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Categoria: "Notizie scottanti"

Artrite reumatoide - nuovo farmaco contro l'infiammazione

Artrite reumatoide, nuovo farmaco in compresse. Si chiama Baricitinib il farmaco che s’appresta ad
ampliare il ventaglio di opportunità per gestire la malattia infiammatoria di origine autoimmune che
colpisce in prima battuta le articolazioni, ma nei casi più gravi può arrivare fino alle ossa e agli organi
interni. Oltre all’efficacia, provata da tutti gli studi finiti prima sui tavoli dell’Agenzia Europea del Farmaco
(Ema) e poi di quella italiana (Aifa), che nelle prossime settimane lo renderà rimborsabile in tutto il Paese,
la peculiarità è data dalla modalità di somministrazione: per via orale, un vantaggio non da poco (gli altri si
somministrano tramite iniezioni) che si tradurrà in una maggiore aderenza alle terapie.
Le sue proprietà e i risultati sia in termini di efficacia che di sicurezza sono stati dimostrati in numerose
ricerche che hanno misurato endpoint di efficacia clinica. La somministrazione orale porta inoltre una
maggiore maneggevolezza nella gestione delle terapie. Disponibile anche per i pazienti italiani una nuova
arma contro l’artrite reumatoide: baricitinib (Lilly), molecola che blocca l’infiammazione e il danno
articolare nelle forme moderate-gravi. Già approvato dal Cda dell’Aifa,
“Poter disporre di un farmaco efficace sin dalle prime settimane di trattamento rappresenta un grande
vantaggio, in quanto permette di controllare rapidamente le manifestazioni cliniche dell’artrite
reumatoide”, spiega Fabrizio Conti, docente di Reumatologia all’Università Sapienza di Roma, nel corso di
un incontro. “Baricitinib esercita la sua azione con un meccanismo innovativo: inibisce infatti gli enzimi
Janus chinasi 1 e 2, molecole intracellulari che modulano i segnali delle citochine infiammatorie
responsabili dello sviluppo e della progressione della malattia. A differenza dei farmaci biologici in uso da
circa vent’anni diretti verso un singolo bersaglio extracellulare, i nuovi farmaci come baricitinib,
attraversano la parete cellulare e possono bloccare contemporaneamente l’effetto di diverse proteine
(citochine) pro-infiammatorie”.
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune caratterizzata da infiammazione e progressiva
distruzione delle articolazioni.  Nel mondo oltre 23 milioni di persone soffrono di AR, con un rapporto
donne:uomini di 3:1.  In Italia la prevalenza è stimata in 0,4% della popolazione.
Secondo i pazienti e i medici, resta ancora molto da fare per migliorare le cure del paziente. Attualmente,
il trattamento dell’AR include l’uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei, farmaci orali anti-reumatici
modificatori della malattia come il metotressato, e modificatori della risposta biologica per via iniettiva
che hanno come obiettivo determinati mediatori implicati nella patogenesi della AR.
L’impatto dell’artrite reumatoide sulla qualità di vita dei pazienti – Le manifestazioni cliniche della
malattia portano a disabilità nell’80% dei casi e la sopravvivenza è ridotta di 3-18 anni.  Molti studi hanno
dimostrato che la mortalità è più alta nei pazienti con AR quando questa viene confrontata con il tasso
atteso nella popolazione generale.
La malattia risulta a tal punto debilitante che si registrano ricoveri dovuti alla patologia stessa ed alle
comorbilità ad essa correlate. Per quanto riguarda i dati di degenza media per i ricoveri in regime
ordinario si osserva una media di 10,03 giorni di degenza medi di un paziente all’anno.
10/12/2017 Artrite reumatoide, scoperto nuovo farmaco contro l'infiammazione | Newsitaliane.it
https://www.newsitaliane.it/2017/artrite-reumatoide-scoperto-farmaco-linfiammazione-120291 3/7
Le malattie cardiovascolari sono risultate le patologie più frequentemente presenti in questa tipologia di
pazienti. Tra il 16% e il 21% della popolazione affetta da AR ha necessità di presidi e ausili  ortopedici e
questo aumenta esponenzialmente al crescere dell’età del paziente. È da sottolineare anche che vi è una
considerevole quota di lavoratori che ha riportato episodi di ripetuta assenza dal lavoro a causa della
malattia: il dato varia dal 35% tra i soggetti sotto ai 44 anni di età al 43,6% della fascia di età 44-65 anni
che hanno segnalato di essersi assentati dal lavoro nell’ultimo mese. La patologia risulta talmente
invalidante in alcuni casi che più del 10,4% degli affetti da AR è stato costretto a cambiare lavoro.
“Si tratta di un importante progresso per i pazienti – aggiunge Roberto Caporali, associato di Reumatologia
all’Università di Pavia e responsabile dell’Early Arthritis Clinic della Fondazione Policlinico San Matteo di
Pavia – perché tra il 40% e il 50% dei pazienti non ottiene miglioramenti dal trattamento di prima linea che
solitamente si basa sull’uso del metotrexate. L’efficacia della terapia con metotrexate viene valutata a 3
mesi e poi a 6, per valutare il raggiungimento di uno stato di controllo dei sintomi e, possibilmente, di
remissione della patologia. Se il paziente non risponde e non ne trae beneficio, è necessario passare a
terapie di seconda linea. Baricitinib può essere un’opzione terapeutica in questa tipologia di pazienti”.
L’assunzione quotidiana di una compressa da 4 mg “ha determinato un miglior controllo della malattia, in
particolare del dolore, già dalle prime settimane per poi confermarsi dopo 24 e 52 settimane di
trattamento”, aggiunge Caporali. La nuova molecola è indicata per i pazienti che non ottengono
miglioramenti significativi, o risultano intolleranti, ad uno o più farmaci biologici anti-reumatici, tra cui il
metotrexate, sia in monoterapia che in combinazione tra di loro.

“La vita di un malato reumatico tra visite di controllo, gestione della terapia o delle terapie non è certo
facile – commenta Silvia Tonolo, presidente di Anmar (Associazione Nazionale Malati Reumatici) – l’arrivo
di farmaci che si possono somministrare per via orale agevolerà la sua vita con un risparmio in ore di
lavoro, spostamenti e richieste di supporto a familiari o caregiver. Consideriamo, poi, che i malati
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10/12/2017 Artrite reumatoide, scoperto nuovo farmaco contro l'infiammazione | Newsitaliane.it
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reumatici soffrono di ansia, depressione e dolore, problemi che, una terapia rapidamente efficace e
maneggevole, può alleviare.
Una terapia orale è più accettabile perché l’ago fa sempre paura e, proprio per questo motivo, spesso il
malato non segue i trattamenti iniettivi. Disporre di una compressa facilita la gestione della malattia anche
negli spostamenti, nei viaggi, sul lavoro, con un vantaggio in termini di qualità della vita. Per non
considerare, poi, anche l’aspetto della diminuzione del dolore, elemento cruciale per ciascun paziente”.
CHE MALATTIA È L’ARTRITE REUMATOIDE?
L’Artrite Reumatoide è una connettivite sistemica ad elettiva localizzazione articolare, con carattere
erosivo, deformante e talora anchilosante, ad andamento cronico e progressivo, contraddistinta dalla
presenza, in una grande percentuale di casi, di auto-anticorpi anti-immunoglobuline di classe IgG (fattori
reumatoidi).
COSA SIGNIFICA CONNETTIVITE SISTEMICA? Che si tratta di una malattia che non si limita ad interessare le
articolazioni, ma che ha ripercussioni su tutto l’organismo.
L’ARTRITE REUMATOIDE PUÒ ESSERE CHIAMATA ANCHE CON ALTRI NOMI? Un termine più appropriato, e
che meglio descrive la malattia, è Poliartrite Cronica Primaria, che significa malattia infiammatoria che
colpisce molte (poli) articolazioni, ad andamento persistente (cronica), senza causa nota (primaria). Un
altro termine, più popolare, è quello di Artrite Deformante, che sottolinea una delle caratteristiche della
malattia, cioè di poter determinare deformazioni, soprattutto alle mani e ai piedi.

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CHE DIFFERENZA C’È TRA ARTRITE E ARTROSI? L’artrite è una malattia di natura infiammatoria, mentre
l’artrosi è di natura, almeno inizialmente, degenerativa. Nella prima l’organo bersaglio primitivo è la
membrana sinoviale, nella seconda è la cartilagine articolare. La membrana sinoviale avvolge la cavità
articolare, aderendo alla capsula articolare, la cartilagine articolare riveste i capi ossei articolari. All’interno
della cavità articolare si trova il liquido sinoviale o sinovia, che ha lo scopo di lubrificare l’articolazione,
consentendo lo scivolamento reciproco dei capi articolari, permettendo all’articolazione di muoversi senza
attrito.
L’ARTRITE REUMATOIDE È UNA MALATTIA FREQUENTE? Impiegando gli attuali criteri diagnostici la
prevalenza della malattia è compresa tra lo 0,3% e l’1,5% della popolazione mondiale. La distribuzione
della malattia è uniforme in tutto il mondo e sembra non risentire di fattori meteorologici, geografici e
neppure di fattori socio-economici. Si è valutato che in Italia colpisce circa lo 0,5% della popolazione
generale (0,6% delle donne e 0,25% degli uomini). In Italia quindi circa 170.000 donne e 60.000 uomini
sono affetti da questa malattia per un totale di 230.000 persone in età adulta. Benché la prevalenza
dell’Artrite Reumatoide sia nettamente inferiore a quella di altre condizioni, quali l’artrosi, la frequente
gravità del quadro clinico e l’elevato potenziale invalidante ne fanno una malattia dall’impatto socioeconomico
rilevante in termini di costi, disabilità e perdita di produttività.
C’È DIFFERENZA DI FREQUENZA TRA I DUE SESSI? La malattia è più frequente nelle donne, con un rapporto
maschi/femmine di morbilità di 1 a 3-4. Tuttavia questa differenza tra i due sessi si riduce quando la
malattia compare nell’età avanzata.
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L’ARTRITE REUMATOIDE È UNA MALATTIA EREDITARIA? L’Artrite Reumatoide non è una malattia ereditaria,
tuttavia pur non essendo dimostrata una ereditarietà diretta, è stata constatata una certa tendenza
all’aggregazione familiare, con una maggior frequenza della malattia nei parenti di primo grado e
soprattutto nei gemelli monozigoti (identici) dei pazienti.
ESISTE PREFERENZA PER UNA DETERMINATA ETÀ? La malattia può insorgere a qualsiasi età, tuttavia il picco
di maggiore incidenza è compreso tra i 35 e i 50 anni.
SONO NOTE LE CAUSE DELLA MALATTIA? L’Artrite Reumatoide è una malattia la cui eziopatogenesi, da
considerarsi multifattoriale, non è ancora del tutto nota. Attualmente, le ipotesi eziopatogenetiche di
maggior credito sostengono che la malattia possa manifestarsi in individui geneticamente predisposti
qualora venganoesposti all’azione di un evento o di un antigene scatenante (non ancora individuato). La
conseguente attivazione del sistema immunitario sarebbe responsabile della comparsa di un processo
infiammatorio acuto che successivamente, attraverso una complessa serie di eventi umorali e cellulari,
tende ad automantenersi e a cronicizzare. Il processo patologico, una volta innescato, ha come bersaglio
principale le articolazioni sinoviali, nelle quali sono identificabili contemporaneamente fenomeni
infiammatori (acuti e cronici) e distruttivi.

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Quando il corpo parla - ecco che i disturbi svaniscono cambiando la mente

Quando il corpo parla: Ecco che i disturbi svaniscono cambiando la mente

Cosa si nasconde dietro questo o quel malessere? Cerchiamo di capire i segnali che ci manda il nostro corpo. Non deve essere per forza successo
qualcosa di eclatante, basta un non detto, una situazione che torna su, un trauma infantile che riemerge ogni volta sebbene non lo riconosciamo, e via che inizia un fastidio o un disturbo. Quando il corpo si difende da emozioni o eventi spiacevoli e intollerabili manifesta il proprio disagio su alcuni organi, detti bersaglio.

 

Correlazioni psicosomatiche, corpo e psiche

I disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico ci “parlano” di disagi legati al sostegno, alla flessibilità, alla rigidità, alla capacità di “portare pesi”, alla libertà di movimento, di indipendenza o di autonomia.

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La pelle manifesta problemi legati al contatto, alla comunicazione, all’espressione emotiva, alle relazioni, comportandosi come una “tela” su cui si dipingono le emozioni più profonde (tra cui rabbia, irritazione, rifiuto, senso di ingustizia, aggressività repressa) o stati di stress.

L’apparato respiratorio può raccontare dei problemi che si vivono nell’ambiente familiare o lavorativo e dei conflitti, disagi, dolori o frustrazioni che vi si “respirano”; del bisogno o della mancanza, metaforici, di spazio e di “aria”, di indipendenza o di autonomia. I disturbi che si manifestano negli organi corrispondenti (asma, affanno, iperventilazione, respiro corto) possono indicare un’assenza di gusto per la vita, la perdita del desiderio di continuare a vivere, ma anche la paura di perdere la vita.

L’apparato digerente rappresenta il nostro modo di “digerire” e “mandare giù” esperienze o situazioni esistenziali, di assimilarle o eliminarle; la capacità di gestire la rabbia e l’aggressività; di “trattenere” e di lasciare andare; di vivere paure e insicurezze.
L’apparato cardiocircolatorio esprime la capacità di gestione dei nostri affetti più profondi, degli istinti e delle emozioni, la capacità di dare e ricevere amore; di permettere la libera “circolazione” della gioia, delle passioni, dell’amore nella nostra vita. Palpitazioni, aritmie, sensazioni dolorose, disturbi vasomotori ecc. possono ricondurre a vissuti di tipo abbandonico e di precoci separazioni nella vita affettiva dei soggetti interessati. I disturbi maggiori, invce, possono essere ricondotti allo stress psichico continuo unito ad alcune caratteristiche di personalità (tra cui forte competitività, ambizione, aggressività).
L’apparato urinario può manifestare problemi legati al contatto, alla comunicazione, a conflitti interpersonali o a paure profonde, mentre l’apparato genitale esprime spesso conflitti legati alla sessualità, ai rapporti di coppia, a rabbia, collera, frustrazioni o aggeressività represse.
Il sistema immunitario può segnalare stati di “conflitto” somatizzati nel corpo come allergie, infezioni o infiammazioni; il tentativo simbolico di “combattere” ambienti o situazioni vissuti come pericolosi o problematici.
Sintomi
mal di testa: la cefalea può indicare il bisogno di allentare l’eccessivo controllo razionale, e quindi il desiderio di lasciare più spazio all’intuizione. Di solito, infatti, chi soffre di mal di testa ha una mente lucida e razionale (fin troppo), che deve tenere sempre tutto controllo senza cedere e lasciarsi andare mai;
mal di stomaco: Quando si soffre spesso di gastriti, bruciori di stomaco o altri disturbi digestivi, spesso l’atteggiamento tipico è “mandare giù” con troppa frequenza le offese della vita. Il motto di queste persone è “porgere l’altra guancia”, ma nello stesso tempo covano rabbie e risentimenti profondi. In questo modo costringono lo stomaco ad una lenta e complessa “digestione” della rabbia. In pratica, sono vittime di troppa “diplomazia”;
disturbi intestinali: A livello intestinale poi la stitichezza può essere indice di un attaccamento eccessivo ai beni materiali, ma può anche rappresentare la paura di portare alla luce contenuti inconsci ed emozioni dalle quali non si riesce a prendere le distanze. La colite invece può affiggere chi è solito fare scenate, non reprimere rabbia e aggressività, tranne poi provare disprezzo verso se stesso per quello che ha fatto: l’intestino si fa carico simbolicamente di questi sensi di colpa e tenta di spazzarli via simbolicamente con gli attacchi di colite;
mani sempre sudate: affligge prevalentemente le persone timide, emotive, ansiose, schive e solitarie e che hanno difficoltà ad instaurare rapporti interpersonali;
eruzioni cutanee: Queste possono rivelare che non si hanno ben chiari i propri confini e che per difendersi si cerca, metaforicamente, di tenere lontani gli altri. Ma possono anche indicare che, pur non potendolo permetterselo, si vorrebbe che gli altri stessero più vicini.
Sintomi psicosomatici, cosa fare
Se il tuo corpo sta cercando di dirti qualcosa, ASCOLTALO!
Chiediti cosa causa stress, preoccupazioni, ansia nella tua vita
Affronta quelle situazioni con realismo e rilassatezza per cambiarle in tuo favore ove possibile. Un giorno moriremo tutti, questo riporta nel presente e fa apprezzare il valore delle cose
Trova delle valvole di sfogo, fai cose che ti piacciono, prova con la musica, lo yoga, il training autogeno, la piscina, la palestra, dei massaggi, una bella vacanza… ma soprattutto, che ti rilassino
Sii consapevole che i disturbi psicosomatici sono come dei campanelli di allarme che il tuo corpo fa scattare, delle spie lampeggianti da tenere nel debito conto: un pò come la spia dell’olio nell’automobile: meglio fermarsi oggi per fare manutenzione che rischiare un incidente domani.

via Dionidream

http://terrarealtime.blogspot.it/2017/12/quando-il-corpo-parla-ecco-che-i.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed:+TerraRealTime+(TERRA+REAL+TIME)

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LE PAROLE TOSSICHE CHE TI IMPEDISCONO DI ESSERE FELICE

Molto spesso non prestiamo attenzione alle parole che pronunciamo, ma in realtà è dimostrato che ognuno di noi ha un modo unico di parlare. Quindi anche quando ci sembra di parlare a vanvera, stiamo scegliendo con cura il nostro vocabolario, dal quale dovremmo eliminare alcune parole tossiche.

Secondo uno studio condotto presso l’Università di Amsterdam, le persone estroverse parlano diversamente da quelle introverse, ovvero questi ultimi usano termini di cauti e preferiscono il ‘forse’, ‘probabilmente’. Al contrario, i primi scelgono parole astratte e vaghe, ma che esprimono a pieno i loro desideri.

Ma qualunque sia il nostro tipo di linguaggio, a volte usiamo delle parole tossicheche tendono a minare la nostra felicità. Vediamo quali sono.

 

Fallimento
Quante volte nella vita abbiamo detto 'sono un fallito' davanti a qualcosa che non è andata secondo i nostri piani? Ma in realtà, il fallimento in sé non esiste, sono solo esperienze che ci portano a fare delle valutazioni o altre. Pertanto, invece di parlare di fallimento, dovremmo parlare in termini di esperienze di vita.

Colpa
Spesso diciamo che ci sentiamo in colpa, ma non siamo pienamente consapevoli delle ripercussioni di questa parola. Sentirsi colpevoli implica che ci sia qualcosa di sbagliato in noi, che alcune delle nostre caratteristiche come persone non sono adeguate, il che genera una profonda angoscia esistenziale.

Invece dovremmo usare parole come 'Mi dispiace per quello che ho fatto', il che significa che il nostro comportamento non era corretto, ma non che ci sia qualcosa di terribilmente sbagliato in noi.

 
 


Dovere
La parola dovere è uno dei legami più forti che ci lega in assoluto, ed è stata inventata dalla società per generare il senso di colpa quando non vogliamo fare qualcosa, quando i nostri impulsi e desideri vanno nella direzione opposta.

Il senso del dovere ci fa comportare come automi, spingendoci a fare qualcosa che non vogliamo. La soluzione è appunto quella di trasformare la parola dovere in volere.

Impossibile
Essere realistici è molto importante, tuttavia, la parola impossibile non dovrebbe essere usata, piuttosto diciamo 'è imporobabile'. Per la nostra mente questo cambiamento è importante, perchè fa scattare un meccanismo psicologico che ci spinge comunque a provarci.

In sintesi, è meglio pensare in termini di probabilità che assumere parole lapidarie come impossibile. 

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Odio
L'odio è una delle emozioni più perverse che esistono perché finisce per causare un danno enorme. L'odio esiste, non possiamo eliminarlo, ma dovremmo assicurarci che sia un'emozione che stiamo provando davvero. È probabile che ciò che etichettiamo come odio è in realtà rancore, frustrazione o rabbia, ma etichettarlo come odio lo farà crescere e diventare davvero quell'emozione che ruba la nostra pace.

Leggi anche: IL PERDONO È L’UNICO MODO PER RITORNARE LIBERI


Sempre
La parola 'sempre' è sinonimo di immobilità, quindi è una parola che non si adatta alla realtà, semplicemente perché le cose cambiano continuamente. Di solito nasconde la resistenza al cambiamento, il desiderio di aggrapparsi al passato e la negazione di evoluzione. 

 

Mai
Anche 'mai' è una parola immobile che non riflette fedelmente la realtà, che è in continua evoluzione. Questa parola è il riflesso di una visione rigida che ci chiude alle opportunità o ai nuovi percorsi che possono aprirsi davanti a noi. Essere aperti al cambiamento è fondamentale perché ci permette di adattarci, al contrario pensare che una cosa non accadrà mai ci può portare a grosse delusioni.

Problema
La parola 'problema' ha implicazioni molto negative perché lo associamo a ostacoli e difficoltà. Quando la pronunciamo, il nostro cervello reagisce immediatamente facendo esplodere tutti gli allarmi e generando uno stato di stress e ansia. Pensiamola invece cosi: tutti i problemi, in fondo, sono delle sfide che implicano un cambiamento. 

 

Un giorno
Se sei una di quelle persone che dice sempre 'un giorno lo farò' allora è probabile che tu abbia messo in pausa i tuoi progetti di vita. Queste parole nascondono solitamente la paura di fallire, di lasciare la zona di conforto o la mancanza di fiducia nelle proprie capacità. Se vogliamo davvero qualcosa, dobbiamo impegnarci e formulare un piano d'azione. Altrimenti, un giorno diventerà mai.

 Sullo stesso argomento leggi anche:

10 PAROLE GENTILI CHE DOVREMMO (TUTTI) IMPARARE A DIRE PIÙ SPESSO
10 PAROLE GIAPPONESI (QUASI) INTRADUCIBILI, MA CON UN SIGNIFICATO DAVVERO PROFONDO
LINGUAGGIO DELL'AMORE: 10 PAROLE STRANIERE CHE VANNO OLTRE IL TI AMO

 
Prova
Provare non costa nulla. Anche quando non siamo sicuri di qualcosa dovremmo comunque provarci, ovvero iniziare con il piede giusto. È vero che le cose non vanno sempre come previsto e che non possiamo sempre raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, ma dobbiamo iniziare con un atteggiamento positivo.

Dominella Trunfio

https://www.greenme.it/vivere/mente-emozioni/25863-parole-tossiche

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GLI INASPETTATI BENEFICI DI DORMIRE CON UN LIMONE TAGLIATO SUL COMODINO TUTTE LE SERE

Vi abbiamo già parlato dell’originale rimedio naturale anti tosse che prevede di posizionare sul comodino, prima di andare a dormire, della cipolla tagliata. Questa volta vi proponiamo invece di mettere affianco al letto su un piattino delle fette di limone. Ecco perché…

Il limone è un ingrediente davvero versatile in cucina e in casa, è noto inoltre per essere un rimedio naturale molto utile per la nostra salute in diverse circostanze. Associamo il suo profumo ad ambienti freschi, puliti e il suo caratteristico aroma agrumato è in grado di agire positivamente sul nostro umore.

Una buona abitudine che possiamo prendere prima di andare a dormire è quella di mettere un limone tagliato a fette o in 4 parti vicino al letto! Perché? Ecco alcuni buoni motivi:

 
 

Meglio dei profumatori per ambienti
L’odore del limone è generalmente gradito a tutti. Si tratta di una soluzione ottima e decisamente più ecologica dei profumatori per ambienti chimici (che tra l’altro sono dannosi per la salute) per rendere più piacevole l'aria della nostra stanza.

Purifica l’aria
Senza bisogno di utilizzare alcuna sostanza chimica o tossica, con un po’ di limone non avrete solo nella vostra stanza un’aria più profumata ma anche più pulita. I principi aromatici presenti in questo frutto hanno infatti potere antisettico.

Migliora il sonno
Avere un’aria migliore nella stanza dove si dorme è molto importante per migliorare la qualità del sonno e in questo modo agire anche positivamente sulle difese immunitarie del nostro organismo.

Migliora la respirazione
Soprattutto se si soffre di allergie o asma, mettere sul comodino del limone tagliato può aiutare a respirare meglio nel corso della notte.

 
 

Gola fresca e testa attiva
Dopo aver dormito un’intera notte a stretto contatto con l’aroma di limone probabilmente vi sveglierete con la gola fresca e la testa molto più attiva e concentrata del solito.

Via ansia e depressione
L’aroma del limone è in grado di scacciare via ansia e depressione, agisce infatti in maniera molto forte sull’umore. Prendendo l’abitudine di dormire respirando il suo profumo potremmo godere di risvegli molto più sereni e rilassati.

Per avere un’aroma più forte si possono mettere anche più limoni tagliati affianco al letto (tutte le varietà di questo agrume vanno bene).

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LIMONI:15 BENEFICI PER LA SALUTE
LIMONE: PERCHÉ CONSUMARE ANCHE LA BUCCIA E COME CONSERVARLA
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Naturalmente i benefici elencati si ottengono anche diffondendo in casa o in camera da letto dell’olio essenziale di limone. Certo è però che quasi tutti abbiamo sempre in casa dei limoni e provare a sperimentare i benefici di questo rimedio naturale mentre dormiamo non ci costa poi molto! 

Francesca Biagioli

https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/25875-limone-comodino-benefici

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SE MATERIA ED ENERGIA SONO LA STESSA COSA, ALLORA TUTTO ASSUME UN ALTRO SIGNIFICATO

SE MATERIA ED ENERGIA SONO LA STESSA COSA, ALLORA TUTTO ASSUME UN ALTRO SIGNIFICATO

E=mc2: È la formula di Einstein che tutti conosciamo, ma il cui significato, così come si presenta, non è propriamente chiaro. Dice che l’energia “E”equivale alla massa “m” per il quadrato della velocità della luce “c2”. E allora?

Utilizzando il linguaggio matematico possiamo affermare che m=E:c2, cioè che la materia equivale ad energia fortemente rallentata (bassissima frequenza), quindi anche la massa1 è energia, ma molto più densa. Ne consegue che:tutto è energia!

 

E se tutto è energia, lo è anche la sedia dove ora sono seduto, lo è il tavolo, il computer e tutte le parti che lo compongono, le mie dita che saltellano sulla tastiera, il mio respiro, che sto inconsapevolmente trattenendo per lo stupore – ora però ne sto facendo uno bello profondo – ma, allora anche il mio pensiero è energia e se è veramente così siamo di fronte ad un cambiamento totale di sentire, di vedere e dicomportamenti. Un nuovo paradigma!

 

Lo so, un conto è dirla una cosa, un altro è comprenderla: farla propria e metterla in pratica è tutt’altra faccenda! Ma rimaniamo sull’argomento: se tutto è energia e dico tutto, ma proprio tutto, niente e nessuno escluso, tenendo presente che l’energia è essenzialmente luce e suono2(vibrazioni), e se la materia è energia a bassissima frequenza, allora alzando la frequenza delle nostre vibrazioni potremo staccarci da situazioni sgradevoli che si manifestano attraverso energie maggiormente densificate! Continuando così, un comportamento sano e onesto dovrebbe prevalere rispetto ad un altro distorto e disonesto: persone amorevoli e compassionevoli dovrebbero essere predominanti e di esempio rispetto ad altri essenzialmente egoisti, insomma ciò che è luminoso dovrebbe preponderare rispetto all’oscurità… potremo andare avanti così all’infinito.

 

Appunto, dovrebbe, allora perché non è così?

 

Ogni tanto qualcuno dice qualcosa, ma evidentemente non ascoltiamo, oppure, semplicemente, stiamo bene così. Ma ora i tempi sono cambiati e delle riflessioni si impongono. Dobbiamo utilizzare solo la nostra testa, ma non sappiamo bene come, in un modo o nell’altro ci è sempre stato detto cosa fare, ma adesso che tocca a noi ci sembra strano, inusuale e difficile. La mia personale opinione suggerisce che è attraverso lapresenza, l’attenzione e la consapevolezzache impariamo a discernere e a fare le giuste scelte. Un po’ di tempo e pazienza da dedicare a noi stessi ci saranno di grande aiuto.

 

Note:

 

1 La velocità della luce, 300.000 km al secondo, viene utilizzata come costante, perché trasformando la massa di un oggetto in pura energia, quest’ultimo si muoverebbe alla velocità della luce.

 

2 Addentrandoci ulteriormente (questa teoria non è ancora totalmente accettata dalla scienza ufficiale) all’origine dei quark (le particelle luminali elettriche che sono i veri costituenti del nucleo atomico) troveremo degli invisibili filamenti, detti stringhe, che si allungano e si accorciano e in questo movimento producono vibrazioni, cioè suoni.

 

articolo di Roberto Calaon

 

Fonte: http://www.hackthematrix.it/?p=11204

 

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