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Categoria: "Notizie scottanti"

La Dimensione della Gratitudine

La Dimensione della Gratitudine

(dai Maestri del Sole Centrale)

 

Sacro essere, per intraprendere il Dialogo con Dio, e' importante maturare il sentimento della gratitudine poiche' e' una dimensione strettamente correlata.

Spesso si dice che le preghiere non vengono esaudite ed in molti casi e' sicuramente cosi' ma questo e' dovuto al fatto che spesso l'umanita' chiede e pretende e si ricorda del divino solo quando le manca qualcosa.

In questo senso il termine "preghiera" e' in realta' errato poiche' presuppone che si chieda e si aspetti qualcosa, sminuendo il significato piu' profondo di questo strumento.

Lo scopo e' infatti ascoltare la Voce di Dio ed instaurare un dialogo con Lui e puoi raggiungere questo obiettivo partendo dalla consapevolezza che la tua esistenza dipende da molti fattori che spesso non consideri, da molti esseri che si prodigano per il tuo benessere, permettendo alla Vita che e' in te di manifestarsi, attraverso la tua attuale forma.

Ti accompagnamo in un piccolo viaggio, in cui puoi riscoprire i tuoi legami con cio' che ti circonda e maturare il sentimento della gratitudine.

Essere grati significa ringraziare.

 

Al mattino, supponendo che tu sia in salute, ti alzi dal letto.

Luce d'amore, gia' questo semplice fatto deve essere per te fonte di gioia: hai potuto dormire tranquillo, in un ambiente confortevole ed inizia per te una giornata unica, i cui istanti ed opportunita' non si presenteranno mai piu', in cui dirai frasi e proverai sensazioni che non puoi immaginare.

E' proprio il momento in cui ti svegli dall'incoscienza del sonno, uno dei momenti piu' magici che la vita ti dona poiche' da ora puoi costruire la tua giornata, guidare i tuoi pensieri, scegliere come comportarti.

Dirigiti verso la finestra e guarda la luce che ti avvolge.

Il cielo puo' essere terso o nuvoloso ma l'aria del mattino ti permette di respirare e di vivere.

Dio, nella forma di Madre Terra, si prende sempre cura di te, attraverso l'elemento aria che, anche se l'umanita' lo rende inquinato, e' indispensabile per la tua vita.

Vai ora a lavarti con l'acqua e questo e' un incontro prezioso, un altro aspetto di Dio che ti permette di prenderti cura della tua persona, rendendola pulita, profumata e piacevole allo sguardo.

Il semplice fatto di avere a tua disposizione abbastanza facilmente questo bene essenziale, ti deve fare felice e farti ringraziare.

Pensa quanti esseri non hanno acqua con cui dissetarsi e la sete li affligge costantemente.

Come utilizzi questo bene prezioso?

Ti rendi conto che e' anche grazie al lavoro di molti esseri che l'acqua raggiunge la tua casa?

In questo momento puoi ripercorrere le tappe della Vita e comprendere la grandezza di questo elemento che spesso e' troppo scontato per essere apprezzato.

Il tuo sostentamento non sarebbe possibile se non ci fosse l'acqua che permette alle culture di crescere e di dare i loro frutti!

Sia l'istante in cui ti lavi al mattino occasione di gratitudine per l'aspetto di Dio, sotto forma dell'acqua.

Ti vesti, magari scegliendo gli abiti piu' adatti a seconda delle occasioni o della stagione.

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Comprendi che questo atto cosi' semplice sottende il lavoro e l'impegno di molte persone che hanno permesso la realizzazione di quei pantaloni o di quella gonna che stai indossando.

Sia il tuo pensiero volto a questi esseri, che sono aspetti di Dio, ringraziandoli del loro buon gusto, attenzione e fantasia.

Al lavoro, osserva i tuoi colleghi, le persone con cui ti relazioni e comprendi che ti offrono occasioni di confronto, di crescita, che ti accompagnano nel tuo percorso e che condividi con loro del tempo della tua vita.

Che tu possa comprendere le opportunita' che ti offrono, e ringraziarli della loro presenza che non e' mai per caso e che ti permette di lavorare su di te, superando i tuoi limiti ed i tuoi difetti.

Apprezza la gioia che il tuo corpo fisico prova nel mangiare cibi sani e poco artefatti e gioisci del loro gusto nella consapevolezza del lavoro di molte persone che ti permettono ogni giorno di nutrirti secondo i tuoi desideri.

Che questo momento sia per te occasione per riscoprire il tuo legame con Madre Terra ed il suo amore disinteressato nei tuoi confronti.

Nel tardo pomeriggio, abbandona i tuoi pensieri e lasciati cullare dalle ombre lunghe che avvolgono la tua giornata che si sta per concludere e gioisci del fresco della sera e delle luci che si accendono per le strade.

Pensa al sonno che ti rigenera', abbracciandoti dolcemente, facendoti sognare le promesse di altre opportunita'.

Sacro essere, se rifletti su una tua giornata, puoi riscoprire infiniti legami sottili che ti uniscono al prossimo e, se ascolti il tuo cuore, puoi sentire che si espande e si apre alla gratitudine.

Tu che puoi leggere queste pagine, hai molte piu' possibilita' ed opportunita' rispetto ad altre persone che vivono in luoghi piu' poveri e che non hanno a disposizione le tue comodita' ed anche se sei ammalato, devi riconoscere che hai comunque motivo per ringraziare Madre Terra per i suoi doni ed essere consapevole di vivere in un giardino incantato, ricco di frutti e di bellezze e che e' solo a causa del tuo atteggiamento o irresponsabilita' di alcuni se senti che spesso non e' cosi'.

Se sei attento a cio' che ti circonda e consapevole delle tue opportunita', puoi sentire il tuo cuore e vedrai che una gioia particolare affiora dalle tue profondita'.

E' semplicemente la felicita' di essere qui ed ora, in questo intervallo di Tempo, in un periodo della storia dell'umanita' in cui puoi agire, attraverso il corpo fisico, dare il tuo contributo ed in cui puoi beneficiare del lavoro di molti altri esseri che non conoscerai mai.

Poco per volta questa consapevolezza si trasformera' in un canto interiore di gratitudine ed in un sorriso verso tutto cio' che ti circonda facendoti dimorare nel rispetto, comprendendo la preziosita' delle piccole cose e di tutto cio' che magari finora hai ignorato.

Ti accorgerai di ringraziare molto piu' spesso e che questo tuo nuovo atteggiamento modifica le tue relazioni ed il tuo modo di essere, facendoti diventare piu' aperto, piu' spontaneo e meno amaro nei confronti della Vita e potrai constatare che cio' di cui hai davvero necessita' non e' qualcosa di materiale ma il riscoprire una sensazione dimenticata che e' la tua appartenenza al tutto ed il tuo essere una parte di Dio, per trovare tutte le tue risposte, dando un senso alla tua esistenza.

Apri sempre di piu' il tuo cuore, per prepararti ad accoglierLo ed a sentirLo dentro di te, ampliando sempre di piu' il tuo amore.

 

Trova degli spazi in cui poter stare in compagnia di te stesso per comprendere l'abbondanza che hai e ringraziare, piuttosto che chiedere e constaterai la tua ricchezza che testimonia l'Amore che Dio ha per te.

Inizia a dialogare con Lui ringraziandolo attraverso le sue molteplici forme ed aspetti e rivolgiti ad esse con umilta', sapendo che nulla e' dovuto ma tutto e' sempre dono disinteressato e poco per volta scoprirai i Suoi occhi che ti guardano attraverso tutte le persone che frequenti, il cibo che mangi, l'acqua che bevi e l'aria che respiri e dimora nella pienezza e nel compimento.

 

Sacro essere, questo e' il primo passo per ritrovare Dio, aprendo le porte del cuore che spesso restano chiuse, rendendoti incapace di accogliere il Suo amore.

Vedrai che spontaneamente incomincerai a ringraziare e che potrai maturare un tuo personale dialogo sottile con i Suoi infiniti aspetti, vivendo in armonia e sentendoti pervaso dalla Sua Grazia.

 

Consapevolezza del Bene prezioso della Vita e dei suoi infiniti Legami che ti uniscono al Tutto di cui fai parte, come Luce d'Amore nel Cuore di Dio

 

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PIEDI : 14 cose che i nostri piedi ci dicono sulla nostra salute

14 cose che i nostri piedi ci dicono sulla nostra salute

Sapete che esaminare i piedi è molto istruttivo per valutare le condizioni di salute di un individuo?

 

In due, i piedi contengono un quarto delle nostre ossa e ognuno ha 33 articolazioni, 100 tendini, muscoli, legamenti, innumerevoli nervi e vasi sanguigni collegati al cuore, al midollo spinale e al cervello.

 

Sottovalutare un problema ai piedi può avere conseguenze indesiderate, come ad esempio l’aumento di peso (perché si cammina di meno), o causare un dolore (perché si adotta una postura per noi innaturale). Aumentano così i rischi di cadute e fratture.

Dobbiamo sempre prendere sul serio i segnali che i piedi ci inviano.

 

PIEDI DOLOROSI

 

Non si parla del dolore di chi, con stivali di gomma ha camminato 100 chilometri su una strada asfaltata; ma piuttosto della donna sedentaria di 55 anni che si lamenta di dolori continui ai piedi. Visto che i piedi contano tante piccole ossa, si può soffrire per fratture da fatica. Queste fratture “discrete” non si fanno sempre notare e possono essere scoperte anche dopo diversi mesi. Una persona stoica, nonostante il dolore, è in grado di camminare anche con un osso del piede rotto.

Se questo tipo di frattura si verifica spesso in una persona, è il segnale di una diminuzione della densità ossea (osteopenia): un problema tipico nelle donne oltre i 50 anni.

In altri casi, queste fratture a ripetizione tradiscono una carenza di vitamina D, una difficoltà ad assorbire il calcio o anche un’anoressia.

 

SCOMPARSA DEI PELI SULLE DITA DEI PIEDI

 

I peli scompaiono in caso di cattiva circolazione, spesso la conseguenza di malattie vascolari. In questo caso, l’arteriosclerosi (indurimento delle pareti arteriose) impedisce al cuore di irrigare adeguatamente le estremità degli arti perché l’organismo concentra i suoi sforzi per irrigare le parti vitali: ed i peli delle dita dei piedi non sono certo una priorità.

Altri segni che tradiscono una cattiva circolazione sanguigna nei piedi: tastare la parte superiore del piede e non sentire battito; vedersi i piedi di un lucido rosso scarlatto quando si è in piedi e, quando se ne solleva uno, questo diventa immediatamente bianco. Il più delle volte le persone già sanno di avere disturbi cardiovascolari, ma non ne hanno ancora constatati gli effetti.

Per migliorare la circolazione sanguigna è assolutamente necessario trattare il problema cardiovascolare che ne è all’origine.

Per quanto riguarda i peli sulle dita dei piedi, ricresceranno, ma non è certo la cosa più importante.

 

PELLE SECCA E SCREPOLATURE

 

Anche se la pelle delle mani e del viso è perfetta, non trascurate la pelle dei piedi: le micosi e le infezioni fungine non sono un’esclusiva dei campioni olimpici.

Una pelle secca e irritata può produrre vesciche e, quando le bolle si rompono, l’infezione si diffonde. Le micosi appaiono in primis tra le dita dei piedi e possono poi diffondersi ad altre parti del corpo (che si è portati a grattarsi), come le ascelle o l’inguine.

I casi lievi possono essere trattati molto semplicemente lavandosi spesso i piedi ed asciugandoli bene. Fate dei pediluvi in acqua fredda aggiungendovi bicarbonato di sodio e acqua ossigenata, che uccidono i funghi. Mantenete sempre i piedi ben asciutti usando borotalco nelle calze e scarpe. Se non si vede alcun miglioramento dopo due settimane, chiedete al medico di prescrivervi un trattamento antimicotico orale o topico.

 

UNGHIE INCURVATE COME UN CUCCHIAIO

 

Questa particolare deformazione delle unghie tradisce spesso una grave carenza di ferro (anemia). A causa di questa mancanza di ferro il sangue contiene poca emoglobina, una proteina ricca di ferro che trasporta l’ossigeno attraverso il corpo. Si tende a mancare di ferro in caso di emorragia interna (ad esempio un’ulcera) o durante cicli mestruali intensi.

Se soffrite di anemia, noterete che i vostri piedi sono spesso freddi, che le unghie possono essere fragili e che la parte sottostante le unghie delle mani e dei piedi è particolarmente pallida. Spesso l’anemia è accompagnata da vertigini, mal di testa, grave affaticamento e fiato corto.

Un’analisi dei globuli rossi identificherà l’origine dell’anemia: di solito è sufficiente modificare leggermente la dieta e fare una cura di ferro e vitamina C in forma di integratori alimentari. Si noti che la vitamina C aiuta a fissare il ferro.

 

DITA RIGONFIE ALL’ESTREMITÀ

 

Se la punta delle dita è anormalmente rigonfia al punto che le unghie cominciano a somigliare a lenti di ingrandimento, si tratta di un caso di ippocratismo digitale, da Ippocrate, che descrisse questo fenomeno più di duemila anni fa. Questo è un segnale di malattie polmonari (come il cancro ai polmoni), di malattie cardiache o gastrointestinali, come il morbo di Crohn.

Il fenomeno di ippocratismo digitale si osserva anche in alcune dita che assumono la forma di “bacchette di tamburo”.

 

CRAMPI AI PIEDI

 

Questa contrazione violenta ed improvvisa di un muscolo, come una coltellata, si verifica di solito durante uno sforzo fisico intenso o quando si è disidratati.

Tuttavia, se si soffre spesso crampi, vi è una carenza di calcio, di potassio e di magnesio. Quindi, mangiate più verdure, prendere un integratore alimentare e, prima di dormire, stirate bene i piedi.

 

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PIEDI FREDDI

 

Sono per lo più le donne che soffrono della “sindrome dei piedi freddi”. Nelle donne oltre 40 i piedi freddi sono legati ad un problema di tiroide (la ghiandola che regola la temperatura e il metabolismo del corpo) oltre ad una cattiva circolazione sanguigna. Detto questo, il rimedio più efficace per i piedi freddi è il buon vecchio paio di calze di lana (o “babbucce”): purtroppo nessun rimedio che funzioni e sia anche sexi…

 

SCARPE VECCHIE

 

Attenzione: se le scarpe hanno più di un paio d’anni o se le scarpe da ginnastica segnano più di 500 al contachilometri, la vostra salute è a rischio.

Gli esperti insistono sul fatto che le scarpe vecchie non forniscano più ai piedi il supporto necessario. Conseguenza: dolori al tallone, vesciche e cipolle si accumulano… e una volta su due questo è per colpa delle scarpe.

Questi problemi riguardano soprattutto le persone anziane che si “affezionano” alle loro scarpe per sempre, che sembrano ancora nuove all’esterno ma che mancano di flessibilità, di supporto e di contenimento adeguati.

 

UNGHIE DEI PIEDI ORRIBILI!

 

Se le vostre unghie si ispessiscono e diventano gialle e davvero brutte da vedersi, si tratta probabilmente di un’infezione fungina sotto ungueale chiamato onicomicosi. Può installarsi e svilupparsi per diversi anni senza che le vostre unghie cambino aspetto o che sentiate fastidio ma, nella fase successiva, le unghie cominciano ad ingiallire e poi ad annerirsi, e emanano cattivo odore. In questa fase avanzata, l’infezione può diffondersi anche ad altre dita dei piedi e delle mani.

Gli individui vulnerabili a questo tipo di infezione sono quelli che presentano candidosi, diabete, malattie autoimmuni (come l’artrite reumatoide) o disturbi della circolazione. E nei casi più gravi i semplici prodotti antifungini hanno ben poche possibilità di debellare l’infezione.

 

IL VOSTRO ALLUCE STA ASSUMENDO SEMBIANZE ALLARMANTI?

 

Pensate alle gotta! Questa malattia che sembra appartenere ad un’altra epoca continua ad imperversare, senza che se ne possa determinarne l’origine, e non è solo appannaggio degli uomini anziani.

Immaginatevi un mattino al risveglio con un dolore caldo all’alluce. vi liberate dalle lenzuola e, ispezionandolo alla luce, scoprite che è rosso violaceo. In tre casi su quattro la gotta compare in questo modo, senza preavviso.

La gotta è una forma di artrosi che deriva da un eccesso di acido urico, una sostanza naturale. A basse temperature, l’acido urico forma cristalli che somigliano ad aghi, che si depositano nelle articolazioni. Ora l’alluce è la parte più fredda del corpo perché la più lontano dal cuore: la zona quindi più favorevole alla formazione di questi cristalli. È per questo che la gotta attacca per primo il vostro alluce: in seguito la malattia può diffondersi al corpo del piede, all tallone di Achille, al ginocchio e al gomito.

 

UGH! CHE PUZZA!

 

Anche se l’odore dei piedi sembra allarmante, raramente significa che qualcosa non va, a parte un semplice problema igienico.

Ogni piede possiede 250 milioni di ghiandole che secernono sudore: questo è il motivo per cui i piedi sudano più di ogni altra parte del corpo. Aggiungete a questo le calze e le scarpe che li avvolgono con cura e, alla fine, si ottiene una pentola a pressione dove l’umidità supera quello dei bagni turchi e dove i batteri prosperano più veloci che in un vecchio Roquefort. Dopo, non stupitevi se vostri i piedi profumano di formaggio!

Un consiglio: preferire materie naturali come calze di cotone (e cambiatele ogni giorno) e le scarpe con suola in cuoio, che espellono l’umidità meglio delle materie sintetiche.

 

DITA DEI PIEDI TRICOLORI

 

Nella stagione fredda, la malattia di Raynaud ha l’effetto di cambiare il colore delle vostre dita dei piedi. Prima diventano bianche, poi blu e poi rosso, prima di tornare al loro colore naturale. Il meccanismo non è ancora ben compreso, ma è collegato ai vasi sanguigni delle dita che restringendosi momentaneamente inducono il cambiamento di colore. Altra conseguenza, le dita sono congelate e insensibili. Gli stessi fenomeni si osservano sulla dita delle mani, labbra, naso e lobi delle orecchie.

La malattia di Raynaud colpisce in particolare le donne, gli abitanti dei paesi più freddi e le persone molto stressate. Alcuni trattamenti sono in grado di attenuarne gli effetti, dilatando i vasi sanguigni.

 

PIEDI INSENSIBILI

 

Non sentirsi più i piedi o avere le “formiche” sono i segnali che il vostro sistema nervoso nella zona è danneggiato. Ci possono essere diverse cause, tra cui il diabete, la chemioterapia o l’eccesso di alcool (presente o passato).

Le sensazioni di bruciore o formicolio possono apparire anche alle mani, prima di arrivare alle braccia o alle gambe. La perdita di sensibilità dà l’impressione di indossare sempre guanti pesanti o spesse calze di lana. Un medico vi aiuterà ad identificare la causa della vostra perdita di sensibilità. Purtroppo, l’unica soluzione possibile saranno probabilmente i farmaci antidolorifici.

 

UNA FERITA CHE NON GUARISCE

 

Questo è un sintomo del diabete. L’aumento nel sangue dei livelli di zucchero provoca danni alle cellule nervose del piede, e si perde sensibilità. Irritazioni, ammaccature e graffi sotto il piede poi passano inosservati, soprattutto se il diabete non è ancora stato diagnosticato. Se non curate, le ferite possono infettarsi e portare anche all’amputazione.

Attenzione quindi alle piaghe maleodoranti che cicatrizzano con difficoltà e, se avete il diabete, ricordavi di controllare le piante dei piedi ogni giorno.

https://www.naturelab.it/blog/14-cose-che-i-nostri-piedi-ci-dicono-sulla-nostra-salute/

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Prodotte nuove onde sonore capaci di manipolare strutture biologiche microscopiche

Per la prima volta dopo più di mezzo secolo è stata ottenuta una nuova classe di onde sonore, così delicate da poter essere usate come strumento per manipolare strutture biologiche microscopiche, come le cellule staminali, senza danneggiarle.

Il risultato è pubblicato sulla rivista Advanced Materials dagli esperti di acustica del Royal Melbourne Institute of Technology, in Australia.

 

I ricercatori intendono usare le vibrazioni generate dalle nuove onde sonore per nebulizzare le cellule staminali e veicolarle direttamente nei polmoni, così da riparare e rigenerare i tessuti malati in maniera mirata.

In laboratorio hanno già provato ad usare le onde sonore ‘gentili’ per nebulizzare farmaci da somministrare per via inalatoria, ottenendo risultati molto promettenti.

“Ma il nostro lavoro – aggiunge Rezk – apre anche nuove possibilità per usare le staminali in maniera più efficiente nel trattamento di malattie respiratorie, permettendo di nebulizzare le cellule per farle arrivare nel sito specifico dei polmoni dove bisogna riparare il tessuto malato.

Questo potrà essere una svolta per la terapia con le staminali”.

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Le nuove onde sonore sono state ottenute combinando due tipi di onde già note: le cosiddette ‘onde di massa’, che generano vibrazioni come un tappeto che viene sbattuto ad una estremità, e le ‘onde di superficie’, che invece si muovono rotolando come le onde del mare.

 

“La combinazione di onde di massa e di superficie produce onde ancora più potenti”, spiega il ricercatore James Tan.

 

(fonte) http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/fisica/2016/01/10/prodotte-nuove-onde-sonore-dopo-mezzo-secolo_ec408228-24c0-40f2-9e38-f3de7e16d314.html

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10 segreti per non perdere mai l’equilibrio come insegna Philippe Petit

The Walk e 10 segreti per non perdere mai l’equilibrio come dice Philippe Petit

 

«Lo sport non ha la profondità dell’arte: quando mi esibisco mi impegno a offrire ogni volta

la visione più nobile di un miracolo».

 

Cavarsela, restare in piedi, raggiungere un equilibrio tra le Torri Gemelle come nella vita: la lezione del funambolo Philippe Petit

Nessuno come lui sa cosa sia l’equilibrio: è abituato a camminare su un filo sospeso tra altezze pari alle Torri Gemelle.

 

Sessantasei anni, funambolo, mimo, giocoliere, arrestato oltre 500 volte per imprese tra grandi palazzi, capace di attraversare – sempre su un filo – i campanili di Notre Dame come le cascate del Niagara. In una parola, quella con cui lui stesso ama definirsi, un vero “artista”.

Non a caso il francese Philippe Petit è stato fonte di ispirazione prima del documentario Man on wire poi del nuovo film di Robert Zemeckis The Walk, presentato alla Festa del Cinema di Roma e in questi giorni nelle sale.

Per camminare sospeso nell’aria di fronte, o meglio al di sopra, di migliaia di persone si allena tre ore al giorno. Ma guai a definirlo uno sportivo:

«Lo sport non ha la profondità dell’arte: quando mi esibisco mi impegno a offrire ogni volta la visione più nobile di un miracolo».

 

Ecco i 10 segreti per restare in equilibrio, sul filo come nella vita, secondo Petit:

 

10. Guardare il mondo da una prospettiva diversa

Tu sei sopra, sulla cima di un grattacielo.

Gli altri sotto, così infinitamente sotto che paiono spilli curiosi. Questa la condizione che ha scelto, da sempre, Petit. Una condizione che gli ha insegnato almeno tre cose: guardare il mondo con altri occhi, considerare la cima come un punto di inizio, avere rispetto per chi sta in basso.

 

9. Accogliere la solitudine

Un funambolo è solo sul suo filo. La solitudine non è solo qualcosa con cui fare i conti, ma una condizione da considerare come un’occasione: “Devi sentire la solitudine e scoprire che per un artista è bella, piena e importante».

 

8. Trovare attimi in cui sentirsi re

Il trono, lo chiama lui. Quel mix di ‘qui e ora’ che ti fa sentire per un istante il re del mondo. Lui lo ha scoperto alla prima traversata: «C’è un momento, un punto, in cui senti che il filo diventa il tuo teatro: allora mi ci siedo sopra e mi sento come un re. Mi fermo, ammiro, ringrazio, poi la bellezza del vuoto e della città che mi ospita mi chiama a proseguire la camminata. E quando vedo migliaia di persone a guardarmi, ecco che diventa una performance».

 

7. Un cordoncino in tasca e un block notes in mano

Dalle tasche di Petit esce un cordoncino rosso: «Per me ‘the wire’, il cavo o per dirla in maniera più poetica il filo, non è mai acciaio, ma un animale vivo. Quando si curva, mi guarda come mi sorridesse». Se lo porta sempre dietro, insieme al suo block notes: «Viaggio tanto, e ogni volta butto giù degli schizzi». Immagini da catturare e far proprie, immaginando di attraversarle un domani.

 

6. Farsi ispirare dall’arte e dalla magia

«Mi porto sempre dietro giochi per fare trucchetti di magia». E’ qualcosa di cui è esperto sin da ragazzino, tanto da esser cacciato da cinque scuole diverse per aver ingannato o borseggiato i professori. L’arte, poi, è il cibo preferito di Petit. «Starei ore a fissare un quadro di Caravaggio: sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli dall’arte per le mie performance».

 

5. Tenere una scatola sotto il letto

Nessuno sa cosa ci sia sotto il letto di Petit, lui lo svela: «Tengo da sempre una grossa scatola rossa piena di montagne di fotografie». Cosa sono? «I miei sogni: posti che mi ispirano, dove vorrei mettere il filo e camminare». Un esempio? «Le teste dell’Isola di Pasqua, per fare un’esibizione mistica».

 

4. Risvegliare tutti i sensi

 

Per trovare l’equilibrio giusto la testa non basta. Né basta la concentrazione. Occorre sentire con il corpo. Recuperare l’uso dei sensi: “Il filo non ti aspetta, non ti dice nulla: è il tuo corpo che deve sentire che è il momento. Bisogna avere tutti i sensi all’erta, come gli animali».

Per questo Petit odia “cellulari, orologi e tutti quegli stupidi aggeggi che ci fanno dimenticare di avere sei sensi. Che poi per me sono dodici».

 

3. Allontanare le paure

La paura rende vulnerabili e se vuoi mantenere dritto il tuo cammino devi essere invincibile. “Non ho mai paura prima di una performance, mentre cammino sono troppo impegnato al non rischiare la mia vita e a regalare uno spettacolo elegante e nobile a chi guarda”.

 

2. Credere che tutto sia possibile

«Osservare le montagne e realizzare, di colpo, che non sono così grandi, così insormontabili: che nulla è impossibile». Neanche camminare sospesi nel vuoto. Per farlo bisogna credere in se stessi e nelle proprie infinite possibilità tanto da «riuscire a ispirare chi guarda a seguire i loro sogni. Questo mi dicono sempre quando mi esibisco: ‘Grazie, ci hai dimostrato che l’impossibile non esiste». Forse per questo Petit non sogna mai, neanche una notte, di camminare sul filo. Sogna di più, sogna addirittura «di volare, alto, leggero».

 

1. Amare la vita

 

«Amo la vita così tanto che non potrei mai scegliere, come fate voi, un solo colore, un cibo o una scena del film». E’ l’amore smodato per la vita che gli consente di mantenere il proprio equilibrio, qualsiasi cosa capiti:

 

«Nel film The Walk c’è una scena su cui non ero d’accordo: l’inciampo. Non avrei mai potuto inciampare. Se lo avessi fatto, ora non sarei qui». Qui a parlare di quanto sia affascinante e incredibile sfidarsi, nella contemplazione estasiata della bellezza di tutto ciò che esiste. Grazie e malgrado noi.

 

http://www.gqitalia.it/show/cinema/2015/10/23/the-walk-e-10-segreti-per-non-perdere-mai-equilibrio-come-philippe-petit/

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I PROBLEMI DEI BAMBINI DOTATI

I bambini ad alto potenziale intellettivo sono quei bambini che hanno un’intelligenza superiore, una vivacità spiccata e una curiosità molto più elevata rispetto ai bambini della stessa età. Cosa succede se ci troviamo di fronte ad un bambino del genere? Siamo preparati ad accettarlo e a interagire con lui? La complessa realtà dei bambini ad alto e altissimo potenziale intellettivo è un ambito poco esplorato. Qual è l’atteggiamento della società nei loro confronti, quali sono i loro problemi?. Anche i bambini ad alto potenziale intellettivo possono avere difficoltà di inclusione a scuola, in particolare nella classe. A tali tematiche sarà dedicato il workshop “Bambini ad alto potenziale intellettivo. Ricoscerli e improntare una didattica adeguata” all’interno dell’ottava edizione del Convegno internazionale “La qualità dell’integrazione scolasrtica e sociale” Il convegno, promosso dal Centro Studi Erickson, rappresenta l’appuntamento più importante per chi si occupa di educazione in Italia.

Seguiamo la storia di Valerio M, bambino prodigio, figlio unico di una giovane biologa. A quattro anni Valerio dà lezioni di astronomia ai bambini di quinta elementare. Conosce perfettamente il mondo vivente ma è attratto in particolare dal mondo delle “macchine”. Legge appassionatamente i libretti di istruzioni sul funzionamento delle cose, gioca ed inventa storie con robot trasformabili e con l’aiuto della madre si cimenta in costruzioni complesse. All’ingresso in prima media Valerio è riconosciuto subito come talento. “Ha una preparazione scientifica di tipo universitario” commenta l’insegnante di scienze. Il bambino è amato dalla maggior parte degli insegnanti ed in particolare dal professore di Educazione tecnica, un chimico che discute per ore con lui come se si trattasse di un collega. Oltre la scuola, Valerio costringe la madre ad accompagnarlo ai convegni di fisica, astronomia e informatica che si tengono in città, ascoltando i relatori con estremo interesse e partecipando alla discussione finale con domande pertinenti. Fa un po’ tenerezza quella coppia madre-bambino che resta fino alla fine del convegno, quando la maggior parte del pubblico si è dileguata. Ma non tutti accettano quel bambino intelligente e curioso. La madre ascolta sgomenta le proteste dell’insegnante di italiano delle scuole medie: “Mi fa sempre troppe domande, vuole mettermi in difficoltà davanti a tutta la classe!”. Oppure: “Lo vedo sogghignare compiaciuto quando i compagni sbagliano una risposta”. E’ davvero cosi? In realtà Valerio ha compreso da tempo di essere diverso dagli altri.

Il bambino non ha vita facile neppure alle superiori. E’ diventato un ragazzone dai modi un po’ impacciati. Ma l’impaccio sparisce per incanto quando discute di fisica o intelligenza artificiale. Frequenta un liceo scientifico ad indirizzo informatico. Alla stima dei professori di fisica, chimica e matematica si contrappone la malcelata o manifesta derisione dei compagni. Talvolta applaudono e si alzano in piedi, in segno di scherno, quando la mattina il ragazzo entra in classe. Anche la madre è derisa o svalutata da alcuni parenti e colleghi di lavoro. “Tuo figlio sarà speciale, ma tu non lo sei affatto!” l’apostrofa una collega. I colloqui della madre con i professori del figlio sono velocissimi e a volte perfino brutali: “Lo sa che suo figlio è un genio dell’informatica?” le dice a bruciapelo l’insegnante di matematica. Oppure: “I colleghi mi descrivono suo figlio come un ragazzo brillante, ma nella mia materia questa brillantezza non si ancora manifestata!”, commenta stizzita l’insegnante di inglese.

Oggi Valerio è un ingegnere informatico specializzato in sistemi intelligenti e informatica quantistica. Sta per ottenere il PhD in informatica, partecipa a congressi internazionali dove espone i risultati delle sue ricerche. Ogni tanto rivede i compagni di liceo, giovani tra i 27 e i 29 anni. Qualcuno si è “sistemato” con un lavoro fisso, altri si accontentano di quello che trovano. In mezzo a loro Valerio è sempre un “diverso”, non parla dei suoi studi, delle ricerche che sta portando avanti. Col tempo ha maturato un grande rispetto per tutte le professioni, anche le più umili. “Non tutti devono diventare scienziati”, spiega alla madre, quasi incredulo che a lui sia invece toccato in sorte un difficile ed incerto destino di ricercatore, qualcosa che dovrà costruire da sé con infinita pazienza giorno dopo giorno.

( Rosalba Miceli – La Stampa)

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