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IL PRIMO OSPEDALE DI MEDICINA INTEGRATA IN ITALIA

In Toscana è nato il primo ospedale di medicina alternativa. La Regione Toscana ha infatti stanziato nei mesi scorsi 100.000 euro per la realizzazione del primo ospedale di medicina integrata.

A questo scopo è stato scelto l’Ospedale Petruccioli di Pitigliano, in provincia di Grosseto, dove è possibile curarsi con agopuntura,fitoterapiaomeopatiamedicina tradizionale cinese accanto alla medicina classica. In questo modo, come ha dichiarato Fabio Roggiolani, Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale “finisce una guerra tra la medicina classica e le medicine complementari, che ha causato vittime solo tra i pazienti”.

L’Ospedale sta quindi subendo una graduale trasformazione con l’inserimento di assistenti ospedalieri esperti nelle medicine complementari. I cittadini hanno la possibilità di scegliere, sia in corsia che nei servizi ambulatoriali, tra la medicina tradizionale e quella alternativa. Inoltre tutti potranno raccogliere le evidenze scientifiche di efficacia terapeutica delle medicine complementari e delle discipline bionaturali consultando i testi della biblioteca-Internet.

Questa alleanza terapeutica è frutto di tre anni di impegno. Un patto virtuoso tra politica, strutture sanitarie e società civile, al quale Pitigliano ha risposto perfettamente. Con l’inizio dell’anno uno staff di medici qualificati ha formato una equipe complessa in grado di assicurare una straordinaria offerta di salute ed efficaci soluzioni a tante patologie. Non si toglie nessuna cura, semmai si aggiungono possibilità terapeutiche.

 

Sin dall’inizio Roggiolani ha espresso la convinzione che la struttura sarebbe risultata attrattiva per pazienti di tutta Italia e che la nascita del nuovo ospedale di medicina integrata avrebbe portato anche una rete sul territorio, con l’utilizzo dei centri termali di Sorano e Saturnia e con l’avvio del primo Master di Medicina Integrataall’Università di Siena, che è iniziato lo scorso gennaio, per dare una formazione teorico-pratica a laureati in medicina, farmacia, veterinaria e odontoiatria.

E molti infatti sono stati i consensi per l’integrazione della medicina alternativa a quella tradizionale: la Toscana ha saputo unire Università e ospedale per ricondurre omeopatia, fitoterapia, agopuntura nel posto che devono occupare nella medicina.

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Ospedali e cliniche universitarie che erogano prestazioni di medicina complementare a fianco della medicina classica sono presenti in tutto il mondo, in oriente e in occidente. Lo scopo di Pitigliano, peraltro, è proprio quello di avviare sperimentazioni utili a misurare l’efficacia di queste medicine in termini di miglioramento della qualità della vita e di miglioramento della salute dei cittadini, particolarmente di quelli affetti da malattie croniche, cosiddette proprio perché inguaribili con la sola medicina convenzionale. Agopuntura, omeopatia e fitoterapia sono state riconosciute medicine complementari sulla scorta delle definizioni date dalla stessa comunità scientifica.

Terapia a scelta. Nel centro l’omeopatia ed agopuntura vengono praticate insieme alla medicina tradizionale, sia in ambulatorio che per i pazienti ricoverati. Questi ultimi, in accordo con i medici ospedalieri che li hanno in carico, possono decidere se seguire solo la terapia tradizionale o integrarla con le medicine complementari, praticate sulla base di «un approccio interdisciplinare, diagnostico e terapeutico, finalizzato alla scelta terapeutica più appropriata ed efficace in termini di qualità della vita, benessere e salute», come sta scritto nel progetto costitutivo del centro.

Quali malattie. Ci si può rivolgere alla struttura di Pitigliano per il trattamento di malattie reumatiche croniche, per gli esiti di traumi e di ictus, per la riabilitazione ortopedica e neurologica, per la cura della psoriasi e per le dermatiti allergiche, per l’asma e l’insufficienza respiratoria, per le patologie gastrointestinali, per contenere gli effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia in oncologia e nella terapia del dolore cronico e nelle cure palliative. La visita specialistica può essere prenotata direttamente dal cittadino, anche senza richiesta medica, attraverso il sistema di prenotazione Cup (Centro Unico di Prenotazione).

La legislazione. Una legge regionale (la n. 9 del 2007) garantisce il principio della libertà di scelta terapeutica del paziente e la libertà di cura del medico, e tutela l’esercizio delle medicine complementari. In particolare, la legge riconosce omeopatia, agopuntura e fitoterapia come parte integrante del Servizio sanitario regionale. In base alla legge, gli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, dei veterinari e dei farmacisti istituiscono elenchi di professionisti che esercitano le medicine complementari e rilasciano una specifica certificazione sul possesso dei requisiti. La legge istituisce anche una commissione per la formazione nelle medicine complementari.


IL PRIMO OSPEDALE DI MEDICINA ALTERNATIVA di Monica Vadi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Basato su http://www.generazionebio.com/notizie/175-il-primo-ospedale-di-medicina-alternativa.html.
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Sale cristallino dell'Himalaya : depura il corpo natuaralmente

Il sale cristallino dell'Himalaya, non solo è un sale marino integrale che è privo di sostanze inquinanti e delle loro risonanze (si è formato ca. 250 milioni di anni fa!), ma le pressioni immense a cui è stato sottoposto (simili a quelle che in composti di carbonio hanno formato i diamanti!) hanno anche mutato la sua struttura trasformandolo in cristallo.

Sia per ingestione che per contatto, il sale cristallino dell'Himalaya, è in grado di trasmetterci tutta la sua energia vitale e perfettamente assimilabile.

Le sue caratteristiche lo rendono completamente diverso dal sale marino, l'assunzione del sale tramite €œsoluzione idrosalina€ può avere effetto equilibrante sugli acidi e alcali, può regolare la pressione del sangue, migliorare le affezioni della pelle, pulire l'intestino e depura il corpo da accumuli tossinici.

 

Questo sale viene estratto manualmente, e successivamente ogni cristallo viene lavato in acqua purissima di sorgente ed asciugato al sole. Con un lavoro di grande impegno e pazienza, il cristallo di sale viene poi macinato a pietra e preparato per essere spedito.

 

Oggi, se ne trovano in commercio di molti tipi e con prezzi molto diversi fra loro, dai 3 ai 20 euro al kg. Dal momento che abbiamo assistito negli ultimi anni ad un boom di utilizzo di questo sale, il consumatore dovrà fare molta attenzione che quello che acquista sia puro sale cristallino dell'Himalaya e non salgemma proveniente dalle miniere tedesche o polacche: che presenta sì la tipica colorazione rosa, ma che non ha ovviamente le stesse caratteristiche di cui parlavamo sopra, non è conforme ai parametri del codex alimentarius e non puo essere venduto come sale alimentare.

 

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Vediamo di seguito alcune delle applicazioni :

 

( tratto dal libro Wasser und Salz ediz. Ina Verlag )

 

Anche la medicina tradizionale conosce l'effetto curativo del sale e lo impiega soprattutto nel caso di disturbi delle vie respiratorie e di malattie della pelle.

La struttura cristallina del sale in forma di acqua salata agisce in maniera che la sua vibrazione può essere mantenuta per più di 24 ore nel nostro corpo. Con l'acqua salata possiamo dare al nostro corpo esattamente la vibrazione che ci manca quando siamo ammalati. In questo caso non è la quantità che ha importanza, ma la qualità , nella biofisica conta la qualità .

Anche i pazienti con pressione alta o bassa possono trarre beneficio dall'uso di questo sale: la soluzione idrosalina con il sale dell'Himalaya, a differenza del sale da cucina, ha un effetto equilibrante grazie alla sua forza di neutralizzazione.

Peggioramento iniziale nel corso della disintossicazione

L'effetto del sale cristallino sull'organismo è esattamente l'opposto a quello delle medicine. Mentre i medicinali sopprimono un sintomo, attraverso il sale cristallino il sintomo esistente come quello latente in seguito al rifornimento energetico viene portato a sfogarsi. Questo processo è spesso connesso con un peggioramento iniziale come lo conosciamo dall'omeopatia e questo si manifesta nel vostro organo più debole o dove avete un disturbo patologico.

Nel corso del tempo l'organismo comincia a rompere i depositi, a inserirli nel metabolismo e espellerli, è necessario bere però almeno 2 litri di acqua al giorno.

 

Inalazione con acqua salata

Mettete uno o due litri d'acqua in una pentola larga, e riscaldate questa fino all'alzare del vapore.

Aggiungete al minimo 29 grammi di sale cristallino grosso o fino. Quando il sale si è sciolto, mettete la faccia sopra il vapore caldo cosicchè potete inalarlo. Coprite la testa con un grande asciugamano.

Inalate questo vapore per 10-15 minuti.

Dopo l'inalazione gli organi respiratori hanno bisogno di ca. 30 minuti per espellere le tossine accumulate attraverso il muco e la secrezione.

Questa procedura può essere ripetuta più volte al giorno secondo la gravità della malattia.

 

 

Bagno nell'acqua salata

Molto adatti nel caso di pelle secca. L'effetto disintossicante di un bagno di 30 minuti corrisponde a una cura di digiuno di tre giorni. Attraverso l'osmosi le tossine del corpo vengono esportati nell'acqua e nello stesso momento vengono assunti i minerali dall'acqua salata attraverso la pelle. Il bagno aiuta a superare l'acidità del corpo e porta ad un valore ph della pelle equilibrato e naturale.

La concentrazione del bagno può essere gradualmente aumentato dall'1 all'8 per cento.

La temperatura dell'acqua dovrebbe essere esattamente 37 gradi, così il corpo non deve impiegare energia per compensare la temperatura.

 

Se avete problemi di cuore e circolazione, consultate prima i vostro medico.

 

Se un bagno completo è troppo impegnativo, potete anche fare solo un bagno dei piedi.

 

 

L'acqua salata per applicazioni sulla pelle

Malattie della pelle, ferite, punture di insetti, herpes.

Nel caso di ferite aperte usate sempre una soluzione dell'un per cento.

Contusioni, distorsioni o rigonfiamenti possono essere trattati con una soluzione di 26 per cento.

 

L'applicazione del sale nel caso di raffreddore da fieno

Bevete ogni mattina, anche nel periodo in cui non avete il raffreddore - un cucchiaino di acqua salata diluita con buona acqua di fonte.

Bevete almeno 2-3 litri di acqua di fonte viva, povera di minerali e senza acido carbonico.

In più potete fare più volte al giorno lavaggi del naso con una soluzione dell'un per cento. Questi lavaggi aiutano a togliere il polline dalla mucosa del naso e aiutano a rigenerare quest'ultima.

Se sono colpiti anche gli occhi, fate più volte al giorno un bagno degli occhi con una soluzione dell'un per cento. Niente paura, questa soluzione non brucia perchè ha la stessa concentrazione di sale del liquido delle lacrime.

Anche per gli allergici al polline lo ionizzatore del sale cristallino porta beneficio. I pollini che causano i fastidi, non volano più nell'aria, ma vengono legati dalla nebbia dell'acqua salina e scendono per terra. Così l'aria nella stanza viene in gran parte liberata dai pollini.

 

L'applicazione del sale nel caso di mal di gola

Bevete ogni mattina un cucchiaino di acqua salata diluita con buona acqua di fonte.

Bevete almeno 2-3 litri di acqua di fonte viva, povera di minerali e senza acido carbonico.

La soluzione dell'un per cento è adatta ai gargarismi. La mucosa infiammata viene bagnata, batteri e virus vengono staccati e l'acqua salata disinfetta e rigenera la mucosa. Si possono eseguire più risciacqui della bocca al giorno.

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Nel caso di mal di gola anche un impacco con acqua salata fredda intorno alla gola riduce il fastidio. Per fare questo, prendete uno straccio, fate gocciolare sopra acqua salata, velo mettete intorno al collo e sopra un asciugamano asciutto. Lasciate agire questo impacco per un ora.

 

L'applicazione del sale nel caso di un'otite

Bevete ogni mattina un cucchiaino di acqua salata diluita con buona acqua di fonte.

Bevete almeno 2-3 litri di acqua di fonte viva, povera di minerali e senza acido carbonico.

Fate due volte al giorno lavaggi del naso con una soluzione dell'un per cento.

Per procurare sollievo ai dolori negli orecchi, i sacchetti di cottone o lino con il sale hanno dato buoni risultati. Il sacchetto viene riscaldato nel forno tra 50-60° e poi appoggiato sull'orecchio per ca. 20 minuti. Potete ripetere questa applicazione più volte al giorno.

 

L'applicazione del sale nel caso di bronchite

Bevete ogni mattina un cucchiaino di acqua salata diluita con buona acqua di fonte.

Bevete almeno 2-3 litri di acqua di fonte viva, povera di minerali e senza acido carbonico.

Fate ogni giorno una o due volte un'inalazione con acqua salata dell'un per cento. La concentrazione può essere aumentata fino a tre per cento.

 

L'applicazione dell'acqua salata nel caso di problemi di digestione

Bevete ogni mattina un cucchiaino di acqua salata diluita con buona acqua di fonte.

Bevete almeno 2-3 litri di acqua di fonte viva, povera di minerali e senza acido carbonico.

Se bevete l'acqua salata per alcuni mesi le strutture cristalline dei calcoli biliari possono rompersi ed essere espulsi. Questo può essere collegato con coliche dolorose.

Nel caso di disturbi del fegato o della bile o crampi nella zona dello stomaco o intestino, un impacco caldo con acqua salata dà sollievo.

Preparate una soluzione con mezzo litro di acqua calda e 50-100 grammi di sale. Bagnate un panno di cottone nella soluzione e lo mettete sulla posizione dolente. Avvolgete la pancia con un asciugamano asciutto e riposate per ca. 30 minuti.

 

L'applicazione del sale nel caso di malattie degli occhi

Nel caso di disturbi acuti, dovreste fare due, tre volte al giorno un bagno degli occhi con acqua salata dell'un per cento fino alla guarigione. Nel caso di malattie croniche degli occhi fate per un periodo più lungo, una o due volte al giorno un bagno degli occhi con acqua salata dell'un per cento. Non preoccupatevi: la soluzione dell'un per cento non brucia, perchè corrisponde alla concentrazione del liquido delle lacrime.

 

L'applicazione del sale per bocca e denti

Lavate i vostri denti ogni mattina con acqua salata concentrata. Pressate l'acqua con la lingua tra i denti. Fate i gargarismi con l'acqua salata. Sputate l'acqua dopo ca. tre minuti.

 

DOMANDE FREQUENTI SUL SALE CRISTALLINO DELL'HIMALAYA

 

1) Come si prepara la soluzione di acqua salata satura?

Mettete alcuni pezzi di sale in un vetro con coperchio possibilmente di vetro (metallo - corrosione!) e coprite questi con buona acqua di fonte. L'acqua salata è satura, quando c'è ancora un pezzo di sale nell'acqua.

2) Come si prepara la soluzione di acqua salata dell'un, due, tre, 10 per cento ecc.?

Fate sciogliere la quantità di 10g, 20g, 30g, 100g in un litro d'acqua.

3) Esiste una scadenza per l'acqua salata?

L'acqua salata satura del 26% non offre possibilità di inserimento ai batteri e germi e perciò ha una durata illimitata. Perciò potete conservare l'acqua salata in un luogo qualsiasi. L'energia del sole è vantaggiosa per l'acqua salata, perciò la conservazione nella stanza alla luce del sole viene considerata quella migliore.

4) Che cos'è una cura con acqua salata?

Una cura con acqua salata è una possibilità per il corpo di liberarsi dalle tossine. Il vostro corpo viene strutturato nuovamente ed energetizzato. Per questo dovreste bere almeno ca. 2 litri di acqua con pochi minerali. Consigliamo di prendere la mattina a digiuno un cucchiaino di acqua salata (26 %) in un bicchiere di acqua di fonte.

5) Quanto dura un 1 kg di pezzi di sale per l'applicazione normale?

Se bevete la mattina un bicchiere di acqua di fonte fresca con un cucchiaino di acqua salata, il vetro di 1 kg di sale cristallino a pezzi dura per ca. due anni (per una persona). Se invece usate l'acqua salata anche per altre applicazioni (p.es. per lavare i denti tre volte al giorno con un cucchiaino di acqua salata 26%) il kg di sale a pezzi durerà ca. ½ anno.

6) Perchè l'acqua è così importante?

Senza l'acqua non possiamo esistere. Il nostro corpo consiste ca. del 70% di acqua, il nostro cervello persino di più del 90%. L'acqua trasporta le sostanze nutritive a tutti gli organi, approvvigiona i nervi, mantiene la capacità di funzione e riproduzione di tutte le cellule, è necessaria per tutti i compiti? del sangue e della linfa e regola la temperatura del nostro corpo. L'acqua inoltre lava le tossine che vengono prodotte in continuazione dai reni, l'intestino, la pelle e dai polmoni. Perdiamo ogni giorno ca. due litri di questa sostanza preziosa. Dobbiamo sostituire quest'ultima, perciò dovremmo bere almeno due litri al giorno.

7) Cosa succede, se non beviamo acqua a sufficienza?

All'inizio il corpo compensa la mancanza di acqua: per poter sciogliere le scorie, usa la preziosa acqua cellulare. In questo processo muoiono delle cellule, si formano cellulite, gonfiamenti ed edemi. Se nell'organismo per tanto tempo non è disponibile dell'acqua pura a sufficienza, sempre più scorie e tossine vengono depositate nei vasi e tessuti del corpo. Questo sovraccarica gli organi del metabolismo e dell'escrezione. Il liquido dei tessuti, il sangue e la linfa si addensano, le forze immunitarie vengono ridotte, la trasmissione degli impulsi dei nervi viene diminuita o bloccata del tutto, il rinnovamento delle cellule si rallenta e si invecchia più velocemente.

8) Perchè vengono tolti tutti gli elementi buoni dal sale?

Il 93% della produzione mondiale di sale viene utilizzato per scopi industriali. Per diversi processi chimici come per esempio per la produzione di vernici, serve il cloruro di sodio puro. Purtroppo è lo stesso sale che finisce anche nelle nostre saliere. All'uomo piace tutto ciò che è raffinato, non importa se si tratta di farina, zucchero o sale, deve presentarsi perfettamente pulito, scorrevole e bianco come la neve. Al normale sale da cucina non vengono tolti solo quasi tutti i suoi elementi preziosi, ma vengono aggiunti anche conservanti, affinchè rimanga sciolto, di granuli uniformi, asciutto per anni e sempre pronto per essere cosparso. Nella saliera si trova persino l'idrossido di alluminio altamente tossico che può danneggiare il nostro cervello. Il semplice sale alimentare per questo motivo è altamente aggressivo. Insieme con le sostanze aggiunte è un sovraccarico per il nostro metabolismo e gli organi escretori. Il sale puro e naturale è salutare ed essenziale.

9) Allora senza sale non funziona niente nel corpo?

E' vero. Gli impulsi dei nervi possono essere trasmessi solo quando c'è abbastanza sale nei liquidi del corpo. Tutti conosciamo dalle lezioni di fisica la capacità conduttiva del sale: se si mettono due fili di un circuito di corrente interrotto in un bicchiere con acqua distillata e si collega una lampadina, questa non si accende. Quando si mette invece un po' di sale nell'acqua, la lampadina si accende subito. Questo funziona

 

 

 

 

 

 

 

http://www.mylifeisbeautiful.it/index.php/il-sale-cristallino-dellhimalaya

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L'industria farmaceutica e' arrivata all'invenzione di nuove malattie per produrre nuovi farmaci

Il settore farmaceutico, ormai nelle mani dei colossi del settore, è decisamente molto ricco. Ma si sa, per far soldi servono soldi. Non è un caso, infatti, se in questo campo oggi si spende più denaro per il marketing che per la ricerca. Per essere più precisi, il Big Pharma (l’appellativo dato all’industria farmaceutica) impiega un terzo dei ricavi e un terzo del personale per collocare nuovi medicinali sul mercato. Pionieri di questo nuovo approccio con la salute sono gli Stati Uniti, dove tra il 1996 e il 2001 il numero dei venditori di farmaci è cresciuto del 110%, passando da 42.000 a 88.000 agenti. Non solo, per promuovere i suoi nuovi prodotti questo settore spende ogni anno da 8.000 a 13.000 euro per ogni singolo medico [1].

Nota come Disease mongering, o mercificazione della malattia, questa pratica estrema del marketing funziona in modo abbastanza semplice: basta abbassare i valori di una grandezza misurabile (diabete, pressione arteriosa, colesterolo ecc.), o diagnosticare come disturbo una presunta anomalia del comportamento (tristezza, ansia, timidezza) e il numero di malati cresce automaticamente. In effetti, la logica è la stessa di quella che domina in generale nella società dei consumi: come si è passati dalla produzione di merci per il loro consumo al consumo fine a se stesso per continuare a produrre merci, così si è passati dall’invenzione di nuove medicine per la cura delle malattie all’invenzione di nuove malattie per produrre nuovi farmaci.

Il caso più eclatante si è probabilmente verificato nel 2004, quando una commissione di “esperti” negli Stati Uniti ha riformulato la definizione di ipercolesterolemia (l’eccesso di colesterolo nel sangue). In pratica, riducendo i livelli ritenuti necessari per autorizzare una cura medica, hanno letteralmente triplicato da un giorno all’altro il numero di persone che potevano avere bisogno di cure farmacologiche. Un dettaglio importante: otto dei nove membri di quella commissione lavoravano a quel tempo anche come relatori, consulenti o ricercatori proprio per le case farmaceutiche coinvolte nella produzione di farmaci ipocolesterolemizzanti [2]. E questa è solo la punta dell’iceberg. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA), già nel 2002 l’87% degli autori delle linee guida cliniche aveva conflitti d’interesse a causa di legami con l’industria farmaceutica. Di questi, il 59% aveva rapporti diretti con i produttori dei farmaci relativi alle patologie per cui era chiamato a stilare le linee guida [3].

Attraverso il Disease mongering le persone vengono persuase del fatto che problemi prima accettati come un semplice inconveniente, o come “parte della vita”, debbano ora destare preoccupazione e abbiano bisogno di cure mediche. Il fenomeno è tanto diffuso che il prestigioso British Medical Journal ha pubblicato, già nel 2002, una “Classificazione internazionale delle non-malattie”: oltre 200 condizioni ritenute a torto come patologiche [4]. Vediamo le prime dieci, anche se ci si potrebbe davvero divertire, elencandole tutte: invecchiamento, lavoro, noia, sacchi lacrimali, ignoranza, calvizie, efelidi (una sorta di lentiggini), orecchie a sventola, capelli grigi/bianchi, bruttezza.

Purtroppo, però, non c’è molto da scherzare. Non solo per le dimensioni che hanno raggiunto queste pratiche, ma anche perché ci vorranno decenni, prima che le si possano sradicare dal sistema socio-sanitario. Oltre alle ingenti cifre di denaro investite, infatti, c’è da considerare che i regali (inviti a pranzo o in vacanza, accesso a congressi in località esotiche e numerosi altri sottili meccanismi di persuasione) non sono riservati solamente ai medici praticanti. La corruzione inizia infatti già con regali da parte delle industrie farmaceutiche agli studenti di medicina prossimi alla laurea: futuri professionisti pronti a collaborare nel lancio di nuove “campagne di sensibilizzazione” con pubblicitari alla Vince Parry. Questo professionista del marketing, in un articolo intitolato “L’arte di inventare malattie”, rivelò pubblicamente di collaborare con le case farmaceutiche per “creare nuove idee su disturbi e malattie e un nuovo modo di pensare alle cose per massimizzare le vendite dei farmaci”[5]. Del resto, scrive Parry, “le case farmaceutiche oggi promuovono non solo i propri farmaci, ma anche i disturbi necessari a creare il mercato per i propri prodotti”. Questo modo di vedere il settore farmaceutico arriva però da più lontano. Trent’anni fa Henry Gadsen, direttore della casa farmaceutica Merck, dichiarò alla rivista Fortune: “Il nostro sogno è produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque”.

Bene, sembrerebbe proprio che siamo arrivati a questo punto. Per questo servono urgentemente dei provvedimenti, sia a livello legislativo che mediatico. Basti pensare che, secondo una ricerca francese, la metà dei prodotti oggi sul mercato è inutile, il 20 per cento è scarsamente tollerato dai malati e il 5 per cento è addirittura potenzialmente pericoloso per la salute [6]. Ne va quindi delle nostre tasche, ma anche e soprattutto delle nostre vite. Questa estrema medicalizzazione della società, in effetti, porta da una parte a terapie inopportune, dall’altra ad enormi sprechi di denaro (spesso pubblico) che compromettono la già traballante sostenibilità economica di interi sistemi sanitari. Il tutto sottraendo risorse utili alla cura e alla prevenzione di patologie reali. E perché no? Alla tanto magnificata ricerca.

Testo estratto dal libro “Medicina Ribelle. Prima la salute, poi il profitto”. Edizioni L’Età dell’Acquario


[1] Joerg Blech, “Gli inventori delle malattie. Come ci hanno convinti di essere malati”. Lindau, 2006

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[2] Lenzer J. US consumer body calls for review of cholesterol guidelines. BMJ 2004; 329:759

[3] Choudhry N. Relationship between authors of clinical practice guidelines and the pharmaceutical industry. JAMA 2002; 287: 612-617

[4] Smith R. In search of non disease. BMJ 2002; 324: 883-885

[5] Parry V. The art of branding a condition. Medical Marketing & Media, London, 2003: 43-49

[6] ”Inutile un farmaco su due È polemica sulla scoperta dei ricercatori francesi” (articolo)

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Le ragioni scientifiche per non abusare della soia

 

Le ragioni scientifiche per non abusare della soia

 

 

Mangiare sano significa scegliere accuratamente le materie prime di cui nutrirsi, indipendentemente dal tipo di dieta che abbiamo deciso di intraprendere. A volte però, cibi che vengono popolarmente ritenuti salubri o innocui, possono nascondere delle insidie per la nostra salute, soprattutto se vengono consumati ogni giorno, e anche per l'ambiente che ci circonda. Leggere articoli scientifici aggiornati può essere complicato e spesso le notizie vengono tenute nascoste da chi vedrebbe calare le vendite dei loro prodotti.

Ecco alcuni alimenti che hanno serie controindicazioni, e nei link trovatei riferimenti scientifici che lo provano:

LA SOIA

Spesso chi diventa vegetariano o vegano, tende a sostituire gli alimenti di origine animale consumando latte di soia, tofu, yogurt di soia...in realtà questa non è una pratica realmente salutare.

Come molti legumi la soia contiene delle sostanze chiamate "antinutrizionali", dei fitochimici tossici per il nostro corpo, che da sempre vengono eliminati dai legumi che consumiamo grazie all'ammollo, alla cottura ed i cui effetti vengono mitigati dal fatto di consumarli insieme ai cereali (leggi qui altre iformazioni su questo tema).

Il 90%  dellla soia coltivata nel mondo è geneticamente modificata, ed è tollerata per legge una percentuale di inquinamento OGM anche nella soia biologica. La soia si trova in una grande quantità di alimenti trasformati in quanto i suoi derivati sono di uso comune sotto forma di farina, olio e lecitina. La lecitina è un emulsionante di provenienza quasi esclusiva dalla soia, mentre la dicitura "grassi vegetali" e "grassi vegetali idrogenati" corrisponde in circa l'80% dei casi ad olio di soia. L'olio di soia non contiene DNA, ed è quindi impossibile verificare la sua provenienza da soia OGM o BIO.

Nei paesi asiatici, i prodotti consumati a base di soia sono sempre fermentati, anche il tofu in cina viene spesso fatto fermentare prima di essere cucinato. Miso, slasa di soia, tempeh, natto, sono tutti alimenti fermentati in modo naturale, e consumati da millenni dalle popolazioni asiatiche senza problemi per la loro salute, anzi, questo processo naturale aumentano il valore nutritivo di questo alimento.

 

La maggior parte degli alimentii trasformati a base di soia venduti come sostituti della carne, sono fatti con proteine ​​di soia isolate e trasformate, spesso con l'aggiunta di monodigliceridi degli acidi grassi e altre sostanze che li rendono più palatabili. Chi diventa vegano spesso consumando questi alimenti cerca di non privarsi dei piaceri della tavola di cui godeva in passsato, e inizia a consumare formaggio di soia, panna di soia, hamburger di soia, hot dog di soia, gelato di soia, yogurt di soia. Ma non tutto ciò che è vegetale è salutare (vedi la margarina al posto del burro), e da un punto di vista salutistico questi prodotti industriali non sono meglio e dei loro corrispondenti prodotti industriali di origine animale.

 

Il fatto che la soia sia un vegetale, non significa che sia salutare, nemmeno per gli animali: in molti allevamenti mangimi a base di mais e soia sono diventati la base per l'alimentazione di animali nati per consumare erba, ruminanti, perché questi semi, ricchi di proteine e coltivati intensivamente, ​​contribuiscono a portare gli animali al peso di mercato più velocemente. Ma il sistema digentivo dei ruminanti è progettato per digerire l'erba, non i semi e il bestiame allevato in questo modo sviluppa malattie, tra cui ascessi epatici e proliferazione di batteri nocivi come l'Escherichia coli, pericoloso anche per la salute umana.

Il consumo di soia non fermentata da parte degli esseri umani è dunque una novità per il nostro organismo, e chi esagera nel loro consumo si espone ad effetti che ancora non possono essere previsti. Sono in corso studi sulla possibilità che gli isoflavoni contenuti nella soia alterino la produzione di testosterone negli uomini: gli isoflavoni sono dei composti che si legano ai recettori degli estrogeni, ii principali ormoni sessuali femminili, e per questo sono studiati ed utilizzati da anni per bilanciare gli ormoni delle donne in menopausa. I risultati degli esperimenti sembrano negativi, gli isoflavoni sembrano modulare la produzione di estrogeni nelle donne in menopausa, ma non alterare la produzione di testosterone e quindi la fertilità nei maschi adulti, ma gli studi sono appena iniziati, volete fare parte delle cavie che tra qualche decina di anni ci riveleranno gli effetti reali della soia non fermentata sulla salute umana?

Inoltre la soia continene delle sostanze che possono interferire con  la funzionalità della tiroide (causando ipotiroidismo) e sono documentati casi di gozzo negli infanti alimentati con latte di soia.Intanto il consumo giornaliero di questi alimenti ha aumentato in modo esponenziale le allergie e le intolleranze alla soia, e i bambini nascono già allergici alle sue proteine.

Io applico la regola del buonsenso:

Latte di soia biologico o tofu al massimo una o due volte a settimana. Non mangiare mai la stessa cosa tutti i giorni è la regola migliore da seguire, a mio parere, per "restare amici" di tutti gli alimenti. E non seguire le mode. Informarsi. Perchè la salute è il bene più prezioso.

 

Isy

Sono Isy, e amo la natura. Sono laureata in Scienze Naturali e specializzata in botanica ed etnobotanica. Amo scavare nei ricordi e nelle tradizioni, imparare della culture lontane e passare il tempo all'aria aperta. Fotografo e raccolgo erbe spontanee o che coltivo io stessa, che poi trasformo in cibi, cosmetici, medicamenti...

http://www.traccediclorofilla.com/

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L'incredibile messaggio per gli esseri umani che pensano di essere liberi

 

L’incredibile messaggio per gli esseri umani che pensano di essere liberi

 

Siamo convinti di avere la libertà di stampa, la libertà d’espressione, la libertà di culto, il libero mercato, le frontiere libere, la libertà di poter scegliere il corso di studi preferito e di cercare/creare il nostro lavoro.

La parola libertà riecheggia quotidianamente nelle case della massa assopita dai programmi Tv, insinuandosi perfino nelle menti malinformate di chi legge gli articoli di giornale dei pennivendoli asserviti al sistema.

Ma che strano, perché tutta questa continua necessità di rimarcare il concetto di libertà? Se vivessimo realmente in condizioni di libertà, che bisogno ci sarebbe di sottolinearlo continuamente? Davvero siamo così liberi come ci dicono o forse ci stiamo solamente illudendo di esserlo?

Per cercare di rispondere a queste domande, voglio raccontarvi l’incredibile storia di un normale essere umano che visse tutta la sua vita credendo di essere libero, una storia che riguarda da vicino un po’ tutti noi…

Salve, io sono un essere umano e so di essere libero, proprio come voi che state leggendo questa storia! Come faccio ad esserne certo? Oh, è molto semplice! Basta ripercorrere le tappe fondamentali della nostra vita.

La libertà permea così a fondo la nostra esistenza da manifestarsi fin dal preciso istante nel quale veniamo al mondo.

Nostro padre è talmente libero da non riuscire a trovare il tempo necessario per veder nascere suo figlio/a. No, non è una scusa! Vorrebbe essere lì con noi, ma non può perché è troppo impegnato con il suo lavoro.

Tornati a casa dall’ospedale, pochi mesi più tardi, anche nostra madre ci abbandona per molte ore al giorno, perché la maternità finisce, ed è di nuovo libera di tornare a lavorare.

I papà e le mamme sono talmente poco condizionati dalle proprie attività lavorative, che non possono vedere crescere i loro figli se non in modo fugace, sfruttando quei rari momenti di freschezza e lucidità recuperati nei giorni festivi.

Quasi sempre, in virtù esclusiva della loro libertà, i nostri genitori sono costretti a consegnarci a delle apposite strutture: prima gli asili nido e poi gli asili veri e propri.

Difficilmente un genitore può permettersi il lusso di rimanere a casa, perché con un solo stipendio, oggi, si è liberi di non riuscire ad arrivare a fine mese.

E per fortuna che i nostri genitori ce l’avevano un lavoro, stabile e sicuro, altrimenti sarebbero stati talmente liberi, che non avrebbero neppure pensato di metterci al mondo, visto che poi non sarebbero riusciti a sfamarci.

Poco dopo aver iniziato a camminare e a proferire parola, siamo talmente liberi che i nostri genitori ci spediscono a scuola.

E meno male che ci sono i rientri pomeridiani, altrimenti quegli stacanovisti dei nostri genitori avrebbero dovuto assoldare i nonni, bene che vada, o una baby-sitter.

A scuola siamo talmente liberi di scoprire il mondo e di formare la nostra visione personale, che fin dai primi giorni ci costringono a stare seduti per tutto il tempo, al fine d’inculcarci delle verità precostituite, avvalendosi di meccanismi traumatici e ricattatori, come le note o, ancora peggio, la bocciatura.

Lo fanno a fin di bene, ovviamente! Se non fosse che i programmi scolastici sono sempre stabiliti dal ministero dell’istruzione, un organo fondamentale del governo: un candido strumento al servizio del benessere di tutti gli esseri viventi.

Ah scusate, mi sono confuso, quello avviene nel modo delle fiabe!

Nel mondo reale lo stato è il più potente strumento al servizio degli interessi del potere che, in un’economia capitalistica, coincidono con il raggiungimento del profitto dei capitalisti, e non con il benessere di tutti gli esseri viventi!

I programmi ed i metodi d’insegnamento vengono stabiliti così bene ed in modo così libero, ma così libero, che a scuola c’insegnano che non si deve esercitare lo spirito critico, ma che si deve imparare a memoria le (presunte) verità che l’insegnate ci presenta, esattamente come sono, senza discutere, sulla base di un validissimo principio di autorità: l’ipse dixit.

La logica, la matematica, l’approccio scettico-razionale e quello scientifico? No, quelle sono cose inutili, ostiche, difficili, che interessano solo i geni, che conducono alla pazzia e all’emarginazione sociale.

Ovvio, se non fosse così, il giovane studente, divenuto adulto, potrebbe esercitare il suo spirito critico per rimettere in discussione il potere, e questo, come tutti sanno, è bene che non avvenga in una società dove regna la libertà di mantenere sotto controllo un gran numero di persone.

Già che ci sono, nei programmi inseriscono pure qualche ora d’indottrinamento religioso, tanto per essere sicuri che i ragazzi non imparino mai a pensare, ma che invece credano in modo acritico fideistico a ogni sorta di assurdità.

Ovviamente abbiamo la libertà di culto, eppure siamo così liberi, ma così liberi di scegliere la nostra religione (o di diventare atei/agnostici), che stranamente quasi tutti praticano il medesimo credo dei propri genitori, salvo rarissime eccezioni.

Siamo talmente liberi che arrivati a 13/14 anni già bisogna scegliere un indirizzo per la scuola superiore, senza neanche avere la più pallida idea di che cosa significhi realmente quella scelta per il nostro futuro; eppure, ci dicono, è bene che decidiamo liberamente in prospettiva del lavoro che vorremmo fare da grandi.

Siamo talmente liberi che già a scuola iniziano a catalogarci e a etichettarci, impartendoci un sapere settorializzato e marchiandoci a vita con delle valutazioni.

Non c’è un corso di studi volto allo sviluppo dell’interezza dell’essere umano, perché il capitale non ha bisogno di simili individui, ma di specifici automi.

Gli attori dell’economia di libero mercato pretendono che la scuola e l’università sfornino macchine per svolgere un preciso ruolo, che devono essere strettamente intercambiabili l’una con l’altra, in modo da avere uno scarso valore commerciale ed essere così maggiormente ricattabili.

Ma la cosa più importante è che gli studenti non devono capire nella maniera più assoluta di essere “umani”, individui unici ed irripetibili, che hanno un valore intrinseco incommensurabile.

Non devono neanche comprendere il reale valore del tempo della vita, né la straordinaria importanza della libertà, né tanto meno il fatto che la complessità dell’esistenza gli riserva uno spettro pressoché infinito di possibilità, altrimenti non si sottometteranno mai in modo libero e volontario, ovviamente, alle assurde necessità del sistema capitalistico basato sull’ideologia del libero mercato.

Dopo ulteriori 5 anni di studi demotivanti, noiosi e forzosi, che finiscono per allontanare quasi tutti gli studenti dalla passione per il libero pensiero e dalla vera sete di conoscenza, saremo talmente liberi da dover effettuare un’altra scelta gravosa:

andare a lavorare, oppure continuare gli studi per poi andare a lavorare, sempre in virtù esclusiva della libertà di poter scegliere che cosa fare della nostra vita.

Ovviamente prima d’iniziare a lavorare, pena il morire di fame, sia chiaro, sempre e comunque in modo volontario, dovremo cercare “il” lavoro che pensiamo di voler fare, che però dopo qualche mese di ricerca diventa “un” lavoro che vogliamo fare che, dopo un altro po’ di attesa, diventa un lavoro, che per molti si trasforma in un apprendistato sottopagato o in un’attività di volontariato gratuita o in disoccupazione.

Iniziamo così a sperare liberamente di poter lavorare a qualsiasi condizione. Ma siamo liberi, quindi, se il lavoro non c’è possiamo inventarcelo, diventando imprenditori di noi stessi!

Esattamente! Siamo talmente liberi che le attività che possiamo pensare di avviare devono essere necessariamente remunerative, altrimenti non sarebbero economicamente sostenibili.

Quindi, se per disgrazia ciò che ci piace fare non genera profitto, l’economia di libero mercato c’impedisce di farne la nostra principale attività di vita.

Pazienza, metteremo liberamente i nostri sogni in secondo piano, perché la nostra scelta libera è di lavorare e non di fare ciò che vorremo fare!

Così, se non abbiamo denaro per vivere di rendita (potendo dedicare il nostro tempo a tutto ciò che ci piace), o se non abbiamo abbastanza capitale e/o idee per avviare un’attività che generi profitto, bisognerà, sempre in tutta libertà, recarci a mendicare il lavoro da chi invece di capitale ne possiede perfino in abbondanza a causa della libertà di accumulare anche in eccesso, nonostante altri esseri umani stiano liberamente vivendo in povertà da qualche altra parte del mondo.

Li chiamano imprenditori, datori di lavoro o benefattori, perché ti offrono la possibilità di poter lavorare in cambio della maggior parte del frutto del tuo lavoro, che gli viene riconosciuto grazie alla nostra volontà di donarglielo, che sia chiaro!

Una volta firmato un contratto, potremo finalmente iniziare a lavorare. Per ringraziati del fatto che tu con il tuo lavoro manterrai lui e la sua famiglia, consentendogli perfino di vivere nel lusso, il capitalista sarà libero di sottoporti a ritmi di lavoro disumani, e sarà anche libero di licenziarti, se per disgrazia ti rifiutassi di svolgere diligentemente le mansioni che ti verranno assegnate.

Tu invece, essendo un lavoratore subordinato, sarai libero esclusivamente di ringraziare per la possibilità di essere sfruttato, o di rimanere senza lavoro, rischiando così di diventare povero e dormire per strada.

Prima di tutto però, per meritarti l’assunzione, devi liberamente sottoporti a dei test psico-attitudinali, come se fossi una cavia da laboratorio.

Perché ci fanno questo? Sempre per il nostro bene, non c’è posto per tutti, quindi sono costretti a scegliere il migliore. E gli altri? Quelli che rimangono fuori? Gli altri sono liberi di cercare un altro lavoro o di vivere in povertà, ovviamente.

Proprio così! Perché in un mondo dove regna la libertà, gli esseri umani non hanno la certezza di trovare un lavoro dignitoso che gli permetta di vivere serenamente la vita, no! In un mondo veramente libero, il lavoro è mal ripartito: invece di lavorare tutti 5-6 ore, c’è chi lavora 8-10 ore e chi niente; così gli esseri umani devono scannarsi vicendevolmente per farsi assumere, provocando la disperazione degli altri e la propria (illusoria) felicita, che purtroppo durerà ben poco.

Infatti chiunque riesce a trovare un lavoro ben presto si accorge di essere talmente libero, ma talmente libero, da non aver più tempo per fare niente al di fuori dell’ambito della sua attività lavorativa.

In pratica il lavoro diventa la sua vita e la sua vita diventa il suo lavoro, e questa rappresenta la massima espressione di libertà per un lavoratore subordinato (e non solo!). Ma il lavoro rende liberi, giusto?

In generale chi lavora è talmente libero che si comporta come un carcerato spontaneo, che si rinchiude volontariamente nella propria cella per 8-10 ore al giorno per 40 anni. Quest’attività protratta per un tempo così elevato provoca da sempre problemi psico-fisici di ogni genere.

Che lavorare sia estremamente bello, salutare e divertente è un fatto ovvio. Infatti il lavoratore medio è talmente motivato e si reca talmente liberamente al lavoro il lunedì mattina, che i medici si sono dovuti inventare un nome da dare ad una nuova sindrome che, con molta fantasia, hanno deciso di chiamare: “sindrome del lunedì” (in Italia ne soffrono 6 lavoratori su 10).

Un’altra prova del fatto che il lavoro sia salutare, consiste nel fatto che quando un lavoratore si ammala, il medico gli prescrive dei giorni di riposo. Infatti, come tutti sanno, lavorare fa così bene alla salute che per guarire è meglio stargli lontano!

Lavorando tutti, prima o poi, ci accorgeremo che il nostro ruolo, che pensiamo di aver scelto liberamente tra quelli disponibili e al quale abbiamo avuto la libertà di adattarci, non è stato concepito per essere bello, piacevole o motivante, ma è stato ideato per essere funzionale al profitto del capitale.

Così, pur subendo volontariamente un furto da parte dei capitalisti e nonostante svolgeremo un ruolo incompatibile con la nostra natura umana, avremo un misero stipendio, che useremo per comprare una macchina da usare tutti i giorni per andare liberamente al lavoro; una bella casa, che utilizzeremo per dormire quando non saremo al lavoro; del cibo per mantenerci in vita, in modo tale da poter lavorare in modo efficiente; numerose cianfrusaglie, quali vestiti di marca, che poi resteranno quasi sempre in armadio perché non avremo neanche il tempo per indossarli; oltre a un non ben precisato numero di ammennicoli di scarsa qualità, acquistati in modo libero a seguito di continue pressioni psicologiche dovute alla pubblicità o ad altri condizionamenti sociali.

In questo modo saremo liberi e felici di far arricchire i nostri benefattori lavorando con modalità disumane sì, proprio quelli che ci hanno dato la possibilità di farci rubare una parte consistente del frutto del nostro lavoro; di pagare un mutuo, che ci costringerà amorevolmente a lavorare minimo per altri 30 anni, con somma gioia degli azionisti della banca; e di alimentare i processi consumistici, che riprodurranno ritmi di consumo sempre più rapidi, in modo da generare un maggior profitto per i capitalisti, oltre che un indesiderabile inquinamento ambientale.

Con il nostro libero consumo di prodotti, che inspiegabilmente si guastano, non sono riparabili, diventano obsoleti e fuori moda, spingeremo la macchina economica ancora più velocemente, permettendo così anche ad altri esseri umani di procurasi liberamente la propria condizione di asservimento.

I vestiti alla moda e la nuova auto però, aumenteranno la probabilità d’incontrare il/la compagno/a della vita che, in modo del tutto libero, e non a causa di consuetudini sociali, decideremo di sposare, salvo divorziare altresì liberamente dopo un po’ di anni.

Il tutto non prima di aver messo al mondo delle creature indifese che, a loro volta, saranno liberamente costrette a subire la stupidità dei propri genitori, vittime delle inevitabili complicazioni di una convivenza forzosa e di un mix illusorio di fedeltà e amore eterni.

La nostra vita andrà avanti tra libere privazioni, dovute alla mancanza di tempo e/o di denaro riconducibili all’attività lavorativa, sperando di continuare a lavorare fin quando non saremo vecchi e inefficienti per generare profitto.

Fine della storia. Perché? E’ semplice: non succederà più niente di significativo. Saremo diventati dei perfetti ingranaggi al servizio della macchina economica. Strapperemo i fogli dal calendario uno dopo l’altro, conducendo giornate sempre più simili, sempre più vuote e sempre più inutili.

Il resto della nostra vita volerà via… fin quando il capitale, dopo averci sfruttato per 40 anni, ci getterà come dei rifiuti industriali. Saremo liberi di smettere di lavorare, percependo addirittura una misera pensione!

Avremo 70 anni, e molto probabilmente verseremo in condizioni psico-fisiche indecorose. Impiegheremo quasi tutta la pensione per acquistare liberamente i medicinali che ci serviranno per sopravvivere altri 10-15 anni, bene che vada, con somma gioia delle multinazionali del farmaco.

Dovremo decidere che cosa fare di quel poco tempo libero che avremo ancora a nostra disposizione, prima di sceglie liberamente di finire in un ospizio, in un letto d’ospedale o di passare a miglior vita, ma a quel punto lo spettro delle infinite possibilità, che ci si manifestava in tutta la sua magnificenza innanzi ai nostri occhi da giovani, la cui vista ci veniva sapientemente preclusa dai condizionamenti del sistema, si sarà ridotto così tanto, ma così tanto, che saremo liberi di sceglie un qualsiasi elemento d’un insieme vuoto.

In quel preciso istante, ripercorrendo all’indietro la nostra esistenza, coglieremo l’inganno e realizzeremo di non aver vissuto un sol giorno in condizione di libertà, ma di esserci illusi quotidianamente, tra una costrizione e l’altra, di essere liberi.

Il nostro tempo sarà svanito e non avremo vissuto neanche da vivi.

Non ci resterà che la magra consolazione di un’altra illusione: quella dell’aldilà.

Inspiegabilmente lo spirito del tempo s’introdurrà nella nostra mente e così capiremo una sconvolgente verità:

Perché dall’infinito spettro delle possibilità che ci prospetta la complessità dell’esistenza, ci riduciamo a scegliere tra una manciata di ruoli preconfezionati, che poi speriamo di svolgere per tutta la vita? È la società che interferisce e modella i nostri comportamenti, le nostre credenze, le nostre scelte, quello che pensiamo sia giusto o sbagliato. Non siamo veramente liberi, piuttosto ci convinciamo di esserlo. Siamo certamente liberi di scegliere tra chi deciderà se sarà o meno il caso di sfruttarci; siamo ovviamente liberi di comportarci secondo i dettami imposti dal sistema, ma se proviamo ad uscire dagli schemi veniamo immediatamente emarginati, presi per pazzi e rischiamo di finire in povertà.

Siamo al tempo stesso guardie e prigionieri, che giudicano gli altri senza pensare alla follia della propria condizione esistenziale. Non costruiamo la nostra strada, no! Intraprendiamo una di quelle già preconfezionate dal sistema. La complessità d’un essere umano è straordinaria, le sue potenzialità sono infinite e noi che cosa diventiamo? Una commessa, un operaio, un’impiegata, un meccanico, una giornalista, un avvocato… Sacrifichiamo 8-10 ore al giorno per il lavoro e non ci resta più tempo per vivere. Così le giornate si appiattiscono, diventando indistinguibili l’una dall’altra, perché non abbiamo modo di esprimere la nostra unicità. É il capitale che delinea le scelte della nostra vita, facendoci credere che l’unica alternativa consista nel morire di fame o nel vivere di auto-produzione, emarginati e derisi da tutto il resto della società.

Ci hanno insegnato a credere che la schiavitù derivante da un lavoro totalizzante e subordinato sia un diritto da invocare per conquistare indipendenza e libertà. Sopravviviamo incastrati tra mille impegni e altrettanti condizionamenti, che sono innanzitutto mentali. Dopo anni di formazione, propaganda e lavoro, la maggior parte degli esseri umani non è più neanche in grado di pensare in modo libero, ma si adatta a schemi e idee già esistenti in modo acritico-fideistico, figuriamoci se simili individui possono essere in grado di agire in modo libero! Per essere fisicamente liberi, bisogna prima liberare la mente, e per farlo l’unica via praticabile è quella di adottare una forma mentis scettico-razionale, allenandoci ad esercitare il nostro spirito critico. Non saremo mai liberi fin quando non ricominceremo a pensare, perché se la mente è ridotta in catene allora anche il corpo non può che vivere in condizioni di privazione di libertà.

Ma saremo vecchi e purtroppo, anche se avremo imparato la lezione, la nostra unica opportunità sarà sfumata.

Così, come unico vero atto eroico di un’esistenza priva di significato, decideremo di raccogliere le ultime forze per concepire un breve messaggio da destinare alle nuove generazioni dell’intera umanità:

Siete veramente liberi? State ben attenti, non lasciatevi ingannare! Non gettate al vento le vostre opportunità. Chiudete gli occhi e concentratevi.

Pensate! Rimettete in discussione il sistema sociale nel quale vivete. Per farlo, usate la logica e la razionalità.

Cercate di fuggire dai condizionamenti e dalle false necessità. Analizzatele e smontatele una ad una. Scacciate i sentimenti di odio, di rancore e d’arrivismo.

Allontanate la sete di fama e di successo. Ripudiate il potere, l’opulenza. Riconoscete l’inutilità della lotta e della violenza.

Allontanate l’ideologia del merito e della competizione. Aprite la vostra mente ai sentimenti di amore, di fratellanza e d’affetto; riconoscete la superiorità della cooperazione. Pensate a voi stessi ed alla natura che vi circonda; guardate agli altri e siate consapevoli di ciò che potreste fare per migliorare l’esistenza di tutti gli esseri viventi.

Capite l’importanza di avere il giusto, il necessario; la follia di sfruttare e del farsi sfruttare. Concentratevi ancora, e riflettete… prendetevi tutto il tempo di cui avete bisogno… cercate tra le vostre passioni più sincere, tra i vostri reali interessi e domandatevi: che cosa voglio fare realmente

Bene, quella è la risposta esatta, mettetela in atto e portate a compimento con pienezza la vostra vita.

DA: http://utopiarazionale.blogspot.it

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