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Categoria: "Notizie scottanti"

Il caso non esiste: c'e' una forza intelligente che governa tutto

Il caso non esiste: c’è una forza intelligente che governa tutto

Fisico e teorico americano molto rispettato, Michio Kaku, famoso per la formulazione della teoria rivoluzionaria delle stringhe (modello di fisica fondamentale che presuppone che le particelle materiali apparentemente specifici sono in realtà “stati vibrazionali”) , ha recentemente causato una piccola scossa nella comunità scientifica sostenendo di aver trovato le prove dell’esistenza di una forza sconosciuta e intelligente che governa la natura.
Più semplicemente, qualcuno simile al concetto che molti hanno di Dio come creatore e organizzatore dell’universo.
Per arrivare a questa conclusione Michio Kaku ha utilizzato una nuova tecnologia creata nel 2005 e che gli ha permesso di analizzare il comportamento della materia su scala subatomica, basandosi su un “primitivo tachioni semi-radio”.
Tachioni, incidentalmente, sono tutte quelle ipotetiche particelle in grado di muoversi a velocità superluminali, cioè sono particelle teoriche, prive di qualsiasi contatto con l’universo.
Quindi questa materia è pura, totalmente libera dalle influenze dell’universo che la circonda.

Viviamo in Matrix

Secondo il fisico, osservando il comportamento di questi tachioni in diversi esperimenti, si arriva alla conclusione che gli esseri umani vivono in una sorta di “Matrice”, cioè un mondo governato da leggi e principi concepiti da una specie di grande architetto intelligente . “Sono giunto alla conclusione che siamo in un mondo fatto da regole create da un’intelligenza, non molto diversa da un gioco per computer, ma naturalmente, più complessa”, ha detto lo scienziato.
Analizzando il comportamento della materia a scala subatomica, colpiti dalle primitive tachioni semi-radio , un piccolo punto nello spazio per la prima volta nella storia, totalmente libero da ogni influenza dell’universo, la materia, la forza o la legge, è percepito il caos assoluto in forma inedita .
“Credetemi, tutto quello che fino a oggi abbiamo chiamato caso, non ha alcun significato, per me è chiaro che siamo in un piano governato da regole create e non determinate dalle possibilità universali, Dio è un gran matematico” ha detto lo scienziato .

C’è un Dio?

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Michio Kaku ha ricordato che “qualcuno fece ad Einstein la grande domanda: c’è un Dio?
Al che Einstein rispose dicendo che credeva in un Dio rappresentato dall’ordine, dall’armonia, dalla bellezza, dalla semplicità e dall’eleganza, il Dio di Spinoza. L’universo potrebbe essere caotico e brutto, invece è bello, semplice e governato da semplici regole matematiche. ”

La teoria degli archi e la musica di Dio

Per quanto riguarda la formulazione del famoso “String Campo Theory”, o teoria delle stringhe, modello fondamentale della fisica che presuppone che particelle di materiale apparentemente specifici sono effettivamente “stati vibrazionali” un oggetto esteso più base chiamato ” corda “o” filamento “che renderebbe un elettrone, per esempio, non un” punto “struttura interna e dimensione zero, ma una massa di minuscole corde vibranti in uno spazio-tempo di più di quattro dimensioni , Kaku ha affermato che “per lungo tempo ho lavorato su questa teoria, che si basa su musica o piccole corde vibranti che ci danno le particelle che vediamo in natura. Le leggi della chimica con cui abbiamo avuto problemi alle superiori, sarebbero le melodie che possono essere suonate su queste corde vibranti. L’universo, sarebbe una sinfonia di queste corde vibranti e la mente di Dio, su cui Einstein scrisse molto, sarebbe la musica cosmica che risuona attraverso questo nirvana, attraverso uno spazio iper-dimensionale “.

Il fisico americano di origine giapponese ha concluso che “i fisici sono gli unici scienziati che possono pronunciare la parola
“Dio” e non arrossire.
Il fatto essenziale è che queste sono domande cosmiche di esistenza e significato. Thomas Huxley, il grande biologo del secolo scorso, ha affermato che la questione di tutte le questioni della scienza e della religione è determinare il nostro posto e il nostro vero ruolo nell’universo. Pertanto, scienza e religione trattano la stessa domanda. Tuttavia, c’è stato essenzialmente un divorzio nel secolo scorso, più o meno, tra scienza e umanesimo, e penso che sia molto triste che non parliamo più la stessa lingua “.

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Satsang sui chakra ed il risveglio della kundalini

Satsang sui chakra

Swami Satyananda Saraswati

“Nostro” maestro  di YOGA NIDRA

 

Qual è la relazione tra la concentrazione sui chakra ed il risveglio della kundalini?

La concentrazione sui chakra è una parte del kundalini yoga. Tuttavia, il solo concentrarsi sui chakra non sveglierà kundalini shakti. Prima che la kundalini possa svegliarsi sushumna nadi deve essere purificata ed attivata.

 

Come si diventa più consapevoli dei chakra?

La consapevolezza dei chakra dipende dalla propria evoluzione spirituale. Quando la coscienza è stata purificata attraverso gli sforzi spirituali, la consapevolezza dei chakra risulterà notevolmente migliorata. Nelle nostre precedenti incarnazioni abbiamo sviluppato diversi chakra. Se quando si pratica la concentrazione sui chakra, ne “sentiamo” maggiormente uno, vuol dire che da quel punto deve iniziare la nostra evoluzione.

 

Può darci una breve descrizione di ogni chakra?

 

Muladhara chakra è la radice o la struttura sottile dell'essere umano. Mula significa "radice", adhara significa "sostegno". Nel corpo maschile, questo chakra si trova tra l'ano e gli organi sessuali. Nel corpo femminile si trova nella cervice, dove la vagina e l'utero si uniscono.

 

Il successivo è swadhisthana, situato alla base della colonna vertebrale o al coccige. Swadhisthana significa "la propria dimora"; è la base da cui la maggior parte delle persone esprime sé stesso nel mondo.


Manipura chakra è situato all'interno della colonna vertebrale esattamente dietro l'ombelico. Il termine mani significa "gioiello", pura significa "città", quindi manipura è noto come la "città dei gioielli". E' il centro in cui è conservata l'energia vitale del corpo.

 

Vi è poi Anahata, situato nella colonna vertebrale dietro al cuore. Anahata significa "non colpito o intatto"; è il centro del suono intatto.


Vishuddhi chakra è conosciuto come il centro di purificazione, in quanto purifica ed armonizza tutti gli opposti ed i veleni. In vishuddhi il veleno ed il nettare (BINDU) vengono separati e raffinati. Esso si trova nel midollo spinale dietro la regione della gola.

 

Ajna chakra è il centro del comando, in cui vengono ricevute le istruzioni dal guru interno o esterno. La parola ajna significa effettivamente "comando". Questo chakra è situato dietro al centro tra le sopracciglia, all’apice della colonna vertebrale. Bindu è il punto esatto in cui i bramini indù portano un ciuffo di capelli.

 

La parola bindu deriva dalla radice sanscrita "bind" che significa "separare" o "dividere". E' il punto in cui l’unità si divise in molti. Bindu è il punto del cranio che da nutrimento al sistema ottico.

 

Sahasrara è il divino loto dai mille petali. La sua natura è infinita. La correlazione fisica di questo centro è la ghiandola pituitaria che controlla ogni altra ghiandola del sistema corporeo.


Questi sono i principali chakra e ciascuno di essi ha un corrispondente punto di risveglio situato lungo la parte frontale del corpo. Per muladhara è il chakra stesso, per swadhisthana è l'osso pubico, per manipura l'ombelico, per anahata il cuore, per vishuddhi la gola, e per ajna il centro tra le sopracciglia. Bindu ha una linea diretta per sahasrara.


E' inoltre interessante notare che ajna chakra è il simbolo degli indù, bindu è il simbolo dei musulmani, anahata il simbolo dei cristiani e manipura il simbolo dei buddihsti.

 

Ci sono altri chakra nel corpo umano?

 

Sotto muladhara ci sono altri chakra che appartengono al regno animale. Essi sono collegati solo con la percezione della coscienza e non con la consapevolezza mentale. Quando la vostra consapevolezza si stava evolvendo attraverso questi chakra, la vostra mente era connessa con la consapevolezza sensoriale. Non c'era consapevolezza individuale, non c'era ego: questi iniziano da muladhara. Questi centri inferiori non funzionano più perché li avete trascesi e non hanno più alcun significato per voi ora.

In realtà ci sono 7 chakra superiori e 7 inferiori, che rappresentano i 14 piani di coscienza.

 

Perché i fiori di loto dei diversi chakra hanno differenti colori?

Proprio come i fiori che crescono in natura sono di diverso colore, a seconda del tipo e della regione in cui crescono, così anche all’interno dell'essere umano ci sono dei fiori che rappresentano i vari aspetti di sviluppo o evoluzione. Essi simboleggiano l'essere interiore, la gloria interiore. Ognuno può concepire sé stesso come una composizione di fiori multicolori.

 

Può dirci qualcosa di più su sahasrara chakra?

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Sahasrara è il supremo; è il culmine finale della kundalini shakti. La sede originaria della kundalini è muladhara, mentre la dimora di Shiva, purusha o la coscienza suprema, è sahasrara. Shiva e Shakti sono le due entità eterne. Sahasrara è la sede della consapevolezza più elevata, ed è solo pura consapevolezza. Non ha mobilità, attività, movimento, vibrazione: è assolutamente immobile. Shakti, invece, è dinamica, creativa, mobile e piena di vibrazioni. Quando Shakti ascende in sahasrara e si unisce con Shiva, si fa esperienza di un grande risveglio e si realizza una nuova dimensione di coscienza.

 

C'è un modo semplice per concentrarsi sui chakra per coloro che hanno difficoltà a localizzarli?

Sì, ci sono alcune chiavi maestre. Come si può conoscere la posizione esatta di muladhara chakra? Metterci uno spillo non è certamente il caso! Potete praticare nasikagra mudra che consiste nel fissare la punta del naso, in questo modo la vostra consapevolezza si concentrerà al punto esatto di muladhara. Questo è un esempio di una chiave maestra.


Come fare per concentrarsi su ajna chakra? Non lo potete localizzare, potete solo immaginarlo. In primo luogo, concentratevi nel centro tra le sopracciglia e cercate di ridurre questa zona ad un punto. Se avete difficoltà, mettete un po' di balsamo contenente mercurio nel centro tra le sopracciglia, chiudete gli occhi e la pelle si contrarrà leggermente. Senza fare alcuno sforzo, sentirete la sensazione e svilupperete la consapevolezza di quel punto, tanto che esso potrà essere visto come un piccolo sole splendente. Una volta avuto esperienza di questo, la vostra mente si muoverà all'indietro e si fisserà in quel punto così difficile da individuare, ajna chakra.


Ci sono vari metodi come questi, che consentono di scoprire il punto esatto, senza usare l'immaginazione e senza sforzo o tensione.

 

Potrebbe suggerire una tecnica per concentrarsi su tutti i chakra?

Vi darò alcuni metodi. Potete sedere tranquillamente e concentrarvi alternativamente sui vari chakra effettivi o sui loro centri di connessione nella parte anteriore del corpo.

 

Con uno strumento musicale suonate le scale:  sa-re-ga-ma-pa-da-ni-sa oppure do-re-mi-fa-sol-la-si-do.


Identificate le note con i chakra e mentre ascendete e discendete la scala, portate l'attenzione da chakra a chakra, da muladhara a sahasrara.


Un altro metodo prevede l'uso dei mantra. Ogni chakra ha un bija mantra: lam, vam, ram, yam, ham e aum, rispettivamente da muladhara a ajna. Praticate japa ripetendo il bija mantra corrispondente alla zona in cui concentrate la vostra attenzione. Ad esempio, mantenete la mente su muladhara e ripetere lam più e più volte. Poi concentratevi su swadhisthana e ripetere vam per qualche tempo. Continuate a ripetere il mantra corrispondente ad ogni chakra.


Potete anche usare gli yantra ed i mandala relativi a ciascun chakra, o i tattwa, elementi, dei chakra. Potrete scoprire che in varie religioni ci sono tecniche per concentrare l'attenzione sugli elementi, quali fuoco, acqua, terra, aria ed etere. Questi sono solo alcuni esempi, ma vi sono molte tecniche differenti.

 

Si ha qualche beneficio a concentrarsi su un chakra piuttosto che su un altro?

Quando vi concentrate su un chakra, avviene il risveglio relativo a tale chakra. Ogni chakra è la sede di determinate esperienze.

 

Quando vi concentrate su manipura chakra, avete un grande risveglio di energia. Quando vi concentrate su anahata, avete sentimenti di pace. Se vi concentrate su ajna, avete un’esperienza di luminosità, e se vi concentrate su swadhisthana, avete un’esperienza di beatitudine, che può essere paragonata all'estasi di un orgasmo.


Queste sono alcune delle esperienze che si possono avere concentrandosi sui diversi chakra. Come la vostra concentrazione si svilupperà, le relative facoltà della mente saranno di conseguenza influenzate. I chakra corrispondono alle percezioni extrasensoriali, quali la telepatia, la chiaroveggenza, la chiaro udienza, le premonizioni ecc.

 

Se una persona ha fatto largo uso di droghe in passato può essere questo d’impedimento al risveglio dei chakra?

No, ma una volta che si è smesso di assumere droghe sarà necessario purificare il corpo attraverso l'hatha yoga e il pranayama. Il sistema nervoso, il cervello, il sangue, il sistema respiratorio, le ghiandole e di fatto tutto il corpo, dovrà essere completamente privo di tossine affinché il risveglio possa avvenire.

 

Un'operazione alla colonna vertebrale può influire sui chakra e sulle nadi nell’area in cui si svolge l'operazione?

Ho conosciuto personalmente un giovane che soffriva di tumore alla colonna vertebrale. L'ho incontrato la prima volta, dopo che era stato a Londra per un'operazione alla colonna vertebrale. Aveva ancora il cancro allora, e ho iniziato ad insegnargli yogasana, pranayama, prana vidya ed alcune pratiche tantriche. Guarì, e nel corso del suo sadhana ebbe bellissime esperienze spirituali. In meditazione profonda vide Durga, e avvertiva sensazioni in muladhara chakra quando si concentrava sulla punta del naso.


Ho osservato anche molte altre persone che hanno subito interventi alla colonna vertebrale e ho visto che il loro sistema nervoso autonomo, il sistema nervoso simpatico e parasimpatico, continuano a funzionare in perfetto equilibrio.

 

Da queste esperienze sono arrivato alla conclusione che anche operazioni importanti non disturbano le nadi o i chakra. Ma, naturalmente, questo non è una prova inconfutabile; molto lavoro deve essere ancora fatto in questo settore.

 

Tratto da: http://www.yogamag.net/archives/1980/joct80/sat1080.shtml

 

 

KARMA YOGA

Karma tradotto letteralmente significa azione. Karma Yoga è di fatto una meditazione dinamica attraverso l'azione. E' considerato una delle vie più potenti, poichè ogni istante della vita compiamo azioni di natura psichica, mentale e fisica. Nell'essenza il Karma Yoga consiste in qualsiasi azione eseguita con consapevolezza meditativa, di momento in momento, senza il pensiero di una ricompensa, con assenza di aspettativa, rinucia dei frutti dell'azione, il lavorare per il gusto di lavorare, il lavoro diventa gioco, un'azione eseguita mettendo l'ego da parte, la rinuncia di desideri limitati, l'efficienza nell'azione, il mantenere l'equilibrio sia nel successo sia nel fallimento.

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attenzione a quello che dite: le parole sono importanti

Per Yogi Bhajan, il Maestro del Kundalini Yoga, è fondamentale non dire mai cose contro ogni forma umana, perché è una calunnia contro ciò che Dio ha creato

 

Generalmente quando parlate tra voi vi agitate, vi arrabbiate, vi ammalate mentalmente e abbandonate la vostra reale identità. Voi dite le cose per ferire gli altri. Ricordate, una parola sbagliata detta, vive per sempre, sulla Terra e nei cieli. Non c'è modo di uscirne. Così, parlare, non è solo per esprimersi; parlare non è solo comunicazione. E' uno strumento, è un arma che taglia le labbra per sempre.

L'arte della comunicazione è semplice e deve fluire da voi.

Non reagire e non agire negativamente nella comunicazione. E' molto pericoloso. Non c'è soluzione. Si porterà via tutti i vostri meriti. E vi lascerà vuoti, superficiali, nel dolore. Questo è il potere delle parole negative. Pertanto, in nessun caso siete tenuti a usare un linguaggio negativo e non dovete comunicare in un modo che sia offensivo. Nè si deve parlare in un modo che sarebbe solo adulatorio. Parlare, non dovrebbe essere né strafare né sotto-fare, né super-positivo, né super-negativo. Parlare dovrebbe essere diretto, perché tra due linee, la strada diretta è la più breve.

 

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Chiacchierare, comunicare, parlare, scrivere, è tutto buono. Ma quando arrivano le avversità, la comunicazione si romperà. Mai rompere la comunicazione, né con un nemico, né con un amico. Mantieni la comunicazione. Questo è ciò che Dio fa. La comunicazione è solo vibrazione. Mantieni la vibrazione. Ma sii positivo. Non ascoltare mai le negatività.

 

Una persona consapevole parla con assoluta dignità e fede assoluta. Mai e poi mai dire cose contro ogni forma umana, anche inconsciamente, perché è una calunnia del divino, contro ciò che Dio ha creato.

 

Estratto da "KRI Level 2 Module Conscious Communication Manual by Yogi Bhajan"
Traduzione di Onkar Singh Roberto

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Quando desidero qualcosa lo chiedo a me stessa

“Quando desidero qualcosa lo chiedo a me stessa”

Intervista alla guaritrice messicana ABUELA MARGARITA

GRAZIE MARGARITA, MI HAI ILLUMINATA!

 

Quando la mente si unisce al cuore tutto è possibile. Voglio dire qualcosa a tutto il mondo… Che possono usare il potere del Grande Spirito nel momento in cui lo vogliano. Quando capisci chi sei, i tuoi pensieri diventano realtà. Io, quando ho bisogno di qualcosa, lo chiedo a me stessa. E funziona….

 

Abbiamo perso il contatto con la Natura, Nonna (Abuela in spagnolo significa nonna) Margarita ce lo ricorda, ci illumina di storia e di Magia facendoci vedere un’altra dimensione, la nostra!

“Quando desidero qualcosa lo chiedo a me”. Nonna Margherita, guaritrice, è cresciuta con la sua bisnonna, che era guaritrice e faceva “miracoli”. Pratica e conosce i circoli di danza del sole, della terra, della luna, e la ricerca della visione. Appartiene al consiglio degli anziani indigeni e si dedica a seminare salute e conoscenza in cambio della gioia che le produce il farlo, perché per mantenersi continua a coltivare la terra. Quando viaggia in aereo e le assistenti di volo le danno un nuovo bicchiere di plastica, lei si afferra al primo: “No, ragazza, questo va a finire alla Madre Terra.” Sprizza saggezza e potere, é qualcosa che si percepisce nitidamente. I suoi rituali, come gridare alla terra il nome del neonato, affinché riconosca e protegga il suo frutto, sono esplosioni di energia che fanno bene a chi é presente; e quando ti guarda negli occhi e ti dice che siamo sacri, si muove qualcosa di profondo. Lei ci dice:

Abuela Margarita: Ho 71 anni. Sono nata in campagna, nello stato di Jalisco, Messico, e vivo in montagna. Sono vedova, ho due figlie e due nipoti da parte delle mie figlie, però ne ho a migliaia con cui ho potuto imparare l’amore senza attaccamento. La nostra origine sono la madre Terra e il padre Sole. Sono venuta sulla terra per ricordare a voi ciò che c’è dentro ciascuno.

Giornalista:  Dove andiamo dopo questa vita?

  1. M.: Oh, figlia mia, a divertirci. La morte non esiste. La morte è semplicemente lasciare il corpo fisico, se vuoi.

G.: Come se vuoi…?

A.M.: Te lo puoi portare via. Mia bisnonna era chichimeca (NdT: popolazioni seminomadi dell’America centro-sud, termine peggiorativo un po’ come i nostri zingari), sono cresciuta con lei fino ai 14 anni, era una donna prodigiosa, una guaritrice, magica, miracolosa. Ho imparato molto da lei.

G.: Ormai si nota che lei è una saggia, Nonna.

A.M.: Il potere del cosmo, della terra e del grande spirito è lì per tutti, basta prenderlo. Noi guaritori valorizziamo e amiamo molto i 4 elementi ( fuoco, acqua, aria, terra), li chiamiamo nonni. Una volta ero in Spagna, accudivo a un fuoco e ci siamo messi a chiacchierare.

G.: Con chi?

A.M.: Con il fuoco. “Io sono in te,” mi disse. “Lo so già,” risposi. “Quando decidi di morire ritornerai allo spirito, perché non ti porti il corpo?” disse. “Come faccio?” domandai.

G.: Interessante conversazione.

A.M.: “Tutto il tuo corpo è pieno di fuoco e anche di spirito – mi disse, – occupiamo il cento per cento dentro di te. L’aria sono i tuoi modi di pensare e ascendono se sei leggero. Di acqua abbiamo più dell’80% e sono i sentimenti ed evaporano. E terra siamo meno del 20%, cosa ti costa portarti via questo?” – – E perché vuoi il corpo? – – Ovvio, per godermela, perché mantieni i 5 sensi e ormai non soffri di attaccamenti. Adesso sono qui con noi gli spiriti di mio marito e di mia figlia. – – Ciao. – – Il morto più recente della mia famiglia è mio suocero, che se ne é andato a più di 90 anni. Tre mesi prima di morire decise il giorno. “Se me ne dimentico – ci disse – ricordatemelo “. Arrivò il giorno e glielo ricordammo. Si lavò, si mise vestiti nuovi e ci disse: “Ora me ne vado a riposare”. Si buttò sul letto e morì. Lo stesso vi posso raccontare di mia bisnonna, dei miei genitori, delle mie zie.

G.: E lei, nonna, come vuole morire?

A.M.: Come il mio maestro Martinez Paredes, un uomo poderoso. Andò in montagna: “Al tramonto venite a prendere il mio corpo”. Lo si udì cantare tutto il giorno e quando andarono a cercarlo, la terra era piena di orme. Così voglio morire io, danzando e cantando. Sapete cosa ha fatto mio padre?

G.: Cosa ha fatto?

A.M.: Una settimana prima di morire andò a raccogliere i suoi passi. Percorse i luoghi che amava e visitò la gente che amava e si prese il lusso di salutare. La morte non è morte, è la paura che abbiamo del cambiamento. Mia figlia mi sta dicendo: “Parla di me” e perciò vi parlerò di lei.

G.: Anche sua figlia decise di morire?

A.M.: Sì. C’è molta gioventù che non può realizzarsi, e nessuno desidera vivere senza senso. – –

G.: Cosa vale la pena?

A.M.: Quando guardi gli occhi e lasci entrare l’altro in te e tu entri nell’altro e diventate uno. Questa relazione di amore è per sempre, lì non c’è noia. Dobbiamo capire che siamo esseri sacri, che la Terra è nostra madre e il Sole nostro padre. Fino a pochissimo tempo fa gli Huicholes (NdT: detti anche Wirrarika o Wixarika o Huichol, sono nativi americani della Sierra Madre Occidentale del Messico, adorano il cactus allucinogeno peyote) non accettavano contratti di proprietà della terra. “Come sarei proprietario della madre Terra?” dicevano.

G.: Qui la terra si sfrutta, non si venera.

A.M.: La felicità è tanto semplice! Consiste nel rispettare ciò che siamo, e siamo terra, cosmo e grande spirito. E quando parliamo della madre terra, parliamo anche della donna che deve occupare il suo posto di educatrice.

G.: Qual’è la missione della donna?

A.M.: Insegnare all’uomo ad amare. Quando avranno imparato, avranno un’altra maniera di comportarsi con la donna e con la madre terra. Dobbiamo vedere il nostro corpo come sacro e sapere che il sesso è un atto sacro, quello è il modo per renderlo dolce e ci riempie di senso. La vita arriva per mezzo di questo atto d’amore. Se banalizzi questo, cosa ti resta? Restituire il potere sacro alla sessualità cambia la nostra attitudine verso la vita. Quando la mente si unisce al cuore tutto è possibile. Voglio dire qualcosa a tutto il mondo… Che possono usare il potere del Grande Spirito nel momento in cui lo vogliano. Quando capisci chi sei, i tuoi pensieri diventano realtà. Io, quando ho bisogno di qualcosa, lo chiedo a me stessa. E funziona.

G.: Ci sono molti credenti che pregano Dio, e Dio non concede.

A.M.: Perché una cosa è chiedere l’elemosina e un’altra ordinare a se stessi, sapere cos’è ciò di cui hai bisogno. Molti credenti son diventati dipendenti, e lo spirito è totalmente libero; di questo bisogna convincersi. Ci hanno insegnato ad adorare immagini invece di adorare noi stessi e adorarci tra di noi.

G.: Senza sentirsi imbarazzati.

A.M.: Dobbiamo utilizzare la nostra ombra, essere più leggeri, affinare le capacità, capire. Allora è facile curare, esser telepatici e comunicare con gli altri, le piante, gli animali. Se decidi di vivere tutte le tue capacità per fare il bene, la vita è piacere.

G.: Da quando lo sa?

A.M.: Alcuni momenti prima di morire mia figlia mi disse; ” Mamma, prendi la tua pipa sacra, devi condividere la tua saggezza e viaggerai molto. Non temere, io ti accompagnerò.” Io vidi con grande sorpresa come lei si incorporava al cosmo. Sperimentai che la morte non esiste. L’orizzonte si ampliò e le percezioni persero i limiti, per questo ora posso vederla e ascoltarla, lo crede possibile?

G.: Sì.

A.M.: I miei antenati hanno lasciato a noi nonni la custodia della conoscenza: “Verrà il giorno in cui si ritornerà a condividere in circoli aperti”.

Credo che questo tempo è arrivato.

Intervista originale: Cuadernodemujeres– Traduzione: Lasoffittadellestreghe – Rivisto ed editatoda Dionidream

Abuela (Nonna) Margarita Nuñez è messicana, india Chichimeca e portatrice della Sacra Pipa. Come membro del Consiglio Intertribale degli Anziani d’America viaggia per il mondo per condividere le sue conoscenze ancestrali tramandate dalle più genuine tradizioni indigene e mantenere viva l’eredità della cultura degli Antenati. Attraverso le sue cerimonie e il Temascal, la capanna di sudore, condivide la sua conoscenza ancestrale appartenente alla più genuina tradizione indigena. In Lei si riassumono saggezza e potere. I suoi rituali sono un’esplosione d’energia che contagiano pace e allegria. Quando ti guarda negli occhi e ti ricorda che siamo esseri sacri, qualcosa di profondo si muove dentro di te.

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IL SUONO E' L'ALIMENTO DEL CERVELLO

ALFRED A. TOMATIS: l’orecchio, l’ascolto e l’anima

Secondo il grande medico, nei nove mesi della gestazione, il feto costruisce la propria capacità di attenzione a partire dall’ascolto della voce materna e dagli stimoli uditivi che riceve filtrati dentro il corpo della madre. Il futuro sviluppo del nascituro è quindi legato a quel periodo della gravidanza che può essere sereno, o al contrario difficile. Per questo Tomatis ritiene che il tempo della gestazione sia di fondamentale importanza nella formazione psichica dell’uomo.

….Anche chi e’ stonato ha avuto una gestazione problematica….anche i dislessici…

*

• La cosa più importante da ricordare è che il cervello non produce energia, la cattura, ed è l’orecchio che gliela fornisce.
• Il suono è quindi un alimento del cervello.

 

Questi i suoi principali aforismi:

• Tutto il corpo è un orecchio, un’antenna ricettrice che vibra all’unisono con la fonte del suono.
• Non occorre sentire per ascoltare, infatti alcuni famosi musicisti del passato erano sordi.
• L’aria, una volta invasa dalle vibrazioni acustiche, che siano quelle di un battito di mani o di una sonata per pianoforte, non è più quella di prima.
• All’inizio fu il suono.
• Ogni fenomeno acustico, in fondo, non è che un’eco del «suono primordiale».
• La funzione dell’orecchio non è solo quella passiva del percepire i suoni, ma anche quella attiva in cui emerge il desiderio di ascoltarli.
• La cosa più importante da ricordare è che il cervello non produce energia, la cattura, ed è l’orecchio che gliela fornisce.
• Il suono è quindi un alimento del cervello.
• Il linguaggio è l’elemento fondante l’umanità dell’uomo.
• La lingua nativa è proprio la lingua materna appresa durante l’ascolto intrauterino, la prima funzione sensoriale a essere già consolidata al quinto mese di gestazione, e le altre lingue le si apprendono allo stesso modo, indipendentemente dall’età del parlante.
• Quando l’orecchio non ascolta in modo ottimale si hanno ripercussioni su tutto il sistema organismico.
• Una pedagogia fondata su una corretta educazione all’ascolto non ha per fine l’individuo monologante bensì l’individuo dialogante.
• Questa pedagogia è anche il segreto per accedere allo “effetto Mozart”, una chiave magica per trasformare l’organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale.
• Mozart è infatti un’ottima madre e provoca il maggior effetto curativo sul corpo e sull’anima.(LUI DICE CHE BISOGNEREBBE ASCOLTARE MOZART PER GUARIRE)
• La capacità di ascoltare è la madre di tutte le altre capacità: dell’apprendimento, del linguaggio, della relazione, degli affetti, della memoria, dell’intelligenza e perfino dell’identità personale e della salute psicofisica.
• L’orecchio è quindi anche uno dei migliori strumenti di guarigione.

 

 

Alfred A. Tomatis nasce prematuro di sei mesi il 1 Gennaio 1920 a Nizza (Francia) da genitori italiani. Racconta lui stesso che la sua levatrice, pensando che fosse morto, l’aveva preso per un orecchio e gettato nel cestino dei rifiuti. Fortunatamente alla scena assiste la nonna paterna che lo raccoglie e lo rianima. Diventerà il più grande “professore dell’orecchio” nella storia dell’uomo. Muore a Carcassonne (Francia) il giorno di natale del 2001.

Figlio di un famoso cantante d’opera, Alfred cresce in un mondo di suoni, di musica e canto, appassionandosi fin da piccolo alla misteriosa relazione esistente tra l’orecchio e la voce, che lo invierà agli studi di medicina e alla specializzazione in Otorinolaringoiatria.

 

Le sue prime esperienze cliniche furono nel campo dell’inquinamento acustico e delle sordità professionali, a partire dal trattamento dei cantanti (amici del padre) che presentavano problemi di voce.

Approfondendo la sua indagine e la sua ricerca, Tomatis si rende subito conto che la relazione tra l’orecchio e la voce coincide con quella tra l’ascolto e la comunicazione, che occupa un ruolo veramente centrale nella problematica dell’espressività umana a tutti i livelli.

 

Secondo il nostro autore, nei nove mesi della gestazione, il feto costruisce la propria capacità di attenzione a partire dall’ascolto della voce materna e dagli stimoli uditivi che riceve filtrati dentro il corpo della madre. Il futuro sviluppo del nascituro è quindi legato a quel periodo della gravidanza che può essere sereno, o al contrario difficile. Per questo Tomatis ritiene che il tempo della gestazione sia di fondamentale importanza nella formazione psichica dell’uomo.

 

La funzione dell’ascolto è infatti direttamente collegata alla concentrazione della memoria, alle condizioni psicologiche, alla consapevolezza e alla comunicazione. La nostra società si preoccupa troppo dell’aspetto razionale e logico-matematico della mente, privilegiando il pensiero lineare dell’emisfero sinistro; tali abilità sono certamente importanti, ma non possono essere così basilari come la capacità di ascoltare e quindi di comprendere.

È qui che si rivela il genio. Convinto che la genesi della sensibilità originaria da cui scaturisce il linguaggio è quell’ascolto basico della vita al suo darsi come rapporto dotato di “senso”, annidato nella comunicazione intrauterina madre-figlio; e convinto altresì che tale delicatissimo senso è suscettibile di un’infinità di perturbazioni, fino al declino in cui è precipitato nell’anima contemporanea, Tomatis sente l’urgenza di una forma rapida e radicale di terapia. A cominciare da un’applicazione strumentale, pratica e accessibile a tutti.

 

Inventa un apparecchio, che la stampa dell’epoca chiama “Orecchio Elettronico”, che con una serie di filtri idraulici è in grado di simulare l’ascolto intrauterino della voce umana, al fine di riparare il danno vocale attraverso la rieducazione dell’orecchio, ossia dell’area corticale connessa. E formula le tre leggi dell’audio-psico-fonologia o “metodo Tomatis”: la voce esprime solo ciò che l’orecchio può sentire; se l’ascolto si modifica, immediatamente e inconsciamente si modifica anche la voce; è possibile trasformare durevolmente la fonazione se la stimolazione acustica viene mantenuta per un certo tempo (legge della rimanenza).

L'”Orecchio Elettronico” fu presentato ufficialmente alla Fiera Mondiale di Brouxelles nel 1958 e valse al suo inventore la Medaglia d’Oro per la Ricerca Scientifica.

Apparecchio versatile dalle molteplici applicazioni, dai disturbi della comunicazione a quelli dell’apprendimento e del linguaggio, si è dimostrato ottimo anche nell’acquisizione delle lingue straniere. Riguardo quest’ultimo utilizzo, fondamentale per una società multiculturale e multilinguistica, risultò cruciale un esperimento condotto da Tomatis in Belgio nel 1976.

 

Il Professore divide una classe in due, un gruppo ascolta delle lezioni di inglese in cuffia con i suoni filtrati (gruppo sperimentale), l’altro segue le lezioni normali di lingua (gruppo di controllo). Questo per tre mesi. Alla ripresa dell’attività comune, i genitori del gruppo sperimentale hanno il timore che i loro bambini siano in ritardo rispetto agli altri: il preside convoca degli ispettori che esaminano le competenze linguistiche degli alunni, e il gruppo sperimentale parla più fluidamente e appropriatamente, pur non avendo studiato la grammatica. Di contro, un’esperienza di apprendimento per ‘immersione’ condotta in Canada secondo le indicazione di insigni linguisti del calibro di Chomsky e Harris, che si prefiggeva di insegnare l’inglese ai francofoni e il francese agli anglofoni esponendoli tutti i giorni all’altra lingua, si rivelò un fiasco per l’amministrazione canadese.

 

Il motivo dell’insuccesso, secondo Tomatis, sta nell’orecchio: l’orecchio francese è sordo ai suoni della lingua inglese. In termini più tecnici, la banda passante del francese (100-300, 1000-2000 Herz) e la banda passante dell’inglese (2000-12000 Herz) non condividono alcun suono. Se si espone invece mediante l’Orecchio Elettronico un parlante francese all’ascolto dell’inglese, filtrato come l’ascolterebbe un nascituro di madre inglese, si supera il fatidico “muro del suono” e l’acquisizione diviene molto più semplice, facile e immediata. È lo stesso motivo per cui i parlanti lingue slave sono avvantaggiati, poiché hanno una banda passante molto larga (2000-8000 Herz). Anche l’italiano non se la cava male tutto sommato, confina con il francese a un estremo e ha una certa sovrapposizione con l’inglese all’altro estremo (2000-4000 Herz).

 

Nei quarant’anni della sua feconda e instancabile attività, approfondendo le proprie conoscenze in diversi campi e senza mai distaccarsi dall’osservazione clinica in cui eccelleva, Alfred Tomatis si dedicò allo sviluppo e alla diffusione del suo metodo, presentato come una disciplina basata su assunti riguardanti il modo in cui l’uomo sviluppa e utilizza la capacità di comunicare con se stesso, con gli altri e con l’ambiente; un ambito di conoscenza e di pratica terapeutica e pedagogica situato al punto d’incrocio delle scienze umane.

 

Centri Tomatis di audiopsicofonologia si sono così diffusi in oltre 30 paesi europei e in America, anche se l’aspetto tecnico-strumentale e applicativo del metodo ha finito per prevalere sull’universalità del pensiero che ne stava alla base.

Eccellente scrittore e divulgatore, appassionato quanto rigoroso, Tomatis ha scritto 15 libri e numerosi articoli tradotti in tutto il mondo, ma sfortunatamente non tutti tradotti in italiano.

I suoi libri, oltre a evidenziare una grande capacità comunicativa, testimoniano un atteggiamento scientifico e insieme una grande comprensione dell’animo umano, senza tralasciarne gli aspetti spirituali. Soprattutto negli ultimi scritti, è evidente la volontà dell’Autore di lasciarci in eredità la sua esperienza, in una visione unitaria dell’Uomo e del Mondo che abbraccia saperi apparentemente distanti, come l’acustica, la medicina, la musica sacra e la mitologia.

Una testimonianza d’amore per l’anima, per la vita e per l’uomo in armonia col cosmo di cui è abitatore provvisorio e perenne insieme. Che si unisce a quella dei più grandi terapeuti dell’umanità.

Questi i suoi principali aforismi:

• Tutto il corpo è un orecchio, un’antenna ricettrice che vibra all’unisono con la fonte del suono.
• Non occorre sentire per ascoltare, infatti alcuni famosi musicisti del passato erano sordi.
• L’aria, una volta invasa dalle vibrazioni acustiche, che siano quelle di un battito di mani o di una sonata per pianoforte, non è più quella di prima.
• All’inizio fu il suono.
• Ogni fenomeno acustico, in fondo, non è che un’eco del «suono primordiale».
• La funzione dell’orecchio non è solo quella passiva del percepire i suoni, ma anche quella attiva in cui emerge il desiderio di ascoltarli.
• La cosa più importante da ricordare è che il cervello non produce energia, la cattura, ed è l’orecchio che gliela fornisce.
• Il suono è quindi un alimento del cervello.
• Il linguaggio è l’elemento fondante l’umanità dell’uomo.
• La lingua nativa è proprio la lingua materna appresa durante l’ascolto intrauterino, la prima funzione sensoriale a essere già consolidata al quinto mese di gestazione, e le altre lingue le si apprendono allo stesso modo, indipendentemente dall’età del parlante.
• Quando l’orecchio non ascolta in modo ottimale si hanno ripercussioni su tutto il sistema organismico.
• Una pedagogia fondata su una corretta educazione all’ascolto non ha per fine l’individuo monologante bensì l’individuo dialogante.
• Questa pedagogia è anche il segreto per accedere allo “effetto Mozart”, una chiave magica per trasformare l’organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale.
• Mozart è infatti un’ottima madre e provoca il maggior effetto curativo sul corpo e sull’anima.
• La capacità di ascoltare è la madre di tutte le altre capacità: dell’apprendimento, del linguaggio, della relazione, degli affetti, della memoria, dell’intelligenza e perfino dell’identità personale e della salute psicofisica.
• L’orecchio è quindi anche uno dei migliori strumenti di guarigione.

 

da Paolo Ferrario, posted in Comunicazione, LINGUAGGIO

Libri di Tomatis

L’Orecchio e la Vita, Baldini e Castoldi, 1992.

Ricercatore, teorico, Alfred Tomatis è soprattutto terapeuta: rasserena gli angosciati, calma i nervosi, dona equilibrio agli instabili, combatte il surmenage, ma insegna anche a leggere bene, a non stonare, a recuperare la memoria, e tante altre cose ancora.. Il campo della sua ricerca, la sua passione, è l'orecchio. Ancora nel profondo del ventre materno, attraverso l'ascolto, il bambino entra in contatto col mondo esterno, l'adulto può comunicare, costruire le relazioni, evolvere. Ricomponendo l'universo sonoro, Alfred Tomatis ha fatto scoperte essenziali che hanno segnato le tappe della sua carriera, suscitando polemiche e critiche, ma anche imponendo i risultati ottenuti. Appassionante autobiografia intellettuale di uno scienziato di singolare talento. Offre pagine che non si dimenticano e getta il seme di una riflessione che, indagando sulla natura fisica dell'uomo, si spinge fino a confini della filosofia, della psicologia, della linguistica.

"Inutile occuparsene, tanto è morto. – Queste furono le prime parole che le mie orecchie udirono, anche se non le compresero, quando mi separai dal ventre di mia madre. Ero un prematuro di sei mesi e mezzo, dall'aspetto pietoso che pesava 1300 grammi. Tanto pietoso che la levatrice mi tirò su per l'orecchio destro (ne porto ancora il segno!) e mi depositò in una cesta. Secondo lei non c'era davvero più niente da fare per me. E io sarei sicuramente morto per mancanza di cure se la nonna paterna non si fosse trovata anche lei nei dintorni, per assistere al parto"

 

 

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