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Categoria: "Cure Naturali"

Disintossicarsi dai metalli pesanti con questa zuppa

LA MIGLIORE SOLUZIONE PER DISINTOSSICARSI DAI METALLI PESANTI LA TROVATE A QUESTO LINK :
ALGA ANTARTICA DURVILLAEA
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Il regolare, quasi quotidiano, uso del Miso è utile per la tiroide.

Il consumo di alga kelp è utile anche per rimuovere i pesticidi e i fitofarmaci usati nella coltivazione di frutta e verdura. La sua particolare composizione la rende ideale per riequilibrare il sistema endocrino, in particolare della ghiandola pituitaria, della tiroide e delle ghiandole surrenali.

 

Usata in Oriente da millenni, è diventata famosa dopo la seconda guerra mondiale quando è stata usata dai giapponesi per purificare il corpo dai metalli pesanti radioattivi

rilasciati dalla bomba atomica. L’assunzione di questa zuppa quotidianamente o tre volte a settimana è un ottimo modo per purificare il corpo dalle tossine. Viene infatti molto consigliata durante i digiuni per facilitare la disintossicazione dell’organismo.

 

Il Dott. Shinichiro Akizuki, direttore del Saint Francis Hospital a Nagasaki durante la seconda guerra mondiale ha passato anni curando le vittime della bomba atomica a pochi chilometri dal punto zero e né lui né il suo staff avevano sofferto per gli effetti delle radiazioni. Akizuki aveva ipotizzato che lui ei suoi associati sono stati protetti dalle radiazioni mortali, perché hanno mangiato zuppa di miso ogni giorno.

 

LA ZUPPA DI MISO E’ UN POTENTE PURIFICATORE

 

Nel 1972, la teoria Akizuki è stata confermata quando i ricercatori hanno scoperto che il miso contiene acido dipilocolonico, un alcaloide che è un chelatore di metalli pesanti, come lo stronzio radioattivo, e li elimina dal corpo.

 

 

Tuttavia, la prova più convincente a dimostrazione della protezione che il miso offre a chi è esposto a radiazioni fu pubblicato in Giappone nel 1989. IlProfessor Akihiro Ito, a Hiroshima University’s Atomic Radioattività Medical Lab, osservò che ratti nutriti con miso e irradiati sviluppavano tra il 100 e il 200% di tumori in meno rispetto ai ratti irradiati che non sono stati nutriti con miso.

 

Il regolare, quasi quotidiano, uso del Miso è utile per la tiroide. La nube di Chernobyl è arrivata anche in Italia e infatti da allora le patologie alla tiroide sono aumentate esponenzialmente. Infatti lo iodio radioattivo si deposita nella tiroide causando malattie autoimmuni e disfunzioni a questa importante ghiandola.

 

AGGIUNGI L’ALGA KELP ALLA ZUPPA DI MISO

 

L’alga kelp è un’alga bruna che contiene più di 60 elementi minerali, 21 aminoacidi, carboidrati semplici e complessi e alcuni ormoni della crescita dei vegetali. E’ inoltre ricca di aminoacidi, vitamine, minerali e oligoelementi.

 

L’acido alginico, presente nell’alga Kelp ha la particolare proprietà di legare i metalli pesanti come mercurio, cadmio e piombo favorendone l’eliminazione ed evitando l’assorbimento da parte dell’organismo.

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La Kelp è così efficace nel rimuovere i metalli radioattivi dal corpo ed è somministrato, che viene somministrata da parte del governo svedese, a tutti i lavoratori negli impianti di lavorazione di uranio, come prevenzione delle malattie.

 

Il consumo di alga kelp è utile anche per rimuovere i pesticidi e i fitofarmaci usati nella coltivazione di frutta e verdura. La sua particolare composizione la rende ideale per riequilibrare il sistema endocrino, in particolare della ghiandola pituitaria, della tiroide e delle ghiandole surrenali.

 

Mangiare ogni giorno la zuppa di miso con l’aggiunta dell’alga kelp rinvigorisce tutto il corpo e previene molte malattie. Il miso contiene tanti enzimi e vitamine mentre la kelp è ricchissima di minerali usati dalle ghiandole e dalle reazioni enzimatiche, quindi insieme sono un’ottima combinazione per rigenerare e rafforzare il corpo.

 

QUALE MISO SCEGLIERE

 

Nei supermercati potresti trovare il miso, ma sarà liofilizzato e probabilmente conglutammato monosodico E621 che è neurotossico. L’ideale è acquistarlo online o nei negozi biologici e deve essere:

non pastorizzato, venduto in vaschette e conservati in frigorifero, piuttosto che in pacchi sigillati;

fatto con semi di soia biologici e sale marino;

fatto con metodi tradizionali, tra cui fermentazione naturale.

 

Coloro che sono molto indeboliti dalla malattia debbono prendere “miso di 3 anni” o “hatcho miso“. E’ quasi di colore nero e ha un sapore forte. Il Miso chiaro, da 3 a 6 mesi di fermentazione è indicato per i climi caldi, come ai tropici, o durante l’estate. Il miso medio, fermentato per 2 anni, è quello indicato per l’inverno, per chi non ha gravi patologie da curare e vuole prevenire la malattia rafforzando la salute.

 

COME PREPARARE LA ZUPPA

 

Per conoscere come preparare la zuppa di miso e scoprire le sue proprietà antitumorali leggi La zuppa di miso è un potente antitumorale e allunga la vita.

Basta un cucchiaino di alga kelp in polvere o in fiocchi nella zuppa per avere tutti questi benefici.

 

http://www.dionidream.com/miso-disintossicazione-metalli-pesanti/

 

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antidiabetico naturale : il lupino

Il lupino, oltre ad abbassare il colesterolo, riduce gli zuccheri nel sangue. Insomma, un ottimo antidiabetico naturale

Il lupino,oltre a essere in grado di abbassare i livelli di colesterolo,è certa la sua azione nel contrastare anche il diabete.Lo confermano degli studi.

 

Il lupino non smette di stupire. I più recenti studi su questa pianta mediterranea mettono in luce le sue numerose le proprietà nutrizionali e terapeutiche. È il legume più ricco di proteine, ne contiene una percentuale del 35-40% , superando soia, piselli, fagioli, ceci e per questo è stato definito “la carne dei vegetariani”.

Da tempo oggetto di studi in campo nutraceutico per gli effetti benefici ormai testati in diversi studi sulla pressione sanguigna e sul colesterolo, ora ha dimostrato di abbassare anche la glicemia. Gli studi sono stati condotti in Italia sotto la guida dei gruppi di ricerca dell’Università degli Studi di Milano, coordinati dal prof. Marcello Duranti (Presidente del Congresso e docente del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’Ateneo lombardo).

Le ricerche in corso sono assai avanzate e di grande prestigio e si concentrano sulle proprietà nutrizionali e nutraceutiche di questo legume, la cui coltivazione è raddoppiata in Italia negli ultimi 20 anni. E l’attività scientifica riflette un interesse crescente da parte del mondo industriale e tra i consumatori nel nostro Paese.

Parente stretto della soja, migliore per gusto e privo di componenti simil-ormoniche, come i fitoestrogeni, è tra le piante più studiate per la sua flessibilità nella preparazione dei prodotti alimentari.

Non esistono varietà geneticamente modificate, perché il lupino è intrinsecamente resistente alla trasformazione genetica.

I ricercatori sono al lavoro per isolare elementi proteici che potrebbero dar luogo a “pillole” per colesterolo, diabete e pressione alta.

“Sono le proteine del lupino a possedere le caratteristiche più importanti, infatti una di queste, la gamma-conglutina, riduce lo zucchero nel sangue se assunta anche in dosi di pochi grammi al giorno. Queste proprietà rendono il legume un componente ottimo nella dieta di persone diabetiche” spiega il prof. Marcello Duranti, che ha svolto una ricerca su ratti resi iperglicemici, nutriti per tre settimane con alimenti derivati dal lupino. Il risultato è stato molto soddisfacente: gli effetti concreti di un’alimentazione a base di lupino sono la riduzione dell’incremento del peso corporeo, l’assorbimento del cibo e una riduzione della concentrazione di glucosio nel sangue.

Nel corso del Convegno, che si conclude il 26 giugno, vengono illustrate le principali specie del lupino, di cui è stato sequenziato interamente il genoma.

Esistono l’albus (il classico lupino bianco giallognolo dell’area mediterranea) l’angustifolius (che cresce prevalentemente in Australia) e il luteus (che cresce a diverse latitudini).

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Tra queste varietà ci sono differenze interessanti. Alcune sono più ipocolesterolemiche, altre più antidiabetiche, altre possono esercitare effetti diversi, per esempio sulla pressione o anche sull’aumento di peso.

Le proteine del lupino possono infatti agire sul sistema del “freno ileale”, un meccanismo intestinale di risposta a diverse componenti dietetiche che porta a ridotta contrazione gastrica, ridotto appetito e perdita di peso.

 

Un altro aspetto interessante è dato dal fatto che la farina che si ricava dal lupino è totalmente priva di glutine, perciò non irrita l’intestino ed è ideale per chi soffre di celiachia.

Questa farina ha inoltre eccellenti proprietà nutrizionali, perché contiene un alto quantitativo di proteine, paragonabile a quello di carne e uova.

 

Nel corso del Congresso di Milano è anche previsto un momento dedicato agli assaggi, un “lupin banquet”, per degustare gli alimenti ottenuti dal lupino: dalla pasta, all’arrosto vegetale, dal gelato, al caffè. Il caffè in particolare verrà preparato con modalità artigianali dalla comunità montana di Anterivo in Trentino. Qui da secoli viene abitualmente consumato il caffè di lupino.

Sarà così possibile fare esperienza della versatilità del lupino e dei suoi componenti, come ingredienti di formulazioni diverse, prodotte da numerose aziende nazionali ed estere.

 

Dalla dieta dei soldati romani, che affrontavano lunghi viaggi portando grandi scorte di lupino per ricavare una pasta da assumere come componente proteica assieme a pane e vino, alle moderne tecniche agricole e produttive, che consentono di non assumere più i semi di lupino trattati e conservati per mezzo di concentrazioni di sale, che aumentano il rischio di pressione alta. Si può invece produrre pane, pasta, ma anche altri prodotti con quantità crescenti di proteine di lupino, come i gelati o addirittura delle bistecche “milanesi” dal gusto eccellente.

 

http://curiosity2015.altervista.org/il-lupino-oltre-ad-abbassare-il-colesterolo-riduce-gli-zuccheri-nel-sangue-insomma-un-ottimo-antidiabetico-naturale/

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Alzheimer e Alluminio : importante correlazione

 

NUOVI STUDI SULLA CORRELAZIONE TRA ALLUMINIO E ALZHEIMER

https://www.futsci.com/project/the-aluminium-alzheimer-s-disease-hypothesis-what-is-the-role-of-aluminium-in-alzheimers-disease

 

 

Quella che segue è la traduzione dello studio pubblicato nel National Center for Biotechnology Information che promuove la scienza e la salute fornendo accesso a informazioni biomediche e genomiche.

Alluminio e morbo di Alzheimer: dopo un secolo di polemiche, c’è un legame plausibile?

Dr. Tomljenovic L., Neural Dynamics Research Group, Department of Ophthalmology and Visual Sciences, University of British Columbia, Vancouver, BC, Canada. lucijat77@gmail.com

Il cervello è un organo altamente compartimentalizzato eccezionalmente suscettibile di accumulo di errori metabolici. Il morbo di Alzheimer è la malattia neurodegenerativa più diffusa degli anziani ed è caratterizzata da specificità regionale delle aberrazioni neurali associate con le funzioni cognitive superiori.

L’alluminio è il più abbondante metallo neurotossico sulla terra, ampiamente biodisponibile per gli esseri umani e più volte dimostrato di accumularsi nei punti focali neuronali soggetti al morbo di Alzheimer.

Nonostante questo, il ruolo dell’alluminio nel morbo di Alzheimer è stato fortemente disputato sulla base delle seguenti rivendicazioni:

1) L’alluminio biodisponibile non può entrare nel cervello in quantità sufficiente per causare danni,

2) L’alluminio in eccesso viene efficacemente eliminato dal corpo, e

3) L’accumulo di alluminio nei neuroni è una conseguenza più che una causa della perdita neuronale.

La ricerca, tuttavia, rivela che:

1) Piccole quantità di alluminio sono necessarie per produrre neurotossicità e questo criterio è soddisfatto attraverso l’assunzione di alluminio presente nella dieta quotidiana,

2) L’alluminio sfrutta diversi meccanismi di trasporto per attraversare attivamente le barriere cerebrali,

3) L’assunzione ripetuta di piccole quantità di alluminio corso della vita favorisce l’accumulo selettivo nei tessuti cerebrali, e

4) Dal 1911, l’evidenza sperimentale ha più volte dimostrato che l’intossicazione cronica da alluminio riproduce le caratteristiche neuropatologiche del morbo di Alzheimer. Fraintendimenti riguardo biodisponibilità dell’alluminio può aver fuorviato gli scienziati riguardo il ruolo dell’alluminio nella patogenesi del morbo di Alzheimer.

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L’ipotesi che l’alluminio contribuisce in modo significativo al morbo di Alzheimer si basa su un’evidenza sperimentale molto solida e non deve essere respinta. Misure immediate devono essere prese per ridurre l’esposizione umana all’allumino, che può essere il fattore più aggravante ed evitabile del morbo di Alzheimer.

Testo originale della ricerca: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21157018

Traduzione di Dioni per Dionidream.com

AlluminioUna prova, anzi una conferma che il fenomeno è molto più grave di quello che si pensi viene dallo studio condotto dal Substance AbuseMental Health Services Administration che ha dimostrato che 50 milioni di cittadini americani hanno sofferto di problemi mentali nel 2010. Una cifra sconvolgente.

Ci vogliono decenni affinché il deterioramento del cervello e la demenza causino danni gravi e visibili. Alla fine, comunque, la demenza è fatale. “Alzheimer” è ora usato in modo errato come termine raggruppa-tutto per tutti i tipi di demenza. Nel 2010 la prima pagina del New York Times titolava:”Maggiore Demenza in giro per casa, in cui viene affermato che circa la metà delle persone oltre 85 anni ne sono affette.

Effetti:

Causa anoressia, atassia, coliche, demenza, dispnea, esofagiti, gastroenteriti, epatopatie, nefriti, mialgie, psicosi e stanchezza.

Provoca soprattutto danni a livello cerebrale interferendo anche con alcuni neurotrasmettitori: si può avere cefalea e disturbi della memoria ed è una causa del morbo di Alzheimer.

Il sintomo principale di avvelenamento da alluminio, è la perdita della funzione intellettuale, smemoratezza, mancanza di concentrazione, e in casi estremi, la demenza conclamata. È anche noto per provocare rammollimento osseo e perdita di massa ossea, danneggiamento del rene e altri danni ai tessuti molli, in dosi elevate può causare arresto cardiaco.

Principali fonti di inquinamento:

L’alluminio, largamente utilizzato come materiale per gli utensili da cucina (caffettiere, teglie), confezionamento dei cibi, dalla raschiatura delle pentole, dalle fabbricazione di lattine e altri contenitori a base di alluminio, e tramite anche i farmaci antiacidi di uso comune. L’effetto principale di una quantità eccessiva di alluminio nei tessuti biologici è la comparsa di disturbi neurologici, che nei casi più gravi degenerano nel morbo di Alzheimer, questo perché l’alluminio si deposita prevalentemente nel cervello.

Si trova anche nell’acqua potabile; prodotti farmaceutici come il Maalox e gli antiacidi; cosmetici; lattine contenenti bibite e cibi; cibi cotti in tegami in alluminio; caffè preparato in caffettiere di alluminio; foglio di alluminio per la conservazione e cottura dei cibi; aspirina tamponata.

Questi sono solo alcuni degli additivi contenenti alluminio usati nei prodotti alimentari:

E173, E520, E521, E523 E541, E544, E545, E546, E554, E555 E556, E559.

L’alluminio è stato aggiunto ai vaccini circa negli anni 90 nella convinzione che possa spronare l’organismo a produrre anticorpi per combattere le malattie. Ma l’alluminio è tossico, e molti comuni vaccini [antipneumococcico, esavalente, antitetanica e antiHPV] contengono dosi elevate.

Queste megadosi possono avere un effetto devastante sul cervello, dice un esperto sanitario Dr. Russell Blaylock [neurochirurgo, autore e docente universitario],causando danni al cervello nei bambini e l’insorgenza del Morbo di Alzheimer negli adulti.

Inoltre il Dr. Blaylock afferma:

“L’alluminio è tossico. Un’avvincente ricerca ha dimostrato che l’alluminio è una neurotossina cumulativa, anche in piccole concentrazioni. Esso ha la tendenza a concentrarsi nell’ippocampo, una zona del cervello vitale per funzioni cruciali, tra cui apprendimento, memoria e comportamento.

Recenti ricerche hanno dimostrato che l’alluminio nei vaccini sta producendo gravi problemi nel cervello dei bambini in via di sviluppo. [...] Le prove sono schiaccianti, ma molti medici e funzionari le ignorano. Essi rifiutano di guardare le prove perché sono spaventati dalla potenza delle evidenze”.

Fonte: dionidream.com

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Tiroide : Esercizio tibetano per stimolare ed attivare la tiroide

Esercizio tibetano per stimolare ed attivare la tiroide

Questo famoso esercizio tibetano è davvero efficace per attivare e stimolare la tiroide.


Toccando la tiroide seguendo le istruzioni di questo esercizio, potremo aumentare il flusso sanguigno verso la ghiandola tiroidea, purificandola ed attivando quindi  anche la perdita di peso.

Segui le istruzioni seguenti su come applicare questo efficace esercizio:
Strofina bene le mani per riscaldale (meglio “apriti al reiki”), poi poggiale sulla tiroide per almeno 10 secondi.
Ingoia saliva per 3 volte. Se hai la bocca secca, prova a bere 3 piccoli sorsi d’acqua.
Esala lentamente, inclinando la testa in avanti cercando di spingere il mento verso il petto. Mantieni questa posizione per 5 secondi, senza respirare.
Ripeti l’ultimo movimento, spingendo il mento verso il petto. Una volta raggiunto il petto, girare lentamente la testa a destra e a sinistra.
Ripeti tutti i movimenti fatti fin’ora, cercando di muovere la testa lentamente, rilassandoti.

Puoi effettuare questo esercizio stando seduto o in piedi. Fallo spesso per migliorare la salute generale della ghiandola tiroidea, ed attivare anche la perdita di peso.

DA rimedio-naturale.it

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VISTA : Migliora la tua vista con gli esercizi del metodo Bates

 

 

Migliora la tua vista con gli esercizi del metodo Bates

Il sunning ed il palming sono due tecniche di cura alternative elaborate all’interno del metodo Bates.

Questi esercizi sono rivolti a tutte le persone affette da disturbi visivi tra cui:
miopia: difetto di rifrazione oculare per cui i raggi luminosi provenienti da lontano vanno a fuoco davanti alla retina, da ciò ne consegue che l’immagine degli oggetti distanti risulta sbiadita e sfumata;
presbiopia: difetto visivo opposto alla miopia, in cui, per perdita di elasticità del cristallino, si distinguono a fatica gli oggetti vicini;
astigmatismo: difetto della vista causato da irregolare curvatura della cornea, a causa del quale l’immagine di un punto appare alalungata;
ipermetropia - difetto oculare per cui le immagini si formano dietro la retina e ne deriva una visione sfocata, specialmente degli oggetti vicini.


Sunning
La pratica del sunning (da sun che significa sole) è estremamente semplice, in quanto prevede l’esposizione alla luce solare, guardando direttamente il sole con le palpebre chiuse per almeno cinque minuti, anche più volte al giorno.
È necessario approfittare di una giornata di sole, avendo cura di evitare le ore del meriggio, quando la luce solare è più intensa. I momenti migliori per praticarlo sono fino a metà mattina e nel tardo pomeriggio, nei periodi primaverili ed estivi. In generale, il buon senso dirà quando è meglio evitare questa pratica a seconda della latitudine e stagione.
L’esercizio del sunning si può eseguire, in presenza della luce solare, da qualsiasi posizione, seduta, supina o eretta.
Una volta scelta la posizione più comoda è necessario rilassare il corpo e la mente, respirando con calma.
L’esecuzione della tecnica del sunning non può essere sempre programmata, né ripetuta regolarmente in quanto dipende dalla presenza del sole. Si tratta di sfruttare questa opportunità tutte le volte che la natura c’è lo permette; per esempio è possibile fare sunning durante una piacevole passeggiata al parco oppure quando si sta aspettando l’autobus alla fermata.
Per ottenere i maggiori benefici è utile alternare l’esercizio del sunning a quello del palming.

Palming
Il palming (da palm che significa palmo) è la tecnica che di norma è opportuno svolgere subito dopo il sunning, e consiste nel coprire gli occhi delicatamente con il palmo della mano senza far filtrare la luce del sole.
Le mani costituiscono una barriera che isola dalla realtà esterna e agevolano il rilassamento, mentre gli occhi rimangono immersi nell’oscurità.
Una volta terminato l’esercizio del palming, occorre avere la precauzione di non aprire gli occhi con lo sguardo rivolto verso il sole, ma prima voltarsi nella direzione opposta.

Esercizi
Ora è arrivato il momento di mettere in pratica quanto appreso con due semplici esercizi.
Il girasole
Comodamente sdraiati in posizione supina, con il volto rivolto al sole, chiudete gli occhi e lasciatevi avvolgere dal tepore. Ora immaginate che il sole sia un girasole e fate finta di avere un pennello che parta dalla punta del naso e arrivi fino al sole. Divertitevi a delineare i contorni dei petali, uno dopo l’altro arrivando fino al centro. Se desiderate potete accompagnare il movimento anche con il capo. Intingete il vostro “pennello” nella vernice colorata e dipingete i petali di un giallo intenso, per poi terminare il vostro “dipinto” colorando di arancio il centro.
La tazza del sole
Nella stessa posizione di prima, portate le mani davanti al sole, formando una coppa. Quando le vostre mani sono calde, ruotatele e poggiate i palmi delicatamente sui vostri occhi. Trasferite questo calore sulle palpebre e sul viso, immaginandolo, respirandolo, portandolo dentro di voi.

 

 

http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/migliora-la-tua-vista-con-gli-esercizi-del-metodo-bates.php

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