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cometa di Pasqua

Ha superato indenne il massimo avvicinamento al Sole che era di 45 milioni di chilometri circa. Ora se ne sta tornando a casa, o perlomeno se ne sta ritornando negli spazi siderali.

Le nuove foto della cometa di Pasqua

Ancora una manciata di giorni e poi non si farà che parlare di lei, degna erede della famosa Hale-Bopp. La cometa C/2011 L4 Pan-STARRS, o cometa di Pasqua, come è stata ribattezzata, si manifesterà nel nostro emisfero, in tutto il suo splendore, a partire dal 6 marzo (9-10 marzo i giorni migliori per l'osservazione). Per ingannare l'attesa, ecco le prime, spettacolari immagini scattate da chi, dall'altra parte del mondo, ha già avuto la fortuna di osservarla.

COMETE

È in arrivo la “cometa di Pasqua”

Sono ormai trascorsi più di 15 anni dall’apparizione nei cieli dell’emisfero boreale di due comete che si manifestarono nel loro splendore nella primavera del 1996, la Hyakutake, e del 1997, la Hale-Bopp, ma da allora nessun astro chiomato paragonabile a queste due comete ha solcato i cieli settentrionali.

[Guarda le foto delle comete più belle]

Ma il 2013 è un anno che, oltre per l’esplosione di un piccolo corpo cosmico nei cieli della città russa di Celjabinsk lo scorso 15 febbraio (guarda), verrà ricordato anche per l’apparizione di due comete che saranno visibili ad occhio nudo.

 

La cometa Pan-STARRS ripresa verso la metà di febbraio 2013, quando si trovava ad una distanza di circa 145 milioni di km dalla Terra e a 105 milioni di km dal Sole.

La prima sarà la cometa C/2011 L4 Pan-STARRS, scoperta il 6 giugno 2011 dal telescopio a grande campo da 1,80 metri di apertura Panoramic Survey Telescope & Rapid Response System (Pan-STARRS) situato presso l’osservatorio di Haleakala (isola di Maui,  Hawaii). In genere le comete vengono battezzate con il nome dello scopritore, ma in questo caso, dato il coinvolgimento di un gran numero di astronomi e tecnici, è stato deciso di assegnargli il nome del telescopio con cui è stata individuaata.
Al momento della scoperta la Pan-STARRS si trovava a circa 1,2 miliardi di km dalla Terra e i primi dati astrometrici permisero di calcolare un’orbita preliminare, da cui risultò che la cometa sarebbe passata al perielio (minima distanza dal Sole) fra gli inizi di febbraio e la prima metà di aprile 2013 e sarebbe stata visibile ad occhio nudo. Questa cometa proviene dalla Nube di Oort, l’enorme inviluppo di piccoli corpi ghiacciati, residuato della formazione del Sistema Solare, che avvolge come un enorme guscio il Sistema Solare interno e che si suppone si estenda sino a circa 100.000 unità astronomiche dal Sole. Il suo periodo di rivoluzione, infatti, è di circa 110.000 anni, mentre l’inclinazione del piano orbitale di circa 84°, valori tipici per le comete provenienti dalla remota periferia del nostro sistema planetario. Le comete di corto periodo (periodi di rivoluzione inferiori ai 200 anni) hanno, invece, inclinazioni orbitali ed eccentricità minori e provengono dalla Fascia di Kuiper, l’enorme disco di corpi ghiacciati che orbitano attorno al Sole al di là di Nettuno.
Il passaggio al perielio, ad una distanza di circa 45 milioni di km, è previsto per il prossimo 10 marzo.

 

Andamento previsto della luminosità della cometa Pan_STARRS sino al 15 maggio 2013. Nel migliore dei casi (linea verde) arriverà alla magnitudine -1, nel peggiore (linea arancione) alla magnitudine +3. Il suo comportamento, finora (linea celeste), fa ben sperare. Sull’asse verticale sono riportate le magnitudini (più il valore è positivo minore è la luminosità). (JPL/Horizons, & Guy Ottewell’s 2013 Almanac)

Purtroppo, non è facile fare anticipazioni precise sul valore della massima luminosità che potrà raggiungere la Pan-STARRS, in quanto si tratta di una cometa che per la prima volta visita le regioni interne del Sistema Solare e non si conoscono con sufficiente precisione le abbondanze relative di ghiacci e polveri di cui è formato il nucleo, i quali danno origine alla tipica coda. Secondo le previsioni più attendibili, dovrebbe raggiungere e forse superare la magnitudine 2. Salvo sorprese, il condizionale in questi casi è sempre d’obbligo. Diverse comete, infatti, non si sono comportate come previsto. Ad esempio, in tempi recenti, la cometa la Holmes, apparsa nel 2007, nel giro di poche ore aumentò la sua luminosità di ben 15 magnitudini. Le comete sono oggetti bizzarri, capaci di eludere le previsioni anche su tempi scala molto brevi.

 

Il percorso nel cielo della cometa Pan-STARRS dal 1 marzo al 1 maggio 2013. (NASA)

La Pan-STARRS sarà visibile per tutto il mese di marzo nei cieli dell’emisfero boreale dopo il tramonto, anche se piuttosto bassa sull’orizzonte. Si muoverà verso nord, transitando nelle costellazioni dei Pesci, di Pegaso e di Andromeda. In aprile, allontanandosi dal Sole, riprenderà il suo viaggio verso le profondità dello spazio. Diminuirà quindi la sua luminosità, ma risulterà circumpolare nell’emisfero boreale (sarà visibile per tutta la notte). Utilizzando un buon binocolo non si potrà perdere uno spettacolo straordinario: il passaggio, agli inizi di aprile, della cometa vicino alla galassia di Andromeda (M31). Se dovesse essere molto luminosa, sarà un’occasione per realizzare immagini eccezionali. Ma se la Pan-STARRS dovesse deludere, bisognerà attendere pochi mesi per l’apparizione della cometa ISON, che, transitando molto vicino al Sole, sarà molto luminosa e forse visibile anche di giorno (guarda).

Di Mario Di Martino Pubblicato 23 febbraio 2013

 

Altre foto http://www.focus.it/scienza/spazio/le-prime-foto-della-cometa-di-pasqua_C9.aspx

 

Il 2013, astronomicamente parlando, potrebbe passare alla storia come l'anno degli incontri ravvicinati: dopo l'asteroide di San Valentino atteso per il prossimo 15 febbraio (qui tutte le informazioni per seguire l'evento), in autunno potremmo avere l'opportunità di veder transitare nei nostri cieli la cometa ISON, nome ufficiale C/2012 S1.
Potrebbe essere uno spettacolo senza precedenti: la cometa passerà infatti a soli 1,8 milioni di km dal Sole e sarà visibile a occhio nudo. Secondo gli esperti della NASA sarà più luminosa della Luna. Ma chi è ISON? E da dove arriva?

Identikit della cometa.
Osservata per la prima volta il 21 settembre 2012, ISON proviene dalla nube di Oort, una gigantesca nuvola sferica situata ai confini più estremi del sistema solare popolata di corpi ghiacciati. La nube di Oort è così lontana da noi che il suo bordo più esterno si estende fino a circa un terzo della distanza che separa il Sole dalla stella più vicina.
Periodicamente uno di questi conglomerati di ghiaccio, roccia, polvere ed elementi organici viene strappato dalla propria orbita all'interno della dall'attrazione gravitazionale esercitata da una o più stelle della Via Lattea. Nasce così una cometa, che viene proiettata verso il centro del sistema solare lungo una traiettoria ad arco.
Il 17 e 18 gennaio scorsi la ISON è stata fotografata per la prima volta dalla sonda spaziale Deep Impact (la stessa che nel 2010 aveva avvicinato la cometa Hartley2): il risultato delle 36 ore di osservazione è stato montato dalla NASA nel breve filmato che potete vedere qui sotto. Al momento delle riprese la cometa si trovava a 793 milioni di km dalla sonda, quindi ancora al di fuori del Sistema Solare, ma era già attiva e con una coda lunga ben 64.400 km.

 

La traiettoria di ISON calcolata dagli esperti della NASA. Se tutto andrà bene potremo avvistarla in autunno. (© NASA/JPL)

Un'antica debuttante. ISON è particolarmente interessante per gli scienziati perchè si tratta di una cometa “nuova”: le previsioni sulla sua probabile traiettoria fanno pensare che non sia mai transitata verso il centro del Sistema Solare.
Ciò significa che negli strati più superficiali della sua coltre ghiacciata c'è ancora intrappolata una grande quantità di materiale volatile risalente all'epoca della formazione del nostro sistema solare e che con il calore del Sole verrà liberato.
Questa miscela di polvere e gas, che diverrà sempre più voluminosa e visibile con l'avvicinarsi al Sole, costituisce la chioma e la coda della cometa. 

Il rischio di una delusione spaziale? Ma ISON, oltre che uno spettacolo, potrebbe rappresentare anche un pericolo per il nostro pianeta? Assolutamente no, asscurano gli astrofisici: il punto di massima vicinanza con la Terra, previsto per il prossimo 26 dicembre, si troverà a circa 64 milioni di km da noi. Sempre che non si spezzi prima o che, al perielio (cioè il punto di minima distanza dal Sole), non venga definitivamente catturata dalla forza gravitazionale della nostra stella lasciandoci così privi di uno spettacolo difficilmente ripetibile.
Secondo gli esperti, a partire dalla fine di agosto 2013 ISON dovrebbe essere visibile con un piccolo telescopio, mentre tra novembre e dicembre e fino alla metà di gennaio 2014 dovrebbe essere visibile a occhio nudo.