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Categoria: "Aiuti Umanitari"

risotto alle erbe aromatiche

 

RISOTTO ALLE ERBE AROMATICHE  

INGREDIENTI PER 2 PERSONE:  

un bicchiere di riso  

due dita di vino bianco  

un porro  

5 foglie di menta  

4 rametti di timo (da 3-4 cm)  

3/4  rametti di origano  

3 foglie di basilico  

un cuiffetto di erba cipollina  

un rametto di santolina essicato  

un rametto di rosmarino  

1 litro di brodo vegetale  

parmigiano grattuggiato (a piacere) 

 

PROCEDIMENTO:  

 Lavate e tagliate le erbe fini fini, poi fatele sobbollire un un pentolino con 2 dita d'acqua per circa 10 minuti.  

Nel frattempo rosolate il porro in una padella antiaderente con un goccio d'aqua o un filo di olio d'oliva, sfumate con il vino e quando questo sarà rappreso, versate il riso e fate tostere per circa 3 minuti.  

Aggiungete poco a poco il brodo vegetale e quando le erbe son pronte, versatele nel risotto insieme all'acqua di cottura. Terminare la cottura del riso (avrà un profumino splendido) e aggiustatelo con il parmigiano. Servite ben caldo.   

Io personalmente non ho usato il parmigiano per non rovinare il sapore delle erbe, che è molto delicato.  

Le quantità e le tipologie di erbe che ho scritto sono a mio piacimento, ognuno può aggiungere, togliere e cambiare a seconda dei propri gusti.  

Vi assicuro che è un piatto davvero ottimo!  

Un abbraccio a tutti!! 

Linda

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA GUARIGIONE DELLA CELLULA MADRE

corso sulla "GUARIGIONE DELLA CELLULA MADRE"

https://www.spaziosacro.it/guarigione-della-cellula-madre/


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Questi insegnamenti sono stati ricevuti e trasmessi  a MAGGIOR GLORIA DELLA LUCE

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LA CELLULA MADRE

All'interno dell'organismo energetico di ognuno di noi, è nascosta una Cellula Madre immortale, che ci connette ai nostri discendenti e alla "SORGENTE".

Un "VERO FRAMMENTO DELLA DIVINA MADRE", il cui scopo è l' evoluzione e la riconessione alla parte divina dell'uomo e che racchiude tutta la nostra storia e le nostre potenzialità.

La "nostra" Cellula Madre è la controparte sottile della DIVINA CELLULA MADRE

La nostra Cellula Madre SI REPLICA IN OGNI CELLULA DEL NOSTRO CORPO e contiene i semi delle memorie delle nostre ripetute venute sulla Terra che sono collegate al nostro singolo ed unico CRISTALLO AKASICO, sede della coscienza individuale, la quale si costituisce mano a mano che l'individuo incarnandosi, ha delle esperienze

Ad ogni incarnazione l'individuo ha un nuovo corpo fisico, un nuovo corpo astrale ed un nuovo corpo mentale; corpi che saranno abbandonati al termine di una vita.

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La coscienza, invece,  fa parte di un tutto che accompagna l'essere individuale dall'inizio della sua evoluzione fino a  livelli di esistenza ultracosmica.

Parliamo alla fine di Coscienza assoluta.

Allora l'evoluzione legata alla coscienza è legata ad un più grande "sentire"  Si passa da un sentire limitato ad un sentire sconfinato

SENTIRE E' GIA' GUARIRE

I corpi fisici, mentali e astrali diventano solo strumenti, veicoli, mezzi adatti per far evolvere la coscienza individuale, cioè il "sentire" dell'individuo;e alla fine di ogni incarnazione essi vengono abbandonati

La consapevolezza di un uomo incarnato non abbraccia tutta la sua coscienza, tutto il suo "sentire", non tutta la sua evoluzione raggiunta. Ecco perchè ha un costante bisogno di "ricordare" e di realizzare

Nell'evoluzione possiamo parlare di piano akasico e corpo akasico

Il piano akasico è quel piano immediatamente successivo a quello mentale ed immediatamente precedente a quello spirituale. Fu emanato dal primo suono OM , il soffio divino.

Viviamo nel mondo della dualità e quindi le difficoltà di evoluzione sono grandi e la consapevolezza non ha raggiunto gran parte dell'umanità

L'individuo che vive coscientemente è invece un Iniziato o già Maestro.  Egli vive ancora la dualità , ma non  la separazione; egli sente di  appartenere al Tutto,e nello stesso tempo, di essere se stesso come mai lo ha provato prima.

La sua Cellula Madre, essendo collegata alla Cellula Madre della Sorgente, al TUTTO, non vive lo squilibrio e non si ammala facilmente

Da questo piano si riversano sugli altri piani di esistenza, un grande amore ed una grande comprensione.

Il corpo akasico dell'individuo è il corpo formato dalla materia del piano esistenziale che sta vivendo quella incarnazione,è un corpo che serba in sé tutte le esperienze avute nelle varie incarnazioni; e si costituisce "diversamente"  man mano che l'individuo evolve.

Il corpo mentale è quel corpo che produce l'illusione della separatività, perché è l'intelligenza che  distingue l'"io" dal non "io"; tuttavia questa illusione è necessaria per formare l'autocoscienza, in altre parole, il corpo akasico.

Il corpo akasico formato da materia, in ogni incarnazione ha esperienze ed è costituito da molecole di luce o cellule

e porta in sè LA CELLULA MADRE

Occorre averne consapevolezza

Esiste un nesso profondo tra lo stato energetico della Cellula Madre e lo stato energetico dell'organismo umano nelle sue esperienze di incarnazione

Nell'allontanamento dalla "SORGENTE" l'uomo perde consapevolezza, perde il suo senso del SE',

MISCONOSCE I MOTIVI DELLA SUA VENUTA IN QUESTA INCARNAZIONE E SI SQUILIBRA

permettendo a tanti fattori  di ammalare le cellule del corpo e di alterare l'equilibrio della CELLULA MADRE stessa.

Nel cuore della galassia c'è una vibrante sorgente d'Energia, una memoria sconfinata, che racchiude  segreti  sul tempo e sugli interi universi e ai quali, attraverso la nostra Cellula Madre, noi tutti siamo collegati.

IL CHAKRA BINDU CI AIUTERA’ IN QUESTO COLLEGAMENTO PER TRASMUTARE IL DISEQUILIBRIO E DIVENIRE CONSAPEVOLI !

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"PREMETTIAMO CHE IL GUARITORE NON GUARISCE NESSUNO MA RIEQUILIBRA COSI' BENE LA PERSONA DA  AIUTARLA A REALIZZARE LA SUA AUTOGUARIGIONE QUANDO LA SUA ANIMA E' PRONTA"

Ecco perchè questa guarigione è personale e individuale

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Abbiamo detto che  per guarire ed evolvere occorre un più "alto sentire"  PARLIAMONE.

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La malattia

Nella medicina occidentale la malattia è un aggressore da combattere.
Nelle medicine olistiche, come quella Ayurvedica, la malattia è una risposta che l'individuo mette in atto per riparare ad un danno, spesso provocato da un evento esistenziale, un conflitto che può produrre un blocco. DOVUTO ALL'INCONSAPEVOLEZZA

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La vera causa della malattia in termini ayurvedici è lo squilibrio dei dosha, ovvero le tre energie corporee che influenzano tutta la materia vivente,
ma anche un uso scorretto della mente, del corpo, dei sensi, il passare del tempo e le stagioni.

.L'Ayurveda considera la malattia un essere vivente, perché generata da un essere vivente, è parte di noi.
Le cause mentali e spirituali della malattia sono:
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-l'attaccamento alle cose,
-il desiderio egoistico, che genera karma e che si esprime come squilibrio del calore (non solo corporeo), perché mentre la soddisfazione produce calma e freddezza nella coscienza, il desiderio genera il calore della passione.
Il desiderio egoistico conduce alla malattia perché ci fa agire erroneamente, contro la nostra stessa natura. E'"mancanza di buon senso".

E' un'energia non canalizzata nella giusta direzione e che può intrappolarsi in un archetipo funzionale, come un batterio, un virus, una funziona metabolica fisica o mentale, procurandoci una malattia.
I sintomi di una malattia sono l'espressione che l'organismo sta mettendo in atto dei sistemi per ripristinare un equilibrio che per qualche motivo è venuto meno. Il dolore è indice di riparazione.

"RIPARAZIONE DELLA CELLULA MADRE" che poi andrà a guarire tutte le altre cellule del corpo, se l'anima "è pronta"

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"APRIRE LE PORTE DELL'INTUIZIONE E DELLA PERCEZIONE PER GUARIRE"

Nel cammino di "apertura delle porte della percezione" ci faremo aiutare da :

1. L'APERTURA DELLO SPAZIO SACRO

2. L'APERTURA DELLO SPAZIO SENSIBILE

3. L'ENERGIA E IL CONTENIMENTO DEL REIKI

4. LA POTENZA DELLA VISUALIZZAZIONE

5. LA MENTE MEDITATIVA

6. IL CONTATTO CON IL PRINCIPIO SUPERIORE

7. L'INTENZIONE

8. LA COMPASSIONE, L'AMORE

9. LA GUARIGIONE QUANTICA

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Il potere di curare viene dallo spazio sacro e non dalla personalita’ del curatore e neppure dallo spazio sensibile.

E’ DIO che Guarisce !

E' LA CELLULA MADRE COLLEGATA ALLA DIVINA MADRE CHE OPERA LA GUARIGIONE !

fonte  www.spaziosacro.it

corso sulla "GUARIGIONE DELLA CELLULA MADRE"

https://www.spaziosacro.it/guarigione-della-cellula-madre/

ALBERI ED ENERGIA

 

ALBERI ED ENERGIA

lo studioso polacco Rajda afferma che le piante si autoregolino da sole per le loro correnti elettriche

Un aspetto di questa indipendenza biologica e’ il fatto che ogni specie arborea manifesta caratteristiche individuali proprie.

Come ogni uomo ha un diverso carattere, cosi’ le energie degli Alberi differiscono tra loro in modo sottile e, come abbiamo potuto notare ognuno di loro ha un diverso “carattere” e diverse proprieta’

Se le cariche elettriche sono basse l’Albero e’ malato.

Rajda e’ riuscito a guarire piante con danni moderati, semplicemente riportando il potenziale elettrico a livelli normali con l’ausilio di una batteria per auto!…

In questo contesto, dice lo scienziato, non e’ piu’ ridicolo abbracciare un Albero, poiche’ tra lui e noi si produce davvero uno scambio reale di energia e, in genere, l’energia dell’Albero sano e’ sempre piu’ forte di quella dell’uomo.

(Questo  testimonia,  anche l’efficace del REIKI che doniamo agli Alberi i quali, attraverso l’energia universale, divengono piu’ sani.)

 

FONTE:

carmen di www.spaziosacro.it

 

se ami GLI ALBERI visita :

http://www.dendroterapiaenergetica.it/

 

DENDROTERAPIA ENERGETICA

ARMONIZZAZIONE E

CURA CON LE ENERGIE

DELLE CREATURE ALBERO

 

 

I DODICI SEGNI di Yogi Bhajan

I Dodici Segni 

Yogi Bhajan 

Quando l'universo e le stelle tutte

Danzano e incrociano le orbite,

Lasciando code di luce

Nei triangoli dei zig zag,

La vera esistenza, e la sua lealtà, è chiamata ARIETE

Quando il mite diventa il forte,

E la giustizia risiede nel centro del Sé

E l'emotività è sostituita dalla gentilezza,

L'universo viene,

Accompagnato da un'ovazione continua,

Benedicendo la grazia del poter del Signore.

Questo è il potente TORO. 

Quando l'innocente ama l'innocente

E l'apertura diventa riservata

E la mescolanza dei tre mondi,

Passato presente futuro, giugne a termine

Si sperimenta il GEMELLI

Quando tutte le stelle danzano intorno

Alla luna riflettendo il potente sole,

Nell'aurora del giorno

E nella bellezza del tramonto,

Sono i bambini della luna che riflettono,

Con le lacrime, il Sé e l'Altruista: il CANCRO.

 

Quando fui scacciato nella savana,

Udii il ruggito del leone,

E vidi il loro branco ridere di me

Perché non potevo essere come loro.

Maestro delle bestie...Singha...il LEONE!

 

Nel sé cristallino ho visto

La genuina freschezza della luna,

E la brezza leggera

Che spandeva baci nel mattino

E la bellezza di un minuscolo cristallo,

Puro come l'acqua di rugiada

E nutrendo l'essenza del fuoco

Come un bagliore nel sole

Fui sorpreso di essere un VERGINE.

 

Quando il divino deve essere compreso,

La nobiltà va sperimentata

E la divinità va praticata,

E l'umano vuole vedere la luce.

L'equilibrio della Bilancia crea armonia,

Nell'eguaglianza dell'amore,

Con l'estasi della consapevolezza,

Per preservare la dignità di tutte le creature.

Dove la legge della vita è in equilibrio,

Esiste il dominio della BILANCIA.

 

In questa esistenza l'uomo può servire

Il buio e la luce.

Quando tutte le testimonianze celesti

Sono dimensionate per essere uno

Dalla forza del vento

E dal potere delle stelle

E quando il Signore dell'aria e dell'ego

Attacca e ingoia la consapevolezza del mondo,

Il cobra danzante, si realizza lo SCORPIONE.

 

Dal nulla al tutto,

Dal tutto al niente...in un momento.

Quando il potere della bestia

Sorpassa tutti i limiti,

E quando l'infinito

Si fonde nella bontà della realizzazione,

Nella sofisticatezza di questa virtù

Ecco il SAGITTARIO.

 

Quando i movimenti giungono a termine

E l'infinito diventa eternità,

Quando la totalità di Dio,

E il senso di bellezza della saggezza,

Gode il rapporto con il carattere nobile di fermezza,

Nasce un CAPRICORNO,

 

Per glorificare il mondo con la sua totale fermezza.

Il più bello ed esaltato sé dell'essere,

Comincia fluendo

Come nettare paradisiaco

Nel vero essere di tutti

Che vede, tocca, odora e penetra.

In questo flusso della vita, esiste l'ACQUARIO

 

Come una ninfea nella pozza d'acqua.

Tutto dall'inizio alla fine

E' la bellezza e la tendenza della vita;

Che corre in circoli

E tiene la storia dell'universo in memorie,

Ripercorrendole da una estremità all'altra.

E, quando tutte le sfaccettature del carattere

Diventano umili e si fondono per risorgere,

Nasce un PESCI,

 

Come un pesce che scivola nell'acqua

E non può vivere senza di essa,

Ma l'acqua può vivere senza esso

Per trovare la gloria della non-esistenza

Per l'esistenza del domani.

 

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fonte: 

CHE OGNI COSA SIA FATTA A MAGGIOR GLORIA DELLA LUCE 

CARMEN JOTI 

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Ass. Culturale “Spazio Sacro”

STORIE SUFI: "Safa" vuol dire purezza: i Sufi sono i Puri

STORIE SUFI

          "Safa" vuol dire purezza: i Sufi sono i Puri. Per questo se chiedete a uno se é un Sufi, non sentirete mai dire di sì, perché chi lo é, per modestia non lo dice.

"Suf" vuol dire anche lana. I Sufi dei primi secoli erano asceti che vivevano nei deserti vestiti di una lunga tunica di lana, loro unica proprietà, insieme al secchiello per l'acqua. Questa tunica era ovviamente logora e rattoppata. Queste toppe, cento come i nomi di Allah menzionati nel Corano, in epoca più tarda divennero colorate, fino a diventare il "costume" tipico del "Dervish" (poverello) del medioevo. I Dervisci sono coloro che riescono a danzare su se stessi per ore e ore

L'idiota nella grande città

Ci sono vari tipi di 'risvegli', di cui uno solo è corretto. L'uomo è addormentato, ma deve svegliarsi nel modo giusto. Questa è la storia di un ignorante che non ebbe il giusto risveglio.
Un giorno l'idiota arrivò in una grande città, restando sconcertato dalla folla che riempiva le strade.
Temendo che, se si fosse addormentato, non sarebbe riuscito, al risveglio, a ritrovare se stesso in mezzo a tutta quella gente, si legò una bonaccia alla caviglia, come segno di identificazione.
Un birbone, che aveva capito il senso del suo gesto, aspettò che si addormentasse per sfilargli la borraccia e legarla alla propria gamba. A sua volta, si mise a dormire sul pavimento del caravanserraglio.
L'idiota si svegliò per primo, vide la borraccia e subito pensò che quell'uomo doveva essere lui. Allora gli si scagliò contro, gridando: "Se tu sei me, allora, per l'amor del ciclo, io chi sono, e dove sono?".

Il grammatico e il derviscio

In una notte senza luna un derviscio, passando vicino a un pozzo prosciugato, sentì un grido: una voce cavernosa chiedeva aiuto. "Chi c'è laggiù?", chiese il derviscio, sporgendosi.
"Sono un grammatico e, poiché non conosco la strada, sono caduto inavvertitamente in questo profondo pozzo dove mi trovo ora, praticamente immobilizzato", rispose la voce.
"Tieniti, amico, vado a prendere una scala e corda", disse il derviscio.
"Un momento, prego", rispose il grammatico. "La tua sintassi e la tua pronuncia sono difettose; ti prego di correggerle".
"Se questo è così importante per tè, più importante dell'essenziale", gridò il derviscio, "allora è meglio che tu rimanga lì dove sei finché io non imparo a parlare correttamente".
E proseguì per la sua strada.

L'uccello indiano

Un mercante teneva un uccello in gabbia. Dovendo recarsi in India, paese originario dell'uccello, gli chiese se desiderava che gli riportasse qualcosa da quel paese. L'uccello chiese di ottenere la sua libertà, ma il mercante gliela negò. Allora lo pregò di recarsi in una certa giungla dell'India e di annunciare la sua cattività a tutti gli uccelli che vivevano in libertà.
È ciò che fece il mercante, ma aveva appena finito di parlare quando un uccello selvatico, simile in tutto al suo, cadde esangue ai piedi del ramo sul quale era appollaiato.
Il mercante pensò allora che doveva sicuramente trattarsi di un parente prossimo dell'uccello in gabbia, e fu addolorato di aver causato la sua morte.
Quando fu di ritorno, l'uccello gli chiese se portava buone notizie dall'India.
"Ahimè, no", disse il mercante, "temo che le notizie siano brutte! Uno dei tuoi parenti prossimi è stramazzato ai miei piedi quando ho parlato della tua cattività".
Aveva appena pronunciato queste parole, quando l'uccello indiano stramazzò a sua volta nella gabbia. ^ "La notizia della morte del suo parente ha ucciso anche lui", pensò il mercante. Era desolato; lo raccolse e andò a poggiarlo sul davanzale della finestra. All'istante, l'uccello torno’ in vita e volò sul ramo più vicino.
"Ora sai", disse l'uccello al mercante, "che ciò che per tè era una calamità, per me era una buona notizia. E nota come il messaggio, cioè come comportarmi per riacquistare la mia libertà, mi è stato trasmesso proprio da tè, mio carceriere". E volò via, finalmente libero.

L'uomo che camminava sull'acqua

 

Un giorno un derviscio dalla mentalità convenzionale, prodotto di un'austera scuola religiosa, stava passeggiando lungo un corso d'acqua, completamente assorto in problemi teologici e morali, perché quella era la forma che l'insegnamento sufi aveva assunto nella comunità cui apparteneva. Per lui la religione emotiva corrispondeva alla ricerca della Verità Suprema.
All'improvviso il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un forte grido: qualcuno stava ripetendo l'invocazione derviscia. "Non serve a niente", si disse, "perché quell'uomo pronuncia male le sillabe. Anziché salmodiare YA HU, dice U YA HU ...".
Il derviscio ritenne allora che fosse suo dovere - lui che aveva studiato con tanto zelo - correggere quel poveretto che sicuramente non aveva avuto l'opportunità di essere guidato nel modo giusto, e che probabilmente faceva solo del suo meglio per entrare in armonia con l'idea sottesa nei suoni.
Noleggiata una barca, remò in direzione dell'isola donde sembrava provenire la voce.
In una capanna di canne scorse, seduto per terra, un uomo vestito da derviscio che si dondolava al ritmo della ripetizione della formula iniziatica. "Amico mio", gli disse, "la tua pronuncia è sbagliata. Mi incombe dirtelo perché è meritevole dare consigli e altrettanto meritevole accettarli. Ecco come devi pronunciare". E glielo spiegò.
"Grazie", disse l'altro con umiltà.
Il primo derviscio risalì in barca, molto soddisfatto di aver compiuto una buona azione. Dopo tutto, non è detto che colui che riesce a ripetere correttamente la formula sacra possiede anche il potere di camminare sulle acque? Il derviscio non aveva mai visto nessuno compiere un simile prodigio, ma aveva sempre sperato, per qualche ragione, di riuscirci prima o poi.
Dalla capanna non arrivava più alcun suono; tuttavia, era convinto che la lezione aveva dato i suoi frutti.
Fu allora che udì un U YA pronunciato con esitazione: il derviscio dell'isola si era messo nuovamente a pronunciare la formula a modo suo ...
Mentre il primo derviscio era assorto nelle sue riflessioni, meditando sulla perversità degli uomini e sulla loro cocciutaggine nel perseverare nell'errore, i suoi occhi scorsero uno strano spettacolo: il derviscio della capanna aveva lasciato la sua isola e stava venendo verso di lui camminando sulla superficie dell'acqua ...
Stupefatto, smise di remare. L'altro lo raggiunse e si rivolse a lui con queste parole: "Fratello, perdonami se ti importuno, ma sono venuto a pregarti di insegnarmi ancora una volta il modo corretto di ripetere l'invocazione, perché ho difficoltà a ricordarlo".!!!!!!!!!

 FONTE. "Dervish 

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