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Categoria: "Notizie scottanti"

gia all'eta di cinque anni i bambini vengono venduti ai trafficanti e costretti a lavorare come schiavi:l'india patria del lavoro minorile

Cari amici,

Il Parlamento indiano si sta per fermare, senza aver esaminato la legge contro il lavoro minorile più dura della storia. La proposta di legge inoltre, pur essendo sostenuta dalla maggioranza dei parlamentari, è stata lasciata ad attendere per settimane, perché ritenevano non fosse una “priorità”!

L’India è la patria mondiale del lavoro minorile: già all’età di cinque anni i bambini vengono venduti ai trafficanti e costretti a lavorare come moderni schiavi, subendo abusi e percosse. La nuova storica proposta di legge vieterebbe del tutto qualsiasi tipo di lavoro minorile al di sotto dei 14 anni, fornendo uno stipendio alle famiglie disagiate per permettere ai loro figli di andare a scuola. I membri del Parlamento hanno però lasciato che la proposta finisse fuori dall’agenda dei lavori, così ora le organizzazioni indiane per i diritti dei bambini hanno disperatamente bisogno del nostro aiuto per aumentare la pressione pubblica.

Se noi membri di Avaaz uniamo le forze possiamo fare in modo di attirare l’attenzione globale sulla proposta, spingendo i membri del parlamento a votarla. Firma quest’urgente petizione e spargi il più possibile la voce! Quando raggiungeremo 1 milione di firme, consegneremo il messaggio al parlamento insieme a ex bambini lavoratori:

http://www.avaaz.org/it/india_child_labour_g1/?tQEbNdb

Un numero impressionante pari a 250 milioni di bambini lavora in miniere, cave e fabbriche in tutto il mondo. Tutte le nazioni hanno firmato un accordo per inserire lo sradicamento del lavoro minorile al centro dei propri programmi nazionali sull'istruzione.L’India, al contrario, è sede della più ampia forza lavoro minorile del mondo. Se la nuova legge fosse approvata, vieterebbe il lavoro minorile al di sotto dei 14 anni e tutti i lavori pericolosi per i minori di 18 anni. La legge prevede inoltre sovvenzioni a sostegno delle famiglie più disagiate, proteggendo così il diritto all’istruzione gratuita e provvedendo a fornire loro uno stipendio per compensare le perdite economiche.

I critici affermano che il vero problema non è la legge, quanto piuttosto la sua cattiva applicazione. In effetti, in India negli ultimi tre anni meno del 10% delle 450.000 denunce di lavoro minorile sono state perseguite dalla debole legge vigente. La nuova legge sarebbe però in grado di assestare qualche duro colpo a questo sistema. La polizia infatti non dovrebbe più attendere l’ordine da parte della corte per agire. Qualsiasi forma di lavoro minorile a fini commerciali al di sotto dei 14 anni diventerebbe illegale e, al posto di multe insignificanti o brevi condanne in prigione, i criminali dovrebbero affrontare pene più severe.

Sebbene la maggioranza dei parlamentari abbia affermato di voler appoggiare la proposta di legge, non è stata posta alcuna urgenza politica per metterla ai voti. Ogni singolo giorno in cui viene rimandata, però, altri bambini sono costretti a una vita di stenti all’interno delle fabbriche. Sta a noi spingerli oltre. Firma la petizione indirizzata ai parlamentari indiani ora e diffondila quanto più possibile:

http://www.avaaz.org/it/india_child_labour_g1/?tQEbNdb

Molte volte la comunità di Avaaz si è mobilitata per difendere i bambini e i più bisognosi. Solo poche settimane fa, 1,2 milioni di noi hanno unito le forze per far approvare il più completo programma sull’istruzione in Pakistan. Il modo in cui trattiamo i nostri bambini è il metro della nostra moralità ... ed è arrivato il momento di fare passi decisi contro gli abusi nei loro confronti. Uniamoci e facciamo sentire la nostra voce per il futuro dei bambini indiani.

Con speranza e determinazione,

Jamie, Alice, Alex, Alaphia, Lisa, Jeremy, Ricken, Dalia, Rewan, Michelle e tutto il team di Avaaz


FONTI:

India al bivio: domani si vota legge che abolisce il lavoro minorile (AGI)
http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201212191521-ipp-rt10192-india_al_bivio_domani_si_vota_legge_che_abolisce_lavoro_minori

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Ho sentito raccontare che un grande Maestro Sufi, Hassan,una volta fece un sogno

Ho sentito raccontare che un grande Maestro Sufi, Hassan, una volta fece un sogno:

Gurdjieff

 

Questa è l'aritmetica della spiritualità:

se tu sei presente, non realizzerai il divino.

Se tu sei assente,soltanto il divino è presente, non esiste nient'altro.

Dio può essere assente, se tu sei presente.

Dio sarà presente, se tu sei assente. Pertanto tutto lo sforzo. di un ricercatore consiste in questo: come essere non presente, come diventare un' assenza. Assenza è meditazione: è lo spazio in cui esisti - ma non come “Io” non focalizzato nel tuo ego, non focalizzato e non centrato in alcun luogo - , esisti senza un centro, sei una casa vuota, sei un tempio nel quale non c'è neppure il devoto... allora improvvisamente Dio è presente!

Dio è sempre stato presente!

Neppure per un solo istante è stato assente, ma tu eri troppo presente e la tua presenza è la barriera. La coscienza di sé è la barriera. La non coscienza di sé è la soglia.

E ricorda: coscienza di sé significa consapevolezza del non sé;

la non consapevalezza di sé è la forma di consapevolezza più elevata. ;

È la consapevolezza del non sé :la consapevolezza esiste , ma in essa non c'è più nessuno; il sé è scomparso svanito, assorbito. Tu esisti ,tuttavia non ci sei.

Sembra un paradosso, ma l’esistenza è paradossale.

Quando tu non ci sei, si può dire che esisti per la prima volta perché ora sei divino. Adesso non esisti più separato dal tutto : esisti come parte organica del Tutto – non sei neppure una parte meccanica perché una parte meccanica , per quanto sia connessa all’insieme, rimane comunque separata ; funziona con l’insieme, ma rimane sempre una parte. Adesso. tu sei un'unità organica, non sei neppure una parte meccanica: sei diventato il Tutto e il Tutto è diventato te.

 

Ho sentito raccontare che un grande Maestro Sufi, Hassan, una volta fece un sogno.

Per anni era andato alla ricerca di Dio e all'improvvisa quella notte, in sogno. Hassan si trovò di fronte a Dio stesso: era in piedi davanti a lui e in una mano teneva una cipolla.

Hassan era sorpresa: perché una cipolla? E Dio gli disse: "Ora scegli. Adesso hai acquisito la capacità di scegliere. Vorresti una fetta della cipolla o tutta la cipolla ? Le alternative sona aperte e qualsiasi cosa tu voglia puoi averla: scegli".

In sogno, Hassan si mise a meditare. Non sapeva casa scegliere: se l'ego fosse stato presente, avrebbe potuto scegliere la parte, poiché sceglie sempre la parte; l'ego non può scegliere il Tutto, infatti il Tutto gli fa paura, poiché lo costringerebbe a scomparire. Oppure, avrebbe potuto scegliere il Tutto, poiché l'ego è avido e, non sapendo che avrebbe dovuto dissolversi nel Tutto, avrebbe potuto sceglierlo.

In sogno, apri gli occhi e disse a Dio: "È difficile. Non posso scegliere perché, se scegliessi la parte, in me ci sarebbe sempre un conflitto; se scegliessi la parte, ci saranno sempre la paura e la morte. La parte deve morire, non può vivere per sempre: solo il Tutto può vivere per sempre.

Se scegliessi la parte, sceglierei la sofferenza, il conflitto, la disarmonia, sceglierei la limitatezza e la chiusura, perché sceglierei ciò che è finito. No non posso scegliere la parte".

 

Dio rise e chiese ad Hassan: "Allora perché non scegli il Tutto?" ' Hassan rispose: "Non posso scegliere il Tutto, perché un Tutto senza le parti non sarebbe vivo".

Dio benedisse Hassan e disse: "Ben fatto! Hai ragiane". Se scegliessi la parte, esisterebbe sempre un conflitto, una lotta per sopravvivere; infatti la parte è sempre sul punto di morire, è sempre prossima alla morte. Di fatto è già morta. Se scegliessi il Tutto contrapposto alla parte, di nuova sceglieresti una cosa morta: un Tutto senza le parti non sarebbe vivo, sarebbe monotonia; non ci sarebbe alcuna tensione interiore che lo renda vivo. Non pulserebbe. Non potrebbe danzare. Non potrebbe camminare. Sarebbe simile a una roccia: una cosa morta, senza una musica che ne scaturisca.

La musica ha bisogno di tensione, di una tensione pulsante d'attesa.

Nel Tutto, completo di tutte le sue parti, c'è una continua tensione, e quella tensione è la vita stessa.

 

Il fiume della Vita scorre come fra due rive, tra il Tutto e ogni sua parte.

Tra il Tutto e ogni sua parte, Dio esiste ed è la più sottile e la più delicata delle tensioni.

Nel dualismo c'è l'unità.

Il dualismo assomiglia a due rive di un fiume l'unità è il fiume che scorre tra le due rive.

Il fiume non appartiene a una delle due rive, appartiene a entrambe.

Da qui il paradosso. La parte è sempre sul punto di separarsi e di riavvicinarsi: si allontana dal Tutto, ma ha le sue radici nel Tutto -- proprio come una pianta che si protende Verso il cielo, lontana dal terreno, tuttavia le sue radici sono nel terreno: tenta di emulare un' uccello, ma rimane radicata; tenta di raggiungere il cielo, ma ha le sue radici nel terreno.

Solo così l'albero può esistere: è una tensione sottile fra la Terra e il cielo. La parte sposa continuamente il Tutto e, continuamente ne divorzia.

Tutta la sua bellezza consiste in questo allontanarsi e riavvicinarsi, innamorarsi e lottare: le due cose accadono simultaneamente;

l'Unità non è contraria al dualismo; di fatto, l'unità esiste nel dualismo e di conseguenza è così vitale !

Dio non è un concetto morto. Se Dio fosse semplicemente uno , il Tutto sarebbe un concetto morto. .................... Dio è armonia nella contraddizione. Dio è rilassamento nella tensione. Dio è uno nella moltitudine. Dio è senza forma nella forma. Dio è senza nome,ma è in tutti i nomi.

 

Se ci fossero soltanto i peccatori, l'intera armonia andrebbe perduta; se ci fossero soltanto i santi, non potrebbe esistere un fenomeno più noioso e più monotono: nel mondo non esisterebbe più alcuna musica. Tutta la musica palpita nelle note in tensione - che si contraddicono e tuttavia non si contraddicono -- che si dividono e poi tornano insieme.

Per chi comprende tutto questo, il sogno di Hassan è davvero incredibile.

 

Dio disse: "Ben fatto, Hassan. Se"avessi scelto una tra le due, avresti perso un' opportunità. lo ti darò entrambe. Ti darò la parte nel Tutto e il Tutto nella parte .

Il Tutto esiste nella parte e la parte esiste nel Tutto. Infatti, la parte e il Tutto non sono due entità separate. Non puoi erigere un confine che le divida: la parte si dissolve nel Tutto e il Tutto si dissolve nella parte.

Purtroppo tutti voi siete diventati troppo una parte: avete scelto. Siete diventati un "sé", e avete dimenticato totalmente il "non sé". Siete diventati un'eccessiva presenza: in voi non c'è alcuna assenza; di conseguenza, avete perso ogni musicalità. Siete diventati una dissonanza... Con le stesse note potete creare un' assonanza, occorre solo un nuovo arrangiamento. Voi avete tutto. Non vi manca niente. Non ho mai incontrato un solo uomo - nelle mie mille esistenze - al quale mancasse qualcosa. Forse siete un po' disorganizzati, ma non vi manca mente: qualcosa può non essere al posto giusto; ma non vi manca niente.

 

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Forse avete messo A al posto di B e C al posto di D, ma in voi tutto l'alfabeto è presente. Può non essere nell'ordine giusto. Forse in voi c'è disordine, ma non vi manca niente. E nel vostro stesso essere è presente la chiave.

 

La chiave è questa: diventa tanto assente quanto sei presente; esisti in una profonda contraddizione.

 

Forse non ci hai mai pensato: hai tentato di esistere in modo molto coerente.

Tenti di essere coerente, di non essere mai in contraddizione; ragion per cui, o scegli la parte... come tu hai fatto, come molti hanno scelto; e in questo caso c'è un conflitto continuo perché la parte si sente contrapposta al Tutto.

 

Se tu la scegli, se ti identifichi con la parte... e questo è ciò che intendo quando parlo di "io": "l'ego" è una tua identificazione con la parte. Tu, sei sconfinato - vasto come l'universo - e tenti di racchiuderti in un buchino... per un topo andrebbe benissimo, ma per te è troppo stretto: da qui nasce la tua infelicità. Ti senti prigioniero; ti senti limitato da tutti i lati, ti senti ingabbiato.

E vai in collera, sei irritato; inizi a lottare. Inizi a essere distruttivo, perché la vita ti sembra una restrizione, una perenne limitazione. Nasce un bambino e quel processo di restrizione inizia. Un bambino nasce, passando attraverso un canale molto stretto: il collo dell'utero della madre. Fin dal suo primo istante di vita, per il neonato inizia la restrizione; poi, per tutta la vita, l'uomo si sente continuamente limitato - finché la morte lo libera... per farlo entrare in un altro buco!

La morte assomiglia alla fine del tunnel; il passaggio nel collo dell'utero della madre è l'inizio;

poi la vita continua a restringersi, finché un: giorno l'uomo scompare, semplicemente.

Significa che l'intero processo è diventato così angusto da non permettere di ritrovare l'uomo. L'intero processo è un restringersi, come mai ?

Accade perché l'uomo, si identifica con la parte, e quando inizia a farlo, è naturale che si identifichi con parti sempre più piccole.

Alla fine, dell'uomo, rimane soltanto un' entità molto piccola, l'entità più angusta che ci sia al mondo: l'ego.

Se sei troppo presente, se sei troppo nell'io, se sei troppo un ego, significa che ti sei identificato con la parte. Hassan fece bene, disse: "Non posso scegliere la parte, perché è la sciocchezza che ho continuato a fare in passato; adesso, non posso più sceglierla". Ma doveva essere un uomo molto acuto. Infatti, di solito , accade che quanti si sono identificati con la parte, propendano per la scelta del Tutto.

 

È una questione di logica elementare: si tende all'estremo opposto. Molti si sono comportati così,e in seguito tentano di distruggere il loro ego. Per esempio, i monaci nei monasteri e i sannyasin tradizionali in India: va' da loro, e vedrai che tentano di uccidere l'ego, di distruggere la parte; ma non si rendono conto che, se si distrugge la parte,si distrugge il sentiero stesso che conduce al Tutto. È una questione estremamente delicata:la vita è molto, molto sottile e misteriosa.

Non ci si dovrebbe identificare con la parte, questo è vero;ma non la dovresti distruggere: facendolo distruggerai le fondamenta stesse. Ecco perché i monaci vivono una vita estremamente monotona - questa è la mia definizione di un monaco: colui che vive una vita monotona. Può anche non vivere in un monastero,comunque vive nella monotonia;la monotonia è il suo monastero:vive una vita su una sola nota, non ne possiede altre.

 

Non riesce a creare un'armonia perché ha paura del conflitto. Sta semplicemente tentando di distruggere la parte;ma se la distruggi,in quella distruzione perdi la possibilità stessa di andare verso il Tutto. Fortunatamente nessuno può distruggere la parte; l'uomo può solo pensare di averla distrutta. La parte rimane sempre nascosta in lui; al massimo può reprimerla,questo è tutto. È impossibile distruggerla:a questo mondo non puoi distruggere nulla. Non puoi creare e non puoi distruggere alcunché:distruzione significa,che qualcosa prima esistente adesso è diventato un niente.Qualcosa non può diventare un niente:non c'è modo di ridurre qualcosa in un nulla, e non c'è modo di creare qualcosa, perché creazione significa tirar fuori qualcosa dal niente. - È impossibile! . Qualcosa può mutarsi in qualcos' altro, tuttavia non esiste alcuna creazione e non esiste alcuna distruzione. Non puoi distruggere la parte, perché di fatto non ti è mai appartenuta: chi sei tu per distruggerla? La parte appartiene al Tutto, come potresti distruggerla? Di fatto non l'hai mai creata. -

 

Puoi forse creare l'ego? Se non puoi crearlo, come potresti distruggerlo? Non essere stupido! Tutto ciò che puoi fare è creare una gestalt o distruggere una gestalt.

Questa parola in tedesco è bellissima, ha generato un'intera attitudine nei confronti della vita: la psicologia della gestalt. Qualcosa di estremamente significativo, di incredibilmente valido: non c'è modo di tradurla in inglese o in qualsiasi altra lingua. , Gestalt indica il rapporto tra la figura e il suo sfondo. Le gestalt cambiano. Per esempio, io vi sto parlando. Ogni altra cosa che accade intorno - l'aeroplano, il canto continuo degli uccelli,il loro cinguettio, il frusciare del vento fra gli alberi, il rumore del traffico- ogni cosa è diventata lo sfondo, lo,scenario.

 

Voi mi ascoltate, la vostra attenzione è puntata su me, le mie parole diventano il fulcro dell’attenzione: voi siete focalizzati sulle mie parole, su me; io e le mie parole diventiamo la figura. Ma se smetto di parlare, improvvisamente la gestalt scompare. Voi iniziate ad ascoltare gli uccelli e i rumori che vi circondano: la gestalt è scomparsa. Gestalt è questo: quando presti attenzione a qualcosa, questo qualcosa diventa rilevante e tutto il resto viene posto sullo sfondo; non scompare,rimane presente - il cinguettio degli uccelli c'è anche mentre io vi sto parlando e c'è anche mentre voi mi state ascoltando -, è soltanto retrocesso, si è , spostato sullo sfondo dello scenario. È diventato lo sfondo Y. di quella gestalt. Voi siete concentrati su di me: questo è diventato la gestalt.

 

Le gestalt cambiano continuamente: un bambino ha una gestalt del mondo diversa dall'adulto. Se gli offri un fiore e una banconota da cento rupie, il bambino prende il fiore.

......il bambino non è ancora entrato nel mondo egli affari,dove una banconota da cento rupie significa qualcosa. D'altra parte, se gli offrissi un foglio di carta bianco o una banconota da cento rupie, il bambino potrebbe scegliere la banconota, non perché è una banconota da cento rupie, ma perché è dipinta, colorata... ha una gestalt diversa. . Un giovane ha un'altra gestalt; un vecchio ne ha un'altra ancora, ecco perché esistono gap fra le generazioni: hanno gestalt diverse, e le gestalt cambiano in continuazione. Non solo cambiano con il passare degli anni, continuano a cambiare a ogni istante - questa mattina eri amorevole, ora sei in collera: la tua gestalt era diversa.

Quando eri amorevole,la collera era sparita sullo sfondo e l'amore era la tua messa a fuoco; adesso sei in collera,l'amore è andato sullo sfondo e la collera è ciò che focalizzi. In ogni caso ricorda:nulla scompare. Ogni cosa rimane, permane sempre; cambia solo la gestalt. Qualcosa affiora e qualcosa sfuma, qualcosa viene in superficie e qualcosa affonda; ma nulla scompare,nulla può scomparire. Ogni cosa dura per sempre, dura in eterno, tutto permane sempre: è ciò che gli hindu chiamano nama-rupa. Il termine hindi nama-rupa può dare una minima idea della gestalt e delle sue sfumature:gli hindu sostengono che soltanto il nome e la forma cambiano,la realtà rimane sempre la stessa.

Quindi, non tentare di uccidere l'ego, non puoi farlo. ..... Da sempre, ti muovi in continuazione tra il paradiso e l'inferno.

 

E ovunque sei, ti identifichi:questo è il problema. Hai sofferto. Hai toccato il fondo, sei sprofondato nella depressione,ma ti identifichi e dici: "lo sto 'soffrendo"ed ecco che diventi una cosa sola con la valle e con le tenebre. Poi, un giorno all'improvviso, una donna ride guardandoti, ti sorride e tu sei al settimo cielo e davanti a te si spalancano le porte del paradiso:di nuovo ti identifichi. Sei innamorato, non cammini più sulla Terra; ed è vero: non cammini,voli; per te non esiste più la legge di gravità,hai totalmente dimenticato la valle e le tenebre in cui vivevi fino a un minuto prima. Si sono spostate sullo sfondo, la gestalt è cambiata. Poi la donna non ride più: ha girato il viso altrove e sta guardando qualcun altro. Ed ecco che le porte del paradiso si chiudono; sei espulso e piangi disperato.La valle e le tenebre... e ancora una volta ti ci identifichi.

, Arriva il dolore. Arriva il piacere. Ma tu continui a lasciarti sfuggire ogni opportunità: non ti dovresti identificare, dovresti restare trascendente. Nella valle,certo,ma tu non sei la valle. Sulla vetta, certo,ma tu non sei la vetta. La vetta è la situazione che ti circonda: tu sei lassù,ma non le appartieni. Nel mondo? Benissimo, Vivi pure nel mondo: tu sei nel mondo, ma il mondo non è in te. Va' sull'Himalaya, non c'è nulla di male: tu sei sull'Himalaya, ma l'Himalaya non è in te. Rimani trascendente. Vivi nel dolore e nel piacere, nella sofferenza, e in beatitudine, di giorno e di notte, in estate e in inverno, ma rimani non identificato.

 

La non identificazione - rimanere non identificato - è la Via della trascendenza. In questo caso, resti sempre distaccato, remoto: vivi nelle situazioni e tuttavia sei distaccato. Allora la vita diventa uno splendido gioco: gli hindu lo chiamano lila, un gioco, un divertimento. In questo caso tu non soffri e non diventi estatico, passi semplicemente in mezzo a tutte le ombre e a tutte le sfumature, e le ombre sono milioni, le sfumature sono milioni: Dio ha assunto migliaia di nomi e migliaia di forme; ovunque ha impresso il suo marchio.

Se sei trascendente, anche nella valle sei in lui. In questo caso non perdi mai il contatto con il divino, perchè Dio sottintende ciò che trascende il dualismo, e tuttavia ci vive, tutto lo circonda e ne gioisce.

Dio è il paradosso più grande, è il mistero. Nel momento in cui comprendi l'arte della non identificazione, avrai imparato tutto ciò che i Sufi possono insegnarti.

 

 

Gurdjieff introdusse in Occidente le essenze dei Sufi: fu lui a portare in Occidente i segreti dei Sufi; e tutto il suo insegnamento si basa su un unico concetto: la non identificazione. Non identificarti in nessuna situazione, perché la consapevolezza è sempre trascendente; e non può essere circoscritta ad alcunché. Le stagioni vanno e vengono, la consapevolezza permane.

L'infanzia va e viene, la gioventù va e viene, e così la salute e la malattia -la consapevolezza permane. Ciò che permane sempre è Dio.

Ciò che passa è il mondo. Ciò che va e viene non sei tu: tu sei il testimone al quale le cose accadono, ma che rimane un testimone.

Essere testimone è l’arte della non identificazione. E la non identificazione è tutto. La non identificazione è l'essenza della meditazione: nella non identificazione consiste tutta la meditazione.

Cos'è l'illuminazione? È vivere nella trascendenza.

 

http://www.fiumesilente.com/forums/pensiero-del-giorno-di-viramo/dio-e-la-cipolla-osho310111

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COMUNICARE COL BIMBO DENTRO LA PANCIA

Prenatal Tutor.

Con quanti nomi lo abbiamo chiamato… E quando è nato? Lo abbiamo subito riconosciuto, abbiamo avuto un attimo di smarrimento dopo le sofferenze del parto. Lo abbiamo portato a casa. Piange? Perché? Queste ed altre mille sono le domande che i genitori si pongono di fronte al figlio sia durante l’epoca della gravidanza, sia quando il bimbo è nato.

Riconoscere in quel bambino ormai nato la stessa creatura che poco prima viveva nella pancia della mamma è uno dei passi fondamentali nella comunicazione con il bimbo, per fare questo è importante relazionarsi con la nostra creatura da quando questa vive, da quando è “bimbo prenatale”.

Prendendo a prestito le parole di Gabriella Arrigoni Ferrari (Presidente dell’ANEP Italia), il bimbo prenatale ha il “diritto di essere ascoltato, capito, accettato e amato così com’è, ricevendo adeguati feedback ai suoi messaggi e apprezzamento positivo nelle sue iniziative”.

La scienza ha ormai riconosciuto al bimbo prenatale competenze che finalmente lo dotano di un’esistenza non solo fisica, corporea ma anche di un’anima, definendolo un essere capace di vedere, sentire, comunicare; in pratica riconoscendogli la capacità di relazionarsi con il mondo esterno.

Il primo passo nella comunicazione con il nascituro è (come sempre dovrebbe essere) imparare ad ascoltare: la gravida si apre naturalmente all’ascolto attivo del suo bambino anche grazie all’aumento del progesterone che ne favorisce il processo di interiorizzazione.

Ma quale ascolto?

Distinguiamo tre modalità di ascolto:

1. Ascolto finto: Ascolto “a tratti”, lasciandosi catturare da distrazioni, dall’immaginazione e comunque fidandosi dell’intuito che precocemente cattura le cose “importanti” tralasciando quelle meno importanti. Ascolto quindi passivo, senza reazioni, vissuto solo come opportunità per poter parlare.

2. Ascolto logico: Ci si sente già soddisfatti quando ci si scopre ad ascoltare applicando un efficace controllo del significato logico di quello che ci viene detto. L’attenzione sarà concentrata sul contenuto di ciò che viene espresso ed anche l’interlocutore potrebbe avere l’errata convinzione di essere stato capito.

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3. Ascolto attivo-emotivo (o attivo-empatico): Ci si mette in condizione di “ascolto efficace”provando a mettersi “nei panni dell’altro”, cercando di entrare nel punto di vista del nostro interlocutore e comunque condividendo, per quello che è umanamente possibile, le sensazioni che manifesta. Da questa modalità dovrebbe essere escluso il giudizio, ma anche il consiglio e la tensione del “dover darsi da fare” per risolvere il problema.

Il bimbo si ascolta “emotivamente”, ci si mette nei suoi panni; la comunicazione col bimbo prenatale è innanzitutto rispetto dei tempi e delle modalità di risposta di una personalità in formazione. “Il silenzio, l’atteggiamento interiore e l’ascolto sono indispensabile condizioni preliminari per qualsiasi tipo di vera comunicazione interpersonale”. Con il bambino in utero è, come per tutti, importantissimo l’atteggiamento interiore nei suoi confronti. Il bambino va accolto ed ascoltato dandogli tutta la nostra attenzione e stando in silenzio, creando uno spazio vuoto ed accogliente in cui si possa esprimere. Bisognerà che il piccolo si senta accettato, senza riserve, “così com’è”; sarà necessario chiedere il permesso (“Ti va?”) prima di entrare in relazione con lui e attendere che questo permesso ci venga accordato (“uno spazio silenzioso, accogliente in cui egli ci ascolta”).

Nell’ascolto è necessario un feedback (= informazione di ritorno) positivo, tenendo presente che il processo di comunicazione è una funzione ricorsiva, in cui la risposta influenza la successiva emissione a tal punto che individuare emittente e ricevente diventa impossibile.

Come si mette in pratica tutto ciò?

La risposta è: bonding prenatale.

Il bonding è essenzialmente accadimento, relazione, coccole… la “comunicazione prenatale è basata sulla voce, sui suoni, sul movimento e sulla tattilità ma soprattutto sull’apprendimento di una gestione consapevole delle nostre trasmissioni psichiche nei confronti del bambino” (G. A. Ferrari). È quindi importante dare ai genitori (è importantissimo anche il papà) degli strumenti con i quali imparare a relazionarsi con la loro creatura, insegnare loro ad ascoltare a scambiarsi segnali emozionali e, perché no, anche fisici.

Fino al quarto mese compiuto della gestazione il rapporto con il nascituro è prevalentemente interiore ed avviene attraverso canali psichici di mamma e bambino poi le risposte diverranno avvertibili anche fisicamente dalla madre la quale pian piano imparerà a decifrarle. A sua volta si potranno rimandare al bimbo segnali tattili e sonori che arricchiranno il legame bimbo-genitori.

Quel bimbo dentro alla pancia è lo stesso bimbo che prendiamo in braccio subito dopo il parto…

Tratto da http://www.gravidanzaonline.it

 

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gli Hamburger del MacDonalds non si Decompongono Mai:PERCHE?

Perchè gli Hamburger del MacDonalds

non si Decompongono Mai?

L'ultima novità scoperta dai media principali è che gli hamburger e le patatine del Happy Meal della McDonald’s non vanno a male, anche se li si lascia per sei mesi.È sempre interessante notare come i media principali “scoprono” notizie che credono essere nuove anche se la comunità salutista ne ha parlato per anni. Per esempio, recentemente il New York Times ha pubblicato un articolo intitolato -Quando le medicine causano problemi che dovrebbero prevenire.Abbiamo parlato per anni di questo argomento, di come la chemioterapia causi il cancro, i medicinali per l’osteoporosi provochino fratture alle ossa e di come gli antidepressivi portino a comportamenti suicidi.L’ultima “novità” scoperta dai media principali è che gli hamburger e le patatine del Happy Meal della McDonald’s non vanno a male, anche se li si lascia per sei mesi.

Questa storia è stata ripresa dalla CNN, dal Washington Post e altri media commerciali che sembrano essere rimasti folgorati dal fatto che il cibo spazzatura delle catene dei fast food non marcisce.La cosa divertente è che l’industria salutista si era già interessata a questo argomento anni fa. Ricordate il video Bionic Burger di Len Foley? Era apparso nel 2007 ed è stato visto 2 milioni di volte su Youtube. Nel video c’è un ragazzo che ha comprato i suoi hamburger da McDonald’s nel 1989 e dopo due decenni non si sono ancora decomposti!

ORA LUI COSERVA UN MUSEO DI HAMBURGER NON AVARIATI NEL SUO SCANTINATO

I media principali hanno ripreso questa storia? No, nemmeno una parola. La storia era stata completamente ignorata. Soltanto nel 2010, quando un artista ha postato una racconto su un hamburger McDonald’s che da 6 mesi non andava a male, i media l’hanno raccontato.Date un’occhiata al video indicato sopra e vedrete un intero museo di Big Macs e hamburgers riuniti lungo gli anni, e nessuno di essi si è decomposto.Ed è di particolare interesse soprattutto perché il recente “Happy Meal Project” che verifica lo stato di un hamburger per sei mesi, ha attirato molte critiche da chi sostiene che l’hamburger va a male se gli si dà il tempo sufficiente. Questi critici ignorano evidentemente l’esistenza del museo dei burger mummificati fin dal 1989. Questa roba sembra non decomporsi mai!Perché gli hamburger della McDonald’s non si decompongono?E allora perché gli hamburger e le patatine dei fast food non marciscono? La risposta più facile potrebbe essere che sono fatti con tanti agenti chimici che nemmeno la muffa li attaccherebbe. In parte è vero, ma non è tutto.La verità è che molti cibi trattati non si decompongono né vengono attaccati dalle muffe, insetti o topi. Provate a lasciare della margarina fuori nel cortile e vedrete che niente la attaccherà. Anche la margarina sembra essere immortale!

LE PATATINE DURANO DECENNI

Le pizze congelate resistono notevolmente alla decomposizione. Avete presenti le salsicce e le carni trattate vendute a Natale e durante le feste? Potete tenerle per anni e mai andranno a male.La ragione essenziale per cui le carni non si decompongono è il loro elevato contenuto di sodio. Il sale è un grande conservante, come ben sapevano gli esseri umani che lo hanno usato per millenni. Le polpette di carne della McDonalds sono così piene di sodio che sono da considerare carne trattata, senza parlare degli agenti chimici che potrebbero contenere.Sulla carne non ho dubbi circa la loro mancata decomposizione. La domanda che mi faccio invece è perché capita lo stesso con i panini? Questa è la parte che mi spaventa, dal momento che il pane naturale comincia a creare muffa dopo qualche giorno. Cosa può mai esserci nei panini della McDonalds che li preserva dalla vita microscopica per oltre due decenni?In realtà, se non siete dei chimici non riuscirete nemmeno a leggere la lista degli ingredienti a voce. Ecco cosa contengono i panini, così come indicato nella pagina internet (non in quello italiano, ndt) della McDonald’s:Farina arricchita (farina di grano sbiancata, farina di frumento maltata, niacina, ferro ridotto, tiamina mononitrato, riboflavina, acido folico, enzimi), acqua, sciroppo di alto fruttosio (HFCS), zucchero, lievito, olio di soia e/o olio di soia parzialmente idrogenato, contiene il 2% o meno di: sale, solfato di calcio, carbonato di calcio, glutine di grano, solfato di ammonio, cloruro di ammonio, agenti ammorbidenti per la pasta (lattato steaorile di sodio, estere diacetiltartarico di mono- e digliceridi degli acidi grassi, acido ascorbico, azodicarbonamide, mono- e digliceridi, monocalcio fosfato, enzimi, gomma di guar, perossido di calcio, farina di soia), propionato di calcio e propionato di sodio (conservanti), lecitina di soia.

NON C’E’ MALE VERO?

Soprattutto l’HFCS (qualcuno vuole il diabete?), l’olio di soia parzialmente idrogenato (causa malattie cardiache) e la lunga lista di chimici come il solfato di ammonio e il propionato di sodio. Yumm, mi viene l’acquolina in bocca solo a pensarci.Ma la drammatica verità è che secondo me niente mai mangerà il panino della McDonald (tranne gli esseri umani) perché non è cibo!Nessun animale normale può avere la percezione del panino McDonald’s come cibo e a quanto risulta nemmeno i batteri o le muffe. Secondo il loro buon senso, quella è roba non comestibile. Ecco perché questi burger bionici non andranno mai a male.E ora arrivo alla mia conclusione su questa risibile vicenda: esiste una sola specie sul pianeta terra che è così stupida da pensare che l’hamburger della McDonald è cibo. Questa specie soffre di altissimi tassi di diabete, cancro, malattie cardiache, demenza e obesità. Si tratta di una specie che sostiene di essere la più intelligente del pianeta eppure si comporta in modo così stupido che alimenta i propri bambini con agenti chimici velenosi e con non-cibo talmente atroce che nemmeno la muffa se lo mangia.

Mike Adams
http://www.naturalnews.com

Fonte: Ilfattaccio

http://www.laleva.org/it/2013/01/perche_gli_hamburger_del_macdonalds_non_si_decompongono_mai.html

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Tutti i mali della medicina ufficiale descritti da un medico

 

Tutti i mali della medicina ufficiale descritti da un medico

Sono un chirurgo ortopedico con circa vent’anni di professione (quindici in ospedale), svolti nella continua ricerca di terapie efficaci. Ho passato parecchio del mio tempo allo studio sulle strategie terapeutiche e dei nuovi farmaci, a volte provandoli su me stesso per saggiarne l’efficacia....

Ho raggiunto degli obiettivi di rilievo, sapendo, alla fine, di poter ottenere ciò che volevo. Ma la conquista più importante ottenuta è l’aver capito che la “medicina ufficiale” è falsa ed è solo strumento di potere delle Multinazionali della Salute.

Noi medici siamo plagiati, fin dall’inizio, dagli insegnamenti universitari che ci vengono propinati da un manipolo di “professori” che hanno il solo interesse di lasciarci nell’ignoranza sulla vera origine delle malattie. Alcuni di noi, alla fine, raggiungono la consapevolezza e mettono in moto delle grosse energie che provocano reazioni positive nel Tutto.

Da molto tempo mettevo in discussione la “medicina ufficiale” in quanto incapace di curare le malattie, al massimo poteva lenire i sintomi apparenti spostandoli su altri organi. Ed è proprio su questo equivoco che si basa tutta la piramide della “medicina della malattia”. Se la malattia “A” ha come sintomi - x, y, z - , sopprimendoli si ritiene che il paziente sia guarito. Non interessa che, come conseguenza, si sia sviluppata la malattia “B” con i sintomi - j, k, w - in quanto avremo il farmaco per bloccare anche questi ultimi, e così via. Non si capisce, o non si vuole capire, che la malattia “B” è solo l’espressione del blocco della malattia “A”, cioè di un meccanismo di difesa dell’organismo che cerca una nuova via per disintossicarsi. In definitiva, come dice Tilden, le malattie non sono altro che sintomi di un’unica malattia: la tossiemia.

Ho vissuto in prima persona il dramma di un bambino di undici anni, affetto da linfoma non-Hogkin. La letteratura internazionale parla di sopravvivenza dell’80% con i nuovi protocolli chemioterapici, notizia molto confortante anche per me che vivevo per la prima volta da vicino questa esperienza. L’equivoco, questa volta, si gioca sul fatto che se il paziente muore anche dopo un mese per insufficienza renale o epatica, superinfezioni, ecc. provocati chiaramente dalla chemio, per la statistica non è morto di linfoma!

Ritornando al bambino, questi fu sottoposto per diciotto mesi a dosi massive di chemioterapia ed irradiazioni total-body, per cui i periodi che non faceva terapia, rimaneva in ospedale per curare gli effetti devastanti della chemio. Il suo ultimo mese di vita lo ha passato paralizzato nel letto, intontito dagli stupefacenti e quasi cieco.

A cosa è servito tutto ciò? Come si può pensare di eliminare i pidocchi da una persona dandole fuoco?

Questa triste esperienza è stata per me fondamentale in quanto mi ha definitivamente risvegliato la consapevolezza e, grazie anche all’aiuto delle persone dell’ASSOCIAZIONE S.U.M. - Stati Uniti del Mondo - (di cui oggi sono membro), ho compreso che si deve agire sulle cause per risolvere ogni problema.

Il concetto, quindi, di SALUTE non è, la non-malattia come ritiene la medicina ufficiale, ma è un perfetto equilibrio tra mente e corpo (mens sana in corpore sano). D’altronde non si spiega perché un farmaco non abbia la stessa azione in tutte le persone o una infezione non colpisca tutti i soggetti esposti. Ci deve essere una variante molto importante!

Ultimamente ho sentito dire da alcuni autorevoli (!) colleghi che una terapia è efficace se dà almeno il 55-60% di risultati positivi, vale a dire all’incirca la stessa percentuale dell’astensione al trattamento! Se un’auto non frena le vengono sostituiti i freni e per tutte le auto che hanno lo stesso problema il rimedio è lo stesso. Se una persona ha mal di testa, non è detto che prendendo un antalgico possa passare il dolore!

Quindi ci deve essere una seconda variante che interferisce sul processo di guarigione. È la Mente. Mentre il Corpo lo curiamo con una sana alimentazione, disintossicandolo e dandogli i supporti necessari per reagire alle aggressioni esterne (radiazioni, inquinamenti, ecc), la Mente la preserviamo stando in pace con noi stessi e con gli altri, amando Tutto e Tutti, senza fare differenze e mettendosi veramente al posto dell’altro. Solo dal perfetto equilibrio tra Mente e Corpo scaturisce la Salute.

Sono stato operato un anno fa di lobectomia tiroidea per ipertiroidismo (!) e condannato, come d’altronde è la regola, a prendere l’Eutirox a vita. Nonostante seguissi scrupolosamente le indicazioni datemi, continuavo a soffrire di dolori muscolari agli arti e di astenia (considerate che avevo smesso di fumare da oltre un anno proprio perché soffrivo di dolori agli arti).

Cambiando dentro sono cambiato fuori, ho modificato completamente la mia alimentazione (eliminando la carne e gran parte delle proteine animali, immettendo sostanze essenziali e non raffinate, combinando bene gli alimenti), ho eliminato completamente l’Eutirox e gli altri medicinali, rivolgendomi alle sostanze naturali.

Il risultato è stato la scomparsa dei dolori muscolari e la normalizzazione dei valori ematici non solo tiroidei.

Ho sempre sofferto di influenza e raffreddore frequenti specie nella stagione invernale, e mi è stato sempre obiettato che ero un soggetto “linfatico” perché nato pretermine e quindi non avevo sviluppato bene il sistema immunitario! Oggi io non soffro più di raffredore o influenza, anche stando a contatto con soggetti influenzati, io non prendo più niente (…ma allora la teoria sui germi di Pasteur forse non è molto esatta!!) e mi sento pieno di energia e vitalità.

Soffrivo di “verruche piane” al volto che ho trattato con crioterapia ripetutamente senza grossi risultati. Dopo sei mesi di “giuste abitudini alimentari” non è più presente alcuna verruca.

Perché nel popolo americano vi è una alta incidenza di infarto da ipercolesterolemia mentre nel popolo giapponese è bassissima? Perché nei paesi più industrializzati è in crescente aumento il diabete mentre nei cosiddetti paesi sottosviluppati è pressoché assente? È lampante che la variabile è l’alimentazione, ma i padroni della Sanità non lo dicono, raccontandoci la favola della genetica e della predisposizione familiare! Infatti si è visto con il fenomeno dell’emigrazione cambiare, nell’ambito della stessa razza, l’incidenza delle malattie.

Penso che non ci siano dubbi sulla veridicità di queste mie dichiarazioni, che provengono da una mente estremamente razionale e che si è sempre mossa nei canoni della scienza e della ricerca. Tutto è ulteriormente avvalorato dal fatto che, tengo a sottolineare, ho parecchi anni di professione, svolti sempre attivamente ed ho raggiunto obiettivi ragguardevoli, almeno secondo i canoni della Medicina Ufficiale.

C’è tanta gente che non vuole cambiare le proprie abitudini sbagliate; ma c’è tanta altra gente che è alla ricerca di qualcosa di concreto e di vero e noi gli daremo il nostro aiuto a percorrere la strada della Sanità e della Consapevolezza.

Dr. Giuseppe De Pace
(ortopedico ospedaliero)

 

Fonte: Frontelibero

http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2013/01/tutti-i-mali-della-medicina-ufficiale.html

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