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Categoria: "Notizie scottanti"

Energizzanti naturali: 10 cibi contro l'affaticamento

Come ritrovare le energie in modo naturale? Una sana alimentazione è di massima importanza per sentirci in forma. Lo stress e la convalescenza dopo una malattia possono aver minato le nostre forze.

 

 

Esistono però alcuni alimenti energizzanti grazie a cui possiamo migliorare la nostra condizione e sentirci più in forma. Tutti i prodotti e gli alimenti indicati sono reperibili online, in erboristeria, nei negozi di prodotti naturali o nelle botteghe del commercio equo.

1) Ginseng

 

Il ginseng è un rimedio naturale tonico e stimolante per l'organismo. Viene ricavato dalle radici di alcune piante perenni appartenenti alla famiglia delle Araliaceae e risulta diffuso soprattutto in Oriente. E' considerato utile per rivitalizzare un fisico debilitato e per ridurre il senso di stanchezza, oltre che per migliorare la capacità di resistere alla fatica. La sua assunzione viene raccomandata nei periodi di convalescenza, poiché stimola la guarigione.

Leggi anche: Ginseng: mille proprietà, usi e dove trovarlo

ginseng

2) Erba Mate

 

L'erba mate, o yerba mate, è una bevanda ampiamente consumata in America Meridionale. L'infuso di erba mate è considerato molto efficace per recuperare le energie perdute nel corso della giornata. E' inoltre adatta come dopopasto, per facilitare la digestione. Dona un'immediata sensazione di benessere, a cui non conseguono palpitazioni o senso di agitazione come invece può avvenire nel caso del caffè.

Leggi anche: Erba Mate: tutti i benefici e come gustarla al meglio

erba mate

3) Maca

 

La maca è una pianta tipica delle Ande, conosciuta anche come Ginseng Peruviano. Da essa vengono ricavati degli integratori naturali dalle proprietà energizzanti. La maca risulta ricca di vitamine e minerali, tra i quali troviamo ferro, calcio, potassio, fosforo, zinco e manganese. La maca stimola la fertilità, presenta proprietà afrodisiache e giova all'apparato sessuale sia maschile che femminile.

Leggi anche: Maca: la pianta del desiderio e della fertilità

maca integratore naturale

fonte foto: blisstree.com

4) Germe di grano

 

L'assunzione di germe di grano viene consigliata in caso di affaticamento e di carenze nutrizionali. Il germe di grano è l'embrione del frumento. Contiene dunque in sé tutte le sostanze che occorreranno alla piantina per crescere. Presenta aminoacidi dall'elevato valore biologico, sali minerali come calcio, ferro, potassio e zinco, vitamine del gruppo B, vitamina E, vitamina D e acido folico.

germe di grano alimenti energizzanti

fonte foto: tripod.com

5) Lievito alimentare

 

Il lievito alimentare è una forma di lievito inattivo impiegato come integratore. Viene venduto sotto forma di scaglie o in polvere e può essere utilizzato a crudo come condimento, ad esempio per pasta e verdure, o nella preparazione casalinga di formaggi vegetali. E' energizzante per via del suo contenuto di ferro e vitamine del gruppo B. Rafforza unghie e capelli e risulta benefico per la flora batterica e intestinale.

Leggi anche: Lievito alimentare in scaglie e la ricetta del veg-parmigiano

lievito alimentare

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6) Guaranà

 

Il guaranà è una pianta originaria della regione amazzonica, da cui vengono ricavati degli estratti erboristici per la realizzazione di integratori naturali. Le maggiori proprietà benefiche del guaranà sono legate si suoi effetti energizzanti. Ha effetti più persistenti e duraturi rispetto al caffè, in quanto le sostanze in esso contenute vengono rilasciate più lentamente della caffeina. Stimola il sistema nervoso centrale e la perdita di peso, favorendo la lipolisi, cioè l'acquisizione di energia da parte del corpo mediante la scissione dei grassi, soprattutto durante l'esercizio fisico.

Leggi anche: Guaranà: proprietà, usi e controindicazioni

 

guarana

7) Bacche di acai

 

Le bacche di acai sono un alimento energizzante, ricco di antiossidanti utili per proteggere il cuore e la circolazione. Hanno proprietà anti-infiammatorie, disintossicanti e anti-cancro. La loro assunzione è consigliata soprattutto nei periodi di stress. Sono reperibili sotto forma di polvere da utilizzare in frullati e bevande, oppure come succo fresco e frutti essiccati.

Leggi anche: Bacche di acai: proprieta', benefici e dove trovarle

bacche di acai

8) Fieno greco

 

Il fieno greco è un alimento che può essere consumato soprattutto sotto forma di germogli, da preparare in casa a partire dai semi biologici che possono essere acquistati nei negozi di prodotti naturali. Il fieno greco viene consigliato per aiutare l'organismo debilitato nei periodi di convalescenza e come ricostituente ricco di ferro adatto per contrastare l'anemia in modo naturale.

fieno greco

Leggi anche: 8 alimenti supernutrienti che probabilmente non state mangiando

9) Spirulina

 

La spirulina è una microalga dalla caratteristica colorazione verde-azzurra che può essere utilizzata per la formulazione di integratori naturali o per arricchire condimenti come il gomasio, a base di sale marino integrale grosso. La spirulina è considerata un'alga energizzante e super-nutriente. Cresce spontaneamente in laghi dalle acque salate ed è naturalmente ricca di ferro.

Leggi anche: Alghe: le diverse tipologie, le proprieta' e come utilizzarle

spirulina

10) Crema di Budwig

 

La crema di Budwig è un alimento energizzante perfetto per la colazione e per allontanare il senso di fame fino all'ora di pranzo. Si tratta di un pasto ricco ed equilibrato che comprende, solitamente, una banana frullata con yogurt tradizionale o vegetale, semi di sesamo o semi di lino, olio di lino o di germe di grano, e frutta secca, come noci, mandorle e nocciole. Alla crema di Budwig può essere unito del succo di limone. La colazione con la crema di Budwig può essere accompagnata da una macedonia di frutta fresca.

Leggi anche: Crema di Budwig: la ricetta

crema di budwig

fonte foto: elisefallson.blogspot.com

Marta Albè

http://www.greenme.it/mangiare/altri-alimenti/11179-energizzanti-naturali-cibi-contro-affaticamento

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Omeopatia veterinaria: gli studi scientifici sugli animali

La ricerca sugli animali fornisce una parte particolarmente importante della base di conoscenze per l'omeopatia perché la questione del placebo (per placebo si intende ogni sostanza innocua o qualsiasi altra terapia o provvedimento non farmacologico (un consiglio, un conforto, un atto chirurgico) che, pur privo di efficacia terapeutica specifica, sia deliberatamente somministrato alla persona facendole credere che sia un trattamento necessario. ) è in gran parte affrontato fin dall'inizio .

La ricerca dell'Omeopatia sugli animali è al suo inizio, con un relativamente piccolo numero di studi di alta qualità che è stato pubblicato . Tuttavia, come molti scettici ritengono che gli effetti clinici dell'omeopatia siano solo dovuti al placebo , è davvero una questione di ' qualità piuttosto che la quantità '; i pochi ma validi studi che dimostrano che l'omeopatia è efficace sugli animali è devono essere considerati come importanti pezzi di evidenza , in quanto sono forse la migliore dimostrazione che l'omeopatia non è ' tutto ciò che accade nella mente ' . Per questo motivo , solo studi positivi sono stati inclusi qui, ma va notato che altri studi hanno avuto risultati negativi .

Gli argomenti trattati in questa pagina sono:

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1. Studi di laboratorio
2. Ricerca omeopatia veterinaria
3. Omeopatia veterinaria nella pratica
4. Come migliorare i metodi di ricerca

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COMITATO DI DIFESA OMEOPATIA

Anche OMEOPATIANET.it ha aderito alla raccolta firme promossa dal COMITATO DI DIFESA OMEOPATIA, Comitato nato per scongiurare la cancellazione di molti medicinali omeopatici utilizzati da anni.

Invitiamo TUTTI a firmare per una battaglia di scelta e liberta': e' possibile firmare sul sito www.omeocom.it e si trova il comtato anche su facebook e twitter.

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La raccolta firme ha l'obiettivo di evitare che molti farmaci omeopatici che abitualmente vengono usati siano esclusi dal mercato italiano, impedendo di fatto ai cittadini la liberta' di scelta terapeutica.

Petizione: “Insieme per l’Omeopatia”
Siamo 11 milioni di persone che si curano con i farmaci omeopatici e oltre 20mila sono i  medici che li prescrivono. Alla luce dei progressi della scienza, l’omeopatia si pone come disciplina che cura in modo efficace con dosi infinitesimali, quindi non tossiche. I rimedi omeopatici svolgono una funzione terapeutica specifica per ogni paziente, eliminano quelle tossine o sostanze che hanno provocato la malattia, ristabilendo l’equilibrio psico-fisico che era venuto a mancare.
Lasciamo ai cittadini la libertà di scegliere come curarsi. Oggi, a seguito di recenti  disposizioni, temiamo l’eliminazione di molti farmaci omeopatici che hanno da tempo dimostrato valenza clinico-terapeutica. L’Europa ha riconosciuto la validità e la peculiarità dei farmaci omeopatici e ha richiesto ai
Paesi membri di registrarli con una procedura semplificata, diversa da quella per i farmaci tradizionali. Ma! in Italia, a causa di procedure eccessivamente complesse e di costi altissimi per la registrazione, molte terapie omeopatiche potrebbero non essere più disponibili.
Aspetto importante, in un momento di crisi economico – finanziaria come quello che stiamo vivendo, è che a tutt’oggi il settore dell’Omeopatia continua a crescere: occupa migliaia di persone e destina più del 3% alla ricerca medico-scientifica.
Sappiamo che l’Omeopatia è Sana - la natura ama e cura se stessa. Come diceva Ippocrate ciò che ha provocato la malattia la guarisce. I farmaci omeopatici sono desiderati dai pazienti e non provocano effetti indesiderati; Giusta- si avvale delle capacità intrinseche della natura stessa, che è il bene comune per antonomasia e come tale non ! solo cura, ma risolve gli infiniti dolori del corpo e dell’a! nima; Bella - ricerca un modus vivendi che premi la qualità della vita e la sua armonia con la natura e i  suoi cicli biologici. Si fonda quindi sulla bellezza del corpo e dell’anima.

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Allarme ammorbidenti

Gentile Associazione Spazio Sacro sono una vostra associata, leggo con  molto piacere i libri pubblicati come gli articoli.Come co fondatrice dell’Associazione dei Malati Amica, affetta io stessa dalla sensibilità Chimica Multipla ho scritto un articolo che forse potrebbe interessare ed essere portato all’attenzione di altri.Vi ringrazio anticipatamente dell’attenzione.Distinti saluti Donatella Stocchi

Dedicato ai malati di Sensibilità Chimica Multipla, gli allergici alle profumazioni, gli asmatici, per chi soffre di cefalea  causata da sostanze profumate, ecc…Come ogni anno in primavera ed estate l’aria si riempie di profumi di fiori e frutti, ma negli ultimi anni le fragranze artificiali hanno il sopravvento sulle sostanze naturali sia come intensità, potenza e soprattutto onnipresenza. Le hanno persino rilevate al Polo Nord e Polo Sud!Con le stese del bucato gli effluvi sintetici dei detersivi e ammorbidenti si spandono nell’aria esterna/outdoor per 300-600 metri. Queste profumazioni saturano anche l’aria interna/indoor alle abitazioni, già tanto avvelenate dall’uso intensivo di prodotti chimici per la persona, la casa, i deodoranti d’ambiente, gli insetticidi, ecc.. Gli ammorbidenti  sono tra i prodotti più tossici in ambito domestico, le sostanze chimiche impiegate risultano non biodegradabili e neanche i depuratori riescono ad eliminarle dall’acqua,  così contribuiscono ad inquinare questo bene prezioso, che sarebbe indispensabile alla vita umana e all’ecosistema naturale…“I componenti sono in prevalenzaesterquat, additivi, profumi, addensanti o perlanti e coloranti. Si tratta di sostanze (additivi, fosfati, pentano, limonene, benzil acetato, coloranti artificiali) che risultano altamente inquinanti per l'ambiente e nocive per la salute dell'uomo.” Possono scatenare reazioni allergiche, asma, dermatiti, soprattutto nei bambini e nei soggetti più sensibili, nonché danni al sistema nervoso. Sono state riscontrate correlazioni fra l'insorgenza di malattie come il cancro, danni al fegato e ai reni e l'uso di ammorbidenti convenzionali;  contenenti queste sostanze tossiche. (www.greenme.it)Ecco, direte voi:” I soliti discordi ambientalisti, tanto l’inquinamento è ovunque!!! Cosa vuoi che faccia un poco di ammorbidente aggiunto a tutto il resto???”E’ solo partendo dai singoli gesti quotidiani che ognuno di noi può fare la differenza per migliorare l’ambiente e lasciare una buona eredità alle generazioni future. Quando le persone vanno in vacanza sono alla ricerca di ambienti naturali e incontaminati, che si fanno ogni giorno più rari. Come mai siamo sempre alla ricerca del paradiso perduto? Certo, non progettiamo soggiorni in discariche o paludi di liquami tossici e maleodoranti, non facciamo balneazione in mari dove ci sono stati versamenti accidentali petroliferi sulle coste e litorali. Ma questa spazzatura che buttiamo egoisticamente fuori dalla finestra ci sta rientrando dalla porta.Affrontando l’argomento con una visione generale, le profumazioni fanno parte della storia dell’uomo, ma oggi stiamo registrando dei veri e propri eccessi. Stanno costituendo un enorme business per l’industria che li mette sul mercato, mentre per molti consumatori sta trasformandosi in una vera e propria fonte di “ossessione”, basta leggere i blog in internet. Le fragranze dovrebbero essere contenute entro la lunghezza di un braccio, per manifestare la nostra libertà di usarle oppure no. Quando esprimo la mia libertà devo anche tener conto che posso causare, anche se non intenzionalmente, procurare del male al prossimo. Le persone a rischio con l’esposizione alle profumazioni forti sono: gli allergici alle fragranze e oggi l’allergia è un grafico in salita. Come anche gli asmatici per l’azione irritante sulle vie respiratorie e per chi soffre di cefalea, in particolare il profumo alla vaniglia scatena emicranie. Sono anche risapute per contenere interferenti endocrini impiegati per stabilizzare profumi e presenti in prodotti che usiamo ogni giorno come diffusori di fragranze. Vanno appunto ad “interferire con l’attività del sistema endocrino”. La tiroide è uno dei primi organi bersaglio dalle sostanze chimiche e radiazioni. Le fragranze nei prodotti casalinghi da recenti ricerche danneggiano anche il cuore delle donne (lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica "Environmental Health Perspectives" "Heart Rate Variability in Association with Frequent Use of Household Sprays and Scented Products in SAPALDIA") e ai bambini fino ai 3 anni dovrebbe essere risparmiato il contatto, in quanto l’esposizione del sistema immunitario in questo delicato periodo li porterà a sviluppare da adulti varie manifestazioni patologiche. E in fine, nelle persone affette da Sensibilità Chimica Multipla (patologia emergente e non più rara nel nostro paese) l’esposizione cronica può comportare nel tempo l’esordio della malattia stessa e quando già conclamata un progressivo e inesorabile aggravamento. Allo stato attuale le persone affette “non trovano scampo”, nonostante si attivino per fare l’evitamento ambientale, che è la “principale terapia”. In questo tempo moderno è ormai impossibile eluderle: le fragranze sono onnipresenti ed hanno contaminato il paesaggio.Inconsapevolmente stiamo ammalando le generazioni future.Poi vorrei ricordare un aspetto molto importante nel rapporto tra le madri e i neonati: l’olfatto è un senso che permette di creare un legame molto forte e importante nei primi giorni di vita, come accade agli animali del resto, ci riconosciamo dall’odore. Queste profumazioni forti sono in grado di coprire qualsiasi odore naturale.Ad esempio molti non sanno che la mia generazione è cresciuta manipolando il Pongo. Ognuno di voi può evocare dalla memoria quell’odore chimico che ci riporta all’infanzia. Ebbene in molti profumi famosi è stata introdotta intenzionalmente dai profumieri, questa nota chimica di solvente, che riconduce alla nostra fanciullezza.Ecco, direbbero i contrari:” Questo fa male, quest’altro pure, ma non ci si può privare di tutto!!! Poi di qualcosa si deve pur morire, quando accadrà, accadrà!!!Le aspettative di vita si sono allungate, ma non abbiamo tenuto conto “però” che parallelamente è peggiorata la qualità della vita, siamo afflitti da patologie croniche invalidanti e da sempre nuove malattie emergenti. Stiamo assistendo a un aumento esponenziale di malattie respiratorie, allergiche, patologie del derma e cardiocircolatorie, intolleranze alimentari e cancro. Quando ci rivolgiamo ai medici, “dopo una rapida diagnosi”, ci sono prescritti farmaci sintomatici, significa che non guarisco, ma controllano solo il sintomo. Così contribuiamo ad arricchire anche le industrie farmaceutiche, senza risolvere i nostri disturbi. Perché in fase di diagnosi nessuno specialista indaga lo stile di vita a cui siamo volontariamente e involontariamente sottoposti? In molti casi basterebbe rivedere le proprie abitudini malsane e preferire un cambiamento più salutare e più consono al nostro corpo e all’ambiente. Sempre i contrari: “E’ importante produrre e consumare per favorire l’occupazione e il lavoro.”Sicuramente è importante, ma il nostro pianeta ci sta dando dei chiari segnali di non riuscire più a compensare lo sfruttamento e l’inquinamento dell’uomo. Siamo già molto in ritardo, si dovrebbero prevedere lo sviluppo di occupazioni che siano compatibili con l’ambiente e su questo adattare i nostri stili di vita e non il contrario. Il primo obiettivo dovrebbe essere provare ad arrecare almeno il “danno minore”.Ma ritorniamo agli ammorbidenti, le persone quando fanno gli acquisti, stimolate dalla pubblicità, pensano erroneamente che nei prodotti siano impiegate fragranze naturali, del resto i nomi accattivanti evocano nomi di fiori o frutti anche esotici che sappiamo essere molto aromatici e piacevoli, ma in realtà contengono fragranze di derivazione sintetica. Del resto, se riflettiamo sul basso costo del prodotto e l’intensità del profumo che non si riscontra in natura, si può facilmente dedurre che queste fragranze sono il frutto di brevetti industriali, risultati di ricerche di laboratorio e non provengono dall’ambiente naturale.Ogni anno c’è una marca in particolare che è in cima alle classifiche di gradimento e consumo, grazie alla pubblicità incalzante che viene divulgata in primavera e estate.Negli anni i pubblicitari hanno fatto appello a tutte le motivazioni possibili per indurre le donne all’acquisto, che rimangono nonostante siano cambiati i tempi e modificati i ruoli sociali, le principali persone che organizzano la spesa di casa: dalla caricatura della figura materna che istruisce per fare il bucato, alle norme d’igiene, pulizia, efficacia, risparmio, convenienza,… prodotto concentrato, più profumato, poi il “profumo di pulito” (che è una invenzione  solo pubblicitaria, in quanto il pulito non ha odore), ora è il momento per catturare anche la vanità delle donne, vestendole di profumo.Sempre i contrari:” Ecco, ora si fa anche della discriminazione sulle donne”.Tranquilli/e, sono una donna e penso di conoscere un po’ l’altra metà del cielo.Questo messaggio pubblicitario non si rivolge direttamente alle mamme o alle casalinghe, che al rientro dal lavoro a tempo pieno, la sera devono anche provvedere alla famiglia, ai bambini, agli anziani e al marito,… ma alle giovani donne che sono cresciute davanti alla TV, belle, giovani e sexy. Oppure vuol far leva sui ricordi della giovinezza e del tempo perduto. Perché oggi anche la terza età è alla rincorsa dell’eterna giovinezza. Così anche un compito quotidiano e ripetitivo può essere apparentemente impreziosito e nobilitato dalla pubblicità sensuale con un profumo. In passato fare il bucato era una mansione “prettamente femminile” molto faticosa, oggi per fortuna, ci sono macchine che riducono il lavoro come la lavatrice, l’asciugatrice, la stirella semi professionale. In ogni caso il bucato non si fa da solo, non è ancora un’operazione totalmente meccanica. E non basta una nota di profumo o morbidezza per trasformarlo in “ un’estasi di piacere”. Se c’è ancora qualche femminista (anche dal vocabolario quotidiano questa parola è caduta in disuso) converrebbe che rimane un’occupazione ripetitiva e non allettante.Ecco, i contrari: “ Se lo dice la televisione deve essere per forza vero!”Forse molti ignorano che diverse pubblicità nel corso degli anni sono state multate e ritirare dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per “pubblicità ingannevole”.Non sono abili soli i pubblicitari a tessere ragnatele, assegnando nomi molto intriganti ai prodotti, ma anche l’industria che li produce.Investono sempre in nuove tecnologie, come quella in corso che offre una freschezza di lunga durata e morbidezza, da lasciare un profumo unico per “sette settimane”. Sono riusciti ad incapsulare questo blend di profumi che si depositano sui capi con il risciacquo, così quando gli indumenti vengono stesi, piegati, stirati e indossati, queste capsule si dischiudono e il profumo continua ad essere costantemente rilasciato. Non solo, hanno programmato un rilascio di fragranze anche in base all’intensità: aprendo il flacone si percepiscono le note alte, poi le note medie spalancando il cestello della lavatrice e le note basse indossando i capi. Questo per farvi comprendere quanta tecnologia ci sia dietro a questi prodotti e soprattutto “nulla di naturale”presente nel mondo che ci circonda.In realtà queste fragranze hanno raggiunto una potenza di molto superiore a quella indicata sulla confezione e nella pubblicità, perché quando sul bucato viene utilizzato l’ammorbidente, anche se sottoposto a 100 lavaggi  e oltre e poi lasciato all’aria aperta per mesi, non perde mai il classico odore da ammorbidente, si avrà solo una semplice attenuazione.I contrari: “ Non è più possibile rinunciare alla morbidezza e al profumo!”Ma ora leggiamo con più attenzione le confezioni dei prodotti e che cosa i profumieri hanno miscelato per inventare queste fragranze chimiche, perché per produrre qualcosa di nuovo non potevano mettere ancora semplicemente: lavanda, gelsomino, rosa, …..L’aspetto che risalta di più in queste composizioni è che per generare qualcosa d’innovativo e forte, intensissimo per l’olfatto, i tecnici di laboratorio hanno dovuto realizzareuna miscela di sostanze. Purtroppo le miscele possono avere effetti avversi inattesi rispetto alla sostanza singola. Non ci sono ricerche e studi al riguardo. Poi una tale composto ha il potere di “inebriare e stordire” l’olfatto umano, per cui le signore a cui è destinato, se intervistate correttamente, non sanno  riferire e distinguere di che cosa odora il prodotto. Forse solo un naso elettronico è in grado di leggere la fragranza complessiva e i singoli aromi. Purtroppo il genere umano nel corso dell’evoluzione, rispetto agli animali, ha sacrificato la capacità olfattoria, tranne in alcuni periodi della vita, come la prima infanzia, durante la gravidanza (questa acuità dei sensi dovrebbe proteggere la gestante dal’esporsi a sostanze tossiche) o nel corso di certe malattie, se esposto a chemioterapia, ecc.. L’olfatto in un individuo sano dopo un poco che percepisce un odore forte, come per esempio il profumo del pane sfornato entrando in un forno,  con la permanenza nell’ambiente si adatta e si stabilizza, quasi non sentendolo più.Individui che per scelta hanno cambiato il loro stile di vita, evitando le profumazioni dopo un po’ di tempo riferiscono di essersi rimpossessati dell’acuità olfattoria e sentono odori che prima non potevano percepire, poiché in precedenza il senso era intasato da troppe stimolazioni olfattive e quindi resettava. Verificabile particolarmente nel fumatore, il fumo delle sigarette riduce e può inibire l’olfatto. Infatti quando un ex fumatore viene a contatto con il fumo passivo o persone che hanno appena fumato, ne è ora particolarmente infastidito e reattivo rispetto ad un individuo che non ha mai avuto questa abitudine.Questi ammorbidenti quando sono percepiti da persone che non ne fanno uso, sono di una potenza altissima e appestante, contaminano l’aria ed emanano un odore veramente sgradevole, comune a ogni ammorbidente. E’ come cucinare in casa un ragù fresco e profumato con buoni ingredienti e confrontarlo con un prodotto industriale di qualsiasi marca,: questi ultimi hanno tutto lo stesso sapore e odore di aromi industriali. Ugualmente gli ammorbidenti: hanno qualcosa che li rende tutti simili.Così si spiega perché un individuo che faccia un abbondante uso di prodotti profumati non si renda conto di quanto effettivamente la sua persona rilasci una scia odorosa dietro di se nell’ambiente esterno, e saturi gli ambienti all’interno …. e abbia bisogno di stimolazioni olfattorie sempre più forti per poterle percepire.Per questo mi sono permessa di parlare di“ossessioni per i profumi”, non ho trovato un termine più appropriato. Creano dipendenza come tante altre sostanze. E i profumieri lo sanno bene.  E’ così che riescono a pilotare le persone nel fare acquisti. I ricordi dovuti all’olfatto rispetto agli altri organi di senso, permangono molto più a lungo nella memoria e quindi un profumo è in grado di evocare anche rimembranze del periodo piacevole dell’infanzia. Però non informano che queste stimolazioni profonde del cervello possono arrivare, in alcuni casi ad alterare e modificare l’umore fino a scatenare emozioni forti come la“rabbia” o la “depressione”. Come sempre l’uomo ha presunzione di provare a sostituirsi a Dio facendo manipolazioni dell’ambiente per fare nuove invenzioni (ovviamente questo esempio è generico, dipende dal tipo di religione in cui si crede).Per esempio molti possono identificare le note del Patchouli, mescolate a qualsiasi miscela, perché in voga negli anni ’70 e oggi di nuovo di moda, aveva un odore così particolare e forte da non poterlo più dimenticare. Però questa sostanza è anche dotata di neurotossicità. Ed è sconsigliato l’uso interno fino ai 12 anni, in gravidanza e durante l’allattamento.La vaniglia e la vanillina in commercio, usate in pasticceria, in profumeria e in quasi tutti i prodotti igienici, sono di origine sintetica. Possono causare reazioni allergiche in soggetti ipersensibili al prodotto. Come risulta da ricerche sulla cefalea presso l’Istituto La Sapienza di Roma, si è registrato che può essere una causa scatenante gli attacchi.Anche gli agrumi sono tra le sostanze da evitare se le persone hanno un test positivo all’allergia per le fragranze. Ci sarebbe tantissimo ancora da scrivere a riguardo.Qui desidero brevemente fare una precisazione, sui flaconi spesso è indicato per “uso esterno”.Sembrerebbe che il prodotto sia innocuo. Invece abbiamo diversi modi oltre all’ingestione per la bocca di far entrare le sostanze chimiche letali all’interno del nostro corpo. Se inaliamo dei vapori, questi attraverso la respirazione entrano nel flusso sanguigno e poi raggiungono gli organi interni. Quando fiutate qualcosa nell’aria, si tratta in realtà di piccole molecole di sostanza fisica disperse nell’aria. Poi la pelle, che è l'organo più esteso dell'organismo, è assai permeabile. Quindi il contatto cutaneo con le sostanze le veicola  sempre anche all’interno.Dal punto di vista Legale, “ingerito” significa anche “inalato o assorbito tramite la pelle”.Perciò se non possiamo ingerirla, è perché si tratta di una sostanza velenosa? L'ecologista clinico Alfred Zamm suggerisce una buona regola da seguire: “Se non potete mangiarlo, non respiratelo”.Riassumendo con qualche dato epidemiologico:per quando riguarda il rischio per “la salute dei consumatori”, incominciamo dalle donne che svolgono in prevalenza i lavori casalinghi e ne respirano i vapori nelle varie fasi di lavaggio, asciugatura, ma in particolar modo la stiratura. I bambini che sin da neonati indossano questi capi tutto il giorno e la notte tra le lenzuola con danni che si potranno valutare correttamente solo nel tempo. “Secondo le ultime indagini Istat, ogni anno in Italia si verificano 4,5 milioni infortuni in ambito domestico, di cui 8000 con esito mortale. E’ un dato enorme su cui è grave il silenzio dei mezzi d’informazione. Dunque, nelle nostre case si nascondono pericolose insidie. A essere colpiti sono innanzitutto le persone anziane e, in particolare, le donne, coinvolte in ben 2,4 milioni di casi (su 4,5 milioni). Le statistiche Inail, inoltre, indicano tra le varie cause infortunistiche anche le ustioni chimiche e gli avvelenamenti. (15.05.2012)”“La casa può riscoprirsi, oltre che “nido” in cui sentirsi protetti e al sicuro, anche un luogo pieno di insidie e pericoli, soprattutto per i più piccoli. In particolare, il rischio di avvelenamento tra le mura domestiche per i bambini è davvero elevato: secondo le cifre ufficiali il 90% dei casi di avvelenamento avvengono proprio in casa e, in una buona percentuale di casi, pari al 44%, le vittime sono i bambini di età inferiore ai 5 anni. “L’incuria e la costante sottovalutazione delle insidie nascoste fra le mura domestiche sono le cause maggiori di avvelenamento nei bambini…” ha affermato Angelo Milazzo, della Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e sociale). ““Si calcola che circa il 15-20 per cento della popolazione italiana soffre di allergie, fenomeno in crescita, soprattutto tra i più giovani e le donne.” (da indagini multicentriche fino agli anni 2000 - http://www.epicentro.iss.it/problemi/asma/asma-epi.asp)In particolare sugli allergici: “La rinite allergica è una patologia in costante aumento in quasi tutto il mondo. Si stima che il 10-30% della popolazione generale soffra di rinite allergica,nei bambini addirittura questa percentuale salirebbe al 40%. Secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’affezione colpisce il 25% della popolazione generale.” http://www.cybermedica.it/corsi/ra/epidemiologia.htmlGli asmatici: “Secondo la Global initiative for asthma [Gina], sono addirittura 300 milioni le persone nel mondo che soffrono della malattia, una ogni 20. In Europa, secondo Gina, ci sono oltre 30 milioni di asmatici. Secondo l’Oms, l’aumento dei casi di asma è del 50% ogni decennio” (http://www.epicentro.iss.it/problemi/asma/asma-epi.asp)Gli anziani che sono afflitti da patologie croniche e invalidanti ad esempio, nel 2012 l'indice di vecchiaia per l'Italia dice che ci sono 148,6 anziani ogni 100 giovani) hanno ridotte capacità di espellere dal corpo le sostanze chimiche introdotte.Da non dimenticare le persone colpite da Sensibilità Chimica Multipla,  che sarebbero500mila secondo LA STAMPA.it Salute 08/04/2013, patologia che comporta perdita del lavoro, isolamento ed emarginazione sociale.Sono dati che dovrebbero far riflettere, tanto da rivedere la salubrità dei propri stili di vita!Non si sentono più le repliche dei contrari. Forse qualcuno si è stancato di seguire la lunga esposizione o qualcun altro sta riflettendo.Per quelli che non vogliono rinunciare alla morbidezza del bucato, ci sono diverse valide alternative: l’aceto, il bicarbonato, l’acido citrico anidro e mezzi meccanici.Per quanto riguarda i “prodotti ecologici” esiste già una normativa di controllo che si chiamaEcolabel. I criteri per l’assegnazione del marchio ecologico di qualità europea, infatti limitano moltissimo la quantità di profumo che è possibile inserire in un detergente o in un cosmetico.CHIEDIAMO con urgenza che si facciano degli ordinamenti, che in questo momento sono insufficienti, per regolamentare la produzione di queste fragranze e prodotti che le contengono, in difesa della salute pubblica e dell’ambiente, affinché questa corsa incalzante versol’iperprofumato sia ridimensionata ad un uso più consono, naturale e “privato”, nel rispetto anche delle persone sofferenti.Vi chiedo ancora cortesemente alcuni minuti del vostro tempo, cerchiamo di alimentare e coltivare la nostra consapevolezza.Spero che ognuno di voi possa promuovere questa sensibilizzazione con un passaparola, perché è importante per il futuro della nostra salute, in particolare dei bambini, le specie animali, gli organismi acquatici… per l’ambiente. Grazie! Donatella Stocchi Ferrara, Ferrara lì 20 agosto 2013.

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Malattie genetiche : esiste una corsia preferenziale per il trasporto dei glicolipidi

I glicolipidi sono molecole formate da grassi e zuccheri e hanno un compito fondamentale: regolare la "comunicazione" tra le cellule, incluse quelle del tessuto nervoso dove sono presenti in grande quantità. Ma quando i glicolipidi sono troppi e non vengono smaltiti correttamente, per la carenza di enzimi adibiti alla loro rimozione, si creano le condizioni per lo sviluppo di alcune malattie genetiche, per esempio quelle di Tay-Sachs e di Gaucher. Uno studio condotto da ricercatori italiani dell'Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem) di Napoli, condotto da Antonella De Matteis e pubblicato su Nature, accende una luce su questo specifico passaggio: gli studiosi hanno scoperto una nuova via di produzione dei glicolipidi, una sorta di treno merci direttissimo incaricato del trasporto di queste componenti, che apre «interessanti prospettive per tutte quelle rare patologie in cui queste sostanze non vengono adeguatamente smaltite e si accumulano, con pesanti ripercussioni su cellule e tessuti».

 

APPARATO DI GOLGI - I glicolipidi sono componenti fondamentali delle membrane cellulari, perché regolano la comunicazione tra una cellula e l'altra. Il loro centro di produzione è l'apparato del Golgi, struttura che prende il nome dal suo scopritore (il premio Nobel italiano Camillo Golgi), ed è costituito da una serie di cisterne appiattite impilate le une sulle altre. All'interno di ogni cellula il sistema del Golgi ha il compito di assemblare le proteine e i lipidi che costituiscono le membrane cellulari, e di inviarli verso la loro destinazione finale. «L'apparato del Golgi funziona come una sorta di catena di montaggio il cui nastro attraversa le varie cisterne, trasportando i diversi componenti da assemblare per ottenere il prodotto finito - esemplifica De Matteis -: a livello di ogni cisterna avviene una specifica modificazione propedeutica a quella successiva. Nel lavoro pubblicato su Nature abbiamo dimostrato come, a differenza di quanto si sapeva prima, esista più di un nastro trasportatore che corre lungo l'apparato del Golgi. In particolare, uno di questi è una vera e propria corsia preferenziale, perché collega direttamente la stazione di partenza a quella di arrivo, senza fermate intermedie: una sorta di treno ad alta velocità riservato a particolari glicolipidi e controllato da una proteina chiamata FAPP2».

POSSIBILE BERSAGLIO - «Aver scoperto il percorso che fanno queste sostanze ci suggerisce un nuovo possibile bersaglio terapeutico su cui agire - concludono gli scienziati -: invece che agire sul difetto genetico, possiamo infatti pensare di rallentare la produzione di glicolipidi e limitarne così l'accumulo dannoso». Il lavoro dei ricercatori del Tigem è stato svolto in collaborazione con l'Istituto di biochimica delle proteine del Consiglio nazionale delle ricerche e il Ceinge di Napoli, con l'Università di Osaka in Giappone, le Università di Oxford e Cambridge, e la Akademi University di Turku, in Finlandia.

FONTE : http://www.corriere.it/salute/13_agosto_05/trasporto-glicolipidi-telethon_503630e8-fdc9-11e2-a2a4-b405456a2122.shtml

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