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Categoria: "Notizie scottanti"

Nasce un bambino? Cresce un nuovo albero

Entra in vigore la legge che obbliga i Comuni sopra i 15mila abitanti a piantumare in occasione di ogni nuova nascita. Ma c'è chi ha anticipato la legge: ecco il caso simbolico di Arcore, nella cementificata Brianza.

 

Da sabato 16 febbraio è  un obbligo a livello nazionale: ogni Comune sopra i 15mila abitanti pianterà un albero in occasione della nascita di un pargolo di propri cittadini. È sancito dalla legge n.10 del 14 gennaio 2013, che mira ad assicurare il rispetto di una vecchia normativa (contenuta nella legge Cossiga-Andreotti n.113 del 29 gennaio 1992) fino a oggi quasi inutilizzata. Ogni bambino che verrà registrato all’anagrafe, anche adottato, avrà il suo albero, entro sei mesi dalla nascita.

Un atto simbolico? Certo, ma anche ambientale, e di partecipazione cittadina. Tanto che diverse amministrazioni d’Italia non hanno voluto aspettare il provvedimento governativo è si sono già mosse da sole tempo fa: una delle prime è la giunta comunale della celeberrima (per altri motivi, che decisamente hanno poco a che fare con la cittadina) Arcore, 18mila abitanti alle porte di Monza e della Brianza. “Ad Aprile 2012 il consiglio comunale ha approvato la delibera all’unanimità”, sottolinea Rosalba Colombo, battagliero sindaco arcorese con la barra dritta su temi ambientalisti (una delle prime azioni  stata quella di dotare di piste ciclabili buona parte delle vie dell’abitato), eletto nel 2011 in quota centro sinistra.

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“La piantumazione ha molteplici significati. Dal punto di vista umano, è un’attenzione concreta verso tutti i cittadini, senza alcuna distinzione di origine o altro, che in questo modo si sentono ancora di più legati al territorio in cui vivono”, spiega Colombo. “Per quanto riguarda l’aspetto ambientale, la nascita di nuovi alberi è un aspetto naturale, ma non si tratta di una conservazione del territorio fine a se stessa: arricchire un prato con diverse specie autoctone significa renderlo vivibile, regalando nuovi scenari a cui affezionarsi” L’ecosistema brianzolo è composto da piante come betulle, pioppi, querce. “Allo stesso modo, il territorio viene preservato da lavori futuri perché soprattutto da queste parti bisogna arginare il consumo di suolo”. Un dato su tutti: la provincia di Monza e Brianza è la prima in Italia per percentuale di suolo cementificato.

Ad Arcore la piantumazione è ora questione di settimane o pochi mesi: “Dopo la delibera, la fase successiva è stata l’approvazione del Pgt, Piano di governo del territorio, che ha individuato tre aree in cui verranno piantati gli alberi”, prosegue Colombo. “Nel nostro paese nascono in media 150 persone all’anno, a breve potremmo concretizzare questa nostra azione. E' un bene che ora sia diventata un’iniziativa su scala nazionale, e siamo contenti di essere stati fra gli apripista”.

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Parte la banca dati dei minori adottabili

Dopo undici anni, il ministero firma il decreto che dà il via alla banca dati dei minori adottabili e delle famiglie disponibili. Un modo in più per dare una risposta ai 2300 minori che in Italia attendono una famiglia

Ci sono voluti più di undici anni e alla fine le cose si sono smosse grazie a una sentenza del Tar del Lazio che ha obbligato il Ministero a istituirla, ma finalmente l’Italia ha la Banca Dati dei Minori adottabili. Il Decreto Dirigenziale che istituisce «la Banca Dati dei coniugi aspiranti all'adozione nazionale ed internazionale» è stato firmato il 15 febbraio dal capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile, Caterina Chinnici, e dal direttore generale dei Sistemi Informativi Automatizzati, Daniela Intravaia. La banca dati conterrà nomi e profili dei minori adottabili da un lato e di coppie e singoli disponibili all’adozione dall’altro, in modo da ampliare il campo ma allo stesso tempo velocizzare la ricerca dei genitori più adatti per il singolo bambino: solo in Italia, ricorda Aibi, secondo il recente rapporto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, sono 2.300 i bambini abbandonati in attesa di adozione (si tratta del 7% dei 29.309 fuori famiglia censiti dal report).
Quella della banca dati, prevista dalla legge 149/2001, è una vittoria che porta la firma di AiBi: sono loro infatti ad aver fatto ricorso al Tar del Lazio, che poi nello scorso ottobre aveva dichiarato inadempiente il Ministero, condannandolo a provvedere entro 90 giorni.
«Siamo comunque in ritardo, ma il decreto c’è», commenta con soddisfazione Marco Griffini, presidente di AiBi, in attesa ora di vedere il decreto. «Qualche timore resta, perché la stessa Chinnici a inizio gennaio aveva in sostanza ammesso che sui 29 tribunali dei minori esistenti in Italia, solo 8 hanno una banca dati e altri 3 la stanno avviando», spiega. Di fatto oggi, quindi, parte una Banca Dati che però per molti tribunali non contiene dati. Più che una costituzione effettiva quindi è l’avvio di un processo.

La banca dati è costituita presso il Dipartimento per la Giustizia Minorile, sarà aggiornata con cadenza trimestrale e l’accesso sarà riservato ai magistrati dei tribunali per i minorenni e delle procure presso i tribunali per i minorenni cui sia attribuita la trattazione dello specifico procedimento di adozione nonché ai magistrati degli altri uffici della giurisdizione minorile autorizzati dal capo dell'ufficio. Manca, rileva Griffini, «l’accesso da parte della Commissione adozioni internazionali, «utile perché nel caso in cui non si trovassero adottanti in Italia si dovrà poter avviare il procedimento di adozione verso l’estero». Una cosa questa, che non è prevista dalla legge 149/2001 «perché mai ci saremmo immaginati, allora, di poter essere paese d’origine di una bambino adottato, ma che certo con i numeri che il ministero ha recentemente messo nero su bianco ha un senso. Senza contare che essendo firmatari della Convenzione dell’Aja siamo anche paese d’origine».

Seppur con ritardo, l’Italia è uno dei primi paesi in Europa ad avviare questa banca dati. Griffini lo dice un po’ sorpreso, e spiega i primi passi del loro prossimo obiettivo: «Stiamo iniziando proprio ora a contattare gli enti di altri Paesi europei, perché una volta che tutti i paesi hanno la loro banca dati nazionale, è facilissimo creare una banca dati che consenta l’adozione europea. Sarebbe una cosa importantissima, perché in Europa i bambini fuori famiglia sono davvero moltissimi».

http://www.vita.it/welfare/adozioni-affido/banca-dati.html

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Lo zucchero cura le ferite. Sperimentazione in corso per questo curioso rimedio

Lo zucchero aiuterebbe la rimarginazione delle ferite. A dirlo sono i medici dell'ospedale di Birmingham, nel Regno Unito, che hanno accolto la proposta di un infermiere africano, Moses Murandu, che lavora in Zimbabwe e conosce da anni tale rimedio, da sempre utilizzato dalla propria famiglia. Il principio di base sta nella disidratazione della ferita provocata dallo zucchero, il che impedisce ai batteri di proliferare.

Stando ai primi risultati della sperimentazione, condotta su 35 pazienti, il recupero da una ferita anche grave è molto più rapido del normale adottando questa soluzione. In un caso, il paziente aveva subito l'amputazione di una parte della gamba e la rimozione di una vena aveva causato una ferita profonda che non era guarita a dovere. Dopo l'applicazione dello zucchero, però, il miglioramento è stato evidente e rapido.

 

ha raccontato: “è stato rivoluzionario. La ferita era molto profonda. Moses ha usato un barattolo intero di zucchero, ma due settimane dopo dovevo usare solo 4-5 cucchiaini. Il mio recupero è diventato molto più veloce. All'inizio ero scettico, ma ora sono impressionato".

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A contatto con lo zucchero, l'acqua si asciuga e ibatteri rimangono privi del liquido necessario per continuare a crescere e a infettare i tessuti colpiti.

 

http://www.italiasalute.it/5023/pag2/Lo-zucchero-cura-ferite.html

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Si puo' guarire dall'autismo ... Parola del dottor Tinus Smits

Oggi, nel Terzo Millennio, un bambino nato ogni 100 è autistico! Una vera e propria pandemia in crescita esponenziale, che in alcuni stati raggiunge addirittura numeri allarmanti, interessando 1 bambino ogni 50-80 nati. L’autismo è un disordine neurologico dello sviluppo, e siccome è considerato “incurabile” dalla medicina allopatica, ai genitori non resta che la disperazione.

 

Ed ecco un libro scritto da un medico omeopata olandese, che invece porta un po’ di luce nella tenebra, da una qualche speranza parlando senza mezzi termini anche di guarigioni. Con questo non si vuole illudere nessuno, soprattutto i genitori, anche se ci sono numerosi casi di bambini guariti: lo scopo di questo articolo-intervista, è far conoscere una strada, un percorso terapeutico, che sta dando risultanti straordinari. Una strada che da speranza.

 

 

 

Questa è una intervista molto particolare perché, ahinoi, il dr. Tinus Smits, autore del libro “Autismo. Oltre la disperazione” (edizioni Salus Infirmorum), è morto due anni fa.

 

Nonostante questo intoppo, ho ritenuto così importante far conoscere la sua opera, che ho deciso di preparare una serie di domande e risposte, dove queste ultime, sono state estrapolate direttamente dal suo libro e dal materiale pubblicato nel sito ufficiale gestito dai colleghi medici che ancora oggi portano avanti il suo lavoro www.cease-therapy.com.

 

 

 

 

 

Dopo questa intervista, per completare il quadro, ho chiesto aiuto al dottor Roberto Gava, medico tossicologo, farmacologo e omeopata di Padova che, oltre ad avere curato la revisione scientifica del libro in oggetto, ne ha scritto anche la prefazione.

 

D: Gentile dottor Tinus Smits quando è iniziato il suo interesse verso l’autismo?

 

R: Il mio interesse verso l’autismo è scaturito dalle prime esperienze di disintossicazione di bambini danneggiati dai vaccini pediatrici. Molti disturbi comportamentali - quando si otteneva la disintossicazione dai vaccini - scomparivano completamente. Ho visto nella mia pratica clinica che disturbi dell’attenzione (ADD), iperattività (ADHD), alterazioni dell’umore e aggressività erano spesso correlati alle vaccinazioni pediatriche. E quando effettuavo la disintossicazione dai vaccini ricevuti, si ottenevano miglioramenti incredibili e anche vere e proprie guarigioni.

 

 

 

D: Quando è giunto alla incredibile e straordinaria conclusione che l’autismo si può curare? E soprattutto, secondo lei quali sono le cause dell’autismo?

 

R: Sono giunto a tale conclusione dopo aver usato la terapia C.E.A.S.E. in più di 300 persone affette da autismo ai diversi livelli di gravità. La mia esperienza mi ha portato a dedurre che l’autismo è una patologia ad eziologia multifattoriale. Tra queste cause, secondo la mia esperienza, il 70% è da imputare ai vaccini, il 25% alla somministrazione di farmaci o di altre sostanze tossiche, soprattutto durante la gravidanza, e il 5% è causato da patologie organiche. L’autismo, quindi, è determinato da un accumulo di differenti sostanze tossiche, ma anche da traumi. Dirò di più: l’autismo non è il risultato di un danno permanente del tessuto cerebrale, è soltanto un blocco che rende impossibile il normale e corretto funzionamento del cervello stesso. L’autismo, quindi, non è una patologia fisica, ma è una patologia da squilibrio del normale funzionamento cerebrale, uno squilibrio reversibile!

 

D: Ha parlato di Terapia C.E.A.S.E.: cosa significa esattamente?

 

R: Letteralmente, in italiano C.E.A.S.E. Therapy (Complete Elimination of Autistic Spectrum Expression) significa “Completa Eliminazione delle Espressioni dello Spettro Autistico”. Questa terapia - quando si sospetta che una determinata sostanza chimica abbia contribuito o sia la causa principale dello sviluppo dell’autismo - consiste nell’impiego di questo stesso prodotto tossico in diluizioni omeopatiche.

 

D: Lei sta dicendo che se la causa dell’autismo è stata per esempio il vaccino trivalente M.P.R. (Morbillo-Parotite-Rosolia), lei somministrerà a quel bambino il vaccino M.P.R. omeopatizzato? Ho capito bene?

 

R: Esatto. Questa metodica è conosciuta in omeopatia come Isoterapia. L’Isoterapia consiste nell’utilizzare quella sostanza (resa omeopatica grazie a specifici processi di diluizione e succussione) che in una determinata persona ha causato un danno tossicologico. Per capire come agisca la disintossicazione, dobbiamo considerare che le malattie non sono solo provocate da sostanze come batteri, virus, funghi come crede la medicina convenzionale, ma che OGNI sostanza può lasciare un’impronta nel campo energetico di una persona.

 

D: In pratica, il prodotto Isoterapico specifico andrebbe a cancellare l’impronta energetica della sostanza che ha causato il danno?

 

R: Proprio così. Una volta cancellata l’impronta energetica, la guarigione è una spontanea conseguenza. A questo punto però va ricordato che queste impronte energetiche non derivano solo da un danno diretto e fisico alla persona, come le vaccinazioni, una malattia, i traumi emotivi ecc., ma possono anche essere trasmessi dai genitori al feto. Ecco perché è importantissimo lo stile di vita della donna in gravidanza…

 

D: Quali sono le potenze omeopatiche utilizzate nella Isoterapia?

 

R: Se abbiamo il dubbio che un determinato vaccino, farmaco o sostanza chimica abbia provocato un danno (come l’autismo, ma non solo questo), possiamo somministrare il vaccino, il farmaco o la sostanza chimica incriminata alle seguenti potenze: 30ch, 200ch, 1M e 10M.

 

D: Come si fa a capire se il rimedio somministrato è quello corretto?

 

R: E’ importante osservare attentamente le reazioni del bambino. Se un vaccino o un altro farmaco hanno effettivamente causato un danno al bambino, ci saranno delle reazioni molto significative al trattamento isoterapico (omeopatico). Il bambino, per esempio, potrebbe sperimentare un’altra volta gli stessi sintomi che ha avuto quando ha ricevuto per la prima volta quel vaccino e/o farmaco. Si può avere una secrezione mucosa da naso, orecchi, occhi e/o gola, ma anche diarrea, urine torbide e di cattivo odore, sudorazione, eruzioni cutanee e febbre. Queste importantissime eliminazioni non dovrebbero mai essere trattate (cioè soppresse farmacologicamente), perché fanno parte del processo fondamentale di guarigione.

 

D: Cosa può consigliare alle persone che stanno leggendo questo articolo?

 

R: In base alla mia comprensione di come si sviluppa l’autismo, è di grande importanza evitare OGNI farmaco in gravidanza e nei primi due anni di vita del bambino. Il feto e il neonato non sono in grado di metabolizzare in modo adeguato le sostanze tossiche. Perciò i bambini non dovrebbero essere vaccinati, almeno nei primi anni di vita, mentre dobbiamo fare in modo che crescano nel modo più sano possibile.

 

D: Quanto importante è lo stile di vita in generale e l’alimentazione in particolare?

 

R: Una dieta sana e corretta dovrebbe contemplare l’apporto di acidi grassi polinsaturi (Omega-3 e Omega-6), perché essi svolgono un ruolo fondamentale nella formazione e nel buon funzionamento del cervello, ma anche un ruolo nel conseguimento di una normale salute mentale ed emozionale. Dovremmo eliminare tutte le sostanze tossiche come il glutammato monopodico e lo zucchero. Il glutammato, per esempio, fa aumentare di 3 volte l’insulina prodotta dal pancreas e crea una dipendenza enorme perché spinge le persone a mangiare di più. Anche lo zucchero raffinato produce sia dipendenza, che stress ossidativo e alimenta la crescita di un lievito onnipresente nei bambini autistici: la Candida Albicans. La Candida è responsabile di un’ampia gamma di disturbi, tra cui il malassorbimento intestinale di vitamine e minerali.

 

D: Può dirci qualcosa di più sui pericoli dello zucchero raffinato?

 

R: Intorno al 1900, usavamo solo un chilogrammo di zucchero supplementare a persona ogni anno. Oggi, usiamo in media 70 kg di zucchero raffinato a persona. Tutti i bambini, autistici, con problemi di comportamento (ADHD), i bambini aggressivi, ecc. dovrebbero eliminare completamente lo zucchero dal loro regime alimentare. Il solo zucchero che il corpo può digerire è il glucosio. Perciò tutti gli altri zuccheri che entrano nel corpo devono essere prima cosa trasformati in glucosio. Questo processo è possibile soltanto grazie a degli enzimi prodotti dal corpo. I disaccaridi come lo zucchero da barbabietola, il saccarosio, il lattosio, l’iso-maltosio e i polisaccaridi non possono essere assorbiti nell’intestino tenue ed entrano quindi nel colon dove nutrono batteri ‘zucchero-dipendenti’, che a loro volta proliferando, alterano l’equilibrio degli utili e indispensabili batteri dell’apparato digerente. Questi batteri che si nutrono di zuccheri entrano in massa nell’intestino tenue e causano irritazione intestinale (tra cui malassorbimento), che provoca la produzione di muco, con funzione protettiva, e diarrea. I disaccaridi non entrano in contatto con le cellule del colon deputate all’assorbimento e diventano cibo per batteri che si nutrono di zucchero (funghi ma non solo).

 

D: Cos’è e quanto è importante la metallotioneina?

 

R: E’ una proteina e rappresenta la nostra prima linea di difesa contro i metalli pesanti. E’ presente nella bocca, nello stomaco e in grandi quantità nell’intestino. Se è presente in quantità sufficienti nell’intestino, i metalli pesanti come mercurio, alluminio o il piombo si legano a questa proteina scambiandosi con lo zinco! Anche gli enzimi che metabolizzano la caseina e il glutine hanno bisogno, per il loro funzionamento, dello zinco. Perciò una carenza di metallotioneina porterà una carenza dell’enzima che scompone caseina e glutine. Se la proteina metallotioneina non funziona per una mancanza di zinco, il mercurio, piombo o alluminio e altri metalli pesanti finiscono nel sangue e quindi anche nel cervello!

 

Non solo, ma la metallotioneina protegge anche dalle infezioni intestinali – diffusissime nei bambini autistici - e contrasta la Candida e gli altri funghi.

 

Secondo il Pfeiffer Institute, una metallotioneina mal funzionante spiegherebbe perché i maschi sarebbero più propensi a sviluppare l’autismo quattro volte più delle femmine. Le femmine infatti sarebbero più protette dalle sostanze tossiche esterne perché gli estrogeni e il progesterone stimolano la produzione di metallotioneina.

 

D: Anche se è evidente dalle sue risposte: cosa pensa dei vaccini pediatrici?

 

R: Il problema dei metalli pesanti nei vaccini è enorme. I metalli pesanti, come alluminio e mercurio, iniettati tramite i vaccini, superano le barriere di difesa del nostro organismo e intossicano il corpo direttamente. Tali metalli, bypassando la metallotioneina, possono entrare direttamente nel cervello, nonostante la barriera emato-encefalica che protegge. A tutto questo, vanno aggiunti i metalli che entrano nell’organismo tramite l’alimentazione, l’aria e l’acqua. L’apporto giornaliero di mercurio presente nel cibo, sempre secondo il Pfeiffer Institute, è di circa 20 mcg (microgrammi) e se i denti sono otturati con amalgama, viene ceduto all’organismo molto mercurio ogni giorno (1mcg/giorno per una amalgama vecchia, e fino a 450mcg/giorno per una amalgama recente).

 

Per i vaccini posso dire che uno dei cambiamenti più positivi che la medicina potrebbe fare, allo scopo di fermare la piaga del’autismo e di molti altri problemi comportamentali e di salute dei nostri figli, sarebbe quello di posticipare i vaccini dopo i due anni di età.

 

La conferma di questo arriva dal Giappone.

 

Nel 1975 il Giappone ha interrotto le vaccinazioni nei bambini sotto i due anni di età. Questo ha fatto sì che questo paese avesse la più bassa incidenza di mortalità infantile al mondo, mentre prima era collocato al 17mo posto. Con 300 casi di bambini autistici, sono arrivato alla conclusione che nella maggioranza dei casi sono coinvolte le vaccinazioni, ma questo non significa che siano l’unica causa. Più farmaci un bambino ha assunto nei primi due anni di vita e maggiore è la probabilità che un bambino diventi autistico. Questo vale anche e soprattutto per il periodo di gravidanza e per il parto. Più farmaci prende la mamma, maggiore è la possibilità di avere un figlio autistico e non solo.

 

Nella mia esperienza, l’autismo è un disturbo tipicamente da accumulo.

 

Tutti i vaccini possono contribuire allo sviluppo dell’autismo, ma anche altre sostanze come gli spray nasali, antibiotici, antiepilettici, antiacidi, il fumo, l’anestesia del parto, e forse anche altre sostanze ancora sotto esame, come aspartame, glutammato, ftalati e bisfenolo A.

 

D: In conclusione, dottor Smits, i bambini autistici sono condannati a rimanere tali per tutta la vita? Avranno bisogno di una assistenza?

 

R: I numerosi casi clinici che ho seguito mi permettono di affermare che i bambini autistici possono essere guariti al 100% e avere una vita normale senza aver bisogno di una particolare assistenza!

 

--------------

 

Non è possibile ringraziare personalmente il dottor Smits, ma questa intervista è un doveroso riconoscimento per il testamento medico e anche spirituale che ha lasciato, per la sua grande opera volta ad aiutare centinaia di migliaia di bambini danneggiati da uno stile di vita e una società innaturali e soprattutto per dare speranza ai rispettivi genitori.

 

Si consiglia la lettura del libro del dottor di Tinus Smits: “Autismo. Oltre la disperazione” della casa editrice Salus Infirmorum. Ma per approfondire ulteriormente questo argomento, abbiamo scomodato anche il dottor Roberto Gava, che ne ha curato la revisione e sta assistendo personalmente alcuni bambini autistici.

 

 

 

 

 

D: Dottor Gava, dalla tua esperienza in ambito clinico e dalla vasta conoscenza in ambito vaccinale pediatrico, cosa ci puoi dire della crescita esponenziale dell’autismo, dell’Isoterapia e della CEASE Therapy in questo delicato ambito?

 

R: "L’autismo è un disordine neurologico dello sviluppo che compromette la comunicazione e le relazioni sociali della persona e che causa comportamenti ripetitivi. I più recenti studi epidemiologici rilevano un tasso di incidenza dell’autismo pari ad 1 caso ogni 100 nascite, con una crescita annuale di circa il 10-17%.

 

Questa patologia, pertanto, oltre ad essere estremamente grave, sta diventando anche drammaticamente comune. Sappiamo tutti che attualmente non esiste alcuna terapia capace di far regredire la sindrome autistica, ma questo libro di Tinus Smits sta veramente dando speranza a quei genitori che sono nella disperazione.

 

Personalmente, conosco la tecnica messa a punto da Smits da circa 6-7 anni, ma solo da un anno la sto utilizzando sistematicamente in tutti i bambini, autistici o meno, nei quali sospetto l’esistenza di un danno causato o dalle vaccinazioni pediatriche o da qualche altro farmaco.

 

Ho in cura più di 50 bambini ma, data la delicatezza dell’argomento, preferisco non esprimere giudizi affrettati; comunque, nel corso di quest’anno ho intenzione di esaminare ed elaborare statisticamente tutte le informazioni che i genitori dei miei piccoli pazienti mi stanno facendo gradualmente pervenire.

 

Per ora, comunque, posso dire che la terapia C.E.A.S.E. non è assolutamente priva di effetti.

 

Nella quasi totalità dei casi in cui c’è stato effettivamente un danno vaccinale emergono evidenti reazioni in diretta connessione causale con l’isovaccino omeopatico somministrato. In genere, la reazione si manifesta 1-2 giorni dopo l’assunzione delle potenze 30ch o 200ch e solo in un numero minore di casi inizia dopo l’assunzione delle due potenze maggiori. Le reazioni non sono di solito intense, durano circa 4-10 giorni e possono consistere in molti disturbi: dermatiti, febbre, patologie delle prime vie respiratorie, disturbi intestinali e spesso nervosismo e disturbi caratteriali. Queste reazioni, comunque, sono quasi sempre prevedibili, perché tendono praticamente sempre a ripresentarsi gli stessi sintomi che sono stati causati nel bambino dal vaccino o da qualche altro farmaco, come effettivamente può accadere con un qualsiasi rimedio omeopatico. Queste reazioni sono molto importanti, perché sono la prova che quel vaccino che il bambino ha assunto (e per il quale abbiamo somministrato il rimedio omeopatico ottenuto dinamizzando quella stessa sostanza) è realmente la causa del suo danno organico. Quindi, la terapia omeopatica C.E.A.S.E. di Tinus Smits permette sia di diagnosticare che di curare nello stesso tempo un danno vaccinale o un qualsiasi danno farmacologico.

 

Va inoltre detto che le reazioni che avvengono dopo la somministrazione dei vaccini omeopaticizzati non sono intense, sono qualsiasi sempre sopportabili dal bambino e dai suoi genitori e solo saltuariamente è necessario intervenire con qualche rimedio omeopatico classico per smorzarne l’intensità.

 

Gli effetti che l’uso di questa terapia ha indotto nei miei pazienti, come ho detto prima, non sono ancora chiaramente definibili, ma i dati di cui dispongo mi portano ad affermare che i bambini che hanno avuto una reazione sintomatologica dopo la somministrazione dei vaccini omeopaticizzati sono poi quasi sempre migliorati dal punto di vista caratteriale e mentale: alcuni che prima non parlavano hanno iniziato a parlare, alcuni che non camminavano hanno iniziato a camminare e in ogni caso sono migliorati a livello comportamentale con una maggior acquisizione del loro autocontrollo e della loro capacità di relazionarsi con gli altri.

 

Alcuni, invece, non hanno avuto alcun effetto dalla terapia, né in senso reattivo né in senso migliorativo, ed è quindi probabile che in questi soggetti non ci fosse un danno vaccinale ma, come dice Tinus Smits nel suo libro, sia da riesaminare l’intera storia del bambino in modo da individuare il vero fattore causale che, prima o dopo la sua nascita, ha alterato il suo equilibrio psico-neuro-endocrino-immunologico. A tale scopo, credo sia di grande utilità acquisire le conoscenze che Harry van der Zee, un amico di Tinus Smits, ha sintetizzato in un suo recente libro: L’Omeopatia nella cura dei traumi del parto: Capire, proteggere e curare i nostri bambini prima e durante la loro nascita.

 

Per quanto la mia esperienza con questa terapia sia per ora ancora parziale, posso però dire con tranquillità che la conoscenza di questa nuova tecnica di terapia omeopatica può veramente portare “oltre la disperazione” i genitori dei bambini diventati autistici o epilettici o A.D.H.D. o con disturbi caratteriali o comportamentali a causa delle vaccinazioni e dovrebbe essere conosciuta e utilizzata da tutti gli omeopati".

 

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Approfitto dell’occasione per ringraziare di cuore il dottor Roberto Gava, un grande Medico, un grande Uomo, e mi onoro della sua amicizia.

 

Il dottor Gava tiene alta l’Ars Medica di ippocratica memoria, che non è una professione e neppure una specializzazione, ma una missione spirituale.

 

GRAZIE

 

Marcello Pamio

 

Fonte: www.disinformazione.it

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CARCERI ITALIANE e se lo Stato dovesse pagare 1,12 miliardi

La Corte europea dei diritti dell'uomo condanna l'Italia a risarcire in media 17mila euro a sette ristretti danneggiati dal sovraffollamento. "Se entro un anno lo Stato non trova alternative, tutte le 66mila persone recluse potrebbero fare causa e vincerla", avverte l'avvocato Osti, specialista in materia.

 

Un cataclisma potrebbe abbattersi sulle casse dello Stato italiano ma nessuno sembra preoccuparsene troppo, almeno non pubblicamente. Stiamo parlando di possibili risarcimenti di migliaia di euro a testa che lo Stato dovrebbe concedere a chi, dei 66mila detenuti italiani, facesse causa contro la massima istituzione italiana per le condizioni inadeguate di trattamento detentivo. Ovvero, per il sovraffollamento (la capienza regolamentare è di 46mila posti). Attenzione: non è una lontana possibilità. I primi sette che ci hanno già provato hanno già vinto, perlomeno a livello europeo: “ciascuno dovrebbe ricevere in media 17mila euro, così ha sentenziato la corte europea dei diritti dell’uomo lo scorso 8 gennaio 2013 nel caso Torreggiani e altri contro Italia”, spiega Alessandra Osti, avvocato e ricercatrice di Diritto costituzionale presso l’Università degli studi di Milano, specializzata in giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Lo scenario è da brividi: “se tutti facessero causa si parla di cifre abnormi se tutti facessero causa si arriverebbe a cifre abnormi, un rischio a oggi potenziale se l'Italia riuscirà in dodici mesi a rimediare al problema del sovraffollamento”. Il conto è presto fatto: 1,12 miliardi di euro. Un miliardo, proprio così.

Perché la Corte europea ha condannato lo Stato italiano?
Per violazione strutturale dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo in termini di trattamento dei detenuti. È una sentenza pilota: accertata una violazione sistematica di un dato diritto impone allo Stato di trovare misure atte a fermarla. Questa sentenza ne segue un'altra del 2009 con cui  l’Italia era stata condannata per un simile motivo: allora il Governo, anche a seguito della pronuncia, aveva dichiarato lo stato di emergenza e adottato un piano carceri, che però alla luce dei fatti non è bastato per la Corte. Ora lo Stato è invitato a trovare misure per fermare il fenomeno del sovraffollamento: tra le misure possibili suggerite dai giudici di Strasburgo ci sono la costruzione di nuove carceri, l'implementazione di efficaci rimedi interni capaci di rendere giustizia ai detenuti che si trovano in condizioni di vita non dignitosa e lo studio di pene alternative. L'Italia ha un anno di tempo per declinare concretamente gli spunti che la Corte europea ha dato ed eliminare tale violazione strutturale.

Quali scenari se l’Italia non trova soluzioni?
A livello teorico si potrebbe arrivare all’esclusione dal Consiglio europeo, considerando che c’è un precedente di qualche decennio fa riguardante Grecia e Cipro. È invece più probabile, prima di arrivare a un simile provvedimento, che le sanzioni pecuniarie vengano estese a tutta la popolazione carceraria che denunci le proprie condizioni, e di sicuro lo Stato sarebbe condannato in tutti i casi pendenti oltre ai sette della causa Torreggiani.

Che vie d’uscita potrebbero esserci?
La strada della costruzione di nuove strutture è ancora percorribile, anche se i tempi sono sicuramente più lunghi di un anno. Un’altra possibilità suggerita dalla stessa Corte è la concessione di misure diverse alla detenzione e, probabilmente, un diverso e minore utilizzo della carcerazione preventiva. Sicuramente questa sentenza europea ha il merito di esercitare una pressione a livello politico e di rendere la questione concernente le carceri come prioritaria nell'agenda del prossimo governo di qualunque colore esso sia.

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