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Categoria: "Scoperte"

La frequenza vibrazionale degli alimenti

La moderna dietologia si basa sul calcolo delle calorie degli alimenti, senza prendere in considerazione la frequenza vibrazionale emessa dagli stessi, che costituisce invece un fattore di fondamentale importanza.

 

 

In questo modo ci troviamo ad assumere spesso alimenti morti, il cosiddetto cibo spazzatura, ricco di calorie ma povero di ogni informazione utile per la vita. André Simoneton, ingegnere elettronico francese, dimostrò nella prima metà del ‘900, che le radiazioni emesse da un organismo sano si aggirano sui 6500 Angstroms (esattamente tra 6250 e 7000), mentre sono più basse nell’organismo malato. Le frequenze della vita vibrano quindi nello spettro del Visibile e Infrarosso da 4000 a 7000 A. L’ing. André Simoneton spese ben 20 anni facendo ricerche sull’effetto che gli alimenti possono avere sul corpo umano. Poiché tutto ciò che vive emette radiazioni, egli si chiese quali radiazioni lo indebolissero e quali lo fortificassero. Per portare avanti le sue ricerche usò un contatore Geiger, una camera ionizzante di Wilson e il Biometro di Bovis, che è graduato in Angstrom, e può misurare anche le onde che sono lunghe solo un decimilionesimo di millimetro. Con tali strumenti fu in grado di stabilire che ogni essere umano emette delle radiazioni attorno ai 6200/7000 Angstrom (questa lunghezza d’onda corrisponde al colore rosso dello spettro solare). Constatò anche che al di sotto dei 6500 Angstrom l’organismo non può più mantenersi in buona salute e compare la malattia. Per mantenersi con vibrazioni ad una lunghezza d’onda superiore ai 6500 Angstrom (verso l’infrarosso) il nostro organismo deve continuamente adattarsi all’influenza di ogni specie di radiazioni, siano esse dovute a: pensieri, emozioni, alimentazione, medicamenti, radiazioni cosmiche, solari, terrestri, ecc. Un ruolo assai importante, per il mantenimento della buona salute, viene pertanto rivestito dagli alimenti, dalle bevande, dal modo di vita e dall’ambiente in cui si vive. Prove di laboratorio, hanno dimostrato che gli alimenti sintetici, pur fornendo un’alimentazione equilibrata dal punto di vista qualitativo e calorico, non sono sufficienti a fornire uno sviluppo normale. Questo significa che oltre ai consueti elementi (proteine, carboidrati, ecc.) gli alimenti devono anche possedere delle “vibrazioni energetiche”, capace di mantenere la vita. Una volta fatte queste considerazioni, l’Ing. Simoneton controllò un gran numero di alimenti che suddivise in 4 grandi categorie riportate qui sotto. Libri sull’argomento Crudo o Poco Cotto – Libro di Maia Beltrame, Giandomenico Frassi, Giacomo NotarbartoloMeglio Crudo – Libro di Rosanna GosamoIl Crudo è Servito – Libro di Lucia Giovannini, Giuseppe CoccaWhole – Vegetale e Integrale – DVD di T. Colin CampbellAlimentazione e Salute di Lorella Spagnesi

 

LE QUALITÀ VIBRAZIONALI E VITALI DEI CIBI:

 

1) Gli alimenti superiori, con vibrazioni sopra i 6500 Angstrom: - Tutta la frutta fresca ben matura e relativi succhi (fatti in casa e subito ingeriti). - Quasi tutti gli ortaggi ed i legumi crudi o cotti con temperatura non superiore ai 70 gradi. Il grano, i farinacei, la farina ed il pane integrale; i dolci fatti in casa. - Tutta la frutta oleaginosa ed i loro oli essenziali, le olive, le mandorle, i pinoli, le noci, i semi di girasole, le nocciole, la noce di cocco e la soia, - Il burro freschissimo di giornata, i formaggi non fermentati, la crema del latte e le uova di giornata.

 

2) Gli alimenti d’appoggio, con vibrazioni da 6500 a 3000 Angstrom: - Il latte fresco appena munto, il burro normale, le uova non di giornata, il miele, lo zucchero di canna, il vino, l’olio di arachidi e le verdure scottate in acqua bollente.

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3) Gli alimenti inferiori, con vibrazioni dai 3000 Angstrom in giù: - La carne cotta, i salumi, le uova dopo il 15 giorno, il latte bollito, il te, il caffè, le marmellate, il cioccolato, il pane bianco, tutti i formaggi fermentati. Questi alimenti sono quasi tutti proteici, e basta una piccolissima deficienza del fegato o dell’apparato digerente, affinché diventino intollerabili per l’organismo.

 

4) Gli alimenti morti, senza alcuna vibrazione: - Le conserve alimentari, le margarine, tutti i prodotti di pasticceria ed i dolci fatti con farina raffinata, i prodotti industriali in genere, i liquori e gli alcoolici, lo zucchero raffinato (bianco). Anche la freschezza degli alimenti è un fattore di primaria importanza.Alcuni procedimenti, che normalmente vengono usati in cucina, alterano o distruggono alcune qualità dei nostri cibi, un esempio ce lo forniscono le pentole a pressione e la cottura in acqua bollente. I cibi cucinati a vapore conservano invece parte delle loro proprietà. Gli alimenti conservati mediante la “pastorizzazione”, non contengono quasi più nulla delle loro qualità vibrazionali (irradianti); mentre quando sono trattati con processi disidratanti (per esempio la liofilizzazione) le conservano in gran parte. Tutti i cibi che hanno un elevato potere vitaminico hanno ottime vibrazioni e possono essere classificati come “eccellenti”. Questi alimenti potrebbero essere sufficienti al mantenimento della vita se assunti con un’alimentazione “vegetariana intelligente”, cosa che non sempre accade tra i vegetariani che sovente presentano evidenti squilibri nutrizionali. Alimenti superiori Fra gli alimenti superiori i frutti maturi hanno tutti una lunghezza d’onda tra gli 8000 ed i 10.000 Angstrom. Le loro vibrazioni vengono liberate nello stomaco, dando una sensazione di benessere. Affinché le mucose ne traggano il maggior profitto è opportuno mangiare la frutta a digiuno, cioè al mattino o nel tardo pomeriggio. Non mangiate la frutta non matura, poiché le sue vibrazioni non sono valide per l’organismo; lo prova il fatto che sono di difficile digestione.Quanto detto per la frutta è valido anche per le verdure, per esempio la barbabietola, la carota e il ramolaccio quando sono maturi misurano dai 7000 agli 8000 Angstrom. La stessa rilevazione si ottiene dai legumi freschi e maturi (fagioli, fave, piselli, lenticchie). Questi, però, una volta essiccati, già dopo qualche settimana presentano una debole radiazione che scompare nel giro di qualche mese; ecco perché spesso sono indigesti. Vibrazione dei cibi cotti o crudi

 

 

A sinistra si può vedere la frequenza vibrazionale dei cibi cotti, a destra quella più elevata dei cibi crudi. La possibilità vibratoria degli alimenti non resiste oltre i 70° Celsius, infatti qualsiasi cottura che superi questi valori rende il cibo povero di elementi vitali. L’unica eccezione è la patata, che una volta cotta al forno o nell’acqua presenta ancora circa 6500 Angstrom. Il miglior modo di mangiare le insalate è quello di prepararle con molte qualità di verdure, ad esempio lattuga, carciofi, asparagi, carote, olive, barbabietole, cipolle, ecc. Gli spinaci, i carciofi, le zucchine ed i funghi possono essere consumati anche crudi tagliati a fettine. Queste mescolanze, se condite con olio extra vergine di oliva, forniscono ottime vibrazioni che vanno da 8000 a 11.000 Angstrom. Anche i funghi sono molto importanti in quanto emettono onde di 8500 Angstrom. Simoneton, ha rilevato che i prodotti vegetali venduti normalmente nelle città hanno già perduto da un terzo alla metà delle vibrazioni utili al corpo umano. Se a tutto ciò si aggiunge la cottura per bollitura, in essi non rimane più nulla di valido. Qualcuno ha osservato che le verdure gonfiano lo stomaco: ciò è vero solamente quando si mangiano quelle con vibrazioni inadeguate; di quelle cotte nell’acqua, ad esempio, rimane solo la cellulosa. La base del nutrimento dell’uomo, ovvero il grano, occupa una posizione importante nella scala delle vibrazioni, cioè 8500 Angstrom. Un piatto contenente grano (chicco o grano spezzato, non farina) ha una vibrazione di 9000 o 10.000 Angstrom. Il grano germogliato rappresenta un alimento perfetto con vibrazioni molto energetiche, tra gli 8000 ed i 10.000 Angstrom, ed è anche possibile mescolarlo con altri cereali (farro, miglio, avena, ecc) preparando piatti assai gustosi.La pasta fatta in casa, cioè fresca, ha una radiazione uguale a quella del grano, mentre in quella seccata venduta in commercio le radiazioni sono quasi nulle. Gli oli hanno all’incirca le stesse vibrazioni del frutto da cui provengono e sono uno dei cibi che conserva più a lungo le vibrazioni iniziali. L’olio extravergine di oliva spremuto a freddo, ad esempio, misura mediamente 8500 Angstrom e, dopo 6 anni, arriva a circa 7500 Angstrom. Attenzione invece agli oli estratti con solventi dalle sanse, poiché non contengono più alcuna vibrazione. Sembra che nell’antichità il piatto principale fosse pane integrale o semi integrale di farro intriso in olio di oliva. Gli studi del Simoneton hanno dimostrato che il latte vaccino non è un alimento adatto per la salute dell’uomo. Alla mungitura presenta 6500 Angstrom; dopo 6 ore 6000; dopo 14 ore 5000; dopo 18 ore 4000; dopo 48 ore 2000; dopo 56 ore 1000, e dopo la pastorizzazione quasi zero Angstrom. Il burro perde di giorno in giorno la sua vibrazione, e dopo 40 giorni non ne ha più del tutto, tuttavia la conservazione in frigorifero rallenta questo processo. Le uova appena deposte danno 6500 Angstrom, sono perciò identiche alle vibrazioni di una persona sana, la polvere d’uovo, invece, non contiene più nulla. Da ciò deriva il consiglio di utilizzare prodotti integrali non raffinati dall’industria, la quale toglie al prodotto appena colto la parte migliore, che poi viene elaborata e venduta nelle farmacie a prezzi vertiginosi (vedi il germe di grano o la crusca). Ricordate che la Natura produce tutto ciò di cui avete bisogno. Infine in certi casi può essere benefica una punta di cucchiaino di Cloruro di Magnesio sciolto in mezzo bicchiere di acqua da bere al mattino a digiuno.Questo sale è contenuto in notevole quantità nel sale marino integrale, è un ottimo rinforzante del sistema immunitario e tonico del sistema nervoso e muscolare. È adatto in tutte le malattie cosiddette infettive in quanto aumenta notevolmente la potenza fagocitaria dei globuli bianchi. I VEGETALI FRONDOSI: Fra le scoperte più importanti, emerse dalle ricerche del Dott. Wilson, sono da annoverare i grandi benefici ottenibili dalle fronde dei vegetali. Tali vegetali, oltre a possedere un altissimo livello di energia, sono gli unici alimenti in grado di bilanciare in modo soddisfacente i pasti a base di proteine, facendo in modo che il corpo possa assimilare le medesime senza dover attingere alle energie di riserva.Le misurazioni fatte hanno mostrato come le foglie dei vegetali abbiano un valore energetico maggiore di quello dello stelo e delle radici, e ciò è dovuto al fatto che le fronde sono più interessate dai raggi del sole. Barbabietola rossa, sedano, lattuga, indivia, rapa, carota ed erba medica offrono le foglie più cariche di energia. I microbi e gli altri microrganismi portatori di malattie irradiano la loro forza vitale a frequenze molto più basse delle nostre. Si ritiene che gli esseri umani possano essere coinvolti negativamente da queste forme di vita primitive, solo e unicamente se le loro energie vitali cadono a livelli molto bassi. In conclusione si può dire che il nostro tasso vibrazionale scende in conseguenza dell’abuso di droghe e alcool, del fumo, della sedentarietà, e del consumo regolare di cibi quasi morti o privi di minerali. Fonte:http://celticfearn.wordpress.com/ Tratto da e riferimenti: fisicaquantistica

 

http://ununiverso.altervista.org/blog/

 

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La luce e gli universi multidimensionali

La luce è associata all'impalpabilità, all'evanescenza, a qualcosa che non si può toccare. Ma la fisica moderna ha dimostrato che la luce ha due nature differenti e coesistenti, una corpuscolare e una ondulatori. Essa è contemporaneamente frequenza e elemento tangibile

 

La luce è evanescente, magica, evocativa di uno stato spirituale.

 

 

La luce: questo termine può evocare in noi tante cose, alcune molto tangibili come l’illuminazione ed altre metaforiche, quali la luce interiore, i giorni luminosi, la bellezza della vita, la poesia. La luce dona benessere ed energia, innesca nelle piante la fotosintesi clorofilliana, permettendo loro di trasformare l’anidride carbonica in ossigeno. Sempre e comunque non priva di fascino, conoscerla anche sotto l’aspetto scientifico non contrasta in alcun modo con la poesia che essa può donare, anzi, forse è proprio questo che ci permette di apprezzarla maggiormente e di volare verso il suo indubbio fascino e la sua profonda armonia.

 

 

Luce e suono: universi complementari ma molto diversi

 

 

La prima cosa che possiamo pensare, quando parliamo di luce, è quella di associarla al suono: la vista e l’udito, vissuti spesso come qualcosa che non si può disgiungere, sono, infatti, i primi dei cinque sensi. Se ad esempio guardiamo un film, percepiamo simultaneamente immagini e suono e così pure se osserviamo la natura. Quando vediamo una persona questa ha per noi un volto ed una voce e ci viene spontaneo collegare l’elemento visivo – dato dalla luce – con quello uditivo, dato dal suono. Se però andiamo a vedere questo da un punto di vista scientifico, abbiamo subito un elemento di divergenza, non così banale.

 

 

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Per comprendere questa differenza, basta vedere un lampo durante un temporale: vediamo il lampo immediatamente, ma il suono giunge dopo e questo ci dice subito che la luce è più veloce e arriva prima. Il suono è più lento, si propaga meglio in un mezzo più denso e non viaggia nel vuoto (non a caso, il nostro orecchio interno contiene un liquido ed i pesci di profondità possono inviare suoni a chilometri di distanza, mentre la luce viaggia molto meglio nel vuoto. Se per il suono il mezzo e la sua densità sono un aiuto, per la luce tutto ciò rappresenta un ostacolo.

 

 

 

Date queste premesse, nasce spontanea una considerazione metafisica: la luce ha natura autonoma ed indipendente, mentre il suono deve legarsi ad un mezzo per potersi propagare e da solo non può nulla. Infatti, con un approccio più scientifico, il suono appartiene al tipo di onde meccaniche, mentre la luce ad un tipo elettromagnetico: le prime hanno, appunto, bisogno di un mezzo per propagarsi, le seconde non hanno bisogno di nulla.

L’altra caratteristica delle onde elettromagnetiche è la velocità che, nel caso della luce, ci porta quasi a credere la sua velocità di trasmissione infinita, quasi in tempo reale.

 

 

 

Velocità della luce: limite invalicabile?

In passato si credeva che la luce avesse velocità infinita, visto che i fenomeni luminosi avvenivano in maniera di fatto “immediata”: il lampo appariva subito e la luce sembrava propagarsi istantaneamente.

 

 

 

Oggi, questa velocità è ben definita. Il suo valore fu indicato per la prima volta dal fisico tedesco Paul Drude con la costante di 300.000 km/sec e, anche se ci appare come una velocità molto elevata (basti pensare che, in un secondo può compiere sette volte e mezzo il giro della terra) per le distanze che si ritrovano nell’Universo questo è ben poca cosa e del tutto insufficiente a compiere viaggi siderali.

 

 

 

La velocità della luce ha una caratteristica ben precisa: non è legata ad alcun mezzo di riferimento o, meglio, è la stessa qualsiasi sia il punto di osservazione. Facciamo un esempio per chiarire questo enunciato: se viaggiamo su un treno che si muove a 100 all’ora e camminiamo a 5 km/h nella direzione del moto lungo un corridoio del treno, un osservatore posto a terra ci vedrà spostarci a 105 km/h.

 

 

 

A questo punto ci aspetteremmo che per la luce valesse lo stesso principio, invece questo non accade: la sua velocità è sempre costante, anche procedendo con misurazioni molto accurate, ed appare non superabile.

 

 

 

La dimostrazione di ciò deriva dalla Teoria della Relatività, elaborata da Albert Einstein, che si esplica in equazioni che studiano i comportamenti di massa ed energia (ma anche di spazio e tempo) al variare della velocità.

 

 

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Einstein aveva dimostrato che anche elementi che definiamo come “di stato”, vale a dire indipendenti dal moto e costanti, come appunto la massa, sono invece funzioni della velocità. Secondo la relatività, quindi, se ci si avvicina alla velocità della luce la massa tende all’infinito e un corpo avrebbe massa infinita. Se superiamo questo limite, le equazioni date da Einstein perdono di significato, almeno secondo le condizioni che il fisico aveva posto.

 

 

 

Se questo fosse vero a tutti gli effetti, sempre e comunque, avremmo definito che le stelle lontane non sono da noi raggiungibili per ora e per sempre e l’uomo, finché sarà su questo pianeta, dovrà accontentarsi di osservarle con il telescopio. Magari con telescopi sempre più potenti, ma senza nessuna possibilità di andare, materialmente, su questi mondi lontani.

 

 

 

Dicevo “se fosse così”, perché in realtà il modello di universo che abbiamo nella mente non è esattamente quello dell’Universo (Multiverso) che oggi si comincia supporre e, con un modello differente, la velocità potrebbe non essere più un ostacolo. Se, ad esempio, l’universo avesse più di tre dimensioni, non sarebbe un problema “tagliare” tra le dimensioni compiendo distanze più brevi di quelle tridimensionali e superare quindi il limite della velocità. Si potrebbe attraversare la galassia in cui viviamo anche alla velocità che possiamo raggiungere camminando a passo tranquillo. Il problema, quindi, non appare più nei termini di distanza, ma di concezione dell’universo e della sua struttura.

 

Le due nature della luce e la delocalizzazione della materia

La luce è associata all’impalpabilità, all’evanescenza, a qualcosa, insomma, che non si può toccare. Ma è davvero così? La fisica oggi ha dimostrato che la luce ha due nature differenti e coesistenti: quella corpuscolare e quella ondulatoria che, tradotto in parole comuni ci mostra come essa sia contemporaneamente onda e corpuscolo: quindi è frequenza e anche elemento tangibile.

 

 

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Il dualismo onda–corpuscolo della luce appare una contraddizione di termini. Il modello corpuscolare della luce fu definito da Newton, che ne aveva postulato l’essenza come costituita da corpuscoli emanati in tutte le direzioni. E già ne aveva parlato Alhazen, uno scienziato iracheno il cui libro fu tradotto nel 1270 dal monaco polacco Vitellone.

Ma lasciava tuttavia qualche punto oscuro nella definizione dei colori. Noi conosciamo i sette colori dell’iride.

 

 

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Netwon, inizialmente, ne indicò cinque: rosso, giallo, verde, blu e violetto; ed in seguito introdusse anche l’arancione e l’indaco. Questi sette colori, fondendosi assieme, danno il bianco mentre il nero è assenza di tutti i colori. Secondo il modello newtoniano, quindi, vi sono corpuscoli ben definiti per ogni colore; l’insieme di questi corpuscoli colorati fornisce il colore bianco. Non sempre, però, questo modello spiega come poi i corpuscoli si possano separare, come nel caso dell’arcobaleno.

 

 

 

Il modello ondulatorio, che invece vede la luce come insieme di onde deriva dagli studi di Christiaan Huygens e fu elaborato nel 1678; ancora non si aveva il concetto di onda elettromagnetica, quindi Huygens suppose che la luce – che al pari delle onde meccaniche doveva avere bisogno di un mezzo per propagarsi – si diffondesse in un mezzo detto etere.

 

 

 

Questa teoria spiegò meglio fenomeni come l’interferenza e la diffrazione (fenomeno che si verifica ogniqualvolta la luce incontra un ostacolo dove è posto un foro e da questo fuoriesce in onde sferiche, come se provenisse da una sorgente posta all’interno del foro stesso).

 

 

 

La presa di coscienza della natura elettromagnetica della luce è un percorso che ha richiesto molto tempo. Anche se i primi campi magnetici furono studiati addirittura da Talete di Mileto, nel 550 a.C., è solo dal secolo XVII che si cominciarono a studiare tali fenomeni.

 

 

 

Per quanto riguarda l’associazione della luce con le onde elettromagnetiche, questa è dovuta al fisico scozzese James Clerk Maxwell che, nel 1864, scrisse A Dynamical Theory of the Electromagnetic Field (1).

 

 

 

La fusione tra i modelli corpuscolari ed ondulatori è dovuta ad Einstein che dimostrò che la luce, oltre ad essere composta da onde, è composta anche da particelle di energia, dette fotoni o “quanti di luce” che sono, da un punto di vista fisico, particelle elementari della famiglia dei bosoni. Secondo Einstein e Planck, il fotone è una struttura indivisibile, che porta in sé le caratteristiche sia ondulatorie che particellari (2).

 

 

Colored Light on Black Background

Le implicazioni di tutto ciò sono davvero notevoli. Se la luce è onda e corpuscolo nello stesso tempo, è anche soggetta a quanto la fisica moderna afferma sulla localizzazione di una particella e non ha una traiettoria definita. Se matematicamente si cerca di esprimere questa traiettoria, si ottiene semplicemente una probabilità di trovare la particella in una certa regione dello spazio. Questa impossibilità di una particella di occupare una posizione definita fu espressa da Heisenberg nel 1927 nel suo famoso “principio di indeterminazione”.

Non abbiamo, quindi, un qualcosa di definito, ma soltanto una probabilità e quindi una particella, per andare da un punto all’altro, potrebbe anche attraversare l’intero universo.

 

 

 

Una cosa davvero sconvolgente. E la fisica moderna ha dimostrato che è proprio così. Estendendo questo al pensiero, fatto di onde elettromagnetiche, possiamo dedurne che anch’esso può essere ovunque e, proseguendo il discorso dalle particelle legato ai corpi fisici, possiamo postulare che noi siamo corpuscoli e onde nello stesso tempo, ed abbiamo la possibilità essere ovunque nell’universo. In tal senso, anche esperienze come l’ubiquità, la bilocazione e simili, potrebbero avere un chiaro fondamento scientifico (3).

 

 

 

Se un fenomeno di questo tipo è vero per una particella o per un insieme di particelle può essere esteso ad organismi più complessi che, in fondo, sono insiemi di particelle come, appunto, gli organismi viventi del nostro pianeta.

 

 

 

Sebbene Einstein non accettasse l’indeterminazione (nota la sua frase “Dio non gioca a dadi”, con cui la confutò), egli aveva comunque formulato la nota equivalenza tra materia ed energia.

 

 

 

Planck aveva, invece, formulato l’equivalenza tra energia e frequenza.

 

 

 

Unendo le due leggi, si ottiene l’equivalenza tra materia e frequenza, esprimendo, così, che la materia è frequenza ed è da questa caratterizzata.

 

 

 

 

 

Note:

(1) Il testo è scaricabile in formato Pdf ed in lingua inglese da:http://users.df.uba.ar/mininni/teo1_2do2010/459.full.pdf

Esiste inoltre una dispensa che, in maniera semplice e chiara, tratta l’argomento della scoperta dell’elettromagnetismo, dalle origini sino alle scoperte più avanzate:http://www.fondazionetonolini.org/files/leOndeElettromagnetiche.pdf

(2) http://it.wikipedia.org/wiki/Fotone

Sul dualismo onda–particella vi è anche un breve video, dalla trasmissione Superquark, che potete trovare all’indirizzo:

(3) “principio di sovrapposizione degli stati”:http://www.uniurb.it/Filosofia/isonomia/3rappresentative.htm

Più da un punto di vista delle possibilità per l’uomo, appare da segnalare l’articolo apparso su Focus, che si trova all’indirizzo:http://www.focus.it/Allegati/2011/3/174_178-grandi-temi-2_41690.pdf

Sergio Ragaini

fonte: http://www.karmanews.it/2743/la-luce-e-gli-universi-multidimensionali/

 

http://realtofantasia.blogspot.it/2014/06/la-luce-e-gli-universi-multidimensionali.html

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I brutti scherzi del dolore

Strani scherzi del dolore, in cui certamente molte persone possono ritrovare una loro esperienza. Sul Journal of Neuroscience è stato pubblicato uno studio della Scuola dentale dell’Università del Maryland, in cui si illustrano alcuni meccanismi dolorosi inspiegabili, di cui cercano di svelare le cause. Per esempio, succede che a distanza di alcuni giorni da un evento che ha provocato dolore, dei segnali del sistema nervoso centrale vengono rinviati ad altri siti, distanti dal sito iniziale del dolore.

 

PERCORSI ALTERNATIVI - «E così, rimane una sensibilità al dolore, che persiste anche se i segnali dolorosi che vanno dalla ferita al sistema nervoso centrale sono stati bloccati da un farmaco antalgico», dice il ricercatore Ronald Dubner. E’ come se la percezione dolorosa, bloccata sulla linea diretta, abbia scelto percorsi alternativi per continuare ad affliggere il paziente. Per colmo di sfortuna, questi segnali dolorosi emessi dal sistema nervoso centrale possono persistere per mesi, e sono una delle cause della cronicizzazione dei dolori.

 

Questo sistema di rinvìo dei segnali partecipa anche ad un altro fenomeno: la percezione di un dolore in un posto del corpo differente da quello dove ha origine il dolore stesso. In questo modo, l’artrosi dell’anca induce spesso la percezione di un dolore proveniente dalla gamba.

 

DOLORI SIMULTANEI - Altri ricercatori hanno mostrato il sopravvenire simultaneo di dolori in due siti diversi. E’ così per certe persone che soffrono simultaneamente di dolori alle tempie e alle mandibole e di sindrome del colon irritabile. Nel caso del colon irritabile, si è visto che più del 60% di quelli che ne soffrivano denunciavano anche dolori temporo-mandibolari.

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Che spiegazioni possono esserci? Dubner e la sua équipe illuminano in parte i meccanismi che presiedono ai dolori persistenti. Essi osservano che nel caso di ferite al volto e alla bocca, qualche giorno dopo l’evento, il tronco cerebrale libera della serotonina, e questa va ad occupare dei recettori situati sul midollo spinale e sul sistema del trigemino. Il meccanismo doloroso è mantenuto dal sistema nervoso centrale come sistema di difesa, per proteggere la ferita finché non si sia ben cicatrizzata.

 

«La nozione che la serotonina può agire su recettori che inducono un’ipersensibilità al dolore, e così pure su recettori che sopprimono il dolore, potrebbe spiegare la sua poca efficacia come antalgico», conclude Dubner.

 

Antonella Cremonese

https://www.fondazioneveronesi.it/articoli/neuroscienze/i-brutti-scherzi-del-dolore

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Un grande dono della Natura : l'ULIVO !

Un grande dono della Natura : l'ULIVO !

La coltura dell’Olivo ha radici antiche. Resti fossilizzati degli antenati dell’albero di Ulivo sono stati trovati vicino Livorno, datati venti milioni di anni fa. Comparsa per la prima volta probabilmente nell'Asia occidentale, la pianta dell'Ulivo si diffuse in tutta l'area mediterranea, dove il suo culto fu consacrato da tutte le religioni. Fin dai tempi più remoti l'Olivo fu considerato un simbolo trascendente di spiritualità e sacralità. Sinonimo di fertilità e rinascita, di resistenza alle ingiurie del tempo e delle guerre, simbolo di pace e valore, l'Olivo rappresenta da sempre un elemento naturale di forza e di purificazione. A conferma della millenaria storia dell'Olivo ricordiamo come la tradizione pone di fronte all'antica Gerusalemme il "Monte degli Ulivi", o come la bellezza di questa pianta sia cantata spesso nell' "Antico Testamento".

 

 

 

 

 

Sono circa settanta le citazioni che se ne fanno nella Bibbia, la più famosa si trova nella Genesi, quando è narrato il diluvio universale e Noè lascia uscire dall'arca la colomba che torna la sera con un ramoscello di Olivo nel becco (8-2).

La citazione per noi più rappresentativa, però, arriva da Ezechiele (47.12):

 

“Sulle rive del Giordano crescono degli alberi che non perdono mai le foglie i cui frutti sono cibo e le foglie medicina”.

La menzione indica chiaramente che gli straordinari principi attivi dell’ALBERO DELLA VITA sono concentrati nelle sue foglie.

 

L’Ulivo è presente nella storia della medicina e dell’erboristeria mediterranea da diversi millenni; esistono infinite testimonianze che documentano l’uso delle foglie d’Olivo nella cultura Egiziana, Araba, Greca, Romana ma esso è stato da sempre limitato dal loro gusto “terribilmente amaro e sgradevole” che progressivamente ne ha creato il disuso.

L’osservazione di alcuni rimedi popolari tradizionali ottenuti con le foglie d’Olivo stimolò l’interesse di diversi studiosi e ricercatori, che nella prima metà del secolo scorso diedero il via a studi e sperimentazioni che nei tre decenni centrali del ‘900 aprirono un ricco filone di ricerche ed esperimenti con le foglie di Ulivo, mirate a scoprire quali sostanze consentano all’Olivo di vivere così a lungo, di resistere alle avversità dell’ambiente e di avere questa enorme “vitalità”.

L’albero dell’Olivo è straordinariamente “divino”, infatti, senza cure o pesticidi vive a lungo e olivi centenari possono essere estirpati, trapiantati e attecchiranno sempre e ovunque. Tutto ciò è dovuto al fatto che nelle sue linfe scorrono sostanze attive “uniche al mondo” che lo proteggono e lo mantengono vitale nel tempo. Molecole che la scienza sta studiando per offrirle al mondo. Il composto più abbondante presente è l'oleuropeina, seguita da idrossitirosolo, dai flavon-7 glucosidi di luteolina e apigenina e dal verbascoside ed esplicano un'azione antiossidante superiore a quella delle vitamine C ed E, grazie alla sinergia tra flavonoidi, oleuropeosidi e fenoli.

Tra le molecole più importanti presenti nell’Olivo c’è l’IDROSSITIROSOLO, un polifenolo naturale che è il migliore antiossidante che agisce come radical scavenger coinvolto nell’inibizione dei processi di ossidazione collegati ai fenomeni di alterazione cellulare tipici delle malattie degenerative e dell’invecchiamento (aterosclerosi, artriti, problemi cardiovascolari). E’ ritenuto in grado di attivare la formazione di glutatione, un forte agente antiossidante prodotto dalle nostre cellule. In forma “industriale” l’idrossitirosolo viene estratto con processi molto laboriosi che richiedono l’uso di notevoli quantità di solventi organici nocivi e infiammabili e adeguate apparecchiature di estrazione e di purificazione, dalle olive, dall’olio di oliva e dalle acque di vegetazione. Per questo motivo è commercializzato da ditte internazionali a prezzi elevati. Per la sua efficacia come anti-aging, trova applicazioni industriali nel settore farmaceutico, cosmetico e alimentare anche se presente in quantità minima dato il suo costo molto elevato.

 

 

 

Proprietà terapeutiche dell'Olivo

Azione ipotensiva

 

È conosciuto soprattutto per la sua azione ipotensiva, cioè capace di abbassare la pressione arteriosa. La sua azione è di di tipo periferico e consiste in una spiccata vasodilatazione. Quest'ultima è dovuta al rilasciamento della muscolatura liscia dei vasi arteriosi per un'azione di riduzione della capacità di contrazione delle cellule muscolari lisce della pareta vasale.

 

Inoltre l'Olivo è capace di ridurre i livelli di rame nel sangue, e poichè gli enzimi che producono le catecolamine necessitano di rame per funzionare correttamente, il risultato consiste in una riduzione della produzione di catecolamine, che sono sostanze capaci di aumentare la pressione sanguigna.

 

Uno studio clinico ha valutato trenta pazienti ipertesi, dei quali 12 non avevano mai ricevuto alcuna terapia, mentre gli altri 18 avevano già fatto cure con farmaci anti-ipertensivi. Tutti ricevevano un estratto acquoso di Olivo per bocca per tre mesi. Alla fine del trattamento si è notato un calo della pressione arteriosa statisticamente significativo e una riduzione anch'essa significativa della glicemia e della calcemia. Non sono stati osservati effetti collaterali in nessun paziente.

 

La vasodilatazione indotta dall'Olivo avviene anche a livello renale, e ciò spiega in parte l'azione diuretica posseduta da questa pianta.

 

 

Azione antiradicalica

 

S i è notato che alcune sostanze presenti in questa pianta sono dei validi antagonisti dei radicali liberi. L'Olivo combatte varie specie reattive dell\'ossigeno e contrasta bene anche i danni causati dai radicali liberi alle cellule (fenomeno chiamato perossidazione lipidica).

 

E’ noto che le LDL esposte ai radicali liberi vanno incontro ad un processo ossidativo, e questo è il meccanismo che scatena l’evoluzione della malattia aterosclerotica. Altri studi suggeriscono che gli antiossidanti presenti nell’olivo potrebbero avere, grazie alle attività suddette, azione cardio e vasoprotettiva nell’uomo.

 

Lo sapevate che le foglie di olivo hanno delle proprietà davvero interessanti? Oggi parliamo di dieta mediterranea e anche di foglie. Pensate solamente alla pianta di olivo, da questa vengono utilizzati i frutti, le olive da cui si estrae l’olio extra vergine.

 

Forse non sapete che sono le foglie che riescono a contenere la maggior quantità di principi attivi che vengono sfruttate attraverso gli estratti. Dovete sapere che la sostanza di cui le foglie sono ricche si chiama Oleuropeina.

 

Si tratta di un polifenolo con una componente glicosidica, un prezioso antiossidante che offre un gusto un po’ amaro alle olive e alle fogli. Gli esperti del settore hanno spiegato che durante la fase di maturazione del frutto per idrolisi, vengono create alcune molecole molto importanti come l’Acido Elenolico, l’Idrossitirosolo e la Rutina. L’oleuropeina è definita anche sostanza “nutraceutica” perché è stata verificata la sua capacità antitumorale.

 

Inoltre bisogna considerare che esistono delle caratteristiche molto importanti per gli estratti delle foglie di olivo, infatti, esse riducono il colesterolo LDL e la pressione arteriosa. La scoperta è avvenuta attraverso uno studio realizzato da alcuni ricercatori svizzeri e tedeschi che hanno analizzato per 8 settimane alcune coppie di gemelli.

 

Pare che tra tutte le persone che hanno assunto l’olivo, questo elemento sia riuscito ad abbassare i parametri della pressione arteriosa, ma anche quelli del colesterolo cattivo. E inutile dire che maggiore sarà la quantità assunta e maggiore sarà l’effetto.

 

Ricordatevi che gli estratti inoltre, aiutano a contrastare l’insorgenza della sindrome metabolica dell’obesità grazie alla presenza dell’acido oleico e ai polifenoli, presenti sempre all’interno delle foglie. Stando agli studi a oggi formulati, queste sostanze sono in grado anche di ridurre i cambiamenti che una dieta ricca di grassi e carboidrati può provocare al sistema circolatorio e al metabolismo stesso.

 

Vi state chiedendo dove si possono acquistare questi estratti? Ovviamente nelle migliori erboristerie della vostra città ma anche sotto forma di integratori in farmacia. Esiste un’azienda chiamata Ever Green Life, che confeziona prodotti contenenti Olivum al 93%.

 

Si tratta di un particolare infuso di loro produzione che è viene realizzato con le foglie di olivo ricco di Rutina, Idrossitorosolo, Acido Elenolico e Oleuropeina. Che ne pensate? Vi piacerebbe iniziare una cura con le foglie di olivo per ottenere il massimo del benessere? È arrivato il momento di conoscere la dieta maggiori informazioni consultando il vostro medico base o l’erboristeria.

 

La natura ha molto da offrire e per questo motivo le proprietà benefiche degli estratti di olivo possono offrire il massimo sotto diversi punti di vista. Ora siete pronti per assaporare queste sostanze che fanno tanto bene al fisico e alla vostra salute? È arrivato il momento di analizzare le funzionalità di questi elementi naturali per approfondire il discorso.

 

Di certo il metabolismo vi ringrazierà e non avrete più problemi con la dieta e i vari stili di alimentazione. Che ne dite? Siete pronti per vivere una nuova vita grazie ad un metabolismo ricco di caratteristiche innovative? Lasciatevi conquistare dalle possibilità innumerevoli offerte dalla natura.

 

Dite si alla dieta mediterranea già da oggi!

http://www.bodyspring.com/scienza/speciale.php?ID=920&IDSchedaSpeciale=952

http://it.paperblog.com/le-foglie-di-olivo-quali-proprieta-hanno-1150953/

 

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