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Categoria: "Notizie scottanti"

L'RTE DELL'APPREZZAMENTO

L’ARTE DELL’APPREZZAMENTO

Se apprezzate la vostra vita, se apprezzate il vostro lavoro, se apprezzate voi stessi, se apprezzate quello che vi circonda, povero o ricco, qualunque cosa sia, siete divini. Il principio è che siete divini quando apprezzate qualunque cosa siete.

Potreste pensare: “quando ameremo Dio diventeremo ricchi e avremo il mondo intero sotto i nostri piedi”. Vi sbagliate in pieno perché non sapete cosa è Dio. Questo è il motivo per cui soffrite. Dio è una psiche apprezzata intorno e dentro di noi. Non c’è solitudine.

Dovete apprezzare il vostro lavoro, non importa quanto sia sporco. Dovete apprezzare la vostra miseria, non importa quanto sia dolorosa.

Il momento in cui voi inizierete ad apprezzare la miseria, questa se ne andrà.

Non dovete fare altro.

La miseria non ha bisogno di apprezzamento. La miseria ha bisogno di darvi dolore. Lo scopo della miseria è di farvi patire il dolore. Appena iniziate ad apprezzare la miseria, il suo scopo è vanificato.

Una donna non può vivere senza essere apprezzata, ma una donna ha bisogno di non vivere senza apprezzare.

L’apprezzamento procurerà apprezzamento; l’apprezzamento temporaneo procurerà apprezzamento temporaneo.

L’apprezzamento non può provenire da nessun’altra fonte.

Se non si impara ad apprezzare, ci sarà una lacuna nella vita e quella lacuna significherà non appagamento, il che porterà a rabbia, frustrazione, negatività e nevrosi.

 

Questo è il motivo per cui in Thailandia, dal momento della nascita fino alla morte, ad ogni donna viene insegnato ad apprezzare.

Questo è il motivo per il quale ad ogni donna giapponese viene insegnato, come lezione di vita, ad apprezzare. Fa parte della loro cultura. La gente asiatica è allenata ad apprezzare.

Non fa parte della cultura occidentale. Voi non apprezzate nulla. !!!

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L’apprezzamento è un’arte ed uno stile di vita; una sorgente di felicità ed appagamento.

Si chiama gratitudine. Una persona che sviluppa un’attitudine alla gratitudine è assolutamente divina.

Non dovete sudare. Se avete acquisito l’attitudine alla gratitudine, ogni cosa al mondo verrà a voi.

Se l’attitudine alla gratitudine diventerà per voi una priorità, ci sarà il più grande successo nella vostra vita.

La gratitudine vi renderà grandi e porterà via ogni discrepanza, ogni negatività, ogni fastidio.

Yogi Bhajan

Quando sento qualche mia allieva che dice: “ non mi faccio viva perche’ non so cosa dire” allora le dico:

di semplicemente grazie! Ma dillo col cuore!

Se non impari la gratitudine rimani sterile nel cuore e nella vita , se impari a ringraziare, la grazia verra’ a te !

Grazie a tuti quelli che mi ringraziano e grazie anche a quelli che non lo fanno perche’ lo faranno!

www.equilibrioyoga.it – e-mail: GuruNiyamKaur

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BIOCAMPO - Terapie del biocampo, di cosa si tratta?

Reiki, Johrei, tocco terapeutico, Qigong esterno e tantissime altre discipline vengono tradotte in Occidente come 'Terapie del biocampo'.

Ora un'importante università americana prova a fare chiarezza. E' con questo termine che la cultura scientifica traduce queste pratiche millenarie. Che cosa dicono?

L'Università di San Diego, California, riassume i risultati delle ricerche e detta i futuri passi per evidenziare meglio i benefici di questi trattamenti. «Pratiche di guarigione intese a modulare le 'energie sottili' del corpo esistono da migliaia di anni in molte culture», scrivono. «A questa famiglia di pratiche ci si riferisce con il termine 'Biofield therapies', un termine coniato dagli US National Institutes of Health nel 1992».

 

Come la vedono? «Definiamo queste terapie come trattamenti non-invasivi che esplicitamente lavorano sul 'biocampo' sia dell'operatore sia del ricevente per stimolare una risposta di guarigione».

 

Ma che cos'è esattamente il 'biocampo'? «E' un campo privo di massa, non necessariamente elettromagnetico, che circonda e permea i corpi viventi e li influenza».

Un dialogo difficile. Ovviamente, si può discutere e anche essere in totale disaccordo con questo inquadramento ma pensiamo anche che, in fin dei conti, si cerca di mediare tra culture profondamente diverse. Passiamo dai laboratori e dalla statistica a nozioni tradizionali come i chakra o l'aura.

 

Intanto, secondo questi Autori di formazione scientifica, vale la pena sensibilizzare gli operatori sanitari e il pubblico sulla 'teoria del biocampo' e sulle ricerche che si stanno svolgendo. Non chiudere la porta come al solito, insomma.

Può esserci spazio per questi trattamenti: loro li vedono non alternativi ma complementari alla medicina convenzionale.

Perché, a ben vedere, quei pochi studi che sono stati condotti dei risultati li avrebbero anche portati. Per esempio sul dolore.

Ad ora sono stati condotti 30 studi clinici che illustrano gli effetti sul dolore delle terapie del biocampo:

 

pazienti con dolore cronico, artriti e restrizioni nei movimenti. I ricercatori che hanno provato a compattare i dati rilevano una forte evidenza nel ridurre l'intensità del dolore.

 

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Persino il rigoroso gruppo Cochrane – un po' lo spauracchio di tutti quelli che si occupano di ricerca medica, convenzionale e non – rileva che alcuni studi sul biocampo evidenziano dei benefici sul dolore (in quel caso parlavano del Reiki).

Così scrivono i ricercatori californiani, ma va precisato che la Cochrane review diceva anche che, ad ora, non si possono trarre conclusioni (del resto, dicono così quasi sempre... con le loro ragioni aprono una discussione, arrivano a oggettive rilevanze ma non vogliono poi “metterle per iscritto”).

 

Qual è il problema? Perché non si può dire? E' una questione di metodo scientifico. Di fatto, manca per l'attuale cultura medica un retroterra teorico che spieghi questi effetti: il tutto viene visto come una faccenda troppo esoterica e non fa bene per le carriere accademiche.

 

Però qualcosa si muove. Gli standard per dimostrare l'effetto terapeutico sono sempre più raffinati e richiedono notevoli risorse economiche per portarli avanti: negli Stati Uniti, tuttavia, le ricerche sul biocampo sono state incluse in un programma di ricerca che prevede finanziamenti federali.

 

Persino il ricco Dipartimento della Difesa – tra un nuovo drone e l'altro – appare interessato. Occorre più ricerca (e più soldi) per rendere possibile l'indagine.

Impresa non facile anche perché in questo caso non abbiamo molecole o strumenti che si possano brevettare e gli investitori sono assai freddi.

 

Comunque, vi passiamo questo articolo a favore delle tecniche sul biocampo e tra le firme ci sono importanti università: non solo San Diego ma anche l'Anderson Cancer Center di Houston, tra i centri oncologici più prestigiosi al mondo.

 

Potete leggere il testo completo (in inglese) a questo link:

http://www.gahmj.com/doi/full/10.7453/gahmj.2015.034.suppl

 

Bibliografia:

Shamini J et al. Clinical Studies of Biofield Therapies: Summary, Methodological Challenges, and Recommendations. Glob Adv Health Med. 2015 Nov; 4(Suppl): 58–66.

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CAMPO DI ENERGIA : La luce e il campo di energia per la salute

Se se si innonda una cellula di luce UV al punto che il 99 per cento della cellula, incluso il suo DNA, viene distrutto, è possibile riparare il danno quasi interamente e in un solo giorno, semplicemente illuminando la cellula con la stessa lunghezza d’onda ad una intensità molto più debole…..

Il bio fisico Popp fu colpito dal fatto che la foto-riparazione cellulare funziona più efficientemente a 380 nm: la stessa frequenza a cui reagiscono i composti che generano cancro e a cui gli stessi si “arrampicano”. Questo fu il punto in cui Popp fece il suo salto logico: se le sostanze cancerose reagiscono solo a questa frequenza, questo deve essere connesso in qualche modo alla foto-riparazione.

Quindi…deve esserci una luce nel corpo, che è responsabile della foto-riparazione.

 

I VEGETALI EMANANO LUCE… Pop fece il suo secondo esperimento su delle patate che erano sempre state al buio…le pianticine vennero messe nel fotomoltiplicatore (apparecchio che invento insieme ad un suo studente), queste registrarono una intensità di luce persino più elevata. In più, i fotoni nei sistemi viventi che avevano esaminato, erano più coerenti di qualsiasi altri avessero mai visto.

Popp pensò quindi che fosse probabile che quando mangiamo vegetali assumiamo i fotoni e li immagazziniamo.

Questa energia è la forza agente in tutte le molecole del nostro corpo. I fotoni attivano i processi del corpo come un direttore d’orchestra che porta ogni singolo strumento nel suono collettivo….

Queste ed altre ricerche provarono a Popp che una delle fonti più essenziali di luce ed emissioni di biofotoni era il DNA, che era come un diapason per il corpo. Se avesse suonato una certa frequenza, certe molecole lo avrebbero seguito.  Con le emissioni biofotoniche, Popp credette di avere una risposta alla questione della morfogenesi e della formazione- costruzione della forma, della coordinazione e comunicazione cellulare, che poteva avvenire solo in un sistema olistico con un direttore d’orchestra centrale:il DNA

Popp nei suoi esperimenti mostrò che queste emissioni di debole luce erano sufficienti per orchestrare il corpo. Le emissioni dovevano essere a bassa intensità perché queste comunicazioni avessero luogo ad un livello quantico; se di intensità maggiore avrebbero avuto un effetto solo nel mondo più grande.

Il numero dei fotoni emessi sembrava essere connesso alla posizione dell’organismo sulla scala evolutiva: tanto più complesso l’organismo, tanto meno fotoni venivano emessi

Ora: che tipo di luce è presente in chi è malato? Popp fece delle prove (con la macchina costruita ndt), su una serie di pazienti malati di cancro. In ognuno dei casi, questi pazienti avevano perso i loro ritmi periodici naturali e la loro coerenza. Avevano perso il loro collegamento con il mondo: in effetti la loro luce stava svanendo……

*

Con la sclerosi multipla, però, si nota l’esatto opposto. La SC è uno stato di troppo ordine. I pazienti con questa malattia introducono troppa luce, inibendo così l’abilità delle loro cellule a fare il loro lavoro.

Troppa armonia cooperativa impedisce fessibilità ed individualità: come nel caso di troppi soldati che marciano allineati mentre attraversano un ponte, provocando la sua caduta……. !!!!

La coerenza perfetta è uno stato ottimale tra il caos e l’ordine. Con troppa cooperazione, è come se i membri individuali dell’orchestra non siano più in grado di improvvisare.

In effetti, i pazienti di sclerosi multipla, affogano nella luce.

Popp esaminò anche gli effetti dello stress. In uno stato di stress, sale il livello di emissione di biofotoni: un meccanismo di difesa, disegnato per ristabilire l’equilibrio del paziente..

Tutti questi fenomeni, portarono Popp a pensare alle emission di biofotoni, come ad una specie di correzione apportata da un sistema vivente di fluttuazioni al Campo Punto Zero.

In un mondo perfetto, tutte le onde si cancellerebbero a vicenda attraverso un’ interferenza distruttiva. Ma questo non è possibile con il Campo Punto Zero, dove queste minime fluttuazioni di energia disturbano costantemente il sistema. Emettere fotoni è un gesto compensativo per fermare il disturbo e tentare una sorta di equilibrio energetico….

Come pensò Popp, il Campo Punto Zero obbliga un essere umano ad essere una candela.

Il corpo più sano avrebbe la luce più bassa e sarebbe più vicino alla stato zero: lo stato più desiderabile per un essere vivente per essere vicini al nulla.!!!!

 

Il DNA usa frequenze di ogni varietà, come uno mezzo informativo e questo suggerisce invece un sistema feedback di comunicazione perfetta attraverso onde che codificano e trasferiscono informazioni…..

Popp cominciò quindi ad indagare con questa idea: se le sostanze chimiche causanti il cancro potevano alterare le emissioni biofotoniche del corpo, allora poteva essere che altre sostanze poteva introdurre una migliore comunicazione…

Così si chiese se certi estratti di piante potessero cambiare il carattere delle emissioni di biofotoni dalle cellule cancerose, per far si che queste comunicassero di nuovo con il resto del corpo…..

*

LEGGI TUTTO

“Scienziati di frontiera, per tutto il globo, hanno scoperto le prove di un campo di energia quantica. Il campo non solo spiegherebbe l’omeopatia, ma potrebbe essere la forza maggiore a cui attingere per poterci guarire”

cosi esordisce l’articolo di Lynne McTaggart della rivista inglese online e cartacea “What Doctors don’t Tell you” , che sintetizzo e traduco nel seguito.

 

Fritz-Albert Popp pensò di aver scoperto una cura per il cancro. Era il 1970 e Popp, un biofisico teorico dell’Università di Marburg in Germania, insegnava radiologia : l’interazione della radiazione elettromagnetica (EM) sui sistemi biologici.

Aveva esaminato il benzo[a]pyrene, un idrocarburo policiclico – noto per essere uno dei più letali cancerogeni per l’essere umano – e lo aveva illuminato con la luce ultravioletta (UV).

Scopri cosi che il benzo[a]pirene assorbiva la luce e la ri-emetteva ad una frequenza completamente diversa. Fece quindi lo stesso test sul benzo[e]pirene, un altro idrocarburo policiclico e virtualmente identico al precedente, salvo che per una piccolissima alterazione nella sua struttura molecolare. Questa minima differenza in uno degli anelli del composto fu critica, poiché rese innocuo agli umani il benzo[e]pirene e la luce UV vi passò attraverso inalterata.

Popp si arrovellò su questa differenza e continuò a fare esperimenti con la luce UV ed altri composti. Fece il test su 37 sostanze chimiche diverse, alcune causanti cancro, altre no. Sempre i composti che erano cancerogeni prendevano la luce UV, la assorbivano e cambiavano la frequenza.

Non solo: ognuno dei cancerogeni reagiva solo alla luce di una specifica frequenza, quella di 380 nm (nanometri) . Popp continuò ad indagare e si imbattè in informazioni su un fenomeno chiamato “foto riparazione” (‘photorepair’).

Se se si innonda una cellula di luce UV al punto che il 99 per cento della cellula, incluso il suo DNA, viene distrutto, è possibile riparare il danno quasi interamente e in un solo giorno, semplicemente illuminando la cellula con la stessa lunghezza d’onda ad una intensità molto più debole.

Ancora oggi gli scienziati non comprendono questo fenomeno, ma nessuno solleva controversie sul tema.

Popp fu anche colpito dal fatto che la foto-riparazione funziona più efficientemente a 380 nm: la stessa frequenza a cui reagiscono i composti che generano cancro e a cui gli stessi si “arrampicano”. Questo fu il punto in cui Popp fece il suo salto logico: se le sostanze cancerose reagiscono solo a questa frequenza, questo deve essere connesso in qualche modo alla foto-riparazione. Quindi…deve esserci una luce nel corpo, che è responsabile della foto-riparazione. Un composto causa il cancro perché blocca questa luce costantemente e la scavalca, quindi la foto-riparazione non può più funzionare.

 

Uno studente di nome Bernhard Ruth gli si avvicinò per chiedergli la supervisione della laurea. Popp disse a Ruth che lo avrebbe fatto solo se gli avesse potuto dimostrare che il corpo umano emanava luce. Ruth pensò che l’idea era ridicola e si mise subito al lavoro per produrre la strumentazione che doveva dimostrare che l’ipotesi di Popp era sbagliata.

In due anni Ruth costruì una macchina che assomigliava ad un grande detector di raggi X che usava un fotomoltiplicatore per contare la luce, fotone per fotone. Nel 1976, erano pronti per il loro primo test con delle pianticine di cetriolo. Il fotomoltiplicatore indicò che le pianticelle emettevano dei fotoni, o onde di luce, di una intensità sorprendentemente elevata.

 

LE CELLULE EMETTONO LUCE !

 

Nel caso in cui la luce avesse avuto a che fare con l’effetto della fotosintesi, era bene fare il test successivo con le patate fatte crescere al buio. Questa volta, quando le pianticine vennero messe nel fotomoltiplicatore, queste registrarono una intensità di luce persino più elevata. In più, i fotoni nei sistemi viventi che avevano esaminato, erano più coerenti di qualsiasi altri avessero mai visto.

Popp pensò quindi che fosse probabile che quando mangiamo vegetali assumiamo i fotoni e li immagazziniamo.

Questa energia è la forza agente in tutte le molecole del nostro corpo. I fotoni attivano i processi del corpo come un direttore d’orchestra che porta ogni singolo strumento nel suono collettivo.

 

A diverse frequenze, mettono in opera diverse funzioni. Popp trovò che le molecole nelle cellule rispondevano a certe frequenze e che un raggio di vibrazioni proveniente dai fotoni produceva una varietà di frequenze in altre molecole del corpo. Le onde della luce chiarivano la questione su come il corpo fosse in grado di eseguire complicate imprese con diverse parti del corpo istantaneamente oppure fare due o più cose allo stesso tempo.

Trovò anche che il DNA poteva inviare un’ampia gamma di frequenze, alcune delle quali sembravano collegate a certe funzioni. Se il DNA immagazzinava questa luce, avrebbe naturalmente emesso più luce se “aperto” come una cerniera lampo.

Queste ed altre ricerche provarono a Popp che una delle fonti più essenziali di luce ed emissioni di biofotoni era il DNA, che era come un diapason per il corpo. Se avesse suonato una certa frequenza, certe molecole lo avrebbero seguito.

Era anche possible, si rese conto, che fosse inciampato su una connessione mancante nella teoria corrente del DNA, che forse poteva valere come il più grande miracolo di tutti nella biologia umana, ossia come una singola cellula può trasformarsi in un essere umano completamente formato.

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Con le emissioni biofotoniche, Popp credette di avere una risposta alla questione della morfogenesi e della Gestaltbildung (formazione- costruzione della forma) della coordinazione e comunicazione cellulare, che poteva avvenire solo in un sistema olistico con un direttore d’orchestra centrale.

 

Popp nei suoi esperimenti mostrò che queste emissioni di debole luce erano sufficienti per orchestrare il corpo. Le emissioni dovevano essere a bassa intensità perché queste comunicazioni avessero luogo ad un livello quantico; se di intensità maggiore avrebbero avuto un effetto solo nel mondo più grande.

Il numero dei fotoni emessi sembrava essere connesso alla posizione dell’organismo sulla scala evolutiva: tanto più complesso l’organismo , tanto meno fotoni venivano emessi.

 

Animali rudimentali e piante tendevano ad emettere 100 fotoni/cm2/sec ad una lunghezza d’onda di 200-800 nm, che corrisponde ad una frequenza molto alta di onda EM, all’interno della gamma visibile, mentre gli umani emettono solo 10fotoni/cm2/sec allastessa frequenza.

 

Ora: che tipo di luce è presente in chi è malato? Popp fece delle prove (con la macchina costruita ndt), su una serie di pazienti malati di cancro. In ognuno dei casi, questi pazienti avevano perso i loro ritmi periodici naturali e la loro coerenza. Aveva perso il loro collegamento con il mondo: in effetti la loro luce stava svanendo.

Con la sclerosi multipla, però, si nota l’esatto opposto. La SC è uno stato di troppo ordine. I pazienti con questa malattia introducono troppa luce, inibendo così l’abilità delle loro cellule a fare il loro lavoro. Troppa armonia cooperativa impedisce fessibilità ed individualità: come nel caso di troppi soldati che marciano allineati mentre attraversano un ponte, provocando la sua caduta.

La coerenza perfetta è uno stato ottimale tra il caos e l’ordine. Con troppa cooperazione, è come se i membri individuali dell’orchestra non siano più in grado di improvvisare. In effetti, i pazienti di sclerosi multipla, affogano nella luce.

Popp esaminò anche gli effetti dello stress. In uno stato di stress, sale il livello di emissione di biofotoni: un meccanismo di difesa, disegnato per ristabilire l’equilibrio del paziente..

Tutti questi fenomeni, portarono Popp a pensare alle emission di biofotoni, come ad una specie di correzione apportata da un sistema vivente di fluttuazioni al Campo Punto Zero.

In un mondo perfetto, tutte le onde si cancellerebbero a vicenda attraverso una interferenza distruttiva. Ma questo non è possibile con il Campo Punto Zero, dove queste minime fluttuazioni di energia disturbano costantemente il sistema. Emettere fotoni è un gesto compensativo per fermare il disturbo e tentare una sorta di equilibrio energetico.

 

Come pensò Popp, il Campo Punto Zero obbliga un essere umano ad essere una candela.  Ilcorpo più sano avrebbe la luce più bassa e sarebbe più vicino alla stato zero: lo stato più desiderabile per un essere vivente per essere vicini al nulla.

Il DNA usa frequenze di ogni varietà, come uno mezzo informativo e questo suggerisce invece un sistema feedback di comunicazione perfetta attraverso onde che codificano e trasferiscono informazioni.

Popp si rese conto che la luce nel corpo può persino tenere in mano le chiavi della salute e malattia. In un esperimento, egli paragona la luce proveniente da uova di galline allo stato libero , con quelle di galline in batteria. I fotoni del primo caso erano molto più coerenti che nel secondo caso.

Continuò poi ad usare emissioni di biofotoni come un mezzo per misurare la qualità del cibo. Il cibo più sano, ha l’ìntensità di luce più bassa e più coerente. Ogni disturbo nel sistema fa aumentare la produzione di fotoni

La salute era uno stato di perfetta comunicazione subatomica ed una cattiva salute era uno stato di crollo di comunicazione. Ci ammaliamo quando le nostre onde non sono sincroniche.

 

Gli ci vollero ca. 25 anni, per raccogliere conversioni dalla comunità scientifica: alcuni scienziati nel mondo, selezionati, iniziarono a considerare che il sistema di comunicazione del corpo sia probabilmente un network complesso di risonanza e frequenza. Formarono cosi the International Institute of Biophysics, composto da 15 gruppi di scienziati provenienti da centri internazionali nel mondo.

 

Dalle sue ricerche emerse anche che la risonanza d’onda non era usata solo per comunicare all’interno del corpo, ma anche tra “cose” viventi. Popp si rese conto che questo scambio avrebbe potuto svelare iI segreto di alcuni tra gli enigmi più persistenti nel regno animale : come gruppi di pesci o di stormi possano creare una coordinazione perfetta ed istantanea.

Molti esperimenti hanno rivelato che si tratta di una forma di comunicazione silenziosa, che agisce come un elastico invisibile, anche quando gli animali sono separati da lunghe distanze.

 

Popp cominciò quindi ad indagare con questa idea: se le sostanze chimiche causanti il cancro potevano alterare le emissioni biofotoniche del corpo, allora poteva essere che altre sostanze poteva introdurre una migliore comunicazione…

Così si chiese se certi estratti di piante potessero cambiare il carattere delle emissioni di biofotoni dalle cellule cancerose, per far si che queste comunicassero di nuovo con il resto del corpo.

 

Cominciò sperimentando una serie di sostanze non tossiche che si supponeva fossero efficaci nel trattare il cancro. Ma queste sostanze, invece, aumentarono i fotoni dalle cellule tumorali, rendendole ancora più mortali per il corpo.

 

 

Come dietro al cancro ci sono delle forze che fanno intuire il progetto di un attacco all’lo dell’essere umano, così al vischio sono connesse forze solari di risanamento.

 

La sola storia positiva fu relativa al vischio, che sembrava aiutare il corpo a “risocializzare” le emissioni di fotoni delle cellule tumorali, riportandole alla normalità. In uno dei numerosi casi, Popp si imbattè in una donna poco più che trentenne che aveva cancro al seno e alla vagina. Popp trovò un rimedio al vischio che creava coerenza nei campioni dei tessuti cancerosi di questa giovane. In accordo con il medico, la donna interruppe ogni trattamento salvo quello con l’estratto di vischio. Dopo 1 anno, tutti i suoi test di laboratorio erano ritornati normali.

( Ricordo che Iscador, il nome di un rimedio antroposofico al vischio, è usato da decenni da medici antroposofici – medicina Steineriana- come rimedio anticancro, ndt)

 

Per Popp, l’omeopatia era un altro esempio di risucchio di fotoni. Aveva cominciato a pensare alla omeopatia come ad un “assorbitore di risonanza”. L’omeopatia poggia sul principio “simile cura simile” . Quindi come un diapason, una soluzione omeopatica adatta al caso, può attrarre ed assorbire le oscillazioni abnormi, consentendo al corpo di ritornare alla salute normale.

Popp pensò anche che il segnale molecolare elettromagnetico, potesse spiegare anche l’agopuntura.

 

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, il corpo umano ha un sistema di meridiani. Che corrono nella profondità dei tessuti, attraverso i quali scorre una energia invisibile , la forza vitale che i cinesi chiamano CH’I. Questo “Ch’i” entra nel corpo attraverso questi punti di agopuntura e scorre verso le strutture più profonde dell’organo (che non corrispondono a quelle della biologia occidentale) , fornendo cosi energia (o forza vitale).

 

La malattia interviene quando questa energia è bloccata in un punto lungo “le vie”. Secondo Popp, il sistema dei meridiani trasmette onde specifiche di energia a specifiche zone del corpo.

 

Traduzione e sintesi di Cristina Bassi

FONTE: http://www.wddty.com/human-energy-fields-fritz-albert-popp.html

 

Contenuti estratti da:

The Field: The Quest for the Secret Force of the Universe,

by Lynne McTaggart, to be published this October (2009) by HarperCollins

 

https://sadefenza.wordpress.com/2016/05/08/la-luce-e-il-campo-di-energia-per-la-salute/

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Una delle malattie più diffuse: la cefalea

Parliamo con il dott. Francesco Bricolo di uno uno dei disturbi più comuni nella popolazione mondiale

Chiunque abbia sofferto anche una sola volta nella vita di mal di testa conosce molto bene il pressante desiderio che il dolore passi in fretta. Si tratta di un fastidio che se aumenta di intensità impedisce di svolgere anche le azioni quotidiane costringendo la persona a prendere un farmaco per fermare il prima possibile questo dolore.

La cefalea è uno dei disturbi più comuni nella popolazione mondiale, circa il 90% delle persone ne soffre almeno una volta nella vita.

Secondo un'indagine condotta da Gfk Eurisko nel gennaio 2014, per 19 milioni di italiani questo disturbo è semplicemente «mal di testa», un disturbo gestibile e sopportabile, mentre sono circa 4 milioni le persone che dichiarano di soffrire di un mal di testa forte, distinto dal precedente e percepito a volte come insopportabile.

 

Per questi individui il mal di testa, o cefalea, diventa una vera e propria malattia invalidante: quando i suoi sintomi cominciano a presentarsi frequentemente, tutte le attività lavorative, familiari o ricreative passano in secondo piano in quanto ogni stimolo sonoro, luminoso e percettivo non fa altro che acuire il dolore.

Non risulta difficile capire come chi soffre di cefalea sia costretto a pagare un prezzo molto alto in termini di vita produttiva: il mal di testa cronico, infatti, crea problemi non solo sociali ma anche economici per coloro che ne sono affetti.

I ripetuti attacchi di cefalea danneggiano la vita familiare, sociale e lavorativa.

Si stima che in Europa l’emicrania comporti costi pari a 27 miliardi di euro all’anno tra ridotta produttività e giorni di lavoro persi.

 

Quello che comunemente viene identificato come «mal di testa» si differenzia in realtà in quattro categorie: l’emicrania, che rappresenta il 12% dei mal di testa ed è solitamente di lieve intensità, dovuta a stress o assenza di sonno; la cefalea di tipo tensivo, che ha un’incidenza del 90% ed è caratterizzata da una sensazione di compressione del cranio; la cefalea a grappolo, la più intensa e sei volte più frequente nel sesso maschile; e infine la cefalea cronica, la più grave e dalle ripercussioni maggiori sulla vita quotidiana.

In Italia questa malattia non è ancora indicata tra quelle invalidanti e passabili di esenzione sanitaria, ma alcune regioni si stanno adeguando e da qualche tempo è presente un disegno di legge per inserirla nell’elenco di malattie al pari del diabete e dei disturbi alimentari.

 

Un’osservazione a parte merita anche il fenomeno delle cefalee infantili, alcune statistiche dimostrano che circa il 25% dei bambini in età scolare riferisce di aver avuto almeno un episodio di mal di testa nel corso dell’anno.

Prima di rivolgersi al pediatra, è importante che il genitore rivolga delle domande al bambino per comprendere se sia giusto prendere provvedimenti in caso di un singolo episodio di cefalea o cosa fare se gli episodi di mal di testa tendono a ripetersi.

La prima importante distinzione è quella fra cefalee primarie e secondarie. Le prime sono legate a una predisposizione genetica, mentre nelle seconde il mal di testa è il sintomo di una malattia che deve essere identificata e curata (le patologie che possono causarle sono varie e di diversa gravità: sinusiti a partire dagli 8 anni, infezioni delle prime vie aeree e infiammatorie meningo-encefalitiche).

 

Nel caso delle cefalee primarie ci sono notevoli possibilità terapeutiche. A questo proposito, è estremamente importante premettere che qualsiasi scelta terapeutica venga studiata dietro controllo medico, perché l'automedicazione - sconsigliabile nell'adulto - può essere ancor più pericolosa nel bambino.

Per le cefalee secondarie, la terapia deve essere indirizzata verso la causa del mal di testa, per esempio un trattamento farmacologico per una sinusite.

Per capire meglio tale disturbo così frequente, ma difficilmente diagnosticabile, abbiamo incontrato il dottor Francesco Bricolo, il cui curriculum è già stato pubblicato da l’Adigetto.it in una precedente occasione (vedi).

 

Dottor Francesco Bricolo, desidera procedere con una precisazione preliminare?

«Grazie Nadia. Solo per dire che omettendo i dettagli la semplificazione fa sempre molte vittime e qui dovrò molto semplificare.»

 

Giusto per chiarire, che cosa intende per vittime?

«Non avremo tempo e spazio per entrare nei dettagli e ci saranno molte persone che saranno in qualche modo escluse da questa nostra conversazione.

«Un esempio su tutti è il grappolo, persone che soffrono della cosiddetta cluster headache e che sono troppo spesso dimenticate in nome della muscolo tensiva che raccoglie sempre più attenzione.»

 

Che cosa si intende per «anni perduti» a causa di disabilità?

«Il Global Burden of Disease Study è il testo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che misura la disabilità e per farlo utilizza il YLD che sta per Years Lost due to Disability, cioè gli anni perduti a causa di disabilità.

«Nell'edizione 2013, cito testualmente, to be the sixth highest cause worldwide of years lost due to disability (YLD). Headache diso rders collectively were third highest (il mal di testa rientra nei primi dei motivi di anni perduti a causa di disabilità).

«Sempre nel 2014 l'articolo di Steiner, Migraine: the seventh disabler, dice chiaramente che l'emicrania è la 19th cause of disability in the world responsabile dell'1,4 di YLD (emicrania è la diciannovesima causa di disabilità al mondo).

«Stiamo dunque parlando di un problema sanitario che produce una forte disabilità con la relativa spesa sociale.»

 

Chiarito questo aspetto, dal punto di vista strettamente medico come avviene un attacco di mal di testa, cosa succede nel cervello?

«È davvero impossibile oggi sintetizzare i lavori e gli studi fatti da più di un punto di vista dalla genetica al neuroimaging, la farmacologia e quant'altro.

«Essenzialmente si tratta di vasodilatazione, cioè i vasi si allargano e, nel caso di coloro che hanno l'aura (insieme di sintomi che preannunciano una crisi d'emicrania), c'è in precedenza una vasocostrizione.

«Dunque laddove c'è un'emicrania con aura prima i vasi si stringono e poi si dilatano, mentre se c'è solo dolore la diagnosi si presta a incomprensioni ed inesattezze.

«Il 95% dei pazienti presenta un deficit nell’attività del DAO (diaminossidasi) il che vuol dire che si accumula l'istamina ed è proprio questo accumulo all'ordine dei fenomeni vascolari di cui abbiamo parlato prima, a proposito di disabilità.»

 

 

 

Come si manifesta il dolore?

«Il grappolo inizia con un dolore intenso e lancinante di solito attorno all'occhio, l'andamento è assolutamente tipico, dolore intermittente in rapida successione.

«L'emicrania a sua volta si riconosce perché oltre ad essere accompagnata da nausea e vomito, il dolore è localizzato solo da un lato.

«La muscolo tensiva di solito esordisce alla nuca e si estende a cerchio con tanto di dolori anche del collo. In tutte e tre queste forme, grappolo, emicrania, muscolo tensiva, può esserci o meno l'aura.»

 

Quali sono le tipologie di mal di testa più diffuse? E come vengono definite nella medicina cinese?

«Secondo la classificazione internazionale delle cefalee si tratta di 13 diverse forme di mal di testa con oltre 150 sottocategorie. Solo questo dato dà l'idea che si tratta di una sorta di piccolo ginepraio.

«Queste 13 diverse forme sono poi suddivise in primarie (grappolo, emicrania, muscolo tensive) mentre le secondarie sono interpretate come sintomi di altra malattia (ipertensione arteriosa, sinusite, trauma, anemia, artrosi....)

«Se invece si usa la medicina cinese allora potremmo dire che si distinguono due grandi famiglie di mal di testa. Quelle legate alla circolazione energetica endocranica legata al meridiano Yin del fegato (e anche al Luo longitudinale dello stomaco) e quelle che invece sono legate alla circolazione energetica esocranica dei meridiani yang che convergono tutti nella testa.

«Il mal di testa più diffuso e quindi socialmente più rilevante è quello che la medicina occidentale chiama cefalea primaria, che non possiamo far corrispondere precisamente ad un tipo di cefalea nella medicina cinese anche se quella del meridiano del fegato certo si avvicina molto alla muscolo tensiva.

«In termini di medicina cinese si parla di sistemi energetici alterati, tai yang, shao yang, yang ming. Per esempio una cefalea secondaria ad una sinusite potrebbe rientrare nelle yang ming, meridiani dello stomaco e del piccolo intestino.

«Le cefalee shao yang (vescica biliare e triplice riscaldatore) sono quelle che hanno punti dolenti sulla parte laterale della nuca e s'irradiano al deltoide.

«La tai yan (vescica e grosso intestino) colpisce la parte del cranio più vicina alla linea mediana.»

 

 

 

Quando una persona colpita più volte dal mal di testa deve cominciare a preoccuparsi? Quali sono i test da eseguire?

«Subito. Non bisogna attendere a chiedere aiuto, ma purtroppo su questo siamo noi stessi medici a fare confusione.

«Il medico di base che è sempre il primo ricettacolo dei problemi, spesso e volentieri non ha la formazione per fare diagnosi e invia i pazienti ai centri specialistici che non sono dedicati.»

 

Cosa vuol dire che i centri specialistici non sono dedicati?

«Il vero problema, oggi, è la formazione: chi lavora nelle cefalee spesso non ha scelto quella professione, ma questo accade sempre più di frequente. Il neurologo e l'anestesista, che spesso e volentieri lavorano nei centri per le cefalee e la terapia del dolore assieme a infermieri e psicologi, sono medici che fanno anche cefalea e non solo.

«La motivazione potrebbe essere la mancanza di risorse, ma questo però non deve essere un alibi per un oggettivo problema di cultura medica che è lungi dall'essere affrontato in modo coerente.»

 

In cosa consiste questo problema di «cultura medica»?

«La persona che soffre di mal di testa fatica a chiedere aiuto e questo succede anche con altre problematiche sanitarie come le malattie psichiche e l'HIV.

«Queste difficoltà di comunicare hanno all'origine una serie di cause: troppo spesso chi arriva a chiedere aiuto lo fa avendo alle spalle non mesi, ma anni di autogestione del problema e con abusi di farmaci frequenti. Questo comporta cronicità, disabilità e i relativi costi sociali.

«Aiutare le persone a chiedere aiuto creando un corretto sistema informativo e un ambiente accogliente alla prima visita è un compito che dobbiamo darci.

«Offrire alle persone che soffrono il mal di testa un approccio integrato che mette assieme la medicina convenzionale e non, oggi non è ancora un obiettivo, ma deve diventarlo. Inoltre è necessario coinvolgere in modo strutturato e non occasionale il no profit.»

 

Esiste una specializzazione dedicata alle cefalee ed emicranie? Come sono formati i medici che trattano pazienti soggetti a questa patologia?

«Al di la della specializzazione professionale, che può essere anche eterogenea, le società scientifiche organizzano ogni anno corsi di formazione per gli specialisti che vogliono aggiornarsi. Inoltre lo scorso marzo si sono svolte due giornate della ASC (Associazione per una Scuola delle Cefalee) sulle cefalee primarie e a novembre sulle cefalee secondarie.

«Nell'ambito della medicina tradizionale cinese il direttore della scuola So Wen di Bologna, il dottore Giorgio Diconcetto, è certo la persona che in Italia ha maggior esperienza nelle cefalee e i suoi seminari sono sempre affollati. Il prossimo si terrà a breve a Milano.

«Sempre meglio ricordare che l'approccio convenzionale, cioè la medicina occidentale alla quale siamo abituati s'integra con l'approccio non convenzionale, cioè medicina cinese, omeopatia.»

 

 

 

Medicina occidentale vs medicina non convenzionale, è questo il problema che segnala?

«Dobbiamo mettere una e al posto del vs. Sempre più persone si rivolgono fiduciose alle medicine non convenzionali come l'omeopatia e la medicina tradizionale cinese e questo è un bene.

«Quello che non è un bene è che chi arriva alla medicina non convenzionale troppo spesso passa da drammatici fallimenti e così il medico omeopata come il medico agopuntore si trovano a gestire persone che hanno problemi cronici con molti effetti collaterali.

«C'è un grosso problema di formazione del personale medico che dovrebbe imparare a riconoscere come una risorsa la medicina non convenzionale in modo da poter integrare i due approcci.»

 

Nel 2009 una importante pubblicazione ha mostrato l'equivalenza tra farmaco e agopuntura per la cefalea di tipo tensivo, quali possono essere gli altri rimedi per questi fastidiosi sintomi?

«L'italiano Giovan Battista Allais è uno degli autori che ha firmato Acupuncture for tension-type headache (Review) il testo del 2009 che ha compiuto un passo formale verso l'uso strutturato e non occasionale dell'agopuntura nel trattamento della cefalea muscolo tensiva.

«Va detto che Cochrane, una sorta di libreria della salute disponibile nel Web, è da sempre al centro di acerrime discussioni di cui non possiamo parlare qui per motivi di spazio. Questa pubblicazione del 2009 costituisce comunque un importante riferimento.»

 

Le chiedo una cosa impossibile. In due parole: la terapia.

«La verità è che gli ambulatori per le cefalee sono spesso delle vere e proprie trincee nelle quali si combattono battaglie importanti.

«La cosa che nessun libro, nessun articolo insegna è che bisogna da una parte dare sollievo al paziente con gli strumenti che si hanno e dall'altra almeno tentare di educare il paziente all'uso più razionale possibile dei farmaci e delle terapie non farmacologiche.»

 

 

 

Lei continua a ripetere convenzionale e non convenzionale. Cosa vuol dire?

«Il Canone di Medicina Interna dell'Imperatore, di Huangdi Neijing è considerato il libro di riferimento e parliamo di 2000 anni prima di Cristo. Dunque la medicina tradizionale cinese ha quattromila anni di know how e, nonostante questo, non viene insegnata nel corso di medicina all'università.

«Oggi è impossibile pensare ad un unico corso di medicina all'interno del quale quello che chiamiamo convenzionale e non convenzionale vengano insegnati assieme. Anzi a molti medici questo sembra addirittura sbagliato se non pericoloso.

«Quello che accade di solito è che lo stesso paziente con le sue scelte porta il medico educato a contrapporsi all'integrazione. Per questo motivo, gruppi, associazioni, fondazioni sono la vera spina dorsale della medicina non convenzionale anche se non sono abbastanza valorizzati e non integrati nei servizi pubblici.»

 

So che Lei tiene particolarmente all'età pediatrica. Ci vuole dire qualcosa a conclusione?

«Intanto Nadia grazie per questa straordinaria opportunità che mi ha dato. Si parla poco di queste cose. Il tema è immenso, le faccio solo un esempio.

«Le mie amiche pediatre mi raccontano che quando un bambino si presenta con il mal di testa la situazione è difficile da gestire. Intendiamoci, centri di eccellenza a riguardo sono a Padova, Milano, Torino, Roma, solo per citarne alcuni, ma spesso manca un esperienza specifica tale da risalire alla giusta causa e ad una conseguente terapia.

«Ciò che fa più scalpore, seconde le ultime statistiche medico scientifiche, è che il mal di testa è la prima causa di assenza scolastica.

«Qualcosa si muove per fortuna, anche se è ancora poco. Per chi volesse approfondire, in rete sono disponibili le Linee guida per la cefalea giovanile»

 

 

 

Nadia Clementi - n.clementi@ladigetto.it

Dott. Francesco Bricolo - info@francescobricolo.it - www.francescobricolo.it

http://www.ladigetto.it/permalink/53940.html

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MAGNESIO : NELLA POPOLAZIONE SI RISCONTRANO LIVELLI DI MAGNESIO TROPPO BASSI

Nella popolazione si e’ notato dagli esami SEGNALI DI LIVELLI DI MAGNESIO TROPPO BASSI!

Supervisione: Vincenzo Angerano  Collaboratori: Dott.sa Valentina Coviello (Biologa)

 

Si parla di carenza di magnesio quando i valori di minerale assunti sono al di sotto del fabbisogno quotidiano.

 

Nell’adulto il fabbisogno di magnesio è pari a 320 mg /die nella donna e 420 mg/die nell’uomo.

Invece, il fabbisogno di questo minerale in età pediatrica, varia da 80 a 400 mg/die, mentre nei neonati da 0 a 6 mesi è di circa 60¬70mg/die.

 

In generale sia nell’adulto che nel bambino la carenza di magnesio può essere susseguente a:

 

Dieta squilibrata.

Assorbimento alterato,e conseguente eccessiva eliminazione.

 

La carenza di magnesio può manifestarsi in particolari momenti della vita.

 

Già nei neonati il fabbisogno di magnesio è pari a circa 30¬ 40 mg/die e la sua carenza può portare a sintomi lievi come disturbi del sonno ed irrequietezza fino a rallentamento della crescita staturale.

 

Nei bambini la carenza di questo importante minerale si denota con eccessiva emotività, irrequietezza ed irritabilità accompagnati da disturbi del sonno e mal di testa. Generalmente basta correggere l’alimentazione favorendo un maggior apporto di magnesio o con l’integrazione della stesso.

Durante la menopausa è importante evitare una carenza di magnesio per prevenire l’osteoporosi:

anch’esso infatti rappresenta un importante costituente della struttura scheletrica. Altre volte il deficit

 

riguarda più minerali: è il caso della carenza di magnesio e di potassio insieme. Il magnesio intracellulare funge da cofattore per la pompa sodio/potassio, una struttura presente sulla membrana cellulare preposta all’ingresso di potassio nella cellula con contemporanea espulsione di sodio all’esterno.

Minore è il magnesio, quindi, maggiore sarà la quantità di potassio non captata dalle cellule.

In gravidanza e allattamento si può avere carenza del minerale perchè il fabbisogno è aumentato dalle esigenze metaboliche del feto, prima, e del neonato poi.

 

L’importanza del magnesio per l’organismo.

Il magnesio rappresenta, insieme ad altri elementi come il calcio, il ferro, il potassio, una sostanza fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo.

Ma perchè è necessario assumere tali quantità di magnesio ogni giorno? Il magnesio come già detto è fondamentale per il buon funzionamento del nostro corpo, esso, infatti, è coinvolto in più di trecento

reazioni enzimatiche molte delle quali sono importanti processi metabolici.

Le sue funzioni principali sono:

Sintesi delle proteine dell’acido nucleico, ossia del DNA ,Cofattore nella reazione di glicolisi che produce energia dal glucosio.

 

Cofattore nella reazione di formazione dell’urea che è la fase finale del catabolismo proteico.

Trasmissione degli impulsi ai muscoli.

Formazione degli osteoblasti cellule del tessuto osseo.

Questi meccanismi biochimici e molecolari sono alla base di funzioni vitali come il movimento,

l’escrezione urinaria, il metabolismo, per questo una carenza di magnesio può portare alla

compromissione di una o più di queste attività biologiche.

 

Magnesio: cos’è e dove si trova?

 

Un adulto ha bisogno di assumere ogni giorno all’incirca 400 milligrammi di Magnesio che gli vengono dal consumo di svariate tipologie di alimenti con netta prevalenza di quelli con origine vegetale dato che esso è un componente essenziale della clorofilla.

Gli alimenti che contengono buone quantità di magnesio sono:

Verdure a foglia.

 

Cereali integrali.

 

Soia e fagioli.

 

Frutta. In particolare in mele, fichi, pesche, albicocche.

 

Frutta secca. In particolare in noci e mandorle ed arachidi.

 

Pesce.

 

Il suo assorbimento avviene nell’intestino tenue mentre l’eliminazione di quello in eccesso avviene con le feci ed ad opera del filtraggio dei reni con le urine ed è favorito da una buona concentrazione nel

sangue di vitamina D, presente anch’essa in numerosi alimenti come pesce, latte e uova ma attivata solo dall’esposizione solare.

 

Al contrario, invece, elevati valori della concentrazione di calcio fungono da fattore inibitore. In egual maniera sono da ostacolo all’assorbimento di magnesio una dieta iperproteica e segnatamente ricca di proteine di origine animale e quindi ricca di fosfati.

 

Sintomi della carenza di questo minerale e disturbi che può comportare.

 

Essendo molteplici le funzioni del magnesio una sua carenza può dare luogo ad una serie di manifestazioni sintomatologiche che coinvolgono gli organi e i distretti più disparati.Il magnesio, quando insufficiente, può portare una serie di disturbi la cui entità dipende dalla gravità della carenza:

 

frequenti crampi alle gambe e indolenzimento di braccia e gambe, pruriti o formicolio agli

arti (parestesia).

Il magnesio ha l’importante funzione di rilassamento muscolare contrapponendosi all’azione del calcio che ne media, invece, la contrazione. una minore concentrazione di magnesio muscolare si traduce in una contrazione prolungata che si manifesta con crampi a livello degli arti inferiori, mal di testa dovuto alla tensione dei muscoli cranici

(emicrania muscolo¬tensiva), ma anche al livello delle cellule muscolari cardiache il deficit di magnesio si manifesta con brevi aritmie e tachicardie.

Irritabilità, ansia, stanchezza, vertigini e disturbi del sonno. Il magnesio, infatti, modula gli impulsi nervosi e si contrappone all’azione eccitatoria del’adrenalina. Una carenza più importante può provocare persino depressione e attacchi di panico. Il sistema nervoso periferico, ossia l’insieme delle innervazioni che dal cervello e dal midollo guidano gli impulsi al resto del corpo,

invece, può reagire alla carenza di magnesio con la comparsa di fascicolazioni, movimenti

involontari di fasci muscolari che si avvertono come vibrazioni sottocutanee e tremori. Tipico è,per esempio, il tremore involontario della palpebra non associato ad altre patologie neuromuscolari.

 

Quando associata anche ad una carenza di potassio, il deficit di magnesio può causare disturbi

 

anche più importanti come l’extrasistole, che si avverte come dolore al petto e fiato corto, con sensazione di ansia e sudorazione improvvisa. Questo perchè i suddetti elettroloiti svolgono un ruolo di cruciale importanza per la contrazione cardiaca e quindi per il funzionamento del cuore.

 

 

Puoi approfondire sintomi e conseguenze della carenza di magnesio.

Un sintomo più raro di carenza di magnesio è il fenomeno dell’acufene, ossia un fischio o rumore udito solo dal soggetto che lo percepisce e può essere di diversa intensità, da lieve a insopportabile. L’origine del fenomeno risiede in alterazioni di funzionamento dei nervi acustici e le cause possono essere svariate (infezioni, patologie a carico dell’udito…); tra queste anche la carenza di magnesio. Questo elettrolita, infatti, agisce modulando l’azione di un

neurotrasmettitore eccitatorio, il glutammato, che a livello dell’apparato uditivo promuove l’invio di impulsi al cervello. Quando questo meccanismo di segnalazione non viene opportunamente frenato dal magnesio, perchè carente, si hanno segnali “falsati” che generano gli acufeni.

 

Approfondisci cosa sono gli acufeni e da cosa sono provocati.

La carenza di magnesio e di elettroliti può causare volemia, ossia, abbassamento del volume del sangue circolante che a sua volta può causare ipotensione (pressione bassa). Proprio per la sua importanza per riattivare la circolazione sanguigna il magnesio è utile anche per contrastare il ristagno dei liquidi nei tessuti, un effetto noto come ritenzione idrica.

Nella sindrome premestruale, le contrazioni dell’utero (che è un muscolo), così come gli sbalzi di umore possono essere accentuati da una carenza di magnesio che svolge, come già detto,un’azione modulatrice sia a livello periferico che centrale.

Anche la caduta dei capelli è un segno frequente di carenza di elettroliti. Il ferro, il magnesio, il potassio e le vitamine sono necessari per la costruzione e il mantenimento della struttura del capello formato essenzialmente da proteine solide e minerali tra cui il magnesio.

La carenza di magnesio sembra essere fortemente correlata anche con problemi legati alla fertilità maschile essendo un costituente fondamentale nella testa dello spermatozoo.

Vitamina b6 e magnesio: la cura contro lo stress.

 

Il magnesio viene utilizzato per combattere ansia ed irritabilità quando queste rappresentano sintomi della carenza di questo minerale. In associazione al magnesio non di rado viene consigliata l’integrazione di vitamina b6 contro lo stress. Infatti, questa vitamina, favorisce la produzione di

serotonina un neurotrasmettitore che nel sistema nervoso centrale svolge una funzione analoga al magnesio: si contrappone agli stimoli eccitatori e modula gli impulsi nervosi.

 

Diagnosi: esami del sangue e test di valutazione.

 

 

 

 

La diagnosi della carenza di magnesio è particolarmente difficoltosa nei casi lievi che sono quasi sempre

 

caratterizzati da blanda o assente sintomatologia.

 

Ci si può avvalere di specifiche analisi ematochimiche o di un semplice test che consiste nell’iniettare magnesio al paziente e monitorarne successivamente la presenza nelle urine. In genere l’esame ematologico di routine effettuato per rilevare il magnesio è quello che ne quantifica la concentrazione

nel sangue.

Tuttavia, il magnesio nel sangue non costituisce che l’1% di quello totale. Per avere una stima della quantità di magnesio intracellulare, viene eseguito il test di valutazione del magnesio eritrocitario che quantifica, cioè, la concentrazione del minerale all’interno dei globuli rossi. Più

complessa è la procedura del mineralogramma un’analisi che fornisce in modo dettagliato i dati sulle quantità di minerali presenti nel corpo. In genere viene effettuata per altri scopi come per l’individuazione di metalli tossici nell’organismo.

Causa delle carenze di magnesio.

 

Le situazioni non patologiche in cui più spesso si incorre a deficit del minerale sono le condizioni di aumentata richiesta.

Altre cause che determinano deficit del minerale possono essere o ridotto assorbimento o aumentata escrezione. Nel primo caso si collocano le patologie a carico del tratto gastrointestinale:

 

il morbo di Crohn, caratterizzato da mal funzionamento dell’intestino con conseguente deficit dell’assorbimento delle sostanze nutritive;

 

intolleranza al glutine o lattosio che porta alla eliminazione dalla dieta di molti alimenti contenente magnesio;

 

colite ulcerosa, resezioni intestinali; infiammazioni del pancreas, che compromettono la capacità di assorbire gli alimenti da parte dell’intestino.

 

diarrea e vomito persistenti che limitano la disponibilità di tutti gli alimenti;

 

malattie della tiroide e delle ghiandole paratiroidee che alterano, seppur indirettamente,l’assorbimento degli oligoelementi;

 

problemi delle surreni, che attraverso un’alterata produzione di aldosterone, non preservano l’escrezione del magnesio nelle urine;

 

diabete, che provoca eccessiva escrezione urinaria e quindi perdita di oligoelementi;

 

 

farmaci come taluni lassativi e diuretici che aumentano l’escrezione del minerale;

 

abuso di alcool, poichè l’etanolo aumenta la perdita di sali minerali a livello renale;

 

attività agonistiche come maratona e ciclismo che, a causa dello sforzo prolungato nel tempo,causano intensa sudorazione e quindi perdita di acqua e sali minerali;

 

anche lo stress, influisce sull’escrezione di magnesio attraverso l’aumento della produzione di ormoni tiroidei e di aldosterone.

 

Rimedi per sopperire alla carenza: gli integratori.

 

Per curare le conseguenze e i sintomi di una carenza di magnesio la cosa più immediata da fare è, ove possibile, rimuovere la causa della carenza.

 

Si consiglia poi di seguire una dieta appropriata con alimenti che contengono elevato tenore di magnesio. Per cui non dovrebbero mai mancare verdure a foglia larga, pomodori, fagioli, mais, cereali

integrali e frutta secca, fichi e mele. Anche i latticini contengono una buona dose di magnesio anche se,ricordiamo, l’assorbimento di calcio si contrappone a quello del magnesio.

Oltre alla dieta a volte è necessario ricorrere anche all’utilizzo di integratori.

 

In alcuni integratori il magnesio può essere associato ad altri minerali come potassio, zinco In farmacia troviamo anche integratori a base di magnesio dedicati ai bambini.

 

Se la carenza è di più grave entità si ricorre a integratori di magnesio con iniezioni intramuscolo.

Per la supplementazione di magnesio la fitoterapia offre prodotti naturali erbe officinali che contengono

generose quantità di questo minerale come l’erba medica, il muscho irlandese, primula, ghaulteria,verbasco, disponibili in estratto secco o tintura madre.

 

 

Articolo non originale

fonte:

http://www.medicina360.com/carenza-di-magnesio.html

http://www.younetspiegalevele.info/2016/05/03/segnali-di-livelli-di-magnesio-nellorganismo-pericolosamente-bassi-fate-che-non-sia-troppo-tardi/

 

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