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Categoria: "Cure Naturali"

Caratteristiche speciali del Reiki e la Biorisonanza trasmessa per induzione

IL DOTT. BECHER evidenzia una delle caratteristiche speciali del Reiki (e terapie simili) che lo rendono particolarmente efficiente, vale a dire il fatto che sia il praticante che il ricevente beneficiano del trattamento.

L'attività elettromagnetica del DNA - RNA dei neuroni cerebrali delle cellule alterate del ricevente viene riattivata dal Reikista con un'azione di Biorisonanza trasmessa per induzione.

La rigenerazione cellulare ottenuta si può finalmente documentare grazie ad apparecchi -sensori di nuova generazione. Zimmerman,eminente studioso, si occupò,  gia’ dal 1998, di verificare cosa avviene mentre si praticano terapie energetiche come il Reiki.

La ricerca rivelò che non solo le onde cerebrali del praticante e del ricevente si sincronizzavano nello stato alfha, caratteristico del rilassamento profondo, dell'analgesia e della meditazione, ma che pulsavano all’unisono con il campo magnetico terrestre: la  "Risonanza Schuman". !!!

Durante i trattamenti, il campo biomagnetico dei Reikisti era almeno mille volte più esteso del normale e ciò non aveva alcuna relazione con la corrente del corpo interno.

Zimmerman  e Seto approfondirono ulteriormente lo studio dell'ampio campo biomagnetico pulsante emesso dalle mani di praticanti di metodi di trasmissione energetica come il reiki, mentre lavoravano.

 

Essi scoprirono che le pulsazioni nelle mani vibravano alle stesse frequenze delle onde cerebrali, in un intervallo compreso tra 0,3 e 30 Hz, con maggiore densità tra 7 e 8 Hz, nello stato ALPHA e THETA.

 

Ricerche mediche indipendenti hanno dimostrato che in questo intervallo di frequenze, le capacità di autoguarigione del corpo sono fortemente stimolate e che specifiche frequenze possono essere utilizzate per rigenerare i diversi tessuti.

 

( Ad esempio, 2 Hz per la rigenerazione dei nervi, 7 Hz per la crescita ossea, 10 Hz per la guarigione dei legamenti e 15 Hz per la formazione dei capillari. )

 

IL DOTT.BECHER   evidenzia una delle caratteristiche speciali del Reiki (e terapie simili) che lo rendono particolarmente efficiente, vale a dire il fatto che sia il praticante che il ricevente beneficiano del trattamento.

Il Dott.Becker spiega come le onde cerebrali non siano confinate al cervello ma viaggino in tutto il corpo attraverso il sistema perineurale, costituito dalle guaine dei tessuti connettivi che circondano tutti i nervi.


Nel corso di un trattamento, queste onde iniziano come pulsazioni relativamente deboli nel talamo del cervello del praticante e accumulano forza mentre fluiscono ai nervi periferici del corpo, incluse le mani.

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È interessante notare che il Dott. Becker basò il proprio studio su un campione di soggetti di diverse culture e indipendentemente dai loro sistemi di credenze o usanze e tutti i test portarono ai medesimi risultati.

 

Una parte della crescente popolarità del Reiki, anche fra gli studiosi, sta nel fatto che non impone un set di credenze e può essere liberamente utilizzato da persone di ogni cultura, formazione e fede; inoltre è ormai comprovata la sua efficacia nel rilassamento e in analgesia.

Questa efficacia associata alla neutralità lo rende particolarmente appropriato anche per l'uso in ambito medico...

come già succede anche in Italia, tipo l'OSPEDALE SAN RAFFAELE di Milano, alcune ASL della toscana e dell'Umbria etc...

In molti ospedali del mondo è stato dimostrato come il Reiki sia efficace nelle terapie del dolore, nell'assistenza pre e post operatoria, durante i trattamenti chemio e radioterapici del malato oncologico…E MOLTE ALTRE PATOLOGIE.

 

E' stato dimostrato come lo stato di rilassamento mentale che un ciclo di Reiki produce dura per più settimane ed è in grado di alleviare sintomi fisici quali dispnea, astenia, nausea e stati psichici quali ansia, insonnia, depressione..

Vorremmo dire che Reiki fa molto di più... e senza paura di smentite...

….E aspettiamo pazientemente il tempo in cui i Reikisti, a fianco dei Medici, entreranno in tutti gli ospedali ITALIANI.…e mondiali…

….E LA SCIENZA STESSA COMINCIA ANCHE AD INTRODURRE IL CONCETTO DI “SPIRITO NELLA MATERIA” …INFATTI NOI DICIAMO E’ DIO CHE GUARISCE CON LA SUA ENERGIA-VIBRAZIONE.

GRAZIE DIO PER IL REIKI! E BUONI TRATTAMENTI AI NOSTRI ALLIEVI!

JOTI ED EMMANUEL

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BIOCAMPO - Terapie del biocampo, di cosa si tratta?

Reiki, Johrei, tocco terapeutico, Qigong esterno e tantissime altre discipline vengono tradotte in Occidente come 'Terapie del biocampo'.

Ora un'importante università americana prova a fare chiarezza. E' con questo termine che la cultura scientifica traduce queste pratiche millenarie. Che cosa dicono?

L'Università di San Diego, California, riassume i risultati delle ricerche e detta i futuri passi per evidenziare meglio i benefici di questi trattamenti. «Pratiche di guarigione intese a modulare le 'energie sottili' del corpo esistono da migliaia di anni in molte culture», scrivono. «A questa famiglia di pratiche ci si riferisce con il termine 'Biofield therapies', un termine coniato dagli US National Institutes of Health nel 1992».

 

Come la vedono? «Definiamo queste terapie come trattamenti non-invasivi che esplicitamente lavorano sul 'biocampo' sia dell'operatore sia del ricevente per stimolare una risposta di guarigione».

 

Ma che cos'è esattamente il 'biocampo'? «E' un campo privo di massa, non necessariamente elettromagnetico, che circonda e permea i corpi viventi e li influenza».

Un dialogo difficile. Ovviamente, si può discutere e anche essere in totale disaccordo con questo inquadramento ma pensiamo anche che, in fin dei conti, si cerca di mediare tra culture profondamente diverse. Passiamo dai laboratori e dalla statistica a nozioni tradizionali come i chakra o l'aura.

 

Intanto, secondo questi Autori di formazione scientifica, vale la pena sensibilizzare gli operatori sanitari e il pubblico sulla 'teoria del biocampo' e sulle ricerche che si stanno svolgendo. Non chiudere la porta come al solito, insomma.

Può esserci spazio per questi trattamenti: loro li vedono non alternativi ma complementari alla medicina convenzionale.

Perché, a ben vedere, quei pochi studi che sono stati condotti dei risultati li avrebbero anche portati. Per esempio sul dolore.

Ad ora sono stati condotti 30 studi clinici che illustrano gli effetti sul dolore delle terapie del biocampo:

 

pazienti con dolore cronico, artriti e restrizioni nei movimenti. I ricercatori che hanno provato a compattare i dati rilevano una forte evidenza nel ridurre l'intensità del dolore.

 

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Persino il rigoroso gruppo Cochrane – un po' lo spauracchio di tutti quelli che si occupano di ricerca medica, convenzionale e non – rileva che alcuni studi sul biocampo evidenziano dei benefici sul dolore (in quel caso parlavano del Reiki).

Così scrivono i ricercatori californiani, ma va precisato che la Cochrane review diceva anche che, ad ora, non si possono trarre conclusioni (del resto, dicono così quasi sempre... con le loro ragioni aprono una discussione, arrivano a oggettive rilevanze ma non vogliono poi “metterle per iscritto”).

 

Qual è il problema? Perché non si può dire? E' una questione di metodo scientifico. Di fatto, manca per l'attuale cultura medica un retroterra teorico che spieghi questi effetti: il tutto viene visto come una faccenda troppo esoterica e non fa bene per le carriere accademiche.

 

Però qualcosa si muove. Gli standard per dimostrare l'effetto terapeutico sono sempre più raffinati e richiedono notevoli risorse economiche per portarli avanti: negli Stati Uniti, tuttavia, le ricerche sul biocampo sono state incluse in un programma di ricerca che prevede finanziamenti federali.

 

Persino il ricco Dipartimento della Difesa – tra un nuovo drone e l'altro – appare interessato. Occorre più ricerca (e più soldi) per rendere possibile l'indagine.

Impresa non facile anche perché in questo caso non abbiamo molecole o strumenti che si possano brevettare e gli investitori sono assai freddi.

 

Comunque, vi passiamo questo articolo a favore delle tecniche sul biocampo e tra le firme ci sono importanti università: non solo San Diego ma anche l'Anderson Cancer Center di Houston, tra i centri oncologici più prestigiosi al mondo.

 

Potete leggere il testo completo (in inglese) a questo link:

http://www.gahmj.com/doi/full/10.7453/gahmj.2015.034.suppl

 

Bibliografia:

Shamini J et al. Clinical Studies of Biofield Therapies: Summary, Methodological Challenges, and Recommendations. Glob Adv Health Med. 2015 Nov; 4(Suppl): 58–66.

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CAMPO DI ENERGIA : La luce e il campo di energia per la salute

Se se si innonda una cellula di luce UV al punto che il 99 per cento della cellula, incluso il suo DNA, viene distrutto, è possibile riparare il danno quasi interamente e in un solo giorno, semplicemente illuminando la cellula con la stessa lunghezza d’onda ad una intensità molto più debole…..

Il bio fisico Popp fu colpito dal fatto che la foto-riparazione cellulare funziona più efficientemente a 380 nm: la stessa frequenza a cui reagiscono i composti che generano cancro e a cui gli stessi si “arrampicano”. Questo fu il punto in cui Popp fece il suo salto logico: se le sostanze cancerose reagiscono solo a questa frequenza, questo deve essere connesso in qualche modo alla foto-riparazione.

Quindi…deve esserci una luce nel corpo, che è responsabile della foto-riparazione.

 

I VEGETALI EMANANO LUCE… Pop fece il suo secondo esperimento su delle patate che erano sempre state al buio…le pianticine vennero messe nel fotomoltiplicatore (apparecchio che invento insieme ad un suo studente), queste registrarono una intensità di luce persino più elevata. In più, i fotoni nei sistemi viventi che avevano esaminato, erano più coerenti di qualsiasi altri avessero mai visto.

Popp pensò quindi che fosse probabile che quando mangiamo vegetali assumiamo i fotoni e li immagazziniamo.

Questa energia è la forza agente in tutte le molecole del nostro corpo. I fotoni attivano i processi del corpo come un direttore d’orchestra che porta ogni singolo strumento nel suono collettivo….

Queste ed altre ricerche provarono a Popp che una delle fonti più essenziali di luce ed emissioni di biofotoni era il DNA, che era come un diapason per il corpo. Se avesse suonato una certa frequenza, certe molecole lo avrebbero seguito.  Con le emissioni biofotoniche, Popp credette di avere una risposta alla questione della morfogenesi e della formazione- costruzione della forma, della coordinazione e comunicazione cellulare, che poteva avvenire solo in un sistema olistico con un direttore d’orchestra centrale:il DNA

Popp nei suoi esperimenti mostrò che queste emissioni di debole luce erano sufficienti per orchestrare il corpo. Le emissioni dovevano essere a bassa intensità perché queste comunicazioni avessero luogo ad un livello quantico; se di intensità maggiore avrebbero avuto un effetto solo nel mondo più grande.

Il numero dei fotoni emessi sembrava essere connesso alla posizione dell’organismo sulla scala evolutiva: tanto più complesso l’organismo, tanto meno fotoni venivano emessi

Ora: che tipo di luce è presente in chi è malato? Popp fece delle prove (con la macchina costruita ndt), su una serie di pazienti malati di cancro. In ognuno dei casi, questi pazienti avevano perso i loro ritmi periodici naturali e la loro coerenza. Avevano perso il loro collegamento con il mondo: in effetti la loro luce stava svanendo……

*

Con la sclerosi multipla, però, si nota l’esatto opposto. La SC è uno stato di troppo ordine. I pazienti con questa malattia introducono troppa luce, inibendo così l’abilità delle loro cellule a fare il loro lavoro.

Troppa armonia cooperativa impedisce fessibilità ed individualità: come nel caso di troppi soldati che marciano allineati mentre attraversano un ponte, provocando la sua caduta……. !!!!

La coerenza perfetta è uno stato ottimale tra il caos e l’ordine. Con troppa cooperazione, è come se i membri individuali dell’orchestra non siano più in grado di improvvisare.

In effetti, i pazienti di sclerosi multipla, affogano nella luce.

Popp esaminò anche gli effetti dello stress. In uno stato di stress, sale il livello di emissione di biofotoni: un meccanismo di difesa, disegnato per ristabilire l’equilibrio del paziente..

Tutti questi fenomeni, portarono Popp a pensare alle emission di biofotoni, come ad una specie di correzione apportata da un sistema vivente di fluttuazioni al Campo Punto Zero.

In un mondo perfetto, tutte le onde si cancellerebbero a vicenda attraverso un’ interferenza distruttiva. Ma questo non è possibile con il Campo Punto Zero, dove queste minime fluttuazioni di energia disturbano costantemente il sistema. Emettere fotoni è un gesto compensativo per fermare il disturbo e tentare una sorta di equilibrio energetico….

Come pensò Popp, il Campo Punto Zero obbliga un essere umano ad essere una candela.

Il corpo più sano avrebbe la luce più bassa e sarebbe più vicino alla stato zero: lo stato più desiderabile per un essere vivente per essere vicini al nulla.!!!!

 

Il DNA usa frequenze di ogni varietà, come uno mezzo informativo e questo suggerisce invece un sistema feedback di comunicazione perfetta attraverso onde che codificano e trasferiscono informazioni…..

Popp cominciò quindi ad indagare con questa idea: se le sostanze chimiche causanti il cancro potevano alterare le emissioni biofotoniche del corpo, allora poteva essere che altre sostanze poteva introdurre una migliore comunicazione…

Così si chiese se certi estratti di piante potessero cambiare il carattere delle emissioni di biofotoni dalle cellule cancerose, per far si che queste comunicassero di nuovo con il resto del corpo…..

*

LEGGI TUTTO

“Scienziati di frontiera, per tutto il globo, hanno scoperto le prove di un campo di energia quantica. Il campo non solo spiegherebbe l’omeopatia, ma potrebbe essere la forza maggiore a cui attingere per poterci guarire”

cosi esordisce l’articolo di Lynne McTaggart della rivista inglese online e cartacea “What Doctors don’t Tell you” , che sintetizzo e traduco nel seguito.

 

Fritz-Albert Popp pensò di aver scoperto una cura per il cancro. Era il 1970 e Popp, un biofisico teorico dell’Università di Marburg in Germania, insegnava radiologia : l’interazione della radiazione elettromagnetica (EM) sui sistemi biologici.

Aveva esaminato il benzo[a]pyrene, un idrocarburo policiclico – noto per essere uno dei più letali cancerogeni per l’essere umano – e lo aveva illuminato con la luce ultravioletta (UV).

Scopri cosi che il benzo[a]pirene assorbiva la luce e la ri-emetteva ad una frequenza completamente diversa. Fece quindi lo stesso test sul benzo[e]pirene, un altro idrocarburo policiclico e virtualmente identico al precedente, salvo che per una piccolissima alterazione nella sua struttura molecolare. Questa minima differenza in uno degli anelli del composto fu critica, poiché rese innocuo agli umani il benzo[e]pirene e la luce UV vi passò attraverso inalterata.

Popp si arrovellò su questa differenza e continuò a fare esperimenti con la luce UV ed altri composti. Fece il test su 37 sostanze chimiche diverse, alcune causanti cancro, altre no. Sempre i composti che erano cancerogeni prendevano la luce UV, la assorbivano e cambiavano la frequenza.

Non solo: ognuno dei cancerogeni reagiva solo alla luce di una specifica frequenza, quella di 380 nm (nanometri) . Popp continuò ad indagare e si imbattè in informazioni su un fenomeno chiamato “foto riparazione” (‘photorepair’).

Se se si innonda una cellula di luce UV al punto che il 99 per cento della cellula, incluso il suo DNA, viene distrutto, è possibile riparare il danno quasi interamente e in un solo giorno, semplicemente illuminando la cellula con la stessa lunghezza d’onda ad una intensità molto più debole.

Ancora oggi gli scienziati non comprendono questo fenomeno, ma nessuno solleva controversie sul tema.

Popp fu anche colpito dal fatto che la foto-riparazione funziona più efficientemente a 380 nm: la stessa frequenza a cui reagiscono i composti che generano cancro e a cui gli stessi si “arrampicano”. Questo fu il punto in cui Popp fece il suo salto logico: se le sostanze cancerose reagiscono solo a questa frequenza, questo deve essere connesso in qualche modo alla foto-riparazione. Quindi…deve esserci una luce nel corpo, che è responsabile della foto-riparazione. Un composto causa il cancro perché blocca questa luce costantemente e la scavalca, quindi la foto-riparazione non può più funzionare.

 

Uno studente di nome Bernhard Ruth gli si avvicinò per chiedergli la supervisione della laurea. Popp disse a Ruth che lo avrebbe fatto solo se gli avesse potuto dimostrare che il corpo umano emanava luce. Ruth pensò che l’idea era ridicola e si mise subito al lavoro per produrre la strumentazione che doveva dimostrare che l’ipotesi di Popp era sbagliata.

In due anni Ruth costruì una macchina che assomigliava ad un grande detector di raggi X che usava un fotomoltiplicatore per contare la luce, fotone per fotone. Nel 1976, erano pronti per il loro primo test con delle pianticine di cetriolo. Il fotomoltiplicatore indicò che le pianticelle emettevano dei fotoni, o onde di luce, di una intensità sorprendentemente elevata.

 

LE CELLULE EMETTONO LUCE !

 

Nel caso in cui la luce avesse avuto a che fare con l’effetto della fotosintesi, era bene fare il test successivo con le patate fatte crescere al buio. Questa volta, quando le pianticine vennero messe nel fotomoltiplicatore, queste registrarono una intensità di luce persino più elevata. In più, i fotoni nei sistemi viventi che avevano esaminato, erano più coerenti di qualsiasi altri avessero mai visto.

Popp pensò quindi che fosse probabile che quando mangiamo vegetali assumiamo i fotoni e li immagazziniamo.

Questa energia è la forza agente in tutte le molecole del nostro corpo. I fotoni attivano i processi del corpo come un direttore d’orchestra che porta ogni singolo strumento nel suono collettivo.

 

A diverse frequenze, mettono in opera diverse funzioni. Popp trovò che le molecole nelle cellule rispondevano a certe frequenze e che un raggio di vibrazioni proveniente dai fotoni produceva una varietà di frequenze in altre molecole del corpo. Le onde della luce chiarivano la questione su come il corpo fosse in grado di eseguire complicate imprese con diverse parti del corpo istantaneamente oppure fare due o più cose allo stesso tempo.

Trovò anche che il DNA poteva inviare un’ampia gamma di frequenze, alcune delle quali sembravano collegate a certe funzioni. Se il DNA immagazzinava questa luce, avrebbe naturalmente emesso più luce se “aperto” come una cerniera lampo.

Queste ed altre ricerche provarono a Popp che una delle fonti più essenziali di luce ed emissioni di biofotoni era il DNA, che era come un diapason per il corpo. Se avesse suonato una certa frequenza, certe molecole lo avrebbero seguito.

Era anche possible, si rese conto, che fosse inciampato su una connessione mancante nella teoria corrente del DNA, che forse poteva valere come il più grande miracolo di tutti nella biologia umana, ossia come una singola cellula può trasformarsi in un essere umano completamente formato.

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Con le emissioni biofotoniche, Popp credette di avere una risposta alla questione della morfogenesi e della Gestaltbildung (formazione- costruzione della forma) della coordinazione e comunicazione cellulare, che poteva avvenire solo in un sistema olistico con un direttore d’orchestra centrale.

 

Popp nei suoi esperimenti mostrò che queste emissioni di debole luce erano sufficienti per orchestrare il corpo. Le emissioni dovevano essere a bassa intensità perché queste comunicazioni avessero luogo ad un livello quantico; se di intensità maggiore avrebbero avuto un effetto solo nel mondo più grande.

Il numero dei fotoni emessi sembrava essere connesso alla posizione dell’organismo sulla scala evolutiva: tanto più complesso l’organismo , tanto meno fotoni venivano emessi.

 

Animali rudimentali e piante tendevano ad emettere 100 fotoni/cm2/sec ad una lunghezza d’onda di 200-800 nm, che corrisponde ad una frequenza molto alta di onda EM, all’interno della gamma visibile, mentre gli umani emettono solo 10fotoni/cm2/sec allastessa frequenza.

 

Ora: che tipo di luce è presente in chi è malato? Popp fece delle prove (con la macchina costruita ndt), su una serie di pazienti malati di cancro. In ognuno dei casi, questi pazienti avevano perso i loro ritmi periodici naturali e la loro coerenza. Aveva perso il loro collegamento con il mondo: in effetti la loro luce stava svanendo.

Con la sclerosi multipla, però, si nota l’esatto opposto. La SC è uno stato di troppo ordine. I pazienti con questa malattia introducono troppa luce, inibendo così l’abilità delle loro cellule a fare il loro lavoro. Troppa armonia cooperativa impedisce fessibilità ed individualità: come nel caso di troppi soldati che marciano allineati mentre attraversano un ponte, provocando la sua caduta.

La coerenza perfetta è uno stato ottimale tra il caos e l’ordine. Con troppa cooperazione, è come se i membri individuali dell’orchestra non siano più in grado di improvvisare. In effetti, i pazienti di sclerosi multipla, affogano nella luce.

Popp esaminò anche gli effetti dello stress. In uno stato di stress, sale il livello di emissione di biofotoni: un meccanismo di difesa, disegnato per ristabilire l’equilibrio del paziente..

Tutti questi fenomeni, portarono Popp a pensare alle emission di biofotoni, come ad una specie di correzione apportata da un sistema vivente di fluttuazioni al Campo Punto Zero.

In un mondo perfetto, tutte le onde si cancellerebbero a vicenda attraverso una interferenza distruttiva. Ma questo non è possibile con il Campo Punto Zero, dove queste minime fluttuazioni di energia disturbano costantemente il sistema. Emettere fotoni è un gesto compensativo per fermare il disturbo e tentare una sorta di equilibrio energetico.

 

Come pensò Popp, il Campo Punto Zero obbliga un essere umano ad essere una candela.  Ilcorpo più sano avrebbe la luce più bassa e sarebbe più vicino alla stato zero: lo stato più desiderabile per un essere vivente per essere vicini al nulla.

Il DNA usa frequenze di ogni varietà, come uno mezzo informativo e questo suggerisce invece un sistema feedback di comunicazione perfetta attraverso onde che codificano e trasferiscono informazioni.

Popp si rese conto che la luce nel corpo può persino tenere in mano le chiavi della salute e malattia. In un esperimento, egli paragona la luce proveniente da uova di galline allo stato libero , con quelle di galline in batteria. I fotoni del primo caso erano molto più coerenti che nel secondo caso.

Continuò poi ad usare emissioni di biofotoni come un mezzo per misurare la qualità del cibo. Il cibo più sano, ha l’ìntensità di luce più bassa e più coerente. Ogni disturbo nel sistema fa aumentare la produzione di fotoni

La salute era uno stato di perfetta comunicazione subatomica ed una cattiva salute era uno stato di crollo di comunicazione. Ci ammaliamo quando le nostre onde non sono sincroniche.

 

Gli ci vollero ca. 25 anni, per raccogliere conversioni dalla comunità scientifica: alcuni scienziati nel mondo, selezionati, iniziarono a considerare che il sistema di comunicazione del corpo sia probabilmente un network complesso di risonanza e frequenza. Formarono cosi the International Institute of Biophysics, composto da 15 gruppi di scienziati provenienti da centri internazionali nel mondo.

 

Dalle sue ricerche emerse anche che la risonanza d’onda non era usata solo per comunicare all’interno del corpo, ma anche tra “cose” viventi. Popp si rese conto che questo scambio avrebbe potuto svelare iI segreto di alcuni tra gli enigmi più persistenti nel regno animale : come gruppi di pesci o di stormi possano creare una coordinazione perfetta ed istantanea.

Molti esperimenti hanno rivelato che si tratta di una forma di comunicazione silenziosa, che agisce come un elastico invisibile, anche quando gli animali sono separati da lunghe distanze.

 

Popp cominciò quindi ad indagare con questa idea: se le sostanze chimiche causanti il cancro potevano alterare le emissioni biofotoniche del corpo, allora poteva essere che altre sostanze poteva introdurre una migliore comunicazione…

Così si chiese se certi estratti di piante potessero cambiare il carattere delle emissioni di biofotoni dalle cellule cancerose, per far si che queste comunicassero di nuovo con il resto del corpo.

 

Cominciò sperimentando una serie di sostanze non tossiche che si supponeva fossero efficaci nel trattare il cancro. Ma queste sostanze, invece, aumentarono i fotoni dalle cellule tumorali, rendendole ancora più mortali per il corpo.

 

 

Come dietro al cancro ci sono delle forze che fanno intuire il progetto di un attacco all’lo dell’essere umano, così al vischio sono connesse forze solari di risanamento.

 

La sola storia positiva fu relativa al vischio, che sembrava aiutare il corpo a “risocializzare” le emissioni di fotoni delle cellule tumorali, riportandole alla normalità. In uno dei numerosi casi, Popp si imbattè in una donna poco più che trentenne che aveva cancro al seno e alla vagina. Popp trovò un rimedio al vischio che creava coerenza nei campioni dei tessuti cancerosi di questa giovane. In accordo con il medico, la donna interruppe ogni trattamento salvo quello con l’estratto di vischio. Dopo 1 anno, tutti i suoi test di laboratorio erano ritornati normali.

( Ricordo che Iscador, il nome di un rimedio antroposofico al vischio, è usato da decenni da medici antroposofici – medicina Steineriana- come rimedio anticancro, ndt)

 

Per Popp, l’omeopatia era un altro esempio di risucchio di fotoni. Aveva cominciato a pensare alla omeopatia come ad un “assorbitore di risonanza”. L’omeopatia poggia sul principio “simile cura simile” . Quindi come un diapason, una soluzione omeopatica adatta al caso, può attrarre ed assorbire le oscillazioni abnormi, consentendo al corpo di ritornare alla salute normale.

Popp pensò anche che il segnale molecolare elettromagnetico, potesse spiegare anche l’agopuntura.

 

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, il corpo umano ha un sistema di meridiani. Che corrono nella profondità dei tessuti, attraverso i quali scorre una energia invisibile , la forza vitale che i cinesi chiamano CH’I. Questo “Ch’i” entra nel corpo attraverso questi punti di agopuntura e scorre verso le strutture più profonde dell’organo (che non corrispondono a quelle della biologia occidentale) , fornendo cosi energia (o forza vitale).

 

La malattia interviene quando questa energia è bloccata in un punto lungo “le vie”. Secondo Popp, il sistema dei meridiani trasmette onde specifiche di energia a specifiche zone del corpo.

 

Traduzione e sintesi di Cristina Bassi

FONTE: http://www.wddty.com/human-energy-fields-fritz-albert-popp.html

 

Contenuti estratti da:

The Field: The Quest for the Secret Force of the Universe,

by Lynne McTaggart, to be published this October (2009) by HarperCollins

 

https://sadefenza.wordpress.com/2016/05/08/la-luce-e-il-campo-di-energia-per-la-salute/

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MAGNESIO : NELLA POPOLAZIONE SI RISCONTRANO LIVELLI DI MAGNESIO TROPPO BASSI

Nella popolazione si e’ notato dagli esami SEGNALI DI LIVELLI DI MAGNESIO TROPPO BASSI!

Supervisione: Vincenzo Angerano  Collaboratori: Dott.sa Valentina Coviello (Biologa)

 

Si parla di carenza di magnesio quando i valori di minerale assunti sono al di sotto del fabbisogno quotidiano.

 

Nell’adulto il fabbisogno di magnesio è pari a 320 mg /die nella donna e 420 mg/die nell’uomo.

Invece, il fabbisogno di questo minerale in età pediatrica, varia da 80 a 400 mg/die, mentre nei neonati da 0 a 6 mesi è di circa 60¬70mg/die.

 

In generale sia nell’adulto che nel bambino la carenza di magnesio può essere susseguente a:

 

Dieta squilibrata.

Assorbimento alterato,e conseguente eccessiva eliminazione.

 

La carenza di magnesio può manifestarsi in particolari momenti della vita.

 

Già nei neonati il fabbisogno di magnesio è pari a circa 30¬ 40 mg/die e la sua carenza può portare a sintomi lievi come disturbi del sonno ed irrequietezza fino a rallentamento della crescita staturale.

 

Nei bambini la carenza di questo importante minerale si denota con eccessiva emotività, irrequietezza ed irritabilità accompagnati da disturbi del sonno e mal di testa. Generalmente basta correggere l’alimentazione favorendo un maggior apporto di magnesio o con l’integrazione della stesso.

Durante la menopausa è importante evitare una carenza di magnesio per prevenire l’osteoporosi:

anch’esso infatti rappresenta un importante costituente della struttura scheletrica. Altre volte il deficit

 

riguarda più minerali: è il caso della carenza di magnesio e di potassio insieme. Il magnesio intracellulare funge da cofattore per la pompa sodio/potassio, una struttura presente sulla membrana cellulare preposta all’ingresso di potassio nella cellula con contemporanea espulsione di sodio all’esterno.

Minore è il magnesio, quindi, maggiore sarà la quantità di potassio non captata dalle cellule.

In gravidanza e allattamento si può avere carenza del minerale perchè il fabbisogno è aumentato dalle esigenze metaboliche del feto, prima, e del neonato poi.

 

L’importanza del magnesio per l’organismo.

Il magnesio rappresenta, insieme ad altri elementi come il calcio, il ferro, il potassio, una sostanza fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo.

Ma perchè è necessario assumere tali quantità di magnesio ogni giorno? Il magnesio come già detto è fondamentale per il buon funzionamento del nostro corpo, esso, infatti, è coinvolto in più di trecento

reazioni enzimatiche molte delle quali sono importanti processi metabolici.

Le sue funzioni principali sono:

Sintesi delle proteine dell’acido nucleico, ossia del DNA ,Cofattore nella reazione di glicolisi che produce energia dal glucosio.

 

Cofattore nella reazione di formazione dell’urea che è la fase finale del catabolismo proteico.

Trasmissione degli impulsi ai muscoli.

Formazione degli osteoblasti cellule del tessuto osseo.

Questi meccanismi biochimici e molecolari sono alla base di funzioni vitali come il movimento,

l’escrezione urinaria, il metabolismo, per questo una carenza di magnesio può portare alla

compromissione di una o più di queste attività biologiche.

 

Magnesio: cos’è e dove si trova?

 

Un adulto ha bisogno di assumere ogni giorno all’incirca 400 milligrammi di Magnesio che gli vengono dal consumo di svariate tipologie di alimenti con netta prevalenza di quelli con origine vegetale dato che esso è un componente essenziale della clorofilla.

Gli alimenti che contengono buone quantità di magnesio sono:

Verdure a foglia.

 

Cereali integrali.

 

Soia e fagioli.

 

Frutta. In particolare in mele, fichi, pesche, albicocche.

 

Frutta secca. In particolare in noci e mandorle ed arachidi.

 

Pesce.

 

Il suo assorbimento avviene nell’intestino tenue mentre l’eliminazione di quello in eccesso avviene con le feci ed ad opera del filtraggio dei reni con le urine ed è favorito da una buona concentrazione nel

sangue di vitamina D, presente anch’essa in numerosi alimenti come pesce, latte e uova ma attivata solo dall’esposizione solare.

 

Al contrario, invece, elevati valori della concentrazione di calcio fungono da fattore inibitore. In egual maniera sono da ostacolo all’assorbimento di magnesio una dieta iperproteica e segnatamente ricca di proteine di origine animale e quindi ricca di fosfati.

 

Sintomi della carenza di questo minerale e disturbi che può comportare.

 

Essendo molteplici le funzioni del magnesio una sua carenza può dare luogo ad una serie di manifestazioni sintomatologiche che coinvolgono gli organi e i distretti più disparati.Il magnesio, quando insufficiente, può portare una serie di disturbi la cui entità dipende dalla gravità della carenza:

 

frequenti crampi alle gambe e indolenzimento di braccia e gambe, pruriti o formicolio agli

arti (parestesia).

Il magnesio ha l’importante funzione di rilassamento muscolare contrapponendosi all’azione del calcio che ne media, invece, la contrazione. una minore concentrazione di magnesio muscolare si traduce in una contrazione prolungata che si manifesta con crampi a livello degli arti inferiori, mal di testa dovuto alla tensione dei muscoli cranici

(emicrania muscolo¬tensiva), ma anche al livello delle cellule muscolari cardiache il deficit di magnesio si manifesta con brevi aritmie e tachicardie.

Irritabilità, ansia, stanchezza, vertigini e disturbi del sonno. Il magnesio, infatti, modula gli impulsi nervosi e si contrappone all’azione eccitatoria del’adrenalina. Una carenza più importante può provocare persino depressione e attacchi di panico. Il sistema nervoso periferico, ossia l’insieme delle innervazioni che dal cervello e dal midollo guidano gli impulsi al resto del corpo,

invece, può reagire alla carenza di magnesio con la comparsa di fascicolazioni, movimenti

involontari di fasci muscolari che si avvertono come vibrazioni sottocutanee e tremori. Tipico è,per esempio, il tremore involontario della palpebra non associato ad altre patologie neuromuscolari.

 

Quando associata anche ad una carenza di potassio, il deficit di magnesio può causare disturbi

 

anche più importanti come l’extrasistole, che si avverte come dolore al petto e fiato corto, con sensazione di ansia e sudorazione improvvisa. Questo perchè i suddetti elettroloiti svolgono un ruolo di cruciale importanza per la contrazione cardiaca e quindi per il funzionamento del cuore.

 

 

Puoi approfondire sintomi e conseguenze della carenza di magnesio.

Un sintomo più raro di carenza di magnesio è il fenomeno dell’acufene, ossia un fischio o rumore udito solo dal soggetto che lo percepisce e può essere di diversa intensità, da lieve a insopportabile. L’origine del fenomeno risiede in alterazioni di funzionamento dei nervi acustici e le cause possono essere svariate (infezioni, patologie a carico dell’udito…); tra queste anche la carenza di magnesio. Questo elettrolita, infatti, agisce modulando l’azione di un

neurotrasmettitore eccitatorio, il glutammato, che a livello dell’apparato uditivo promuove l’invio di impulsi al cervello. Quando questo meccanismo di segnalazione non viene opportunamente frenato dal magnesio, perchè carente, si hanno segnali “falsati” che generano gli acufeni.

 

Approfondisci cosa sono gli acufeni e da cosa sono provocati.

La carenza di magnesio e di elettroliti può causare volemia, ossia, abbassamento del volume del sangue circolante che a sua volta può causare ipotensione (pressione bassa). Proprio per la sua importanza per riattivare la circolazione sanguigna il magnesio è utile anche per contrastare il ristagno dei liquidi nei tessuti, un effetto noto come ritenzione idrica.

Nella sindrome premestruale, le contrazioni dell’utero (che è un muscolo), così come gli sbalzi di umore possono essere accentuati da una carenza di magnesio che svolge, come già detto,un’azione modulatrice sia a livello periferico che centrale.

Anche la caduta dei capelli è un segno frequente di carenza di elettroliti. Il ferro, il magnesio, il potassio e le vitamine sono necessari per la costruzione e il mantenimento della struttura del capello formato essenzialmente da proteine solide e minerali tra cui il magnesio.

La carenza di magnesio sembra essere fortemente correlata anche con problemi legati alla fertilità maschile essendo un costituente fondamentale nella testa dello spermatozoo.

Vitamina b6 e magnesio: la cura contro lo stress.

 

Il magnesio viene utilizzato per combattere ansia ed irritabilità quando queste rappresentano sintomi della carenza di questo minerale. In associazione al magnesio non di rado viene consigliata l’integrazione di vitamina b6 contro lo stress. Infatti, questa vitamina, favorisce la produzione di

serotonina un neurotrasmettitore che nel sistema nervoso centrale svolge una funzione analoga al magnesio: si contrappone agli stimoli eccitatori e modula gli impulsi nervosi.

 

Diagnosi: esami del sangue e test di valutazione.

 

 

 

 

La diagnosi della carenza di magnesio è particolarmente difficoltosa nei casi lievi che sono quasi sempre

 

caratterizzati da blanda o assente sintomatologia.

 

Ci si può avvalere di specifiche analisi ematochimiche o di un semplice test che consiste nell’iniettare magnesio al paziente e monitorarne successivamente la presenza nelle urine. In genere l’esame ematologico di routine effettuato per rilevare il magnesio è quello che ne quantifica la concentrazione

nel sangue.

Tuttavia, il magnesio nel sangue non costituisce che l’1% di quello totale. Per avere una stima della quantità di magnesio intracellulare, viene eseguito il test di valutazione del magnesio eritrocitario che quantifica, cioè, la concentrazione del minerale all’interno dei globuli rossi. Più

complessa è la procedura del mineralogramma un’analisi che fornisce in modo dettagliato i dati sulle quantità di minerali presenti nel corpo. In genere viene effettuata per altri scopi come per l’individuazione di metalli tossici nell’organismo.

Causa delle carenze di magnesio.

 

Le situazioni non patologiche in cui più spesso si incorre a deficit del minerale sono le condizioni di aumentata richiesta.

Altre cause che determinano deficit del minerale possono essere o ridotto assorbimento o aumentata escrezione. Nel primo caso si collocano le patologie a carico del tratto gastrointestinale:

 

il morbo di Crohn, caratterizzato da mal funzionamento dell’intestino con conseguente deficit dell’assorbimento delle sostanze nutritive;

 

intolleranza al glutine o lattosio che porta alla eliminazione dalla dieta di molti alimenti contenente magnesio;

 

colite ulcerosa, resezioni intestinali; infiammazioni del pancreas, che compromettono la capacità di assorbire gli alimenti da parte dell’intestino.

 

diarrea e vomito persistenti che limitano la disponibilità di tutti gli alimenti;

 

malattie della tiroide e delle ghiandole paratiroidee che alterano, seppur indirettamente,l’assorbimento degli oligoelementi;

 

problemi delle surreni, che attraverso un’alterata produzione di aldosterone, non preservano l’escrezione del magnesio nelle urine;

 

diabete, che provoca eccessiva escrezione urinaria e quindi perdita di oligoelementi;

 

 

farmaci come taluni lassativi e diuretici che aumentano l’escrezione del minerale;

 

abuso di alcool, poichè l’etanolo aumenta la perdita di sali minerali a livello renale;

 

attività agonistiche come maratona e ciclismo che, a causa dello sforzo prolungato nel tempo,causano intensa sudorazione e quindi perdita di acqua e sali minerali;

 

anche lo stress, influisce sull’escrezione di magnesio attraverso l’aumento della produzione di ormoni tiroidei e di aldosterone.

 

Rimedi per sopperire alla carenza: gli integratori.

 

Per curare le conseguenze e i sintomi di una carenza di magnesio la cosa più immediata da fare è, ove possibile, rimuovere la causa della carenza.

 

Si consiglia poi di seguire una dieta appropriata con alimenti che contengono elevato tenore di magnesio. Per cui non dovrebbero mai mancare verdure a foglia larga, pomodori, fagioli, mais, cereali

integrali e frutta secca, fichi e mele. Anche i latticini contengono una buona dose di magnesio anche se,ricordiamo, l’assorbimento di calcio si contrappone a quello del magnesio.

Oltre alla dieta a volte è necessario ricorrere anche all’utilizzo di integratori.

 

In alcuni integratori il magnesio può essere associato ad altri minerali come potassio, zinco In farmacia troviamo anche integratori a base di magnesio dedicati ai bambini.

 

Se la carenza è di più grave entità si ricorre a integratori di magnesio con iniezioni intramuscolo.

Per la supplementazione di magnesio la fitoterapia offre prodotti naturali erbe officinali che contengono

generose quantità di questo minerale come l’erba medica, il muscho irlandese, primula, ghaulteria,verbasco, disponibili in estratto secco o tintura madre.

 

 

Articolo non originale

fonte:

http://www.medicina360.com/carenza-di-magnesio.html

http://www.younetspiegalevele.info/2016/05/03/segnali-di-livelli-di-magnesio-nellorganismo-pericolosamente-bassi-fate-che-non-sia-troppo-tardi/

 

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Cancro : guarire con le frequenze
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CANCRO : Kalanchoe la pianta anti cancro
Il blog è dedicato alle Kalanchoe, genere che identifica oltre un centinaio di varietà di piante succulente della famiglia delle Crassulaceae. Nella medicina popolare dei Paesi dove crescono spontanee, queste piante sono tenute da sempre in alta considerazione e vengono impiegate per la cura di un gran numero di patologie.

In alcuni paesi dell’America Latina, come il Venezuela, il Perù e la Colombia, le Kalanchoe stanno assumendo un ruolo sempre più di rilievo nella lotta contro il Cancro e un’associazione spagnola no profit, la Dulce Revolución, si sta battendo per divulgare queste importanti informazioni anche qui, nel vecchio continente.
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CANCRO : L'erba cinese che fa sparire il cancro in 40 giorni
L’erba cinese che fa sparire il cancro in 40 giorni
La chiave per curare il cancro potrebbe essere stata trovata in un’antica erba che ha da tempo un ruolo cruciale nella medicina tradizionale cinese
Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Università del Minnesota, è stato incentrato sull’estratto di una pianta popolarmente conosciuta in Cina con il nome di “Léi Gōng Teng” (la vite del tuono divino).
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CANCRO : L'origine del cancro sta in cio' che mangi …..
L'origine del cancro sta in ciò che mangi …..
“Tutte le cellule normali, hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza ossigeno”. (Una regola senza eccezioni.)
“I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.”
*
NOI ABBIAMO PROVATO CON SUCCESSO IL BASENPULVER si prende in farmacia ma e’ un prodotto naturale
Che non solo serve per regolarizzare il ph del sangue ma ha all’interno anche delle cartine per fare il test!

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CANCRO : La cannabis distrugge le cellule del tumorali : studio tedesco
Marijuana, “La cannabis distrugge le cellule del tumorali”: studio tedesco
Burkhard Hinz dell'Università di Rostock (Epa-Ansa)
La ricerca è stata pubblicata sul numero che uscirà a gennaio 2015 della rivista "Biochemical Pharmacology". La pubblicazione è firmata da Robert Ramer e Burkhard Hinz, con il titolo "New Insights into Antimetastatic and Antiangiogenic Effects of Cannabinoids".

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CANCRO : La cannabis uccide il cancro ?
Continua il dibattito sulle proprietà della cannabis come cura alternativa ai farmaci chemioterapici. Tra governi e teorie proibizioniste, continuano a farsi strada le ricerche scientifiche che rimarcano i poteri terapeutici della cannabis. In barba agli interessi delle grandi industrie farmaceutiche.

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CANCRO : la Portulaca Oleracea previene il cancro e fa bene alla salute. Ma non conviene,costa poco
La Portulaca Oleracea previene il cancro e fa bene alla salute. Ma non conviene,costa poco

Non cura il cancro ma ci previene da esso,la Portulaca Oleracea è boicottata dalle lobby farmaceutiche perchè se assunta ci si ammala di meno grazie alle sue proprietà,e cosa c’è di meglio di uno “scudo protettivo” ai tempi di oggi,

in quanto aria e terra sono inquinati e siamo maggiormente esposti alla contrazione di tumori?

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CANCRO : La tossina di un fungo per la lotta al cancro
Comunicato stampa - La ricerca dell'Istituto di biochimica delle proteine del Cnr espone una possibile modalità alla lotta contro la proliferazione delle cellule tumorali, tramite l'inibizione della proteina CtBP1/BARS nel processo di mitosi dell'apparato del Golgi. La scoperta, pubblicata su Pnas, dischiude interessanti scenari terapeutici mirati

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CANCRO : MEDICO ITALIANO DIMOSTRA COME LE CELLULE TUMORALI POSSONO ESSERE RIPROGRAMMATE
Un medico italiano è pioniere di innovative ricerche che dimostrano come le cellule tumorali possono essere riprogrammate e riportate a cellule normali utilizzando gli stessi linguaggi della natura. Dopo più di 30 anni di studi molti altri ricercatori internazionali stanno confermando la sua intuizione.

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CANCRO : ORO COLLOIDALE e CURA DEL CANCRO : INVERTIRE LE CONDIZIONI DEGENERATIVE.
L’oro colloidale è uno dei maggiori rinnovatori della nostra forza vitale.

AGISCE IN PROFONDITÀ SUL DNA DELLE CELLULE CREANDO L’AMBIENTE OTTIMALE AFFINCHÉ IL CORPO POSSA REAGIRE ED INVERTIRE LE CONDIZIONI DEGENERATIVE.

L'oro e il cancro: in un articolo medico sui tumori non operabili, il dott. Edward H. Ochsner, consulente chirurgico all'ospedale di Augustana, negli USA, ha scritto che l'oro può avere un effetto inibitorio sulla crescita dei tumori. Le sue ricerche hanno dimostrato che può contribuire a ridurre le dimensioni dei tumori, alleviare il dolore, migliorare l'appetito e la digestione, e aumentare il peso e la forza fisica. È insapore, non è tossico e viene preparato senza additivi, trasportatori né coloranti. L'oro colloidale e il cancro: in un articolo medico sui tumori non operabili, il dott. Edward H. Ochsner, consulente chirurgico all'ospedale di Augustana, negli USA, ha scritto che l'oro colloidale può avere un effetto inibitorio sulla crescita dei tumori.

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Cancro : scoperta la bacca che uccide il cancro
Australia: scoperta la bacca che uccide il cancro Con una singola iniezione risultati sorprendenti La bacca di un albero che cresce solo nelle foreste pluviali del nordest tropicale dell’Australia ha dimostrato sorprendenti proprietà anti-cancro. Uno studio di otto anni del Queensland Institute of Medical Research (QIMR) ha dimostrato che un composto delle bacche dell’albero detto Blushwood (Hylandia dockrillii, della famiglia euforbiacee) può uccidere cancri della testa e del collo, oltre che melanomi. Nello studio guidato dal farmacologo Glen Boyle, una singola iniezione del farmaco sperimentale derivato dalla bacca, EBC-46, ha portato al rapido degrado di tumori in una gamma di modelli di tumori umani. Nelle sperimentazioni è stato usato da veterinari professionisti su 300 animali, fra cui gatti, cani e cavalli. Nel 75% dei casi il tumore è scomparso e non è ritornato.
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CANCRO : se vi dicessero che con delle iniezioni di sale si puo' sconfiggere il cancro, ci credereste?
Se vi dicessero che con delle iniezioni di sale si può sconfiggere il cancro, ci credereste? Ovviamente no. Invece un articolo del Daily Mail (del 12 agosto 2014) si intitola proprio così: "Iniezione di sale 'uccide le cellule cancerogene' portandole all'auto-distruzione." L'articolo cita la ricerca del Professor Philip Gale, dell'Università di Southampton dove hanno condotto degli approfonditi studi in cui avrebbero dimostrato di poter uccidere le cellule tumorali con il sale da cucina. "Abbiamo scoperto che possiamo indurre la morte della cellula con il sale", ha dichiarato il professore. Secondo Gale, all'Università starebbero sviluppando una molecola in grado di circondare il sodio per farlo entrare nelle membrane cellulari in modo da innescare l'apoptosi cellulare, ovvero la morte della cellula tumorale. Ma scusate - viene da chiedersi - perchè allora non fare delle infusioni di cloruro di sodio (sale da cucina) direttamente nei tumori?
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CANCRO : SPEZIE ED ERBE che aiutano a prevenire o combattere i tumori
E' buona abitudine utilizzare spesso erbe e spezie in cucina, per insaporire i nostri piatti in modo naturale e per approfittare delle loro proprietà benefiche.
Erbe e spezie fin dall'antichità sono note non soltanto come alimenti, ma soprattutto per via delle loro proprietà curative. Erano la prima medicina quando i farmaci a cui oggi siamo abituati non esistevano. Ora il mondo medico-scientifico ne sta riscoprendo le caratteristiche e ad alcune erbe e spezie sono state attribuite proprietà anticancro, attraverso studi specifici. Scopriamo insieme le più important erbe e spezie che prevengono o aiutano a combattere i tumori.
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CANCRO : una cura dal fungo REISHI O GANODERMA LUCIDUM
MICOTERAPIA

CHE E’ STATA RISTUDIATA DAL DOTTOR IVO BIANCHI LAUREATOSI IN MEDICINA ALL’UNIVERSITA’ DI PADOVA E HA LAVORATO PRESSO LA CLINICA UNIVERSITARIA MEDICA DI VERONA DIRETTA DAL PROFESSOR SCUTO
Il fungo REISHI O GANODERMA LUCIDUM
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CANCRO AL COLON : Olio di cocco uccide il 93 % del cancro del colon !
La Natura ci da sempre il necessario! Questa volta si tratta dell’olio di cocco!

L’olio di cocco è circa il 50% di acido laurico, ha ucciso oltre il 93% delle cellule tumorali del colon umano dopo 48 ore di trattamento. Curiosamente, l’acido laurico ha avvelenato le cellule tumorali simultaneamente scatenando profondo stress ossidativo mentre ha fortemente ridotto i livelli di glutatione.
Uccide naturalmente virus multipli, batteri, funghi e parassiti. Aiuta la digestione e il metabolismo epatico, riduce l’infiammazione, e promuove la pelle più sana e la guarigione delle ferite più velocemente quando è applicato localmente. Può anche essere un aiuto efficace per il diabete… Ha portato la perdita di peso superiore e addominale rispetto all’olio di soia. Olio di cocco è unico in quanto è l’acido laurico circa il 50%, un mezzo trigliceride incatenato che è altrimenti molto difficile trovare nella nostra dieta (olio di nocciolo di palma è anche circa il 50% di acido laurico).
Il punto di fusione è di 24 gradi.
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CANCRO DEL COLON : ESTRATTO DI MELA UCCIDE LE CELLULE DEL CANCRO
Gli oligosaccaridi di mele hanno ucciso fino al 46 per cento delle cellule del cancro del colon umano in vitro e superato il farmaco chemio più comunemente usato. E a differenza di farmaci chemio, gli oligosaccaridi sono naturali e privi di effetti collaterali. Una soluzione naturale per una delle principali cause di morte per cancro?

Il cancro del colon è attualmente la seconda causa di morte per cancro per le donne di tutto il mondo e la terza causa per gli uomini. La cura standard con farmaci chemio, usata per il cancro del colon, ha avuto un successo limitato e può avere effetti collaterali gravi come spasmo coronarico, neurotossicità, anemia, e l’immunosoppressione. Alcuni ricercatori si sono concentrati sulle mele come mezzo naturale per il trattamento e la prevenzione del cancro del colon, perché sono il frutto più consumato in molti paesi e hanno già dimostrato attività contro il cancro al seno, cancro ovarico, tumore al polmone, cancro al fegato, e il cancro del colon.
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Cancro: nuova cura ricavata da una molecola contenuta nel caffe'. La scoperta e' italiana
Il tumore è una patologia molto virulenta nonché principale causa di morte dei paesi industrializzati. Per questa grave malattia non sono state ancora trovate cure efficaci ed è quindi oggetto di continue ricerche. Fortunatamente questa volta la ricerca è made in Italy e proviene dall'Università di Urbino. Il lavoro è il frutto di una sinergia multidisciplinare tra due gruppi di ricerca, quelli del dott. Mirco Fanelli di estrazione prettamente biomedica, e l'altro, del prof. Vieri Fusi, prettamente chimica.

Il Dott. Fanelli e il Prof. Fusi hanno individuato nel "maltolo", sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè e in moltissimi altri prodotti naturali, la possibilità di utilizzarlo per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attività antineoplastica. Questa scoperta rappresenta un notevole passo in avanti nella ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere ottenuto il brevetto nazionale, nell'attesa di quello internazionale.
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CANCRO: scoperta la pianta che lo uccide se combinata col ferro!
Esisterebbe un’erba il cui principio attivo combinato con il ferro sarebbe in grado di uccidere il tumore in sole 16 ore. Il nome di questa pianta è Artemisia annua.
Come già sappiamo,il cancro è la malattia più letale esistente. Gli scienziati cercano costantemente di trovare una cura e, infine, porre fine al cancro. Questa erba ,l’ Artemisia annua, potrebbe uccidere fino al 98% delle cellule tumorali in appena 16 ore. Secondo le ricerche pubblicate in “Life Science”, l’artemisinina, derivata dall’Artemisia annua, è stata utilizzata nella medicina cinese e può uccidere il 98% di cellule del cancro del polmone in meno di 16 ore.
 In realtà l’erba in questione da sola sconfigge il 28% delle cellule cancerogene,è la sua combinazione con il ferro che porta alla totale distruzione del tumore
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FONTE : www.spaziosacro.it

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