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Categoria: "Notizie scottanti"

La meditazione batte i farmaci

La meditazione batte i farmaci

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, lo zen ha un effetto analgesico. Durante l’esercizio della concentrazione “positiva”, nel cervello si accendono alcune aree e se ne spengono delle altre in un’azione “combinata” che riduce la sofferenza anche del 40%

Altro che analgesici: quando il dolore è troppo forte basta un’ora di meditazione. La capacità di concentrare la propria mente e liberarla dai pensieri negativi, infatti, avrebbe il potere di ridurre l’intensità del dolore fino al 40%. Non solo, abbasserebbe del 57% anche quella sensazione spiacevole che segue la sofferenza. Queste “certezze” sono il punto d’arrivo di uno studio, pubblicato sulJournal of Neuroscience, secondo il quale lo zen batte i farmaci perché è in grado di influenzare l’attività delle aree cerebrali che controllano lo stimolo doloroso, regolandone il grado di intensità. In altre parole, dicono i ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center di Winston-Salem (Usa), la meditazione ha il potere di “assopire” la corteccia somatosensoriale e di “svegliare” il cingolo anteriore, l’insula anteriore e la corteccia fronto-orbitale. Questa azione “combinata” sulle aree che governano la percezione del dolore ha un potere analgesico.

“L’effetto che abbiamo riscontrato è sorprendente – spiega Fadel Zeidan, autore dello studio – basti pensare che la morfina o altri antidolorifici riducono in media il dolore del 25%”. Per testare gli effetti postivi della meditazione sul dolore, il team ha coinvolto 15 volontari. Tutti erano novizi dello zen. Per questo il campione è stato invitato a partecipare a un corso intensivo di una paricolare forma di meditazione, chiamata ‘mindfullness’. Ogni lezione di “attenzione focalizzata” durava 20 minuti, durante gli incontri ai partecipanti si chiedeva di concentrare la mente sul respiro, di mandare via pensieri intrusivi ed emozioni negative.

Contemporaneamente gli studiosi, con un’apposita apparecchiatura sistemata sotto la gamba destra dei soggetti, generavano per cinque minuti un calore dolorifico, raggiungendo una temperatura di 49 gradi centigradi. Prima e dopo le lezioni, i ricercatori fotografavano ciò che accadeva nel cervello dei partecipanti grazie a una speciale risonanza magnetica, chiamata Arterial spin labelling. Questa particolare tecnica è in grado di rilevare, attraverso la mappatura del flusso sanguigno, l’intensita del dolore. Così registravano le reazioni dei partecipanti al dolore sia durante l’esercitazione sia mentre erano a riposo. E’ emerso che la meditazione spegne il dolore riducendolo del 40%, con delle punte del 93% in alcuni volontari.

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A livello cerebrale le scansioni hanno messo in evidenza una riduzione significativa dell’attività della corteccia somato-sensoriale, un’area fortemente coinvolta nella genesi della sensazione di dolore. Contemporaneamente si iperattivavano anche altre zone: il cingolo anteriore, l’insula anteriore e la corteccia fronto-orbitale. “Queste regioni cerebrali – dicono i ricercatori – plasmano il modo in cui il cervello costruisce l’esperienza del dolore a partire dai segnali nervosi provenienti dal corpo”. Una delle ragioni per cui la meditazione può essere stata così efficace nel bloccare il dolore è che non agisce su una singola regione del cervello, ma a più livelli.

”Questo studio – dice Fadel Zeidan – mostra che la meditazione produce effetti realmente positivi sul cervello. E che quindi potrebbe garantire il controllo del dolore senza l’utilizzo di farmaci”. (fonte www.repubblica.it)

 

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I cibi afrodisiaci piu' diffusi nel mediterraneo

I cibi afrodisiaci più diffusi nel mediterraneo

Nel mondo, oltre alla frutta, sono numerosissime le spezie e gli alimenti di comprovato effetto afrodisiaco che oggi sono facilmente reperibili al mercato, al supermercato, in erboristeria o nei negozi di alimenti macrobiotici. Tutti questi alimenti vanno però preparati e presentati nel modo più adeguato possibile, così da risvegliare i sensi anche del partner più pigro.

 

Da indagini condotte negli USA, su quelle che sono le sostanze afrodisiache più vendute al mondo ed ecco quale è stato il risultato della ricerca. Intramontabile è la radice di Ginseng, usata da millenni dagli anziani cinesi con risultati incredibili. Nutrirsi di questa "miracolosa" radice, infatti, determina un maggior afflusso di sangue nel pene (l'estratto di radice stimola direttamente il rilascio della sostanza chimica da parte dell'organismo). Meno conosciuta ma altrettanto efficace è la corteccia di Yohimbine, utilizzata dagli africani per stimolare l'erezione. I principi attivi di questa pianta incrementano la pressione sanguigna e agiscono sul cervello stimolando il senso di benessere. In Europa è possibile acquistarla solo con ricetta medica. Infine ci sono le erbe per problemi lievi perché meno efficaci, come il Ginko Biloba e la L-Arginina. Il primo stimola la memoria e l'attività sessuale anche nelle donne che soffrono di calo del desiderio o che hanno difficoltà a raggiungere l'orgasmo. Il secondo è un aminoacido presente in molti cibi che stimola la produzione dell'ossido nitrico proprio come la pillola blu.

Tra i prodotti afrodisiaci maggiormente reperibili però, quelli di seguito descritti possono rendere l’idea di ciò che si può utilizzare nella cucina “creativa” di ogni casa:

Bivalvi, i pesci, i crostacei: contengono zinco e fosforo.

La cioccolata: al centro dei rituali aztechi (Montezuma ne beveva una tazza prima di recarsi negli appartamenti delle donne) contiene feniletilamina, la sostanza che il cervello produce quando ci innamoriamo e che è presente anche nel formaggio.

 

La polenta: il mais è alimento privo di serotonina, sostanza inibitrice della sessualità.

 

Le interiora: fegato e animelle sono ricche di ferro, elemento che esercita una sicura, ma non ben conosciuta stimolazione erotica.

 

Il peperoncino: questa spezia, grazie ai suoi principi attivi, al suo sapore, al suo colore e alle sue mille qualità, è senz'altro una delle piante più adatte a stimolare in noi il desiderio sessuale e a metterci in grado di soddisfarlo. Lucido e brillante, il sapore aggressivo, ha sicuramente in sé un'attrattiva di tipo sessuale. A questo si aggiunga la grande quantità di vitamina "E" che contiene, la vitamina della fecondità e della potenza sessuale, ed il suo colore caldo, il rosso, lo stesso colore del sangue.

Efficacia scientifica:

Secondo una ricerca inglese, esiste un'ormone, il VIP (vasoactive intestinal polypeptide) implicato nella chiusura delle comunicazioni arterovenose, fenomeno all'origine della tumescenza dei tessuti erettili: in altre parole, è forse il VIP che provoca l'erezione nell'uomo e gli analoghi fenomeni nella donna. Quando l'organismo aumenta la sua produzione di VIP, il risultato è una dilatazione dei vasi periferici (si diventa rossi in faccia), la circolazione del sangue ed i battiti cardiaci aumentano così come aumenta la frequenza del respiro. Insomma, pepe e peperoncino provocano la vasodilatazione nella zona lombosacrale che comprende anche gli organi genitali, tutte reazioni collegate all'eccitazione sessuale, ma anche reazioni provocate da cibi piccanti.

 

 

Chiodi di garofano: è uno dei più potenti afrodisiaci naturali. È inoltre efficace per combattere la fatica mentale, come pure la perdita di memoria. Si trovano in erboristeria oppure nel reparto delle spezie dei supermercati.

 

Il tartufo: contiene l'androstendiolo, ormone presente anche nel maiale maschio e nel sudore umano. Anche se è un prodotto abbastanza caro, in Italia si trova con molta facilità.

 

Coriandolo: i suoi semi seccati hanno degli effetti euforici, specialmente nelle donne. Viene utilizzato in infusione nel vino. Tuttavia si raccomanda agli uomini di non abusare della sostanza, per evitare effetti opposti. Anche questo è disponibile in erboristeria o al supermercato.

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Gelsomino: questo delizioso fiore viene coltivato in tutto il mondo ed in Spagna viene utilizzato per profumare liquori. Attenzione: i semi di gelsomino sono velenosi. Si può cogliere fresco dalla pianta che fiorisce in primavera ed estate.

 

Ginger: è utilizzato in bevande destinate ad eccitare i sensi. Assunto in dosi ragionevoli, causa degli impeti salutari ; in dosi eccessive irrita l'intestino. Disponibile nelle erboristerie.

Noce moscata: non particolarmente efficace per le donne, ha la reputazione di essere la migliore alleata dell'uomo. Proviene dall'isola di Banda, Indonesia. Al supermercato e in erboristeria.

 

Origano: in infusione è un buon agente eccitante. Diffusissimo in tutta Italia, è molto economico.

 

Pepe di Cayenna: contiene una grande quantità di vitamina C. È un'agente eccitante che stimola la circolazione. Il piccolo chili rosso o verde messicano, possiede le stesse qualità. Economico e diffusissimo, si trova al supermercato.

 

Rafano: la polpa ha proprietà afrodisiache. Usata soprattutto dai giapponesi che ne usano la salsa per accompagnare sushi e sashimi, in Italia si trova nelle erboristerie e nei negozi di cucina orientale.

 

Sedano: il sedano contiene le vitamine A, C, B, P e minerali. È eccellente per i muscoli ed aiuta la liquefazione del sangue; riduce inoltre il livello di colesterolo ed aiuta a mantenere le arterie pulite. Gli antichi Romani dedicavano il sedano al dio Plutone, dio del sesso e dell'inferno. Si trova al mercato in tutte le stagioni.

 

Senape: stimola l'azione delle ghiandole sessuali. Esistono tre qualità di senape: nera, bianca e gialla, proveniente dall'India. La senape bianca ha conosciuto un notevole successo nel MedioEvo. Disponibile in salsa o in bacche, al supermercato.

Timo: tonico nervoso con effetti afrodisiaci. È anche un buon purificatore del corpo. Si trova in erboristeria.

 

Vaniglia: possiede effetti euforici e può essere consumata a volontà. Combatte l'astenia sessuale, agendo sul sistema nervoso centrale e, per mezzo del suo odore, agisce indirettamente come stimolante sessuale. Si può acquistare in erboristeria e al supermercato.

 

Zafferano: possiede proprietà stimolanti delle zone erogene. Alcuni studi hanno provato che ha effetti similari a quelli degli ormoni. Attenzione: dosi eccessive provocano risa incontrollabili. Si trova al supermercato ed in erboristeria; è piuttosto caro.

 

http://terresiciliane.it/sapori-ed-alimenti/alimenti/i-cibi-afrodisiaci-piu-diffusi-nel-mediterraneo.html

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Cioccolato, cosa non farei per te…… Qualche curiosita' sull'antidepressivo piu' dolce che ci sia

 

Cioccolato, cosa non farei per te…… Qualche curiosità sull’antidepressivo più dolce che ci sia – di Carmen Piras

Appasionati del cioccolato, siete disposti ad accettare una sfida?
Su, coraggio! Vi invito solo ad essere sinceri…..  Poggiate la mano destra sul cuore e giurate di non aver mai avuto una voglia incontrollabile di cioccolato.
Siete riusciti a giurare?  Non barate….

So benissimo che, tante volte, è impossibile resistere al profumo intenso e avvolgente del cacao e al rumore dell’involucro quando si scarta un cioccolatino….
Io stessa sono una “cioccolatodipendente” e avrei serie difficoltà a giurare su una cosa del genere.  In realtà, non sono l’unica ad avere questo “problema”, infatti, il cioccolato è uno degli alimenti più consumati e diffusi in tutto il mondo.
Quello che mi sono sempre chiesta è: cosa c’è nel cioccolato e cosa lo rende così buono e irresistibile?   Ebbene, cari lettori, è tutta una questione di chimica!
Tutte le proprietà del cioccolato, infatti, dipendono da diverse molecole, presenti principalmente nel cacao, che, come sapete, è uno dei componenti più importanti.
Prima, però, di avventurarci nel fantastico mondo chimico del cioccolato, un’altra domanda: come nascono cacao e cioccolato?

Il cacao deriva dai semi della pianta del cacao, pianta che vanta origini antichissime; infatti era già coltivata dagli antichi popoli degli Olmechi, Maya e Aztechi, che lo utilizzavano come alimento e moneta di scambio (“con 100 mandorle di cacao si acquistava uno schiavo”).  Da questo, il primo nome del cacao “Amygdalae Pecuniariae” (“mandorla di denaro”), successivamente sostituito dal botanico svedese Carl Von Linnè con “Theobroma cacao” (“cibo degli dei”), con un evidente richiamo ai culti che queste popolazioni gli dedicavano.

In realtà, però, il consumo di cacao era riservato ai ceti alti, principalmente nobili, guerrieri e sacerdoti, che lo assumevano sotto forma di bevanda stimolante, energizzante e afrodisiaca, con l’aggiunta di peperoncino, spezie piccanti, anice, cannella e vaniglia per attenuare il gusto amaro.   L’arrivo in Europa del cacao risale al 1528, quando Cortèz lo presento ai Reali Spagnoli.
Raggiunta la Spagna, la ricetta della cioccolata si diffuse in tutta Europa: Italia in primo luogo, poi Francia, Inghilterra, Austria, Svizzera, Germania e Paesi Scandinavi.

La pianta del cacao è la Theobroma Cacao L., un albero sempreverde che può raggiungere fino a 20 metri di altezza.
La sua coltivazione è possibile solo in certe aree, per via del fatto che richiede climi caldo umidi e temperature tra i 20 e 30°.

Proprio per questa ragione, i principali Paesi produttori sono localizzati in Africa (Ghana, Camerun, Nigeria, Costa d’Avorio, Madagascar), Asia (Indonesia, Malesia, Sri Lanka), Oceania (Nuova Guinea, Papua), America Centrale e Meridionale (Messico, Brasile, Colombia, Ecuador, Venezuela).
I frutti del cacao vengono raccolti un paio di volte l’anno, maturi, ma non eccessivamente (altrimenti i semi potrebbero essere danneggiati). Da questi vengono estratte le fave, che subiscono una fermentazione naturale, importantissima per la lavorazione del cacao.
La fermentazione viene fatta avvenire all’aperto, in un periodo variabile da 2 a 12 giorni a seconda delle condizioni climatiche e della qualità delle fave.
Il processo interessa gli zuccheri contenuti nella mucillaggine, glucosio e fruttosio, e avviene dapprima ad opera di diversi microrganismi e, successivamente, ad opera di lieviti, come i Saccharomyces.
In seguito alla fermentazione, il cacao subisce delle modificazioni riguardanti la composizione chimica e le caratteristiche biochimiche.
Successivamente, i semi sono sottoposti ad essiccamento, allo scopo di bloccare la fermentazione e far diminuire il contenuto di umidità (per evitare che si formino muffe).
La fase di essiccamento dura da 7 a 15 giorni e avviene esponendo i semi al sole.
Il prodotto essiccato, a questo punto, può essere sottoposto a lavorazione per ottenere diversi tipi di derivati (cioccolato, cacao in polvere, praline, snacks, ecc.).

Nel processo di lavorazione si possono individuare diverse fasi:
1) PULITURA:  durante la quale vengono rimosse impurità, pietruzze, fibre dei sacchi, ecc.
2) TOSTATURA:  che avviene in appositi impianti e prevede il trattamento della fava con calore ad una temperatura non superiore ai 150° per un periodo compreso tra 5 e 120 minuti.  Spesso questo processo può essere preceduto da un riscaldamento preliminare (pre-tostatura) a circa 100°, che facilita il distacco della buccia.
A cosa serve la tostatura?
- riduce ulteriormente l’umidità;
- permette di uccidere i microrganismi;
- favorisce la formazione dell’aroma, del sapore e del colore tipico del cacao (grazie all’ossidazione dei composti fenolici).
3) DECORTICAZIONE E DEGERMINAZIONE:  che avvengono in appositi impianti, che permettono di allontanare le bucce e i residui di lavorazione.
4) TRITURAZIONE:  che prevede la macinazione dei cotiledoni tramite cilindri caldi, che permettono di fondere il grasso contenuto, dando luogo a quello che viene definito LIQUOR o massa di cacao.
Se si vuole ottenere cacao in polvere, la massa fusa deve essere trattata con soluzioni acquose basiche (alcalinizzazione) al 2-2,5% di idrossido di magnesio, idrossido di potassio, idrossido di sodio, carbonato di potassio e carbonato di sodio, per facilitare la parziale scissione del grasso.
Durante questo processo si favorisce il rigonfiamento dell’amido, dando luogo al cosiddetto “cacao solubile”.
5) SEPARAZIONE DAL GRASSO:  poiché il liquor contiene ancora tutto il grasso, questo viene pressato mediante presse idrauliche o a vite, che permettono di separare buona parte del grasso.
Il burro di cacao liquefatto potrà, quindi, essere separato, filtrato e utilizzato per produrre diversi derivati.   La parte rimanente, invece, dà luogo a dischi solidi, che potranno essere macinati per ottenere una polvere impalpabile (cacao in polvere).

Come si ottiene a questo punto il cioccolato?

Si parte dal liquor non alcalinizzato, a cui si aggiungono burro di cacao, zucchero, emulsionanti e aromi.
La massa viene mescolata tramite dei rulli fino ad ottenere una pasta.   Questa pasta è sottoposta al cosiddetto CONCAGGIO, in seguito al trasferimento nelle conche, durante il quale viene ulteriormente macinata e mescolata.
Il concaggio permette di ridurre l’umidità ed eliminare composti volatili come alcuni esteri, acetone, metanolo, etanolo, ecc.
Segue, quindi, il TEMPERAGGIO, durante il quale la massa liquida viene raffreddata attraverso uno specifico programma termico, per permettere la solidificazione del cioccolato.  A questo punto il cioccolato solido viene sottoposto a FORMATURA e CONFEZIONAMENTO ed è, infine, pronto per il consumo.

Vi siete mai chiesti cosa ci sia nel cacao e quale sia la sua composizione chimica?
Innanzitutto bisogna sottolineare che la composizione varia, per quanto riguarda le percentuali dei principali componenti, a seconda della provenienza geografica, comunque sia, i componenti più importanti sono i seguenti:
- Acqua per un 5-7%;
- Lipidi per un 45-53% (in particolare soprattutto acidi grassi, quali, ad esempio, acido palmitico, arachidico, linoleico, linolenico, stearico, e steroli);
- Proteine per un 10-15% (specialmente enzimi, albumina, prolamine, gluteline, globuline);
- Amido e carboidrati per un 2-4% (quali fruttosio, saccarosio, lattosio, cellulosa, pentosani, galattani, lignina, ecc.)
- Tannino per circa il 6%;
- Gomme per un 2-3%;
- Polifenoli (come catechine, antocianine, proantocianine)
- Acidi organici;
- Vitamine (A, B1, B2, B6, biotina, acido folico, nicotinammide);
- Minerali (soprattutto sodio, potassio, magnesio, ferro, cloro, fluoro, iodio, cromo, nichel, zinco);
- Sostanze naturali bioattive (come, ad esempio, teobromina e caffeina).

Tra tutte queste sostanze, quelle più interessanti sono sicuramente quelle responsabili dell’aroma e le sostanze naturali bioattive, che sarebbero, invece, responsabili di vari effetti associati al consumo di cacao e cioccolato.
Per quanto riguarda lo sviluppo dell’aroma, questo è attribuito a varie sostanze che si formano durante i processi di fermentazione, che comportano delle modificazioni molecolari nel cacao.  Uno dei principali precursori dell’aroma è sicuramente la VICILINA, una globulina da cui derivano i peptidi che contribuiscono all’aroma; oltre questa, poi, si possono citare altri prodotti di fermentazione come pirazine, esteri, aldeidi, chetoni, alcoli, idrocarburi, furani e fenoli.

 

Per quanto riguarda, invece, le sostanze naturali bioattive, queste comprendono tra le principali:

TEOBROMINA E CAFFEINA (metilxantine):

Sono presenti in diverse concentrazioni (teobromina 2-2,7%, soprattutto presente nella buccia, e caffeina 0,6-0,8%) e sono responsabili di diverse azioni:
• Aumento della concentrazione e dell’attenzione;
• Miglioramento dello stato di veglia;
• Miglioramento della contrattilità del muscolo scheletrico;
• Azione vasodilatatrice;
• Azione diuretica.
Come stimolante la teobromina è meno potente rispetto alla caffeina, che, però, è presente in concentrazioni più basse.
Queste sostanze agiscono come antagoniste dei recettori purinergici P1 per l’adenosina (ad eccezione del sottotipo A3, relativamente insensibile).
Normalmente l’adenosina ha delle azioni inibitorie sul sistema nervoso centrale e, di conseguenza, l’azione antagonista è responsabile degli effetti psicostimolanti di queste sostanze, ma anche di effetti indesiderati legati all’abuso, quali insonnia, tachicardia e agitazione.

AMMINE BIOGENE:
Quali:
• Tiramina;
• Triptamina;
• Istamina;
• 2-feniletilamina.

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Si tratta di molecole vasoattive che, ad alte concentrazioni o assunte in associazione a MAO inibitori (farmaci antidepressivi che agiscono inibendo le monoaminossidasi, ossia gli enzimi responsabili del catabolismo di importanti neurotrasmettitori quali noradrenalina, dopamina e serotonina), possono provocare la cosiddetta “cheese reaction” , caratterizzata da rossore, mal di testa, alterazioni pressorie e addirittura shock cardiocircolatorio.
Questa reazione può manifestarsi dal momento che la tiramina è anch’essa metabolizzata dalle MAO intestinali. Di conseguenza, la contemporanea assunzione di MAO inibitori, impedisce a questi enzimi di catabolizzare la tiramina, che provoca il rilascio di grandi quantità di catecolamine dai terminali assonali, con la comparsa dei sintomi sopracitati.
Tra queste molecole, la feniletilamina è una delle molecole considerate responsabili del desiderio di cioccolato. Questa è molto simile da un punto di vista strutturale, alle amfetamine e, conseguentemente, interagisce con gli stessi recettori, inducendo vari effetti tra cui:
• miglioramento dello stato di veglia;
• azione psicostimolante;
• riduzione del senso di fatica;
• riduzione del senso di fame.

ANANDAMIDE:
Questa molecola interagisce con i recettori CB1 per i cannabinoidi, inducendo:
• Effetti comportamentali;
• Effetti sulle funzioni cognitive;
• Miglioramento del tono dell’umore;
• Miglioramento delle percezioni sensoriali;
• Euforia;
• Senso di appagamento e soddisfazione.

SALSOLINOLO e SALSOLINA:
Sono alcaloidi dopamina-derivati, presenti anche a livello cerebrale come molecole endogene.
Queste sostanze sarebbero responsabili dell’effetto antidepressivo del cioccolato e della dipendenza psicologica, azioni riconducibili a varie attività sul sistema nervoso centrale, quali:
• Inibizione delle MAO e della tirosina idrossilasi (l’inibizione di questi enzimi comporta un aumento dei livelli di serotonina, con conseguente miglioramento del tono dell’umore, dal momento che la trasmissione serotoninergica interviene, appunto, nella regolazione del tono dell’umore.
• Inibizione del re-uptake di catecolamine (ossia inibizione della ricaptazione neuronale di molecole quali noradrenalina e dopamina, che contribuirebbero sia all’effettoantidepressivo, che alla dipendenza psicologica).

CLAVAMIDE:
Molecola con considerevole attività antiossidante.

TETRAIDRO- BETA- CARBOLINE:
che agirebbero come neuro modulatori delle MAO e interagirebbero con l’attività di ammine biogene quali la 2-feniletilamina, contribuendo così all’azione antidepressiva.
Proprio in virtù di queste e altre sostanze, sono state attribuiti al cacao e al cioccolato vari effetti, alcuni dei quali molto interessanti:

1) Effetti antidepressivi:

 

serotonina

associati alla presenza di metilxantine, feniletilamina e serotonina (seppure quest’ultima in basse concentrazioni) e all’induzione della produzione di endorfine oppioidi naturalmente prodotte dal cervello, aventi azione euforizzante.

2) Sensazione di piacere e dipendenza:
la sensazione di piacere indotta dall’assunzione di cioccolato è correlabile a varie sostanze, tra cui teobromina, caffeina, anandamide, che agirebbero sui circuiti cerebrali della ricompensa.
Questi effetti sono modulati dal neurotrasmettitore dopamina, il cui rilascio viene indotto da stimoli gratificanti naturali (cibo, acqua, ecc.), sia da sostanze d’abuso.
La dopamina agirebbe sul sistema nervoso facilitando l’instaurarsi del ricordo della sensazione di piacere e, quindi, produrrebbe effetti legati all’apprendimento associativo dello stimolo gratificante.
Di conseguenza, all’azione sul sistema limbico è riconducibile sia la sensazione di piacere sequenziale al consumo di cioccolato, sia il desiderio di assumerlo nuovamente.

Sono in molti ad affermare che il cioccolato sia una vera droga e i cosiddetti “Chocoholics” o “cioccodipendenti” serebbero, appunto, degli individui che non sono in grado di fermarsi una volta cominciata la tavoletta e che consumano una quantità di cioccolato nettamente superiore alla media (fino a 4-5 volte superiore).

3) azione antiossidante:
dovuta alla presenza dei flavonoidi, una classe di polifenoli presenti in concentrazione più elevata rispetto ad altri alimenti comunemente consumati.
Questa azione antiossidante è importante per combattere i radicali liberi formati in seguito a situazioni di stress ossidativo e responsabili di danno a carico delle cellule e dei componenti cellulari.

4) azione protettiva nei confronti del sistema cardiovascolare:
dovuta al fatto che il cioccolato fondente favorirebbe un aumento dei livelli di colesterolo HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”), migliorerebbe la funzionalità dei vasi sanguigni (aumentando la capacità dell’endotelio di dilatarsi) e preverrebbe la comparsa di microtrombi e patologie cardiache.

Non tutti, però, possono mangiare il cioccolato!
Sono, infatti, esclusi:
- diabetici (per l’elevata presenza di zuccheri);
- individui allergici;
- individui affetti da reflusso gastro-esofageo (in quanto il consumo di cioccolato provoca un aumento dell’acidità gatsrica):
- iperuricemici (dal momento che la teobromina è una purina e come tale viene metabolizzata ad acido urico, che, quando è presente in eccesso, dà luogo a depositi di urato a livello articolare provocando gonfiore, dolore e deformazione).
- Individui affetti da cefalea (per la presenza di tiramina, in grado di scatenare le crisi);
- Individui obesi o affetti da epatopatie (per l’elevato contenuto di lipidi).

E’, inoltre, importante ricordare che il cioccolato in elevate quantità è pericoloso per i cani, dal
momento che la teobromina può provocare nell’animale bradicardia e aritmie cardiache,
convulsioni, emorragia interna e morte nei casi più gravi.

http://www.divulgazionechimica.it/cioccolato-cosa-non-farei-per-te-qualche-curiosita-sullantidepressivo-piu-dolce-che-ci-sia-di-carmen-piras/

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I CIBI CHE RIDUCONO L'ANSIA

Tra le tante armi che abbiamo a disposizione per combattere l’ansia e lo stress, una la teniamo non nell’armadietto dei medicinali ma bensi nel nostro frigorifero. Infatti molti alimenti non sono anti ansia in senso stretto ma sono efficaci per aumentare il nostro stato di benessere. Gli alimenti da preferire sono quelli ricchi di magnesio, manganese, cobalto, vitamine del Gruppo B, quelli da evitare, gli eccitanti, quelli che ostacolano l’assorbimento degli oligoelementi e quelli ricchi in sale e conservanti.

Alimenti che favoriscono il relax e il benessere sono dunque le albicocche (anche secche), avena, barbabietola, basilico, cavolo, lattuga, lievito di birra, limone, maggiorana, mela origano, pesca, prezzemolo, soia e tutti i derivati.

 

Alimenti che invece contrastano la calma sono naturalmente il caffè, il the molto forte, le carni rosse, oli di semi, lo zucchero bianco, i formaggi stagionati, i sottaceti, l’ aceto di vino e tutti gli alcolici sopra i 12 gradi.

 

Ma vediamo nel dettaglio alcuni consigli

 

La pasta dà serenità

La pasta fornisce energia al cervello e alza il livello della serotonina, neurotrasmeltitore in grado di regolare umore, fame e sonno. Se integrale, contiene anche vitamine del gruppo B, che controllano gli impulsi nervosi e incrementano l’adrenalina euforizzante. La pasta non va quindi eliminata dalla dieta di chi vuole ridurre o mantenere il proprio peso: l’imposizione di una simile rinuncia potrebbe essere controproducente e causare infelicità, e spesso, quando si è infelici, si è portati a mangiare di più.

 

Proteine e attività fisica contro stress e malumore

Il fabbisogno di proteine può aumentare se l’organismo è sottoposto a uno stress permanente. L’assunzione di uova, pesce, pollo, tacchino, carni rosse magre, latte o fagioli diventa quindi particolarmente importante in tali circostanze. Tuttavia, alimentarsi per combattere lo stress significa seguire una dieta sana e bilanciata, scegliendo il cibo in modo intelligente. Una regolare attività fisica è altrettanto importante, poiché aumenta lo produzione di endorfine (enfatizzanti naturali dell’umore) e migliora la condizione fisica.

 

Il parmigiano per resistere allo stress

I cibi che contengono tirosina, un aminoacido che produce un’azione stimolante sull’organismo e aiuta a migliorare la capacità di resistere allo stress, permettono di sentirsi in forma e pieni d’energia.

Secondo alcuni studi recenti, questo aminoacido sarebbe inoltre in grado di aumentare la memoria e la prontezza mentale, alleviare il dolore, stimolare l’energia sessuale.

Tra gli alimenti che ne sono ricchi, ricordiamo il parmigiano e i formaggi in genere, i legumi, i cereali integrali, alcune verdure, la truffa oleoso.

 

Il latte riduce l’aggressività

Il latte è ricco di triptofano, un aminoacido che permette all’organismo di produrre la serotonina, un neurotrasmettitore la cui carenza accentua il nervosismo e l’aggressività.

Se consumato con i carboidrati contenuti nei cereali, l’azione tranquillizzante e rilassante del latte viene potenziata. Un abbinamento particolarmente indicato per chi soffre di insonnia!

 

Il potere rilassante della lattuga

Grazie al suo contenuto di principi amari, flavonoidi, acido succinico e acido malico, la lattuga è una verdura calmante, che può essere mangiata nel pasto serale, oppure preparata in decotto (1 foglia di lattuga spezzettata in 1 tazza di acqua in ebollizione; lasciare sul fuoco per 3 minuti, poi filtrare) da bere dopo cena, per rilassare e favorire il sonno.

 

L’orzo: il cereale che rilassa corpo e mente

Recenti studi hanno scoperto che l’orzo contiene il beta-glucano, una sostanza che è in grado di attenuare fortemente le sensazioni di fame. Questa sostanza, infatti, rimane a lungo nello stomaco e perciò conferisce senso di sazietà e calma la fame di origine nervosa.

L’orzo contiene anche discrete quantità di fosforo ed è pertanto utile a coloro che svolgono un’attività intellettuale e ai soggetti nervosi.

Ha inoltre una blanda azione sedativa, grazie alla presenza di piccole quantità di silicio.

 

I ravanelli per favorire il sonno

Secondo la medicina antica, che non conosceva i tranquillanti, i ravanelli avevano la proprietà di favorire il sonno.

Oggi la ricerca scientifica ha potuto scoprire in questi vegetali la presenza di vitamine del gruppo B e di acido folico, che hanno effetti rilassanti e antiansia.

 

La salvia migliora l’umore

La salvia è particolarmente attiva sul sistema nervoso; è una pianta tonica e sedativa ed è indicata per tutti i disturbi del sistema neurovegetativo, come depressione, stanchezza, insonnia, ansia.

Per il suo effetto euforizzante, viene considerata una pianta afrodisiaca, Un decotto di foglie di salvia aggiunto all’acqua del bagno produce un effetto rilassante ed euforizzante allo stesso tempo.

 

Il basilico combatte Io stress

Alcune erbe aromatiche che utilizziamo comunemente in cucina possono avere ottimi effetti rilassanti e calmanti, grazie ai loro principi attivi.

Le erbe che hanno maggiore efficacia sull’ansia e sull’insonnia sono il basilico, la maggiorana e l’origano. In particolare, il basilico contiene principi attivi can effetti digestivi, antispastici, rilassanti. Quest’erba aromatica è utile se l’ansia e lo stress colpiscono il sistema digestivo. È efficace nelle coliti nervose, con ansia e insonnia.

 

I semi di papavero antiansia

I semi di papavero hanno proprietà blandamente sedative, anche se in fitoterapia si utilizzano, anziché i semi, i petali del papavero (rosolaccio), che possiedono maggiore efficacia. Tuttavia, un consumo moderato dei semi, che possono essere aggiunti all’impasto dei biscotti a del pane, oppure a creme e gelati, può avere effetti leggermente rilassanti e antiansia.

 

Il cobalto contro i disturbi nervosi

Il cobalto è necessario per produrre la vitamina B12, la cui carenza può condurre all’anemia perniciosa e provocare disturbi nervosi quali ansia, insonnia, depressione ecc.

Poiché il corpo umano non ha la capacità di sintetizzare questo elemento, lo deve assumere attraverso gli alimenti, soprattutto carne, pesce, molluschi bivalve, latte, bietole, spinaci, cavolo, lattuga, crescione d’acqua, fichi, grano saraceno.

 

Il betacarotene per proteggere il sistema nervoso

Il betacarotene (che nell’organismo si trasforma in vitamina A) è importante per proteggere l’intelligenza perché ha una potente azione antiossidante.

È la sola sostanza in grado di neutralizzare i radicali liberi più pericolosi, previene il danneggiamento dei neuroni (le cellule del sistema nervoso) e contrasta le malattie cronico-degenerative. Si trova in zucche, carote, spinaci. broccoli, albicocche, papaia ecc.

 

Il calcio previene l’ansia

Il Calcio previene gli attacchi di ansia e di nervosismo, i crampi alle gambe (insieme alla vitamina E), il rachitismo, la congiuntivite cronica, gli eritemi solari (insieme alla vitamina A). Viene distruffo dalla mancanza di esercizio fisico e dallo stress.

Si trova nel latte e nei suoi derivati, nel tuono d’uovo, nei pesci, nel lievito di birra, nelle mandorle dolci, nei legumi, nei vegetali a foglia verde

 

Il magnesio riduce i rischi di ansia e depressione

Il magnesio si è rivelato fondamentale per l’equilibrio psichico. Chi è carente di questo minerale è infatti maggiormente esposto al rischio di ansie e depressione, Gli alimenti più ricchi di questa sostanza sono: cereali integrali, cioccolato (soprattutto quello amaro), frutta oleosa, legumi, semi di girasole, latte e latticini, pesce, alcune verdure. Un consiglio per chi soffre di insonnia: assumere alimenti contenenti magnesio e calcio (per esempio verdure a foglia verde e yogurt).

 

La vitamina B1 contro insonnia e malumore

La vitamina B1 (tiamina) è antiossidante, cioè impedisce all’ossigeno di combinarsi con sostanze di scarto e formare composti tossici. Aiuta a combattere insonnia, depressione, sciatica, stitichezza, gas intestinali, nausea.

Migliora l’attività mentale, soprattutto la memoria. La sua carenza rende difficile la digestione dei carboidrati. Si trova nel germe di grano e nei cereali integrali, nel lievito di birra e nei suoi derivati, nei legumi, nelle noci, nelle patate, nel latte, nel tuorlo d’uovo, nei frutti di mare, nel pollame, nella carne, nel fegato.

 

La biotina per dormire bene

Lo biotina fa parte delle vitamine del complesso B; questa sostanza interviene nella formazione degli acidi grassi e nell’utilizzazione di proteine, acido folico, vitamine B5 e B12. Una sua carenza può provocare dolore muscolare, scarso appetito, depressione, insonnia.

Le sue funzioni fisiologiche comprendono la buona conservazione della pelle, delle ghiandole sebacee, dei nervi, del midollo spinale e delle ghiandole sessuali. Si trova nel germe di grano, nel lievito di birra, nelle noci, nel qit. nel tuorlo d’uovo, nel pesce.Viene sintetizzata dalla flora batterica intestinale.

 

L’inositolo per nutrire le cellule cerebrali

L’inositolo, o vitamina B7, impedisce l’accumulo di grassi sulle pareti delle arterie, nutre le cellule cerebrali, migliora il funzionamento del cervello e il tono dell’umore, e ha un effetto tranquillizzante, tanto da essere utilizzato come leggero sedativo. Si trova nei cereali integrali, nel pesce, nei legumi, nelle noci, nel melone e nel germe di grano. L’abuso di caffè, tè e alcol o l’assunzione di contraccettivi orali, antibiotici e diuretici può provocare la carenza di questa sostanza.

 

Il potassio per ridurre l’ansia

Il potassio è fondamentale nella trasmissione degli impulsi nervosi, cioè per portare gli “ordini” al cervello, di cui favorisce anche l’ossigenazione; con il sodio, regola l’equilibrio idrico dell’organismo. Una carenza di potassio può provocare stanchezza, sonnolenza, ansia, disattenzione. Lo si trova in pomodori, patate, banane, albicocche, pesche, mandorle ecc.

 

Gli acidi grassi essenziali per il benessere della mente

Il pesce, spesso chiamato l’alimento del cervello, contiene una buona percentuale di EPA, acido eicosapentaenoico, e di DHA, acido docosaexenoico, entrambi appartenenti agli acidi grassi Omega 3, che hanno un ruolo di vitale importanza per il buon funzionamento del cervello e del sistema nervoso, e per la regolazione dello stress.

Nel merluzzo dell’Atlantico questi elementi sono presenti ad alte concentrazioni.

 

L’acido folico per non irritarsi

L’acido folico, o folacina, è un composto vitaminico del gruppo B che si concentra soprattutto nel cervello: una sua carenza provoca irritabilità, depressione e mancanza di energia. È indispensabile per la produzione della metionina, la cui carenza provoca a sua volta stati depressivi, sonnolenza, debolezza.

L’acido folico si trova nel lievito di birra, nella soia, negli spinaci, nei carciofi, nel prezzemolo, negli asparagi ecc.

 

La tirosina nella cura dell’ansia

La tirosina è un eccitante neuronale: favorisce la concentrazione e lo stato di veglia. Se si deve affrontare un’attività che implica riflessi pronti bisogna mangiare cibi che contengono tirosina: carne, pollame, aringhe affumicate, gamberetti, sardine, latte e formaggi, legumi, uova e banane.

Questo aminoacido viene usato nel trattamento di ansia, depressione (migliora l’umore) e insonnia; negli stati di affaticamento psicofisico, stress; per aiutare a diminuire la dipendenza dal cioccolato (aumenta la dopamina); nelle sindromi premestruali.

 

http://www.nonsiamofragili.com/curiosit%C3%A0-e-consigli/

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