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TAV: rischio energetico per la Valle se il tracciato passa per le ley lines

Nel 1921 l’archeologo britannico Alfred Watkins individuò dei meridiani e nodi particolari della rete geografica che sprigionerebbero campi di torsione benefici per gli esseri viventi: sono le ley lines, anche conosciute con il nome di "linee della prateria".

Prima di lui altri studi erano giunti a conclusioni simili.

 

Nel 1870, presso la British Archeological Association, William Henry Black tenne una conferenza all’interno della quale spiegò che i principali monumenti, naturali e artificiali, sarebbero disposti sul territorio non in maniera casuale, ma in modo da formare un gigantesco reticolo che coprirebbe l’intera Europa.

Dodici anni dopo G. H. Piper arrivò alla stessa conclusione. Watkins andò ben oltre, rendendosi conto che questo reticolo di linee lungo le quali vennero costruiti monumenti o edifici di culto nell’antichità, ricalcavano il percorso del sole o della luna durante i solstizi. Ciò lasciava dedurre che le linee avessero non solo una funzione di comunicazione tra luoghi sacri, ma che fossero intimamente legate all’ambito spirituale. Esse potevano costituire una sorta di percorso da compiersi durante delle specifiche cerimonie sacre.

I successori di Watkins, a partire dall’esoterista Dion Fortune, attribuirono alle linee della prateria un valore energetico-magico.

Negli anni ’60 la teoria delle ley lines si fuse con la geomanzia, sostenendo la necessità di preservare l’armonia della natura e dei punti sacri lungo i quali sono sorti i luoghi di culto. L’energia di cui queste linee conduttrici possono essere positive per la psiche umana, la coltivazione e la civilizzazione di una comunità, come, all’opposto, dispensatrici di energie altamente negative. In questo senso l’esempio che viene fatto più spesso è il Triangolo delle Bermuda.

Lungo queste linee le popolazioni preistoriche, le antiche civiltà e i costruttori del Medioevo erigevano osservatori, templi, abbazie, infine maestose cattedrali. I siti scelti per opere quali Stonehenge, Chartres, la Sacra di San Michele, il Tempio di Gerusalemme, Giza, etc. venivano scelti proprio in base a questi meridiani o nodi di energia. Questi luoghi sono infatti definiti “sacri”, ma soprattutto “sentiti” come magici dalle popolazioni che vi si sono avvicendate nel corso di millenni. Non bisogna essere uno sciamano per intuirne il motivo.

Ebbene, forse non tutti sanno che una delle ley lines più importanti e dedicata all’arcangelo Michele, collega la Cornovaglia a Gerusalemme. La cosiddetta “Linea di San Michele” coincide con la Via Longobardorum: parte da Saint Michael’s Mount in Cornovaglia, passa per Moint Saint Michel in Francia, congiunge la Sacra di San Michele in Val di Susa a San Michele di Coli nei pressi di Bobbio arrivando fino a Castel Sant’Angelo nel Gargano. Sembra un disegno incredibile: una linea retta di duemila chilometri che unisce i 5 principali luoghi di culto europeo dedicati all’arcangelo Michele e che si prolunga per altri duemila chilometri arrivando fino a Gerusalemme.

 

Come spiegato dal ricercatore Stefano delle Rose, questa linea energetica, nell’antichità, sotto l’impulso delle apparizioni dell’arcangelo Michele, ha dato vita alla costruzione degli edifici sacri nei punti indicati, diventando via di pellegrinaggio e via di comunicazione storica. Questa linea di congiunzione passa anche per la Val di Susa, dove, da anni, si sta consumando una vera e propria battaglia – degenerata in guerriglia a causa della militarizzazione del luogo – per impedire la costruzione della linea ad alta capacità Torino-Lione.

Il ricercatore Fausto Carotenuto, già nel 2005, spiegava l’importanza della geografia sacra della Val Susa, definendola “un punto fondamentale degli equilibri energetici europei”, aggiungendo che “un chakra importantissimo è situato all’imbocco della Val Susa da cui si dipartono nodi e canali energetici che vanno a creare un asse importantissimo verso nord-ovest e verso sud-est”.

 

Carotenuto, quando ancora il vecchio tracciato del TAV sarebbe passato proprio in prossimità del monte Musinè (in dialetto asinello), aveva messo in guardia la popolazione dal pericolo del “progetto mirante ad alterare antichi equilibri per renderli inutilizzabili a fini positivi: scavare un'enorme galleria nelle viscere della montagna sacra, per sconvolgere il chakra del Musinè, portando alla luce forze oscure e potenti dalle profondità della Terra”. Non solo, dunque, per la presenza di amianto e uranio nella Valle, ormai accertati da studi geologici che sono stati deliberatamente ignorati.

Attorno alla montagna del Musinè – considerata una vera e propria “antenna” dimensionale – sono sorte, a partire dall’antichità, numerose leggende che in tempi moderni hanno acquisito carattere “ufologico”, per i numerosi avvistamenti di globi luminosi (e UFO) nel luogo.

 

Una leggenda narra che nelle viscere della montagna sia sepolto un drago. Il simbolismo del drago, come guardiano sovrannaturale delle potenti energie sotterranee, o che dorme sepolto nelle profondità della terra, evoca le forze telluriche primigenie oscure che Michele Arcangelo o San Giorgio avrebbero annientato. L’allegoria è evidente: il drago che infesta o dorme nelle viscere della terra rappresenta una forza “interiore”, sotterranea appunto, che, se conquistata e diretta, rende possibile la purificazione del luogo – nel processo alchemico allude alla catabasi (con catàbasi si intende la discesa di una persona viva nell’Ade) e alla purificazione dell’adepto dai suoi istinti primigeni, animali – spingendo appunto indietro gli istinti selvaggi che ci legano alla materia. In questo senso il drago rappresenta l’avversario, un concetto collegabile nel cristianesimo al diavolo. Proprio per questo nell’iconografia degli edifici costruiti lungo la retta dedicata a San Michele ritroviamo innumerevoli raffigurazioni dell’Arcangelo che schiaccia il drago inteso come incarnazione del demonio. Per gli alchimisti uccidere il drago rappresentava l’operazione del Solve, della soluzione della Grande Opera.

L’evidente simbolismo alchemico suggerisce che ci siano delle potenze oscure che non dovrebbero essere risvegliate. Nell’antichità, infatti, le forze che si trovano lungo le ley lines venivano chiamate anche "le forze del drago", intendendo che esse erano oscure, “selvagge”. Che, come il drago che secondo la leggenda dorme sotto il Musinè, non dovrebbero essere risvegliate. A questo servivano gli edifici costruiti lungo il tragitto delle ley lines: a tenere a bada queste forze, canalizzandole.

Il Musinè, secondo le leggende del luogo, come spiega Carotenuto, “è un luogo dalle energie fortissime, uno dei principali in Europa. Le forze spirituali del drago hanno conformato un sottosuolo pieno di energie enormi, selvagge, che si manifestano in conformazioni rocciose insolite e piene di materiali forti, nocivi se liberati”. Da anni si parla, infatti,dell’amianto e dell’uranio contenuti nel sottosuolo e che verrebbero liberati in caso di trivellazioni.

Le recenti guerre, distruzioni, terremoti – L’Aquila sorge proprio su una potentissima ley lines – aggressioni farmacologiche e alimentari, attività di terrorismo, scie chimiche – l’alluminio disperso nell’aria sembra essere un elemento distruttivo per queste linee di forza – avvengono lungo i cosiddetti luoghi sacri. Lungo questi canali sono sorti nell’antichità dolmen, menhir, cerchi di pietra, templi, cattedrali, piramidi, in modo da permettere un contatto tra l’uomo e le dimensioni spirituali. E’ possibile dunque che le forze oscure stiano manipolando il potere politico, economico, per distruggere questi luoghi energetici e per ostacolare l’evoluzione spirituale dell’uomo spegnendo luoghi di iniziazione e di culto?

In questo senso scavare una galleria nelle viscere della montagna lungo una delle linee energetiche più forti al mondo significherebbe alterare e sconvolgere gli equilibri energetici del luogo.

Un tentativo di sferrare un colpo al cuore della geografia sacra europea.

Anche per questo i valligiani si oppongono.

Non solo per l’inutilità dell’opera, i miliardi a nostro carico che verranno inutilmente spesi, il rischio per la salute pubblica. C’è una motivazione più antica e sacra a questa ribellione che chi abita queste terre conosce o almeno intuisce.

Ognuno è libero di ridere di ciò. Di opporvisi. Di non crederci.

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Oppure di comprendere umilmente che le energie che stiamo per risvegliare potrebbero comportare un danno enorme per tutti noi.

FONTE : http://ildemocratico.com/2011/07/04/scoop-tav-rischio-energetico-per-la-valle/

 

LEY-LINES

a cura di Luca Berto

 

La prima formale definizione di cosa siano le ley-lines è databile al 1921, ad opera dell’archeologo dilettante inglese Alfred Watkins; tuttavia, non mancano studi antecedenti che, in una maniera o nell’altra, descrivono i medesimi contenuti. Nel settembre 1870, presso la British Archeological Association, William Henry Black tenne una conferenza dal titolo Boundaries and Landmarks. Secondo Black, i monumenti, naturali e non, sarebbero disposti sul territorio non in maniera casuale, ma in modo da formare un unico gigantesco reticolo, a copertura dell’intera Europa Occidentale. Nel 1882, ancora, G. H. Piper presentò al Woolhope Club di Hereford, in Inghilterra, un lavoro in cui sosteneva che la linea che collegava Skirrid-fawr a Arthur’s Stone attraverso Hatterill Hill, Oldcastle, Longtown Castle e i castelli di Urishay e Snodhill non era un casuale risultato del lavorio della natura, ma il preciso prodotto del lavoro degli antichi abitanti di quei territori, da Piper ribattezzati “dodmen”.

 

Ma veniamo ad Alfred Watkins. Nel 1920, questi stava percorrendo con la propria auto le strade di Blackwardine, nell’Herefordshire, in Inghilterra, quando, osservando la cartina, si rese conto che moltissimi siti preistorici, in quella zona per lo più megalitici, e edifici di culto erano allineati e collegabili tra loro con precise linee rette, costituite, anche nella realtà, da piste, sentieri, di circa due metri di larghezza. Dopo una serie di approfondite ricerche, che sfociarono nei volumi Early British Trackways e The Old Straight Track, Watkins giunse alla conclusione che quelle linee erano risalenti al periodo pre-romanico, forse addirittura al neolitico; che fossero poi state ricalcate nell’età del bronzo e del ferro e preservate in modo occasionale durante la cristianizzazione, giungendo quasi intatte fino a noi. Riguardo la loro funzione, Watkins riteneva che le ley-lines fossero semplici vie di comunicazione tra luoghi di rilevanza sociale e religiosa particolarmente forte. Tuttavia, il fatto che molte lines ricalchino il percorso del sole durante i solstizi o quello della luna, lasciava pensare che essere avessero anche una funzione legata all’ambito spirituale: secondo Watkins, esse potevano costituire una sorta di percorso, di tracciato, da compiersi durante alcune particolari celebrazioni o cerimonie. Il fatto stesso che le lines colleghino luoghi di culto come siti megalitici o zone di sepoltura o chiese pare confermare tale interpretazione.

 

Inizialmente, Watkins non attribuì alle ley-lines alcun significato soprannaturale o magico: semplicemente, egli riteneva che si trattasse di antichi sentieri utilizzati come vie di comunicazione commerciale o percorsi di cerimonie religiose, come abbiamo visto. Ad attribuire un primo connotato soprannaturale alle “linee di prateria”, in un certo qual modo tradendo il senso delle sue ricerche, ci pensarono i successori di Watkins. Il primo fu l’occultista e scrittore Dion Fortune, che nel romanzo del 1936 The Goat-footed God conferì alle ley-lines caratteristiche magiche, legate al culto della terra. In seguito, due rabdomanti inglesi, il capitano Robert Boothby e Reginald Smith del British Museum, collegarono i tracciati delle ley-lines alla presenza di falde acquifere sotterranee e all’esistenza di ipotetici flussi elettromagnetici. Ancora, due ricercatori nazisti, Wilhelm Teudt e Josef Heinsch, piegando la ricerca all’esaltazione incondizionata della razza ariana, conclusero che gli antichi Teutoni avevano contribuito alla realizzazione di una fitta rete di linee astronomiche, le cosiddette Heilige Linien, la quale avrebbe collegato tra loro i più importanti luoghi sacri dell’antichità. Teudt localizzò il distretto di Teuburgo Wald district in nella Bassa Sassonia, centrata attorno la formazione rocciosa di Die Externsteine. Negli anni ‘60 la teoria delle ley-lines si incontra con la geomanzia, ossia la pratica di predire il futuro dalla forma del territorio. Secondo quanto sostenuto dalla cosiddetta New Age, e in particolare dallo scrittore John Michell, gli uomini del neolitico ritenevano che l’armonia della società civile dipendesse dall’armonia delle forze della natura e della terra. Tale armonia naturale poteva essere preservata collocando i luoghi di culto e le costruzioni degli uomini in precisi luoghi e in precisi punti, particolarmente rilevanti e in cui la “forza della terra” fosse più forte. E’ quanto, per esempio, fecero i cinesi, “inventando” la disciplina a noi nota come Feng Shui.

 

 

 

Quale che sia la ragione per cui diversi punti sulla Terra siano collegati tra loro da linee, un unico fatto pare certo: le ley-lines esse stesse e i luoghi che esse collegano tra loro sono zone positive e particolarmente cariche di un’energia dagli effetti vantaggiosi e favorevoli. Per esempio: in Scozia la piccola comunità di Findhorn coltiva ortaggi di dimensioni superiori alla norma in condizioni assolutamente proibitive, su un suolo inadatto all’agricoltura, in un clima terribile e senza utilizzare fertilizzanti chimici. Gli abitanti di Findhorn attribuiscono tali risultati alla loro particolare ed intima connessione spirituale con le piante e con le Entità che, a quanto dicono, le proteggono. Tuttavia, tale località si trova a soli 80 km da un nodo di ley-lines e la cosa, nella nostra ottica, non può essere tralasciata. Gli effetti positivi delle lines non si esauriscono nell’esempio di Findhorn: pare, infatti, che l’energia di cui le linee sono conduttrici abbiano effetti positivi sulla psiche umana, favorendo ed amplificando capacità “particolari” o sciogliendo alterazioni della mente e problemi legati alla sfera psichica. In alcuni casi, quando le lines si congiungono in nodi di discrete dimensioni, l’energia sprigionata dalla linee può raggiungere livelli eccessivi e divenire energia negativa. L’esempio più famoso, in tal senso, è quello costituito da quella porzione di oceano compresa nel cosiddetto Triangolo delle Bermude, teatro della scomparsa di molteplici imbarcazioni e aerei. Poiché tutte le testimonianze convergono nel registrare il malfunzionamento della bussola e di tutta la strumentazione radar, le cui cause principali sono sicuramente imponenti fenomeni di disturbo di natura elettromagnetica, si può ipotizzare con ragione che la causa di tali eventi sia da individuare nelle numerose lines che lì si incrociano e nell’energia di cui sono portatrici.

 

Come ogni teoria, anche quella delle ley-lines andò incontro a critiche e perplessità. Il primo dubbio che investì gli esperti, e i matematici in particolare, riguardò l’elemento fondante tutto il disegno messo a punto da Watkins: le ley-lines esistono veramente? Oppure il fatto che su una mappa determinati luoghi giacciano su una stessa linea retta è un fatto del tutto casuale? In effetti, dimostrazioni matematiche neanche troppo complicate mostrano che l’allineamento di punti disposti casualmente su una mappa porta ai medesimi risultati ottenuti da Watkins e che, dunque, l’esistenza delle ley-lines è determinata da costruzioni mentali assolutamente illogiche. Altri dubbi riguardano poi l’idea che, anticamente, queste ipotetiche strade possano essere state utilizzate come vie di comunicazione. Analizzando i percorsi delle lines su cartine toompiono percorsi decisamente strani, salendo alti pendii, scendendo in profonde valli o compiendo scomode deviazioni. In pratica, chiunque abbia disegnato i percorsi delle ley-lines nell’ottica di utilizzarle come strade, non ha assolutamente tenuto conto della loro funzionalità e della loro comodità. Un fatto decisamente strano in un’epoca in cui la rapidità e facilità di comunicazione era fondamentale. A proposito dell’eventuale connessione tra ley-lines e magnetismo, le ricerche in tal senso sono ancora in corso e non hanno finora portato evidenti prove a suffragio dell’ipotesi che le lines colleghino centri dotati di particolare carica magnetica. La mappa delle ley-lines è ancora lontana dall’essere completata.

 

WEBGRAFIA

 

· www.glastonburytor.org.uk

· www.cerchinelgrano.info

· http://skepdic.com

· www.stonesofwonder.com

· www.ufomagazine.co.uk

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Tempeste Solari e Cambiamenti di Coscienza

 

Ciò accade ogni 11 anni, la nostra stella alterna momenti di quiete e momenti di eruzione nei quali espelle particelle elettricamente cariche. Durante le tempeste solari o geomagnetiche il sole produce forti emissioni di materia elettricamente carica che viene a interferire nella magnetosfera terrestre. La NASA  ha predetto che ci sarà una super tempesta solare a metà maggio 2012. Il 20 maggio ci sarà anche un eclisse solare con allineamento delle Pleiadi, del Sole, della Terra e della Luna. Gli altri picchi saranno a settembre e a dicembre.
I venti solari rilasciano particelle ad alta energia che possono creare fenomeni come aurore boreali ma possono anche interferire nelle reti elettriche, disturbare le comunicazioni e abbrustolire i satelliti. Nel 1859 ci fu la più grande tempesta geomagnetica mai registrata che causò l’interruzione delle linee telegrafiche e produsse un’aurora boreale visibile in latitudini inusuali come a Roma, in Giamaica e a Cuba.

Nei giorni d’oggi siamo però completamente dipendenti dalla tecnologia elettronica… telefonini, computer, frigoriferi, persino l’acqua arriva nelle nostre case grazie a dispositivi elettronici.
Una tempesta solare di forti dimensioni potrebbe mandare in tilt le reti elettriche e di conseguenza i satelliti, le reti di telecomunicazione… tutto si potrebbe fermare e potrebbe portare al collasso del sistema. A quanto sembra i trasformatori sono la parte più sensibile della rete elettrica, e con l’intensità elettromagnetica delle tempeste solari si possono bruciare, il che potrebbe essere evitato se tutta la rete elettrica venisse spenta durante i giorni di forte esposizione ai venti solari.
Ma ci sono altri pareri scientifici molto interessanti che riguardano le tempeste solari, pareri che potrebbero persino fare la differenza per l’umanità…
Un recente studio pubblicato da New Scientist indica una connessione diretta tra le tempeste solari del Sole e gli effetti biologici umani. Il mezzo che facilita le particelle cariche provenienti dal Sole a interferire con l’essere umano è lo stesso mezzo che governa le condizioni meteo della Terra attraverso il campo magnetico di quest’ultima, e anche attraverso i campi magnetici attorno all’uomo.
Lo scienziato e biofisico tedesco Dieter Broers da oltre 30 anni indaga gli effetti dei campi elettromagnetici sugli esseri umani, ed è uno dei pochi che toccano il tema del 2012 con una visione realistica, scientifica, e con una buona dose di speranza. Egli ha scoperto come le eruzioni solari possono influenzare il sistema nervoso centrale, tutte le attività del cervello, insieme al comportamento umano e a tutte le risposte psico-fisiologiche (mentale-emotivo-fisico).
Un’eruzione solare è una tempesta magnetica sul Sole, un punto che sembra essere particolarmente luminoso e affetto da una superficie gassosa come nella fotografia qui sopra. Le eruzioni solari rilasciano enormi quantità di particelle ad alta energia e gas che sono tremendamente caldi. Esse vengono espulse a milioni di chilometri dalla superficie del sole.
Broers ha scoperto che i campi elettromagnetici che circondano gli esseri umani se troppo alterati possono creare stati mentali simili a quelli causati da droghe allucinogene o dalle esperienze mistiche. L’alterazione dei campi elettromagnetici prodotti dalle “esplosioni solari” o “tempeste solari” previste per il 2012, potrebbero quindi influenzare il nostro campo elettromagnetico e di conseguenza la nostra coscienza e la percezione della realtà. Si potrebbero provare, nei giorni di alta attività solare allucinazioni e stati mentali estremamente confusi o piacevoli… Per Broers, l’importanza di questi stati mentali, che potremmo chiamare alterati, ci permetterebbero di capire la crisi globale che vive il pianeta come un sintomo di una malattia che può essere curata.....

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Miele delle meraviglie

L’antibatterico naturale più efficace? Il miele. La preziosa sostanza che si ricava dalle api, in particolare quella di timo e la melata, ha il potere di favorire la cicatrizzazione delle ferite. E non è soltanto una boutade da oltranzisti della naturopatia, visto che il riconoscimento arriva anche dalla medicina ufficiale, che in diversi studi ne ha dimostrato ormai le capacità antibatteriche. 
Il miele così è arrivato anche negli ospedali tedeschi. La ragione? Il miele, è facile da capire, può arrivare là dove le terapie convenzionali non riescono. Far rimarginare ferite anche profonde, su cui anche cure ventennali risultano inutili. In ventitré ospedali tedeschi sono in uso preparati a base di miele sterilizzato con raggi gamma, per la cura delle ferite profonde. «L’organismo si libera più facilmente dei tessuti morti e la ferita guarisce più», sostiene Kai Sofka, specialista dell’università di Bonn. Che aggiunge. «Persino intere gambe profondamente lacerate che rigettano terapie ventennali potrebbero guarire in poche settimane con un preparato a base di miele». Il frutto del lavoro delle api, insomma, sarebbe efficace contro germi resistenti a tutti gli antibiotici: le molecole di perossido di idrogeno contenute nel miele per una reazione chimica naturale sarebbero sufficienti ad annientare tutti i batteri nella ferita, dopo sole 18 ore dalla sua applicazione. Fantasie? No, lo afferma una parte della classe medica tedesca. Ma attenzione, condizione imprescindibile è la sterilizzazione del preparato a base di miele, effettuata solo negli ospedali con apparecchi adeguati. Perché? In caso contrario, il miele non sarebbe efficace contro le spore di molti microbi che presentano la caratteristica di vivere in condizioni anaerobiche, come i clostridi, responsabili anche del botulino. 
E la sperimentazione non riguarda solo la Germania. Anche la Francia ha deciso di ricorrere a uno speciale protocollo di “apiterapia” per curare ferite e ulcere, puntando sulle capacità cicatrizzanti del miele. Pioniere della sperimentazione è il professor Bernard Descottes, a capo del Dipartimento di Chirurgia Interna e Trapianti dell’ospedale di Limoges, convinto sostenitore del miele come terapia sin dal 1984, quando ha cominciato ad ottenere risultati positivi su piaghe di difficile cicatrizzazione. Ad oggi ha trattato «con successo» dice, 3 mila pazienti ed è diventato Presidente dell’Associazione francese di Apiterapia. Descottes ha testato l’efficacia di centinaia di tipi di miele provenienti da tutto il mondo, ottenendo i migliori risultati con il miele di timo e di melata. Secondo il ricercatore, che utilizza un protocollo di cura specifico nell’ospedale di Limoges, il miele garantisce cure due volte più rapide rispetto alle medicazioni grasse e cento volte meno care. Il segreto antisettico del miele, già conosciuto da tempo, è l’acqua ossigenata che produce naturalmente, attraverso un enzima utilizzato dall’ape per trasformare il nettare. Il potere cicatrizzante, invece, è legato, sempre secondo il ricercatore, sia allo zucchero che, per osmosi, asciuga la piaga; sia da un insieme di composti organici che favoriscono l’emissione di citochine e interleuchine precicatrizzanti. 
E in Italia? Nelle strutture pubbliche tutto tace, ma abbiamo avuto notizia che nelle farmacie del “belpaese” sono in vendita formulati sterilizzati a base di miele per la cura di piaghe e ferite. A breve, ne pubblicheremo i nomi commerciali: dateci solo il tempo di acquisire tutti i dati. Eh, sì, perché sarebbe una bella soluzione anche per tanti anziani che sono costretti, ogni giorno, a fare i conti con le piaghe da decubito.

 

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SCLEROSI MULTIPLA : nuovi elementi diagnostici e terapeutici che stanno emergendo relativamente a questa patologia

si e’ tenuto al CAM di Monza un Congresso sulla sclerosi Multipla, indirizzato a medici generici, neurologi, infermieri e volto a discutere nuovi elementi diagnostici e terapeutici che stanno emergendo relativamente a questa patologia

La sclerosi Multipla (SM) è una patologia immuno-mediata del SNC (Sistema Nervoso Centrale), che rappresenta la causa non traumatica, piu’ comune di disabilità per il giovane adulto. Il picco di incidenza di questa malattia si ascrive infatti tra i 20 ed i 30 anni, andando a colpire proprio la fascia di popolazione piu’ attiva. Nel mondo sono circa 2.5 milioni i soggetti affetti, nella sola Europa si contano circa 380000 pazienti.

Dal lontano 1868, quando Charcot poneva le basi dei primi criteri diagnostici di malattia, le nuove conoscenze fisiopatologiche hanno permesso contninui progressi clinici, diagnostici e terapeutici. Oggi e’ possibile anticipare di molto la diagnosi e quindi avviare precocemente una terapia immunomodulante che rappresenta spesso la migliore garanzia contro il progredire della malattia. Durante il corso si è approfondito il ruolo delle terapie tradizionali (copolimero, interferoni, steroidi…), ma soprattutto si sono analizzate luci ed ombre delle nuovissime terapie orali, tanto spesso richieste dai pazienti, ma non sempre scevre di effetti collaterali.

Gli anni a venire saranno forieri di nuovi farmaci, in grado di combattere piu’ efficacemente l’infiammazione, essere meglio tollerati e provocare minori effetti collaterali. Restano pero’, purtroppo, ancora dei lati oscuri. Per alcuni sintomi, per esempio, come la spasticità, il dolore, la fatica o per alcuni decorsi di malattia di tipo progressivo, le terapie convenzionali non riescono ad apportare significativi benefici. Queste necessita’ insoddisfatte dalla terapia convenzionale spiegano come mai negli USA circa il 50-70 % dei pazienti sia ricorso almeno una volta a trattamenti di medicina non convenzionale. In Europa e Canada la percentuale è ancora maggiore. Un sondaggio italiano su 612 pazienti con SM ha rivelato che solo il 20% di essi non era mai ricorso a terapie alternative, mentre addirittura il 50% ne aveva sperimentate dalle 2 alle 5 differenti.

Interrogati sull’efficacia di tali rimendi, piu’ del 76% aveva risposto in senso positivo. A questa importante realta’ numerica non corrisponde un’altrettanto evidente realta’ clinica. I pazienti che usano la terapia alternativa lo fanno nel 58% dei casi, sempre stando a questo studio, all’insaputa del loro medico e neurologo di base. Ne temono l’opinione negativa o suppongono l’impossibilità della coesistenza di due terapie appartenenti a background cosi’ diversi. Compromettendo la lealta’ del rapporto medico-paziente spesso si determina cosi’ l’insuccesso di qualsiasi strategia terapeutica. Proprio per riconquistare la trasparenza di questo rapporto e’ importante fare chiarezza di vocabolario.

Per medicina alternativa non si intendono solo fitoterapici, agopuntura, tecniche ajurvediche o muscioterapia, ma tutto cio’ che non è contemplato dalle linee guida che la comunità medico-scientifica offre per quella paotlogia in quel preciso momento storico. Anche la Vitamina D, la Cannabis Sativa, il Naltrexone, il Coenzima Q10 possono essere considerati farmaci alternativi, pur non essendo necessariamente tutti “naturali”. Molti di questi rimedi hanno dimostrato di poter alleviare la spasticità, il dolore, i disturbi sfinterici, di poter ridurre la fatica nei pazienti con SM.

L’importante è utilizzarli alla luce delle loro potenzialità, rimettendone la pratica nelle mani del medico e non improvvisando un’autogestione che spesso e’responsabile di effetti controproducenti. Nonostante l’impressionante diffusione di Questi rimedi da parte dei pazienti con SM, esiste ancora una grande confusione terminologica tra integratori, fitoderivati, sostanze omeotossiche.

Se poi si considera la provata efficacia degli stessi, in termini di replicabilità scientifica, la chiarezza e’ ancora minore. Da questi mancati presupposi scientifici si è spesso creata la scarsa “stima”, se non la netta contrapposizione tra rimedi naturali e medicina tradizionale. Ma in realtà l’errore potrebbe proprio essere quello di voler contrapporre queste due discipline, piuttosto che accettare la possibilità di una complementazione reciproca.

Dottoressa Maira Gironi

http://medicinanaturale.pro/medicina-naturale-nella-sclerosi-multipla/

 

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IL MODELLO DELLA VITA: IL TOROIDE - UNA FONTE DI ENERGIA PER LA TERRA: SICURA, PULITA, ILLIMITATA E PER TUTTI

IL MODELLO DELLA VITA: IL TOROIDE

VIENE SCOPERTA UNA FONTE DI ENERGIA PER LA TERRA: SICURA, PULITA, ILLIMITATA E  PER TUTTI !!!

COSI’ NON CI SAREBBE PIU’ NE’ POVERTA’  NE’  IL POTERE DI POCHI!

La natura  è descritta da un modello ricorrente per l'evoluzione della vita a tutte le scale: il toroide. E' un vortice di energia a forma di ciambella che potete vedere ovunque dagli atomi alle galassie. Il toroide è il modo in cui la natura crea e sostiene la vita e può servire come modello della sostenibilità. La conoscenza di questo modello si trova già in tecnologie come ventole e propulsori, generatori ecologici, dispositivi delle nuove energie e ci aiuta a comprendere meglio la natura del campo unificato. è descritta da un modello ricorrente per l'evoluzione della vita a tutte le scale: il toroide. E' un vortice di energia a forma di ciambella che potete vedere ovunque dagli atomi alle galassie. Il toroide è il modo in cui la natura crea e sostiene la vita e può servire come modello della sostenibilità. La conoscenza di questo modello si trova già in tecnologie come ventole e propulsori, generatori ecologici, dispositivi delle nuove energie e ci aiuta a comprendere meglio la natura del campo unificato.

 

Il toroide o modello primario, è una dinamica energetica che appare come una ciambella, è una superficie continua con un foro.

In matematica tale schema è descritto da

Volume  del toroide

L'energia fluisce da una estremità, circola attorno al centro e fuoriesce dall'altra parte. È bilanciata, si autoregola, è sempre integra. Potete vederla ovunque, negli atomi, nelle cellule, nei semi, nei fiori, negli alberi, negli animali, negli umani, negli uragani, nei pianeti, nelle stelle, nelle galassie e persino nell'intero cosmo. Lo scienziato e filosofo Arthur Young, ha spiegato che un toroide è l'unico modello di energia o dinamica, che può autosostenersi ed è fatto della stessa sostanza che lo circonda, come un tornado, un anello di fumo nell'aria o un vortice nell'acqua. Evoluzione significa sviluppo, dispiegamento. Che cosa sviluppa l'universo? Sistemi auto-organizzanti e cioè visibili ad ogni scala. È un sistema capace di organizzare se stesso. In natura troviamo queste forme auto-organizzanti ovunque: nella sezione trasversale di un'arancia o in quella di una mela; nella natura dinamica di un tornado o ancora nel campo elettromagnetico intorno alla terra, o nell'analogo campo elettromagnetico che circonda l'essere umano così come nella struttura di un'intera galassia a spirale o di un atomo.
L'universo ha manifestato a tutte le scale un unico progetto: sviluppare tori.

Il toroide si applica quindi anche a livello umano. Il toroide di ogni individuo è distinto, ma allo stesso tempo aperto e connesso ad ogni altro in un mare continuo di energia infinita. E' lo stesso campo di energia che potete sentire con un magnete. Solitamente è invisibile, ma spargendo segatura di ferro attorno ad un magnete, potete vedere la forma toroidale di energia.

Il toroide è anche la forma delle galassie a spirale. Le stelle si spostano dal disco galattico verso l'esterno, scendono nel vortice quindi tendono a spostarsi verso l'esterno.

Doppio Toroide

Molte dinamiche toroidali contengono due toroidi, detti "tori", come gli aspetti maschile e femminile dell'intero, uno si muove a spirale verso il polo nord e l'altro in direzione opposta verso il polo sud. Questo viene anche chiamato "effetto Coriolis".
Esempi sono l'atmosfera sulla Terra e il flusso di plasma del sole. L'aria scende dal polo nord verso l'equatore per poi tornare verso l'alto. Sale dal polo sud verso l'equatore per poi tornare verso il basso.

 

 

In fisica delle particelle la forma del toroide è nota per fornire un miglior ambiente all'interno del quale accelerare le particelle. La geometria toroidale è interessante come spazio per accumulare l' energia dei magneti, perchè si traduce in piccoli campi magnetici esterni. La Russia fu la prima a mettere in pratica questa idea con l'acceleratore Tokamak. L'Europa e gli Stati Uniti hanno ottimizzato il modello russo per eseguire esperimenti di fisica del plasma. Questi dispositivi funzionano secondo il principio della fusione, la tecnica utilizzata dal sole e dalle stelle

per produrre un'enorme quantità di energia.

La forma di un accelleratore di particelle è un toroide

 

La forma toroidale è stato scoperto essere la forma più efficiente per un trasformatore elettrico, una bobina è avvolta in questa configurazione e produce una potenza estremamente precisa ed affidabile. Per questo motivo, trasformatori toroidali sono impiegati da ingegneri in apparecchiature audio e altri dispositivi elettronici a bassa distorsione per aumentare al contempo la potenza.

 

Le galassie hanno una forma toroidale in cui i buchi bianchi "white holes" rilasciano energia,

mentre i buchi neri "black holes" la risucchiano al loro interno.

 

L'intero universo ha la forma di un toroide. La forma geometrica utilizzata per descrivere la natura auto-riflessiva dell'universo è il toro. Il toroide consente a un vortice di energia di scorrere verso l'esterno per poi ritornare all'interno del vortice. Così l'energia di un toroide si rigenera continuamente e allo stesso tempo si espande autoriflettendosi su se stessa.

QUINDI VIENE SCOPERTA UNA FONTE DI ENERGIA PER LA TERRA: SICURA, PULITA, ILLIMITATA E  PER TUTTI !!!

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FONTE : http://umaniindivenire.grou.ps/602615

 

 

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