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L'ESTASI DEL CAMMINO

L’ESTASI DEL CAMMINO

Chi cammina con consapevolezza e attenzione porta in ogni suo passo la vita, la vita di un corpo che si muove, che sente e si esprime. 

  “Sana non è la persona che non si ammala mai, ma colui che si mette sul processo di guarigione.” Camminare ogni giorno con passi di consapevolezza è una risorsa per ascoltarsi nel qui ed ora e trasformarsi.  Cammino da sempre per trovare me stesso e risolvermi.

E cammino consapevolmente con altri. Camminare insieme è dialogo, un dialogo che ti mette di fronte a una verità anche quando non vuoi. In relazione con te e con l’altro. Se ci fai caso, il tuo modo di camminare insieme a qualcuno dice tutto sulla relazione che hai con l’altro. Un proverbio persiano dice «Per conoscere realmente qualcuno ci devi mangiare, dormire e viaggiare insieme».  Un altro detto indiano dice: “per conoscere davvero una persona prima devi camminare nei suoi mocassini !”

“Gesù  misura questa terra incolta, che è sfuggita alla tirannia dell’utile, con il passo lento del vagabondo che non ha altro da fare se non contemplare la vita dalle mille sfumature. Quando egli si distende sull’erba per un breve riposo, delle farfalle gli si avvicinano al viso, muovendo l’aria che respira con il battito senza rumore delle loro ali colorate”.

Questa immagine di uno dei miei scrittori preferiti, Christian Bobin, sintetizza in un lampo la mia visione del mondo riguardo la meravigliosa e policroma arte del camminare. Vita, agnizione, sfumatura, vagabondaggio, poesia, natura, fatica, riposo, lasciarsi attraversare da quel sorriso che si fa rivelazione di una stanchezza felice quando uno sfarfallio di gioia ti schiaffeggia per riportarti in vita.

Tutto questo per me è camminare. Cammino da sempre per trovare me stesso e risolvermi.

Per essere “l’uomo dalle suole di vento”, come Verlaine definiva Rimbaud. Fermi tutti. Lo so, lo sento. Balugina all’orizzonte un catartico e liberatorio e chi se ne importa?  E’ il cammino che è liberatorio, catartico, libertario e vivificante. Gesù è l’uomo che cammina, dal titolo di un altro dei volumetti più intensi dello scrittore francese Bobin. E ancora di più, in questa apologia del camminare che altro non è che la mia trasognata e fenomenologica “weltanshauung”, mi piace quando scrive: “Se ne va a capo scoperto. La morte, il vento, l’ingiuria: tutto riceve in faccia, senza mai rallentare il passo.

Si direbbe che ciò che lo tormenta è nulla rispetto a ciò che egli spera. Che la morte è nulla più di un vento di sabbia. Che vivere è come il suo cammino: senza fine”.

Ecco, nel camminare vedo l’infinito, la forza dei passi che si trastullano con l’eternità, la speranza dell’illimitatezza nella disciplina, della capacità di ardere senza consumarsi. Che il cammino abbia una valenza terapeutica, di guizzante benessere fisico e profonda salute spirituale e metafisica, è cosa nota. Per non dire delle sue “emanazioni” mistiche ed “erotiche” come contempla ogni esperienza mistica che si rispetti. Io, personalmente, ad ogni passo, possibilmente in solitudine, risorgo sempre. Come l’Uomo che cammina, che ci ha lasciato il ricordo e la certezza.

“Alzati e cammina” e la speranza giace nuda nel cuore della terra, per tre giorni e per tre notti. Poi si alza e se ne va.

E a noi non rimane che camminare, per cercare e avere ancora speranza. Imprimere la terra con i piedi, insomma, come scrive Adriano Labbucci, è un atto “rivoluzionario”: “Non c’è nulla di più sovversivo, di più alternativo al modo di pensare oggi dominante. Camminare è una modalità del pensiero. E’ un pensiero pratico. E’ un triplo movimento: non farci mettere fretta, accogliere il mondo e non dimenticarci di noi strada facendo”.

Secondo questa prospettiva, trovo i viaggi a piedi straordinari e autenticamente “sovversivi”. Contro il mito fagocitante della velocità e un futurismo di massa che rischia di farci diventare come le folle che Nicolas Gòmez Dàvila definiva “moltitudini transumanti che profanano ogni luogo sacro”, la vacanza “in movimento” non è solo vacanza. E’ esperienza profonda di sé e della traccia viva che c’è in ogni relazione.

Gli aspetti spirituali, terapeutici, psicologici del camminare. Perché “mettersi in moto”?

Non è un caso che da qualche anno l’Organizzazione mondiale della Sanità abbia inserito all’interno delle possibilità di prescrizione medica l’attività fisica. E’ proprio così. I medici possono prescrivere in una “ricetta” l’attività fisica, il camminare al posto di farmaci. Interessante, no? Parto dal punto di vista medico, anche se non è il mio perché è quello a cui l’occidente fa riferimento quando si parla di salute. Camminare è una pratica salutare. Ogni passo è un massaggio tonificante e benefico per tutto il corpo, ma anche una meditazione. Meditare è un atto di profonda conoscenza.

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Cosa succede quando si cammina? C’è un’attivazione di tutto il corpo, mente compresa. Il nostro passo rivela il tipo di curiosità che abbiamo per il mondo, ai nostri piedi non possiamo mentire. La struttura ossea occupa la parte superiore del piede. Sotto c’è la polpa, un’ampia massa densamente vascolarizzata. Quando camminiamo, questa massa vascolarizzata viene, alternativamente nei due piedi, compressa e rilassata. Il sangue venoso viene spinto in alto, quello arterioso aspirato in basso. I piedi in cammino sono due potenti pompe che affiancano e aiutano il lavoro del cuore. Nella camminata i movimenti muscolari ripetuti sono connessi con l’attivazione dei gangli della base, i quali a loro volta hanno un’influenza sul talamo, il quale ha una proiezione sulla corteccia orbitofrontale: i movimenti stimolano le funzioni cognitive e di pianificazione personali.

Gli ormoni dello stress (corticosteroidi) aumentano nel nostro sangue lungo la giornata e producono pensieri frammentari e superficiali. Camminando abbassiamo questi ormoni e ci riconnettiamo con i nostri pensieri. Aumenta la creatività, l’elaborazione di nuove, appropriate idee (grazie al ritmo dato dai movimenti ripetuti).

L’effetto si estende anche al lasso di tempo subito successivo alla camminata: ” Tutti i pensieri veramente grandi sono concepiti camminando” diceva Nietzsche. Se aggiungiamo anche e aggiungiamo lo stare all’aperto, tutto questo contribuisce a rendere le persone più loquaci e la maggior parte degli scambi verbali include idee creative. Migliora l’umore potenziando il pensiero divergente e la creatività. Ha una forte influenza positiva sulla memoria associativa. Insomma, come vedi, diversi benefici psicofisici. Ma c’è di più, camminare è un atto ripetitivo, una meditazione.

Camminare insieme è un dialogo con se stessi e con gli altri. All’interno di questo sta, a mio parere, l’effetto spirituale, terapeutico benefico del camminare in sé. Se aggiungiamo che camminare per più giorni significa uscire dalla propria zona di comfort, significa cambiare ambiente familiare, casa, letto, beh, allora camminare è anche un atto di profondo cambiamento, un’azione che ci aiuta a vivere i cambiamenti.

Camminare è, dunque, un atto veramente rivoluzionario?

Migliaia di anni fa vivevamo in mezzo alla natura, a stretto contatto con la natura. Oggi, tendenzialmente, la tagliamo fuori dalla nostra quotidianità, a parte alcuni di noi, più fortunati. La natura cattura in modo discreto la memoria volontaria, non ci costringe a stimoli continui ed eccessivi come la città, donandoci la possibilità di rigenerarci. Camminare a contatto con la natura, più che in città, inibisce la formazione di pensieri negativi che possono sfociare in gravi patologie come la depressione. La natura ha insito in sé un potere “naturale” di grande benessere per l’essere umano. Camminare in mezzo alla natura favorisce i cambiamenti dell’umore, alza il livello di energia e migliora il funzionamento dell’attività cognitiva per effetto di una maggior vascolarizzazione e ossigenazione.

Come stimolare un cambio di mentalità?

Possiamo stimolare ad un cambio di mentalità offrendo spazi di esperienza, dove poter assaporare ed esperire con il proprio corpo gli effetti di uno stile di vita che tenga maggiormente conto della nostra neurofisiologia, dei nostri bisogni, dei nostri ritmi, della possibilità di creare una coerenza sistemica di benessere tra la nostra parte più attiva e la componente recettiva. L’apprendimento passa attraverso l’esperienza. L’esperienza crea uno spazio al piacere e come diceva Platone “l’apprendimento passa per via erotica”.

Chi partecipa al viaggio, riuscirà a diventare “uomo dalle suole di vento”?

Io credo che l’anima viandante o ce l’hai o non ce l’hai. C’è qualcosa che nasce da dentro che porta a scoprire il mondo. Quanto esperiamo nella crescita e nelle relazioni di attaccamento con le figure di accudimento non possono far altro che assecondare o meno quella spinta. La vita è nel corpo. La vera sfida è sentirsi a casa “viandando”, passami la licenza lessicale. Camminando percorriamo la via dei sensi, ascoltiamo e onoriamo il corpo e quello che porta con sè in ogni momento. In un mondo di volatilità, la vera sfida è rimanere fedeli a se stessi. Per farlo bisogna conoscersi, cosa di meglio di un viaggio, soprattutto un viaggio camminato! Chi cammina fa esperienza di radici e ali per volare. Radici e ali per volare permettono all’uomo di viaggiare, allontanarsi senza portare con sé la paura di farlo e di non sentirsi a casa.

Come “vivificarci”, nutrendo anima e corpo?  La storia dell’umanità inizia con i piedi, scrisse André Leroi-Gourhan, antropologo francese. Credo che il camminare sia un gesto profondo, più di quanto oggi noi sentiamo. In questi ultimi anni si sono venuti a creare in Italia numerosi movimenti di camminatori. A me piace pensarli più come walkers che camminatori. Chi cammina con consapevolezza e attenzione porta in ogni suo passo la vita, la vita di un corpo che si muove, che sente e si esprime. Viviamo in un mondo veloce e frettoloso, in superficie, camminare è una perdita di tempo, un atto anacronistico o di moda agli occhi della massa. Camminare è il gesto più energico e rivoluzionario che possiamo compiere. Tornare alle radici e andare avanti non dimenticandosi di portarsi con Sé. Un giorno qualcuno d’importante per me mi ha detto: “Sana non è la persona che non si ammala mai, ma colui che si mette sul processo di guarigione.” Camminare ogni giorno con passi di consapevolezza è una risorsa per ascoltarsi nel qui ed ora e trasformarsi.

Il cammino risveglia consapevolezza e migliora dunque anche la relazionalità?

Il cammino risveglia. Questa è la magia. A prescindere, accade qualcosa nel nostro corpo. E’ prima di tutto relazionalità con le diverse parti che sono in noi: pensiero, sentire e movimento, ectoderma, endoderma e mesoderma se vogliamo prendere in prestito termini dall’embriologia. Una comunicazione da cui non possiamo esimerci che a volte scorre fluida, altre volte si blocca nel suo fluire in qualche punto del corpo. Camminare ci rimette in connessione con questi tre livelli e già di per se è strumento di benessere. Se fatto con consapevolezza e intenzionalità diventa anche strumento terapeutico.

 nel mio essere psicoterapeuta biosistemica ho integrato il camminare anche nel lavoro clinico. La capacità di mettersi in relazione costituisce la base del senso profondo di esistere. Camminare insieme è dialogo, un dialogo che ti mette di fronte a una verità anche quando non vuoi. In relazione con te e con l’altro. Se ci fai caso, il tuo modo di camminare insieme a qualcuno dice tutto sulla relazione che hai con l’altro. Un proverbio persiano dice «Per conoscere realmente qualcuno ci devi mangiare, dormire e viaggiare insieme».  Un altro detto indiano dice: per conoscere davvero una persona prima devi camminare nei suoi mocassini !!” Spesso, nel mio lavoro mi confronto con il problema della solitudine, con la penuria di contatto e di contatti e con il senso d’inutilità delle proprie azioni. Nel nostro essere umani abbiamo bisogno di stare in relazione, di sentirci connessi e in movimento. Il cammino, il cammino in gruppo è anche questo.

 

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SIGNIFICATI DI ALCUNI NOMI

SIGNIFICATI DI ALCUNI NOMI:

NON E' BELLO CONOSCERE IL SIGNIFICATO DEI NOSTRI NOMI?  SI, E' MOLTO IMPORTANTE

Alma: anima

Alessio: il protettore

Carla: donna libera

Daniele: eletto da dio

Elena: fiaccola, del sole

Eleonora: creatura che ha pieta’, misericordiosa

Elisa: dio e’ la salvezza

Elisabetta: dio e’ il mio giuramento

Emmanuel: dio e’ con noi

Eva: madre dei viventi

Edoardo: protettore e custode del patrimonio

Fabio: cognome gentilizio romano…della gens fabia

Giovanni/a : dono di dio

Giorgio: agricoltore

Giulio: dalla gens julia…una delle piu’ nobili famiglie romane

Giuseppe: dio mandi altri figli

Guido: colui che viene da lontano

Isabel,Isabella, dal fenicio Ezbel che significa amante

Ivan: variante russa di giovanni

Lorena, loredana, lorella:appellativo della madonna di loreto…lauretania

Luca: originario della lucania

Lucio:luminoso

Luciano: nato dalla luce

Marcello: diminutivo di marcus e cioe’ sacro a marte oppure =piccolo martello

Marco:sacro al dio marte

Margherita:perla

Maria: goccia di mare

Mario: matrice etrusca maru’ che significa maschio

Marta: padrona

Nadia: speranza

Nicola: vincitore del popolo

Orlando: glorioso in patria

Paolo/a: piccolo, piccola, poco

Piero: forma contratta di Pietro: pietra, roccia

Pietro:pietra, roccia

Rachele: mite

Raffaele: dio guarisce

Roberto/a: coloro che risplendono di chiara fama

Sabrina: affilata, slanciata

Sara: principessa

Silvio/A : abitanti dei boschi

Sebastiana, seba: illustre

Sofia: sapienza

Stefano: corona o incoronato

Virna: vergine

Valentina/o: che e’ forte e sana

Veronica: portatrice di vittoria

Carmen : giardino di dio o piccolo fiore o poesia

 

Gabriele. Nome di origine ebraica, vuol dire "fortezza di Dio o eroe con l'aiuto di Dio". Onomastico: 29 settembre.

Mattia o Matteo. Significa "Uomo di Dio"

Giulia. È un nome di origine latina ed è dedicato a colei che discende da Giove o a lui devoto. L'onomastico è il 22 maggio.

Aurora - Il significato del nome è "luminosa". Aurora ha una personalità artistica e molto equilibrata.

Alice - Nome di origine celtico-germanica, vuol dire "nobile e di bell'aspetto".

Ginevra - Nome di origine celtico-gallica, Ginevra significa "spirito o genio bianco".

Emma - Emma significa "gentile" e ha origine gotico-germanica, Chi porta questo nome è una persona che unisce intelligenza e ingegno a un forte spirito d'iniziativa.

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Giorgia - Di origine greca, questo nome è collegato all'agricoltura e alla vita nei campi. L'onomastico di Giorgia è .

Greta - Variante del nome Margherita. Dovrebbe derivare dalla versione scandinava di Greta o dalla versione tedesca, ovvero Grete, Gretchen, Gretel e Gretah. Il significato è "perla", ma, in senso figurato, vuol dire "persona preziosa".

Martina - Di origine latina, Martina significa "consacrata a Marte". Indica una bambina dall'anima nobile, affettuosa e salda. Può festeggiare l'onomastico il 30 gennaio.

Beatrice - Di origine latina, Beatrice è beneaugurante e dedicato a "colei che rende beati e contenti".

 Luca. Di origine greco-latina. Significa "luce". oppure abitante della lucania

Fabio. Nome con origine latina, vuol dire "colui che coltiva campi di fave".

Giulio. Nome latino, significa "colui che discende da Giove o che è devoto a Giove".

Pietro. Di origine latina, vuol dire "pietra, roccia".

Dario. Nome persiano. Significa "colui che possiede il bene".

Paolo. Origine latina. Vuol dire "piccolo di statura", ma anche "secondogenito".

Carlo. Origine germanica, significa "forte, ardiro" o anche "sovrano, libero".

Enrico. Di origine germanica, significa "forte in casa, in patria".

Mario. Con origne volgo-etrusca. Vuol dire "sacerdote che officia".

Marco. Di origine latina, significa "consacrato a Marte".

Diego. Con origine greca, vuol dire "istruito, dotto".

 

Anna. Di origine ebraica, significa "grazia, pietà".

Chiara. Nome con orgine latina, vuol dire "luminosa".

Elena. Con origine greca, significa "splendidamente solare".

Gaia. Di origine sassone, vuol dire "allegra, vivace".

Sara. Nome con origine ebraica, significa "principessa".

Asia. Origine assira. Vuol dire "chiarore, oriente".

Cloe. Nome greco, vuol dire "erba tenera e verde".

Maya. Origine greco-latina, significa "nutrice, madre".

Iris. Origine greca, significa "messaggera".

Noa. Di origine ebraica, significa "quiete che ristora".

Rosa. Di origine greco-latina, vuol dire "bella e fresca come un bocciolo di rosa".

Mia. Origine ebraico-aramaia. Significa "afflitta, amareggiata" o "signora, padrona".

Eva. Origine ebraica, indica "colei che dà la vita".

Lisa. Di origine ebraica, vuol dire "Dio è pienezza".

Elsa. Origine ebraica. E' variante di Elisabetta. Significa "Dio è pienezza".

Massimo. Origine latina. Vuol dire "grandissimo, eccelso".

Cesare. Origine sanscrita. Vuol dire "chioma, criniera (a.i. dio, capo)".

Antonio. Origine etrusca. Significa "colui che affronta, combatte".

antonietta, antonella "colei che affronta e combatte"

 

Filippo. Di origine greca, vuol dire "amico del cavallo".

Edoardo. Origine anglosassone. Significa "curatore della proprietà".

.

Francesca. Origine latina. Vuol dire "proveniente dalla Francia".

Maria. Origine ebraico-aramaica. Significa "afflitta, amareggiata", ma anche "signora, padrona".

Arianna. Origine greca, vuol dire "onorata come sacra e pura".

Angelica. Origine greca, significa "messaggera".

Isabella. Origine ebraica. Significa "Dio è pienezza".

Caterina. Origine greca. Significa "pura".

Ludovica. Origine franco-tedesca. Vuol dire "illustre combattente".

Vittoria. Origine latina. Significa "vittoriosa".

Elisabetta. Origine ebraica, vuol dire "Dio è pienezza".

Teresa. Origine greca. Vuol dire "colei che fa la cacciatrice".

Carolina. Origine germanica. Significa "forte, valente".

Maddalena. Origine aramaica. Significa "proveniente da Magdala".

Cristina. Origine greco-latina, vuol dire "seguace di Cristo".

Anastasia. Origine greca. Vuol dire "resurrezione".

Eleonora. Origine germanica. Significa "splendente come il sole".

Laura. Origine latina, vuol dire "cinta d'alloro".

Luisa. Origine franco-tedesca. Significa "illustre combattente".

Silvia. Origine latina, vuol dire "abitante del bosco".

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LA VITA

LA VITA

′′ La vita ti delude perché tu smetta di vivere nelle illusioni e tu possa vedere la realtà.
La vita distrugge tutto ciò che è superfluo fino a quando non rimane solo l'importante.
La vita non ti lascia in pace, affinché tu smetta di incolpare te stesso e possa accettare tutto come ′′ è ".
La vita ritirerà ciò che hai, finché non smetti di lamentarti e inizi a ringraziare.

La vita ti invia persone conflittuali per curarti, affinché tu smetta di guardare fuori e inizi a riflettere ciò che sei dentro.
La vita ti permette di cadere di nuovo e di nuovo, finché non decidi di imparare la lezione.
La vita ti toglie dalla strada e ti presenta crocevia, finché non smetti di voler controllare tutto e scorrere come un fiume.
La vita ti spaventa e ti spaventerà quante volte sarà necessario, fino a quando non perderai la paura e ti riprenderai la fede.

La vita ti separerà dalle persone che ami, fino a quando non capisci che non siamo questo corpo, ma l'anima che lo contiene.
La vita ride di te molte volte, fino a quando non smetti di prendere tutto così sul serio e puoi ridere di te stesso.
La vita ti spezza in tante parti, quante ne sono necessarie, perché la luce penetri in te.
La vita affronta i ribelli, finché non smetti di cercare di controllare tutto.

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La vita ripete lo stesso messaggio, se necessario con grida e urla, fino a quando non lo ascolti finalmente.
La vita invia raggi e tempeste per svegliarti.
La vita ti umilia e a volte ti sconfigge di nuovo e di nuovo finché non decidi di lasciare che il tuo ego muoia.
La vita ti nega beni e grandezza finché non smetti di volere beni e grandezza e inizi a servire.

La vita ti nega miracoli, finché non capisci che tutto è un miracolo.
La vita accorcia il tuo tempo, perché ti sbrighi ad imparare a vivere.
La vita ti ridicolizza finché non ti fai niente, nessuno, perché allora ti trasformi in tutto.
La vita non ti dà ciò che vuoi, ma ciò di cui hai bisogno per evolverti.
La vita ti fa male e ti tormenta fino a quando non molli i tuoi capricci e apprezzi il respiro.
La vita ti nasconde tesori fino a quando non impari ad uscire a cercarli.
La vita nega Dio, finché non lo vedi in tutti e in tutto.
La vita ti sveglia, ti pota, ti spezza, ti delude... ma credimi, questo è perché il tuo migliore io si manifesti... finché solo l'amore rimarrà in te ".

LA VITA di

BERT HELLINGER, psicoterapeuta tedesco.
(Noto per la creazione del metodo terapeutico ′′ Costellazioni familiari ").

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SEI GENITORE DI UN MINORENNE ? DIVIETI E DOVERI PER LA PUBBLICAZIONE DI FOTO E VIDEO SU INTERNET

SEI GENITORE DI UN MINORENNE ? DIVIETI E DOVERI PER LA PUBBLICAZIONE DI FOTO E VIDEO SU INTERNET


PER LA SALUTE DEI FIGLI


Ecco tutte le domande di cui ogni PADRE e MADRE E' BENE ABBIANO LE RISPOSTE per tutelarsi e tutelare i loro figli.
Argomenti trattati :
a) E’ necessario l’accordo di entrambi i genitori per la pubblicazione online ( social e siti web ) delle foto dei figli ? … e se i genitori litigano?
b) A quale età il consenso digitale di un minore può considerarsi autodeterminato ? e fino a che età è lecita la sorveglianza dei dispositivi da parte di un genitore tramite le app di parental control?
c) E’ lecito pubblicare una foto del proprio figlio insieme ad altri bambini?
d) E’ lecito per un parente, amico o estraneo pubblicare la foto di un minore senza avere chiesto il consenso di entrambi i genitori?
e) Un ragazzo o una ragazza minorenne può richiedere ai genitori di rimuovere le sue foto dal web e se questi non accolgono la sua richiesta rivolgersi al giudice per la rimozione?
f) Un minore può inoltrare la foto di un altro minore nudo senza che sussista reato?
g) Mio figlio minorenne ha fatto una videochat con una ragazza ed ora lo stanno ricattando, cosa posso fare per aiutarlo?
h) Ho trovato su internet delle foto o dei video di nudo di mio figlio o di mia figlia minorenni : come posso rimuoverle?
i) Quali consigli prima di pubblicare una foto dei propri figli su internet?
l) Foto dei minori e Scuola : quali responsabilità hanno i dirigenti scolastici e gli insegnanti?

LEGGI ARTICOLO : https://www.analisideirischinformatici.it/sicurezza/sei-genitore-di-un-minorenne-divieti-e-doveri-per-la-pubblicazione-di-foto-e-video-su-internet/

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L'INTUIZIONE LA PERCEZIONE in pillole

L'INTUIZIONE LA PERCEZIONE
in pillole

L'intuizione e' un tipo di conoscenza che non si avvale ne' del ragionamento ne' della conoscenza sensibile

La percezione e' una sensibilita' personale da sviluppare:

L'intuito e' il senso che l'anima utilizza per entrambi in contatto con la mente

Si percepisce tramite i sensi o l'intuito.

L'esperienza della percezione stimola la capacita' meditativa di apprendere e di imparare

L’atto del percepire, cioè del prendere coscienza di una realtà che si considera esterna,e' attraverso stimoli sensoriali, analizzati e interpretati mediante processi intuitivi, psichici, intellettivi

Intüire [dal lat. intueri «vedere dentro» «guardare, osservare»]

. – Cogliere nella sua essenza e realtà un oggetto di pensiero avvertendolo presente alla coscienza; più comunemente significa, conoscere per avvertenza immediata ciò che non è per sé manifesto, senza quindi l’aiuto della riflessione o di un processo razionale induttivo o deduttivo

Capire in anticipo, prevedere

L'intuizione e' un tipo di conoscenza che non si avvale ne' del ragionamento ne' della conoscenza sensibile

La percezione e' una sensibilita' personale da sviluppare:

L'intuito e' il senso che l'anima utilizza per entrambi in contatto con la mente

Si percepisce tramite i sensi o l'intuito.

L'esperienza della percezione stimola la capacita' meditativa di apprendere e di imparare

L’atto del percepire, cioè del prendere coscienza di una realtà che si considera esterna,e' attraverso stimoli sensoriali, analizzati e interpretati mediante processi intuitivi, psichici, intellettivi

Intüire [dal lat. intueri «vedere dentro» «guardare, osservare»]

. – Cogliere nella sua essenza e realtà un oggetto di pensiero avvertendolo presente alla coscienza; più comunemente significa, conoscere per avvertenza immediata ciò che non è per sé manifesto, senza quindi l’aiuto della riflessione o di un processo razionale induttivo o deduttivo

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