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Categoria: "Cure Naturali"

CALCIO E MAGNESIO - LA DOLOMITE : il calcio in maniera naturale

E' risaputo che il calcio è indispensabile per la salute delle ossa e che il magnesio fa bene al morale. Ma i benefici di questi minerali non si fermano qui! Per quanto provvisti di proprietà specifiche, è interessante rilevare che agiscono in modo sinergico in vari campi. - Anche il magnesio svolge un ruolo importante nella costituzione e nel mantenimento del capitale osseo (il 60% del magnesio presente nel corpo è immagazzinato nello scheletro). - Entrambi sono necessari per il buon funzionamento del sistema nervoso e il controllo dello stress. - Per la loro azione antistress e il loro effetto vasodilatatorio, il calcio e il magnesio contribuiscono a combattere l'ipertensione. - Questi due minerali fanno parte degli elementi fondamentali nel trattamento della sindrome premestruale. La dolomite è la miglior fonte naturale di calcio e di magnesio facilmente assimilabili.

Un integratore alimentare di grande utilità, adatto a tutti e a tutte le età, è la dolomite: una sabbia dolomitica che rappresenta la miglior fonte naturale di calcio e di magnesio, in forma digeribile e facilmente assimilabile. La dolomite contiene infatti i due minerali nella proporzione ideale: ogni compressa fornisce 100-120 mg di calcio e 60 mg di magnesio.

Esiste anche una varietà di dolomite arricchita di zinco, più adatta alle situazioni di stress, e quindi di aumentato fabbisogno di quest'oligoelemento.

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La dolomite ... perché la natura ha sempre ragione.

fonte: erbavita.com

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LA MEDICINA AI TEMPI DEL WEB

Come muoverci nella giungla di informazioni che troviamo in rete. In che modo sta cambiando il rapporto tra paziente e medico, quanto la tecnologia influisce sulla medicina e viceversa. Abbiamo fatto qualche domanda a Maria Giovanna Ruberto, autrice del testo "La medicina ai tempi del web" e siamo entrati in un mondo molto interessante, quello della medicina 3.0.

 

La medicina sta cambiando. Il paziente e il medico collaborano verso un unico obiettivo, che è la ricerca della cura migliore. Sente che questo cambiamento tocca anche l'approccio del medico?

Certo, anche se di fronte ad un paziente più consapevole alcuni si sentono ancora in qualche modo “diminuiti” rispetto alla propria competenza. Non dobbiamo dimenticare che in Italia è ancora molto presente unmodello paternalistico di relazione medico-paziente, il paziente racconta ed il medico interpreta e dà la cura.

Non è solo un modo di fare del medico, molte persone preferiscono delegare la cura della propria salute. E nel nostro paese il contenzioso legale connesso alla sanità è elevatissimo, a dimostrazione del fatto che la relazione medico-paziente sta cambiando, ma la consapevolezza di questo è ancora poco diffusa.

 

Quanti medici davvero, invece di concentrarsi sul solo disturbo, ampliano la visione al benessere generale del sistema-corpo umano, con il fine di cercare nel corpo del paziente dove risiede la salute per poi avviare da lì il processo di guarigione?

In realtà l’interezza della formazione data dalle nostre università tende a favorire lasuperspecializzazione, perchè la tecnologia è prevalente rispetto all’atto medico in sé. Non è facile peraltro trovare quelli che una volta erano chiamati “maestri”, che ti insegnavano a guardare il paziente come una persona e non come un sintomo. Insegno in fasi diverse del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e noto ad esempio che gli studenti un po’ “peggiorano” nel passaggio dai primi anni di studio a quelli dell’esperienza clinica. Partono insomma esprimendo attenzione di fronte al tema della relazione con il paziente, poi sono come sopraffatti dalla mole di informazioni che devono apprendere e perdono un po’ di vista l’insieme.

Nel mondo anglosassone è iniziato presso le grandi università un percorso inverso, con un'accentuazione dell’aspetto umanistico della medicina - penso alla nascita ed al consolidarsi della medicina narrativa – quindi possiamo sperare che prima o poi anche nel nostro paese si ritorni a pensare all’interezza della persona.

 

Il paziente ora è soggetto attivo che cerca, si informa, chiede, esplora e partecipa nelle decisioni. A fronte di una maggiore consapevolezza assistiamo però anche all'esplodere di terapie on line, guarugioni tramite Skype. Distinguere i "cialtroni" in questo contesto diventa più complesso?

La rete è un luogo sterminato e congesto di notizie vere e false. Non è facile distinguere neppure per gli addetti ai lavori. Ad es. alcuni studi svolti presso università e medici negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed in Germania, dimostrano che è prevalente l’dea che se una notizia compare su un sito è certamente verificata. Se questo equivoco è così diffuso in chi ha una conoscenza della medicina si può solo immaginare quanto sia ancora più diffusa tra gli altri. Proprio la Gran Bretagna ha iniziato da tempo un percorso di “certificazione” dei siti che forniscono informazione sanitaria, ma non è facile.

Un ulteriore aspetto è dato poi dai cosiddetti siti sponsorizzati, che hanno un lato commerciale non sempre evidente. Insomma c’è molta confusione, ma sono certa che siamo semplicemente in presenza di un periodo di adattamento alle nuove tecnologie. In fondo la vicenda del veleno di scorpione cubano che cura il tumore non è molto diverso dal vecchio siero di capra degli anni ’70, ail fenomeno non era all’epoca planetario, ma il semplice passaparola aveva irretito centinaia di persone.

 

Ai primi sintomi di un disturbo, si ricorre a un clic. La rete diventa una vera e propria giungla di informazioni. Oltre ad affidarsi al proprio buonsenso, l'utente dove può cercare strumenti che gli permettano di acquisire un criterio di selezione, in modo da formare un apropria "bussola interiore"?

Il buon senso non basta, stiamo parlando di salute. Esistono criteri per una ricerca utile e corretta. Ad esempio è utile consultare i siti istituzionali, quelli delle società scientifiche, che ormai hanno tutte portali dedicati.

Ma in rete si trova di tutto, dai blog di persone che si scambiano informazioni e suggerimenti a partire dalla condivisione di sintomi apparentemente uguali, a siti di professionisti che cercano clienti. Se dovessi dire che cosa è davvero utile sul web punterei piuttosto ai gruppi di aiuto tra pazienti, perchè permettono di condividere il peso della malattia. Per il resto è meglio parlare di persona con un medico.

 

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Quando si parla di Medicina 3.0 a cosa ci si riferisce esattamente? La parola e-Health fa riferimento al medesimo concetto?

Il termine e-Health si riferisce intanto al web 2.0, che è quello ancora più diffuso o allatelemedicina. Quindi alle reti sociali ed istituzionali, all’interazione tra soggetti che favorisce lo scambio di infomazioni e l’individuazione di possibili soluzioni.

Il web 3.0 è un presente/futuro, esistono già network operativi tra istituzioni sanitarie e laboratori di ricerca che incrociano i dati e li rendono contemporaneamente accessibili a tutti.

Così come si utilizzano gli strumenti che per molti sono di puro intrattenimento – penso alla galassia iPhone,iPad – ed alcune applicazioni per seguire ad esempio i pazienti nel percorso terapeutico. Si può inviare alle persone un messaggio via Twitter per ricordare di assumere i farmaci, per programmare un controllo, o usare terminali portatili  particolari per monitorare a distanza l’andamento della salute. Il web 3.0 dovrebbe  aiutarci a fare un ulteriore passo avanti, costruendo in modo interattivo la conoscenza attraverso la  condivisione di informazioni, per accelerare i tempi, evitare i doppioni, risparmiare risorse ed amplificare I risultati per la somma, che non è mai aritmetica, delle intelligenze e delle competenze coivolte.

 

Cos'è la cybercondria?

La paura di ammalarsi è a volte così forte da farci sentire male anche se non è vero. E’ un tema antico, basta pensare al “Malato immaginario” di Molière. Ma oggi c’è uno strumento in più ad incrementare le nostre paure, il cyberspazio. Nella rivisitazione linguistiche che il web sta determinando anche l’ipocondria diventa allora cybercondria.

Ho un po’ di tosse, digito “tosse” su un motore di ricerca e compaiono decine di malattie. Leggendo i sintomi mi sembra di averle tutte, sono caduto in preda alla cybercondria. D’altra parte mi ricordo che ai tempi dell’università, al 4° anno, quando ho iniziato il secondo triennio clinico, nel mio gruppo a turno ci siamo convinti tutti di essere malati di una delle patologie che dovevamo studiare. Il problema sta nel fatto che tra amici ci si prende in giro e ci si tranquillizza a vicenda, davanti da un computer siamo soli e le nostre paure possono rovinarci la vita. Soprattutto se poi ci curiamo da soli con farmaci magari acquistati sul web!

 

Mondo della sanità e web. Come possono migliorarsi a vicenda?

Il mondo della sanità ed il web non possono che collaborare, fenomeno peraltro già in atto. Il web rende la circolazione delle informazioni più veloce ed universale; dieci anni fa leggevi di una nuova terapia o di novità diagnostiche sulle riviste specializzate cartacee, che impiegavano mesi a diffondere i report.

Oggi tutto compare in rete in tempo reale e questo permette un accesso anche in realtà geograficamente svantaggiate alla conoscenza medica. Si possono trasmettere esami, immagini diagnostiche, via internet, facilitando consulti sui casi difficili o semplicemente garantendo supporto a strutture non altamente specializzate.

Alcuni ospedali ormai utilizzano cartelle elettroniche che permettono di inserire i dati del paziente in tempo reale, con un aggiornamento costante e senza necessità di trascrizione dei dati, evitando quindi o riducendo la possibilità di commettere errori. E così via. Potrei fare davvero un elenco sterminato di collaborazioni già in atto, perchè la medicina oggi è imprenscindibile dal web.

 

Siamo tutti potenziali pazienti. Quale consiglio darebbe a chi usa internet come strumento per avere maggiori informazioni sul corpo e sulla mente, sulla salute in generale?

Usate internet in modo intelligente, critico. Createvi una lista personale di siti istituzionalida consultare, cercate in rete le associazioni dei malati, leggete i blog dei pazienti e delle loro famiglie. Scoprirete che esiste un mondo ricco di umanità, di valori, di solidarietà.
E questo è infinitamente più importante rispetto alla ricerca di una sommatoria di informazioni.

Di Elisa Cappelli

FONTE

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CANCRO : curare il cancro con l'ascorbato di potassio - Metodo Pantellini

Prima che scoppiasse il caso Di Bella, il metodo del Dott. Gianfranco Valsé Pantellini era sicuramente la terapia contro il cancro più usata e più conosciuta in Italia, nel campo della medicina alternativa.

Come la maggior parte delle scoperte scientifiche più importanti, anche questa trae origine da un caso fortuito e da un errore. Nel 1947, il Dott. Pantellini consigliò ad un malato di cancro inoperabile allo stomaco, con prognosi di pochi mesi di vita, di bere limonate con bicarbonato di sodio al fine di calmare i forti dolori. Immaginatevi la sorpresa quando, dopo un anno, lo rivide perfettamente ristabilito (il paziente morì infatti d'infarto vent'anni più tardi). Al momento di esaminare le radiografie, pensò che si trattasse di quelle di un altro.

Cos'era successo?

Il paziente, per errore, non aveva usato il Bicarbonato di Sodio, ma quello di potassio.

"Ebbi come una botta in testa", raccontò un giorno Pantellini. "Feci delle separazioni di limone ed esperidati dei vari acidi presenti e mi accordai con dei colleghi medici, per sperimentarli su alcuni malati di cancro, ormai in fase terminale, che volontariamente si offrirono di assumere, per via orale, citrato di potassio, tartrato di potassio ed esperidato di potassio: non ottenni purtroppo alcun effetto. Quando poi somministrai ai malati l'Ascorbato (vitamina C) di potassio, conseguii i primi riscontri positivi.

Proseguendo nella terapia, i malati di cancro presentavano apprezzabili miglioramenti, già nell'arco di 10-15 giorni. Il dolore scompariva, o quantomeno si attenuava, ed il paziente era in grado di riprendere la propria attività lavorativa. In alcuni soggetti, ancora oggi, a distanza di 40 anni, non risulta alcuna presenza del tumore". (Il cofattore K, ediz. Andromeda).

Pantellini proseguì le sue ricerche per quarant'anni, scoprendo che l'Ascorbato di potassio trovava applicazione anche in alcune malattie degenerative ed autoimmuni.
Continuò a tenere conferenze, partecipò a vari congressi di oncologia, pubblicò le sue scoperte su riviste mediche, curò con successo migliaia di persone. Risultato ?

Alcune denunce da parte dell'Ordine dei Medici (assolto), problemi a non finire, diffamazioni; ma l'aspetto più grave è che in tutti questi anni, Pantellini non è mai stato preso in considerazione dalla classe medica. Non viene confutato, semplicemente viene totalmente ignorato. Chi volete che abbia interesse a prescrivere l'Ascorbato di Potassio, un prodotto che costa poche migliaia di lire per un mese di terapia e che, oltre a tutto, non è brevettabile ?

Intervista al Dr. Gianfrancesco Valsé Pantellini:
"Ci sono degli interessi enormi, prima di colpire questi interessi bisogna stare attenti anche noi di colpirli bene così da farli degradare nel tempo. Tutto il mondo oggi vive sul denaro, e lei sa quanti migliaia di miliardi ci sono in giro in questo momento sulla sua testa. Se la medicina si è instradata su un'unica strada questa non è colpa mia.

E' colpa del destino dell'umanità. Anche del vostro! Perché di li al 2015, se non prenderemo provvedimenti seri, saremo uno contro uno col cancro"


Intervista a Gianfranco Valsé Pantellini Di Giuseppe Cosco

 

Cosco: Professore che cosa è il cancro ? 
Pantellini: Il cancro è una malattia degenerativa che ha anche un'origine genetica. Fino a poco tempo fa io non avevo un'idea lucida di quale fosse l'origine di questa patologia, ma oggi ho la certezza che a provocare questa manifestazione siano i radicali liberi, radicali liberi che vengono messi in libertà nella cellula dai mitocondri. I mitocondri, con questi radicali liberi, colpiscono il nucleo della cellula diecimila volte al giorno, cercando di sovvertirlo. A questa azione dei mitocondri si antepone un enzima connaturato alla stessa cellula che, per natura propria, elimina questi radicali liberi. La produzione di questo enzima viene regolata da un gene. Quest'enzima è la superossido-dismutasi, fortemente riducente e contrastante l'azione dei radicali liberi. Se i radicali liberi, per condizioni particolari fisiologiche e anche per stress endogeni, stress ossidativo interno, riescono ad eliminare dalle cellule o da una cellula quest'enzima è certo che si scatena il tumore. Il cancro è una manifestazione di questo difetto cellulare.

C. : Cosa ne pensa della chemioterapia ? 
Pantellini: Non dico nulla della chemioterapia, perché si sa già tutto. Essa ha un'azione deleteria e devastante sull'intero organismo. La chemioterapia si regge su un assioma, anzi su un paradosso: "Ciò che fa venire il cancro, lo guarisce", guardi a che assurdità si è arrivati. Nella chemioterapia, la ciclofosfammide non è altro che un iprite chelata che viene introdotta nell'organismo, causa sui tessuti delle reazioni di Feulgen liberando quattro molecole di acido cloridrico. Quindi come si può pensare di curare il cancro con l'acido cloridrico ?

C. : Come è arrivato a capire l'importanza dell'ascorbato di potassio per la prevenzione e la cura del cancro ? 
Pantellini: Fu un malato che mi mise sulla strada dell'ascorbato di potassio. Scambiò il bicarbonato di sodio con il bicarbonato di potassio... (Il professor Pantellini racconta che nel 1948 una donna, il cui marito versava in gravissime condizioni, in quanto aveva un cancro allo stomaco giudicato inoperabile, si rivolse a lui perché almeno si riuscisse ad alleviare i tremendi dolori del poveretto. Pantellini le consigliò di fargli bere limonate zuccherate con del bicarbonato di sodio. Mesi più tardi vide quest'uomo per strada, quando lo credeva già morto e scoprì che, per errore, al posto del bicarbonato di sodio nelle limonate aveva messo bicarbonato di potassio. N.d.A.) ...e da lì è partita la mia ricerca.

C. : Questo sale... 
Pantellini: E' il più forte antiossidante che abbiamo a disposizione oggi. Non è dannoso, viene assorbito rapidamente e agisce sul cancro. Difatti i tumori trattati con ascorbato di potassio o regrediscono o si fermano oppure vanno più lentamente avanti. La casistica è molto, molto, molto vasta e positiva.

C. : Quali sono i dosaggi ? 
Pantellini: Per la prevenzione si possono somministrare due o tre dosi la settimana, la mattina a digiuno, per quattro o cinque mesi consecutivi, poi interrompere un mese e ricominciare. Per la cura, invece, di dosi bisogna assumerne tre al giorno. Cioè occorre prendere la dose preventiva di gr. 0.15 di acido ascorbico e gr. 0.30 di bicarbonato di potassio, tre volte al giorno.

C. : Posso scrivere che in caso di tumori definiti iniziali, con l'ascorbato, si ottiene la guarigione completa ?
Pantellini: Certamente, si ha il 100% di regressione del tumore.

C. : Ci sono altre malattie che rispondono bene a questo trattamento? 
Pantellini: L'assunzione dell'ascorbato di potassio nei malati di AIDS mantiene l'individuo sieropositivo però non lo fa passare nella fase successiva. Stiamo portando avanti un protocollo di terapia sperimentale al riguardo e i risultati sono molto interessanti.

C. : Le persone in cura preventiva dal 1970 hanno... 
Pantellini: Nessuna di loro, e sono molte centinaia, è stata colpita da cancro o da malattie virali.

C. : Professore lei è solo in questo lavoro ? 
Pantellini: Sono affiancato da molti altri ricercatori, italiani e stranieri e poi in America diversi scienziati (tra cui Irwin Stone, Cameron e Pauling, N.d.R.) portano avanti protocolli sperimentali simili (fondati sull'ascorbato di sodio).

C. : Se l'ascorbato di potassio fosse somministrato su larga scala avremmo risultati incredibili ? 
Pantellini: Si, ma non sono cose che posso fare io, io posso dare delle indicazioni. Si deve mobilitare chi è preposto alla salute pubblica, cominciando dal ministro della sanità.

C. : Il cancro è anche un affare e gli interessi economici che vi ruotano intorno sono davvero tanti e da tutto ciò che è emerso, le porcherie della "malasanità" di Stato... 
Pantellini: Era una cosa logica. Non è una scoperta che ci sia la malasanità. Era meglio se i politici italiani avessero visto più a fondo l'interesse e la salute della gente, ossia pochi farmaci, ma buoni, sperimentati, che moltissimi farmaci anche con prezzi altissimi che non servono a nulla e fanno male.

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C. : Sperimentano molto sugli animali... 
Pantellini: E' difficile riportare l'esperienza fatta su animali all'uomo. L'uomo ha riflessi farmacologici molto diversi. Per esempio un coniglio mangia anche l'atropina senza avere nessun disturbo, l'uomo, invece, muore.

C. : Secondo lei la cecità dei cattedratici è frutto di ignoranza o di malafede ? 
Pantellini: Io non so cosa nasconda, ma sono morti anche molti di loro di cancro, che io ho tentato di salvare.

C. : Visto il bassissimo costo dell'ascorbato di potassio, poche centinaia di lire, le industrie farmaceutiche hanno tentato di metterle i bastoni tra le ruote ? 
Pantellini: Hanno provato, tramite anche i loro emissari appartenenti ad un certo tipo di classe medica, ma è difficile fermare la marcia dell'ascorbato di potassio.

C. : Ci sono dei medici in Italia che usano l'ascorbato ? 
Pantellini: Ci sono dei bravissimi medici in Italia, dei bravissimi chirurghi, anche dei bravissimi oncologi che utilizzano l'ascorbato di potassio.

C. : Dove si può trovare l'ascorbato di potassio ? 
Pantellini: Molte farmacie lo preparano bene, io non posso dire i nomi, però, ci sono farmacie a Firenze, Treviso, Verona, Milano e Bologna che hanno l'ascorbato di potassio perfettamente dosato e chiuso in bustine ermetiche.

C. : Professore un'ultima domanda. L'ansia e lo stress hanno importanza nella genesi di un cancro? 
Pantellini: Certamente. La mente e i suoi complessi legami col corpo, rivestono una grande importanza. Io sono certo che l'insorgenza tumorale sia dovuta al riemergere di una struttura evolutiva della materia vivente, avvenuta qualche milione di anni fa, e che ciò si ripeta, oggi, quando i geni autoregolatori della chimica cellulare sono inattivati nel loro chimismo enzimatico per uno stress di qualsiasi natura.

Giuseppe Cosco

Nota bene: dai tempi di questa intervista ci sono stati diversi sviluppi nello studio dell'ascorbato e delle modalità di utilizzo del medesimo, di cui trovate documentazione presso la fondazione Pantellini. In particolare informandovi sul sito scoprirete che la formulazione dell'ascorbato più ribosio sembra potenziare l'efficacia dell'ascorbato di potassio, così come l'associazione con la vitamina B12 (tenere presente sempre però quanto scritto in apertura del post).

Fonte

 

Metodo Pantellini: l'ascorbato di potassio

L'efficacia del metodo Pantellini, ovvero l'utilizzo di ascorbato di potassio con ribosio, per la cura dei tumori e delle malattie degenerative


Alessandro Silva -

“Un cerchio si chiude” questo è stato il titolo del convegno internazionale promosso dalla Fondazione Valsè Pantellini dove vari esperti sono intervenuti per presentare gli studi più recenti e i traguardi raggiunti con l'applicazione della metodica messa a punto dal dottor Pantellini, ossia la somministrazione di ascorbato di potassio e ribosio, nel campo delle malattie degenerative, soprattutto in ambito oncologico. L'ascorbato di potassio è un sale derivato dalla vitamina C non tossico e privo di effetti collaterali. È oggetto di studio il trattamento con ascorbato di potassio associato al D-ribosio, uno zucchero, per la protezione di cellule e tessuti dallo stress ossidativo e per limitare la riproduzione incontrollata tipica delle cellule tumorali maligne.



Il cancro: una malattia multifattoriale
Il cancro è una malattia antica visto che se ne trovano tracce in reperti fossili di dinosauri. Fin dalla loro nascita, le terapie curative sono state improntate all'uccisione della cellula tumorale, con il pesante effetto collaterale connesso all'abbattimento della qualità di vita per l'alta tossicità delle sostanze somministrate.
Come riporta il dottor Guido Paoli, “le mutazioni genetiche responsabili dell'insorgenza del cancro e di altre malattie degenerative sono una conseguenza indiretta di danni ossidativi che coinvolgono la membrana cellulare e i mitocondri”. Questi danni sono interpretati dal “cervello” della cellula, il suo nucleo, come una spinta alla mutazione del proprio patrimonio genetico per adattarsi all'ambiente che sta mutando.
Inoltre, l'insorgenza del cancro è dovuta alla combinazione di più fattori scatenanti (inquinamento, stress, radiazioni, predisposizione genetica) ognuno dei quali non è correlato all'altro. Per questo non esiste un'unica molecola che possa contrastare la proliferazione incontrollata delle cellule tumorali. In tale ottica si inserisce l'uso combinato dell'ascorbato di potassio ed il D-ribosio il quale, da una parte mantiene le corrette concentrazioni elettrolitiche nelle cellule sane e, dall'altra, limita o esaurisce le risorse energetiche delle cellule tumorali, favorendo l'eliminazione di glucosio, per creare un ambiente ostile.

Tumore, stress ossidativo e ascorbato di potassio
“Uno dei meccanismi coinvolti nello sviluppo di un tumore è lo stress ossidativo che genera delle specie reattive dell'ossigeno capaci di danneggiare sia il DNA che altre strutture cellulari” spiega il dott. Massimo Fantini, dell'Università degli studi Roma 2-Tor Vergata. Sono numerosi gli studi scientifici a riguardo che provano, in particolare, un danneggiamento della pompa sodio/potassio, una sorta di “canale” che attraversa la membrana cellulare da parte a parte. L'alterata attività di questa pompa provoca uno squilibrio nel trasporto del sodio e del potassio che, a sua volta, causa un aumentato ingresso di glucosio nella cellula con un incremento della respirazione cellulare e una proliferazione incontrollata.

 

 

 

Anche il ruolo dello ione potassio (K+) e del D-ribosio sono noti: il D-ribosio partecipa alla produzione di energia nella cellula oltre ad essere il precursore di alcuni amminoacidi mentre il potassio è coinvolto in molti processi tra i quali il mantenimento del potenziale di membrana. Dai risultati preliminari di uno studio condotto per analizzare l'effetto antitumorale dell'ascorbato di potassio da solo o in combinazione con il ribosio su cellule di carcinomi mammari, il dott. Fantini ha evinto come “la somministrazione combinata con ascorbato di potassio da solo o in combinazione con D-ribosio è risultata più efficace dopo quattro giorni con una inibizione della crescita cellulare”. Non solo, “l'ascorbato di potassio, in associazione con il ribosio, determina, dopo solo due giorni di somministrazione, un significativo aumento di cellule morte” conclude il dott. Fantini. La ricerca portata avanti dal dott. Luca Bruni e la dott.ssa Simonetta Croci, ricercatori dell'Università di Parma e INBB di Roma, ha dimostrato invece come l'utilizzo combinato di potassio e D-ribosio (K:D-Rib) su linee cellulari stabilizzate di carcinomi umani alla mammella produce non solo un rallentamento della proliferazione delle cellule, ma anche la riduzione della capacità di invadere un tessuto da parte di cellule di tumore mammario rispetto a cellule non tumorali di epitelio mammario. “Questi dati sperimentali, unitamente ad una ricca bibliografia sui canali del potassio, ci hanno portato ad ipotizzare che una fine regolazione della concentrazione di K+ sta alla base di un corretto funzionamento delle cellule” spiegano il dott. Luca Bruni e la dott.ssa Simonetta Croci. È nata dunque l'esigenza di capire se il potassio entrasse oppure no nelle cellule a seguito del trattamento con K:D-Rib. Attraverso un elegante esperimento teso a dimostrare, nella cellula, la formazione di una specifica macromolecola che avviene solo a idonee concentrazioni di K+, i due ricercatori hanno così concluso: “I dati preliminari mostrano che, a seguito della somministrazione di K:D-Rib una quantità di ione K+ entra nella cellula e che il D-Ribosio è implicato nel favorire questo ingresso, ristabilendo la concentrazione fisiologica di K+”.
Non meno importanti i risultati ottenuti dallo studio svolto nell'ambito di un progetto finanziato dall'Università di Siena che si è basato sul monitoraggio di markers di stress ossidativo di proteine, lipidi e DNA prima e dopo l'assunzione di ascorbato di potassio con ribosio (dopo approvazione di un comitato etico), da parte di pazienti affetti da patologie congenite del tessuto connettivo e patologie degenerative (morbo di Parkinson, Alzheimer, condizioni di invecchiamento precoce), valutando anche l'andamento clinico della malattia. “Gli studi, eseguiti nell'arco di dieci anni” spiega la dott.ssa Cecilia Anichini “hanno dimostrato l'importanza della stress ossidativo nelle patologie considerate con un miglioramento sia del quadro clinico che dell'assetto dei biomarker, variabile sulla base dell'età, del quadro clinico e dei parametri da stress, senza evidenziare nessun tipo di effetto avverso”.

 

 


Oncologia veterinaria
L'ascorbato di potassio si è dimostrato efficace anche nella cura di varie patologie tumorali o non di animali domestici. Per ottenere una buona efficacia, è necessario “focalizzare il sistema immunitario dell'animale quanto più possibile sul tumore, diagnosticando e debellando con terapie adiuvanti (possibilmente naturali) e laddove sia possibile, le eventuali (e spesso più che probabili) infezioni. Solo così si ottiene la massima risposta del paziente all'ascorbato” specifica la dott.ssa Giulia Milesi, medico veterinario omeopata e naturopata.

Medicina integrata: dalla parte del paziente
Gli esperimenti condotti nell'università di Parma e Roma Tor Vergata hanno gettato le basi per dimostrate l'efficacia biologica dell'ascorbato di potassio con ribosio. La strada per la comprensione del meccanismo di azione e dei suoi limiti curativi è ancora lunga e passa attraverso l'osservazione di modelli animali e la raccolta di dati da pazienti.
Modestia e serietà hanno sempre contraddistinto il lavoro di Pantellini e sono queste qualità che i medici ed i ricercatori che collaborano con la fondazione si impegnano a mantenere. Il loro compito  è, prima di tutto, quello di offrire una corretta informazione “che non vuole essere un'alternativa alle terapie convenzionali, con le quali si cerca l'integrazione, ma un intervento di base sull'equilibrio cellulare” come ha concluso il dottor Andrea Bolognesi. Ed è proprio su questa base che i medici ed i ricercatori cercano di uscire da meccanismi standardizzati e posizioni chiuse con l'unico scopo di tutelare la dignità e il diritto al rispetto della vita di tutte le persone che soffrono e si rivolgono alla fondazione per un consiglio.
Grazie al lavoro congiunto di competenze diverse, si spera di riuscire a intravedere, prima o poi una strada percorribile che faccia luce su questioni cruciali per la salute umana.

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GASTRITE: cura naturale, efficace, sicura

La gastrite è la patologia che colpisce fino al 90% degli italiani con una età superiore ai 30 anni. Se si cura la causa, l’acidità anomala del corpo, modificando temporaneamente l’alimentazione, si riescono a migliorare in modo deciso i sintomi e a togliere la causa sia della gastrite che del reflusso: basta trovare un buon medico e 5 – 6 alimenti su circa 23, per eliminare il problema alla radice.

In questo modo con il solo lavoro sugli alimenti i disturbi diminuiscono nel giro di 8 – 10 giorni.

In genere la gastrite in fase ancora acuta si presenta in modo subdolo, inducendo la gente ad ignorare quei piccoli, ma costanti bruciori di stomaco, quel senso di nausea che si presenta alla fine di ogni pasto, durante la notte e in molti casi anche appena svegli, quel fastidioso reflusso che brucia in gola e che porta con se anche l’alitosi.

Solo dopo mesi di reflussi e di bruciori sempre persistenti e dolorosi ci si rende conto che questi disturbi sono più seri di quello chesi credeva.

La gente è disinformata su questa malattia e con il pensiero che passerà da sola nei giorni successivi, lascia correre, tenendosi questi disturbi che ritengono sopportabili e di poco conto, fino a far cronicizzare la malattia.

E’ d’obbligo ricordare che la prima cosa da fare in questi casi è recarsi dal proprio medico o da un gastroenterologo per avere una diagnosi il più completa possibile, per avere un quadro generale della situazione.

La gastrite ha una sintomatologia molto ben riconoscibile: i sintomi più frequenti e fastidiosi sono il reflusso gastroesofageo, la bocca e l’alito cattivo, il bruciore di stomaco, dolore e pesantezza nella zona intorno allo sterno con conseguente affanno.

Sono sintomatologie molto fastidiose capaci di interferire anche a livello sociale ed emotivo, rovinando anche le serate più belle e importanti con gli amici e portando la persona ad accumulare stress e tensione anche nei momenti che dovrebbero essere i più rilassanti, magari a casa in compagnia della famiglia.

Le cause della gastrite sono molteplici, ma in generale si parla sempre di alimentazione errata e di stress: mangiare alimenti sbagliati con tempistiche sbagliate provoca un alto livello di acidità anomala in tutto l’organismo, acidità capace di provocare anche altri disturbi come le coliti e la degenerazione delle corde vocali.

Molto interessante è la correlazioni tra la gastrite e alcune forme di labirintite, sordità, ernia iatale, alcune tipologie di asma e di tachicardie; un sintomo molto frequente e spesso sottovalutato, specialmente nelle persone sovrappeso o obese, è la mancanza di fiato e la stanchezza repentina per esempio dopo pochi scalini.

La gastrite infatti tende a gonfiare molto la bolla gastrica causando quindi una difficoltà di respirazione a livello bronchiale, fino ad arrivare a crisi di asma.

gastrite

In genere inizia con una fase acuta di dolore e, andando avanti si cronicizza; a questo punto le persone giustamente si recano dal medico che grazie a una dieta equilibrata e alla prescrizione di farmaci riesce ad alleviare i dolori, migliorando le condizioni generali del paziente; quando la patologia è definita cronica le percentuali di guarigione diventano più rosicate e il cercare di limitare gli effetti collaterali dei farmaci diventa di primaria importanza.

Se siete tra quelle tantissime persone che hanno già seguito questo iter generico senza ottenere grossi risultati vi potrà essere utile un trattamento energetico riflesso.

Attraverso i trattamenti riflessi ed energetici quali la chinesiologia o la riflessologia riusciremo a prendere di petto la causa dei vostri disturbi, andando verso la risoluzione del problema dalla radice in poco tempo.

Non vi sarà chiesto di prendere nessun genere di farmaco, come non vi verrà richiesto di smettere le cure mediche già prescritte in precedenza, non andremo infatti a interferire con nessuna terapia allopatica.

Potrete quindi continuare in assoluta tranquillità la cura del vostro medico di fiducia, non vi chiederemo di interromperla; vi inviteremo solo a far presente ad esso della vostra nuova situazione quando avrete raggiunto lo stato di salute desiderato e in modo da poter chiedere se è il caso di andare avanti con i medicinali o no.

Per aiutare il corpo nella cura della causa della gastrite esistono dei trattamenti olistici quali la riflessologia plantare e il reiki, capaci di riequilibrare l’apparato digerente nel suo complesso e di conseguenza tutto il nostro corpo.

In particolare la riflessologia plantare risulta molto utile per accelerare i tempi di guarigione, riuscendo a eliminare il sintomo in modo non invasivo in poco tempo e migliorandolo già dal primo trattamento.

Ricordiamo che queste pratiche non sono e non sostituiscono le cure mediche, ma sono un approccio alternativo, olistico, piacevole e non invasivo alla malattia cronica e acuta, ideali per tutte quelle persone che con i farmaci non hanno un rapporto idilliaco.

La riflessologia risulta indispensabile ed è il capo saldo della cura in quanto è in grado di trattare tutto l’apparato digerente in modo riflesso, senza agire direttamente sulla zona dolorante riportando in poche sedute il corpo in equilibrio, mettendolo in sesto e rendendolo capace nuovamente di compiere il suo lavoro di digestione e soprattutto di assimilazione nel modo più corretto possibile.

Ottenendo l’equilibrio chimico fisico ed energetico del corpo, eliminata l’acidità anomala del corpo, potrà tornare a svolgere il suo lavoro in modo egregio anche il sistema immunitario in toto, dicendo addio alla maggior parte delle malattie future.

Queste tecniche sono molto antiche e sono un vero aiuto nella cura della gastrite e spesso vengono affiancate con successo anche alle terapie mediche classiche.

Grazie ai nostri studi eseguiti sugli alimenti, alla nostra esperienza maturata negli anni e alle tecniche olistiche suddette riusciamo a consigliare la tempistica adeguata per mangiare.

Non stiamo parlando di diete, ma di un nuovo stile di vita, senza limitazioni di quantità (per quelle ci ha già pensato il vostro medico ricordate?).

I disturbi tenderanno a migliorare già nella prima settimana dopo il trattamento e a scomparire nell’arco delle settimane seguenti, in base alla gravità della gastrite.

Aiutare il vostro sistema immunitario a combattere una gastrite, anche cronica è possibile attraverso i nostri trattamenti naturali e a uno stile di vita migliore che porterà il corpo in uno stato di salute mai provato, con il sistema immunitario perfettamente funzionante e regolato nel modo corretto; ogni persona infatti, soffre di gastrite per un motivo diverso ed è di fondamentale importanza ricercare le cause specialmente a livello energetico e quindi dei meridiani della medicina cinese, oltre che  nell’alimentazione.

La cosa meravigliosa dei trattamenti naturali una volta terminati vi verrà insegnato come controllarvi da soli in modo da prevenire ricadute future e mantenere una qualità di vita alta.

Vi porteremo a poter mangiare di nuovo tutto, e a imparare come mantenere questo stato di salute senza rinunciare al cibo.

Non chiede grossi sacrifici.

Porta ad uno stile di vita più sano.

Insegna come regolarsi nel futuro.

Elimina l’acidità anomala compreso il reflusso.

Non è una “dieta” quindi non bisogna pesare nulla.

Elimina la pigrizia dell’intestino.

Non si assumono farmaci.

Non si hanno effetti collaterali o interferenze con altre cure.

Ristabilisce l’equilibrio dell’intero fisico.

La riflessologia plantare è anche un massaggio piacevole oltre che curativo.



Trattando la gastrite secondo questi nuovissimi metodi, tutti i sintomi diminuiscono gradualmente fino alla loro scomparsa.

E’ bene sapere che:

Lo stomaco subisce ogni anomalia dell’alimentazione. Se mangiamo troppo, abbiamo una reazione anomala: lo sentiamo gonfio. Se mangiamo un alimento che non sia accettato bene, abbiamo l’acidità. Se beviamo dell’acqua stagnante, sentiamo che rimane nello stomaco e se ne abbiamo bevuta troppa, possiamo avere anche qualche rigurgito o sentiamo l’acidità. Se l’acidità è troppa, questa passa nell’intestino provocando irritazioni che impediscono, la normale attività di assorbimento di alimenti necessari, con conseguente disequilibrio organico.  Se è presente in quantità anomala l’Helycobacter Pylori, si può avere una gastrite o un’acidosi; tutte queste anomalie saranno solo un “cattivo” ricordo.

Un vecchio aforisma afferma: Volete essere più giovani dell’età anagrafica? Eliminate ogni acidità dallo stomaco e  dall’organismo.

Tengo a precisare che quanto detto sopra non è in alcun modo parere o consiglio medico, ma ha lo scopo principale di portare le persone alla conoscenza di vie alternative naturali e non invasive, volutamente poco divulgate e pubblicizzate per la cura di patologie come la gastrite; non vi viene chiesto di credere a occhi chiusi a quanto detto fin’ora, ma siete invitati a rifletterci e a farvi una vostra opinione personale dopo aver verificato di persona.

 

fonte : http://www.tartaglini.it/gastrite/

 

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