada per equilibrare i prezzi tra offerta e consumo, mentre 7 madri su 10 nel Terzo Mondo vedranno i loro bambini morire prima che abbiano compiuto 15 anni e il tuo cuore non si spacca dal dolore e dalla rabbia; tu non sei un uomo.

 

Quando sai che 60 miliardi di animali ogni anno vengono allevati in modo infernale e uccisi per imbandire le tavole degli umani, che i cereali utilizzati per produrre un solo kg della carne che mangi sarebbero sufficienti a sfamare 40 bambini e non senti di ribellarti a questa spaventosa follia collettiva, tu non sei un uomo.

Quando sai che 40 mila bambini muoiono ogni giorno (8 milioni ogni anno) per mancanza di acqua potabile mentre tu sprechi 100.000 litri di acqua mangiando un solo chilo di carne di manzo; quando sai che 1000 bambini solo in Italia vengono uccisi ogni giorno con l’aborto e hai ancora il coraggio di guardarti allo specchio, tu non sei un uomo.

 

Quando sai che nel mondo ogni anno 300 milioni gli animali vengono torturati e uccisi con la vivisezione (l’86% senza alcuna anestesia), e ti limiti a dire “poveretti”, tu non sei un uomo.

 

Se sei un uomo non ti nascondere dietro i tuo falsi pregiudizi:

levati i tappi dalle orecchie, la benda sugli occhi, la corazza sul cuore.

E’ troppo comodo, troppo ipocrita limitarsi al lamento, alla critica, alla protesta.

E’ troppo comodo aspettare che siano gli altri a realizzare un mondo migliore.

 

di FRANCO LIBERO MANCO

francolibero.manco@fastwebnet.it

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