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Categoria: "Cure Naturali"

CANCRO : gli enzimi in prima linea di difesa contro il cancro

Gli enzimi in prima linea di difesa contro il cancro  

Molti ricercatori nello studiare le cause che generano il cancro hanno scoperto che il nostro corpo possiede una propria normale linea di difesa contro la formazione e la proliferazione delle cellule maligne, e sono stati anche in grado di descrivere in modo preciso in quale modo funziona questo meccanismo.
Questi ricercatori scoprirono che le cellule cancerogene sono rivestite di una membrana proteica, e che era questa membrana proteica che impediva alle normali difese del corpo di arrivare fino alle cellule maligne. Scoprirono che – se si riesce a dissolvere questa membrana – i leucociti (globuli bianchi, che costituiscono la normale linea difensiva del nostro sistema immunitario) sono in grado di distruggere le cellule maligne. Hanno scoperto che ci sono due sostanze che sono in grado di dissolvere facilmente questa membrana che protegge le cellule maligne, e queste sono gli enzimi Tripsina e Chimotripsina.
Questi enzimi sono secreti dal Pancreas. Gli enzimi Tripsina e Chimotripsina, quindi formano la prima linea di difesa contro il cancro..  

La seconda linea di difesa: i nitrilosidi  

Oltre allo scoprire che gli enzimi Tripsina e Chimotripsina formano la prima linea di difesa contro il cancro, il dottor Ernst Krebs Jr ed altri scoprirono che il nostro corpo ha una seconda linea di difesa
contro questa malattia, formata da un gruppo di sostanze chiamate “nitrilosidi”.

Le cellule maligne hanno in sé un enzima chiamato Beta-glucosidasi che – quando entra in contatto con i nitrilosidi – li converte in due molecole di glucosio, una molecola di benzaldeide, ed una molecola di acido cianidrico (HCN).
Originariamente si credeva che solo l’acido cianidrico fosse tossico per le cellule maligne, ma prove recenti hanno dimostrato che, mentre l’acido cianidrico può esercitare qualche effetto tossico, è la benzaldeide che risulta essere estremamente tossica per le cellule maligne.

Quello che è estremamente significativo riguardo a questa reazione, e che si tratta di una reazione selettiva. Infatti solo le cellule maligne contengono l’enzima Beta-glucosidasi, e così la Benzaldeide e l’acido cianidrico vengono rilasciati solo in presenza di cellule tumorali. Le cellule normali contengono invece in gran quantità l’enzima Rodanese, che converte i nitrilosidi in cibo per il corpo.

I ricercatori hanno scoperto che tutti noi probabilmente abbiamo formazioni maligne diverse volte nella nostra vita. Ma se le nostre difese immunitarie funzionano bene, è il copro stesso che uccide le cellule
cancerogene, e noi non verremo mai neanche a conoscenza di quanto è accaduto. Ma se c’è una rottura nel meccanismo di difesa quando le cellule maligne si formano, non c’è nulla che possa prevenirne la proliferazione, quindi presto ci sarà un tumore nel nostro corpo.

Che cosa può causare – tra l’altro – questa rottura nel meccanismo di difesa del nostro corpo? Supponete di essere una persona che mangia grandi quantità di proteine animali: per digerirle occorre
una gran quantità degli enzimi Tripsina e Chimotripsina. E’ possibile che voi, allora, stiate usando tutta – o quasi tutta – la quantità a voi disponibile di enzimi pancreatici al fine di digerire queste proteine, e che
non ne rimanga affatto per innescare le altre reazioni chimiche del corpo. In questo modo, voi avrete perso la vostra prima linea di difesa.

Supponete ancora di essere una persona che ha una dieta bassa o nulla in contenuto di nitrilosidi. Questo è molto probabile, la dieta comune né è quasi del tutto mancante oggi.

Il miglio, alto in contenuto di nitrilosidi, è stato largamente sostituito dal grano, che non contiene nitrilosidi. Una volta si era soliti nutrire il bestiame con grandi quantità di erba, alta in nitrilosidi. Oggi diamo al bestiame soprattutto grano ed altri mangimi.

Perciò, diventerete una persona che ha perso la prima linea di difesa naturale contro il cancro a causa di una dieta ad alto contenuto di proteine animali, e che non ha neppure la seconda linea di difesa a causa di un’alimentazione priva o povera di nitrilosidi.

A questo punto le cellule maligne potrebbero fare la loro apparizione, ma non ci sarà nulla che possa arrestarne la crescita. Il risultato? Un tumore!
A questo punto – come ha detto il dottor Krebs, voi potrete rimuovere il tumore … Ma se non correggerete il difetto nel vostro meccanismo di difesa, il tumore tornerà di nuovo.

  NITROLISIDI -VITAMINA B 17 O AMIGDALINA :

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La vitamina B17, nota anche come amigdalina, è formata da composti vegetali naturali chiamati nitrilosidi. I nitrilosidi sono un gruppo di zuccheri solubili in acqua che vengono poi trasformati in una sostanza chimica chiamata salicilati, i quali si pensa possano fornire potenti benefici per la salute.

I nitrilosidi alleviano mali e dolori
I nitrilosidi presenti nella vitamina B17 contengono proprietà analgesiche naturali (sostanza antidolorifica). Questo complesso anti-infiammatorio può aiutare a ridurre dolori articolari e muscolari e a migliorare la mobilità. È bene nutrirsi di alimenti ricchi in vitamina B17, come il lino, patate dolci, lenticchie, bacche di sambuco e albicocche.

 

http://it.blog.biovea.com/alimenti-vitamina-b17-benefici-salute.html

 

ma Tutto deve essere equilibrato:

un innalzamento della tripsina nel sangue oltre un certo valore soglia è alla base dello screening neonatale per la fibrosi cistica

occorre fare un test

 

Perché fare il test?
Per la rilevazione della fibrosi cistica (nei neonati e nei bambini); talvolta per rilevare e valutare un’insufficienza pancreatica (nei bambini e negli adulti).

Quando fare il test?
Nel caso in cui un bambino o un neonato abbia i sintomi di fibrosi cistica come diarrea persistente, produzione di feci maleodoranti, grasse e voluminose, malnutrizione e carenza vitaminica; nel caso in cui in un bambino o in un adulto vi sia il sospetto di un’insufficienza pancreatica e’ bene fare il test.

 

 

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VITAMINA B 17 ANTIDOLORIFICA : I nitrilosidi alleviano mali e dolori

NITROLISIDI -VITAMINA B 17 O AMIGDALINA :

La vitamina B17, nota anche come amigdalina, è formata da composti vegetali naturali chiamati nitrilosidi. I nitrilosidi sono un gruppo di zuccheri solubili in acqua che vengono poi trasformati in una sostanza chimica chiamata salicilati, i quali si pensa possano fornire potenti benefici per la salute.

I nitrilosidi alleviano mali e dolori
I nitrilosidi presenti nella vitamina B17 contengono proprietà analgesiche naturali (sostanza antidolorifica). Questo complesso anti-infiammatorio può aiutare a ridurre dolori articolari e muscolari e a migliorare la mobilità. È bene nutrirsi di alimenti ricchi in vitamina B17, come il lino, patate dolci, lenticchie, bacche di sambuco e albicocche.

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COENZIMA Q 10 indispensabile per il mantenimento della riserva energetica delle nostre cellule

Il coenzima Q10 (CoQ10), noto anche come ubichinone o vitamina Q, è una molecola organica presente in tutte le cellule, soprattutto nelle membrane cellulari e nei mitocondri. Questi ultimi sono degli “organelli intracellulari”, ossia interni alle nostre cellule, in cui avvengono le reazioni chimiche indispensabili per produrre energia.

In pratica il coenzima Q10 è coinvolto nella reazione che ha come prodotto l’ATP, adenosina trifosfato, la molecola che producono le nostre cellule per immagazzinare energia da utilizzare per le principali funzioni metaboliche. La molecola del CoQ10, e la sua funzione, è stata scoperta a metà del secolo scorso.

Vediamo quali sono le proprietà e le funzioni biologiche di questa molecola e quando e se può servire pensare a una integrazione.

Proprietà del Coenzima Q10

Il coenzima Q10, come già descritto, è una molecola indispensabile per il mantenimento della riserva energetica delle nostre cellule. Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che la concentrazione cellulare dell’ubiquinone tende a diminuire con l’avanzare dell’età.

La molecola viene sintetizzata dalle cellule del nostro organismo, ma l’efficienza di questa produzione si riduce naturalmente invecchiando, in caso di malnutrizione e in pazienti, più o meno anziani, che soffrono di malattie croniche come patologie cardiache, morbo di Parkinson, distrofia muscolare, diabete, tumori e anche AIDS.

La letteratura scientifica ha anche evidenziato che la terapia ipocolesterolemizzante con statine è in grado di ridurre la concentrazione cellulare di CoQ10, ma anche altri farmaci di uso comune come i beta-bloccanti, indicati come anti-aritmici e anti-ipertensivi, inibiscono la sintesi di questo coenzima.

Le evidenze suggeriscono che in tutte le condizioni che riducono la concentrazione cellulare di coenzima potrebbe essere indicata una integrazione. In questi casi la prima scelta dovrebbe ricadere sull’attenzione a consumare anche quotidianamente alimenti ricchi di ubiquinone e poi eventualmente su integratori alimentari.

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Coenzima Q10 e alimenti

Il CoQ10 è particolarmente concentrato in:

  • soia;
  • cereali integrali e germe di grano;
  • frutta secca, in particolare noci;
  • vegetali, soprattutto spinaci e negli olii vegetali;
  • pesce, in particolare nelle sardine.

Chi segue una alimentazione ricca di frutta, verdura e legumi ha in genere livelli ematici superiori di coenzima Q10, tuttavia non è sempre detto che l’attenzione alla scelta degli alimenti sia sufficiente a mantenere elevati i livelli di ubiquinone. Con l’avanzare dell’età, ad esempio, il fegato diviene meno efficiente nel convertire gli ubiquinoni degli alimenti e ciò chiaramente si traduce in una riduzione del Q10 cellulare.

Integratori di coenzima Q10

Secondo la più recente letteratura scientifica l’integrazione di ubiquinone può essere utile in tutti i casi in cui è indicato un sostegno di antiossidanti, come nel caso di infarto, alcuni tipi di tumore ed emicrania. La supplementazione di Q10 favorisce anche la sopravvivenza a lungo termine nei pazienti che hanno sofferto di arresto cardiaco.

Il potere antiossidante si è anche dimostrato protettivo nei confronti di alcune malattie degenerative come il morbo di Parkinson.

In farmacia e parafarmacia sono disponibili diversi integratori, senza obbligo di prescrizione medica, a base di questo coenzima. Tutti sono, secondo le approvazioni ufficiali, indicati per:

  • proteggere dall’invecchiamento cutaneo;
  • ridurre la sensazione di debolezza, astenia e stanchezza;
  • favorire il mantenimento di una buona forza muscolare;
  • contrastare lo stress cellulare indotto dai radicali liberi.

 

http://www.greenstyle.it/

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Disturbi del sistema nervoso, depressione, stanchezza e letargia, nevralgie, nevriti infiammazioni del nervo sciatico

Il rimedio omeopatico Hypericum perforatum 30 CH

(da prendere in farmacia -5 granuli sotto la lingua per 2 volte al di’)

 

L’iperico è una pianta perenne sempreverde appartenente alla famiglia delle Clusiaceae, molto comune in Italia, in Europa, in Asia occidentale e in Nord Africa. Il nome popolare è erba scacciadiavoli o erba di San Giovanni e deriva dal fatto che sui petali sono visibili dei puntini neri che sono volgarmente noti come sangue di San Giovanni, perché ricordano il sangue versato dal Santo fatto decapitare da Erode intorno al 35 d.C.

Il colore invece deriva dall’ipericina, sostanza di cui il fiore è ricco. I frutti sono capsule ovali che a maturazione si aprono scoprendo i semi cilindrici di colore nero o bruno scuro.

Oggi alla pianta si riconoscono diverse proprietà terapeutiche, tra cui antinfiammatorie, antisettiche, cicatrizzanti, analgesiche, diuretiche, depurative, antiossidanti, vasoprotettrici, ed e’ nota la sua attività antidepressiva. 

La proprietà antidepressiva dell’iperico è attribuibile al contenuto di sostanze quali l’ipericina, l’iperforina ed alcune classi di flavonoidi, particolarmente presenti nelle foglie e nelle sommità fiorite.

L’azione combinata di queste sostanze favorisce l’aumento dei livelli di serotonina nel sistema nervoso centrale, quindi stimola un’attività biologica antidepressiva, che contrasta i disturbi dell’umore ed aiuta a ristabilire l’equilibrio emotivo spesso interrotto anche da dolori cronici o forti. 

Quando si usa Hypericum
Hypericum è un rimedio omeopatico che agisce principalmente sul sistema nervoso, sia centrale che periferico. In generale Hypericum è il rimedio adatto in tutti i casi di nevrite, quando si verifica una degenerazione, di natura traumatica, infettiva, tossica od altro, di un nervo o di un gruppo di nervi con il dolore che risale lungo il tragitto del nervo.

Ciò lo rende un ottimo rimedio per la terapia del dolore di qualsiasi origine. Hypericum favorisce anche la cicatrizzazione di tutti i tipi di ferite e ne evita l’infezione. Hypericum è altresì indicato per i disturbi respiratori.

Il rimedio omeopatico Hypericum si usa in genere nei seguenti principali casi:

·         disturbi del sistema nervoso, depressione, stanchezza e letargia; nevralgie, nevriti infiammazioni del nervo sciatico

·         dolore di qualsiasi natura e in ogni sede, in particolare quelli provocati da traumi, lombalgia, dismenorrea ,mestruazioni dolorose,  male alle ginocchia, etc…

·         ferite di ogni tipo, unghia incarnita

·         problemi alla pelle, ustioni, dermatiti, eritemi, herpes

·         disturbi all’apparato respiratorio, tosse, asma

·         disturbi dell’apparato digerente, gonfiore, nausea, vomito, diarrea, stipsi

·         disturbi all’apparato cardiovascolare, palpitazioni, emorroidi

C’e’ anche  L’olio di hyperico  che e’ utile contro ustioni e ferite

 A chi è consigliato Hypericum

Il soggetto Hypericum è ansioso, ipersensibile, eccitato, si sveglia di notte con pulsazioni e, avverte i battiti cardiaci nella testa, è ansioso, agitato, addolorato anche fisicamente.

Evolve poi progressivamente verso la depressione, avendo esaurite le sue riserve di energia nervosa. Appartiene pertanto alla categoria di persone che a seguito di un trauma, di una paura, di uno shock, di dolori persistenti, cadono nella depressione nervosa.

Hypericum è uno dei migliori rimedi per la cura della depressione (non a caso la pianta da cui trae origine è definita l’antidepressivo vegetale) ed anche per la nevrosi della menopausa.

E’ utili per tutti i dolori cronici del sistema osteoarticolare in cui sono interessati anche i nervi

Fonte : http://rimediomeopatici.com/rimedi-omeopatici/hypericum/

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MEMORIA : LE PIANTE PER AUMENTARE LA CONCENTRAZIONE E LA MEMORIA

Quando la memoria inizia a giocare brutti scherzi, non dobbiamo dare colpa solo alla vecchiaia, anzi…
mancanza di concentrazione e di memoria sono tipici anche nei giovani studenti, in particolare alle porte di importanti esami.
Questo sta ad indicare una stretta correlazione tra lo stato di stress e le prestazioni cognitive.

 

Un conto è la perdita della memoria per cause fisiologiche, come vecchiaia (in forme gravi si parla di demenza senile), danni cerebrali, uso di farmaci sedativi, meccanismi di rimozione psicologica e malattie degenerative; un conto è quando si manifestano dei disturbi dell’attenzione a causa di un aumento dei livelli di stress del vivere quotidiano (superlavoro ed esami importanti).
In quest’ultimo caso possiamo rivolgerci al mondo vegetale che saprà darci degli ottimi aiuti!

 

Prima di tutto non dobbiamo dimenticarci dell’importanza degli oli essenziali e del loro effetto sul nostro sistema nervoso!
In particolare l’olio essenziale di Rosmarino, di Basilico e di Menta, sono perfetti per riconferire tonicità mentale, aumentare i livelli di concentrazione ed attenzione.
Un consiglio è quello di disperdere, nell’ambiente di studio o di lavoro, qualche goccia di questi oli essenziali, miscelati tra loro.

 

Sarà questo un piccolo aiuto piacevole ed efficace per combattere la stanchezza e stimolare l’attenzione.
Per ritrovare la concentrazione e la freschezza mentale non possiamo non citare il Ginkgo biloba, pianta millenaria originaria della Cina e del Giappone.
Vengono utilizzate le foglie che, grazie alla sinergia dei principi attivi in esse contenuti (flavonoidi, terpeni e lattoni), svolgono la cosiddetta azione nootropa, ossia sarebbero in grado di stimolare le capacità cognitive dell’individuo.
Sono stati condotti numerosi studi scientifici per individuare il meccanismo d’azione del Ginkgo, ma tutt’ora non vi sono dati univoci in questione.
Ad ogni modo, studi in vitro ed in vivo, hanno confermato la sua attività di vascolarizzante tissutale.
Il Ginkgo infatti sarebbe in grado di migliorare il flusso sanguigno cerebrale, favorendo l’utilizzazione del glucosio e dell’ossigeno da parte delle cellule celebrali che, avendo a disposizione maggior nutrimento, migliorerebbero le prestazioni intellettuali.
La pianta trova largo impiego anche per la sua azione antiossidante, che conferisce protezione in particolare a livello vascolare e del sistema nervoso.
Un’altra importante azione del Ginkgo biloba è quella di inibire l’aggregazione piastrinica.
Bisogna tenere conto di questa attività se si sta assumendo farmaci anticoaugulanti (per es: warfarin e aspirina), poiché la contemporanea somministrazione della pianta potenzierebbe l’effetto di questa classe di medicinali; l’assunzione del Ginkgo, in questo caso, deve essere attentamente valutata.

 

Tutte le piante medicinali che vengono classificate come adattogene, ossia in grado di migliorare l’adattamento fisiologico dell’individuo, si dimostrano efficaci nel contrastare lo stress, aumentare le difese dell’individuo e migliorare le sue prestazioni fisiche e mentali.
In particolare quelle più indicate possono essere: l’Eleuterococco (Eleutherococcus senticosus Maxim.), la Rodiola (Rhodiola rosea L.) e il Ginseng (Panax Ginseng C.A Meyer.).
Meno conosciute ma altrettanto efficaci, sono la Wihtania (Wihtania somnifera) nota anche con il nome di Ginseng indiano e la Schisandra (Schisandra chinensis), le cui bacche manifestano attività stimolante, in grado di favorire il mantenimento della tonicità e dell’equilibrio sistemico dell’organismo.

 

Un’altra pianta tipica della medicina ayurvedica, ma sempre più presente anche sui nostri mercati, è la Bacopa monniera.
Specie ampliamente diffusa in India, sembra che agisca direttamente sul sistema nervoso centrale, migliorando la trasmissione neuronale e quindi potrebbe essere un efficace rimedio per aumentare la concentrazione mentale e la memoria.
Sono tutt’ora in corso studi scientifici che ne vadano a confermare la sua azione a livello celebrale; tuttavia la Bacopa è una pianta che è stata utilizzata per millenni dalla tradizione ayurvedica e tutt’oggi trova amplia diffusione come tonico energetico.

 

Come abbiamo detto, molto spesso la mancanza di concentrazione e la stanchezza mentale si fanno sentire in corrispondenza a periodi di stress.
Perciò consigliamo di utilizzare con moderazione tutte quelle droghe contenenti caffeina.

Nonostante la caffeina agisca come stimolante del sistema nervoso centrale, un suo uso eccessivo potrebbe andare ad aumentare gli stati di ansia e nervosismo, tipici nei periodi di forte tensione.
Quindi consumare grandi quantità di caffè e bevande energetiche, spesso può causare l’effetto contrario.

http://www.inherba.it/le-piante-per-aumentare-la-concentrazione-e-la-memoria/

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