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Categoria: "Cure Naturali"

Placche in gola: sintomi, cause e i rimedi naturali piu' efficaci

La comparsa delle placche in gola può essere associata alla tonsillite. Le placche bianche in gola si accompagnano di solito a tonsille arrossate e gonfie.

 

Se la tonsillite e le placche in gola sono causate da una forma virale, spesso vengono trattate con i comuni farmaci e rimedi per il mal di gola. Ogni caso è a sé e viene valutato dal medico.

Sintomi delle placche in gola

 

Le placche in gola di solito sono ben visibili. La loro comparsa può essere accompagnata da tonsille arrossate e gonfie, difficoltà a deglutire o quando si deglutisce. I sintomi delle placche in gola associate alla tonsillite possono comprendere mal di testa, dolore e gonfiore dei linfonodi del collo, brividi e febbre. Ci sono casi in cui le placche in gola si manifestano senza febbre. Le placche in gola possono provocare dolori forti, difficili da sopportare soprattutto per i bambini, che potrebbero avere difficoltà a mangiare e bere.

Cause delle placche in gola

 

La comparsa delle placche in gola può essere associata alla tonsillite, alla febbre, a malattie respiratorie e di raffreddamento tipiche dei mesi invernali. Raffreddore, mal di gola e influenza possono portare con sé le placche in gola. Le placche in gola possono rappresentare un sintomo della tonsillite (infiammazione delle tonsille) o della faringite (infiammazione della faringe) e comunque di un mal di gola generalizzato che rischia di diventare più acuto. Le cause più comuni sono virus o batteri.

Rimedi naturali per le placche in gola

 

Nel caso dei batteri, la soluzione proposta dalla medicina convenzionale è rappresentata per lo più dagli antibiotici. Se le placche sono legate ad un virus, di solito si ricorre ai farmaci per il mal di gola. Ma esistono dei rimedi naturali che possono aiutare ad alleviare il dolore e i fastidi causati dalle placche in gola? Spesso si tratta di rimedi della nonna davvero semplici da mettere in pratica.

1) Caramelle alle erbe per la gola

 

Le caramelle alle erbe per la gola di solito svolgono un'azione disinfettante del cavo orale. Ma in caso di placche in gola e mal di gola hanno una funzione in più. Tenere in bocca una caramella, meglio se alle erbe, balsamica o comunque apposita per il mal di gola, aumenta la salivazione e ciò aiuta a ridurre la sensazione di secchezza della gola.

2) Zenzero fresco

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Lo zenzero è un potente antidolorifico, antinfiammatorio e antibatterico naturale. Il consiglio è di assumere un pezzetto di zenzero fresco, della grandezza di una caramella o poco più, non appena sentite che la gola inizia a pizzicare. In questo modo potreste riuscire a sconfiggere il mal di gola sul nascere e le placche non arriveranno. Ma anche nel caso in cui le placche siano già presenti, lo zenzero potrebbe risultare utile per alleviare il dolore. Il consiglio è di acquistare una radice di zenzero fresco. Le caramelle allo zenzero o lo zenzero candito potrebbero non essere altrettanto efficaci.

3) Gargarismi con acqua tiepida e sale

 

Un altro rimedio naturale che viene consigliato spesso riguardo alle placche in gola è rappresentato dai gargarismi con acqua e sale. Vi basterà aggiungere un pizzico di sale in mezzo bicchiere di acqua tiepida e mescolare. Se questi gargarismi vi danno sollievo, provate a ripeterli sia alla mattina che alla sera.

4) Gargarismi con aceto di mele o limone

 

I gargarismi sono ancora una volta uno dei modi per cercare di raggiungere la zona dove sono presenti il dolore e l'irritazione. Il succo di limone e l'aceto di mele sono noti per le loro proprietà disinfettanti. Provate a versare un cucchiaino di aceto di mele o di succo di limone in mezzo bicchiere di acqua tiepida per fare i vostri gargarismi.

5) Infusi di salvia o timo

 

Tra le erbe medicinali utilizzate in caso di mal di gola e placche in gola troviamo la salvia e il timo, che vengono impiegate per preparare infusi o decotti. In erboristeria troverete facilmente salvia e timo essiccati adatti alla preparazione delle vostre tisane. L'erborista vi saprà indicare le modalità di preparazione e di assunzione a seconda del vostro stato di salute, insieme ad altri rimedi fitoterapici utili per le placche in gola.

Altri rimedi naturali per le placche in gola riguardano l'utilizzo di spray alla propoli e l'assunzione di un cucchiaino di miele con l'aggiunta di qualche goccia di succo di limone. Bisognerebbe inoltre evitare i cibi e le bevande che possono irritare la gola, con gli alimenti molto piccanti al primo posto. In generale, per proteggere il corpo dai malanni stagionali e per prevenire disturbi come mal di gola e placche in gola, può essere utile assumere delle tisane all'echinacea già dall'inizio dell'autunno.

Conoscete ulteriori rimedi naturali per le placche in gola?

Marta Albè

http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/14905-placche-in-gola-sintomi-cause-rimedi-naturali

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LA SALUTE BASICA ATTRAVERSO L'ELIMINAZIONE DELLE SCORIE

L’equilibrio acido-base è uno degli equilibri più importanti per la vita del’uomo. Regola, praticamente tutto: respirazione, circolazione, digestione, escrezione, difese immunitarie, produzione ormonale. I processi biologici

e biochimici che avvengono nell’organismo umano, sono processi elettrochimici che necessitano di un determinato pH. Nelle 100.000 miliardi di cellule che costituiscono l’uomo, il ricambio degli acidi e delle basi è costantemente in atto. Ognuna di queste cellule produce energia, e il risultato la produzione anche di acido carbonico, al quale si aggiungono altri acidi che assumiamo con il cibo o che si formano dopo la loro metabolizzazione.

 

Questo interessantissimo articolo del Dott. Valdo Vaccaro autore di diversi best seller sull’igienismo naturale spiega chiaramente come funziona il corpo umano, facendo riflettere e dando consigli pratici di vita quotidiana. Buona lettura, Dioni

VARI TIPI DI ACIDIFICAZIONI

 

Esistono diversi modi per acidificare il proprio organismo: 1) Carne e derivati (acido urico), 2) Insaccati suini (acido solforico e acido nitrico), 3) Dolciumi, zuccheri prodotti con farina di frumento (acido acetico), 4) Dolcificanti (acido formico), 5) Bibite gassate e cole (acido fosforico), 6) Caffè, the nero, vino rosso (acido tannico), 7) Antidolorifici (acido acetilsalicilico), 8) Affaticamento fisico (acido lattico), 9) Stress, tensioni, rabbia (acido cloridrico).

TUTTI NOI PUNTIAMO ALLA MIGLIORE FORMULA POSSIBILE

 

Come fare a rimanere belli e sani? Evitare ciò che è nocivo! Mangia e bevi solo quello che ti fa bene! Consiglio per l’alimentazione quotidiana 80% di alimenti alcalinizzanti, 20% di alimenti e complementi alimentari acidificanti, 1 litro di acqua, e mezzo litro di tisane alle erbe depuranti. Su questo c’è sicuramente condivisione, con l’avvertenza che le tisane siano strettamente limitate al periodo di emergenza, e che non tolgano spazio ai succhi di agrumi, di mirtilli, di melograni e di uva, superbi ed insostituibili alcalinizzanti.

 

L’ACIDOSI CORPORALE È MADRE DI TUTTE LE PATOLOGIE

 

Il corpo, in ogni istante produce in maniera endogena ed esogena acidi. Quando gli acidi generati iniziano ad essere troppi, possono avvelenare e danneggiare tessuti, organi, ghiandole e funzioni.

I risultati sono tutte le malattie conosciute oggi dalla nostra società, tipo diabete mellito, gastrite, colite, artrite e artrosi, reumatismi, morbo di Parkinson e Alzheimer, infarto, ictus, ischemia, apoplessia, trombosi, embolie, dermatite, eczema, psoriasi, allergie, tumore.

 

LA SCALA ACIDO-ALCALINA E IL POTENZIALE HYDROGENUM CHIAMATO PH

 

Una scala logaritmica permette di stabilire il grado di acidità (il numero di molecole acide a carica elettrica positiva) o il grado di basicità (il numero di molecole basiche a carica elettrica negativa) di un liquido o di una soluzione. La scala acido-alcalina va dallo 0 al 14. Il valore pH 0 significa massima concentrazione possibile di ioni idrogeno (H+) in un acido, ossia massima acidità, mentre il valore 14 indica che tali ioni sono assenti, ossia massima alcalinità. Al disopra del valore 7 prevalgono gli ioni ossidrile (OH-) e la soluzione è basica o alcalina, mentre al di sotto del 7 prevalgono gli ioni idrogeno (H+) e la soluzione è acida. Il 7.00 rappresenta la neutralità.

 

IL SANGUE UMANO È OBBLIGATORIAMENTE ALCALINO

 

Il sangue è la sostanza più importante dell’organismo, in quanto opera in contiguità con la linfa del linfatico che bagna tutte le cellule del corpo, apporta i principali nutrienti e grazie all’emoglobina trasporta l’ossigeno dove serve. Il suo equilibrio acido-base è fondamentale per la vita stessa. Il pH del sangue si colloca tra pH 7,35-7,45, quindi è basico. Il metabolismo continua a scaricare continuamente sostanze acide nel sangue, ma il suo pH deve rimanere costante, e lo fa automaticamente ed obbligatoriamente grazie ai meccanismi immunitari.

 

DEPOSITI DI MINERALI ORGANICATI ED ASSIMILATI

 

Nel corpo esistono molti depositi di minerali: mucose, capelli, vasi, unghie, tendini, cartilagini, capsule, ossa, denti. Si tratta di depositi basici con un valore di pH intorno a 8,1. Depositi organici ben s’intende. Depositi che rappresentano le riserve di minerali d’emergenza per l’intero organismo. Quando il sangue diventa carico di acidi, il cervello (l’ipotalamo) ordina immediatamente di recuperare dei sali minerali alcalini (calcio, magnesio, potassio, fosforo) per tamponare e neutralizzare la crescente acidità, pena la morte. Si tratta di programmi biologici istantanei per la sopravvivenza.

 

QUANDO PARLIAMO DI MINERALI E DI VITAMINE DOVREMMO SEMPRE SPECIFICARE

 

Non tutti i minerali però sono utilizzabili. E qui le cose non dette in modo esplicito, possono generare inevitabile confusione sia nel testo originale di Jentschura che nella ottima sintesi dell’amico Pamio. Quando il corpo ha bisogno di tamponi di calcio, richiama osseina organica dalle ossa e non calcio inorganico da calcoli e da calcificazioni varie depositate in vari punti del corpo. Pur essendo valide le premesse su mucose, denti, tendini e cartilagini, non esistono grandi magazzini di minerali organici nel corpo, ma solo depositi abusivi di materiale velenoso e calcificante. Depositi che il corpo cerca costantemente di eliminare.

 

I MINERALI ASSIMILATI ED INCORPORATI NON SONO SOGGETTI A DISPERSIONE

 

Tant’è vero che, in fase di digiuno, l’intelligenza immunitaria fa sì che l’acqua distillata vada sempre a sciogliere e a disgregare i minerali inorganici-inassimilati dei depositi abusivi, e mai i minerali organicati-assimilati che sono già parte di cellule e tessuti.

 

FORMA COLLOIDALE E FORMA CRISTALLOIDE

I sali organicati da madre natura vegetale si presentano in forma colloidale (super-sminuzzata). Ferro, calcio, fosforo sono utilizzabili sono in tale forma. I sali inorganici del terreno o i sali dei prodotti cotti o sintetizzati sono dei cristalloidi e non sono utilizzabili, e nemmeno filtrabili ed espellibili dal sistema renale. I minerali grezzi, presi al loro stato elementare e non vegetal-mediato, sono nocivi e persino mortali per il corpo umano. Dobbiamo assicurarci che i nostri sali minerali provengano dall’unica fonte possibile che è quella delle piante crude. Non possiamo prelevarli da altre fonti. Stesso discorso per le vitamine sintetiche.

 

L’ENERGIA VITALE VIENE SOLO DALLE PIANTE

 

Come afferma Otto Carque (classe 1889), grande igienista americano e grande costruttore di frutteti, nei cibi naturali il ferro si trova unicamente sottoforma di complicati composti ferrosi, costruiti dai processi vitali delle piante. Ed è solo in questa forma che che essi possono procurare l’energia vitale. Fosforo, zolfo, iodio, come si trovano nel terreno, sono potenti veleni. L’avvelenamento cronico da fosforo era comune tra gli operai delle fabbriche di fiammiferi. Il fosforo, assieme al mercurio, è tra i più potenti distruttori di ossa.

 

IL VEGAN-CRUDISMO ERA LA SCELTA QUOTIDIANA PER GLI ANTICHI EGIZI

 

Quando torno indietro ai più remoti periodi dell’antichità, scrive Higgins in Anacalypsis, trovo chiara e profonda evidenza di parecchi fatti importanti. Innanzitutto non veniva consumato cibo alto-proteico e non venivano sacrificati inutilmente degli animali. Origene ci ha lasciato la notizia che gli Egizi preferirebbero morire, piuttosto che macchiarsi del crimine di mangiare della carne. Erodoto e Plinio confermano che intorno al Nilo la gente viveva di frutta e di ortaggi, mangiati crudi.

 

SOBRIETÀ, SEMPLICITÀ E VEGETARIANISMO NELLA ROMA DI GIULIO CESARE

 

Harold Whitestone, nel suo “La vita privata dei Romani” afferma che a Roma, fino al II secolo a.C si curavano poco dei piaceri della tavola. I Romani erano in ogni caso strettamente vegetariani e il loro cibo veniva il più delle volte consumato a freddo con grande semplicità e sobrietà. I soldati di Cesare vivevano di frutta, verdura e granaglie trasportate fino ai campi di battaglia.

 

MINERALI ORGANICATI DA UN LATO E VELENI INORGANICI DALL’ALTRO

 

Il ferro non si può prendere dalla limatura o dai chiodi. Il calcio non può essere fornito al corpo consumando roccia grezza o gesso. In tale forma esso è irritante e corrosivo. La iodina farmaceutica è un volgare veleno e comporta crisi di iodismo (emicrania, iper-salvazione, esantema acneico, irritazione gastrica). L’uso di iodina come integratore si è rivelato disastroso e fallimentare. Le basi libere hanno tutte la sgradevole caratteristica di essere corrosive.

 

L’ESEMPIO CLASSICO È IL CLORURO DI SODIO

 

Il cloruro di sodio, che è poi il sale da cucina, anche quello marino integrale, ritarda la digestione gastrica, paralizza la funzione assorbente dei villi, blocca le attività escretorie dell’endotelio vascolare, impedisce la normale espulsione dell’acqua attraverso le cellule renali.

 

ENTRANO I SALI DI FERRO, MA NON I SALI DI FERRO DEL FARMACISTA

 

La triturazione omeopatica poi non è identica ai processi di sintesi della vita vegetale. La cosiddetta biochimica è chimica della morte. Coloro che propongono e vendono sali per le cellule, sali per i tessuti, sali biochimici, non fanno altro che incrementare l’ignoranza popolare. I loro rimedi sono senza alcun valore. Emil Adberhalden (1877-1950), scienziato svizzero, condusse una lunga serie di esperimenti su diversi animali per stabilire il grado di assorbimento del minerale ferro. La conclusione fu che tutte le forme di ferro inorganico agiscono come veleno da espellere e come stimolante cardiaco. L’emoglobina è un composto proteico dove entrano i sali di ferro, ma non i sali di ferro del farmacista!

 

LE URINE SANE STANNO SULL’ALCALINO

 

Il pH dell’urina oscilla tra il valore 4 delle persone malate e il valore 8 di quelle sane. L’urina dei neonati sani, cioè allattati da una madre sana, ha un pH che va da 8 a 8,5. Per nove mesi il neonato è rimasto nel liquido amniotico della madre, il cui pH è basico e superiore a 8. Un valore così alto è sinonimo di uno stato di salute perfetto.

 

L’URINA DIVENTA PIÙ ACIDA CON L’INVECCHIAMENTO

 

Dalla nascita in poi la vita dell’uomo è un processo costante di deterioramento e di invecchiamento, relativamente al pH delle sue cellule e della sua urina che diventa, se lo stile di vita è innaturale e patogeno, progressivamente sempre più acida. L’invecchiamento non è altro che una costante intossicazione ad opera di residui acidi. L’acidosi avanza di pari passo alla progressiva dispersione enzimatica, alla inesorabile perdita di gruppi metili CH3, all’assottigliamento del nostro bancomat vitalistico. Gli acidi sono il compagno costante delle malattie. Non a caso, la forza vitale, l’energia e la salute dell’uomo risiedono nelle basi, più precisamente nei loro costituenti, i sali minerali alcalini e gli oligoelementi in generale, rigorosamente organicati.

 

IL PIATTO DELLA BILANCIA DEVE INCLINARSI VERSO LE BASI

 

Nel corpo umano gli acidi e le basi sono come il giorno e la notte: dovrebbero trovarsi in un equilibrio mobile, con l’avvertenza però che il piatto della bilancia deve inclinarsi verso le basi. Quando la prima urina del mattino arriva a valori di pH 7-7,35, questo valore coincide con il valore di equilibrio del sangue e indica che i reni non sono costretti ad espellere dai tessuti né un eccesso di sostanze acide e neppure un eccesso di sostanze basiche. Anche se il vero problema non sono le sostanze basiche ma quelle acide che possono corrodere il parenchima renale. L’unico punto acido del corpo umano è lo stomaco, che sta normalmente tra 1 e 2 di pH.

 

PH ACIDO NEL SANGUE DEI CARNIVORI

 

Tra gli animali erbivori il pH dell’urina può salire fino a 8,5, mentre nei cani e gatti, cioè negli animali carnivori per natura, questo valore è compreso tra 5 e 6. Il pH dell’urina e del sangue dimostrano inequivocabilmente che l’uomo non è un carnivoro! I valori di pH bassi dell’urina durante un digiuno o una cura disintossicante non devono meravigliare. Quando molte scorie lasciano il corpo, lo fanno attraverso i reni e l’urina. Ma tali valori non dovrebbero mai andare sotto i 5,5, pena la corrosione di tessuti e organi.

 

I SISTEMI-TAMPONE DEL CORPO UMANO

 

L’organismo umano dispone di diversi sistemi tampone. 1) Polmone: regola, tramite la respirazione, l’espulsione degli acidi carbonici sotto forma di anidride carbonica. Il polmone viene anche detto “pompa linfatica”, perché tramite una corretta e profonda respirazione viene pompato questo liquido fondamentale per la disintossicazione, 2) Rene: è l’organo più importante per eliminare gli acidi superflui, soprattutto quelli che non possono venire eliminati per via aerea (polmoni). Ovvio che polmoni e rene vengono sovraffaticati da un regime alimentare innaturale, basato sulle proteine animali acidificanti, da veleni ambientali e stress che s’indeboliscono, per cui spesso non sono più in grado di espellere le tossine. Nei vasi linfatici si forma un ingorgo di succhi acidi e il corpo appare gonfio e congestionato (edemi). Con la formazione di edemi il corpo trattiene l’acqua per diluire le sostanze tossiche. I reni sono in grado di espellere i liquidi soltanto fino ad un valore di pH 4,4 fino al massimo di pH 4. Al di sotto di questi valori il tessute renale si corroderebbe e per fortuna questo non avviene mettendo in atto un blocco renale, con tutti i rischi enormi per la salute umana, ma la natura è perfetta e riesce a prevenire certi disastri, 3) Pelle: viene detto il secondo rene e il secondo polmone. Non a caso si tratta dell’organo più grande del corpo umano e oltre a regolare la temperatura corporea, permette di traspirare e di espellere attraverso il sudore tossine e acidi. 4) Fegato: secondo recenti ricerche anche questo organo gioca un ruolo importantissimo nella regolamentazione del pH. La forza biochimica del fegato si trova sul lato basico. Ogni 4 minuti circa, questa grande ghiandola filtra completamente tutto il sangue che circola allo scopo di detossificarlo dai veleni, 5) Bicarbonato di sodio: è un composto che si forma in alcune cellule gastriche dal cloruro di sodio, dall’acido carbonico e dall’acqua.

 

PUNTO PRIMO NEUTRALIZZARE

 

Quindi il corpo, quando vi sono troppi acidi deve assolutamente neutralizzarli, in un modo o nell’altro. Se avviene questa neutralizzazione ad opera dei minerali alcalini del corpo (ossa, denti, vasi, capelli, ecc.), i sali che ne risultano (acido+base = sale) la Natura, perfetta come suo solito, li deposita provvisoriamente nei tessuti o negli organi, per poi espellerli fuori quanto prima.

 

SERVONO SEMPRE MINERALI ORGANICATI DALLE PIANTE

 

Oggi a causa del nostro perverso stile di vita basato su cibi alto-proteici (acidificanti), su cibi cotti (disorganicati) e su su stampelle chimiche integratrici (demineralizzanti), questi depositi che dovrebbero essere provvisori, diventano permanenti e definitivi, creando seri problemi di salute (calcoli, cisti, noduli, tumori). Quanto più il sangue si riempie di sostanze acide, tanti più sali organicati e acque biologiche servono a neutralizzare gli acidi (vedi sedani, carote, cavoli, agrumi). Se non ribilanciamo con l’alimentazione, il sistema immunitario è costretto a pescare calcio vivo e organico sottoforma di osseina.

 

L’ANTICA MEDICINA CINESE LA SAPEVA LUNGA

 

Per la Medicina Tradizionale cinese le cose erano chiare diversi migliaia di anni fa. “Quello che non riescono a eliminare i reni e la vescica, deve eliminarlo l’intestino. Ciò che non riesce a fare quest’ultimo, devono farlo i polmoni. Se tutti insieme non riescono a eliminare abbastanza sostanze velenose, deve intervenire la pelle. E quello che nemmeno la pelle riesce a eliminare, ci porta alla morte”.

 

LE MAREE ACIDE E BASICHE

 

Nel corso della giornata si possono misurare nell’urine delle maree acide e basiche, che sono condizionate dai ritmi biologici nonché dall’orario dei pasti. Si hanno maree moderate alla 1:00, alle 10:00, alle 13:00 e alle 22:00, e maree forti alle 4:00, alle 7:00, alle 16:00, alle 19:00.

Ecco perché le persone colpite dall’infarto arrivano in ospedale di prima mattina tra le 5 e le 7, proprio durante un picco acido. Questo è anche il motivo per cui sarebbe meglio di sera non mangiare cibi acidi perché si è nel picco basico (colazione acido, pranzo e cena basico). I depositi di acidi accumulatisi nei tessuti si svuotano soprattutto di notte, per cui l’urina al mattino di regola è più acida.

 

COME SI PRODUCONO GLI ACIDI DEVASTANTI

 

Stress, rumore, irritazione, paura determinano la formazione di acido cloridrico e un eccesso di tale acido nello stomaco può provocare gastriti o ulcere. L’acido lattico che si forma nei muscoli quando l’organismo è sotto sforzo. I dolciumi, ivi inclusi cereali raffinati, amidi cotti e raffinati, paste stracotte e zuccheri iper-cotti (da bietole e da canna), vengono metabolizzati rilasciando acido acetico, mentre the nero e caffè apportano acido tannico e acido cloridrico.

 

CARNI E LATTICINI CAMPIONI DI ACIDIFICAZIONE

 

Tutte le proteine di origine animale, compreso i latticini, producono dopo la digestione, acido urico, acido solforico e acido nitrico. L’acido solforico (prodotto soprattutto dalla carne suina) indebolisce e rammollisce i dischi intervertebrali ed è prima causa di problemi alle cartilagini. Questi acidi devono essere neutralizzati il più rapidamente possibile dall’organismo, perché non ne vengano intaccate le cellule, organi, ghiandole e funzioni varie.

 

I POMELLI DI APERTURA, CHIUSURA E REGOLAZIONE

 

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Il nostro stile di vita (stress, poco movimento) e una alimentazione basata su prodotti morti, raffinati, pastorizzati, ci stanno facendo andare verso le acidosi. Per fortuna che abbiamo dei pomelli di chiusura-apertura-regolazione sui quali poter intervenire: 1) Regolazione del bilancio acido-base. Il bilancio acido-base ha l’importante funzione di filtrare ed espellere dal sangue le scorie del metabolismo (sostanze azotate derivate dalla decomposizione di proteine: urea e acido urico). A queste si aggiungono altri acidi che si formano nell’intestino dai processi di fermentazione e putrefazione. 2) Regolazione del bilancio idrico. Senz’acqua non c’è vita. L’acqua è il solvente per eccellenza, è indispensabile al trasporto delle sostanze nutritive, per il metabolismo cellulare e per l’espulsione dei prodotti di scarto mediante i reni. 3) Regolazione del bilancio elettrolitico (minerali). Grazie ai minerali i liquidi del nostro corpo diventano dei conduttori di elettricità. Queste sostanze sono sotto forma di particelle cariche (cationi con carica positiva e anioni con carica negativa). Purtroppo oggi questi elettroliti vengono usati dal corpo per neutralizzare le sostanze acide abusive, e questa perdita equivale a invecchiamento precoce.

 

NECESSITÀ DI COMBATTERE IL RISTAGNO IDRICO E DI RINNOVARE LA MASSA LIQUIDA

 

Il padre della teoria degli acidi e basi, il prof Friedrich Sander, parla di maree di acidi e di basi. Questi flussi sono costantemente all’opera, tramite il sangue, tra il tessuto connettivo e i reni. Il tessuto connettivo, la matrice che struttura tutto il corpo, rimane efficiente e sano solo se, a intervalli, viene riempito e svuotato da acidi e basi.

 

IL SISTEMA CONNETTIVO DEVE PROCEDERE IN MODO SCORREVOLE

 

Il pH medio del tessuto connettivo si trova tra 7,1 e 7,25. Se questa alternanza ritmica viene a mancare, il tessuto viene danneggiato o si blocca. In questo caso il tessuto connettivo non può, attraverso il sangue e il linfatico, fornire alle cellule e agli organi ossigeno e sostanze nutritive in quantità sufficiente. In tutte le malattie croniche si nota un danno dei processi di scorrimento, che avvengono attraverso il sangue tra i reni e il tessuto connettivo.

 

COLLOCAZIONE INTELLIGENTE DELLE TOSSINE NEI PUNTI IN CUI CAUSANO MENO DANNI

 

Nel caso in cui le ultime riserve di minerali siano esaurite, la natura cerca di relegare gli acidi in eccesso nei settori meno disturbanti e meno trategici per la circolazione sanguigna, negli strati più profondi dei tessuti connettivi e adiposi. Alla prima occasione utile, l’organismo cercherà di bruciare questi rifiuti con una bella febbre terapeutica, che scioccamente andremo a spegnere con tachipirina e altre porcherie chimiche.

 

L’ACIDO LATTICO E LE BEVANDE STIMOLANTI

 

Una intensa attività muscolare produce molto acido lattico (le cellule muscolari dell’atleta arrivano a pH 4,5-5,5), e se questo non venisse assorbito dalla fibre colloidali del tessuto connettivo, il pH del sangue scenderebbe al di sotto del 7 e subentrerebbe la morte. L’acido lattico deve essere neutralizzato con le sostanze minerali, ecco perché è importante assumerle a sufficienza prima dell’attività sportiva. Non è una buona scusa però per riempirsi di Gatorade e di Redbull, e nemmeno di bevande stimolanti come nel caso dei guidatori nevrotici dei pulmini che fanno la spola tra Bangkok e Pattaya, facendo correre rischi e tremori ai passeggeri.

 

IL PRIMO A RISENTIRNE È IL CUORE

 

Un organo estremamente minacciato dall’eccesso di acidi è proprio il cuore. Si tratta di un organo di grande potenza. Essendo in continua attività, consuma molta energia. Questo richiede un intenso metabolismo con alta prodduzione di acido carbonico e acido lattico, che devono essere trasportati via.

 

GLI ACCUMULI DI SCORIE SUL MUSCOLO CARDIACO PORTANO ALL’ANGINA PECTORIS E ALL’INFARTO

 

Se il mezzo di trasporto stesso, cioè il sangue, è già saturo di acidi e tossine, può verificarsi un accumulo di scorie acide direttamente nel muscolo cardiaco. La conseguenza prende il nome di infarto! In condizioni normali il pH del muscolo cardiaco è circa 6,9, quindi leggermente acido (il 7 è neutro), ma già con valori poco più bassi, tra 6,5-6,4 c’è il rischio d’infarto. Il che vale pure per l’angina pectoris e l’apoplessia. Si tratta sempre di acidosi.

 

SANGUE DENSO E MELMOSO E POMPA CARDIACA OPERANTE SOTTO-SFORZO

 

In pratica il sangue capillare, scorrendo nei tessuti che sono diventati chimicamente acidi, si inacidisce, mentre gli eritrociti (globuli rossi) si induriscono fino a diventare completamente rigidi. I globuli rossi, seppur più grandi del diametro di un capillare, grazie alla loro plasticità riescono a passare lo stesso. Quando però il pH diventa acido, a partire da 6,5-6,4, i globuli rossi s’irrigidiscono, bloccando e otturando il capillare. La zona non irrorata muore, per cui si hanno apoplessia, infarto, tumore. Un eccesso di acidità è letale, perché con l’aumento dell’acidità il sangue, che contiene proteine, si ispessisce, e il sangue denso affatica il cuore, ostacolandone la circolazione.

 

RICORSO ALLA COLESTERINA NELLE FASI DI EMERGENZA

Tutti gli acidi passano attraverso il sistema equilibratore del sangue. Il sangue denso tende all’acido e lega spontaneamente il calcio. Il calcio può essere prelevato da ossa e denti solo molto lentamente, mentre è indispensabile ricorrere a depositi di calcio in fretta. In questa condizione di emergenza, il calcio viene prelevato direttamente dalle pareti dei vasi sanguigni. Il calcio prelevato viene sostituito dalla colesterina, che è sempre presente ed è acido-resistente.

 

SCORIE SANGUIGNE E COLESTERINA FORMANO UNA PLACCA COLLOSA AD ALTO RISCHIO

 

Quanto maggiore è la quantità di acido da neutralizzare, tanto maggiore sarà il prelievo di calcio dai vasi e quindi tanto maggiore la colesterina che andrà a rimpiazzare il calcio perduto. Poiché il sangue è pieno di tossine e scorie (acidi neutralizzati, cioè sali minerali), queste si combinano con la colesterina formando una colla impermeabile. In questo modo aumenta il colesterolo e inizia a formarsi la placca arteriosa che crescendo, strato su strato, metterà in serio pericolo la vita della persona.

 

FARMACI E STATINE INCREMENTANO L’ACIDOSI ED AGGRAVANO LA SITUAZIONE

 

Da quanto appena detto, si capirà l’assurdità e la pericolosità dei trattamenti tipici per l’ipercolesterolemia. I farmaci, le statine, abbassano la produzione del colesterolo nel fegato (indebolendo a lungo andare questa ghiandola fondamentale), ma non vanno a monte del problema, cioè non riducono l’acidità dell’organismo, anzi la fanno aumentare!

 

COLESTERINA COLLOSA E OMOCISTEINA ALTA FORMANO UNA ACCOPPIATA MORTALE

 

L’iper-colesterolemia e l’arteriosclerosi cominciano con la decalcificazione delle arterie, cioè col prelevamento del calcio dalla colesterina. La colesterina, mischiata alle altre scorie presenti nel sangue, va a depositarsi sulle pareti, provocando alla fine l’indurimento e la perdita di elasticità. I vasi allora si possono rompere in qualsiasi momento, causando trombi ed aneurismi. Da non dimenticare poi il ruolo complementare dell’omocisteina, cofattore aggravante di ictus e trombi, quando non è contenuta a minimi termini (vedi mia tesina “Omocisteina barometro funzionale del corpo umano”).

 

RUOLO NEUTRALIZZANTE DEL CUOIO CAPELLUTO

 

Il cuoio capelluto con le sue sostanze minerali e oligoelementi, è la squadra di pronto intervento della neutralizzazione degli acidi. Questo deposito viene consumato da acidi e tossici continuamente oppure in maniera improvvisa. Acidi e veleni ininterrottamente si muovono verso il cuoio capelluto, per essere neutralizzati. Ma l’organismo è perfetto, ed elimina quante più tossine possibili prima che raggiungano la testa, ecco perché gli uomini sudano nel collo, nella nuca, nel viso e sulla fronte.

 

STRESS PARTICOLARE A CARICO DEI CAPELLI

 

Soprattutto l’acido lattico (eccessivo sforzo fisico) determina una precoce perdita di capelli. Anche l’acido tannico e muriatico (caffè), l’acido urico (proteine animali) e l’acido acetico (dolci, cereali e zuccheri raffinati), acido solforico (carne di suino), acido carbonico (bevande gassate e scarsa respirazione), acido dei farmaci e degli integratori, portano ad aggravare la situazione. Ovvio che ci possono anche essere altri fattori ancora, come l’eccesso di viaggi ad alta quota, o come problemi di tipo ormonale (eccesso di testosterone).

 

SOVRACONSUMO DI MINERALI NEUTRALIZZANTI E COPERTA CORTA A DANNO DEI CAPELLI

 

Il cuoio capelluto è di regola il primo organo investito dalla perdita di sostanze minerali. In seguito alla neutralizzazione degli acidi si formano sali come urato di calcio, solfato di calcio, lattato di magnesio, che devono essere espulsi dal corpo. Il grosso guaio è che una volta che le sostanze minerali sono state consumate per neutralizzare gli acidi, esse non sono più a disposizione per alimentare i capelli. La conseguenza è la loro caduta!

 

EMERGENZA ACIDA FEMMINILE CON LA MENOPAUSA

 

Dopo la menopausa, quando cessano le mestruazioni che purificavano l’organismo e il sangue, la donna è in piena emergenza acida. Le sudorazioni notturne, le ondate di calore, dette vampate, sono una febbre artificiale messa in atto dalla sapienza perfetta del corpo per purificare l’organismo dalle tossine e dagli acidi. La santa tedesca Ildegarda di Bingen, già nel 1150, insegnava che “durante gli anni fertili, la donna espelle una volta al mese i suoi succhi maligni”.

 

TOSSINE CHE DIVENTANO MESTRUAZIONI NEL CICLO E CELLULITE FUORI-CICLO

 

L’espulsione mensile degli acidi spiega perché la donna vive di media 10 anni più dell’uomo. Nell’uomo, a causa della mancanza del ciclo, ogni milligrammo di acido, tossina e veleno deve essere metabolizzato ricorrendo alla neutralizzazione. Nella donna, durante il periodo fertile, quello che non fuoriesce dal corpo con le mestruazioni, viene parcheggiato in tre zone ben precise: sangue e linfa, placenta e il terzo sono le anche, sedere e cosce (vedi cellulite). Il livello di acidità sale giorno dopo giorno fino alla mestruazione, dove il pH può raggiungere valore di 7,25.

 

SPIEGAZIONE DELLA SINDROME PREMESTRUALE

 

Prima del ciclo, i liquidi sono così pieni di acidi che l’acidità elevata fa insorgere brufoli, depressione, irritabilità, sensibilità psichica, dolori di testa, emicranie, edemi e anche cellulite. Spesso in questi giorni le donne si lamentano di addomi e caviglie gonfie. Questo succede perché i liquidi vengono trattenuti per diluire gli acidi. Una volta espulsi con il sangue, l’acidità diminuisce e spariscono i sintomi della cosiddetta “sindrome premestruale”. Solo dopo la menopausa la donna si trova nella stessa situazione dell’uomo e finisce spesso in situazioni di difficoltà perché non è abituata alla metabolizzazione degli acidi come invece l’uomo. Possono allora insorgere problemi come osteoporosi e reumatismi.

 

LE EMORROIDI SONO UN PO’ LE MESTRUAZIONI DELL’UOMO

 

Le emorroidi sono una valvola di emergenza per lo scarico di tossine e acidi, che il fegato non riesce a lavorare e detossificare. Allora si è in presenza di un ingolfamento della vena porta. L’affollamento di acidi e veleni vari è così grande che il fegato non ce la può fare e allora subentra la perfezione della natura che scarica tramite la vena emorroidale il sangue acido e pieno di scorie. Le emorroidi sono le “mestruazioni dell’uomo” e non andrebbero mai bruciate, congelate, legate o operate.

 

L’ACIDOSI NON RISPARMIA LE DONNE IN GRAVIDANZA

 

La donna in gravidanza che si alimenta male, dopo il parto, soffre pure essa di emorroidi. Il motivo è sempre lo stesso. L’organismo trattiene per nove mesi tutti i veleni e le tossine che non possono essere parcheggiati nella placenta perché c’è il feto e non possono essere scaricati tramite le mestruazioni. Questo ingorgo si scarica tramite la vena emorroidale non appena il bambino viene al mondo o poco prima del primo flusso mestruale. Assai efficaci nelle emorroidi si sono rivelati i bagni basici.

 

I DENTI E IL TARTARO

 

Il tartaro si forma dalla placca dentale, che ininterrottamente, giorno e notte, preme verso l’esterno dalla cavità dentale e che rappresenta l’eliminazione di acidi dal corpo. Questa placca, insieme all’acido acetico che viene dai dolci, neutralizzato da calcio dei denti forma strato dopo strato il tartaro. Il tartaro è acido con un pH tra 4 e 5, ed formato da acidi di diversa provenienza con sottrazione di oligoelementi e sali minerali basici. Quindi il tartaro non sopporta un ambiente basico con pH 8-8,5: si stacca e scioglie. Esiste un solo rimedio, ed è quello di una igiene orale basica.

 

UN CORPO ALCALINO NON CONOSCE CANDIDE, NON CONOSCE CELIACHIE, NON CONOSCE ALLERGIE

Le micosi, le infezioni da funghi che colpiscono la persona malata vivono in un ambiente acido di pH tra 4 e 6. Dermatomicosi e micosi del piede, unghie, sangue e vagina prolificano in ambiente acido.

In funghi parassiti possono espellere veleni del metabolismo come acetaldeide e aflatossine che possono provocare danni seri anche a funzioni cerebrali e nervose. Alcalinizzando correttamente il corpo, dalla pelle, alla vagina, agli intestini, i funghi cessano di creare problemi. Lavande vaginali, bidet, bagni, pediluvi e clisteri basici, eliminano alla radice i funghi facendoli tornare al loro posto.

 

LE ESONDAZIONI CORPORALI NON SONO MALATTIE MA PROVVIDENZIALI SCORIE IN USCITA

 

I classici sintomi che la medicina classifica come “malattie”, sono di solito tentativi sensati e perfetti della Natura messi in atto dal corpo per guarire! “Dovunque debba uscire qualcosa, lì il corpo ha un orifizio. E se qualcosa deve uscire lì dove il corpo non ha l’orifizio, allora fanne uno tu”, usava dire Paracelso. L’ulcera nella gamba e le emorroidi, come visto, rappresentano due banali esempi di come il corpo lavora per cercare di far uscire gli acidi e le tossine. Il processo di guarigione va dal basso verso l’alto, da dentro verso fuori.

 

NESSUNA GUARIGIONE HA LUOGO SE PRIMA NON CI DETOSSIFICHIAMO E NON CI DEACIDIFICHIAMO

La neutralizzazione di tutti gli acidi che si formano nell’organismo è un processo assolutamente indispensabile, perché grazie ad esso, si toglie agli acidi la loro tossica e corrosiva aggressività. Non vi può essere guarigione se prima l’organismo umano non si detossifica e deacidifica. L’acido deve venire neutralizzato da un sale minerale.

 

JOHANNA QUAAS NON HA QUESTI PROBLEMI, E LA SUA DIETA È DI SICURO NON-OSTRUENTE

Per esempio l’acido urico con il calcio diventa urato di calcio, l’acido ossalico con calcio diventa ossalato di calcio e l’acido solforico diventa solfato di calcio. Questi sali neutri abbandonano un corpo sano, attraverso reni, intestino e pelle. Se l’organismo è indebolito non escono dal corpo e si depositano causando calcificazioni improprie, tipo calcoli, artrosi, scogliosi, irrigidimenti muscolari. Un problema che di sicuro non riguarda Johanna Quaas, l’atleta tedesca che sta sbalordendo il mondo. L’atleta alla quale non serve nemmeno chiedere quale sia la sua dieta. L’atleta che a 86 anni sa volteggiare sulle parallele meglio delle colleghe ventenni!

 

CINQUE PUNTI CHIAVE PER VIVERE IN FORMA E NEL GIUSTO PH

 

In conclusione, la prima regola è modificare lo stile di vita in meglio. In che modo? A) Alimentazione sana e umana, basata su alimenti crudi di origine vegetale, mangiati nelle corrette sequenze e combinazioni. B) Bere acqua leggera lontano dai pasti aiuterà l’organismo a lavare via gli acidi e le tossine. C) Muovere giornalmente il corpo con sapienza e intelligenza, senza esagerare, senza produrre acidi inutili e gratuiti. D) Respirare profondamente a pieni polmoni per arricchire il sangue di ossigeno. E) Pensare, sentire e volere sono le tre forze dell’anima che andrebbero assolutamente riequilibrate. Nella società di oggi, forse la cosa più difficile è proprio avere dei pensieri nobili, ai quali agganciare una emozione e compiere un’azione corretta.

 

IMPARIAMO A DARE NOME E COGNOME AGLI ALIMENTI ALCALINIZZANTI

 

Quali sono gli alimenti basici o alcalinizzanti? Tutti gli alimenti crudi di origine vegetale, dopo il metabolismo liberano nell’intestino tenue ceneri basiche, quindi il risultato finale è una alcalinizzazione dell’organismo. Si parla dunque non di alimenti alcalini ma di alimenti alcalinizzanti, cose ben diverse. Carni e latticini sono alcalini in partenza, ma acidificanti all’arrivo. Il limone è acido in partenza ma alcalinizzante verso il traguardo finale. Tutti questi alimenti, forniscono quei minerali colloidali importantissimi per nutrire cellule e organi, e per neutralizzare gli acidi in eccesso.

 

ATTENZIONE A NON SNATURARE I CIBI MEDIANTE COTTURE ECCESSIVE E PROLUNGATE

La cottura, ogni tipo di cottura, snatura questi minerali facendoli diventare inorganici e quindi di difficilissima assimilazione. Viceversa, tutte le proteine di origine animale (carne, pesce, uova, latticini), gli zuccheri, i cereali sono profondamente acidificanti (acido urico e sali urici, acido acetico e sali acetici, acido lattico). Una alimentazione sana, lo ribadiamo in piena condivisione con Peter Jentschura e ancor di più con Marcello Pamio, che saluto con simpatia e che non ha bisogno di lezioni, dovrebbe consistere nell’80% di cibi alcalinizzanti e per il 20% di cibi acidificanti.

Dott. Valdo Vaccaro

 

fonte: http://www.dionidream.com/salute-basica-attraverso-leliminazione-delle-scorie/

http://realtofantasia.blogspot.it/2014/11/la-salute-basica-attraverso.html#more

http://terrarealtime.blogspot.it/2014/11/la-salute-basica-attraverso.html

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Eczema: 10 rimedi naturali

Rimedi naturali che possono essere d'aiuto in caso di eczema. L'eczema è una reazione infiammatorie della pelle, con particolare riferimento al derma (dermatite), che provoca prurito e arrossamento, con la possibile formazione di crosticine e bollicine.

 

 

Tra i fattori che possono causare l'eczema il più diffuso è rappresentato dalle allergie da contatto con sostanze indesiderate, come quelle che potrebbero essere contenute nei detersivi, nei cosmetici o in alcuni abiti. Si parla anche di eczema atopico o dermatite atopica, causato da reazioni allergiche o da altri fattori, come particolari condizioni climatiche o infezioni batteriche. Ecco alcuni rimedi naturali utili per l'eczema.

1) Aloe Vera

L'aloe vera è uno dei rimedi naturali più popolari e utilizzati in caso di eczema. Si tratta di acquistare preferibilmente del gel d'aloe vera biologico in erboristeria, che sia il più possibile puro e che non contenga profumazioni aggiunte o altri ingredienti che possano contribuire ad irritare la pelle. Il gel d'aloe vera ha proprietà lenitive e calmanti. In generale è adatto al trattamento delle pelli sensibili e arrossate.

Leggi anche: Gel Aloe Vera: in crema o in succo, gli utilizzi

2) Sali di Epsom

I sali di Epsom, conosciuti anche come sali inglesi, sono un rimedio naturale a base di solfato di magnesio. Hanno proprietà emollienti e sono utili in caso di eczema e pelle irritata. In questo caso vengono utilizzati soprattutto disciolti in acqua per un bagno lenitivo e rilassante. Provate a versare un bicchiere di sali di Epsom nella vasca da bagno per godere dei loro effetti benefici.

Leggi anche: Sali di Epsom: 10 sorprendenti utilizzi da provare

3) Bicarbonato di sodio

Il bicarbonato di sodio è un rimedio naturale dai mille utilizzi. Per quanto riguarda l'eczema il consiglio è di utilizzarlo per un bagno lenitivo per la pelle. Ad esempio si può aggiungere una tazza di bicarbonato all'acqua della vasca e rimanere immersi per 20 minuti. Altrimenti si può immergere un panno in acqua e bicarbonato da applicare sulla pelle come un impacco.

Leggi anche: 50 fantastici usi alternativi del bicarbonato di sodio

4) Aceto di mele

L'aceto di mele presenta proprietà antibatteriche e antifungine che possono aiutare a ridurre i segni lasciati sulla pelle dall'eczema. Il consiglio è di applicare di tanto in tanto dell'aceto di mele mescolato con acqua in parti uguali come rimedio utile per ridurre il prurito e la secchezza della pelle. L'aceto di mele, assunto come alimento, può contribuire ridurre l'infiammazione della pelle.

5) Olio extravergine d'oliva

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L'olio extravergine d'oliva ha potenti effetti antinfiammatori, può contribuire ad ammorbidire la pelle e a ridurre il rossore. Si può applicare l'olio extravergine d'oliva in piccole quantità direttamente sulla pelle, magari massaggiando delicatamente senza grattare e aiutandosi con un batuffolo di cotone o con un panno morbido. L'olio extravergine può sostituire l'olio di cocco se quest'ultimo non è disponibile.

6) Camomilla

La camomilla è nota per le sue proprietà calmanti e lenitive. La potrete utilizzare semplicemente come tisana per agire dall'interno e ridurre lo stress che potrebbe essere tra le motivazioni della comparsa dell'eczema. Potete preparare un normale infuso di camomilla, lasciarlo raffreddare o almeno intiepidire, e applicarlo sulla pelle con un panno umido come impacco. Altro rimedio utile è rappresentato dall'oleolito di camomilla, che potrete preparare seguendo una ricetta davvero semplice.

7) Burro di karitè

Il burro di karitè è un vero e proprio toccasana per la pelle arrossata e in caso di eczema. Aiuta a lenire rossore e prurito e a rendere la pelle più elastica. Potete acquistare facilmente del burro di karitè puro, da utilizzare come se fosse un unguento, in erboristeria o da internet. Basta prelevarne un pochino dalla confezione con la punta del cucchiaino e scioglierlo tra i palmi delle mani per applicarlo più facilmente dove serve.

Leggi anche: Burro di karitè: benefici, usi e dove trovarlo

8) Olio di cocco biologico

Potete trovare l'olio di cocco biologico in erboristeria o su internet. Questo rimedio naturale è considerato molto efficace in caso di eczema. Il consiglio è di scegliere olio di cocco biologico spremuto a freddo, in mood che il prodotto possa mantenere le sostanze, i minerali e gli enzimi utili per la pelle. Potete applicare l'olio di cocco sulla pelle come se si trattasse di una lozione o di una crema.

9) Aglio

L'impiego di aglio può essere utile in caso di eczema. In questo caso viene indicata l'applicazione di un estratto liquido di aglio. Potete richiedere maggiori informazioni in proposito in erboristeria, in modo che l'erborista possa preparare il tipo di estratto naturale più adatto alla vostra situazione. Ecco un nuovo utilizzo dell'aglio come potente rimedio naturale.

Leggi anche: Aglio: le proprieta' e i mille utilizzi

10) Dieta crudista

Di recente vi abbiamo raccontato la storia di Maya, la bambina guarita da un grave eczema grazie alla dieta crudista. Si tratta di un'alimentazione che aiuta molto l'organismo a liberarsi dalle tossine. Potreste provare ad arricchire la vostra alimentazione abituale con più frutta fresca e verdura cruda, senza dimenticare i succhi e centrifugati fatti in casa, per comprendere se ciò può avere effetti benefici per l'eczema.

Marta Albè

http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/14857-eczema-rimedi-naturali

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Pineale: la ghiandola anticancro

LA GHIANDOLA PINEALE, PER LUNGO TEMPO IGNORATA DALLA MEDICINA, SI È RECENTEMENTE RIVELATA DI FONDAMENTALE IMPORTANZA NELLA CURA DEI TUMORI.

La melatonina – principale ormone secreto dall’epifisi – ha un effetto antitumorale riconosciuto, e il difetto nella produzione notturna di tale ormone, è la principale causa endocrina della malattia tumorale. La ghiandola pineale, una delle sette ghiandole endocrine, è il principale organo responsabile della regolazione del ritmo biologico circadiano, sulla base del principale ritmo cosmologico, quello dell’alternanza del periodo di luce con quello di tenebra.

Il principale ormone prodotto dalla ghiandola pineale è la melatonina (MLT), la cui secrezione è inibita dalla Luce e stimolata dall’Oscurità, con il conseguente stabilirsi di un ritmo circadiano luce/buio, caratterizzato da bassi livelli ematici di MLT durante le ore di luce e alti livelli durante la notte, superiori di almeno tre volte rispetto a quelli diurni. La presenza di un normale ritmo circadiano luce/buio, nei livelli ematici di MLT, rappresenta un parametro fisiologico fondamentale, caratterizzante lo stato di salute, e la cui alterazione costituisce uno dei segni più precoci del configurarsi di un grave stato patologico. Infatti, alterazioni del ritmo luce/buio della MLT sono state dimostrate in gravi patologie quali le neoplasie metastatiche, la malattia depressiva, la schizofrenia nella fase cronica, e l’ischemia cerebrale.

 

Una scienza nuova per il recupero dell’armonia:

È paradossale come fino ad alcuni decenni fa, la scienza medica che si apprestava a determinare la conoscenza molecolare completa del DNA, non sapesse pressoché nulla sulla funzione di una importante struttura del corpo anatomico, come appunto è la ghiandola pineale. Questo, malgrado fosse noto da migliaia di anni a tutte le tradizioni spirituali del mondo (tranne quella romana), il ruolo fondamentale di questa ghiandola nella regolazione dell’espressione dello Spirito: lo stesso Cartesio considerò la pineale come il centro dell’espressione della vita animica. Il nome stesso di epifisi (dal greco epi-fysin che significa: al di sopra della natura), denota che gli antichi avevano già compreso sinteticamente il ruolo centrale della ghiandola pineale nella regolazione della vita spirituale auto-cosciente. Da quanto affermato risulta evidente che non è possibile comprendere il significato e la funzionalità biologica della ghiandola pineale, studiandola solo dal punto di vista medico-scientifico, o solo dal punto di vista filosofico-spirituale, ragion per cui, forse nessun altro argomento come la ghiandola pineale, in ambito medico, esige una nuova concezione del mondo e un nuovo modo di comprendere la biologia.

Una dei miti più falsi e storicamente superati, ma al contempo diffusi, citato pressoché da tutti – filosofi, bioetici, teologici, psicologi e parapsicologi – è quello che riduce l’uomo alla sua biologia, imponendo di fatto una de-spiritualizzazione di questa, al fine di ribadire una concezione meccanicistica del corpo umano. Il ritardo dal punto di vista medico-scientifico nello studio della fisiologia e della clinica della ghiandola pineale, non si spiega in altro modo se non con il rifiuto sistematico, premeditato e quasi cosciente, di reinterpretare la biologia della vita umana come espressione dello Spirito, di cui la pineale è simbolo elettivo. Inoltre, uno dei motivi che hanno ritardato le ricerche sulla ghiandola pineale, è legato alla sua precoce calcificazione, interpretata dagli scienziati del passato come segno di un esaurimento funzionale della ghiandola stessa, come se si trattasse di un dettaglio non più utile nelle specie biologiche evolute. Le successive ricerche hanno invece dimostrato, che la calcificazione della pineale è dovuta semplicemente alla produzione di cristalli di calcio, in grado di percepire le variazioni elettromagnetiche.

Allo stato attuale delle conoscenze – reinterpretando i dati medico-scientifici secondo una dimensione filosofica – possiamo affermare che la funzione sintetica della ghiandola pineale è quella di rendere possibile una relazione armonica: da una parte tra singolo organismo vivente e condizione energetica dell’universo; dall’altro tra la propria vita spirituale e il corpo biologico. In quanto centro supremo del mantenimento del principio dell’unità della vita, sia in sé che fuori di sé, era quindi ovvio che la ghiandola pineale dovesse svolgere un’attività anticancro, essendo il cancro la patologia archetipica suprema della perdita dell’unità della persona umana, nella sua triade di corpo fisico, psichico e spirituale.

Già alcuni esoteristi tibetani oltre cinquant’anni fa, ponevano una relazione tra ghiandola pineale e cancro, quindi ben prima che la scienza medica ne avesse conoscenza. Tutto ciò dimostra la superiorità conoscitiva della tradizione della scienza dei maghi, rispetto ad ogni altra scienza medica empirica. Non a caso il vero padre della moderna medicina fu Paracelso, medico e mago, che per primo intuì nel 1500, come il corpo umano fosse una realtà non solo fluidico-energetica, ma anche ed innanzitutto chimica.

Non solo in Oriente, ma anche in Occidente, da diversi decenni emergevano evidenze sperimentali che suggerivano un possibile ruolo antitumorale della ghiandola pineale. Infatti, a livello sperimentale, la rimozione chirurgica della ghiandola pineale induceva negli animali un aumento delle incidenze di tumori spontanei e, nel caso di neoplasia già presente, un aumento della sua diffusione metastatica. Questo dato è stato confermato da centinaia di studi sperimentali, ciò nonostante le accademie universitarie hanno finto che questi dati non esistessero.

Le conoscenze attuali ci portano a concludere che qualunque condizione rivelatasi essere predisponente al cancro – in particolare lo stress, la depressione del tono dell’umore e l’esposizione a campi magnetici – ha come minimo comune denominatore un’alterata e ridotta funzione della ghiandola pineale. Non è pertanto immaginabile una reale prevenzione dei tumori, senza una valutazione reale dello stato funzionale della ghiandola pineale, cosa questa che potrebbe costituire un domani uno dei più utili screening di massa.

 

Non solo Melatonina:

Oggi le conoscenze scientifiche sul ruolo antitumorale della ghiandola pineale superano forse quelle di qualunque altra realtà. La ghiandola pineale produce come minimo quattro ormoni di natura indolica (derivati del triptofano): la melatonina (N-acetil-5-metoxitriptamina) durante il periodo di oscurità, il 5-metoxitriptoforo nei periodi di massima luce, la 5-metoxitriptamina nel pomeriggi, e il 5-metoxi-indol-acetico nel periodo mattutino. Quindi, la sola melatonina, ormai più nota in ambito pubblicitario che universitario, non può più essere considerata come l’unico ormone della ghiandola pineale. Ora, se la sola melatonina ha sconvolto la fragile impalcatura epistemica dell’attuale scienza medica, quanto più lo farà la conoscenza degli altri tre ormoni? Già oggi è noto che la 5-metoxi-triptamina a livello sperimentale ha dimostrato di avere effetti anticancro superiori a quelli della melatonina. Gli indoli della pineale potrebbero avere, inoltre, un importantissimo ruolo terapeutico in psichiatria.

La pineale produce inoltre due peptidi: l’epitalamina e l’arginin-vasotocina. Però l’azione antitumorale della ghiandola pineale, è attualmente conosciuta soprattutto in relazione agli effetti della melatonina, la quale sintetizza in sé i cinque principali meccanismi d’azione anticancro, utilizzati dalle attuali terapie medico-oncologiche:

1) azione citotossica antiproliferative;

2) azione citodifferenziante, vale a dire riduzione della malignità biologica della cellula tumorale;

3) azione di stimolo sull’immunità antitumorale, dovuta in particolare ad un’amplificazione delle proprietà anticancro di alcune proteine prodotte dalle cellule immunitarie (in particolare l’interleuchina-2 e l’interleuchina-12);

4) inibizione della secrezione di fattori di crescita quali la somatomedina-C e dell’azione di fattori di crescita pro-tumorali quali l’EGF (epidermal growth factor);

5) azione anti-angiogenetica.

 

Gli attuali studi clinici nel campo della PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia), hanno dimostrato l’utilità dell’impiego degli ormoni della ghiandola pineale nella cura del cancro, sia in pazienti dichiarati non più suscettibili di cure convenzionali, sia in associazione ai comuni trattamenti chemioterapici, radioterapici, ormonoterapici ed immunoterapici. Il difetto nella produzione notturna di melatonina, costituisce il più frequente grave difetto endocrino presente nella malattia tumorale, contribuendo al peggioramento della prognosi.

Non è pertanto ad oggi né scientifico, né tanto meno etico-spirituale, illudersi di vincere il cancro rimuovendo la realtà dell’esistenza in noi stessi della ghiandola pineale, una struttura anatomica ad azione antitumorale, responsabile della naturale resistenza contro i tumori.

Articolo di Paolo Lissoni, Giusy Messina, Fernando Brivio (Rivista: “Scienza &Conoscenza” n°32)

Rivisto e corretto da Fisicaquantistica.it

Fonte: http://www.scienzaeconoscenza.it

http://www.fisicaquantistica.it/scienza-di-confine/pineale-la-ghiandola-anticancro

http://compressamente.blogspot.it/2014/11/pineale-la-ghiandola-anticancro.html

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