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Categoria: "Notizie scottanti"

Milano, sentenza shock, autismo causato da vaccino esavalente. Adesso e' ufficiale

Sentenza shock, “autismo causato da vaccino esavalente”: riconosciuto vitalizio al bambino

 

“Autismo causato da vaccino esavalente”.È questa la sentenza shock emessa dal Tribunale del Lavoro di Milano, che ha riconosciuto un vitalizio ad un bambino divenuto autistico in seguito, secondo il giudice, all’assunzione del vaccino. Ecco i dettagli.

La sentenza emessa il 23 settembre dal Tribunale del Lavoro di Milano creerà un precedente fondamentale nella lotta agli effetti collaterali dei vaccini. Anche perchè, e questo è un altro aspetto da non sottovalutare, il Ministero della Salute non ha presentato ricorso entro i termini, scaduti in questi giorni, rendendo la decisione del Tribunale esecutiva de facto.

 

Il Ministero della Salute dovrà quindi versare un vitalizio a un bambino vaccinato nel 2006 con l’esavalente prodotto dalla GlaxoSmithKline e divenuto autistico: questa è la conseguenza economica della sentenza del Tribunale, che ha riconosciuto pienamente la causalità tra la vaccinazione e la conseguente malattia.

 

Secondo quanto riporta Repubblica, “il giudice Nicola Di Leo ha acclarato la sussistenza del nesso causale tra tale vaccinazione e la malattia. Per la famiglia, l’augurio è che in futuro si possano introdurre più cautele nelle vaccinazioni. Il bambino riceverà un assegno bimestrale il cui importo sarà calcolato a partire da una base di 1.683 euro, più un indennizzo una tantum.”

 

LA POSIZIONE DEL MINISTRO LORENZIN – Nella Conferenza internazionale “The State of Health of Vaccination”, organizzata da Aifa e Ministero della Salute, il Ministro Beatrice Lorenzin ha fatto il punto della situazione: “La Commissione europea promuove lo scambio di buone pratiche e c’è un interesse generale sul tema ma c’è anche molta sottovalutazione e scarso impegno politico da parte di alcuni Stati membri, va detto, e da parte di alcuni medici. Proprio in Europa, infatti, dove sono state eradicate importanti patologie che hanno causato migliaia di morti, si assiste ora a un pericoloso abbassamento del livello di attenzione.”

 

“Per questo l’Italia – prosegue la Lorenzin - ha insistito perché i vaccini entrassero in agenda e il primo dicembre presenteremo al Consiglio d’Europa le conclusioni di un anno di lavoro sulle strategie economiche comuni per la razionalizzazione delle azioni per la ricerca e l’acquisto dei vaccini.”

 

Il Ministro, quindi, non molla la presa sull’importanza dei vaccini ma, anzi, rincara la dose e dichiara che “in Italia siamo al di sopra del 90% di copertura vaccinale, per quanto riguarda i vaccini obbligatori, ma il nostro obiettivo è raggiungere il 100%.”

 

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Questa sentenza del Tribunale di Milano sicuramente non aiuterà la Lorenzin a raggiungere il suo obiettivo ma rischia di scoperchiare un vaso di Pandora dentro cui si nascondono le paure più recondite di una buona parte di italiani, e cioè che alcuni vaccini siano controproducenti o, addirittura, facciano male.

 

Nella contesa è intervenuto, pesantemente, anche Paolo Bonanni, membro della task force Oms, secondo cui “nel mondo sono state fatte milioni di dosi di esavalente: mai nessuno è arrivato a queste conclusioni”, lanciando chiaramente un monito al Tribunale di Milano e prendendo una posizione netta a riguardo.

 

“Una decisione incredibile“, la definisce Bonanni senza giri di parole.

 

E voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti.

 

Fonte

 

Tratto da: www.losai.eu

 

Fonte: informarexresistere-http://www.morasta.it

 

 

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Anche gli animali hanno una coscienza

Anche gli animali hanno una coscienza

Gli animali non sono delle macchine biologiche, mosse dal puro istinto e senza coscienza di sé. Oggi, anche il mondo scientifico sta scoprendo e capendo l’affascinante mondo della coscienza animale.

Intelligenza e sensibilità degli animali

Non solo Dian Fossey con i suoi gorilla di montagna, o i coniugi Lilly con i delfini, o Donald Griffin con le sue ricerche sulla coscienza animale, ma anche tutti gli esseri umani che sono entrati in profondo amore ed empatia con gli animali, sono rimasti affascinati dalla loro sensibilità e della loro intelligenza. San Francesco e i mistici di ogni tempo hanno espresso con convinzione anche maggiore questa esperienza di comunione con i nostri fratelli più primitivi. Per tutti loro, gli animali hanno una coscienza! Ora anche il mondo scientifico sta riscoprendo l’affascinante e ineffabile dimensione della coscienza animale.

Fino a pochi anni fa la linea scientifica ufficiale, sviluppatasi dall’impostazione cartesiana, sentenziava che gli animali sono delle macchine biologiche, mosse da puri istinti e quindi senza nessuna libertà di decisione, né tanto meno coscienza di sé. Ora questa linea di tendenza cozza contro i dati oggettivi e le osservazioni dei biologi, degli etologi e dei neuropsicologi più avanzati, come Lorenz, Bateson, Lilly, Bonner. A questa nuova tendenza, che considera gli animali come esseri dotati di una loro mente, sensibilità e intelligenza, si sono anche affiancati fisici, cibernetici, psicanalisti e filosofi che sono giunti a queste considerazioni, partendo da altre esperienze.

Vorrei contribuire a questa profonda rivalutazione dell’aspetto psichico intrinseco in ogni essere vivente, con una proposta teorica particolarmente provocatoria, che potenzialmente potrebbe permettere un alto grado di unificazione tra le differenti aree culturali coinvolte su questi temi. La mia ipotesi di lavoro è che la coscienza sia il vero “nucleo originario” di ogni forma di vita, inclusa quella atomica. La coscienza definita come “la capacità di percepire il significato di una informazione”, è presente in ogni essere vivente, e ne rappresenta il cuore, l’essenza.

Benché questo sia per me e molti altri amici e collaboratori un fatto ormai ben compreso e documentato, ritengo – dati i condizionamenti culturali, scientifici e religiosi che ancora ostacolano la visione del singolo scienziato – che sia necessario presentare questa nuova visione dei fenomeni come se fosse ancora tutta da dimostrare, proponendola con l’etichetta “ipotesi coscienza”.

Sotto il termine coscienza, dizionario alla mano, si celano in realtà innumerevoli concetti: la definizione che ho proposto permette di ribaltare completamente tutte le definizioni fino ad ora utilizzate, permettendo di interpretare, su base informatico-cibernetica, i fenomeni mentali presenti nelle unità biologiche e il loro sviluppo cronologico. Nella capacità di autodeterminazione o “volontà” che i batteri hanno dimostrato di avere sui processi di mutazione del loro codice genetico, è racchiusa la logica stessa del vivente.

Prendiamo una cellula, essa è un “mondo vivente”, una sfera composta da miliardi di atomi in continuo e incessante scambio di informazioni; la cellula vive proprio grazie a questa continua comunicazione interna, in cui ogni elemento dell’insieme “informa” e viene informato dall’insieme stesso. Su questa “rete unitaria di informazioni”, sono veicolati i dati sullo stato fisico, sui bisogni biochimici, e sulle necessità dell’intero sistema. Gli esseri viventi, sono dal punto di vista della termodinamica di Prigogine, dei “sistemi lontani dall’equilibrio”, ossia dei sistemi instabili, che per esistere, devono continuamente scambiare materia e informazioni con l’esterno, e che necessitano di un continuo lavoro per mantenere il proprio equilibrio vitale. Questo equilibrio instabile è mantenuto grazie ad una ininterrotta comunicazione, elaborazione e gestione delle informazioni. È necessario allora chiederci: qual è la base dell’unitarietà di questa gestione di informazioni?

Non potrebbe esserci vita senza questa continua comunicazione in rete, ed è implicito che la cellula, nel suo insieme, deve essere in grado di percepire il significato di queste informazioni.L’unità cellula, matrice di tutte le più complesse forma di vita, esiste in quanto è cosciente del significato di tutti gli elementi di cui è composta, e quindi, in ultima analisi, è “cosciente” della sua globalità. Questa coscienza unitaria delle informazioni presenti nella propria struttura, rappresenta la matrice del fenomeno dell’individualità biologica, dell’identità o self cellulare.

Gli animali hanno coscienza di séLa coscienza delle informazioni dell’intera rete costituisce la base della coscienza di sé.Cyber (dal grecoKubernetes: colui che governa, che dirige) è il termine che ho scelto per designare questa coscienza unitaria globale che “governa” le attività di ogni organismo vivente.Ritorniamo alla biologia, questo concetto di coscienza, in realtà, è usato costantemente anche se non viene mai definito. Quando parliamo di un animale facciamo riferimento a quella unità in quanto sistema vivente, e non al fatto che sia un agglomerato di alcuni miliardi di atomi. Il concetto di identità di sé, fino ad ora è stato usato in modo scontato proprio come, prima di Newton, era scontato considerare l’esistenza della forza di gravità, benché non esistesse il concetto scientifico che la definiva. Quando cerchiamo di uccidere una zanzara non abbiamo dubbi che lei sa di esistere e che, per vivere, deve sfuggirci. Ogni essere vivente sa di esistere e la sua stessa vita è strettamente legata alla coscienza di sé stesso, dell’ambiente e delle strategie per sopravvivere.

Ogni essere vivente è quindi una unità di coscienza, un cyber. Tutto ciò è assolutamente logico e auto-evidente, ciò che cambia è solo la nuova prospettiva introdotta con questa ipotesi di coscienza. E’ anche possibile e interessante studiare ogni essere vivente come un “campo di coscienza”, ossia un’area di spazio in cui le informazioni sono percepite ed elaborate in modo unitario e finalizzato. Il processo di evoluzione sarebbe quindi studiato come lo svilupparsi nello spazio, nel tempo e nella complessità delle unità di coscienza. Dai pochi micron del campo di coscienza di un batterio, ai millimetri dei più semplici multicellulari, ai metri e ai chilometri del vertebrati, l’ampiezza del campo di informazione gestito dall’unità di coscienza diventa sempre più espanso, efficiente e complesso, fino all’essere umano, in grado di espandere il suo campo di coscienza dai livelli subatomici fino agli spazi extragalattici.

Ad ogni salto o espansione evolutiva, alla base delle conoscenze acquisite si aggiunge un ulteriore livello di organizzazione e di capacità di gestire informazioni. Ad ogni salto evolutivo aumenta il grado di libertà del sistema vivente, che attualmente trova il suo apice nella libertà dell’uomo. Ma è solo una differenza, una lunga scala di innumerevoli gradini, e questo non consente certo di sentenziare che l’uomo è l’unico essere cosciente o dotato di libero arbitrio: è poca la differenza che ci separa realmente dagli altri animali.

La struttura di ogni essere vivente parte da un identico schema per poi evolversi nello spazio, nel tempo e nella complessità. Analizzando nei dettagli le attività biologiche e informatiche della cellula, risulta evidente che, non solo la cellula nella sua totalità è in grado di percepire il significato delle informazioni presenti al suo interno e che le giungono dall’esterno, ma è anche in grado di decodificarle e integrare questo nuovo significato con quelli delle informazioni presenti nel suo codice genetico, fino ad elaborare una risposta da utilizzare operativamente per la sua stessa sopravvivenza. Ogni cellula, in altri termini ha coscienza delle informazioni che percepisce: le memorizza, le integra con quelle che ha già ricevuto, ed elabora strategie di intelligenza e finalità. In altri termini la cellula è già in grado, seppure su una scala di differente complessità, di fare le stesse operazioni mentali che sono state reputate proprie dell’uomo.

Appare evidente che utilizzando questa definizione cibernetica di coscienza, ogni aspetto della vita diventa un fenomeno di coscienza, in quanto in ogni fenomeno biologico sono necessariamente implicati processi di percezione di informazioni e di elaborazione, memorizzazione e utilizzo finalizzato.

Oltre le concezioni dicotomiche:

Intelligenza del creato Con questa concezione, non è più necessario quindi ricorrere alla dicotomia classica, che vede coloro che sentono l’incredibile bellezza e intelligenza del creato e postulano l’esistenza di un Dio, di un’entità esterna che ha creato il tutto, contrapposti a quelli che, infastiditi dalle proposte fideiste, dogmatiche non verificabili delle religioni,sostengono invece una visione meccanicistica, per la quale la materia è tutto, e ogni fenomeno trova spiegazione nelle sue stesse leggi fisiche naturali, e quindi in sostanza non è necessario concepire alcuna coscienza o entità soprannaturale.

La mia ipotesi è una sintesi delle due: nelle stessi leggi della fisica e della materia sono impliciti i segni della coscienza, ed è questa che continuamente crea, mantiene ed evolve la vita. Non una coscienza antropomorfizzata ed esterna che esiste in una dimensione diversa dalla nostra, al contrario, una coscienza interna, “implicata” (direbbe Bohm) in ogni singolo atomo di ogni vivente. L’ipotesi di una coscienza implicata nei fenomeni biologici, equivale a dire che la natura stessa della vita è coscienza di sé e dell’ambiente esterno.

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Così tutta quanta l’esistenza diventa viva, pulsante, intelligente; dal sasso, alle balene, alle foreste, tutto è compreso in una visione unitaria: si apre uno scenario vasto e misterioso dove, finalmente, anche lo scienziato è chiamato a comprendere l’aspetto più inafferrabile e magico della vita, dentro e fuori di lui: la coscienza stessa.

Articolo di Nitamo Federico Montecucco. Titolo originale: “Ipotesi coscienza: la coscienza del sé come ‘cuore’ degli esseri viventi”

Rivisto da Fisicaquantistica.it

Fonte: http://www.enciclopediaolistica.com/enciclopedia/dio/dio06.htm

Gli animali hanno una coscienza

di Marinella Meroni

Tutti gli esseri viventi sono coscienti e consapevoli Già nel 1986 Konrad Lorenz, etologo di fama mondiale, dichiarò “Sono pienamente convinto che gli animali abbiano una coscienza. L’uomo non è il solo ad avere una vita interiore soggettiva, ma è troppo presuntuoso per ammetterlo. Inoltre, il fatto che gli animali abbiano una coscienza ‘solleva dei problemi’. Forse l’uomo ha paura, perché riconoscendo una vita interiore agli animali sarebbe costretto a inorridire per il modo in cui li tratta”. Oggi la scienza lo conferma: eminenti scienziati internazionali (ricercatori cognitivi, neurofarmacologi, neurofisiologi, neuroanatomisti e neuroscienziati computazionali) hanno sottoscritto un atto ufficiale, la“Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza” nella quale confermano che “gli esseri viventi sono coscienti e consapevoli allo stesso livello degli esseri umani”.

La dichiarazione è stata firmata in presenza di Stephen Hawking, matematico, fisico e cosmologo, fra i più importanti del mondo, noto per gli studi sui buchi neri. L’elenco comprende tutti i mammiferi, uccelli, invertebrati, insetti. Ma cos’è la coscienza? Il termine deriva dal latino Cum-scire, cioè “sapere insieme”: l’uomo ha 3 centri indipendenti chiamati “centro intellettivo”,”motore-istintivo”e “emozionale”, posti nel cervello. La coscienza indica lo stato di sintonia tra i 3 centri, che permette la consapevolezza di sé, delle proprie azioni e scopi, dei rapporti con il mondo esterno, dei sentimenti, capacità di valutare i valori morali, ravvedersi, pentirsi, etc. Queste facoltà non sono più considerate doti uniche dell’uomo, ma di tutte le creature! Un aspetto molto interessante rilevato dagli studiosi è che la coscienza emerge anche negli animali che sono molto differenti dagli umani, compresi quelli che si sono sviluppati su percorsi evolutivi differenti, come uccelli, insetti e cefalopodi (polipi, seppie, calamari), in quanto l’assenza di neocorteccia cerebrale non impedisce ad un essere vivente di provare stati affettivi.

Scrivono gli scienziati: “Prove convergenti indicano che gli animali hanno substrati neuroanatomici, neurochimici e neurofisiologici di stati di coscienza, insieme alla capacità di esibire comportamenti intenzionali, di provare stati affettivi e di sognare come l’uomo, incluso il sonno Rem. Di conseguenza l’evidenza scientifica indica che gli umani non sono gli unici a possedere i substrati neurologici che generano coscienza”. E’ una rivoluzione scientifica e morale nei confronti degli animali!

Test scientifici hanno rivelato prove di coscienza commoventi: animali che si soffermano e ascoltano brani musicali, elefanti che si aiutano per risolvere problemi, scimpanzé che insegnano ai giovani a fare arnesi, polpi in grado di pianificare, uccelli che sognano come noi, gazze che dimostrano eclatanti analogie con gli umani. Grandi scimmie, delfini e elefanti inoltre si riconoscono nello specchio, mentre i pappagalli africani grigi hanno livelli di coscienza simili a quelli umani. La ricerca sulla coscienza è in rapida evoluzione, e ciò richiede una rivalutazione periodica dei preconcetti espressi in questo settore.

Dichiara l’istituto di ricerca della coscienza Umberto di Grazia “Questa scoperta rappresenta un grande e importante cambiamento, la scienza sta realizzando che tutta la vita è interconnessa e interdipendente, e che gli umani non sono gli unici esseri coscienti del pianeta”. Gli animali sono consapevoli nello stesso modo in cui lo siamo noi e ciò comporterà la necessità di rivedere le nostre responsabilità morali nei loro confronti.

Articolo di Marinella Meroni

Rivisto da Fisicaquantistica.it

Fonte: attraversololtre.blogspot.it

Tratto da: fisicaquantistica.it di Nitamo Federico Montecucco -

http://www.morasta.it/anche-gli-animali-hanno-una-coscienza/

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LA NASA SI PREPARA ALLA SCOPERTA DI VITA ALIENA

La NASA a convegno: “Prepariamoci alla scoperta degli Alieni”

Ci sono nella Storia (quella con la S maiuscola) dei momenti di passaggio fondamentali, delle fasi che segnano la svolta, delle epoche che cambiano il futuro dell’Umanità. Talvolta chi li vive si rende conto di essere all’inizio di una nuova era. Probabilmente è quello che sta accadendo alla nostra generazione, sul punto di scoprire- al di là di ogni ragionevole dubbio- l’esistenza di altre forme di vita nella galassia attorno a noi.

LA NASA SI PREPARA ALLA SCOPERTA DI VITA ALIENA

Sembra davvero questione di tempo ormai e la scienza non vuole arrivare impreparata al grande giorno. Ecco perché la NASA e la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti hanno riunito astronomi, storici, filosofi, fisici e teologi di tutto il mondo per un simposio dal tema significativo: ”Prepararsi alla scoperta”. Ovviamente, degli altri esseri viventi del cosmo. Tra i punti del dibattito: valutare come dovremmo predisporci in vista dell’inevitabile individuazione di vita extraterrestre, sia essa in forma batterica oppure intelligente.

 

“Stiamo considerando ogni possibile scenario in merito. Se si scoprono dei microorganismi, è un conto. Ma se si trovano creature intelligenti, è un altro. E se comunicano, è un altro ancora e in base a quello che ci dicono, se ne profila uno diverso!”, ha detto all’Huffington Post l’astrobiologo Steven J. Dick, ex della Nasa ed organizzatore di questa due-giorni di Washington.

 

“L’idea non è stare ad aspettare fino al giorno in cui arriveremo ad una scoperta, ma tentare di preparare il pubblico a tutte le potenziali implicazioni in vista della scoperta.” Insomma, il punto non è se, ma quando ciò si verificherà. E anche l’ente spaziale americano ne è ben consapevole e vuole giocare d’anticipo. “Credo che a spingere la Nasa in questa direzione siano tutti i nuovi esopianeti individuati e i progressi dell’astrobiologia in generale. La gente considera molto probabile che troveremo qualcosa ed è un’opinione sostenuta anche dalla scienza: ad un certo momento, nel futuro, scopriremo la vita”, ha spiegato Dick.

 

Tra gli esperti chiamati a confrontarsi su queste tematiche c’era anche l’ astronomo del Papa, Padre Guy Consolmagno, neopresidente del Vatican Observatory Foundation, noto per le sue affermazioni in merito alla possibilità di catechizzare anche gli Alieni. La sua frase “qualsiasi entità- non importa quanti tentacoli possa avere- possiede un’anima” lo ha portato alla ribalta internazionale, insieme alla sua dichiarata disponibilità a somministrare il battesimo ad E.T.- ma solo su richiesta…

 

L'ASTRONOMO DEL VATICANO, PADRE GUY CONSOLMAGNO

L’ASTRONOMO DEL VATICANO, PADRE GUY CONSOLMAGNO

Al Simposio, il gesuita ha ribadito il concetto mentre al quotidiano online ha spiegato il suo approccio all’argomento. “Credo che la vita aliena esista, ma non ne ho le prove. Ne sarei davvero entusiasta e renderebbe la comprensione della mia religione più profonda e ricca, in modo che ancora non so neppure immaginare, ed è per questo che sarebbe tanto esaltante”, ha affermato. “Essere un bravo scienziato significa ammettere che non possediamo tutta la verità, c’è sempre da imparare”. E a suo avviso, l’ annuncio epocale -non siamo soli nell’ Universo, anzi, siamo circondati da forme di vita…- non scatenerebbe affatto il panico.

 

“Penso che in realtà ci sarebbero tre giorni di stupore, ma poi torneremmo a preoccuparci dei programmi Tv o delle follie che accadono a Washington. Perché l’umanità è fatta così. E la maggior parte delle persone sono come me: noi ce l’aspettiamo che là fuori ci sia qualcosa. E la nostra reazione sarebbe: wow, grazie al cielo, era ora…”

 

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A rendere così sicuri gli scienziati che sia ormai partito il conto alla rovescia, sono i numeri- enormi, impressionanti- relativi alle stelle e ai sistemi planetari attorno a noi. Certo, sono solo stime perché nessuno sa con esattezza quante copie della Terra, dotate delle medesime caratteristiche adatte alla vita, esistano realmente, ma la statistica non è un’opinione e i potenziali mondi abitati sono davvero innumerevoli- proprio come diceva, quattro secoli fa, Giordano Bruno.

 

“I pianeti del genere, nella nostra galassia, sono decine di miliardi, senza parlare delle lune. E il numero delle galassie che siamo in grado di vedere è circa 100 miliardi”, ha affermato Seth Shostak, astronomo del SETI Institute. Solo nella parte di universo che noi riusciamo ad osservare, ci potrebbero essere 10 mila miliardi di stelle.

 

SOLO NELLA VIA LATTEA POTREBBERO ESISTERE MILIARDI DI GEMELLI DELLA TERRA

SOLO NELLA VIA LATTEA POTREBBERO ESISTERE MILIARDI DI GEMELLI DELLA TERRA

“Sappiamo che la maggior parte ha dei pianeti, per il 70-80 per cento. Se tutti questi pianeti sono privi di vita e l’uomo è l’unica cosa interessante del cosmo, bè, allora è un miracolo. Sarebbe un’eccezione a livelli estremi. Un approccio più pragmatico è invece dire: no, l’uomo non è un miracolo, è solo uno dei tanti nell’elenco. Il punto di arrivo è ipotizzare che una stella su 5 possa avere un omologo della Terra. E questo significa un sacco di mondi abitabili. Anzi, il numero delle copie della Terra nella sola nostra galassia potrebbe essere nell’ordine di 50 miliardi.”

 

Quante potrebbero ospitare civiltà così evolute da possedere una tecnologia a noi ancora sconosciuta in grado di compiere viaggi interstellari? La scoperta della vita extraterrestre passerà anche dall’individuazione di un’ astronave in volo in un punto della galassia? Sarà il James Webb Space Telescope, in orbita dal 2018 per analizzare le atmosfere dei pianeti lontani, a trovare anche la prova dell’esistenza degli Ufo?

 

Domande che l’ Huffington Post ha rivolto a Steven J. Dick e alle quali l’astrobiologo non si è sottratto. Anzi, ha dato una risposta che dovrebbe far riflettere i tanti scettici ad oltranza che per principio ritengono l’argomento UFO una baggianata da non prendere neppure in considerazione. “Io cerco di tenere la mente aperta”, ha detto Dick. “ Il 90 e passa per cento di avvistamenti è spiegabile come fenomeni naturali. Il punto è cosa dobbiamo fare del restante 3 o 4 per cento. Secondo me, andrebbe ulteriormente studiato.

 

Per definizione, gli UFO sono qualcosa che non sappiamo cosa sia. Potrebbero essere fenomeni fisici, psichici o sociali che ignoriamo. Certo, è un bel salto concludere che siano extraterrestri, non ne vedo la dimostrazione. Non ho analizzato da vicino i dati per poter affermare che ci sia una forma di intelligenza dietro ad essi, ma ho visto abbastanza per sapere che ci sono delle realtà non spiegate che dovremmo osservare meglio e per il momento il governo degli Stati Uniti non lo sta facendo.”

 

SABRINA PIERAGOSTINI

http://www.extremamente.it/2014/09/29/la-nasa-a-convegno-prepariamoci-alla-scoperta-degli-alieni/

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Esperimento scientifico danese: ecco come le piante muoiono vicino alle onde WiFi

Un esperimento scientifico danese compiuto da un gruppo di ragazze della scuola secondaria superiore ha suscitato interesse in tutto il mondo e potrebbe farci cambiare idea riguardo la proliferazione dei dispositivi wireless nelle nostre case.

 

Secondo il sito web danese di notizie DR, cinque ragazze della prima classe superiore di Hjallerup hanno avviato l’esperimento dopo avere notato che quando la notte dormivano con il cellulare acceso accanto alla testa, il giorno successivo mostravano difficoltà a concentrarsi.

Non essendo in grado di condurre un esperimento sugli effetti dei segnali wireless sull’attività cerebrale, le ragazze hanno quindi deciso di osservare la crescita di piante vicino ai router WiFi – e i risultati hanno un che di sconvolgente.

Come riferisce il sito, sei vaschette di semi di crescione dei giardini sono state messe in una stanza senza alcun router WiFi, mentre altre sei vaschette dello stesso tipo sono state collocate in un’altra stanza, accanto a due router WiFi, i quali, stando ai calcoli delle ragazze, emettevano più o meno lo stesso tipo di onde di un comune cellulare.

 

Ecco i semi di crescione, prima e dopo

Nel corso dei 12 giorni dell’esperimento, i semi nelle sei vaschette distanti dairouter sono cresciuti normalmente, mentre i semi vicino ai router non l’hanno fatto. Anzi, le foto diffuse mostrano che molti dei semi collocati vicino ai routersono diventati marroni e sono morti.

“Questo ha scatenato in Danimarca un acceso dibattito in merito ai possibili effetti negativi sulla salute da parte di telefoni cellulari e impianti WiFi,” ha detto alla ABC News Kim Horsevad, insegnante di biologia alla scuola di Hjallerup.

La Horsevad ha affermato che parte della discussione sugli effetti negativi dell’esperimento ha riguardato l’ipotesi che i semi di crescione si siano seccati a causa del calore emesso dai router WiFi utilizzati. Ha raccontato che nel corso dell’intero esperimento le studentesse hanno mantenuto sufficientemente idratati entrambi i gruppi di semi di crescione e che le temperature sono state regolate da termostati.

Secondo Popular Science uno studio simile è stato condotto tre anni fa in Olanda, quando i ricercatori osservarono che alcuni alberi nelle aree urbane stavano presentando “protuberanze” sulla corteccia. L’esperimento, effettuato dall’università di Wageningen, ha comportato l’esposizione per tre mesi di 20 alberi di frassino a vari tipi di radiazioni. Gli alberi scelti per verificare la tolleranza a forti segnali WiFi cominciarono a manifestare tipici segni di malattia da radiazione, tra cui un aspetto lucido, simile al piombo, sulle foglie.

Riguardo all’attenzione che l’esperimento scientifico delle ragazze sta avendo, la Horsevad ha dichiarato che il professore di neuroscienze Olle Johanssen, insieme all’istituto svedese Karolinska, ha manifestato un grande interesse.

Non è difficile capire il fascino del Wi-Fi. Questa tecnologia rivoluzionaria, che è stata disponibile in commercio a partire dal 1999, elimina il cablaggio per i computer, riduce i costi di utilizzo cellulari e permette di connettersi a Internet da qualsiasi luogo con un segnale. Nonostante questi vantaggi, tuttavia, gli studi continuano a mostrare che la radiazione generata dal router wireless sta influenzando negativamente la nostra salute. In realtà, il sito attivista britannico Stop Smart Meters ha recentemente pubblicato un elenco di 34 studi scientifici che dimostrano gli effetti negativi biologici di esposizione al Wi-Fi, compresi mal di testa, riduzione dello sperma e lo stress ossidativo.

VIDEO – L’esperimento di Wageningen:

 

http://www.dionidream.com/

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MALATTIE RARE: IN ITALIA 2 MILIONI DI MALATI

A distanza di ben 14 anni dall’istituzione sulla carta del registro nazionale di queste patologie, latita ancora un censimento delle persone affette dalle malattie rare.

 

«Già nel 2009 - dichiara Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell’Associazione Culturale Giuseppe Dossetti - avevamo chiesto all’allora ministro Sacconi di fare chiarezza sui numeri dei Malati Rari nel nostro Paese, ma a distanza di anni vige ancora una gran confusione a riguardo. Pertanto, è ora di dire basta ai numeri che emergono come schegge impazzite in occasione di prestigiose kermesse, non ultima la recente Conferenza Internazionale delle Malattie Rare, che si è svolta a Montecitorio il 31 ottobre scorso, durante la quale si è parlato, addirittura, di circa 2 milioni di Malati Rari».

 

 

Milano (2012)

 

«È assurdo - gli fa eco Claudio Buttarelli, presidente del MIR (Movimento Italiano dei Malatai Rari) - che dopo quasi quattordici anni dall’istituzione del Registro Nazionale delle Malattie Rare, siamo ancora sprovvisti di un censimento dei pazienti affetti da queste patologie. È il momento di far luce su queste criticità nel rispetto della sofferenza di centinaia di malati colpiti da Malattie Rare».

 

Ma quali sono le cause di tali malattie? C'è una correlazione con l'irrorazione di scie chimiche sui centri abitati, a mezzo di velivoli senza livrea di riconoscimento, sistematicamente dall'anno 2002? C'entra qualcosa l'accordo segreto sulle sperimentazioni climatiche, siglato da Berlusconi e Bush, il 19 luglio 2001 a Genova, e mai ratificato dal Parlamento tricolore, o comunque portato alla conoscenza dell'opinione pubblica?

 

riferimenti:

 

http://www.superando.it/2014/10/31/malattie-rare-bisogna-organizzare-una-buona-rete/

 

http://www.movimentorari.it/mir/wp-content/uploads/2014/10/Piano-nazionale-Malattie-Rare-approvato.pdf

 

http://www.superando.it/2014/11/13/i-bisogni-delle-persone-con-una-grave-sclerosi-multipla/

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=malattie+rare

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/11/malattie-rare-in-italia-2-milioni-di.html

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