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Categoria: "Cure Naturali"

Herpes genitale. Il piu' efficace rimedio naturale per far scomparire le vescicole

L’herpes genitale è un’infezione molto diffusa i cui sintomi possono essere trattati efficacemente con i rimedi naturali fino alla totale scomparsa delle vescicole

 
L’herpes genitale è una malattia causata dall’infezione di due ceppi virali, l’Herpes simplex tipo 1 (HSV-1) e l’Herpes simplex tipo 2 (l’HSV-2). Ne è affetto circa 536 milioni di persone nel mondo, e nei paesi occidentali si stima che almeno il 25% delle donne adulte e il 20% degli uomini hanno l’herpes genitale. Di questi, l’85% non lo sa nemmeno!

La maggior parte dei casi di herpes genitale è causata dall’HSV-2. Tuttavia, una proporzione sempre maggiore di casi di infezione anogenitale da herpes è attribuibile all’HSV-1, maggiormente responsabile dell’herpes labiale.

 
L’infezione si trasmette sessualmente e può essere contratto anche alla nascita se la madre ne è affetta. L’herpes genitale provoca lesioni cutanee, come piaghe, localizzate nell’area vulvo-vaginale, sul pene, intorno all’ano, su natiche e cosce, caratterizzate da vescicole spesso dolorose. Altri sintomi associati all’infezione sono dolori diffusi e affaticamento.

E’ un’infezione trasmessa da pelle a pelle, ma non c’è bisogno di avere rapporti sessuali per provocare la raggiunta del virus sui genitali. Ogni forma di intimo contatto pelle a pelle è in grado di passare il virus, tra cui il contatto con piaghe sulle natiche o sulla bocca.

 
Il virus può vivere dormiente all’interno del sistema immunitario di una persona per tutta la vita, causando periodicamente bolle che scoppiano e si trasformano in piaghe aperte o ulcere prima della guarigione.

Poiché il virus dell’herpes è incurabile nel senso che rimane presente nell’organismo, la buona notizia è che è possibile impedire la formazione delle lesioni cutanee e quindi bloccarne la manifestazione.  La ricerca mostra infatti che la maggior parte dei pazienti con herpes genitale non hanno praticamente alcun sintomo, non sono consapevoli del fatto che lo hanno contratto e tengono il virus nel tratto genitale prima che esso provochi disagio. E ‘anche molto comune sperimentare un disagio una sola volta e poi mantenere il virus  in modo impercettibile nell’organismo, a volte per tutta la vita.

 
I sintomi dell’Herpes genitale
L’Herpes genitale colpisce in modo molto diverso da persona a persona, ma ci sono alcuni fatti generali riguardanti i sintomi comuni:

Di solito il primo focolaio di herpes genitale produce i sintomi più forti, e i sintomi da focolai successivi (che riattivano il virus) sono più miti.
Una persona appena infettata sperimenta il primo focolaio di solito entro 14 giorni dall’infezione. Le epidemie sono più comuni entro il primo anno di infezione e poi tendono a diminuire sostanzialmente col passare del tempo.
E ‘possibile contrarre sia HSV-1 e HSV-2, che potrebbero causare sintomi separati in diverse posizioni del corpo, in tempi diversi.
In entrambi i casi si formano delle vescicole sui genitali e/o glutei e/o cosce e/o vicino all’inguine. Le vescicole possono ulcerare ovvero sviluppare un rivestimento bianco e bruciare e causare un pò di dolore al contatto per un periodo di tempo prima della guarigione.
Se è causato dall’ HSV-1 ci saranno altri sintomi di una eruzione cutanea, come rossore o segni di rigonfiamento.
Negli uomini, l’herpes genitale di solito si manifesta principalmente sulla punta del pene e intorno alla zona circostante. Nelle donne, le piaghe di solito si verificano sulla vulva e la vagina.
Le fastidiose vescicole possono svilupparsi anche all’interno della cervice uterina e nell’uretra sia maschile che femminile e si accompagnano spesso all’ingrossamento dei linfonodi inguinali.
Altri sintomi sono quelli comuni ad una infezione virale ovvero: stanchezza, dolori e febbre.
Sfortunatamente, un effetto collaterale dell’herpes genitale causata dal virus HSV-2 è che alcune persone sviluppano una maggiore suscettibilità a virus futuri, compreso il virus HIV. Infatti l’infezione da HSV-2 ha dimostrato raddoppiare il rischio di contrarre l’infezione da HIV attraverso la trasmissione sessuale.

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I medici convenzionali utilizzano spesso determinati farmaci per aiutare a mantenere i focolai di herpes genitale al minimo e per ridurne la durata e la gravità quando accadono. Questi possono includere analoghi nucleosidici e farmaci antivirali, quali aciclovir, famciclovir e valaciclovir, che lavorano per controllare i focolai e ridurre il rischio di trasmissione, ma di solito devono essere presi una volta al giorno (per sempre) e non sono al 100% efficaci.

Dieta per l’herpes genitale
E’ possibile fare attenzione alla propria alimentazione scegliendo di mangiare alcuni cibi che favoriscono la scomparsa dell’herpes genitale:

Dieta ricca di Lisina. Studi clinici e ricerche hanno dimostrato che una dieta ricca di lisina aiuta a controllare i focolai dell’herpes genitale. La lisina è infatti un amminoacido che impedisce la comparsa delle vescicole. I cibi più ricchi di lisina sono:

Yogurt
Carne bianca
Legumi
Evitare inoltre le fritture e le grigliate che distruggono la lisina nei cibi, meglio cotture al vapore.

Evitare cibi ricchi di Arginina. L’arginina è un amminoacido che sembra promuovere la replicazione dell’herpes genitale dato che il virus sintetizza proteine molto più ricche di arginina rispetto a quelle umane. I cibi ricchi di arginina sono:

Arachidi, noci, nocciole e frutta secca in genere
Zuccheri raffinati
Cioccolato
Semi di zucca e di sesamo
Soia
Rimedi naturali per l’herpes genitale
1. Praticare Sesso Sicuro. Non c’è alcuna cura definitiva per l’herpes genitale (causato da HSV-1 o HSV-2), che si sviluppa attraverso il contatto diretto. La probabilità di trasmettere il virus  a qualcun altro è più alta nel corso di un periodo di malattia quando i sintomi sono presenti, ma è anche possibile diffondere il virus quando si è asintomatici (non si hanno sintomi evidenti). Evitare il sesso o qualsiasi tipo di contatto intimo se sono presenti sintomi o piaghe (un’ulcera, gonfiore, ecc). Se si è infetti, il sesso sicuro è fondamentale per proteggere il  partner; la ricerca mostra che quando i partner evitano il sesso durante i focolai attivi, o se usano il preservativo, vi è un generale abbassamento del rischio di trasmissione (solo dall1 al 10% a seconda del sesso del partner e della sua storia medica).

2. Potenziare il sistema immunitario. Anche quando ci si infetta con l’herpes genitale, i sintomi dipendono dal sistema immunitario di ognuno. I sintomi variano notevolmente a seconda di quanta “diffusione virale” permette il sistema immunitario di una persona, cioè quanto velocemente il corpo può combattere gli effetti del virus e può superare o prevenire i sintomi. Molte persone sono infettate con entrambi i tipi di herpes virus, ma non mostrano alcun segno o sintomo – perché sviluppano una forte risposta immunitaria nei primi anni di vita o dopo che sono diventati sessualmente attivi. Quali sono alcuni modi per  migliorare la funzione immunitaria generale?

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Studi scientifici dimostrano l'enorme potere del perdono

Vi siete sentiti feriti o traditi? Siete mai stati così amareggiati e sconvolti verso una situazione o una persona che non potevate immaginare di perdonare? Magari avete anche rimuginato più e più volte nella vostra testa. Con ogni ripetizione, i sentimenti si intensificano e ci si sente peggio. Ci sono prove che dimostrano che provare queste emozioni influisce negativamente sulla salute.


Il perdono da un punto di vista clinico è il processo di abbandonare il proprio sentimento di risentimento e i pensieri di vendetta. Include anche il processo di favorire la compassione, la generosità e anche l’amore nei confronti di coloro che hanno inflitto dolore. Non è ovviamente una cosa facile da fare. I medici senza dubbio dicono che se le ferite sono profonde e i traumi sono molti, si avrà bisogno di più tempo per guarire. Ciò nonostante, il perdono è possibile e io credo necessario. Lasciate che vi dica il perché. Oltre 15 anni fa, mancava qualsiasi ricerca sull’impatto del potere del perdono sulla nostra salute. Fortunatamente ad oggi, ci sono centinaia di articoli scientifici e medici pronti a condividere le loro conoscenze con noi.

Il perdono migliora la salute
Cominciamo con l’impatto dell’essere arrabbiati, frustrati o di avere la sensazione negativa su un evento. Il Dr. Steven Standiford, capo della chirurgia presso il Cancer Treatment Centers of America, sostiene che queste emozioni negative creino uno stato cronico di ansia.


Questo produce un eccesso di adrenalina e cortisolo, che riducono la produzione delle cellule natural killer. Queste cellule sono una protezione contro il cancro. Se si rifiuta di perdonare, non solo si fa del male a se stessi, ma ci si trattiene in una condizione di malessere.

Il Dr. Michael Barry autore del libro The Forgiveness Project ha riferito che almeno due terzi dei pazienti malati di cancro hanno indentificato il perdono come un problema personale e un terzo ha riferito di avere serie difficoltà col perdono e “quindi siamo consapevoli del dolore emozionale che affligge molti dei nostri pazienti”.


Dato che si sta parlando di cancro, un accurato studio su più di 83 pazienti affetti da cancro ha valutato i loro sentimenti di perdono, di pessimismo e l’accettazione di sé  dopo aver frequentato un corso di auto-perdono. Il corso ha insegnato tecniche come la riflessione, la scrittura espressiva etc. Come previsto, i pazienti che hanno frequentato il corso hanno avuto punteggi  più alti statisticamente significativi per l’auto-perdono, l’accettazione, l’auto-miglioramento, e punteggi più bassi di pessimismo rispetto al gruppo di controllo che non aveva frequentato il corso.

Il perdono aiuta ad amarsi
Se si pensa a un vecchio ricordo in cui si è stati maltrattati, feriti, o offesi si inizia automaticamente a sentirsi male. Il fatto è che ci sono immediate risposte emotive e/o fisiologiche che si verificano quando si hanno questi ricordi. Queste risposte sono:


Aumento della pressione del sangue
Contrazione dei muscoli
Gonfiore
Questi sono tutti segni di stress e ansia. Recenti studi dimostrano che i partecipanti che praticano l’empatia e il perdono hanno una maggiore risposta allo stress. Per approfondire ulteriormente questo punto è stata condotta una ricerca in cui si sono aiutati circa 1.500 americani a perdonare ed hanno riferito una maggiore soddisfazione nella loro vita, meno sintomi di nervosismo, e meno tristezza.

Il perdono aiuta anche nei casi di grave abuso emotivo. Alcune donne sono state collocate in due gruppi di trattamento; il primo gruppo ha utilizzato tecniche come la convalida della rabbia, l’assertività, la costruzione di abilità interpersonali, e il secondo ha utilizzato il perdono. Le donne nel secondo gruppo hanno avuto significativi punteggi più alti nel miglioramento della depressione, dei  sintomi di stress post-traumatico, nell’autostima, hanno sentito meno ansia, e hanno ottenuto una migliore padronanza generale della loro vita. Tutto questo era ancora presente mesi dopo! Sii! Il perdono è potente!

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Il Perdono ha un impatto positivo sul sistema immunitario
Uno studio ha valutato 78 pazienti affetti da HIV controllandone i sentimenti, i pensieri e i comportamenti rispetto al perdono. I partecipanti che hanno veramente perdonato avevano percentuali più elevate di cellule CD4 immunitarie anti-cancro!

L’autore dello studio, il Dr Owen Medscape ha detto in un’intervista a Medscape Medical News:

“Abbiamo ipotizzato che livelli più elevati di perdono sarebbero associati con percentuali più elevate di cellule CD4 controllate però con le variabili demografiche e comportamentali, nonché la carica virale. E nessuna di queste variabili ha rappresentato il rapporto tra perdono e le percentuali di cellule CD4. Quindi vi è qualcosa di speciale che accade tra il perdono e il numero delle cellule CD4.”

“I risultati supportano la nostra ipotesi e riflettono i risultati precedenti sui rapporti tra fattori psico-sociali con i marcatori del sistema immunitario nelle persone che vivono con l’HIV/AIDS, e risultati indicano che il perdono di un’altra persona può essere di beneficio per la loro salute”, ha concluso il Dr Owen.

Un altro vantaggio del perdono è il miglioramento della pressione sanguigna e del tono cardiovagale. I ricercatori hanno potuto dimostrare che il perdono ha un effetto cardioprotettivo. Mentre la rabbia è cardiotossica e danneggia il muscolo cardiaco.

Vantaggi del perdono sulla qualità del sonno 
Uno studio ha mostrato che il perdono delle trasgressioni interpersonali è legato a un sonno migliore. Mantenendo sentimenti di risentimento, rabbia o addirittura ostili attorno a sé si ha una qualità inferiore del sonno. L’elenco potrebbe continuare all’infinito. I benefici per la salute del potere del perdono sono enormi. Ora che avete alcuni dati, pensate di mettere a punto un piano di perdono. Iniziate a perdonare voi stessi, e poi passate a perdonare gli altri. Se non sapete perdonare, contattate uno psicoterapeuta o uno psicologo spirituale nella vostra zona per chiedere aiuto.

E’ tempo di lasciar andare i rancori del passato. E’ tempo di sentirsi più leggeri. È il momento di essere liberi dal passato per creare lo spazio per un presente sereno e luminoso.

Per cominciare a perdonare può essere utile la pratica dell’Ho’oponopono.

https://www.dionidream.com/potere-perdono/

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Na-Nose. Il dispositivo che diagnostica 17 malattie dal tuo solo respiro

Na-Nose. Il dispositivo che diagnostica 17 malattie dal tuo solo respiro

 

Immagina di scoprire che cosa ti sta facendo sentire male semplicemente soffiando dentro un dispositivo elettronico. Oppure puoi usarlo per fare un check-up anche quando non hai sintomi particolari ma vuoi sapere se il tuo organismo è in salute. Non è fantascienza e i ricercatori sono già riusciti a farlo.

Un team di numerosi ricercatori provenienti da Israele, Francia, USA, Lituania e Cina, sono stati in grado di rilevare 17 diverse malattie nei pazienti semplicemente analizzando il loro respiro.

Lo studio recentissimo è stato pubblicato sulla rivista ACS Nano in cui viene descritto il funzionamento e i risultati raggiunti. Il dispositivo si chiama Na-Nose e al momento è in grado di determinare se qualcuno ha alcune malattie con una precisione 86%. Le condizioni di salute che per ora gli scienziati sono riusciti ad implementare sono alcuni tipi di cancro, il morbo di Parkinson, sclerosi multipla, malattie renali e molte altre.

Il dispositivo è in grado di distinguere tra le malattie perché raccoglie i composti organici volatili prodotti durante le malattie e che vengono emessi nel respiro di una persona. L’analisi è in grado di rilevare 13 sostanze chimiche diverse presenti nell’alito che sono associate a determinate malattie, e la composizione di questi composti organici volatili differisce da una malattia all’altra.

“Ogni malattia ha il suo alito unico“, dice lo studio. Il tuo corpo emette alcuni composti nel tuo respiro quando si dispone di una malattia, e questo probabilmente pochi di noi lo sapevano.

Na-Nose. Il laboratorio medico a portata di mano
Il Na-Nose è stato testato con campioni di aria espirata da circa 1.400 persone da diversi paesi ed è stato in grado di diagnosticare la malattia quasi 9 su 10 volte in modo accurato. Inoltre il dispositivo è anche in grado di dire se si ha più di una malattia contemporaneamente ovvero la presenza nell’alito di una certa malattia non impedisce al dispositivo il rilevamento dell’impronta di una malattia addizionale se è presente nell’alito.

“Si può determinare se il paziente è sano o ha una malattia, e prevedere chi sono le persone sane che hanno un alto rischio di contrarre la malattia in futuro.”

Hossam Haick, del Technion − Israel Institute of Technology, che ha guidato la ricerca, ha spiegato in un video di presentazione del dispositivo che il Na-Nose è stato chiamato così perché imita il senso dell’olfatto del cane per analizzare il respiro di un paziente.

Egli sottolinea un potente beneficio del dispositivo: individuare le malattie in anticipo. Diagnosticare precocemente spesso significa una migliore possibilità di sopravvivenza per le persone con malattie come il cancro, e soprattutto permette ai pazienti di prendere coscienza dell’importanza di cambiare le proprie abitudini di vita.

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Haick spiega che nel caso del cancro al polmone,  la capacità del Na-Nose di diagnosticare precocemente può aumentare i tassi di sopravvivenza dal 10% al 70%.

Lo studio rileva il valore di tale tecnologia in materia di accessibilità, spiegando che è facile da usare, è possibile ripetere i test e ha il potenziale per essere realizzato a basso costo e “ultra-miniaturizzato.”

 

Utilizzare il respiro come un dispositivo diagnostico
“Il respiro è un eccellente materia prima per la diagnosi”, ha detto Haick alla rivista Haaretz

. “E ‘disponibile senza la necessità di procedure invasive e sgradevoli, non è pericoloso, e si può provare ancora e ancora se necessario.”

L’idea stessa di utilizzare l’odore per diagnosticare la malattia non è nuova. La rivista Quartz rileva che nell’ultimo decennio ricercatori hanno lavorato su tali prove per malattie come la tubercolosi o la fibrosi cistica – e nel caso di quest’ultima, un test sfrutta il fatto che i pazienti “producono quasi quattro volte tanto acido acetico (il componente principale nell’aceto) rispetto alle persone sane “.

Diagnosticare una malattia potrebbe essere semplice come respirare in un dispositivo palmare. E in tempi antichi, lo studio rileva, i medici avrebbero annusato la cacca dei loro pazienti nell’interesse della diagnosi medica.

Secondo Haick, il dispositivo è stato utilizzato su diverse migliaia di pazienti in seguito allo studio, e vorrebbe vederlo disponibile sul mercato al più presto.

Lo scienziato vuole che il Na-Nose diventi parte integrante nella vita di tutti i giorni. In futuro inoltre potrebbe essere integrato sullo smartphone così da analizzare il respiro come qualcuno che parla al telefono, senza aver bisogno di una clinica.

Anche se ci sentiamo in buona salute, “il dispositivo ha molta più sensibilità per sentire ciò che non sentiamo”, dice Haick.

https://qz.com/873521/scientists-have-developed-a-new-device-that-could-diagnose-17-diseases-with-one-breath-from-a-patient/

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LA VITAMINA D : benefici

Un impressionante numero di ricerche scientifiche dimostra che la vitamina D svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie e nel mantenere la salute ottimale. Ci sono circa 30.000 geni nel corpo, e la vitamina D si trova in quasi 3.000 di essi, così come i recettori della vitamina D si trovano in tutto il corpo.

Il Dr. Michael Holick, il più grande esperto al mondo di vitamina D, ha sottolineato che l’aumento dei livelli di vitamina D nella popolazione in generale potrebbe prevenire malattie croniche che affliggono quasi 1 milione di vite in tutto il mondo ogni anno.

Quello che sorprende di più è che almeno il 50% della popolazione è carente di vitamina D, ovvero ha un valore sierico di 25(OH)D inferiore a 30 ng/ml e praticamente il 100% di persone affette da malattie hanno carenze anche più gravi sotto a 20 ng/ml. I soggetti più a rischio sono gli anziani la cui pelle è meno efficiente nel convertire i raggi solari in vitamina D, chi è in sovrappeso (dato che la vitamina D è liposolubile) e ovviamente chi fa una vita sedentaria e usa creme solari d’estate (impediscono alla pelle di produrre la vitamina D).

Tutti i benefici della vitamina D
Cancro
Secondo uno studio su larga scala, livelli ottimali di vitamina D possono ridurre drasticamente il rischio di cancro di ben il 60%. Mantenerli così può aiutare a prevenire almeno 16 diversi tipi di cancro, tra cui del pancreas, del polmone, dell’ovaio, della prostata e tumori della pelle. Infatti alzando la concentrazione sierica di 25(OH)D a 40 ng/ml si  può diminuire il rischio di tumori invasivi del 67%!

Malattie cardiovascolari
La vitamina D è molto importante per ridurre l’ipertensione, la cardiopatia aterosclerotica, infarto e ictus. Il Dr. Holick spiega infatti che la carenza di vitamina D aumenta il rischio di infarto del 50 %.

Malattie autoimmuni
La vitamina D è un potente modulatore immunitario, rendendola molto importante per la prevenzione di malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla (SM) e l’infiammazione intestinale che è alla radice della maggior parte dei disturbi autoimmuni.

Malattie neurodegenerative
La Vitamina D attiva molti neurotrasmettitori cerebrali e aumenta la capacità dei neuroni di utilizzare il glucosio che è il combustibile dei neuroni e nello stesso tempo annulla tutti i processi infiammatori. Ho spiegato nell’articolo “Ecco come mio padre con Alzheimer sta guarendo grazie alla Vitamina D” come nelle forme di Alzheimer iniziali ci si può aspettare una ottima risposta terapeutica ma anche nelle forme avanzate si ha una risposta molto positiva, e ancora di più se associata a cambiamenti alimentari e integrazione con ulteriori nutrienti.

Infertilità
La vitamina D può contribuire a stimolare la produzione di ormoni tra cui il testosterone e il progesterone, ed è stato dimostrato che può aumentare la fertilità negli uomini e nelle donne. La vitamina D è anche associata alla qualità dello sperma negli uomini e può migliorare la frequenza mestruale nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico.

Riparazione del DNA e processi metabolici
Uno degli studi di Holick ha mostrato che i volontari sani che assumono 2.000 UI di vitamina D al giorno per un paio di mesi regolano 291 geni diversi che controllano fino a 80 diversi processi metabolici. Alcuni di questi processi aiutano a migliorare la riparazione del DNA e ad aumentare la funzione immunitaria, mentre altri influenzano l’autossidazione (ossidazione che si verifica in presenza di ossigeno e / o radiazioni UV, che ha implicazioni nell’invecchiamento e nel cancro, per esempio).

Emicrania
Recenti ricerche suggeriscono anche la vitamina D può avere un ruolo nella emicranie. I ricercatori dell’ospedale dei bambini, il Medical Center di Cincinnati, ha scoperto che molti di coloro che soffrono di emicrania hanno carenze di vitamina D, riboflavina (B2) e il coenzima Q10. Le ragazze e le donne che hanno sofferto di emicrania erano particolarmente inclini ad avere carenza di CoQ10, mentre i ragazzi e gli uomini avevano una maggiore probabilità di essere carenti di vitamina D. Quelli con emicrania cronica erano più predisposti ad carenze di  CoQ10 e riboflavina, rispetto a quelli con emicrania episodica.

Disturbi psicologici e mentali
La vitamina D svolge un ruolo importante nella neurotrasmissione, e una sua carenza  è stata associata a una serie di disturbi neurologici e cerebrali, tra cui la disfunzione cognitiva,  la malattia di Alzheimer (in uno studio, quelli che erano più carenti di vitamina D avevano un 31% di rischio maggiore di soffrire di declino neurocognitivo), la schizofrenia, il morbo di Parkinson, ictus, epilessia e depressione.

Raffreddore e influenza
La vitamina D ha potenti capacità di lotta contro le infezioni, e può essere utile sia per la prevenzione sia per il trattamento della tubercolosi, polmonite, raffreddori e influenza. Secondo uno studio infatti la vitamina D è 8 volte più efficace dei vaccini antinfluenzali.

Diabete ed obesità
Numerosi studi hanno dimostrato che la vitamina D è un fattore fondamentale necessario per la normale secrezione di insulina, e che migliora la sensibilità a questo ormone. L’insulina è un ormone secreto dal pancreas che riveste un ruolo fondamentale nel controllo del peso corporeo, della glicemia e quindi nell’insorgenza del diabete e malattie cardiovascolari.

Depressione
Uno studio pubblicato su FASEB Journal ha dimostrato che la la vitamina D agisce sul gene TPH2 e trasforma il triptofano in serotonina ed attiva anche gli ormoni ossitocina e vasopressina. Tutto questo cambiamento ormonale ha un effetto grandioso sulla depressione.

Ipotiroidismo
Per chi soffre di ipotiroidismo, la Vitamina D è particolarmente importante essendo essenziale per la funzionalità della ghiandola, tanto che  il trattamento farmacologico potrebbe non funzionare senza l’adeguata presenza di Vitamina D. Inoltre un eccesso di calcio agisce negativamente sulla tiroide (stimola la funziona paratiroidea antagonista di quella tiroidea), e questo eccesso di calcio nel plasma sanguigno avviene perché c’è carenza di vitamina D.

Osteoporosi
La vitamina D è necessaria sia per assicurare un buon assorbimento di calcio nell’intestino, sia per la corretta mineralizzazione dell’osso. La vitamina D permette la fissazione del calcio e quindi previene efficacemente osteoporosi, fratture, rachitismo e carie dentali….MA OCCORRE POI IL SOLE E QUANT’ALTRO….

Intolleranze alimentari
Le intolleranze alimentari, dalle più lievi alle più gravi come la celiachia, sono legate ad un problema di permeabilità intestinale per cui le particelle del cibo indigerito passano la barriera intestinale entrano nel flusso sanguigno ed essendo degli intrusi stimolano una reazione immunitaria oltre che indigestione e tanti effetti negativi a livello fisico e mentale. E’ dimostrato che la carenza di vitamina D provoca l’indebolimento delle ginture della barriera intestinale facendola diventare permeabile. Integrare la vitamina D permette di riparare l’intestino ed eliminare l’infiammazione, risolvendo così il problema dell’intolleranza alimentare con tutti i sintomi digestivi che ne conseguono.

Qual è il modo migliore per ottimizzare il livello di  vitamina D?
Non vi è dubbio che la vitamina D sia fondamentale per una buona salute e per la prevenzione delle malattie. Può anche aiutare a contrastare alcuni degli effetti metabolici deleteri causati da alcuni farmaci. Non mancano le polemiche quando si tratta di come ottimizzare la vitamina D. La maggior parte dei ricercatori specializzati, però, concordano sul fatto che l’esposizione al Sole sia il modo ideale.

Prima di tutto, gli integratori di vitamina D3 non conferiscono effetti identici come quella generata dalla pelle in risposta all’esposizione agli UV. In secondo luogo, l’esposizione al sole ha benefici per la salute che sono estranei alla produzione di vitamina D. Ad esempio, l’esposizione agli UVA produce ossido nitrico (NO), che ha un effetto ipotensivo. Infatti, l’intero spettro solare è importante per una salute ottimale. Non siamo dipendenti unicamente dalla lunghezza d’onda stretta di circa 295 nanometri (nm), da dove viene prodotta la vitamina D.

Tuttavia, a meno che non si effettui uno sforzo, è probabile che la sola esposizione al sole non sia abbastanza per aumentare il livello di vitamina D. Come osservato in un recente studio, gli adolescenti non hanno un’esposizione al sole abbastanza lunga per aumentare la loro vitamina D ad un livello ottimale neanche in piena estate, e ciò spinge gli autori a suggerire modifiche alle linee guida della vitamina D.

Come riportato da Endocrine Today: “Più di un quarto degli adolescenti nello studio aveva livelli di vitamina D insufficienti anche durante l’estate, il periodo in cui i partecipanti hanno trascorso la maggior parte del tempo all’aria aperta.”

Integrare la vitamina D
Prima di tutto è importante valutare il proprio valore di 25(OH)D che è possibile attraverso le analisi del sangue. Sotto a 30 ng/ml c’è carenza, e per avere effetti terapeutici importanti bisogna portare il valore tra 50 e 100 ng/ml.

L’integrazione quotidiana generalmente consigliata è di 10.000 UI attraverso il Dibase (farmaco mutuabile reperibile in farmacia) oppure attraverso altri integratori (l’importante è acquistare integratori con valori di UI elevati altrimenti un barattolo di 400UI per capsula dura 2 giorni e quindi il costo lievita).

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Calcoli renali. 10 rimedi naturali con dieta ed integratori specifici

I calcoli renali sono agglomerati di sali di calcio e altri sali acidi come l’acido urico, che possono accumularsi nei reni causando dolore e l’eventuale blocco del flusso di urina.
I reni sono due organi a forma di fagiolo che si trovano nella parte posteriore del corpo appena sotto la gabbia toracica. Sulla parte superiore di ogni rene sono posizionate le ghiandole surrenali. I reni hanno la funzione di disintossicare e filtrare le impurità dal sangue tanto che ogni giorno purificano 150 litri di sangue, riversando gli scarti e le tossine nelle urine.

Una buona funzionalità dei reni è essenziale per mantenere l’omeostasi nel corpo, a partire dalla composizione del sangue. Ad esempio, i reni sono responsabili del corretto mantenimento del livello di pH e l’equilibrio elettrolitico (i rapporti di sodio, potassio e fosfati) fondamentali per tutte le funzioni delle cellule. Inoltre producono gli ormoni che portano alla formazione dei globuli rossi e alla regolazione della pressione sanguigna.


Cause
Le principali cause dei calcoli renali sono:

Eccesso di proteine
Eccesso di fruttosio (dolcificanti, frutta)
Disidratazione
Dieta povera di minerali
Sedentarietà
Dieta ricca di ossalati
Acqua ad alto residuo fisso
Infezione della via urinaria (come nel caso dei calcoli di struvite dovuti ad un batterio che colpisce spesso le donne dando i sintomi della cistite)
Sintomi
Se i calcoli sono molto piccoli non c’è alcun dolore e sono individuabili solamente facendo riposare le urine in un contenitore ed osservando dopo alcune ore la formazione di una sabbietta sul fondo chiamata renella. Quando i calcoli crescono cominciano i problemi.


Bruciore e stimolo frequente di urinare
Dolore intenso ed improvviso sul fianco, solitamente da un solo lato, costringendo la persona a piegarsi su se stessa. Il calcolo renale ostruisce il passaggio dell’urina e si parla in questo caso di colica renale. L’ostruzione può avvenire all’interno dello stesso rene o più probabilmente nell’uretere, il piccolo canale che collega il rene alla vescica.
Successivamente il dolore tende ad irradiarsi anteriormente e a scendere in basso verso l’inguine. Può capitare anche le coliche inducano dolore testicolare o al grande labbro vaginale.
Quando il calcolo si muove scendendo nell’uretere ed avvicinandosi alla vescica si possono avere sintomi come nausea, vomito e la presenza di urine torbide, a volte con sangue e di cattivo odore.
In alcuni casi vi è una incapacità totale di emettere urine.
La diagnosi di calcoli renali viene effettuata con una serie di esami strumentali e di laboratorio come le analisi delle urine, radiografia e l’ecografia addominale. Il trattamento medico allopatico della colica renale si basa sulla somministrazione di farmaci antispastici (riducono la contrattilità della muscolatura liscia) e di medicinali antidolorifici. Per i calcoli di medie dimensioni si ricorre alla litotrissia extracorporea; per quelli grandi si ricorre all’intervento chirurgico.

Di seguito puoi trovare i migliori rimedi naturali per eliminare i calcoli renali di piccole dimensioni, ridurne le dimensioni usare la dieta migliore per trattarli e prevenirli.


La dieta per i calcoli renali
Acqua. La disidratazione può portare a calcoli renali, cercare di bere 200ml di acqua (un bicchiere pieno) ogni ora. Scegliere un’acqua a bassissimo residuo fisso (sotto a 50mg/l) che scioglie i calcoli nei reni. L’ideale è bere dell’acqua distillata per uso alimentare (può essere preparata in casa con il distillatore).

Ridurre legumi e frutta secca. Contengono acido fitico che contribuisce alla formazione dei calcoli. Se proprio si vuole consumarli bisogna prima rimuovere l’acido fitico attraverso l’ammollo come spiegato nell’articolo Come attivare semi, noci, cereali e legumi per renderli biodisponibili.

Evitare bevande energetiche e gassate. Sono ricche di minerali inorganici e acidi che contribuiscono alla formazione dei calcoli.

Abbondare con alimenti ricchi di magnesio. Il consumo di cibi ricchi di magnesio come avocado e banane possono ridurre il rischio della formazione di calcoli.

Evitare alimenti ricchi di acido ossalico. Questi comprendono: spinaci, rabarbaro, pomodori, cavoli, melanzane, barbabietole, sedano, zucca estate, patate, arachidi, mandorle, mirtilli, more, fragole e cacao.

Evitare alimenti ricchi di calcio. Non consumare tutti latticini.

Evitare la caffeina. Facilita la disidratazione che può peggiorare i calcoli renali.

Evitare pompelmo e carni rosse. Possono stimolare il corpo ad espellere il calcio, che porta ad un accumulo di calcio nei reni.

Rimedi naturali per i calcoli renali
1. Succo di limone, olio d’oliva e aceto di mele. Questo è uno dei rimedi più efficaci per i calcoli renali e il dolore che essi provocano. Mescolare 3 cucchiai di olio di oliva con 2 cucchiai di succo di limone. Bere tutto d’un sorso e di seguito bere un bicchiere con 250 gr di acqua a basso residuo fisso. Attendere 30 minuti. Poi, spremere il succo di 1/2 limone in 250 gr di acqua, aggiungere 1 cucchiaio di aceto di mele e bere. Ripetere questa operazione ad ogni ora fino al miglioramento dei sintomi.

2. Magnesio. Gli studi dimostrano che le persone con calcoli renali ricorrenti che hanno assunto integratori di magnesio hanno avuto un tasso di miglioramento del 92.3% nella riduzione di calcoli renali. La dose raccomandata è di 250mg di magnesio citrato per 2 volte al giorno per la prevenzione e la riduzione dei calcoli.

3. Vitamina B6. La letteratura scientifica dimostra che l’uso della vitamina B6 nel contribuire a ridurre i livelli di calcio-ossalato nelle urine. La dose consigliata è di 50mg al giorno.

4. Vitamina E. Anche la vitamina E è indicata per ridurre i livelli di calcio-ossalato. La dose consigliata è di 400 UI al giorno.

5. Succo di Mirtillo rosso. Ottimo per ripristinare il pH delle urine, eliminare il bruciore e ridurre i livelli di calcio.

6. Aloe vera. L’aloe vera iuta a ridurre i cristalli urinari. Bere 1/4 di tazza al giorno.

7. Uva Ursina. L’uva ursina aiuta a combattere l’infezione nei reni e a ridurre il dolore e pulire il tratto urinario. 500mg tre volte al giorno è la dose raccomandata per i calcoli renali.

8. Radice di tarassaco. La radice di tarassaco rafforza e purifica i reni. Assumere fino a 500 mg due volte al giorno può essere utile.

9. Solidago Virgaurea. Antica pianta medicinale usato dai nativi americani per la salute dei reni. E’ dimostrato che il solidago virgaurea aiuta a sciogliere i calcoli renali e rafforzare i reni.

10. Tisana di zenzero. La tisana di zenzero riduce l’infiammazione nei reni, migliora la funzionalità renale e  aiuta a sciogliere i calcoli renali.


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Riferimenti
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https://www.dionidream.com/calcoli-renali/

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