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Categoria: "Notizie scottanti"

Chloroviru, il patogeno che sta infettando milioni di persone, proviene dai biocarburtanti CONTAGIANO LE ALGHE!

Chlorovirus, il patogeno che sta infettando milioni di persone, proviene dai biocarburtanti

Posted: 08 Nov 2014 01:23 AM PST

E' questo liquido che crea le precipitazioni più avvelenate e sintetiche tra cui la neve 'perlacea'.

 

 

 

Di recente alcuni scienziati statunitensi hanno rilevato in alcuni soggetti un virus che normalmente infetta le alghe. Questo virus sembra essere in grado di deteriorare le funzioni cerebrali, in particolare quelle della corteccia visiva.

 

I ricercatori della Johns Hopkins University e dell’Università del Nebraska hanno reperito i geni di un virus che, sino ad oggi, non era mai stato rilevato negli esseri umani.

Il patogeno è stato chiamato ATCV-1virus (Chlorovirus ATCV-1). Appartiene ad un gruppo di virus che attaccano le alghe lacustri, soprattutto la chlorella. (ATTENZIONE ALLORA AD ASSUMERLA…)

 

I risultati di questi studi sono stati pubblicati nel portale ‘Proceedings of the National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America’.

 

Per stabilire se il virus potrebbe essere la causa di danni all’encefalo, gli studiosi hanno iniettato l’ATCV-1 in alcuni topi (sic). Sei settimane più tardi, il gruppo di topi con ATCV-1 ha iniziato ad impiegare il 10% in più di tempo per districarsi attraverso un labirinto. I topi infettati hanno anche mostrato cambiamenti nei geni che si trovano in alcune zone del cervello. Sono aree considerate essenziali per la memoria e l’apprendimento. Bisogna chiedersi attraverso quali passaggi il virus in oggetto ha compiuto il salto di specie, giungendo a contagiare gli esseri umani. La domanda trova una sconcerante risposta, se ci si sofferma sui cosiddetti biocarburanti [1].

 

 

 

Scrive il Dottor Massimo Fratini: “La produzione di biofuel a partire dalle alghe sembrerebbe una strada più 'green' ed ecologica per il settore della mobilità a motore e dalle prospettive future interessanti, al punto che un numero sempre crescente di società sceglie di investire in questa forma alternativa di biocarburante. Proprio alla luce di ciò e considerati gli altri interessi potenzialmente in gioco, il National Research Council (N.R.C.) statunitense sta compiendo una serie di studi per individuare i problemi di sostenibilità connessi allo sviluppo su larga scala dei biocarburanti algali.

 

Pochi sanno che le alghe e, di conseguenza, i biocombustibili, sono soggetti spesso alla colonizzazione per opera di virus algali, ad esempio il Phycodnaviridae virus a DNA a doppio filamento. Sono patogeni che aggrediscono alghe eucariote di acqua dolce e salata. La scienza sta imparando sempre di più sui batteri e sui virus che spesso colonizzano gli organismi viventi con effetti che, a lungo andare, diventano patogeni. L’imponente presenza di concimi, liquami e di altri fanghi ricchi di nutrienti nei laghi e nei corsi d’acqua, ha facilitato la fioritura di cianobatteri tossici, causando la torbidità degli ecosistemi acquatici ed uccidendo pesci, piante ed invertebrati.

 

I cianobatteri, chiamati anche alghe verdi-azzurre, infatti, possono contenere potenti veleni naturali noti come cianotossine. Tra queste troviamo la microcistina, sostanza che causa danni al fegato negli esseri umani. Non tutti i cianobatteri producono microcistina, ma è sempre più palese che i sistemi d'acqua dolce, colmi di sostanze nutritive, producono maggiormente fioriture di cianobatteri nocivi rispetto a quelli benigni, soprattutto in primavera ed estate. Generalmente, infatti, crescono a temperature elevate più di quanto non facciano altre specie di fitoplancton come le diatomee e le alghe verdi. Come si accennava, tracce di chlorovirus ATCV-1, che si trovano comunemente in laghi d'acqua dolce, sono state individuate nei tamponi faringei di oltre il 40% dei partecipanti ad uno screening scientifico”.

 

 

 

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Ora, sappiamo che oggigiorno i biocarburanti cominciano ad essere impiegati anche nell’aviazione: se le alghe usate per la produzione di questi combustibili sono infettate dal virus ATCV-1, i residui contaminati dispersi dai motori degli aerei nella biosfera si diffondono dappertutto, in particolare nell’aria che respiriamo. Così alcuni ceppi virali, resistendo a condizioni termiche ed ambientali proibitive, sopravvivono per insediarsi nel sistema oro-faringeo. Ecco perché sono stati reperiti nella gola dei soggetti in questione.

 

Nello studio referato dal titolo "Chloroviruses: not your everyday plant virus" a firma di James L. Van Etten e David D. Dunigan, pubblicato il 17 novembre 2011 sulla rivista "U.S. National Library of Medicine" si legge:

 

"Con il crescente interesse per l'uso di alghe per la produzione di biocarburanti, è ovvio che gli agenti patogeni, inclusi i virus, incideranno sulla produzione. Si è recentemente scoperto che questi virus infettano le alghe. Virus algali sono potenzialmente un problema più grande dei virus che infettano le piante superiori. I virus delle alghe sono anche una fonte in gran parte inesplorata di elementi genetici per l'ingegneria genetica delle piante superiori. Alcuni virus algali sono stati recentemente sequenziati o sono in procinto di essere sequenziati. L'analisi genetica molecolare di questi virus costituirà un importante sviluppo nella bioingegneria".

 

Si evince quindi che gli esperti di biotecnologie sono ben al corrente di una potenziale contaminazione al di fuori degli ecosistemi lacustri e/o della colture atte alla produzione di "carburanti bio" e ciononostante, per meri motivi di profitto, la produzione su vasta scala è ormai un dato di fatto. Di conseguenza il Chlorovirus ha avuto la possibilità di superare le barriere naturali in cui era confinato.

 

 

 

Recentemente un attivista ha raccolto un campione di polvere di ricaduta (reperito sul poggiolo di casa) a seguito di operazioni di geoingegneria clandestina e lo ha sottoposto a scansione microscopica, evidenziando l'inquietante presenza proprio del Chlorovirus, come mostrato nelle immagini a corredo dell'articolo. Siamo quindi di fronte ad un'indiscussa contaminazione dell'ambiente (le recenti indagini mediche lo confermano), poiché si assiste impotenti ad un trasferimento per opera di un pericolosissimo patogeno, tipico dei biomi lacustri e che ora è in grado di infettare milioni di persone per via aerea. Tutto questo non è pura fantasia, ma realtà, in quanto sono molte le compagnie di volo civile che, almeno dal 2011, impiegano biocarburanti per i loro vettori.

 

Articolo elaborato in collaborazione con il Dr. Massimo Fratini (Dipartimento di Scienze radiologiche, oncologiche e anatomo-patologiche).

 

[1] La compianta Dottoressa Sandra Perlingieri, nell’articolo “Another chemtrails illusion: connecting more dots”, 2011, studio imperniato sulla dispersione di manganese nell’atmosfera, nell’ambito delle attività di biogeoingegneria, scrive: "Inoltre, il dottor Michael Castle rileva che un'altra parte di ciò che si propaga in questo infuso letale è ‘un batterio E-coli, che è stato mutato con un'altra forma fungina (ad esempio Fusarium sp).

 

Si tratta di assemblarlo con un materiale disidratato: è un essiccante che a questo punto disidrata l'acqua togliendola dall'aria e, a sua volta, fa sì che il batterio che si forma si idrati con un agente di nucleazione ad una temperatura leggermente superiore'.

 

E' questo liquido che crea le precipitazioni più avvelenate e sintetiche tra cui la neve 'perlacea'.

 

Particolari ceppi di E-coli incrociati con altri microorganismi sono stati brevettati e da tempo sono adoperati, insieme con la Pseudomonas syringae, nelle piogge indotte, poiché fungono, per la loro particolare forma ed altre caratteristiche, da nuclei di condensazione, consentendo altresì di innalzare il punto di congelamento. Hanno quindi per lo più sostituito lo ioduro d’argento.

Questi ed altri microbi sono impiegati in vari campi: dalla genetica ai biocarburanti, dalla guerra biologica alla modificazione meteorologica".

 

http://www.tankerenemy.com/

 

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IDIOCRACY – L'Umanita' sta diventando sempre piu' stupida

IDIOCRACY – L’Umanità sta diventando sempre più stupida

I RICERCATORI AFFERMANO CHE LA NOSTRA INTELLIGENZA E’ IN DIMINUZIONE, poiché non ne abbiamo più bisogno per sopravvivere. L’umanità diventa sempre più stupida! Lo aveva già profetizzato uno spassosissimo film del 2006, “Idiocracy“, nel quale si descrive l’umanità del 27° secolo dove l’intelligenza ha ceduto il posto alla stupidità più bieca. Ora la conferma arriva da una teoria provocatoria elaborata da un genetista della Stanford University, secondo la quale l’uomo sta perdendo le sue capacità intellettuali ed emotive, dato che la rete di geni che conferisce il potere al nostro cervello è particolarmente vulnerabile alle mutazioni ambientali e sociali. Nella società che abbiamo creato, non c’è più bisogno di creatività e ragionamenti per sopravvivere, quindi l’intelligenza potrebbe diventare qualcosa che inevitabilmente potremmo perdere!Nonostante le scoperte scientifiche e gli avanzamenti tecnologici, l’uomo di duemila anni fa era molto più intelligente di oggi e, almeno da un punto di vista evoluzionistico, sarebbe ormai sul viale del tramonto.

 

 

A DIRLO E’ GERALD CRABTREE GENETISTA ALLA STANFORD UNIVERSITY (California) che ha condotto uno studio pubblicato dalla rivista Trends in Genetics su come si sia modificato il patrimonio genetico e intellettivo del genere umano. Il responso non è confortante: i nostri giorni migliori sarebbero già passati. Alla base del pensiero di Crabtree, racconta il Guardian, c’è un’idea molto semplice. Ancora prima dell’invenzione dell’agricoltura e della scrittura, quando l’uomo viveva ancora di ciò che riusciva a cacciare, chi compiva un passo falso semplicemente soccombeva alle dure leggi della natura.

Ad andare avanti e a riprodursi erano i più forti e più intelligenti. Oggi però non è più così. Con tutta probabilità, la nostra forza intellettuale ha cominciato a calare proprio con l’invenzione dell’agricoltura e con il sorgere delle prime comunità stanziali. Spiega Crabtree: “Un cacciatore che non riusciva a procacciarsi il cibo o un rifugio moriva insieme alla sua progenie, mentre oggi un funzionario di Wall Street che commette un errore concettualmente simile riceverà comunque un bonus finanziario e probabilmente verrà considerato un potenziale partner da più donne.

La selezione estrema è una cosa che appartiene al passato”. E quindi, in quale tempo si colloca l’apice dell’umanità?

 

Crabtree non ha dubbi: dopo aver studiato il corredo genetico degli uomini nelle varie epoche, è emerso che l’uomo avrebbe subito numerose variazioni negli ultimi 3.000 anni: una spirale discendente che ha portato l’umanità verso un progressivo e ineluttabile istupidimento genetico nell’arco di 120 generazioni.

 

 

NON A CASO INFATTI LA STORIA INCORONA IL TEMPO DELLA GRECIA CLASSICA come uno dei periodi più intellettualmente fecondi della storia dell’umanità, secoli che hanno fissato i cardini delle società occidentali moderne, fondamenti che si sono tramandati fino ai nostri giorni.

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“Siamo una specie sorprendentemente fragile dal punto di vista intellettuale”, continua Crabtree, “e probabilmente abbiamo raggiunto il nostro picco di intelligenza tra i 6.000 e i 2.000 anni fa. È sufficiente che la selezione naturale diventi meno severa che subito il nostro patrimonio intellettuale si indebolisce”. La tesi dello scienziato californiano potrebbe essere presto confutata da altri studi, tuttavia Crabtree chiude la ricerca con una nota positiva: anche se il nostro genoma sembra diventare ogni giorno più fragile, la nostra società può contare su un forte sistema di trasmissione delle conoscenze che, diversamente rispetto al passato, riesce a diffondere la cultura velocemente e in modo capillare. “Entro 3000 anni da oggi, è probabile che tutti gli esseri umani saranno stati sottoposti almeno a due ulteriori mutazioni genetiche che ridurranno la stabilità intellettuale ed emotiva, ma è molto probabile che la scienza progredirà a tal punto da essere in grado di risolvere il problema”, ha puntualizzato il prof. “Non c’è bisogno di immaginare un giorno in cui non potremo più comprendere il problema, o contrastare la lenta decadenza nei geni alla base del nostro benessere intellettuale, o di avere visioni della popolazione mondiale guardando tranquillamente le repliche su televisori che non si potranno più costruire”.Il Prof. Robin Dunbar, antropologo dell’Università di Oxford, afferma: “Il Prof Crabtree, parte dal presupposto che la nostra intelligenza è progettata per consentire di costruire case e gettare lance dritte ai maiali nella boscaglia, ma non è quello il vero metro di giudizio del cervello”.

 

“In realtà, ciò che ha guidato l’evoluzione del cervello umano e dei primati è la complessità del nostro mondo sociale e quel mondo complesso non sta smantellandosi. Fare le cose che decideremo di fare per il nostro partner o il modo migliore per allevare i nostri figli saranno sempre e comunque con noi”.“Personalmente non sono sicuro che in un prossimo futuro ci sarà qualche ragione per essere tutti colti dal panico. Il tasso di evoluzione delle cose richiede decine di migliaia di anni e senza dubbio l’ingegno della scienza troverà soluzioni a tale circostanza, se non saltiamo in aria prima”, conclude il Prof Dunbar.

 

Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

http://www.ilfattaccio.org

 

 

 

 

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I nomi di Dio sono piu' potenti di 1000 bombe nucleari

IL NOME DI DIO

Molti mi scrivono e mi chiedono come possono fare per salvarsi da tutto quello che succede ora sulla Terra

Rispondero’ solo con le parole di questo maestro, perche’ le sento mie:

Solo la ripetizione del nome di Dio vi sarà utile, altrimenti non avrete speranza.

I nomi di Dio sono più potenti di 1000 bombe nucleari. Aiutatevi ripetendo il nome del Signore.

Tutti voi sapete che il nome del Signore è la cosa più elevata.

Perché attaccate la mente alle cose transitorie di questo mondo?

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Perchè non trascorrete il vostro tempo meditando, ripetendo il nome del Signore?

Attaccatevi a Dio.

Siate coraggiosi e avanzate sempre. Molte saranno le montagne da attraversare ma non fermatevi, finchè non avrete raggiunto la meta.

Siate forti e non scoraggiatevi mai.

Babaji, Hirakhan

 

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Fotografata l'anima quando esce dal corpo

Fotografata l'anima quando esce dal corpo. E' la fisica della coscienza:l’anima esiste

I tempi di disincarnazione astrale, in cui lo spirito lascia il corpo è stato catturato dallo scienziato russo Konstantin Korotkov, che ha fotografato una persona al momento della sua morte con una fotocamera bioelectrographic.

L'immagine ripresa con il metodo di visualizzazione a scarica di gas, una tecnica avanzata di fotografia Kirlian mostra in blu la forza vitale della persona che lascia il corpo a poco a poco.

 

Secondo Korotkov, ombelico e la testa sono i primi che perdono la loro forza di vita e l'inguine e il cuore sono le ultime zone dove lo spirito alberga prima di navigare nella fantasmagoria dell’infinito.

 

 

Negli altri casi, Korotkov ha osservato che "l'anima" di persone che soffrono di una morte violenta e inaspettata di solito si manifesta in uno stato di confusione nelle impostazioni di alimentazione energetica e di “desiderio”di tornare al corpo nei giorni dopo la morte. Questo potrebbe essere dovuto ad un surplus di energia non utilizzata.

 

La tecnica sviluppata da Korotkov, che è direttore dell'Istituto di Ricerca di Cultura Fisica, San Pietroburgo, è approvato come una tecnologia medica da parte del Ministero della Sanità della Russia ed è utilizzato da più di 300 medici in tutto il mondo per lo stress e il monitoraggio dei progressi dei pazienti trattati per malattie come il cancro.

 

Korotkov dice che la sua tecnica di imaging energetico potrebbe essere utilizzato per guardare tutti i tipi di squilibri biofisici e diagnosticarli in tempo reale e anche per mostrare se una persona ha poteri psichici o è una truffa.

Questa tecnica, che misura in tempo reale la radiazione stimolata, viene amplificata dal campo elettromagnetico è una versione più avanzata della tecnologia sviluppata per la misura di della macchina Semyon Kirlian per misurare l’aura.

Le osservazioni di Korotkov confermano, che

“ la stimolazione della luce elettro-fotonica attorno alle punte delle dita dell'essere umano contiene un'esposizione coerente e completa di una persona, sia fisicamente che psicologicamente. "

 

Korotkov è ottimista sul fatto che questo nuovo campo scientifico, di cui lui e’ un pioniere, sta prendendo piede, soprattutto in Russia, dove alcune scuole insegnano ai bambini a riconoscere e utilizzare l'energia, e non con sospetto, ma come un fatto metafisico quantificabile.

 

http://voceuniversale.myblog.it

http://www.antikitera.net/news.asp?id=12709&T=5

 

La fisica della coscienza: "l'anima esiste!"

 

 

 

La Fisica dei Quanti o, più propriamente, Meccanica Quantistica, ha rivoluzionato la visione scientifica della realtà ed offre una solida base di conoscenza per ampliare i propri orizzonti mentali.

 

Due scienziati di fama mondiale, esperti in fisica quantistica, dicono che si può dimostrare l’esistenza dell’anima, basandosi sulla fisica quantistica.

 

Lo studioso americano Stuart Hameroff e il fisico inglese Roger Penrose hanno sviluppato una teoria quantistica della coscienza, affermando che le anime sono contenute all’interno di strutture chiamate microtubuli che vivono all’interno delle cellule cerebrali (neuroni).

 

L’anima sarebbe composta da prodotti chimici quantistici, che nel momento della morte fuggono dal sistema nervoso per entrare nell’universo.

 

La loro idea nasce dal concetto del cervello visto come un computer biologico.

 

La coscienza sarebbe una sorta di programma per contenuti quantistici nel cervello, che persiste nel mondo dopo la morte di una persona.

Le anime degli esseri umani sarebbero perciò molto più che la semplice interazione dei neuroni nel cervello:

sarebbero della stessa sostanza dell’universo ed esisterebbero sin dall’inizio dei tempi.

 

Il dottor Hameroff, professore emerito nel Dipartimento di Anestesiologia e Psicologia, nonché Direttore del Centro di Studi sulla Coscienza dell’Università dell’Arizona, ha basato gran parte della sua ricerca negli ultimi decenni nel campo della meccanica quantistica, dedicandosi allo studio della coscienza. Con il fisico inglese Roger lavora sulla teoria dell’anima come composto quantistico dal 1996.

 

I due studiosi sostengono che la nostra esperienza di coscienza è il risultato degli effetti di gravità quantistica all’interno dei microtubuli.

 

In una esperienza di pre-morte i microtubuli perdono il loro stato quantico, ma le informazioni contenute in essi non vengono distrutte.

In parole povere, l’anima non muore ma torna nell’universo.

 

Con la morte, “il cuore smette di battere, il sangue non scorre, i microtubuli perdono il loro stato quantico”, ha detto il dottor Hameroff.

 

L’informazione quantistica all’interno dei microtubuli non è distrutta, non può essere distrutta, si distribuisce soltanto e si dissipa nell’universo in generale, ha aggiunto.

 

Se colui che ha avuto un’esperienza di pre-morte risuscita, rivive, questa informazione quantistica può tornare nei microtubuli.

 

In caso di morte è possibile che questa informazione quantistica possa esistere al di fuori del corpo a tempo indeterminato, come anima.

 

Il dottor Hameroff dice che gli effetti quantistici, che svolgono un ruolo in molti processi biologici come l’odore, la navigazione degli uccelli o il processo di fotosintesi, stanno cominciando a convalidare la sua teoria.

 

Fonte: www.quantumconsciousness.org

 

Trattoda:http://risvegliodiunadea.altervista.org/

http://lospecchiodelpensiero.wordpress.com/2013/06/02/la-fisica-della-coscienza-lanima-esiste/

 

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Pineale: la ghiandola anticancro

LA GHIANDOLA PINEALE, PER LUNGO TEMPO IGNORATA DALLA MEDICINA, SI È RECENTEMENTE RIVELATA DI FONDAMENTALE IMPORTANZA NELLA CURA DEI TUMORI.

La melatonina – principale ormone secreto dall’epifisi – ha un effetto antitumorale riconosciuto, e il difetto nella produzione notturna di tale ormone, è la principale causa endocrina della malattia tumorale. La ghiandola pineale, una delle sette ghiandole endocrine, è il principale organo responsabile della regolazione del ritmo biologico circadiano, sulla base del principale ritmo cosmologico, quello dell’alternanza del periodo di luce con quello di tenebra.

Il principale ormone prodotto dalla ghiandola pineale è la melatonina (MLT), la cui secrezione è inibita dalla Luce e stimolata dall’Oscurità, con il conseguente stabilirsi di un ritmo circadiano luce/buio, caratterizzato da bassi livelli ematici di MLT durante le ore di luce e alti livelli durante la notte, superiori di almeno tre volte rispetto a quelli diurni. La presenza di un normale ritmo circadiano luce/buio, nei livelli ematici di MLT, rappresenta un parametro fisiologico fondamentale, caratterizzante lo stato di salute, e la cui alterazione costituisce uno dei segni più precoci del configurarsi di un grave stato patologico. Infatti, alterazioni del ritmo luce/buio della MLT sono state dimostrate in gravi patologie quali le neoplasie metastatiche, la malattia depressiva, la schizofrenia nella fase cronica, e l’ischemia cerebrale.

 

Una scienza nuova per il recupero dell’armonia:

È paradossale come fino ad alcuni decenni fa, la scienza medica che si apprestava a determinare la conoscenza molecolare completa del DNA, non sapesse pressoché nulla sulla funzione di una importante struttura del corpo anatomico, come appunto è la ghiandola pineale. Questo, malgrado fosse noto da migliaia di anni a tutte le tradizioni spirituali del mondo (tranne quella romana), il ruolo fondamentale di questa ghiandola nella regolazione dell’espressione dello Spirito: lo stesso Cartesio considerò la pineale come il centro dell’espressione della vita animica. Il nome stesso di epifisi (dal greco epi-fysin che significa: al di sopra della natura), denota che gli antichi avevano già compreso sinteticamente il ruolo centrale della ghiandola pineale nella regolazione della vita spirituale auto-cosciente. Da quanto affermato risulta evidente che non è possibile comprendere il significato e la funzionalità biologica della ghiandola pineale, studiandola solo dal punto di vista medico-scientifico, o solo dal punto di vista filosofico-spirituale, ragion per cui, forse nessun altro argomento come la ghiandola pineale, in ambito medico, esige una nuova concezione del mondo e un nuovo modo di comprendere la biologia.

Una dei miti più falsi e storicamente superati, ma al contempo diffusi, citato pressoché da tutti – filosofi, bioetici, teologici, psicologi e parapsicologi – è quello che riduce l’uomo alla sua biologia, imponendo di fatto una de-spiritualizzazione di questa, al fine di ribadire una concezione meccanicistica del corpo umano. Il ritardo dal punto di vista medico-scientifico nello studio della fisiologia e della clinica della ghiandola pineale, non si spiega in altro modo se non con il rifiuto sistematico, premeditato e quasi cosciente, di reinterpretare la biologia della vita umana come espressione dello Spirito, di cui la pineale è simbolo elettivo. Inoltre, uno dei motivi che hanno ritardato le ricerche sulla ghiandola pineale, è legato alla sua precoce calcificazione, interpretata dagli scienziati del passato come segno di un esaurimento funzionale della ghiandola stessa, come se si trattasse di un dettaglio non più utile nelle specie biologiche evolute. Le successive ricerche hanno invece dimostrato, che la calcificazione della pineale è dovuta semplicemente alla produzione di cristalli di calcio, in grado di percepire le variazioni elettromagnetiche.

Allo stato attuale delle conoscenze – reinterpretando i dati medico-scientifici secondo una dimensione filosofica – possiamo affermare che la funzione sintetica della ghiandola pineale è quella di rendere possibile una relazione armonica: da una parte tra singolo organismo vivente e condizione energetica dell’universo; dall’altro tra la propria vita spirituale e il corpo biologico. In quanto centro supremo del mantenimento del principio dell’unità della vita, sia in sé che fuori di sé, era quindi ovvio che la ghiandola pineale dovesse svolgere un’attività anticancro, essendo il cancro la patologia archetipica suprema della perdita dell’unità della persona umana, nella sua triade di corpo fisico, psichico e spirituale.

Già alcuni esoteristi tibetani oltre cinquant’anni fa, ponevano una relazione tra ghiandola pineale e cancro, quindi ben prima che la scienza medica ne avesse conoscenza. Tutto ciò dimostra la superiorità conoscitiva della tradizione della scienza dei maghi, rispetto ad ogni altra scienza medica empirica. Non a caso il vero padre della moderna medicina fu Paracelso, medico e mago, che per primo intuì nel 1500, come il corpo umano fosse una realtà non solo fluidico-energetica, ma anche ed innanzitutto chimica.

Non solo in Oriente, ma anche in Occidente, da diversi decenni emergevano evidenze sperimentali che suggerivano un possibile ruolo antitumorale della ghiandola pineale. Infatti, a livello sperimentale, la rimozione chirurgica della ghiandola pineale induceva negli animali un aumento delle incidenze di tumori spontanei e, nel caso di neoplasia già presente, un aumento della sua diffusione metastatica. Questo dato è stato confermato da centinaia di studi sperimentali, ciò nonostante le accademie universitarie hanno finto che questi dati non esistessero.

Le conoscenze attuali ci portano a concludere che qualunque condizione rivelatasi essere predisponente al cancro – in particolare lo stress, la depressione del tono dell’umore e l’esposizione a campi magnetici – ha come minimo comune denominatore un’alterata e ridotta funzione della ghiandola pineale. Non è pertanto immaginabile una reale prevenzione dei tumori, senza una valutazione reale dello stato funzionale della ghiandola pineale, cosa questa che potrebbe costituire un domani uno dei più utili screening di massa.

 

Non solo Melatonina:

Oggi le conoscenze scientifiche sul ruolo antitumorale della ghiandola pineale superano forse quelle di qualunque altra realtà. La ghiandola pineale produce come minimo quattro ormoni di natura indolica (derivati del triptofano): la melatonina (N-acetil-5-metoxitriptamina) durante il periodo di oscurità, il 5-metoxitriptoforo nei periodi di massima luce, la 5-metoxitriptamina nel pomeriggi, e il 5-metoxi-indol-acetico nel periodo mattutino. Quindi, la sola melatonina, ormai più nota in ambito pubblicitario che universitario, non può più essere considerata come l’unico ormone della ghiandola pineale. Ora, se la sola melatonina ha sconvolto la fragile impalcatura epistemica dell’attuale scienza medica, quanto più lo farà la conoscenza degli altri tre ormoni? Già oggi è noto che la 5-metoxi-triptamina a livello sperimentale ha dimostrato di avere effetti anticancro superiori a quelli della melatonina. Gli indoli della pineale potrebbero avere, inoltre, un importantissimo ruolo terapeutico in psichiatria.

La pineale produce inoltre due peptidi: l’epitalamina e l’arginin-vasotocina. Però l’azione antitumorale della ghiandola pineale, è attualmente conosciuta soprattutto in relazione agli effetti della melatonina, la quale sintetizza in sé i cinque principali meccanismi d’azione anticancro, utilizzati dalle attuali terapie medico-oncologiche:

1) azione citotossica antiproliferative;

2) azione citodifferenziante, vale a dire riduzione della malignità biologica della cellula tumorale;

3) azione di stimolo sull’immunità antitumorale, dovuta in particolare ad un’amplificazione delle proprietà anticancro di alcune proteine prodotte dalle cellule immunitarie (in particolare l’interleuchina-2 e l’interleuchina-12);

4) inibizione della secrezione di fattori di crescita quali la somatomedina-C e dell’azione di fattori di crescita pro-tumorali quali l’EGF (epidermal growth factor);

5) azione anti-angiogenetica.

 

Gli attuali studi clinici nel campo della PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia), hanno dimostrato l’utilità dell’impiego degli ormoni della ghiandola pineale nella cura del cancro, sia in pazienti dichiarati non più suscettibili di cure convenzionali, sia in associazione ai comuni trattamenti chemioterapici, radioterapici, ormonoterapici ed immunoterapici. Il difetto nella produzione notturna di melatonina, costituisce il più frequente grave difetto endocrino presente nella malattia tumorale, contribuendo al peggioramento della prognosi.

Non è pertanto ad oggi né scientifico, né tanto meno etico-spirituale, illudersi di vincere il cancro rimuovendo la realtà dell’esistenza in noi stessi della ghiandola pineale, una struttura anatomica ad azione antitumorale, responsabile della naturale resistenza contro i tumori.

Articolo di Paolo Lissoni, Giusy Messina, Fernando Brivio (Rivista: “Scienza &Conoscenza” n°32)

Rivisto e corretto da Fisicaquantistica.it

Fonte: http://www.scienzaeconoscenza.it

http://www.fisicaquantistica.it/scienza-di-confine/pineale-la-ghiandola-anticancro

http://compressamente.blogspot.it/2014/11/pineale-la-ghiandola-anticancro.html

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