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Categoria: "Notizie scottanti"

Caccia agli albini africani: fermiamo questa strage silenziosa

Caccia agli albini africani: fermiamo questa strage silenziosa (PETIZIONE e VIDEO)..PER FAVORE FIRMATE…SOTTO…grazie! Noi lo abbiamo fatto…

Rapiti nelle loro case nel mezzo della notte per smembrare i loro arti e venderli agli stregoni come ingredienti da utilizzare per le pozioni POICHE’ QUESTI BAMBINI VENGONO RITENUTI “STREGATI, PORTATORI DI POTERI MAGICI…” .

Continua la strage silenziosa degli albini africani. Dal 2014, ben 69 persone affette albinismo sono state attaccate in Malawi e almeno 18 di esse sono morte: lo rivela un report diffuso da Amnesty International, che fa luce sulle violenze e le discriminazioni a cui sono soggetti gli albini nel Paese africano.

Negli ultimi due anni, in Malawi sono aumentati gli attacchi contro le persone albine. Gli albini sono ricercati per le loro parti del corpo, perché, a causa di superstizioni che ancora oggi trovano spazio tra la popolazione, è diffusa la convinzione che abbiano poteri magici e che portino fortuna, proprio per l’assenza di pigmenti. Tali credenze alimentano un macabro mercato nero, dato che pelle, ossa, arti e altre parti del corpo di persone albine vengono richiesti nell’ambito di rituali magici o come “ingredienti” di pozioni.

LEGGI anche: Bambini albini africani: dalla persecuzione a una nuova vita, grazie alle protesi

E le vittime sono molto spesso i bambini, sia perché più vulnerabili che per la loro innocenza: una caratteristica che renderebbe pozioni e rituali magici “a base” di parti del loro corpo più “efficaci”. Le donne albine, poi, corrono anche il rischio di essere vittime di stupri e di aggressioni a sfondo sessuale, per via della convinzione, tristemente diffusa nel Paese africano, secondo cui fare sesso con una persona albina curerebbe l’AIDS.

Oltre ad esporle a violenze, mutilazioni e uccisioni - portate avanti da gang criminali che, in alcuni casi, includono anche parenti e familiari -, l'aspetto fisico delle persone con albinismo le rende vittime di varie forme di discriminazione, che possono andare dall’abuso verbale all’esclusione sociale. E il problema, purtroppo, non è circoscritto al solo Malawi: gli albini sono vittime di attacchi e aggressioni anche in Tanzania, Kenya e Burundi.

Per questo, l’Onu ha istituito la Giornata Internazionale della Consapevolezza sull’Albinismo, che si E’ celebrata il 13 giugno, sperando di sensibilizzare classi politiche e opinione pubblica, soprattutto nei Paesi dell’Africa sud-orientale, dove le persecuzioni sono più frequenti. Ma il problema del rispetto dei diritti umani degli albini sembra ancora lontano da una soluzione.

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Secondo Amnesty International, in Malawi si contano dalle 7.000 alle 10.000 persone affette da albinismo: uomini, donne e bambini che vivono nella paura e che rischiano di essere rapiti, mutilati e uccisi in ogni momento della loro esistenza. Le autorità e i Governi locali hanno più volte condannato gli attacchi e le violenze ai loro danni, ma tutte le misure assunte per arginare il fenomeno si sono rivelate troppo deboli: d’altra parte, le inchieste per omicidio finiscono troppo spesso in un nulla di fatto, le pene comminate agli assalitori arrestati e giudicati sono irrisorie e l’impunità sembra regnare sovrana.

Per spingere le autorità malawiane a fare di più in difesa della popolazione albina, Amnesty International ha lanciato la petizione Stop ritual murders of people with abinism, indirizzandola al Presidente della Repubblica, Arthur Peter Mutharika. Con la speranza che, da una maggiore consapevolezza del problema possa scaturire, al più presto, anche una soluzione.

Per firmare la petizione, clicca qui.

https://www.amnesty.org/en/get-involved/take-action/stop-albinism-killings-in-malawi/

 

Lisa Vagnozzi

WWW.GREENME.IT

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TRISTEZZA ? TI AIUTA IL BASILICO

Il basilico è diventato un ingrediente tipico della cucina italiana e spopola negli orti delle regioni mediterranee ma forse non sapevate che questa pianta aromatica è originaria dell’India.

Ecco perché il basilico è davvero il re degli orti e della bella stagione: il suo nome deriva infatti dal latino “basilicum” e dal greco “basilikon phyton” che significa “pianta regale e maestosa”. Inoltre non dimentichiamo che “basileus” significa re.

Già nell’antichità gli usi del basilico andavano oltre quelli culinari. Infatti veniva impiegato per creare profumi oltre che come rimedio curativo. Scopriamo quali sono le proprietà del basilico, i suoi usi attuali e come coltivarlo.

Proprietà del basilico

Il basilico è ricco di vitamine, sali minerali, flavonoidi e antiossidanti, utili per proteggere il corpo dall’invecchiamento e per contrastare l’azione dei radicali liberi. La scienza nel corso del tempo ha approfondito le proprietà benefiche del basilico che sono soprattutto antinfiammatorie e antibatteriche.

Inoltre il basilico favorisce la digestione e il corretto funzionamento dello stomaco. Perché mantenga al meglio il proprio contenuto vitaminico, il consiglio è di consumare il basilico a crudo, come aggiunta alle insalate o nella preparazione del pesto.

La tradizione popolare lega il basilico a quei rimedi naturali in grado di rendere vivace la mente e di donare buonumore. Il segreto del potere benefico del basilico da questo punto di vista sarebbe soprattutto nel suo colore brillante e nel suo profumo. E’ inoltre considerato un tonico per il sistema nervoso e per la mente, in particolare in caso di stress, di stanchezza e di affaticamento.

BASILICO: UN’ERBA AROMATICA RICCA DI PROPRIETÀ CHE AIUTA A COMBATTERE LA TRISTEZZA

Valori nutrizionali e calorie del basilico

Secondo le tabelle del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, 100 grammi di basilico contengono, tra l’altro, 26 mg di vitamina C, 300 mg di potassio, 250 mg di calcio, 37 mg di fosforo e apportano al nostro organismo 39 calorie. Il basilico è composto per circa il 92% da acqua e contiene una piccola parte di proteine. Contiene anche vitamina A e vitamine del gruppo B.

 

Usi del basilico

La preparazione più famosa a base di basilico è il pesto. Il pesto alla genovese infatti lo vede protagonista insieme all’olio extravergine e ai pinoli nella realizzazione di una salsa che di solito usiamo per condire la pasta ma che va benissimo anche come ingrediente da spalmare sul pane o per farcire la pizza, come nel caso della nostra pizza green al pesto di basilico fatto in casa.

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Il basilico fresco non può mancare quando prepariamo il sugo di pomodoro o, una volta tritato, come aggiunta alle verdure di stagione, alle zuppe e alle vellutate. Tra le varie erbe aromatiche da abbinare agli ortaggi in cucina, il basilico si sposa benissimo con i pomodori, ma anche con le patate e con le melanzane. Tra le ricette con il basilico perfette per l’estate vi suggeriamo la zuppa fredda al pomodoro e basilico, le melanzane al tofu e basilico e l’insalata di mais, pomodorini e basilico.

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IN AROMATERAPIA:

Per quanto riguarda la salute, il basilico viene utilizzato soprattutto per la preparazione di un potente olio essenziale. L’olio essenziale di basilico infatti è utile in caso di stress fisico ed emotivo. In aromaterapia viene utilizzato in caso di insonnia, di crampi allo stomaco e di cattiva digestione. Per calmare la tosse e il raffreddore sono utili i suffumigi con olio essenziale di basilico, che è indicato – diluito in un olio vegetale di base – anche per massaggi e frizioni muscolari. E’ UTILE NEI MAL DI TESTA DA STRESS O TROPPO LAVORO MENTALE (il nostro aromaterapeuta ce l’ha e di qualita’ eccelsa)

 

Come coltivare il basilico

Non perdete l’occasione di coltivare il basilico nel vostro orto o nel vostro terrazzo. Lo potrete coltivare facilmente anche in vaso se non avete altri spazi a disposizione. Vi basterà creare un piccolo orto delle piante aromatiche sul balcone o sul davanzale.

Coltivate il basilico a partire dal seme se siete già esperti con la cura dell’orto. Il suggerimento è di seminare il basilico in semenzaio all’inizio della primavera. Altrimenti per voi sarà più semplice coltivare il basilico acquistando direttamente da un vivaista di fiducia delle piantine da trapiantare direttamente in vaso o nell’orto ….meglio quelle bio! .

Il basilico ama le esposizioni soleggiate e necessita di essere innaffiato spesso soprattutto in estate. Dovrete innaffiare il basilico due volte al giorno, una al mattino e una alla sera. Non lasciate mai ristagni idrici nei sottovasi, altrimenti le radici rischieranno di marcire e la vostra piante di basilico si seccherà.

Infine, il basilico è tra le piante che possiamo coltivare per talea. Potrete arricchire il vostro orto o preparare dei nuovi vasi di basilico a partire dalle piante già a vostra disposizione proprio grazie alla talea. L’ideale è far radicare dei rametti di basilico nell’acqua per poi spostarli in vaso o nell’orto quando saranno abbastanza forto.

Marta albe’ di www.greenme.it

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Vitamina D: Tutti ne hanno bisogno, ma lo tengono nascosto perche' il mercato degli antidepressivi potrebbe scomparire

Il Dott. Coimbra con 8.000 UI al giorno di vitamina D sta ottenendo una guarigione del 95% dei pazienti affetti da sclerosi multipla e patologie autoimmuni.

 

 

Il 37,3% degli studi recensiti ha documentato infatti che i livelli medi plasmatici di 25(OH)D ( vitamina D) è inferiore a 25 ng/ml, valore considerato pesantemente sotto la soglia ottimale che è di 80 ng/ml.

 

E quello che è importante è che uno studio pubblicato su FASEB Journal ha dimostrato che la la vitamina D agisce sul gene TPH2 e trasforma il triptofano in serotonina ed attiva anche gli ormoni ossitocina e vasopressina.

 

Questo è davvero grandioso ed infatti è una ricerca che ha avuto molto eco nella comunità scientifica, perché prima d’ora non era stato chiaramente definito l’effetto della vitamina D sul comportamento umano e sulla psiche. Per chi non lo sapesse

 

Serotonina: è il cosiddetto “ormone del benessere“, regola il transito intestinale, il sonno, l’appetito, l’umore e il peso corporeo. Bassi livelli di serotonina sono associati con tendenze suicide, disordine ossessivo-compulsivo, alcolismo, depressione e ansia.

 

Ossitocina: è il cosiddetto “ormone del piacere” che ha funzioni prettamente psico-emotive come il legame tra madre e figlio, lo stato emotivo, il riconoscimento sociale. Studi hanno dimostrato che bassi livelli di ossitocina sono legati alla schizofrenia e alla depressione. E’ stato inoltre osservano che la somministrazione di ossitocina riduce l’attivazione dei circuiti cerebrali coinvolti nella paura, aumentando i livelli di contatto visivo, la fiducia e la generosità.

 

Vasopressina: è il cosiddetto “ormone della fedeltà” che spinge verso la socializzazione e le relazioni sentimentali. Studi hanno dimostrato che bassi livelli di vasopressina spingono alla rabbia, all’incapacità di relazionarsi e al tradimento del partner.

 

Tutti questi importanti ormoni fondamentali non solo nelle reazioni bio-chimiche che avvengono nel corpo ma che influiscono la mente e il comportamento sono innescate e stimolate dalla vitamina D.

Nessuno lo deve sapere perché il mercato degli antidepressivi non riuscirebbe a competere con questo pro-ormone fantastico senza effetti collaterali e soprattutto che non è mutuabile e che costa pochissimo.

 

La vitamina D viene prodotta naturalmente quando ci esponiamo al sole senza le creme solari dato che queste bloccano i raggi UVB che innescano nell’epidermide la produzione della vitamina D. Bastano 15-23 minuti al giorno con braccia gambe e torso che possono assorbire i raggi del sole. Inoltre è stato osservato che anche il sun gazing permette di assorbire vitamina D grazie ai fotorecettori presenti nella retina che sono attraversati dal flusso sanguigno.

 

Esistono prove che la depressione maggiore è associata a bassi livelli di vitamina D e che la depressione è aumentata nel corso del secolo scorso durante il quale i livelli di vitamina D sono sicuramente diminuiti. Esistono prove che la depressione è associata a malattie cardiache, ipertensione, diabete, artrite reumatoide, cancro e bassa densità minerale ossea, tutte malattie che si pensano essere causate, almeno in parte, dalla carenza di vitamina D.

 

Le principali funzioni biologiche della vitamina D sono:

mantenere normali i livelli di calcio e fosforo nel sangue e favorisce l’assorbimento del calcio contribuendo a formare e mantenere le ossa sane e a contrastare l’osteoporosi e fratture

Rafforza il sistema immunitario

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Previene e tratta il cancro al seno e del colon-retto e della prostata

Previene e tratta diabete, ipertensione, sclerosi multipla

Cura le verruche, i disturbi dell’umore, l’ipotiroidismo

 

E’ poco risaputo inoltre che la vitamina D è il più potente antiaging esistente al mondo e che la sua carenza fa aumentare la mortalità. Uno studio infatti ha dimostrato che la carenza di vitamina D è molto diffusa ed associata ad un aumento della mortalità tra gli anziani nelle case di cura.

 

La vitamina D, oltre a produrla naturalmente il tuo corpo è anche economica da supplementare (specialmente nella stagione invernale) dato che la vitamina D non è brevettabile perché è una molecola biologica. Non ci guadagna con un brevetto nessuno e per questo non viene pubblicizzata.

 

Sei depresso? Sei ansioso? Sai quale è il tuo valore di 25OHD? Se non lo sai basta fare l’esame del sangue. Se hai un valore

inferiore a 25 ng/ml (50 nmol/l) vi e’carenza grave

tra 25 e 50 ng/ml carenza lieve

tra 50 e 100 ng/ml valore ottimale

 

Non devi superare i 100 ng/ml ( 200 nmol/l) perchè altrimenti la vitamina D è tossica. La dose giornaliera da assumere secondo diversi medici varia da 400 UI a 8.000 UI al giorno, e il valore varia molto perché ogni ricercatore ha avuto risultati diversi dato che l’assimilazione e l’attivazione degli integratori di vitamina D non è semplice dato che dipende dallo stato di salute dei reni e del fegato.

 

Il Dott. Coimbra con 8.000 UI al giorno di vitamina D sta ottenendo una guarigione del 95% dei pazienti affetti da sclerosi multipla e patologie autoimmuni.

 

Come riequilibrare la vitamina D? L’ideale è esporsi al sole 20 minuti al giorno non solo il viso. Assumere vitamina D secondo le dosi riportate sulla confezione è generalmente sicuro ma se vogliamo avere effetti terapeutici dovremmo affidarci ad un medico esperto che la conosce e che saprà dirci come far salire il livello plasmatico di vitamina D senza problemi. Il Dott. Claudio Sauro è molto esperto in materia e la usa per trattare molte patologie incluso il cancro.

Come vedete, il sole non puo’ mancare !!!!!

 

Queste sono informazioni importanti che tutti dovrebbero conoscere. Lunga vita e felice con la vitamina D.

 

fonte.notizieonweb.altervista.org

 

 

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NASA: Ecco 6 piante che ricaricano di ossigeno ed eliminano tossine dalla nostra casa

Avere delle piante in casa è piacevole, riempie di colore (il verde è legato alla guarigione nella cromoterapia) e ci fa sentire in contatto con la natura. Ma non finisce qui:

 

Le piante rilasciano ossigeno nel luogo in cui si trovano, fondamentale per il metabolismo delle cellule: respirare aria povera di ossigeno ci rende stanchi e danneggia il cervello

 

Tutte le piante, ma alcune in particolare, sono in grado di pulire l’aria da muffe e tossine, e quindi influenzare positivamente la nostra salute

 

 

 

Secondo alcune ricerche condotte dalla NASA infatti alcune piante sono meglio di altre nella pulizia dell’aria e rimuovere le tossine dalla stanza. Queste piante puliscono l’aria anche dalla polvere, vernici, materiali da costruzione e formaldeide. La NASA ha stilato una lista di 18 piante domestiche, specificando le funzioni di ciascuna e se è adatta in presenza di cani e gatti e consiglia almeno 3-4 di queste piante per uno spazio di 80 metri quadrati.

 

 

 

E’ estremamente utile averne una in camera da letto, dove abbiamo bisogno di ossigeno durante la notte per avere un sonno riposante.

 

 

 

Le 6 migliori piante per purificare l’aria di casa e arricchirla di ossigeno sono

 

Edera (Hedera elix): viene spesso considerata infestante perché cresce sugli alberi, ma è davvero una pianta che non può mancare nelle nostre case. E’ molto potente dato che in 6 ore puo’ rimuovere il 58% delle particelle fecali e il 60% delle tossine (benzene, formaldeide, tricloroetilene, xylene e toulene). E’ tossica per cani e gatti, quindi fare attenzione che non la mangino.

 

 

 

Falangio (Chlorophytum comosum): ottimo per assorbire tossine come monossido di carbonio, formaldeide e stirene. Inoltre, è in grado di eseguire la fotosintesi con poca luce. Basta una sola pianta in uno spazio di 200 metri quadri. Non è tossica per gli animali.

 

 

 

Spatafillo (Spathiphyllum ‘Mauna Loa’): rimuove tutte le tossine dall’aria come l’edera ed in più anche l’ammoniaca. Non deve essere mangiata dagli animali.

 

 

 

Aloe vera: ideale per aumentare il livello di ossigeno in casa, ed assorbire diossido di carbonio, formaldeide e monossido di carbonio. Il gel interno ha potenti poteri curativi, soprattutto d’estate per le scottature e idratare la pelle, è quindi doppiamente utile averla in casa.

 

 

 

Sansevieria (SansevieriaTrifasciata ‘Laur entii’): è ottima da tenere in camera da letto, in quanto capace di produrre più ossigeno durante le ore notturne (può effettuare la fotosintesi anche con minima luce).

 

 

 

Fico del caucciù (Ficus elastica): non ha bisogno di molta luce, ed è molto efficace nel purificare l’aria dalla formaldeide. E’ innocui per i nostri cani e gatti.

 

 

 

http://www.dionidream.com/piante-purificano-aria/

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Dieci cose sul tuo gatto ...

lcuni li preferiscono di gran lunga ai cani come “miglior amico dell’uomo”; secondo uno studio recente, inoltre, la preferenza nei loro confronti denuncerebbe una personalità non soltanto più introversa ma anche una più spiccata sensibilità ed intelligenza.


Benché condividano i propri spazi vitali con gli uomini ormai da millenni, tuttavia, i gatti restano animali misteriosi, i cui comportamenti appaiono talvolta incomprensibili. Scopriamo quindi qualcosa in più sul meraviglioso mondo di questi felini, tentando anche di comprendere come mai i gatti siano stati investiti di significati simbolici particolari, spesso variabili da cultura a cultura.

 

Esplosioni

Oggi lo amiamo ma, in diverse epoche il gatto se l’è vista brutta nel suo rapporto con gli esseri umani. Recentemente, ad esempio, uno studio ha evidenziato come, stando alle illustrazioni riportate da alcuni manuali della guerra risalenti al XV e XVI secolo, una tattica per attaccare villaggi nemici o sedare rivolte consistesse nel prelevare gatti in loco, munirli di “zainetti” esplosivi ben assicurati sul dorso e poi ri-spedirli in direzione del villaggio di provenienza. Secondo le previsioni, il gatto per la paura sarebbe corso in direzione di un luogo in cui nascondersi e, nel giro di pochi minuti, sarebbe saltato in aria, provocando l’incendio dei luoghi circostanti....



Foto per gentile concessione di Ludovica Sparavigna

Vista

Abbiamo spesso creduto che i gatti ci osservassero in un mondo in bianco e nero: in verità le cose non stanno proprio così. Pur non avendo una definizione di molte sfumature precisa come quella ottenibile grazie agli occhi umani, infatti, i felini sono in grado di percepire i colori: questo significa, in buona sostanza, che non vedono molto bene i dettagli degli oggetti. Nella loro retina ci sono i recettori del blu, del verde, del giallo ma mancano quelli del rosso, del marrone dell’arancione. Tale deficit, tuttavia, è bilanciato dalla buona capacità di captare i movimenti. Tutto sommato, si tratta di caratteristiche perfettamente in linea con le abitudini di questi animali: a queste si associa, infatti, l’ottima vista notturna. In sintesi, il gatto possiede un occhio che diventa molto più efficiente in condizioni di scarsa luminosità: il merito di ciò va al tapetum lucidum che, se da una parte limita la messa a fuoco, dall’altra aumenta fino a 6-8 volte la vista al buio. Questo strato di cellule funziona accrescendo la quantità di luce che può essere catturata dalla retina. Inoltre, a causa della conformazione facciale, il gatto vanta un angolo visivo di 200 gradi, contro i 180 di quello umano: la sua vista, a tutti gli effetti, è quella di un predatore feroce ed attento

Animale domestico?

Secondo l’opinione di molti, il gatto di domestico avrebbe ben poco: pur vivendo nelle nostre case, infatti, preserva la sua aura di mistero e solitudine che, molto spesso, lo porta ad allontanarsi dalla casa del padrone, anche per sempre, qualora ne abbia la possibilità. Vero è che la storia della domesticazione del felino è assai più breve di quella che ha visto nascere il legame indissolubile tra cane e uomo: tuttavia studi recenti hanno verificato come già 5.300 anni fa, in Cina, gli abitanti del villaggio di Quanhucun dessero da mangiare i propri scarti vegetali ai gatti, presumibilmente con l’obiettivo di tenerli nei paraggi per assicurarsi il raccolto dagli attacchi dei topolini. Insomma, una sorta di amicizia con i felini esiste anch’essa da tempi assai remoti anche se, evidentemente, non è riuscita a modificare radicalmente la natura dei gatti: che spesso a noi continuano ad apparire assai più vicini alle tigri con cui sono strettamente imparentati.


Lingua

Vi è mai capitato di essere “coccolati” da un gatto che, al massimo delle proprie effusioni decide di leccarvi con affetto? In caso affermativo, certamente ricorderete la sensazione singolare provata dal contatto con la lingua del felino: estremamente dura e ruvida, infatti, sembra il perfetto accessorio per un cacciatore quale è il gatto. Per la verità, le piccole papille che ricoprono l’organo conferendogli quella curiosa consistenza hanno la funzione principale di aiutare l’animale nelle sue operazioni di toelettatura: come una sorta di pettine, diremmo noi, aiutano a snodare il pelo che, come sappiamo, i gatti lavano accuratamente molto spesso.


Perché il gatto “fa la pasta” (o “il pane”)?

Probabilmente non è l’esperienza più gradevole da subire, soprattutto per quei piccoli graffietti che alla fine si ritrovano sugli oggetti che ne sono stati “vittima”: eppure quando le zampe del vostro gatto si muovono come le braccia di un essere umano intento ad impastare qualcosa, probabilmente, l’animale vi sta dimostrando il suo affetto. Tale azione, infatti, è tipica dei cuccioli che usano farla in direzione delle mammelle in modo da stimolare la secrezione del latte: certo, quelle unghie sfoderate possono fare anche discretamente male ma sappiate che, in quel momento, il vostro animale, per quanto adulto possa essere, si sta relazionando a voi come a sua madre.

 

Danni

Qualche tempo fa, una notizia diffusa in tutto il mondo destò un certo scalpore negli utenti della rete: pareva che la Nuova Zelanda avesse deciso di mettere al bando per sempre i gatti, tentando in ogni modo di eliminarli attraverso sterilizzazioni di massa e norme restrittive relative al possesso dell’animale domestico. In particolare il progetto era fortemente voluto da Gareth Morgan, economista neozelandese nonché esperto di questioni ambientali. La sua tesi si fondava su un assunto molto semplice: il gatto è un predatore e, in quanto tale, a causa della sua presenza capillare può essere responsabile dell’alterazione degli equilibri naturali.

Chiaramente il dottor Morgan non progettava alcuno sterminio di massa dei mici, né tanto meno il governo neozelandese aveva piani del genere: semplicemente si sottolineava come, in un ambiente quale neozelandese, oltretutto quindi insulare, l’impatto dei felini domestici avesse portato alla sparizione di diverse specie di uccellini, tanto amati dagli animali cacciatori. In effetti, il gatto rientra a buon diritto nella lista delle Cento specie più invasive al mondo stilata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura: per intenderci, nello stesso elenco troviamo la zanzara tigre e il ratto. La sua capacità di adattamento lo rende un animale che riesce facilmente a colonizzare nuovi territori. Quindi, se pensate che il vostro gatto abbia danneggiato il divano, tutto sommato, ritenetevi fortunati.



Foto per gentile concessione di Ludovica Sparavigna


Escrementi


Si dice spesso che il gatto è un “animale pulito”: le ragioni di questo luogo comune sono principalmente evidenti nell’abitudine del felino di seppellire i propri escrementi, operazione che compie anche quando utilizza la lettiera, ossia nell’ambiente domestico. Eppure questo uso è acquisito istintivamente e nasce proprio dalle attitudini selvatiche del gatto: nascondere le feci, infatti, consente al gatto non soltanto di prevenire il rischio di infezioni da parassiti ma, soprattutto, di non far sentire l’odore rilasciato ai predatori che potrebbero trovarsi nel suo territorio e costituire un pericolo per l’incolumità sua e della prole. Ecco perché i cuccioli imparano da subito tale atteggiamento dalla madre: a meno che non voglia esplicitamente marcare il territorio, il gatto preferisce non farsi individuare e nascondere accuratamente il risultato dei propri bisogni.


Baffi

Un predatore che si rispetti ha bisogno dei suoi strumenti del mestiere: tutto l’organismo del gatto è, in effetti, progettato per questo scopo. Tra tutti i dispositivi di cui Madre Natura ha dotato i felini, per sondare meglio il territorio ed adattarlo alle proprie esigenze di caccia, probabilmente uno dei più singolari consiste nei baffi: così lunghi, simpatici e al tempo stesso eleganti, i baffi del gatto, infatti, hanno una funzione ben precisa. Il loro nome più specifico è vibrisse e il loro ruolo è strettamente collegato al senso del tatto: essi, infatti, sono in grado di registrare anche minimi cambiamenti nella pressione dell’aria ed aiutano il gatto a percepire gli ostacoli. Per questa ragione costituiscono un sostegno fondamentale per orientarsi al buio, anche negli spazi angusti.

 


Le vibrisse (Foto per gentile concessione di Ludovica Sparavigna)


Sacralità


Adorato come animale sacro o addirittura disprezzato perché legato al maligno o, magari, perché foriero di sventure: la sola cosa certa è che per un gatto, in virtù della sua regale maestosità, resta piuttosto difficile passare inosservato. Gli antichi egizi avevano addirittura una divinità nella quale erano stati traslati i tratti del gatto, Bastet: il felino era quindi adorato dalla civiltà nilotica in quanto animale sacro alla divinità la quale era legata ad elementi quali la fecondità ed il calore solare. Nel mondo islamico, il buon rapporto tra umani e gatti è andato avanti anche nei secoli successivi: il Profeta Maometto amava profondamente i gatti sicché concesse ad essi il raro dono di poter osservare la dimensione ultraterrena come quella terrena. Di fatto, ancora oggi, se vi trovate in un paese di cultura musulmana, vi capiterà facilmente di vedere gatti aggirarsi per le strade e, eventualmente, entrare indisturbati nelle moschee.

Ben diverso, come è noto, fu il rapporto del mondo medioevale cristiano con i gatti: anche qui ai felini venivano attribuiti poteri soprannaturali ma, in questo caso, essi erano soprattutto la testimonianza del legame dell’animale con il diavolo e con i suoi emissari sulla Terra nel corpo di donne, le streghe. Fu probabilmente la stessa adorazione di cui erano oggetto nelle età più antiche a determinare, nel medioevo, questa assurda diffidenza che, non di rado, portò i malcapitati felini a bruciare su roghi improvvisati.


Superstizione

All’epoca le cose potevano mettersi ancora peggio se il gatto mostrava un bel pelo nero lucido: e, del resto, gli strascichi di questa antica credenza sono ancora osservabili oggigiorno. A molti sarà capitato di incontrare qualcuno che tremava al pensiero di un gatto nero che aveva incrociato il proprio percorso. Ma cosa ha fatto guadagnare ai felini una fama così iniqua? Secondo alcuni, le radici della superstizione secondo la quale il gatto nero porta sfortuna andrebbero ricercate nelle notti dei secoli passati quando era uso obbligato per i viaggiatori servirsi delle carrozze. Al calar delle tenebre, la scarsa (per lo più assente, in verità) illuminazione delle strade non consentiva di individuare gatti neri lungo il cammino dei cavalli: questo poteva causare incidenti, con gli equini che si imbizzarrivano. In generale, comunque, essendo il nero un colore associato all’oscurità e al lutto, in epoche in cui il gatto era considerato il compagno ideale delle streghe, una nota negativa in più poteva essere costituita dal colore del manto: purtroppo ancora oggi migliaia di gatti neri vengono uccisi da ignote mani criminali che temono di subire il potere malefico del gatto nero, restando invece vittime della più meschina ignoranza.

Fonte: scienze.fanpage.it

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