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Cistite. Prevenzione sintomi cause e terapie naturali

Cistite. Prevenzione sintomi cause e terapie naturali

La cistite è un disturbo infiammatorio della vescica che colpisce con maggior frequenza il sesso femminile. E' una patologia
a caratterizzata da un aumento del numero delle minzioni. intestino e difese immunitarie sono chiamati in causa.


Che cos’ è la cistite?

La cistite è un disturbo infiammatorio della vescica che colpisce con maggior frequenza il sesso femminile rispetto a quello maschile. La ragione di ciò va ricercata nel fatto che nel sesso femminile l’uretra, vale a dire il condotto che consente di espellere verso l’esterno l’urina, è molto più breve che nell’uomo: 3 – 4 cm contro i 20 cm dell’uomo.

Così l’uso d’indumenti molto stretti, l’utilizzo di biancheria intima sintetica e colorata di nero ( il colore nero rilascia lentamente sostanze irritanti a contatto con la cute e la mucosa dei genitali), manovre errate nell’uso della carta igienica, possono favorire il proliferare di batteri, che spesso provengono dall’intestino.

Come si manifesta la cistite ?

Il risultato è una patologia caratterizzata da un aumento del numero delle minzioni nella giornata (pollachiuria) che spesso risultano dolorose (stranguria). Da una particolare sensazione di dover urinare ancora alla fine della minzione (tenesmo, dovuto allo spasmo della muscolatura vescicale irritata dall’infiammazione), senso di peso al di sopra del pube. Può accompagnarsi a febbre più o meno elevata, nausea, vomito.

L’esame delle urine mostra spesso una piuria, cioè una abbondante quantità di globuli bianchi, anche in assenza di una causa batterica, ed una batteriuria che quando è significativa (superiore a 100.000 batteri/ml) richiede un esame colturale.

I microorganismi più frequentemente in causa sono gli Escherichia Coli, ma possono essere in gioco anche dei virus. Altre volte ancora la cistite si accompagna e fa seguito ad una vaginite.

Le cistiti tendono frequentemente a recidivare, cioè a ripresentarsi nei periodi di cambio stagionale (primavera ed autunno in particolare), in stati di stress, in caso di caduta delle difese immunitarie o di disordini alimentari. Nell’uomo questa affezione può presentarsi dopo una infezione cha abbia colpito il rene, dopo manovre endoscopiche non perfettamente sterili o in conseguenza di una ipertrofia prostatica.

Cosa fare

La terapia allopatica prevede l’uso di analgesici per ridurre il dolore e lo spasmo, di antibiotici che andranno mirati sul batterio in causa mediante un antibiogramma; se si tratta di una forma virale l’antibiotico è inutile a meno di non sospettare una possibile complicanza batterica; la prevenzione delle recidive.

Prevenzione Cistite: Alimentazione ed indumenti.

Per prevenire le recidive sarà utile bere molto, almeno un litro d’acqua al giorno per diluire l’urina e ridurre la concentrazione dei batteri; ridurre il consumo di cibi piccanti, grassi animali, frittura, cioccolato che possono irritare la mucosa interna della vescica; mantenere una corretta igiene intima con detergenti neutri o acidi, limitando le lavande vaginali che contengono sostanze aggressive nei confronti del film lipidico, naturale barriera protettiva nei confronti dei batteri; non indossare pantaloni troppo attillati o mutande in tessuto sintetico; i costumi bagnati non vanno tenuti addosso per lungo tempo perchè sudore ed umidità favoriscono la proliferazione dei batteri; urinare prima di un rapporto sessuale per ridurre i microtraumi sulla vescica.

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Le Terapie naturali nella cistite

Nel campo delle terapie naturali un ottimo aiuto viene dalla Uva Ursina (arctostaphylos uva ursi) che contiene sostanze dette antrachinoni che hanno una efficacia antibatterica sopratutto se l’urina è alcalina con massima azione 3 – 4 ore dalla somministrazione. Va evitato nelle donne in gravidanza nei bambini sotto i 12 anni e nei soggetti con gastriti. Se si usa l’uva ursina non bisogna associare sostanze che acidificano l’ursina. Il Mirtillo Rosso (vaccinium vitis idaea) ha una buona capacità antisettica e disinfiammante contendo sostanze analoghe a quelle dell’uva ursina

La PIlosella (hieracium pilosella) contiene delle idrossicumarine responsabili della sua attività antibatterica, ma la pianta possiede anche attività diuretica e attiva i processi riparativi della mucosa vescicale. Piante come l’echinacea o l’eleuterococco stimola le difese immunitarie.

Molte case farmaceutiche di prodotti naturali hanno nel loro prontuario dei prodotti già dosati e mescolati in grado di coprire tutto il fabbisogno fitioterapico richiesto.

Omeopatia.

Nella omeopatia possiamo usare la Chantaris, Mercurius corrosivus, Arsenicum album, Staphisagria.

L’ importanza dell’ intestino

Infine il naturopata non deve dimenticare di controllare la salute intestinale del suo ricevente.

Tutte queste indicazioni andranno valutate ed adattate di volta in volta al caso particolare della persona che ci chiede il suo aiuto, poiché è sempre buona regola ricordare che: esiste il malato e non la malattia.

Autore:: Dott. Eugenio Origa

www.naturopataonline.org

RIPORTATO DA : http://www.promiseland.it

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In vacanza a 6 zampe : tutto sulla vacanza con il cane

In vacanza a 6 zampe

Quando si avvicina il periodo delle ferie già si pregusta quel piacere unico del relax, del rallentamento dei ritmi, della pausa lavorativa, tanto che solo l’aspettativa ci mette senz’altro di buon umore. Non altrettanto euforico sarebbe lo stato d’animo di molti cani se potessero vagamente intuire le inquietanti intenzioni dei loro padroni, in procinto di partire, in merito alla ‘sistemazione’ che pensano di riservare loro per le vacanze.


E’ ancora molta, troppa, la gente che non ha ben chiaro il concetto che l’abbandono di animali è un reato nonché uno degli atti più ignobili che un essere umano possa compiere, per giunta nei confronti di un cane, la cui fedeltà e devozione al padrone, anche al più crudele, è assoluta e incondizionata.

Il desiderio di andare in vacanza in località esclusive e lussuose, dove non sono ammessi animali, è, per alcuni, più forte del diritto del proprio cane alla vita. E’ mostruoso e sembra impossibile, eppure 150.000 italiani mettono in atto ogni anno questo orrore: abbandonano il proprio cane. Detto, fatto. Ecco che il cane si ritrova, senza capire perché, in un luogo a lui sconosciuto: in una strada, in un bosco, improvvisamente solo. In estate questo accade ogni due minuti, 665 volte al giorno: tale è il ritmo degli abbandoni nel periodo vacanziero.

Si ricorda l’art. 727 del codice penale: "Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze.”

Per il cane, il gatto e qualunque altro animale che abbia acquisito abitudini domestiche e che vede nel proprio padrone l’unico riferimento e la sua ragione di vita, ogni forma di allontanamento da lui è causa di angoscia e sofferenza. Anche essere “parcheggiato” in qualche pensione per un mese durante l’estate può essere veramente un trauma per questi animali, che perdono i propri riferimenti affettivi.

“R-ESTATE INSIEME”, “VACANZE A 6 ZAMPE”, “FAI UNA VACANZA ..BUONA”, “PORTAMI CON TE, TI PREGO!”, “FINALMENTE ENTRO ANCH’IO”, alcuni degli slogan delle campagne animaliste che intendono sensibilizzare sul tema dell’abbandono, non tanto denunciando l’atto criminale, quanto focalizzando sulla possibilità, reale, concreta, di portare con sé il proprio amico a 4 zampe.

iQuello che più o meno tutti fanno, in mancanza di piani precisi, è godersi intere giornate in spiaggia. E’ la vacanza più semplice, con poche pretese, ma il riposo è garantito ed è anche quella in cui è più facile includere il proprio amico peloso: basta informarsi sulle regole da rispettare per fare in modo di non arrecare disturbo agli altri bagnanti.

Il primo interrogativo che ci si pone riguarda proprio l’accesso dei cani in spiaggia; purtroppo i cartelli di divieto spuntano come funghi, ma attenzione che non tutti sono regolamentari. Occorre, infatti, che i comuni emettano un'ordinanza che preveda il divieto motivato, la sua estensione oraria e che tale ordinanza venga firmata dal sindaco, da un assessore delegato o dal comandante dei vigili urbani e pubblicata sugli albi pretori dei singoli comuni. Inoltre i cartelli devono recare sul retro il numero dell'ordinanza comunale di riferimento e la data di scadenza.

Se una sola di queste indicazioni manca, l'ordinanza stessa non è valida, e non andrà preso in considerazione nessun invito ad allontanare il cane dalla spiaggia ed eventuali multe saranno contestabili.

Spesso si ricevono raccomandazioni per il cane: evitare che sporchi, che sparga la sabbia in giro, che non abbai troppo creando ‘inquinamento acustico’. Giustissimo. Tuttavia nessuno riflette sul fatto che tali comportamenti, senza dubbio motivo di fastidio per i bagnanti che si trovano a subirli, hanno molto più spesso come protagonisti proprio gli umani, in particolare i bambini, che in quanto a schiamazzi, urla e uso improprio della sabbia non sono certo da meno.

Il pregiudizio è il vero nemico in queste situazioni e il dovere di chi ha un cane è quello di tenere un comportamento irreprensibile e allo stesso tempo di pretendere con fermezza spiegazioni motivate per ogni singolo divieto legato alla presenza del cane. Solo così si scoprirà che molti divieti non sono supportati da ordinanze ma sono solo dettati da ‘preferenze’ di negozianti e proprietari di stabilimenti che non vogliono avere fastidi.

I diritti tuttavia non sono solo quelli dei commercianti, ma anche dei padroni di animali, i quali meritano di trascorrere il periodo di vacanza senza dover essere continuamente ‘incriminati’ per il fatto di avere al seguito il proprio amico peloso. Il senso civico di questi ultimi non può andare in vacanza (quello no!!) ed è fondamentale quindi segnalare ogni situazione di cui si sospetta che il divieto sia fuori legge.

Benché ultimamente in Italia si siano istituiti maggiori tratti di litorale a disposizione dei quadrupedi, il nostro paese rimane comunque agli ultimi posti in Europa, molto distante da Francia, Olanda, Grecia e Croazia, paesi senz’altro più avanti di noi in questo, anche per quanto riguarda l’accesso ai negozi, supermercati, alberghi e ristoranti.

Spesso l’ostacolo principale può rivelarsi il trasporto dell’animale a destinazione, più che la permanenza nel luogo di villeggiatura prescelto. Infatti, viaggiare con un animale al seguito è cosa tutt’altro che banale, e l’organizzazione degli spostamenti richiede molta pazienza e tenacia nell’individuare la soluzione ideale, tra le pochissime possibili. Spesso, infatti, non si tratta di scegliere, bensì di accontentarsi, optando per il male minore, tanti e tali sono i divieti che caratterizzano le modalità di trasporto di animali sui mezzi pubblici.

Per i viaggi via mare un mezzo da tenere senz’altro in considerazione è il traghetto: qui i nostri amici sono in genere sempre ammessi (tranne eccezioni, da verificare accuratamente con la compagnia); di solito il cane può viaggiare con il proprio padrone sul ponte, con guinzaglio e museruola, mentre i gatti nel trasportino; può invece essere vietato l'accesso alle cabine, al ristorante e altre aree riservate ai passeggeri.

Se è necessario prendere l’aereo è opportuno contattare la compagnia e farsi illustrare bene le modalità prima di decidere. In genere tutti gli aerei sono attrezzati per il trasporto di cani e altri animali, ma ciascuna compagnia adotta una normativa propria. Di solito è possibile portare con sè in aereo, nelle apposite gabbiette, i cani di piccola taglia e i gatti, mentre, se il loro peso supera i 10 kg, dovranno viaggiare nella stiva: saranno imbarcati dallo scalo merci e sistemati all'interno di apposite gabbie. Se possiamo, evitiamogli questa esperienza! Il viaggio nella stiva comporta al cane un forte stress e potrebbe essere traumatico, pertanto è da fare solo in caso di estrema necessità. Se il vostro cane ha problemi di cuore è vivamente sconsigliato farlo volare.

Difficile invece purtroppo trasportare il cane sui pullman: moltissime linee non li accettano; anche qui tuttavia è sempre bene chiedere, non si sa mai, potrebbero esserci eccezioni soprattutto per cani piccoli e mansueti!

In Italia sono molte le strutture ricettive fra alberghi, agriturismi e Bed & Breakfast ad essersi attrezzate per ricevere i nostri amati amici pelosi. Sulla loro porta d’ingresso non un cartello di divieto, ma di benvenuto accoglierà le famiglie che si presenteranno con il loro quadrupede!

Alcune strutture offrono vere e proprie camere ‘a quattrozampe’ con brandina, assortimento di cibo per cani e gatti, giochi da mordicchiare e prodotti per la loro pulizia. Altre, spesso, sono strutture senza particolari attrezzature, ma dotate di un qualcosa di ben più importate: quella mentalità che riconosce nell’animale non un accessorio da parcheggiare in qualche angolo dell’albergo, da tenere lontano dalla vista dei clienti, un ‘problema’ da gestire, ma un cliente a tutti gli effetti (anche lui mangerà e usufruirà di alcuni servizi!), e come tale va trattato con ogni riguardo.

Basterebbe che gli albergatori, nel loro stesso interesse, facessero uno sforzo per cambiare punto di vista, e riconoscere nell’animale un essere vivente che merita attenzione e rispetto. Così, colui che era considerato un inconveniente diventa un motivo di orgoglio e un punteggio a favore della capacità di accoglienza dell’albergo e, senz’altro, è bene dirlo, anche una fonte di guadagno. Non tanto e non solo per l’eventuale quota supplementare richiesta per l’animale al seguito, ma perché si potrà contare su quella clientela che, non disposta a separarsi dal proprio amico durante l’estate, sarebbe altrimenti rimasta a casa durante le ferie. E’ vero che problemi di convivenza tra clienti con animali e altri che non ne hanno possono senz’altro sorgere negli spazi comuni dell’albergo, tuttavia si tratta di uno sforzo di convivenza necessario per superare l’intolleranza e il concetto sbagliato – soprattutto in un paese come l’Italia in cui l’animale domestico è presente in una famiglia su 3 – che da una parte devono stare gli umani e da una parte gli animali. Non si arriverà mai alla risoluzione del gravissimo problema dell’abbandono, e del randagismo che ne è l’immediata conseguenza, se non si è disposti a cambiare mentalità e a rispettare l’animale.

Di seguito alcuni siti che, oltre a fornire informazioni utili all’organizzazione del vostro viaggio, aiuteranno nella ricerca della struttura più adatta alle vostre esigenze.

www.dogwelcome.it

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www.pets-hotels.it

www.qualazampa.it

www.welcomedoghotels.it

www.viaggiarecolcane.it

www.cyberdogsmagazine.com

www.oipaitalia.com/oipa_card/vacanze.htm

www.prontofido.net

www.tuttocani.it

Si segnala la campagna sociale promossa da quattro tra le più note Associazioni Nazionali attive nell’ambito del rispetto e della protezione degli animali: OIPA, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Gaia Animali e Ambiente, e Freccia 45, resa possibile grazie alla collaborazione di Pets and The City, la guida dedicata a chi ama gli animali e alla società di produzione Crackartoons Studios con Ubik Visual Effects.

Giovanna Di Stefano

www.terranauta.it

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RIPORTATO DA : http://www.promiseland.it







Ecco alcune informazioni indispensabili per chi non vuole separarsi dal proprio fedele amico neppure durante le vacanze estive.



In spiaggia, sui sentieri di montagna o anche, perché no, all'estero: andare in vacanza in compagnia degli animali domestici può essere una buona occasione per rafforzare il legame con il proprio amico a quattro zampe.

Prima di partire, però, occorre informarsi bene sulle regole da rispettare, alcune delle quali sono spesso dettate dal semplice buon senso, e sulle normative in vigore.

Per oltrepassare i confini nazionali, ma restando sempre in Europa, ad esempio, dal primo ottobre 2004 i proprietari di cani, gatti e furetti devono esibire alle dogane il passaporto europeo, documento di riconoscimento degli animali previsto dal regolamento 998 del Parlamento Europeo.

Le nuove norme si applicano ai movimenti degli animali da compagnia tra gli Stati europei o in ingresso da Paesi non appartenenti all'Unione europea. Nel documento sono indicate tutte le pratiche veterinarie effettuate, il numero identificativo del microchip e altre informazioni come, per esempio, il nome, la razza, il sesso e la specie.

Nel caso in cui i microchip non fossero conformi agli standard Iso 11784 o Iso 11785, i proprietari dovranno portare con sé il documento di lettura. L'uso del microchip al posto del tatuaggio diventerà obbligatorio in tutti i Paesi europei fra otto anni. Il passaporto europeo deve contenere anche i dati identificativi del proprietario.

Se la propria meta di viaggio è il Regno Unito, l'Irlanda, la Svezia o Malta, bisogna tenere presente che i passaporti devono riportare la trascrizione delle analisi per gli anticorpi della rabbia. L'animale dovrà essere sottoposto a questo esame clinico almeno sei mesi prima della partenza per il Regno Unito, per l’Irlanda e per Malta e almeno quattro mesi prima della partenza per la Svezia.

A rilasciare il passaporto europeo sono i veterinari autorizzati che devono possedere determinati requisiti e i cui elenchi vengono aggiornati dai veterinari delle Asl che provvedono anche al loro invio annuale al servizio veterinario delle Regioni. L'ordinanza del 3 marzo 2009 emanata dal ministero del Welfare impone che i cani debbano portare guinzaglio e museruola nei luoghi pubblici.

Leggi a parte, esistono poi elementari di regola di "convivenza civile" che non vanno mai in vacanza e che, quindi, vanno sempre osservate per evitare che voi e il vostro amico a quattro zampe veniate bollati come "disturbatori della quiete pubblica".

Se Fido non è molto socievole con gli estranei, è il caso di adottare tutti gli accorgimenti necessari per non incorrere nelle sanzioni previste dal codice civile che sancisce la responsabilità civile dei proprietari. Un consiglio utile, quindi, potrebbe essere stipulare una polizza di assicurazione per eventuali danni arrecati a terzi da un cane un po' troppo esuberante.

http://www.anagrafecaninarer.it/info/passaporto_europeo.pdf fonte :
http://www.nannimagazine.it

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CONSIGLI PER CONSERVARE L'ABBRONZATURA

L'estate è tempo di abbronzatura: una giusta dieta e qualche utile suggerimento possono farcela conservare più a lungo, anche quando le ferie saranno solo un bel ricordo.
Ecco alcuni consigli per conservare il più a lungo possibile la tintarella tanto sudata:
1)L'acqua non è un problema (è però preferibile la doccia al bagno), ma lo è il tipo di detergente che si usa. Quelli troppo aggressivi seccano la pelle e fanno perdere l'abbronzatura. Meglio allora usare detergenti specifici per pelli abbronzate;
2)Asciugare la pelle con tessuti morbidi dopo la doccia evita uno sfregamento eccessivo che toglie abbronzatura.
3)Mantenere la pelle idratata è un altro trucco per prolungare gli effetti dell'abbronzatura. La pelle secca tende infatti a squamare mentre una pelle idratata rimane colorata più a lungo. Importante quindi cospargere il corpo di crema idratante almeno una volta almeno una volta al giorno;
4)Una lampada fatta periodicamente aiuta sicuramente a rallentare il processo di “impallidimento”;
5)La ceretta toglie oltre i peli anche l'abbronzatura in quanto solleva lo strato più esterno della pelle. Converrebbe quindi depilarsi con un epilatore elettrico almeno fino a quando permane l'abbronzatura.
6)Vi sono in commercio ottimi autoabbronzanti che senza macchiare o ingiallire la pelle ci regalano un colorito estivo anche durante il grigiore invernale.
L'alimentazione gioca un ruolo molto importante nel favorire il mantenimento del colorito ambrato assunto dalla pelle dopo lunghe ore trascorse sotto al sole, cospargendosi di olio e creme solari.
Allontanandosi dalle spiagge, la nostra pelle tende a tornare, però, inesorabilmente bianca, ma si può rallentare questo processo grazie ai consigli sopra citati e a una specifica dieta “mantieni-tintarella”.
Qualche utile suggerimento su cosa mangiare per restare abbronzati il più a lungo possibile ce lo dà il dott.Salvatore Ripa, specialista in Endocrinologia e Scienza dell’Alimentazione a Roma. Sostiene il medico: “Tre sono gli elementi principali che, contenuti in diversi cibi, rendono l’abbronzatura duratura e sana: vitamine, betacarotene e omega 3. Vediamo quali sono gli alimenti che li contengono”.
“Il betacarotene si trasforma, attraverso l’assimilazione dell’organismo, in vitamina A, essenziale per ottenere un’abbronzatura perfetta senza danni e dal bel colorito ambrato. Gli alimenti che contengono questo elemento in buona quantità sono pesche, albicocche, peperoni, prezzemolo, carote, mango, papaia, spinaci, broccoli”.
“Un’altra vitamina essenziale per il buon funzionamento del processo che stimola l’abbronzatura è la vitamina C, preziosa per la buona salute cellulare e per la produzione di collagene grazie al suo potere antiossidante. Agrumi, kiwi, peperoni, cavolfiore i cibi che ne sono più ricchi”.
“Infine, gli omega 3, preziosi acidi grassi contenuti nel pesce e nella frutta secca, essenziali per la salute ma anche per l’ottimale idratazione della pelle. Idratazione che si mantiene anche con due litri di acqua al giorno, o addirittura tre se fa molto caldo”.
“Questo tipo di alimentazione insieme all’uso di una crema adatta da applicare tutti i giorni renderanno sicuramente più duraturi tutti i nostri sforzi”.
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LE QUATTRO VIE: IL GUERRIERO - IL MAGO - IL MONACO - IL MAESTRO

Da quel che ora scriverò, potrò far nascere mille discussioni. Da dove arrivano queste informazioni dirà qualcuno; arrivano, arrivano, esistono per questo li Maestri antichi e quando si sta con orecchio sereno e il sentimento buono, il Maestro fa così con il proprio allievo: 'LE UPANISAD', il dialogo tra Maestro e allievo, da bocca ad orecchio, e questo lo è sempre stato, da che mondo è mondo, da quando l'uomo è per questo apparso a recitar la parte di chi è vivo in terra.

E' la forza de lo spirito pensiero, perché vivo e vero e, non sia tentato di seppellirlo perché quando lo spirito pensiero è vero, vive per la sua forza, luce e verità.

Puoi tu forse fermare il sole ? Se tu farai quello dirò che sei Dio, allora vorrà dire 'Sì', ch'io stia zitto, perché se questo fosse, così io farei. Ma sta a vedere che qualcuno dirà puranco: 'Questo è 'no tantino pazzerello'; mi va bene pure quello, perché non ho pretesa ne la mia persona, ma di portare questo insegnamento, non per essere creduto, questo per la verità me può fregar de meno, ma come ipotesi di ragionamento, poi ognuno farà quel che vorrà credere, quello che vorrà pensare.

Qui bisogna essere liberi, fori da li schemi e da li pregiudizi, ma se l'occhio tu non metti, cosa te rimane dietro il cannocchiale!, le cose stanno là; essere sordi e ciechi e a sembrar obbedienti fa essere un po' stagnanti, prigionieri de le ombre e de la oscurità. Quante volte me son stato zitto, ne lo ascoltare conferenze altrui, poiché chi è nella loggia fa solo parere suo. L'altro giorno (aprile 2003) in quel che è stato il mio docente in psicologia (Prof. Leonardo Milani), salutandoci per telefono, nello schiarirsi la voce mi ha così detto: "Cecchinato, è ora che lei vada a confessar le sue affermazioni nella pubblica piazza". L'ho voluto così far contento; a portare alla luce il frutto de la mia esperienza.

Non temo per questo il rogo, lo potere de la loggia, né il pane e acqua; questa esperienza l'ho già pure fatta, ma se mi si potesse incatenare, mi sa che anche le catene se podaria spaventar, perché quando si ha fede in quello che si ha da comunicare, si ha la forza del mondo, delle stelle e tutta l'energia per continuare.

Ecco allora de lo straordinario insegnamento de le Vie, che sono quattro, a indicar il percorso che nella vita ognuno si è scelto di seguire e praticare, prima ancora di essere forma, nella dimensione di solo spirito coscienza, ne la parola sanscrita chiamata Lokas. In quella dimensione lo Spirito Coscienza ha l'opportunità di stabilire a quale livello essa sia e questo senza la presenza de lo giudice, perché senza l'Ego, l'Ombra e l'Io, lo Spirito Coscienza ha la libera facultà a prendere la formulazione adatta per karma, forma e ragion di vita come ho spiegato già con il lavoro su la reincarnazione.


Quattro sono le Vie: IL GUERRIERO - IL MAGO - IL MONACO - IL MAESTRO.

Ma sia fatta molta attenzione, non le si deve nel modo più assoluto, confonderle con gli Archetipi, che rappresentano invece i ponti del percorso de la vita; essi sono lo sostegno, lo assestamento in funzione de la Via, che ciascun Spirito Coscienza avrà così scelto, nella questione de lo libero arbitrio. Di conseguenza se gli Archetipi sono mobili, alternati e quindi diversificati continuamente per favorire il viaggio de la vita, la scelta de la Via sarà sempre ne lo arco de la vita intera. Le altre tre comunque saranno contenute nella stessa, ma mai da superare in percentuale, anche se a volte, per la spinta de l'Ombra e de lo Ego e degli accadimenti, risulterà difficoltoso rispettare la Via. Avvertiremo così delle difficoltà e ci andremo pure per questo a strizzare i denti e a deviare il naso (perché i denti rappresentano l'aggressività e il naso la direzione de la vita).

Ecco perché il Maestro de la storia disse: "Attenzione alla Via", come a dire, non perdetevi in pardonie, degenerazioni, insegnamenti di potere; non lasciatevi abbindolare, ma ascoltatevi da dentro, ne lo spirito de la vostra coscienza, in voi c'è la Verità; siate perciò uomini liberi, coraggiosi; a fare i mammalucchi e i genoflessi si può rischiare di rimanere sempre e solo quello. Non datevi perciò certe colpe, disagi e sofferenze; a fare i masochisti è solo frutto di culture arcaiche, perché il buon Dio non è così che vuole educare i propri figli; ce lo ha insegnato pure il Buddha che è Maestro Illuminato: 'La sofferenza è pur segno de l'ignoranza'; e non che questo sia offesa, ma a voler spiegare che se si ha la conoscenza, ti puoi fregar pure de la sofferenza; per questo povero 'io' che ha la vista corta, nel pensare di essere furbo si sovrappone allo Spirito Coscienza, perché dice: 'Tanto io ho la super intelligenza'; ma povero il nostro Io, se non si porta anche lo sviluppo de lo Spirito Coscienza, questa intelligenza ti farà assai dannare poiché essere dotto e nozionista, quanto a sapienza poi...

Questo insegnamento è particolarmente importante perché se si avrà la volontà di saperlo approfondire non sarà solo il frutto de la ordinaria psicologia, anch'essa assai utile per lo studio del comportamento, ma qui sto parlando di un altro genere di psicologia, ' non quella dal punto di vista di ciò che egli è (l'uomo) o che sembra essere, ma dal punto di vista di ciò che egli può divenire e cioè dal punto di vista de la sua possibile evoluzione'.

Qui non dobbiamo fare gli zombi, non basta il semplice 'SAPERE', dobbiamo orientarci invece a l' 'AFFERRARE' perché grazie a Dio non siamo ancora computer, pensando così di aver introdotto le nozioni ed è presto fatto; non basta la biblioteca a traballar da ogni lato per essere evoluti. Qui non si tratta di fare i dotti, come a dire, essere pieni; a costoro per ironizzare io rispondo sempre:'in culo alla balena'; come a ricordare che a l'esame della vita si deve sempre umilmente ritornare, perché quando parliamo de la 'SAPIENZA', essa è molto di più de la semplice conoscenza e statteve pur tranquilli perché non parlo nel nome del mio ego, ma per le leggi de le Upanisad e per quel che riguarda il mio ego, questo è giusto che sia detto, c'ho da lavorare molto pure io.

Il mio vero scopo non è quello di fare il guretto, già per questo ce ne sono in abbondanza; belli, brutti, visionari, un po' schizoidi, megalomani e pure presidenti di S.p.A. (Società per Azioni), nel fare proseliti, sette e movimenti; né di fare nuove religioni, né di battermi con Chiese e Istituzioni, non si deve vedere quello che non è, appartengo alla scuola Junghiana, questo è vero, ma la mia energia intanto, spero, va per essere un umile maestro che vuole portare l'insegnamento come ragionamento. Poi ognuno pensi pure ciò che vuole, il mio compito finisce lì.

Quanta gente ho visto e vedo soffrire, perché ne manca la logica o ne manca il supporto; desidero solo dare un possibile contributo per aiutare a capire che tutto quello che avviene, prima de fori vien da dentro.
Osserviamo un po' allora come vanno le cose de la vita; sembra che tutto sia sopravvivenza e l'uomo di conseguenza non abbia mai a trovare pace. Per il povero il problema sarà la fame; per il ricco sarà la noia; c'è poi il tempo de la guerra, il tempo de la pace, il tempo del gran freddo e il tempo del gran caldo; il tempo de la grande politica e il tempo de la grande religione; il tempo de l'euforia e il tempo de la malattia e se volete mettete pure voi quello che vi pare, tanto per l'uomo sembra che se le vada proprio a cercare. E' mai possibile tutto questo, che l'uomo e ancora ribadisco non abbia a trovar mai pace ? Ci sarà pure una ragione; ci vuole allora l'umiltà de la vera e libera introspezione.

In questa altalena c'è per ognuno il vero scopo de la vita, che è lo sviluppo de la Coscienza; ognuno si chieda allora a quale livello sia. In questo girotondo ci dobbiamo formare perché il vero viaggio de la vita è sotto la superficie de le cose e non tutti in verità lo facciamo. Vò per voi l'esempio del filosofo Wittgenstein, il più grande logicista de la storia (Tractatus Logico Philosophicus Ediz. Einaudi), che si disfece per ritrovare il vero Sé, di un'immensa fortuna per diventare maestro elementare, per di più mal pagato; da ricco e potente a quasi un affranto. Che costui fosse un po' fesso!, chi dice questo giudica per ignoranza e non per conoscenza. Wittgenstein aveva fatto questa scelta perché era nella Via de lo Monaco e la sua scelta è stata veramente scelta, per il vero sviluppo de la sua coscienza. Ed io a voi lo dico per aiutare a capire l'insegnamento de le Vie.

Che dire poi di Van Gogh, a me questo artista mi elettricizza, altro che vitamina E, quella è 'na sciocchezza di fronte alla carica de la sua arte. Van Gogh rinunciò ad un comodo lavoro come commerciante d'arte per diventar un predicatore laico nelle miniere del Belgio e a finire a pane e acqua, il resto poi si sa. Van Gogh aveva scelto la Via del Mago e quando uno è grande (e questo non per potere del gallerista), trova la forza di restar nella sua Via, perché quel che vede la coscienza non è la povertà dell'Io.

Che dire poi di LAWRENCE d'ARABIA che rifiutò comode cariche governative per diventare un aviere della R.A.F., apparenti assurdità ? Chi dice questo non sa che LAWRENCE era nella Via de lo Maestro.

Che dire ancora di Hernest Hemingway che visse la Via de lo Guerriero, a sembrare impazzito per lo scrivere de le corride e la penna infuocata ne lo raccontar la sua Africa, pazzerello pure lui !

Bisogna sapere le Vie, allora 'sti pazzerelli saranno compresi; a riuscire nella vita è la conoscenza, a torturarsi l'anima e finirla prima e non sentire la vita piena per non aver compreso a fondo il Sé (il che significa aver seguito la Via senza che l'Io sappia il perché). Detto questo, a cuor sereno andiamo a cominciare l'insegnamento de le Vie; non abbiate mai fretta di scoprire quale sia stata la vostra scelta, ma lasciate ne la attesa, che la risposta salga dalla vostra coscienza o per dono de lo intuito.


LA VIA DEL MONACO

La Via del Monaco è la Via de lo silenzio, legata perciò a delle vibrazioni non troppo circolari, orientate verso il basso, leggermente allargate e distese. Da non confondere con il Monaco religioso, che può essere anche quello ma la Via è altra cosa. Il Monaco della Via è uno che pare da essere un po' introverso e pure un po' timido; parla piano e pacatamente. I luoghi che frequenta sarà fin troppo chiaro, perché non saranno mai da casinaro.

Vi fò per questo l'esempio di un mio allievo, 24 anni nato povero e figlio unico. Per far studiare il figlio, il padre bracciante agricolo, rimasto prematuramente vedovo quando Marco aveva cinque anni, si piegò nel suo lavoro da mattina a sera, incurante alla fatica, per coronare il sogno suo e di Marco al conseguimento del Diploma di perito Meccanico. Marco però rimase timido, dall'aria palesemente insicura, un po' piegato su se stesso, assumersi la responsabilità nell'ambito lavorativo risultava assai difficile impresa. Venne da me con il pensiero triste, molto depresso, poco fiducioso nelle sue risorse; nonostante ciò fu assunto da un'autofficina dal nome prestigioso.

Nel suo sogno vi era la casa (e perché no, pure una bella macchina), per dare a se stesso e al padre una sistemazione migliore, perché la casa dove vivevano (che era la stessa dov'era nato Marco) era ridotta ormai in condizioni precarie, diciamo al limite dell'abitabilità.

Anche se per molti giovani avere un posto di lavoro come il suo poteva rappresentare un felice traguardo, per Marco e nel suo specifico caso, visto tutta la sua situazione in generale in cui c'era il poco meno di niente; il padre ammalato ormai non più in grado di esercitare il suo umile lavoro. A Marco non rimaneva molto per poter fantasticare.

Non gli chiedevo nulla per le mie lezioni; gli occhi smarriti, con il capo un po' piegato, prima ancora di essere il suo terapeuta ero diventato per lui un secondo padre.

Quando comprese bene le Vie, approfondì con caparbietà la sua, che contribuì a cambiare completamente la sua psicologia. Come par essere strana a volte la vita; basta cambiare atteggiamento e le cose, pur stando sempre quelle, cambia però l'angolazione. Il titolare pur vedendolo taciturno e silenzioso, ma infaticabile e operoso, lo portò ad essere capofficina e al premio ogni mese in busta paga. Così arrivò la casa nuova e pur la bella macchina. Ora vive con serenità la sua Via che corrisponde a quella del Monaco.


LA VIA DEL MAESTRO

La Via del Maestro è la Via de l'umiltà, del sorriso vero e de la semplicità. Chi ha scelto questa Via si prodiga di dare consigli a destra e a manca e lo fa con il cuore aperto perché desidera il bene di tutti.

Non si deve confondere la Via del Maestro con il maestro tra virgolette, il Maestro della Via parla per cuore suo con grande semplicità. Usa una vibrazione aperta, precisa, armonica. Ha per questo un'aria sempre attenta ma non è mai un ficcanaso, è semplicemente una persona solare; ad aiutar la gente gli si illuminano le pupille. Sceglie lavori semplici, preferibilmente in contatto con le persone; il fruttivendolo, il portinaio, il barbiere; difficilmente si lamenterà di se; il suo spirito è sempre accomodante e non farà mai la primadonna.

Vò per questo l'esempio di un bigliettaio de le ferrovie de lo stato. Per tre anni (64-67) sono andato a studiare a Milano e tutte le settimane andavo su e giù in treno e a forare il biglietto era quasi sempre una persona assai distinta; oltre che a forare il biglietto che faceva con grande impegno, sorrideva guardando tutti negli occhi e quando poteva dava pure un consiglio. Un giorno eravamo soli, nel vedermi mi riconobbe e disse: "Vada, vada avanti così", ed era un momento di difficoltà; quelle semplici parole dette a cuore aperto mi avevano rigenerato.

Un altro episodio è per un netturbino del piazzale del Caffè Pedrocchi (ristoro importante della mia città, ma anche mèta per il turismo), siamo negli anni 1967-70. Abitavo allora da quelle parti, tutte le mattine con la sua bella ramazza a pulire le strade, le piazze ed ogni cantone, e tra una ramazza e l'altra sempre con il suo bel sorriso, dava sempre il suo bel consiglio e incoraggiamento alla gente che incontrava. E questo poteva essere, dal direttore di banca all'assessore, al commesso e pure al sottoscritto; la parolina c'era per tutti e non era mai banale, e com'erano pulite le piazze perché per lui era un lavoro importante e di grande responsabilità.


LA VIA DEL MAGO

La Via del Mago è la Via che potremmo chiamare la Via de la attesa (da non confondere con la attesa, vedi per questo uno dei precedenti articoli), de la attesa del cambiamento che dovrà scendere sempre ad un preciso compimento. La sua vibrazione è fatta a picchi, a sembrar per questo la spina del pesce.

A questa Via per fare un esempio, appartiene il regista, lo scrittore, il cuoco, il pittore, il politico, il muratore. E' la Via di chi sa cosa vuole; nell'attesa osserva, scruta; il suo fine è di portare l'idea, va per questo in alto e scende giù, prima raccoglie, poi sale e scende (ma mai nel movimento circolare, questo appartiene a lo Guerriero). Ha l'aria di chi non vuole dare troppa confidenza, ma non per questo mai gradasso, tende semmai al distacco, ma non è per questo freddo e insensibile.


LA VIA DEL GUERRIERO

La Via del Guerriero è la Via dell'azione e della circolarità.

Il suo spirito è assai irrequieto e impetuoso, parte sempre da una base, salendo poi in modo elicoidale per raggiungere il vertice. Ogni azione è di andare su e ritornare giù, nelle grandi e piccole azioni.

Nello sali e scendi e ne lo gioco di questa circolarità deve raggiungere il suo potere che dovrà essere armonico.

In questo modo crescerà la sua coscienza e la sua spiritualità. Vò per voi, nello spiegar la Via de lo Guerriero, la storia mia. Desidero fare questo perché vissuta in quanto tale e a raccontarmi per la verità mi ci è voluto molto coraggio e quindi, quale migliore esempio di chi parla con il cuore in mano e non per sentito dire. Desidero fare questo per aiutare tutti coloro che come me hanno vissuto e vivono la Via del Guerriero (ma questo spero aiuti a capire pure le altre Vie), a cuore aperto, via da ogni pregiudizio, vanità o artefizio; dare così risposta e chiarificazione per ogni fatto e angolazione di come io abbia vissuto la Via del Guerriero; senza però scendere nei particolari che sono stati duri, profondi e dolorosi; tralascio questo per non sembrare patetico ma dare semplicemente i segni per capire meglio.

Nella alta scola de la psicologia esoterica si insegna che siano i figli a scegliere i genitori (leggi gli altri miei articoli per capire meglio) e sapere questo potrà far capire molte cose, sempre per via di quel che si dice che nulla vien per caso.

Mia madre, benestante, ricca, il primo paio di calzini lo lavò a trent'anni sposando mio padre di provenienza assai umile. Per amore e per sposare mio padre scappò di casa, rinunciando così al benessere e alle comodità. Andarono a Roma per vivere il loro amore; mio padre aprì una piccola attività e nacquero due figli, ma era anche il tempo de la grande guerra e le bombe distrussero ogni cosa. Ritornarono così a Padova, come si suol dire dalle mie parti, nudi e nadi, con due figli e il loro amore. Nacque in quel contesto il 9 febbraio del 1945, 'sto piccolo guerriero. Finì così la guerra ma tutt'intorno c'erano i segni della devastazione.

Come ricordo bene la mia infanzia; a volte per mangiare si faceva la danza, perché la tavola era rotonda ma pure vuota. Dopo le elementari a undici anni fui iscritto alla scuola di avviamento commerciale, la G. Galilei di Via S.Giovanni da Verdara. Il fratello mio più grande, nel vedermi di tutto punto esclamò: "Il signorino va pure a scuola"; non ci pensai due volte, anziché andare diretto a scuola, presi la via più in là per andare a lavorare, in pantaloncini corti e 'na maglietta. Chiesi così al padrone de l'Ottica Nova del Comm. Gabriotti di Via S. Fermo: "Signore, lei non ha mica bisogno di un operaio, perché io ho bisogno di lavorare".

A 14 anni ero già bello sveglio, la vita mi aveva così precocemente disincantato e il garzone di bottega, vendeva già gli occhiali dietro al bancone in camice bianco. Ma nel mio cuore amavo anche la cultura e ne sentivo fortemente il vuoto. Cominciò così il mio calvario di lavoratore studente, studente lavoratore, dieci anni di scuole serali, ma anche il freddo, sonno e fame faceva tutto parte de lo gioco, a volte da svenir per terra, perché di giorno lavoravo e di notte studiavo; la casa era umida e fredda; la stufa mia madre l'accendeva alle sei del mattino (ma se credi che mi venga a lamentare per questo, ti sbagli di grosso perché la mia vita è stata piena, lo è e spero che sia perché questa è la mia Via).

Ad ascoltare l'amico Vasco Rossi, che vuol la vita spericolata, a impiantar per questo l'ago in 'te la vena, io gli dico (da amico), sprona piuttosto le morfine del tuo cervello, ti daranno la carica e pure grandi emozioni, con la differenza che sono vere e alla fine non ti faranno ritrovare un po' suonato. Me se volesse per questo scusà per quel che dico, naturalmente senza offendere nessuno; meglio avere prima le idee chiare, che a praticar lo viaggio virtuale; e questo non per giudicare nessuno, perché questo non lo farò mai; ti invito solo a riflettere perché questi viaggi portano molti giovani ad un brutto cammino e a lasciar pure le penne; lasciamo che questo sia per karma, non parleremo così di morte ma alchimia della vita.

A 26 anni presi il Diploma di Ottico al Galileo Galilei di Milano, già sposato e un figlio, Gianluca di due anni.
Decisi di aprire nella mia città la prima boutique di occhialeria (1972), l'Optikal Shop. La mattina seguente, anziché firmare il contratto per il negozio di ottica di Via Roma, me ne andai il giorno stesso ad aprire lo 'Spartan Club', la prima palestra della mia città. Sorpresi tutti, dicevano: 'Hai l'oro in mano, sei pure bravo, potresti fare uno spolverone'; fra l'altro fare l'ottico a me piaceva molto, ma una forza più grande di me mi portò altrove ad aprire di conseguenza la palestra (all'età di dieci anni venne a trovarmi uno zio che era stato in America e mi portò in regalo una rivista di sport dei fratelli Weider, questo accese in me una segreta passione che altro non attendeva che di trovare il suo giusto spazio). Dopo un solo anno, la palestra non poteva contenere neppure le formiche; quanto ne fu l'impegno, ma anche quanta gioia e soddisfazione, il mio popolo aveva ritrovato ne la mia Via il lor Guerriero. Ventimila allievi. Organizzai così sette Campionati Padovani al Supercinema, chicca della mia città (oggi Megastore Benetton), un campionato veneto; tre campionati italiani, di cui, quello che vorrei ricordare, del 1981 al Cinema Teatro Corso (oggi sede di una Banca) e con questo il primo Campionato femminile in Italia, con la presenza, ai suoi inizi di Canale 5 con il Dottor Giorgio Medail e la presenza di 40 testate giornalistiche. Ho gareggiato come atleta con discreto successo e ho scritto più di 50 articoli tecnici. Ho girato l'Europa per questo in lungo e in largo, stringendo amicizie in ogni dove, con tutti i Campioni della mia epoca compreso il mitico Schwarzenegger. Un periodo della mia vita fatto di grandi impegni ma anche di grande soddisfazione. Nel 1982 in un momento di follia mi misi sotto il culo pure la Ferrari, per segnare così la mia felicità di chi si era fatto da solo e per avere 32 anni, una famiglia, un appartamento in centro, lo Spartan, il 50% di un negozio di dischi musicali, Yes di Via Buonarroti e una partecipazione dell'Industria Norditalia Oftalmica di Via Brunacci, la Rossa Ferrari rappresentava per me un po' la ciliegina per tutto quello che avevo fatto e raggiunto.

Una mattina, stavo per salire nella rossa Ferrari e mi si avvicinò un signore molto alto, distinto e raffinato, con l'erre moscia e mi disse: "Com'è bella la sua macchina, sembra quella che mi regalò mio zio quando presi la maturità (pensai, ma che vuole questo; per la verità, mi ero abituato ad una certa attenzione perché la Ferrari è un simbolo di potere che suscita invidia, ma scatena anche ammirazione e grande simpatia, come quando nel mese di agosto andando a Sapri per un concorso, feci tutto il viaggio Padova-Sapri a 220 all'ora senza mai lasciare l'acceleratore; le macchine in autostrada si spostavano tutte sulla destra perché a passare era la Ferrari, orgoglio e simbolo dell'Italia intera).

La persona con la erre moscia era il Principe Sebastian von Furstenberg e lo zio era l'Avvocato G.Agnelli.

Vendetti così a lui la mia rossa Ferrari, ero già appagato per averla avuta e quanto basta per quel che mi aveva dato. Intanto il successo de lo Spartan continuava a più non posso; era scoppiato nel frattempo così la meteora del Fitness. Aprii così nel dicembre del' '85 lo Spartan 2, ma nel cassetto c'era il programma per la terza, la quarta, la quinta e oltre; il mio destino, la Via del Guerriero sembrava delinearsi per quel sentiero.

Ma a scuotere il percorso, ecco entrare in azione l'archetipo del viandante perché nella Via de lo Guerriero, come si sale così altrettanto si scende; nell'alchimia de la coscienza da sera a mattina tutto può cambiare, così come è stato per la boutique de l'occhialeria, così sarà pure per le palestre. Avevo allora quarant'anni e lo mio animo cominciò così a cambiare direzione; quando allo Spartan entravano ad allenarsi li ciechi e a sfilar le carrozzine, mi si formava un nodo in gola. Ma debbo anche riconoscere di essere stato un Maestro un po' particolare; più spesso e volentieri più che a insegnare a come formare i muscoli, ascoltavo di più i problemi dei miei allievi (oggi miei assistiti), a dar loro la parolina di sostegno in ogni cosa che mi si chiedeva.

Caddi così in profonde meditazioni, fino ad arrivare a quel mio particolare sogno (leggi se vuoi 'Dimmi come sogni e ti dirò chi sei'), per trovarmi così da sera a mattina ad aprire all'Arcella in Via Boccherini, il 'Centro Mani Distese' e a studiar tutte le notti psicologia per diventar quel che oggi sono, Dottore in 'Scienze Parapsicologiche e Metapsichiche' e Docente in 'Psicologia del Benessere'.

Ed eccomi qua o miei gentil lettori, a confessar quanto è stato grande lo impegno in questa terza fase de la mia vita, perché a fare il guaritore de lo pensiero, è un mondo assai complesso, ma questa scelta è stata fatta da lo mio inconscio ed io non ho fatto altro che genoflettermi perché la scelta quando è veramente scelta, siamo così scelti dalla situazione diventando quello che la scelta vuole.

La Via del Guerriero non si piega a nulla, opporsi è come non bere quando si ha sete.

Puoi forse opporti a questo ? Oggi lo Studio si chiama: 'Centro Psyco Armonia', a significare tutto questo. Il mio insegnamento si basa su tutto ciò che in me è così pervenuto per cultura e per iniziazione.

Questo è stato ed è per me la Via de lo Guerriero; ora che ho 60 anni, ma solo per l'anagrafe, perché dico sempre ai miei di averne 40, perché a ricominciare nelle nuove fasi della vita si scalano anche gli anni.

Credo che in questa fase de la Via de lo Guerriero mi sia lasciato il fare e il dire, perché per tutto che ho fin qui imparato, vissuto e alchemizzato, abbia pure tanto da insegnare; dormo per questo poco e mangio parco, ma lo entusiasmo è veramente sempre alto ed è pur vero che così sta la vita di chi come me ha scelto la Via de lo Guerriero, fatta di alti e bassi; l'importante alla fine è essere se stessi per quel che si è chiamati a fare.

Miei gentili lettori, spero così con lo insegnamento de le Vie, aiutarvi a capire lo ingranaggio de la vita.

Siate orgogliosi di essere nati, la vita è un dono prezioso, non buttatela mai alle ortiche, a meno che non sia la Via che ve lo chiede, ma state però bene attenti che l'insegnamento de la Via è sempre fatto per ciò che accade, per costruire e mai per distruggere, a questo caso mai ci pensa l'Ombra e l'Ego, e per questo non si abbia mai ad essere sordi e ciechi.

Siate sempre pieni d'amore e di passione per qualsiasi cosa voi fate, dal fabbro all'avvocato, dal muratore all'imprenditore. I momenti, per alcuni, saranno lineari; per altri, tra gli alti e bassi, larghi e piatti, ma nel cammino ci siete voi; non perdetevi per strada, andate sempre verso la luce, là un giorno vi riconoscerete e scoprirete ad essere pure voi una cellula particolare, la goccia dell'oceano che chiamiamo Dio.

Per ultimo vorrei aggiungere ancora poche righe, in modo particolare per coloro che son dotati di infinita pazienza; se avete letto anche l'articolo sulla Reincarnazione e le mie in particolare che volutamente ho elencato, per aiutarvi meglio a capire lo complicato ingranaggio tra la scelta de la Via, i frammenti de le reincarnazioni che incidono fortemente nella presente vita, gli archetipi perché come si muovono e di conseguenza gli accadimenti per come avvengono; potrà essere allora più chiaro che nulla abbia ad essere per caso, nel percorso appaiono pure le interpretazioni de lo libero arbitrio; le resistenze de lo Io, perché si rimane nel grossolano di tutto ciò che accade, non se ne capisce nulla; i tormenti de l'Ombra che vorrebbe fare sempre da padrona, la conquista de la vostra coscienza e de la conoscenza andrà così a liberarvi o meglio a trasformare il vostro karma (rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori); possiamo anche capire perché il Buddha disse allora: 'La sofferenza appartiene all'ignoranza'; e dar luogo finalmente a quel che potremo dire 'tutto a posto', il che anche vorrà dire passare dal subire al consapevolizzare e a guidar nella gioia e nella conoscenza quel che è per noi, in questo momento, il percorso della vita nella forma.

Di recente, sono stato insignito dalla Moscow Academy University di una laurea ad honorem in Scienze e Metodologie Psicologiche.

OGNI BENE

Riconosciuta la tua via lasciati vivere,
prendine atto perchè tu credi di pensare ma sei pensato,
tu credi di agire, ma sei agito.

riportato da http://www.liberamenteservo.it Fonte: centropsycoarmonia.org
di Mario Cecchinato
Diventa Templare della Nuova Era
Associazione Culturale
Centro Psyco Armonia - Padova
Phone +39 3475547891

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PATITI DELL'ABBRONZATURA A RISCHIO TANORESSIA

Abbronzarsi a ogni costo, fino a far diventare la tintarella un'ossessione. Coloro che non si ritengono mai abbastanza abbronzati e che passano ore sotto il sole o nel solarium sono affetti da tanoressia.
Il nuovo termine, formato dall'unione delle parole anoressia e tanning (abbronzatura in inglese), è stato coniato dai medici dermatologi per indicare una errata percezione del proprio corpo e della situazione in cui dovrebbe essere per stare bene.
Il dermatologo Matteo Cagnone, di Ravenna, ha condotto un sondaggio su 4mila persone, dal quale è emerso che il tanoressico tipo è una donna tra i 16 e i 40 anni, prevalentemente residente al nord e disidratata a causa dell'eccessiva esposizione al sole e di una dieta errata.
Il tanoressico, spiega, Cagnone, non si vede mai abbastanza brunito, per cui dipende patologicamente dall'abbronzatura. Il fenomeno è simile a quello riscontrabile negli anoressici, che non si vedono mai abbastanza magri, anche se in realtà sono scheletrici. La tanoressia, così come l'anoressia, sono disturbi dovuti alla errata percezione del proprio corpo, per la quale esso non è mai sufficientemente abbronzato o magro o muscoloso, come accade ai “palestra-dipendenti” affetti da vigoressia.
Il tanoressico, afferma il dott.Cagnone, migliora lo stato del suo umore esponendosi continuamente al sole perchè, così facendo, gli sembra di curare il proprio aspetto, di cui non è mai soddisfatto.
Inutile dire che, con l'estate appena arrivata, i tanoressici sono più esposti ai rischi derivanti da un'eccessiva esposizione solare, come la formazione di nei, rughe e melanomi.
L'approccio terapeutico di questa sindrome deve contemplare sia un intervento psicologico sul paziente che dermatologico, con la messa in campo di precauzioni e protezioni specifiche quando si decide di esporsi ai raggi solari.
Non solo arrossamenti, eritemi e ustioni, ma anche melanomi maligni, varie forme di carcinoma e invecchiamento cutaneo. Questi i rischi che corre chi 'abusa' del sole senza proteggersi. E se il 71% degli italiani sembra essersi ormai convinto della necessita' di utilizzare opportune creme filtranti scelte in base alle caratteristiche della propria pelle, il restante 29%, praticamente 3 connazionali su 10, rifiuta ancora l'idea di una tintarella intelligente. E nella maggior parte dei casi lo fa per ragioni ''quantomeno curiose, purtroppo indice di una certa ignoranza''. Parola degli specialisti del Gruppo italiano di fotodermatologia (Gifde) della Societa' italiana di dermatologie e venereologia (Sidev), che hanno condotto un'indagine in materia.
Giuseppe Monfrecola, coordinatore del Gifde e docente all'universita' Federico II di Napoli, afferma che ''i prodotti solari rivestono un ruolo preventivo cosi' importante da indurci a sperare che anche in Italia, come gia' avviene negli Usa, possano un giorno essere considerati non semplici cosmetici ma veri e propri farmaci''. Ovviamente da banco.
Spostare i prodotti solari dalla sfera dei cosmetici a quella dei farmaci, ha proseguito Monfrecola, ''comporterebbe vantaggi per il consumatore (non solo efficacia e sicurezza ma anche trasparenza, con l'elenco di indicazioni e controindicazioni) e abbatterebbe il pregiudizio della classe medica''. Aspetti legislativi a parte, comunque, la cosa certa e' che la qualità dei filtri solari ''va migliorata parallelamente ai cambiamenti sociali (più tempo passato al chiuso, mito dell'abbronzatura e vacanze mordi e fuggi con esposizioni intense e saltuarie in aree spesso tropicali)''. A garanzia di sicurezza il Gifde ha quindi stilato linee guida scientifiche sul profilo del solare ideale, permettendo ai centri universitari fotodermatologici di Genova, Roma S. Gallicano, Novara e Brescia di mettere a punto appositi test di laboratorio per certificare la bontà dei filtri.
Ma ecco le regole per la scelta oculata di una protezione:

1. Leggere attentamente l'etichetta e verificare che sulla confezione sia riportato il fattore numerico di protezione (Spf) dai raggi UvB.
2. Fare attenzione ai solari con Spf inferiore a 10, che riducono l'azione dei raggi UvB senza pero' garantire una protezione completa.
3. Verificare il grado di protezione dai raggi UvA, che deve essere espresso in etichetta con un numero accompagnato dal metodo utilizzato per calcolarlo (Ppd o Ipd).
4. Considerare che quando si parla di protezione elevata dagli UvA ci si riferisce a valori superiori a 15 con metodo Ppd e a 45 con Ipd.
. 5. Non fidarsi dei solari che parlano di alta o media protezione senza indicare un valore Spf (per l'alta protezione si va da 20 a 40).
6. La data di scadenza non e' obbligatoria ma è un'informazione importante. Controllare che la confezione la riporti.
7. Scegliere sempre e solo solari resistenti all'acqua.
8. Diffidare dalla dicitura 'schermo totale', che non esiste e recentemente è stata, difatti, abolita.
9. Evitare solari che si definiscono 'testati solo in vitro'.
10. In caso di allergie controllare che l'etichetta riporti la dicitura 'prodotto dermatologicamente testato'.
11. Attenzione ai prodotti 'abbronzanti': un solare sicuro, per definizione, non può esserlo.
12. Preferire i prodotti che spiegano le modalità d'uso.

FONTE : http://italiasalute.leonardo.it/

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