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Categoria: "Progetti Umanitari"

Cambiare il Mondo con Due Ruote

Aveva 12 anni quando visitò l'India per la prima volta. Da Filadelfia USA al Rajastan le differenze nell'essere bambini e crescere possono essere davvero grandi, e nel trovarsi a chiacchierare con dei coetanei Thomas Hircock fece una scoperta. Il gruppetto di ragazzini di quel villaggio rurale non potevano andare a scuola. Perché la scuola più vicina distava una trentina di chilometri.
Di ritorno a casa Thomas continuò a pensarci su e poi si decise: fece una colletta tra chi conosceva, amici, parenti, e inviò una prima bicicletta al villaggio indiano.
Aiutato dai suoi genitori, cominciò a raccogliere fondi anche presso la sua scuola. Il primo anno riuscirono a manndarne otto. Oggi Thomas ha sedici anni e il suo Bike Club è riuscito a mandarne quattrocento. Ed è riuscito a cambiare la vita a centinaia di ragazzi come lui.

 

http://www.bbc.co.uk/news/magazine-22115506

Destina il 5 per mille a Cibo per la Vita e cambia il loro destino

Carissimi amici!

e' il momento dell'anno in cui si riparla di 5 per mille. Ormai sapete tutti di cosa si tratta: sapete che non vi costa nulla e che basta indicare

il nostro numero di Codice Fiscale 97203850157

nell’apposito spazio  quando compilate la dichiarazione dei redditi e apporre la vostra firma per poter dare un grosso aiuto per l'istruzione dei bambini di Vrindavana (India).

E se volete aiutare di piu', vi invitiamo a diffondere il piu' possibile questo messaggio a tutti quelli che conoscete. Contiamo su di voi!  C'e' veramente tanta gente che non sa a chi destinare il 5 x mille! Anche questo e' un piccolo gesto che non vi costa nulla e che puo' fare una grande differenza. Anzi, fatevi aiutare da questi due bimbi e lasciamoci contagiare dai loro sorrisi.

Quest'anno abbiamo stampato migliaia di bigliettini con questa immagine: se avete l'occasione di distribuirli in ufficio, in negozio, a scuola, presso il vostro centro yoga o durante le fiere....fatemelo sapere che ve li spedisco subito.

Credo non sia necessario dire altro ma,  se volete piu' informazioni, scrivetemi per favore.

 

Un caro grazie e un saluto a tutti.

Nicoletta Santagostino (Nikunjavasini dd)

CIBO PER LA VITA

tel. 3403637178

www.ciboxlavita.orgwww.fflvrindavan.org

STOP ALLE TRIVELLAZIONI NELL'ARTICO

La notte dell’ultimo giorno del 2012 una delle piattaforme petrolifere della Shell si è arenata lungo le coste dell’Alaska, mentre a novembre il motore di un altro impianto per le perforazioni ha preso fuoco. A settembre, i tentativi di Shell di testare il proprio sistema di contenimento delle fuoriuscite di petrolio hanno clamorosamente fallito e sono state registrate palesi infrazioni sui livelli di inquinamento delle emissioni dei mezzi navali usati da Shell. Ciò ha portato all’apertura di un’indagine da parte del governo USA che è stata resa pubblica la scorsa settimana. L’indagine ha dimostrato che le operazioni di Shell nell’Artico sono un disastro: nemmeno la migliore azienda è in grado di trivellare l’Artico in sicurezza.

Obama ha ora tutte le prove per giustificare un divieto permanente alle trivellazioni nell’Artico, ma solo tu puoi convincerlo ad agire. Clicca qui e chiedigli di proteggere l’Artico. Per sempre.

Shell sapeva bene che i suoi impianti avrebbero rappresentato una grave minaccia alla sicurezza ma solo i ripetuti guasti alle apparecchiature e le proteste dell’opinione pubblica hanno costretto l’azienda a fare una pausa nella corsa caotica allo sfruttamento dell’Artico. Il governo degli USA sicuramente si sta pentendo di aver concesso i permessi a Shell, e ora ha la possibilità di rimediare.

 

 

 

 

 

 

Manda un messaggio a Obama e chiedi che le trivellazioni nelle acque artiche vengano vietate, per sempre.

Se Obama non interverrà, potrebbe essere ricordato come l’artefice del più grave disastro petrolifero nelle fredde acque artiche. Centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo gli hanno già scritto. Il nostro obiettivo è diventare 500 mila.

Andremo avanti con la nostra campagna fino a quando le industrie del petrolio non lasceranno l’Artico. Per sempre.

 

Clicca qui per fermare Shell e salvare l’Artico.

 

Grazie
Greenpeace Italia

AIUTACI A SALVARE QUESTI GATTINI

Grazie mille dell'attenzione che vorrete dare a questa cosa
SAra Zaccarelli
sara.zaccarelli@email.it

La condizione di vita dei bambini in Tibet

La condizione di vita dei bambini in Tibet

In Tibet vivono ormai circa sei milioni di tibetani ed otto milioni di cinesi. Quando parliamo di popolo tibetano parliamo dunque di una minoranza etnica. Ed è difficile capire cosa significa essere una minoranza nel proprio paese.  Il governo cinese nonostante dica di tutelare i diritti dei bambini tibetani, poi in concreto non lo fa, non gli permette infatti di ricevere una educazione, non gli concede la libertà di espressione, non gli garantisce nessun tipo di assistenza sanitaria. Il Tibet è un paese che raggiunge i 6.000 metri di altitudine e in alcune zone rurali  i bambini non ricevono un’alimentazione adeguata al lo fabbisogno giornaliero. L’accessibilità alla scuola è preclusa alla maggior parte degli studenti, data la distanza dai centri maggiori, l’elevato costo delle tasse scolastiche e la difficile viabilità.

Il tasso di analfabetizzazione sta aumentando, i bambini tibetani non studiano più la loro lingua nelle scuole, studiano il cinese e il tibetano sta diventando un dialetto, la matrice culturale tradizionale della minoranza tibetana è in via di estinzione e forse nella prossima generazione, saranno sempre meno i bambini che potranno leggere e scrivere in tibetano.  Molti bambini vivono in piccoli villaggi rurali dove non ci sono strutture scolastiche, altri percorrono lunghi tratti di strada a  piedi per raggiungere i villaggi dove ci sono delle scuole , ma sempre meno sono quelli che hanno la possibilità di imparare a leggere e scrivere. Molti bambini  nelle aree rurali e periferiche della Cina e del Tibet occupato sono analfabeti e  saranno automaticamente  esclusi dallo sviluppo economico e dal mercato del lavoro.

Tale analfabetismo è da imputarsi prevalentemente a fattori socio-economici. La legge cinese prevede un’offerta di istruzione per tutti i bambini, anche se il sistema non è gratuito; ma i costi per portare l’offerta di istruzione anche nei piccoli villaggi rurali sono molto alti, per alcune famiglie proibitivi, visto che nel villaggi tibetani ci sono famiglie  contadine e vivono solo di agricoltura ma non hanno nessun tipo di introito. In particolare, l’insegnamento delle lingue locali, pur essendo previsto da una recente normativa, spesso trova difficoltà ad essere finanziato, anche perché spesso altri interventi sono da considerarsi prioritari per risolvere problemi più immediati. La crisi del sistema economico tradizionale e la scarsa presenza di istruzione ha ripercussioni inevitabili sull’istruzione dei bambini Il rischio di perdita del patrimonio culturale locale viene incrementato da fenomeni di emigrazione da parte dei giovani di tradizione tibetana verso i centri urbani, molti giovani di dodici o tredici anni vanno a lavorare nei ristoranti delle grandi città cinesi come lavapiatti lavorano dieci o dodici ore e guadagnano  due euro al giorno.   La cultura di matrice tibetana è molto vasta e al contempo molto specifica e fa parte del patrimonio culturale mondiale, la comunità internazionale dovrebbe farsi quindi carico della salvaguardia delle culture tradizionali. La Convenzione dei Diritti del Bambino riconosce che lo scopo dell’educazione è di sviluppare le proprie idee o percezioni. Ai bambini tibetani è invece vietato, a scuola, indossare i vestiti tradizionali, osservare le festività del loro paese e, talvolta, anche mangiare il cibo tipico. Spesso a scuola viene implicitamente insegnato che il popolo tibetano è inferiore a quello cinese e che le tradizioni tibetane sono arretrate. Inoltre gli studenti vengono costantemente indottrinati sulla grandezza dei leader comunisti cinesi. Molti bambini di due o tre anni o addirittura neonati, vengono mandati in India dalle loro famiglie, che li consegnano  a delle guide che attraverso diversi mesi di cammino a piedi attraverso l’Himalaya li condurranno in India. I genitori spendono quasi tutti i loro risparmi per pagare le guide, fanno prestiti da tutte le persone dei villaggi perché è l’unica possibilità che i loro figli hanno per avere una vita migliore. Il viaggio dura almeno quattro settimane ed espone gran parte dei bambini al gelo e all’ipotermia, al punto che alcuni muoiono durante il viaggio. Se sopravvivono, ci sono poche possibilità che possano mai rivedere i propri famigliari. Se i genitori prendono queste difficili decisioni

, rischiando la vita dei figli e la propria nel caso in cui la fuga sia scoperta dalle autorità cinesi, costituisce una prova sufficiente del fallimento del governo cinese in materia di tutela dei diritti dei bambini in Tibet.

In Tibet i cinesi applicano brutali misure repressive contro ogni espressione di libertà, trattando con uguale durezza adulti e bambini Esistono prove di detenzione di minorenni in varie prigioni cinesi sul territorio tibetano. Sono detenuti in prigioni per adulti, privi di rappresentanti legali e della possibilità di comunicare con le famiglie. Al pari dei detenuti adulti, sono obbligati a svolgere lavori pesanti e sono sottoposti alle medesime forme di abuso e tortura. L’alternativa legale di affidare i minori alla sorveglianza dei propri genitori non viene applicata. Senza essere processati, i prigionieri minorenni ricevono spesso un semplice ordine amministrativo di detenzione e vengono inviati a campi di lavoro per scontare la pena.

Nonostante la legge cinese sancisca l’obbligo della separazione dei giovani criminali e indagati dai detenuti adulti, negli ultimi anni numerose testimonianze riferiscono l’assoluta non applicazione di tale norma nelle carceri tibetane. Nessun prigioniero politico minorenne sembra essere mai stato incarcerato in una sezione giovanile o in un centro di detenzione per giovani.

Dopo l’arresto, i giovani vengono abitualmente espulsi da scuole e monasteri e, una volta liberati, hanno difficoltà a trovare un lavoro.

Detenuti in prigioni per adulti, i bambini vivono in un ambiente in cui la tortura è all’ordine del giorno. Sono costretti a subire le medesime torture e punizioni applicate ai prigionieri politici adulti. Tortura non significa solo tortura fisica, come le percosse o le violenze, ma anche tortura psicologica, come gli interrogatori ripetuti con le stesse domande talvolta per giorni interi senza pause.

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Carissimi amici e sostenitori,

ecco alcune notizie che riguardano la condizione generale dei bambini in Tibet! In questi giorni stiamo preparando le lettere da spedirvi con le foto e le notizie dei bambini che ognuno di voi continua a sostenere.

Vi ringraziamo per la vostra attenzione e per continuare a seguirci e sostenere i nostri progetti, cerchiamo grazie al vostro supporto di fare in modo che questi bambini riescano a rimanere nella loro terra e nelle loro famiglie di origine.

Se volete seguirci via Facebook andate alla pagina Sostibet e potrete vedere le foto e i video dei nostri progetti quotidianamente.

Augurandovi una buona giornata vi porgiamo distinti saluti.

eugenia cucco

sostibetindia@gmail.com

Per un giovane, gli effetti psicologici della tortura possono essere particolarmente devastanti. Il periodo di detenzione può sembrare infinito, anche se dura solo un mese, e un bambino spesso non è in grado di elaborare razionalmente i veri motivi della propria incarcerazione.

I monasteri maschili e femminili sono le sole istituzioni didattiche in cui i bambini possono imparare la lingua, la cultura e la religione tibetana. Ma con la campagna “Colpisci Duro” lanciata dalla Cina nell’aprile 1996, ai bambini e ragazzi al di sotto dei 18 anni è vietato entrare a far parte di istituzioni religiose. Più di 3.000 novizi e novizie d’età inferiore ai 18 anni sono già stati costretti a lasciare i monasteri. Nel solo 1999, il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha constatato l’espulsione dai monasteri di 244 monaci e monache d’età inferiore ai 18 anni.

I bambini sono il futuro di ogni società. In Tibet, allo stato attuale, il futuro non sembra riservare altro che istruzione carente, disoccupazione, perdita d’identità e soppressione di una cultura millenaria.