Per un nuovo paradigma della medicina
I nuovi paradigmi dell’uomo e dell’universo svelati dalla scienza attuale rimettono in seria discussione la nostra visione del mondo, aggrappata, sin dal XVI° secolo, ad una visione cartesiana e riduzionista. Questo è il caso della medicina allopatica, attaccata ad un modello deterministico e causalistico, che ha dato origine ad un impero economico basato sull’industrializzazione della medicina.
Le conoscenze della nuova fisica, le teorie della complessità e dei sistemi, la visione ologrammatica stanno scardinando la concezione causale-meccanicistica del corpo per dare spazio a una nuova visione e teoria del rapporto Mente-Corpo. Sebbene la fisica quantistica ci abbia rivelato che la materia è costituita da energia sottile e si palesi sotto forma di informazione, la concezione biologistica dell’essere umano impera tuttora nel mondo medico. Non solo, nella visione quantistica, l’organismo umano viene concepito come una totalità interagente con l’ambiente e con la Materia. La fisica quantistica ha sostituito l’analogia del modello uomo-macchina con quella dell’uomo-rete web di energia, attraversata da informazioni. Le ultime scoperte sulla non-località, sull’entanglement, sulla dualità onda-particella della materia dimostrano che persino la coscienza dell’osservatore interagisce con la materia!
Ovvero è la nostra coscienza che crea la realtà, il nostro corpo, la salute, l’armonia così come crea la malattia, il conflitto, il caos. È la coscienza dell’osservatore a collassare gli eventi, a seconda di cosa pensa. È proprio la teoria dell’Entanglement a riconoscere un ruolo di rilevanza alla coscienza e alle sue capacità di influenzare la realtà circostante attraverso l’energia/informazione degli atteggiamenti mentali, delle intenzioni e dei sistemi di credenze.
Queste teorie trovano riscontri nelle recenti teorie biologiche sui campi morfici di Rupert Sheldrake, nei concetti di risonanza, di informazione, di frequenze e di riconversione dell’informazione a livello cellulare. Questa nuova prospettiva sconvolge completamente un sistema di credenze e di rappresentazioni che, per secoli, ha dominato la scienza e la religione portando a forme di coercizione o di totalitarismo che oggi si estrinsecano in molti modi, nell’assenza di libertà di scelta per le cure, nella demonizzazione dell’omeopatia e delle terapie olistiche.
I tempi di una rivoluzione possono anche essere lunghissimi. Ma quando essa avviene è come se si entrasse in un nuovo mondo: «quando mutano i paradigmi, il mondo stesso cambia con essi» espresse l’epistemologo Thomas Kuhn nella sua opera “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” . È il paradigma, il punto di vista, il quadro concettuale, il “mondo”, a risultare mutato. Occorre quindi ripensare tutto: concetti-base, metodi, problemi.
Un abisso di incomprensione si spalanca fra i sostenitori di due paradigmi differenti. Non ci si comprende più, non si comunica più. Si hanno concezioni del mondo diverse, anche metafisiche diverse, come sta accadendo oggi tra medicina allopatica e medicina olistica.
Il passaggio da un paradigma all’altro segna una trasformazione del modo di vedere le cose. I dati che si hanno a disposizione sono magari gli stessi di prima, eppure vengono interpretati in modo diverso, cioè vengono posti in una relazione diversa da quella precedente.
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Nel modello classico della medicina il paziente subisce passivamente il suo “destino” e i trattamenti. La causa della malattia è unica, la cura è solo esterna, la medicina è settorializzata.
Nel nuovo paradigma le cause della malattia sono complesse e sinergiche, il paziente partecipa attivamente al processo della guarigione, è creatore della sua salute. Le cure sono sia esterne che interne, l’intervento è multidisciplinare, la medicina è olistica.
In Italia esistono alcune lodevoli iniziative per formare i medici a questo nuovo modello. In alcuni ospedali vengono sperimentati progetti allineati con il nuovo paradigma, riscontrando un grande consenso e partecipazione da parte dei pazienti. Ci vorrà ancora del tempo per consolidare questo nuovo modo di pensare. Ma ciò che è sicuro, è che non si può più tornare indietro.
La medicina non è una scienza esatta, è in costante evoluzione e deve fare i conti con ciò che i sensi fisici non possono captare né misurare, ma che esistono. Deve accettare i limiti del metodo scientifico ereditato da Galileo e inventarne uno nuovo. Quello che per noi oggi è il futuro, fra 20 anni sarà superato e richiamerà un nuovo paradigma.
Ma a prescindere dalle nuove conquiste scientifiche e tecnologiche, la medicina soprattutto non deve mai tradire la sua vera vocazione: quella di essere al servizio dell’uomo prima di tutto.
Print article | This entry was posted by admin on 28/10/16 at 21:30:00 pm . Follow any responses to this post through RSS 2.0. |
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