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Categoria: "Teorie"

Durante il sesso, cosI' si accende il cervello femminile

Nei momenti più “hot” del rapporto sessuale, nel cervello della donna si scatena il finimondo o giù di lì. Si mettono in moto la bellezza di 30 diverse zone cerebrali, che le consentono di provare sensazioni potenti e anche molto diverse tra loro. Per capire che cosa accade esattamente nella testa di lei, nel corso di una performance sotto le lenzuola, si è attivata con uno studio ad hoc la statunitense Rutgers University (New Jersey). Il risultato? "Si accendono tantissime aree del cervello, comprese quelle responsabili dell'emozione, del contatto, della gioia e della memoria. Un mix che rende la donna più propensa, dopo il rapporto, a innamorarsi del partner rispetto all'uomo".

 

Prima dell’orgasmo

Gli scienziati americani hanno inoltre scoperto che due minuti prima del raggiungimento dell'orgasmo si attivano i centri di ricompensa cerebrali. Le stesse aree che lavorano quando mangiamo o beviamo. "Immediatamente prima che si arrivi al culmine”, si legge nello studio, “anche altre aree del cervello femminile sono colpite dalla forti vibrazioni dell'eccitazione, ad esempio la corteccia sensoriale. Questo fa sì che il sistema nervoso venga intorpidito a tal punto che sente solo piacere”.

 

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Alla fine

“L'ultima parte ad attivarsi è l'ipotalamo”, avvertono gli scienziati sul quotidiano britannico “Daily Mail”, la zona deputata al controllo, ma ormai la donna è già stata conquistata".

La prossima sfida dei ricercatori è quella di mappare il cervello di un uomo, sempre durante i momenti più piccanti del rapporto sessuale.

 

http://staibene.libero.it/no_cache/psiche_e_sesso/articoli/single_news/article/durante_il_sesso_cosi_si_accende_il_cervello_femminile/?tx_ttnews%5BsViewPointer%5D=1

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LA MUSICA DELL'UNIVERSO: RELAZIONE TRA NOI E SUONI SACRI

Tutto inizia da un seme. Le scritture antiche descrivono questo seme originale, chiamato bija, come un suono. Esse raffigurano l’immagine mistica di un suono primordiale dal quale l’intero cosmo si è manifestato. Vedono pianeti, stelle, galassie legate insieme magicamente da frequenze sonore. Anche la fisica quantistica ha da poco scoperto questo campo di vibrazione dinamica che unifica e sostiene, sopra il quale fluttua tutta l’esistenza.

 

Il nostro universo fisico contiene in sé stesso delle caratteristiche musicali. A livello atomico, ogni cosa danza, creando la sua propria “musica”, vibrando a diverse frequenze sonore. Ci sono suoni che ci imprigionano in questo mondo temporaneo e suoni che ci liberano da esso. Nello yoga  sintonizziamo noi stessi su quelli liberatori, cioè le frequenze divine dell’universo. Attraverso la pratica dello yoga, possiamo partecipare alla sinfonia dei suoni sacri.

Tra tutti gli antichi rituali dell’umanità, nessuno è così largamente applicato in questi tempi moderni come quello che rende gloria alla divinità mediante il canto o la recitazione. In tutte le varie tradizioni e fedi che abbelliscono il mondo, sia che una persona sia cosciente che la vita origini dal suono oppure non lo sia, il cuore dell’uomo è stato sempre motivato ad esprimersi attraverso il suono. Dopotutto, noi veniamo all’esistenza come neonati attraverso il suono. La conferma della nostra esistenza avviene quando i nostri primi pianti sollecitano una amorevole e appropriata risposta dai nostri genitori. Così impariamo che possiamo influenzare la vita intorno a noi tramite il suono, e reciprocamente siamo incredibilmente influenzati dai suoni dell’ambiente circostante. L’esperienza uditiva lascia delle impressioni nella nostra coscienza che sono differenti da qualsiasi altro stimolo percepito dai nostri sensi. Il potenziale che il suono possiede nell’influenzarci ad un profondo livello emotivo fa della musica il nostro linguaggio universale. In accordo alle antiche tradizioni, la musica è ovunque.
Noi ascoltiamo il linguaggio musicale nel canto degli uccelli, nel gorgoglìo dei ruscelli, nel rullare dei tamburi, nei grilli della sera, nel mare in tempesta, nel riso, nel pianto, in ogni cosa. Le più antiche tradizioni credevano che l’universo intorno a noi “cantasse”, comunicandoci. La vibrazione energetica che produceva il suono era in sé stessa evidente e i significati di questi canti non richiedevano spiegazioni. In sanscrito, questo si chiama samskrita, o “comunicazione perfettamente compiuta” perché denota un’intima relazione tra la struttura della realtà e il suono prodotto. La filosofia mimamsa dichiara che tutti i suoni esistono eternamente e richiedono solo una variazione delle arie oppure del respiro (individuale o universale) affinché si manifestino. Questo movimento delle arie (prana) è attivato dal fuoco (agni), oppure dalla luce, simbolo di conoscenza. Il linguaggio sanscrito si crede sia stato generato da una conoscenza segreta trasmessa dal suono che è uno dei più potenti mezzi di rivelazione. Gli antichi inni vedici (dei Veda) sono dirette manifestazioni dei suoni sacri che ascoltiamo (shruti) dai saggi poeti che li sintetizzano mettendoli in forma scritta. Questo “ascolto” avviene dapprima nella propria coscienza. Queste rivelazioni assumono una controparte sonora. La consistenza tra i suoni (shabda) e il loro significato (artha), la realtà così annunciata, stabilisce la chiarezza nella comunicazione. L’universo ha sempre parlato all’uomo in un linguaggio chiaro. Ma cosa ci sta dicendo?
L’universo ci parla costantemente della natura divina di tutto ciò che ci circonda! La Chandogya Upanishad descrive che tutta la musica, tutte le canzoni, le parole e tutti i suoni sono uniti tra di loro dal pranava omkara, come foglie unite al ramo. Gli yogi identificano la sillaba sacra “OM” come il suono sacro originale dal quale provengono tutti gli altri suoni. Non fu mai creato e non sarà mai distrutto. Tutti i suoni esistono eternamente all’interno dell’OM ed è solo un cambiamento nel livello vibrazionale della nostra coscienza che produce suoni diversi. Poiché “la natura dell’etere nello spazio del cuore” (antar-hridayakasha-shabdham) è in effetti uguale alla sillaba OM, questo cambio di coscienza inizia con il parlare e cantare dal profondo del cuore. I praticanti seri dello yoga hanno come scopo il generare suoni che emanano direttamente dai loro cuori, dallo spazio dentro di noi, che è qualitativamente non differente dall’OM. Molto spesso un cuore addolorato, solo, affamato inizia il proprio viaggio nel suono sacro.
La letteratura vedica ci offre una bellissima narrativa illustrandoci il modo in cui il primo essere creato sperimentò il suono sacro. Questo si collega con il profondo desiderio di unirci con le nostre aspirazioni divine. Il primo essere creato, Brahma (la divinità dei Purana), si sentiva insoddisfatto, seduto in solitudine sul fiore di loto della sua coscienza che stava sbocciando. Brahma si mise ad ascoltare in quieta meditazione, cercando di capire la ragione della sua esistenza e invitandola a manifestarsi. Sintonizzandosi con la musica dell’universo, ‘vak’, ella apparve davanti a lui come Sarasvati, la dea della musica e del sapere, offrendogli un valido strumento per aiutarlo a concentrarsi dentro il suo cuore.

Questo strumento è il mantra che servì a liberare (tra) la sua mente (manas) per raggiungere un livello di ricettività al suono sacro. Quando il potere di ascolto divenne sempre più profondo, egli sentì il suo cuore impregnarsi di shabdha brahman (il termine usato nelle Upanishad per designare il divino), o il suono assoluto. Questo suono incantevole era quello del flauto di Krishna, che nella sua potenza spirituale non differisce dall’OM, il quale sbocciò dapprima nel gayatri mantra, poi nei quattro versi essenziali del Bhagavata purana e successivamente nell’intero Veda! In tale modo la ricerca del significato della vita e delle rivelazioni divine diventano strettamente unite alla sperimentazione dei suoni sacri. I mantra ci preparano a questa esperienza.

 

I mantra sono le chiavi della creazione. Le loro vibrazioni, come le parole e la musica, sono infuse di energie creative specifiche. L’antica scienza medica dell’Ayur Veda riconosce tre tipi di mantra che corrispondono alle tre qualità caratteristiche della natura che permeano l’universo fisico. I testi vedici descrivono questa energia costituita da suoni come uno stampo, un progetto mediante il quale un suono assumerà una forma fisica o mediante l’effetto che avrà sull’ambiente. Particolari codici sonori informano la materia sull’aspetto che dovrebbe avere. Le rappresentazioni visuali dei mantra che comprendono colori specifici e strutture geometriche che assorbono l’energia dei mantra sono chiamati yantra. Dagli yantra sono generate altre forme. Qualsiasi oggetto materiale incontriamo, perfino ogni emozione sottile, ha una controparte sonora. Alcuni yogi mistici riescono, in modo strabiliante, a manifestare un oggetto fisico recitando un mantra il cui suono contiene i semi per la creazione dell’oggetto. Noi abbiamo la stessa capacità mistica di manifestare la nostra coscienza divina attraverso dei mantra dall’origine sonora appropriata. Questa coscienza divina è dentro di noi, nel più profondo del nostro essere.


La più potente esperienza del mantra divino accade quando noi liberiamo la nostra mente nella sua manifestazione sonora attraverso una recitazione costante: “Questa [rappresentazione verbale del Supremo] deve essere ripetuta costantemente e il suo significato è percepito nel cuore” (taj-japas tad-arthabhavanam, Yoga Sutra 1.28, traduzione del Dott. Graham Schweig). Il saggio Patanjali incoraggia qui una continua e sentita ripetizione del mantra divino, il quale invita l’essenza spirituale a manifestarsi nella nostra esistenza.
I mantra sono di natura misteriosa ed eterna e hanno il potere di tirare le redini dei nostri pensieri fluttuanti per attrarci nella profonda e gioiosa esperienza dell’essere. I mantra sono le chiavi che aprono il dialogo interiore naturale dell’anima con la divinità. Per una pratica yoga che sia efficace, i mantra sono dunque essenziali. Quando vengono recitati ad alta voce, con un accompagnamento musicale, insieme ad altre persone che compiono le stesse pratiche (kirtana), oppure recitati in una meditazione solitaria e devota (japa), l’intonazione dei sacri suoni nella forma dei mantra è di una potenza unica e insuperabile allo scopo di elevare velocemente la coscienza. Il solo requisito per un canto efficace dei mantra è quello di sospendere completamente la propria identificazione con la mente. Per uno yogi, il più grande sacrificio, o yajna, è l’arrendere la propria mente al mantra. Questa offerta della propria mente con la recitazione di preghiere nel linguaggio rituale, o mantra, è il più antico metodo usato dall’umanità per unirsi alle sue origini divine. Dall’antichità fino ai giorni d’oggi, la meditazione con kirtan e japa è praticata abbondantemente da coloro che rifiutano di limitarsi entro i confini della materia.

Completamente al di là del vertiginoso ciclo dell’esistenza materiale, nel regno divino, dove ogni parola è una canzone e ogni passo una danza che celebrano la divinità, l’antica poesia sanscrita rivela un kirtan ispirato che consiste di 16.000 partecipanti principali! Il decimo canto dell’opera Bhagavata Purana, conosciuto come la rasa lila di Krishna, risplende con bellissime descrizioni di maestri di yoga chiamati gopi. In risposta a un richiamo d’amore da parte della divinità (quando Krishna suona il suo flauto), queste perfette yogini sono ispirate spontaneamente ad unirsi tra di loro e con la divinità, creando un cerchio perfetto di canti, danze e musica. Questo cerchio è conosciuto come rasa mandala, e i grandi maestri ci hanno rivelato che è l’essenza di tutti i kirtan che hanno decorato l’etere dall’eternità.
Quando noi offriamo i nostri cuori alla pratica del kirtan, recitando versi sacri, mantra sacri, noi invitiamo la divinità a una relazione più intima, proprio come quella ottenuta dalle gopi con Krishna, quando esse danzarono nella rasa mandala, abbracciandolo. Questa unione è il cuore dello yoga, ed è compresa nella definizione stessa della parola yoga: dalla radice sanscrita “yug” che significa “unire”, “aggiogare”, “connettersi”. Al di là dell’ovvia intimità tra l’anima e la divinità, la rasa mandala indica una potente connessione tra i membri della comunità degli yogi e yogini che insieme si sforzano di realizzare intimamente il divino. Questa comunità spirituale si chiama sanga, ed è costituita per ravvivare la nostra danza con il divino. Nel libro di Graham Schweig, La danza del divino amore, egli estende la definizione del termine sanga, come simbolizzato dalla danza rasa, accogliendo tutte le diverse tradizioni religiose. Le gopi danzano e cantano in sinfonìa nella rasa lila (una manifestazione dei loro sentimenti armoniosi e sincronici nella celebrazione della divinità) diventando un modello comportamentale per gli esseri umani nell’unirsi insieme all’eterna danza dello yoga: “dove Dio e l’anima perdono sé stessi nei ritmi, nelle melodie e nei movimenti dell’amore divino!” Questa “danza dell’amore divino” è la più elevata realizzazione del kirtan, il fine del canto dei mantra.

Innamorarsi del divino attraverso i suoni sacri! Cosa può essere più allettante? Una pratica di yoga efficace renderà la persona particolarmente accorta ai suoni che produce e ai suoni che ascolta, perché la pronuncia e l’ascolto del suono costituisce un cerchio completo nel esperire i suoni sacri. Le scritture vediche sono conosciute come Shruti (conoscenza ricevuta attraverso il sistema uditivo). Shruti è anche conosciuta come apaurusha, cioè la conoscenza che non ha origine dall’uomo. L’“oratore” dei suoni sacri è la divinità stessa, questo è confermato dal Bhagavata Purana (3.26.33). Gli yogi cantano di questo regno immortale quando permettono a loro stessi di essere usati come strumento del divino. Questa esperienza sommerge il cuore dei più sinceri partecipanti al kirtan. Il mantra è dapprima cantato dalla persona che guida il kirtan (mentre l’udienza ascolta), successivamente l’udienza risponde (mentre il leader ascolta). I suoni sacri sono così sviluppati in modo ciclico e dialettico.
Questo dialogo sacro tra colui che guida il kirtan e coloro che rispondono serve come modello di una comunicazione illuminata – le parti sono sintonizzate tra di loro, espressioni che si rispecchiano con l’intento di fare della divinità l’asse attorno al quale ruotano i suoni. In modo simile, nella recitazione individuale del japa è generato un ritmo ciclico simile a un mandala, con l’aiuto di un mala – una corona composta da molti grani – e durante la recitazione il senso del tatto aiuta la concentrazione sulla pronuncia e l’ascolto del mantra.


Lo sviluppo della nostra relazione con il suono sacro è molto illuminante. La nostra percezione della realtà risplende più luminosa quando coscientemente ci sforziamo di unirci alla sinfonia dei sacri suoni che sostengono ogni esistenza. Questo atto di unione è yoga. Il creare suoni che nutrono la nostra esistenza allinea la nostra aria vitale (prana) con la luce della pura coscienza. I suoni così pronunciati aspirano a diventare simili alle canzoni piene d’amore delle gopi. Scopriremo così il potere del suono raggiungendo la destinazione più meravigliosa, questo luogo divino che è già dentro di noi.

Krishna Kanta Dasi (Catherine Ghosh)

fonte: riflessioni.it

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CURA E GUARIGIONE CON I SUONI : la Frequenza 'Miracolo' 528 hertz

la Frequenza 'Miracolo' frequenza 528 hertz …..guarisce perche’ e’ lo stesso “suono” che emette il nostro dna !

Un suono trasmesso in frequenza 528 HZ, definita anche la "frequenza Miracolo" è la stessa delle eliche del DNA, quella che abbiamo usato in sottofondo alle nostre affermazioni POSITIVE, per esempio è molto utile per riarmonizzarsi ed eliminare le basse frequenze energetiche che ci possono influenzare negativamente.

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CANTO DELL' OM - frequenza 432 Hz…. LA FREQUENZA RISANATRICE, attivatrice….FREQUENZA SCHUMANN

 

 

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Pineal Gland Activator - frequenza 936Hz…..LA FREQUENZA DI ATTIVAZIONE DELLA GHIANDOLA PINEALE

 

 

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BAMBINI INDACO, CRISTALLO, ARCOBALENO, E I NUOVI BAMBINI DELLE STELLE O SEMI STELLARI (STARSEED)

Una delle informazioni nell'ambito New Age che vanno più di moda è senza dubbio quella dei bambini speciali. Con ciò intendiamo i vari bambini indaco, i bambini cristallo e così via....ora si parla di un sacco di "tipologie" di bambini speciali. E per tal motivo, è forse utile mettere un po' di ordine e chiarire e definire tali tipologie.

E' importante innanzitutto far sì che l' "unicità" di tali bambini non crei separazione e non escluda in qualche modo tutti gli altri. Pur essendo certo che consciamente tutti siamo d'accordo sul non mettere eccessivamente sul piedistallo questi bambini, penso che inconsciamente le cose siano più complesse. E spesso ci sono forme-pensiero e pensieri inconsci distorti di separazione, esaltazione, distorsione emotiva, traumi infantili, problemi relazionali ecc. che stanno dietro all'esaltazione mediatica di questi bambini.


Solo in tal senso i bambini indaco ed i bambini cristallo si possono considerare nostri maestri: essi, è necessario sottolinearlo, non sono infatti assolutamente superiori agli altri spiritualmente! Per capire ciò, è bene spiegare la natura di questi bambini.

La percezione dei bambini indaco è una percezione dell'eterico da parte di sensitivi, dove si è notato esservi bambini con caratteristiche eteriche peculiari. E' dall'eterico cioè che si è scoperto tale fenomeno. I bambini cristallo hanno invece caratteristiche fisiche peculiari. In altre parole, nel primo caso la caratteristica è una connessione energetica, nel secondo una attivazione genetica. Vediamo meglio tali due tipologie.

Innanzitutto, se è vero che esistono macchinari che possono vedere in parte le connessioni energetiche eteriche (ad es. macchina Kirlian che percepisce l'aura eterica, intesa come insieme di connessioni energetiche, più vicina al corpo fisico) non esistono invece tecnologie, al giorno d'oggi (e per fortuna), per misurare l'attivazione del dna: tale attivazione è infatti nel dna spirituale del Corpo di Luce, attivazione che aumenta man mano che lo Spirito (attraverso il Corpo di Luce) entra nella forma umana durante la propria personale ascensione. Ciò che le tecnologie moderne vedono è invece la sola attività fisica delle basi azotate del dna, e non la loro reale attività spirituale. Attività, quest'ultima, che si esplica in una attività interna alla singola base azotata, e non in un suo scambio informativo esternamente visibile dalle macchine ed inteso come attività fisica. Le informazioni del Corpo di Luce, infatti, vengono trasmesse a livello olografico da una base azotata all'altra (e più ancora in profondità, da ogni singolo quark ad un altro) senza il bisogno di un passaggio di informazioni fisicamente visibile da una particella all'altra.

La caratteristica dei bambini indaco è quella di avere nell'eterico una connessione speciale con razze extraterrestri. La loro natura (a differenza dei bambini cristallo, come si vedrà) non è connessa ad una maggiore attivazione genetica alla nascita, bensì ad una particolare connessione con extraterrestri alla nascita. Nessuna persona fisica terrestre è di per sè un extraterrestre, nemmeno a livello eterico in quanto se nato fisicamente qui per forza, per le leggi della manifestazione, deve essere nato qui anche nell'eterico (la realtà passa dall'eterico al fisico, e ciò che è fisico è per forza stato anche eterico in precedenza). Questa connessione è sempre karmica: attaccamenti eterici con persone eteriche et (presenti su quel dato piano eterico) e così forti da far percepire talvolta alla persona fisica di essere essa stessa extraterrestre. La definizione "indaco" è sensata, dato che la maggior parte di tali bambini presenti in occidente sono connessi etericamente ai siriani (popolo il cui colore dominante nell'aura eterica è il blu). In oriente, invece, la maggior parte di tali bambini speciali sono connessi etericamente ai pleiadiani (popolo il cui colore dominante etericamente è il violetto).

La caratteristica dei bambini cristallo (o bambini della Nuova Era), invece, è quella di avere una genetica alla nascita superiore alla norma. Ora, sebbene sia vero che tale attivazione riguarda prima di tutto il dna spirituale (cioè del Corpo di Luce), ciò non significa dire che tali bambini siano spiritualmente più evoluti degli altri! Assolutamente no.

Tale attivazione genetica riguarda la sola possibilità che si dà allo Spirito di discendere nella forma: maggiore è l'attivazione del dna, e maggiore è la "quantità" di Spirito che può discendere nella forma. Ma tale "quantità" discesa è solo una piccolissima frazione della grandezza di un'Anima (Spirito individualizzato), la cui reale grandezza si può notare solo una volta che tutta tale Anima è discesa nella forma (ossia quando si completa lo sviluppo del Corpo di Luce, livello 3 miliardi).

Ciò significa, in altre parole, che vi possono essere persone la cui Anima è molto più evoluta di quella dei bambini cristallo ma che, per questioni karmiche e limiti della forma, non è stata (ancora, si spera) incorporata nella realtà fisica nella stessa percentuale. L'evoluzione spirituale è dello Spirito, e non della forma fisica. Sebbene sia vero che la vera novità di questa Nuova Era è che esiste la possibilità di incorporare l'Anima, attraverso la nuova energia (magnetica), in modo completo nel proprio corpo e poterne manifestare fisicamente le qualità, rendendo altresì il proprio corpo fisico sempre più forte, sano e, si spera, immortale.

Si parla anche di altre "tipologie" di bambini speciali, ma in realtà non ne esistono altre se non come ulteriori specificazioni delle due qui analizzate. Una tipologia di cui si parla di recente, ad esempio, è quella dei bambini arcobaleno: essi altro non sono che una specificazione dei bambini cristallo, in particolare si tratta di bambini nati con una vibrazione di 6000 o superiore.

E' importante sottolineare anche che tali bambini non hanno alcun potere speciale a livello fisico, mentre a livello eterico possono mostrare di certo una maggior sensitività ed un maggior senso di potere. A livello spirituale, senza dubbio mostrano una coscienza fisica più espansa, dovuta appunto alla maggior attivazione genetica. I bambini indaco esistono sin dai primi anni cinquanta, mentre i bambini cristallo solo dal 2000 (i bambini arcobaleno, in particolare, solo dal 2004).

 

Gli indaco sono venuti per gettare i semi per la nuova umanità, cioè per aiutarci ad evolvere, rappresentano un’evoluzione e una speranza per il futuro. Poiché come si sostiene da molto tempo, stiamo per entrare nella quarta dimensione, abbiamo bisogno di evolverci rapidamente a livello spirituale e genetico e lo scopo degli indaco è proprio quello di aiutarci.

Il loro obiettivo è stato anche quello di aprire le porte ai bambini cristallo. E’ bene però tener sempre presente che un bambino indaco (o cristallo o arcobaleno)  non deve sentirsi più speciale degli altri come purtroppo spesso accade.

BAMBINI CRISTALLO ed ARCOBALENO

Vengono definiti bambini cristallo (o Cristallini) i bambini nati dal 2000 in poi, alcuni sostengono che siano i figli dei bambini indaco. I Cristallini sono molto pacifici e vulnerabili, hanno un’energia molto potente e non ce ne sono molti perché l’umanità deve essere pronta a riceverli. Ad esempio si sostiene che Gesù fosse un Cristallino e fu “incompreso” perché l’umanità non era pronta. Non a caso Gesù è detto Cristo, da cui Cristallo.

I bambini nati dal 2004 in poi sono invece definiti bambini arcobaleno ma per ovvie questioni di tempo le testimonianze a riguardo sono ancora esigue, ad ogni modo rappresentano un’evoluzione ancora maggiore.

STARSEED (SEMI STELLARI) dal 2010. Alcune testimonianze parlano anche di bambini starseed ovvero di bambini semi-stellari. Il corpo degli starseed è umano ma loro percepiscono che sono diversi: provano una profonda attrazione per certi animali, come i delfini e sono profondamente attratti dalle stelle e dalla metafisica, in poche parole sentono di non appartenere a questo mondo. Non ci sono molte testimonianze a riguardo ma è probabile che anche gli Starseed siano venuti sulla Terra per aiutarci ad evolvere.

Gli starseed sono una categoria a parte di individui in quanto non sono umani al 100%. Essi hanno almeno un genitore che non è sulla Terra e il genitore vero è quello extraterrestre. Sovente i genitori fisici del bambino sono starseed a loro volta. Il corpo degli starseed è umano ma loro si sentono strani perchè percepiscono che sono diversi e provano una profonda attrazione per certi animali, come i delfini che somigliano molto alla loro forma originale (su Sirio, pianeta degli Starseed, c’è una razza chiamata Nommos che ha le sembianze di un delfino). Incisioni rupestri rappresentanti delfini che scendono da astronavi ed entrano in acqua sono state ritrovate presso i Dogon africani e molte altre antiche tribù "primitive" in tutto il mondo. E’ probabile che anche gli Starseed siano venuti sulla Terra per aiutarci ad evolvere. Ecco alcune caratteristiche degli Starseed: si sentono molto soli; non si sentono pienamente umani; la maggioranza degli starseed porta geni cristallini per la ricodifica/ascensione. I geni cristallini permettono loro di accedere ad altre dimensioni; hanno una temperatura corporea più bassa del normale; spesso sono in conflitto con il genitore del sesso opposto; sono affascinati dalle stelle e dalla metafisica.

 

http://www.animazen.it/indaco_e_cristallo.html

 

Vi ricordiamo che non necessariamente condividiamo quanto riportato :

… SU ALTRI SITI SI AGGIUNGE :

 

Dopo i bambini Indaco , i bambini Cristalli e quelli Arcobaleno ora giungono sulla terra gli ”Starseed”, i figli delle stelle !

Sono “anime” umane solo in parte ed estremamente evolute, brillanti come stelle. Nascono con la consapevolezza di sé e con un bagaglio di conoscenze che possiamo solamente sognarci.

Percepiscono i pensieri delle persone che hanno intorno, sono in grado di leggere loro dentro, di capire chi sono e come sono, come agiranno e si comporteranno.

I bambini delle Stelle hanno in sé l’impulso a far del bene  che non li abbandona mai ed è la loro guida spirituale.

Non sono umani al 100%, difatti hanno una componente extraterrestre, arrivati qui da un altro mondo hanno il compito di assistere l’umanità attraverso l’ingresso nella Nuova Era, il 2012.

Gli Starseed, o figli delle Stelle, spesso si sentono soli e sanno di non essere originari di qui.

In genere il loro vero genitore è quello che non è sulla Terra, oppure sono figli di Starseed già sulla Terra da tempo.

 

Il cielo ha sempre affascinato gli uomini e sin dall’antichità sono nate leggende e storie sulla volta celeste e i loro presunti abitanti extraterrestri.

I nativi americani, in particolar modo, hanno portato con loro leggende molto interessanti a riguardo e ne hanno persino creato una loro religione con veri e propri culti e riti.

In alcune leggende Cherokee, si dice che la loro cultura ebbe origine nell’ammasso di stelle delle Pleiadi molto, molto tempo fa.

 

Essi affermano di essere venuti a questo mondo come Figli delle stelle (starseed o semi delle stelle)  per portare luce e conoscenza.

Se le storie sono vere allora molti di noi ora contengono DNA pleiadiano.

 

Ma chi sono e cosa fanno questi figli delle stelle (starseed) ?

Sono fisicamente uguali agli altri umani ma provengono da altri pianeti.

Non sanno di questa loro caratteristica ma dentro di loro si sentono estranei al nostro pianeta, provando nostalgia ma curiosità al sapere che potrebbero provenire da altri mondi.

 

Vedono la nostra società ingiusta e stupida e si allontanano da associazioni politiche e religiose.

Il loro scopo è quello di aiutare l’umanità a comprendere cosa è bene e cos’è male per poi farla avviare verso ad una nuova era di cambiamento spirituale.

 

Sono esseri volontari che da altri mondi vengono inviati sul nostro pianeta, privati di memoria ed avviati, sin dalla nascita, verso un processo che li porta alla completezza, per essere connessi al loro sé superiore.

Quando hanno raggiunto questa consapevolezza possono allora attivarsi attraverso un “codice del risveglio” per aiutare il pianeta terra compiendo la loro missione.

Gli starseed hanno quasi sempre un genitore umano (di solito la madre) e uno di un altro pianeta, l’accordo viene stabilito tra gli stessi genitori naturali e i genitori starseed prima della nascita del bambino e in un qualche modo essi rimangono sempre in contatto tra di loro per stabilire un rapporto d’amore e di supporto.

Questo fatto potrebbe spiegare le numerose astronavi aliene avvistate attorno alla terra fin dai tempi antichi.

 

Ecco alcune caratteristiche degli Starseed :

-         Hanno un intenso senso di solitudine.

-         Si sentono come se non facessero parte della loro famiglia terrestre.

-         Sono affascinati dalle stelle e sentono che la loro casa è la fuori, ma non riescono a ricordare dove.

-         Cominciano a mettere in dubbio le usanze della terra in giovane età.

-         Sono attratti dalla ricerca metafisica delle risposte sul perché si sentono così soli e sul perché non sembrano sentirsi a proprio agio sulla terra.

-         Molti hanno una relazione conflittuale con il genitore del sesso opposto.

-         La maggioranza degli starseed ha i tratti del viso della propria madre, ma il resto del corpo è come quello del padre o viceversa, dipende da quale genitore è quello vero, quello da fuori il pianeta. Ciò è fatto per una ragione.

-         La maggioranza degli starseed è portatore dei Geni Cristallini per la Ricodifica/Ascensione del DNA. I geni cristallini li rendono capaci di canalizzare ed avere facilmente accesso ad altre dimensioni così come ricodificare il proprio DNA.

-         Possiedono una temperatura corporea più bassa del normale e hanno l’incapacità di gestire il calore.

-         il 65% di loro sono di sesso femminile, il restante 35% maschile

-         hanno degli occhi irresistibili, spesso di colore grigio, verde, azzurro, indaco

-         sono dotati di un forte magnetismo personale e un senso di “regalità” innato

-         esseri sensibili come i bambini e gli animali sono attratti da loro specie i delfini e i felini

-         il 57% ha delle capacità "sensoriali" che li aiuta a capire le persone e a percepirne l'aura

-         sono particolarmente riluttanti a qualsiasi forma di violenza e di volgarità, fisica o verbale

-         diventano frustrati se costretti da interagire con sistemi organizzati in forma rituale che non richiedono il ricorso al pensiero creativo

-         il 90% di loro si sente tutt'uno con l'universo

-         il 97% è fortemente sensibile alla luce, agli odori e ai suoni

-         il 90% è sensibile ai campi elettromagnetici, naturali o artificiali

-         l'80/85% ha spesso problemi fisici legati al freddo e all'umidità (es. sinusite cronica) e alle alte temperature

-         il 50% ha delle capacità di guarigione sia su stessi che su altre persone

-         quelli in fase di "risveglio", o già attivati, sentono una pressante urgenza di assolvere ai loro compiti

-         hanno un forte bisogno di sapere la verità

-         alcuni di loro hanno avuto incontri ravvicinati con UFO o hanno avuto sogni riguardanti gli altri mondi

-         tutti credono alla vita extraterrestre.

-         sono spesso coinvolti in associazioni per la salvaguardia dell’ambiente e degli animali

-         sono estremamente ecologici

-         Sono per la maggioranza allergici o intolleranti ai farmaci e agli additivi chimici

-         Si cibano solo di alimenti naturali e biologici

 

I "Figli delle stelle" si incarnano nelle stesse condizioni di debolezza e di totale amnesia sulla propria identità, sulle proprie origini e i propri scopi degli umani terrestri.

 

Tuttavia, i geni dei Figli delle stelle hanno in sè un codice di "chiamata al risveglio", che serve a "attivarli" a un momento predeterminato della loro vita. Il risveglio può avvenire in modo delicato e graduale o può invece essere del tutto improvviso e drammatico.

 

In entrambi i tipi di evento, viene recuperato un certo grado di memoria, che permette ai Figli delle stelle di assumersi coscientemente la responsabilità della propria missione. Anche le connessioni con i loro Sè Superiori vengono rafforzate, e questo permette loro di venire guidati in larga misura dalla loro conoscenza interiore.

 

Articolo arrivato in associazione da Maria.

FONTI :

http://www.ascensione.org

http://www.cambioilmondo.it

http://www.stazioneceleste.it

http://www.rudolfsteiner.it

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LA CELIACHIA NON E' UNA MALATTIA MA IL RISULTATO DI UNA MODIFICAZIONE GENETICA DEL FRUMENTO

E’ mai possibile che la diffusione pressoché «epidemica» della cellachia, cioè dell'assoluta intolleranza al glutine che può innescare anche gravi patologie conseguenti, possa essere dovuta ad una modificazione genetica approntata sul frumento? Questa ipotesi non è nuova e su di essa si sono spesso avventati, smentendola con ferocia, i sostenitori delle biotecnologie e dei cibi Ogm. Ma ora, grazie all'intuizione di uno scienziato di esperienza pluridecennale in campo medico, pare possa arricchirsi di ulteriori dettagli, chiarendosi all'opinione pubblica.

 

Un frumento nanizzato

 

Il professor Luciano Pecchiai, storico fondatore dell'Eubiotica in Italia e attuale primario ematologo emerito all'ospedale Buzzi di Milano, ha avanzato una spiegazione di questa possibile correlazione causa-effetto su cui occorrerebbe produrre indagini scientifiche ed epidemiologiche accurate. «E’ ben noto che il frumento del passato era ad alto fusto - spiega Pecchial - cosicchè facilmente allettava, cioè si piegava verso terra all'azione del vento e della pioggia. Per ovviare a questo inconveniente, in questi ultimi decenni il frumento è stato quindi per così dire “nanizzato” attraverso una modificazione genetica».

 

Appare fondata l'ipotesi che la modifica genetica di questo frumento sia correlata ad una modificazione della sua proteina e in particolare di una frazione di questa, la gliadina, proteina basica dalla quale per digestione peptica-triptica si ottiene una sostanza chiamata frazione III di Frazer, alla quale è dovuta l'enteropatia infiammatoria e quindi il malassorbimento caratteristico della celiachia.

 

«E’ evidente - ammette lo stesso Pecchiai - la necessità di dimostrare scientificamente una differenza della composizione aminoacidica della gliadina del frumento nanizzato, geneticamente modificato, rispetto al frumento originario. Quando questo fosse dimostrato, sarebbe ovvio eliminare la produzione di questo frumento prima che tutte le future generazioni diventino intolleranti al glutine». E non è da escludere che sia proprio questo uno degli scogli più difficili da superare.

 

400.000 malati in Italia

 

La riconversione della produzione, una volta che questa sia entrata a regime e abbia prodotto i risultati economici sperati, diviene impresa assai ardua e incontrerebbe senza dubbio molte resistenze. Di qui la probabile mancanza di interesse ad approfondire una simile ipotesi per trovarne l'eventuale fondamento.

 

D'altra parte, nessuno ancora ha trovato una spiegazione al fatto che l'incidenza della celiachia è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi anni e l'allarme non accenna a rientrare. «Mentre qualche decennio fa l'incidenza della malattia era di 1 caso ogni mille o duemila persone, oggi siamo giunti a dover stimare 1 caso ogni 100 o 150 persone», spiega Adriano Pucci, presidente dell'Associazione Italiana Celiachia. «Siamo dunque nell'ordine, in Italia, di circa 400 mila malati, di cui però soltanto 55 mila hanno ricevuto una diagnosi certa e seguono una dieta che può salvare loro la vita».

 

In molti sostengono che l'aumento dei casi di celiachia sia una conseguenza del miglioramento delle tecniche diagnostiche, ma la spiegazione non convince, appare eccessivamente semplicistica e riduttiva. Fatto sta che, anziché cercare spiegazioni sulle cause, cosa che permetterebbe di provvedere poi alla loro rimozione, la ricerca oggi percorre direzioni opposte, ipotizzando e sperimentando ulteriori modificazioni genetiche del frumento stesso per «deglutinare», cioè privare del glutine, ciò che ne è provvisto o «immettere» nel frumento caratteristiche proprie di cereali naturalmente privi di glutine.

 

Il mistero del Creso

 

A proposito torna alla mente una questione dibattuta qualche anno fa alla quale non è mai stata fornita risposta e che rimane a tutt'oggi un problema apertissimo e attuale: il cosiddetto grano Creso. Nel 1974, all'insaputa dei più, viene iscritto nel Registro varietale del grano duro il Creso. Nove anni dopo, la superficie coltivata a Creso in Italia era passata da pochi ettari a oltre il 20% del totale, con 15 milioni di quintali l'anno per un valore, di allora, di circa 600 miliardi di vecchie lire.

 

Da una pubblicazione del 1984 si ricavò poi che quel grano era stato «inventato» e sviluppato presso il centro di studi nucleari della Casaccia. Nel lavoro, come ricordò nel 2000 anche il fisico Tullio Regge su Le Scienze, si sottolineava l'efficacia della mutagenesi e l'introduzione di nuovo germoplasma e di ibridazioni interspecifiche.

 

In sostanza, il Creso era il risultato dell'incrocio tra una linea messicana di Cymmit e una linea mutante ottenuta trattando una varietà con raggi X. Per altre varietà in commercio erano stati utilizzati neutroni termici. In che misura, per esempio, il consumo continuativo di questo frumento può avere influenzato l'organismo di chi lo ha ingerito? Non si sa, né pare che alcuno voglia scoprirlo. Lo stesso Regge si limitò ad affermare che comunque «lo hanno mangiato tutti con grande gusto».

 

E se la celiachia fosse il risultato di decenni di ripetuti e differenti interventi sulle varietà di grano che sta alla base della maggior parte del cibo che mangiamo? Chissà se a qualcuno, prima o poi, verrà voglia di capirlo.

 

Claudia Benatti

 

 

Note

«Il miglioramento genetico dei frumento duro: bilancio di un ventennio di attività» su L’informatore Agrario, Verona 40, n. 29, 1984, di Bozzini, Mosconi, Rossi, Scarascia-Mugnozza.

 

Fonte: Disinformazione.it

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