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Metabolomica : un metodo efficace per determinare lo stato di salute di una persona

La Metabolomica è la scienza che studia i prodotti che risultano dalle reazioni chimiche che avvengono nei nostri corpi: i metaboliti.

Nel 1966 il professor Tanaka Kei presso l’Università di Yale, ha descritto e misurato per la prima volta una malattia metabolica. Facendo uso delle nuove tecnologie e di un geniale pensiero clinico, ha misurato un metabolita (acido isovalerico) ed ha scritto un nuovo capitolo nella storia della medicina.

Le malattie metaboliche riguardano degli errori correlati ad un gene che solitamente si traducono nel malfunzionamento di un enzima.

 

Enzimi

Gli enzimi sono delle “macchine” microscopiche che svolgono reazioni chimiche ad alta velocità. Un enzima porta insieme, oppure separa, due o più sostanze: questo comporta che una reazione chimica si realizzi ad una velocità molto maggiore di quanto accadrebbe in assenza dell’enzima. (Vedi figura)

 

 

Enzima

Migliaia di enzimi catalizzano (velocizzano e innescano) continuamente corrispondenti reazioni nei nostri corpi. Un grande numero di reazioni chimiche avvengono casualmente in ogni organismo. Sono gli enzimi con la loro capacita’ di promuovere specifiche reazioni, a velocità strabilianti, che costituiscono la funzione unica dei diversi organismi viventi.

 

Un enzima può eseguire milioni di reazioni in un secondo.

La reazione tra due sostanze può richiedere per esempio 78 anni per aver luogo (emivita), ma lo stesso processo chimico in presenza di un enzima può essere effettuato entro 25 millisecondi! La coesistenza di diversi enzimi forma percorsi diversi, ognuno dei quali svolge una funzione diversa.

 

Nella maggior parte dei casi, un enzima per attivarsi necessita di un fattore diverso (cofattore). Questo può essere una vitamina, un minerale o un aminoacido. L’adeguata disponibilità di vitamine, minerali e amminoacidi è essenziale per lo svolgimento dei processi che mantengono un organismo in vita.

 

ScreenHunter_02-Aug.-26-16.56Si può dare per scontata la presenza di questi ingredienti ed è stato veramente così fino a solo pochi decenni fa. Oggi sappiamo che la mancanza di questi ingredienti essenziali è la causa principale alla base di numerose malattie croniche ed è uno dei principi su cui si basa la metabolomica.

 

Non abbiamo tutti gli stessi enzimi.

 

ScreenHunter_03-Aug.-26-16.59È da notare che ognuno di noi ha un’attività enzimatica unica. Dato che siamo tutti diversi tra noi, alti, bassi, biondi, bruni, etc anche i nostri enzimi sono diversi fra loro. Un enzima in una persona può richiedere un minimo di 50 mg della vitamina B1 per funzionare correttamente, mentre lo stesso tipo di enzima in una persona diversa può richiedere 150mg della stessa vitamina per eseguire la funzione efficientemente (vedi schema a destra).

 

Inoltre alle stesse condizioni una persona può essere malata mentre un’altra no. In condizioni idealitutte le sostanze necessarie per sostenere le funzioni vitali si troverebbero in abbondanza in natura. Oggi questo non accade.

Quando un enzima coinvolto in una via metabolica non funziona correttamente, si blocca il flusso di reazioni chimiche e si hanno disfunzioni in questa parte del metabolismo. Il disturbo metabolico corrisponde a quello dell’enzima, che a sua volta spesso è dovuto al deficit del rispettivo cofattore (vitamina, minerale, aminoacido).

 

Come ho già detto, quando tale disfunzione enzimatica è dovuta a fattori genetici ed ereditari, ci riferiamo a malattie metaboliche congenite. La diagnosi e la rilevazione durante i primi giorni di vita di una malattia metabolica congenita potrebbero salvare la vita di un bambino affetto da una grave mancanza o malfunzionamento di un enzima.

 

In casi simili diete specifiche che eliminano la sostanza che non può essere metabolizzata, insieme all’integrazione dei cofattori che aiutano un percorso alternativo, potrebbero salvare la vita di un bambino nato con una malattia metabolica congenita.

 

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La diagnosi delle malattie metaboliche si ottiene utilizzando analizzatori in grado di rilevare piccolissime quantità di molecole nel sangue e nelle urine (spettrometri di massa ad alta risoluzione, Tandem MS). Quando una via metabolica è bloccata a causa del deficit di un enzima, si ha l’accumulo di uno o più metaboliti.

 

Misurando i diversi metaboliti possiamo rivelare delle vie metaboliche bloccate.

 

Profilo metabolico

 

Nel 1971 Horning e colleghi hanno cominciato ad applicare i metodi di diagnosi delle malattie metaboliche nella popolazione generale, al fine di diagnosticare le cause di malattie metaboliche. All’epoca si formarono i primi profili metabolici individuali.

 

Nel decennio del 1970, Linus Pauling e Arthur Robinson svilupparono ulteriori ricerche sulla misurazione dei metaboliti negli esseri umani, mentre nel 1990 è iniziata l’applicazione clinica della metabolomica e nel 2007 è stata completata la registrazione dei metaboliti umani (Progetto metaboloma Umano) .

 

Da allora sino ad oggi si è sviluppata una scienza per lo studio dei metaboliti e l’uso dei test che rilevano disturbi metabolici. Questa scienza è chiamata Metabolomica.

 

Applicazioni della Metabolomica

 

Le Metabolomica trova applicazioni diagnostiche e terapeutiche:

•Nelle malattie autoimmuni

•In Disturbi gastrointestinali

•In Oncologia

•Nel Diabete

•Nell’ autismo

•Nelle malattie neurologiche

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•Nell’obesità

•In Cardiologia

•E in molti problemi di salute cronici

 

Oggi la metabolomica è considerata come il metodo più rappresentativo per valutare lo stato della nostra salute. Misurare metaboliti può darci un quadro veritiero del metabolismo e ci permette di ripristinare la normale funzionalità attraverso la dieta e integrare i cofattori che mancano.

http://www.einum.org/metabolomica-cose-e-come-funziona/

 

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Le storie di chi è guarito con questo incredibile sistema naturale

BY

CRISTINA COLOMBERA

– 28 SETTEMBRE 2013POSTED IN: BEN ESSERE

Nella nostra continua ricerca di verità e alternative sane, abbiamo incontrato la Metabolomica. Cos’è, cosa fa, come dove e quando, nelle prossime settimane. Quelle che vogliamo presentarvi, oggi, sono tre storie. Tre storie vere, di vita vissuta con angoscia prima ed estrema felicità poi. Perché quello che ci preme, ormai lo sapete, non è parlarvi di teoria, di ipotesi, di parole. E’ invece raccontarvi la realtà in cui altre persone, come noi, come voi, si sono imbattute – a volte grazie a coincidenze incredibili, al passaparola – ritrovando la salute. Sono le prime tre storie, perché altre ne verranno: non c’è nulla di più vero del racconto emozionale ed emozionante di chi, in prima persona, è passato dal buio alla luce. Soprattutto se, come nella prima storia, a un bambino appena nato si prospetta una qualità di vita…difficile, per usare un eufemismo. Che nel giro di quattro mesi cambia, radicalmente. E riporta alla vita lui e i suoi genitori. Buona lettura…e buona vita a tutti! Il direttore.

Lorenzo e l’insufficienza renale, guarita grazie ai medici Metabolomici

Mi hanno chiesto di descrivere la storia che mi appartiene, sono molto contento di condividere questo successo, nella speranza che possa essere di aiuto a chi lo leggerà.

Mi sono sempre ritenuto un uomo fortunato, ho sempre lavorato molto ed ho avuto il coraggio e la fortuna di fare quello che mi piaceva. Tra le tante cose positive della mia vita ci sono mia moglie e il nostro rapporto, basato sull’amore e sul reciproco sostegno. In quei giorni poi ero particolarmente eccitato, infatti stava nascendo il nostro primo figlio e udite udite… era una maschietto. Tutto andava a gonfie vele, il lavoro, la salute, l’amore e ora il nostro primo figlio, Lorenzo. Mi sentivo, ci sentivamo, veramente benedetti.

Immaginate cosa abbiamo provato quando ci hanno detto che nostro figlio, il nostro amato primogenito, era nato con un problema d’insufficienza renale. I medici ci spiegarono subito che il bimbo sarebbe andato presto in dialisi. La dialisi: pensavo fosse una cosa solo per anziani.

Non abbiamo pianto. Non c’erano il tempo né la voglia di farlo. Siamo due persone operose e personalmente ho sempre affrontato tutte le vicende della mia vita con determinazione e forza, convinto che avrei trovato una soluzione. Credetemi, in questo caso ero super determinato a trovare una soluzione per Lorenzo.

Così iniziai a informarmi sul da farsi, studiai il problema e contattai i migliori medici in Italia e all’estero.

22 medici, tutti concordi, con la stessa agghiacciante sentenza: dialisi o, peggio ancora, in attesa del trapianto che sarebbe potuto avvenire dopo la fase della crescita.

Sarei arrivato anche a parlare con 100, 1000 medici se ce ne fosse stata la necessità. Doveva esserci una strada.

Poi, un bel giorno, mi parlano di questo medico che pratica una nuova scienza: la Metabolomica.

Volo verso Atene, dove si trova il medico. Pare che questa nuova metodologia – che poi si è espansa in Italia – a livello europeo sia partita dalla Grecia. Ero pieno di carte, di analisi e d’angoscia per il tempo che stava passando senza una soluzione.

Incontro questo medico, che tra l’altro parla italiano. Studia le analisi, guarda la situazione e dice: “Sarà dura, ma tra 4 mesi circa il bimbo sarà fuori pericolo e avrà i valori di creatinina stabilizzati!”

Ricordo che ho pensato: “O questo medico è un pazzo è un genio!”

Per fortuna ho potuto constatare quanto fosse sano di mente: dopo 4 mesi Lorenzo era davvero fuori pericolo!

Oggi il bimbo ha 3 anni, è bellissimo e corre sempre su e giù come un coniglietto. I reni stanno bene, stanno crescendo e in questi giorni ho festeggiato a casa il superamento della soglia di 10 kg di peso. È un bimbo bellissimo e noi siamo felici di averlo trattato con i consigli di questo medico. È incredibile pensare che solo con una corretta dieta e l’assunzione di vitamine e minerali oggi possa stare così bene.

Sono guarita dal Lupus grazie a dieta e integratori

Questa è la storia di una ragazza di 15 anni, una ragazza normale. Un giorno ha quello che sembra un eritema particolarmente violento. Così lo portiamo dal medico. In breve tempo scopriamo che è affetta da una patologia autoimmune denominata Lupus eritematoso, la cui terapia sembra consistere in assunzione continua di cortisone. La ragazza, tornata a casa, cerca notizie su Internet e mostra ai genitori le foto che ha trovato, piangendo.

Cade nella disperazione, si isola e inizia a evitare gli altri. Noi sapevamo che si trattava soltanto dell’inizio. Intanto l’eritema cresce sempre più, sfigurandole il volto e il petto.

Dopo un po’ succede che un amico ci parla di un medico che, attraverso delle analisi del sangue, capisce quali minerali mancano all’organismo, ci spiega anche che è la carenza dei micronutrienti a determinare la patologia. Questo dottore analizza quali vie metaboliche non funzionano e poi fornisce le sostanze che mancano. Addirittura ci racconta di una sua conoscente guarita, grazie a queste vitamine, dall’epilessia. Non nascondo che inizialmente eravamo scettici, ma anche consapevoli di non aver molte altre alternative.

Così decidiamo di andare a fare una visita.

La visita è abbastanza veloce, il medico molto cortese. Chiediamo spiegazioni e lui ci spiega che l’organismo ha la capacità di curarsi da solo, ma che la carenza di micronutrienti che caratterizza i cibi moderni, crea scompensi e quindi malattie e che questi scompensi possono essere gestiti facilmente con dieta e vitamine. Ecco che prescrive a nostra figlia una dieta e delle vitamine.

Dopo pochi mesi, nostra figlia smette di usare il cortisone, l’eritema passa, lei rifiorisce e ricomincia la vita di sempre. Oggi sta bene, è felice e noi siamo contenti di vederla crescere normalmente e in salute. Siamo stupefatti dei risultati che ha ottenuto.

Un bambino, le sue pesanti intolleranze: è guarito con la Metabolomica

Davide era un bambino robusto, pieno di salute e di energia con un unico problema: era continuamente soggetto a bronchiti.

Dopo tante visite mediche e tanti tentativi, si scopre che questo bambino è allergico a latticini e lieviti di birra. Ancora oggi quando lo racconto, non riesco a capire bene il nesso tra i latticini, il lievito e i continui malori di mio figlio.

Ne parlo con gli amici e uno di loro mi consiglia di usare questi integratori “metabolomici”, vado a fondo della questione chiedendo spiegazioni e scopro che c’è la possibilità di curare il bimbo attraverso la nutrizione e l’integrazione alimentare. Verifico bene la fonte di queste informazioni, finché non risalgo a una conoscente guarita dall’epilessia.

Incontro a Treviso questo medico che mi spiega il motivo razionale delle sue terapie. Sinceramente sono molto scettico, ma il medico sembra così sicuro dei suoi dati: spiega che le sue non sono teorie, ma il risultato di una scienza esistente, denominata Metabolomica. Sembrava molto sicuro di sé, così decido di provare queste cure e il questo regime alimentare che consiglia.

Quattro mesi più tardi, usciamo con il bimbo per mangiare la pizza, di cui il piccolo è goloso, ma con la preoccupazione che avrebbe avuto la febbre nei giorni successivi. Passano i giorni e il bambino scoppia di salute. Dopo ben due anni, non ha mai avuto alcun problema di salute e oggi può mangiare tutte le volte che vuole sia i latticini sia la pizza.

Attualmente, anch’io e mia moglie usiamo queste speciali vitamine, gli integratori metabolomici: abbiamo risolto un sacco di piccoli fastidi come l’Herpes di cui soffrivo io e i raffreddori che spesso venivano a lei, inoltre mi sento molto più energico e affronto molto meglio lo stress quotidiano.

Nota: Per questioni di privacy, che siamo convinti condividerete, queste testimonianze sono state offerte in forma anonima. Anche perché, in tutte e tre le storie presentate, stiamo parlando di minori.

http://www.ilgiornaledellebuonenotizie.it/index.php/archives/21296

 

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I CENTRI DI METABOLOMICA IN ITALIA

http://www.ifo.it/AspOne.aspx?990011879 ( roma )

http://www.unifi.it/vp-10089-la-metabolomica-un-nuovo-aiuto-alla-salute.html ( firenze )

http://www.metabolomica.org/

http://drtsoukalas.net/che-cose-la-metabolomica/

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OSSIURI : GLI EFFETTI DEI VERMI INTESTINALI SUI RISULTATI SCOLASTICI

Coloro che sostengono interventi di salute pubblica per ridurre la prevalenza dei parassiti spesso puntano il dito sul fatto che la povertà aumenta la suscettibilità alle infezioni parassitiche, e considerando l’intervento medico come mezzo per offrire ai più poveri migliori opportunità nella vita ed una salute migliore. Non di meno, una questione ugualmente interessante (sebbene meno diretta) è quella se tale legame causale possa andare anche nella direzione inversa, ovvero se un alto carico di parassiti possa rinforzare o peggiorare la situazione di povertà. Tale questione è di particolare rilevanza per quelli che distribuiscono le risorse per i programmi di aiuto allo sviluppo, dal momento che ridurre il carico di parassiti potrebbe non solo migliorare la salute della popolazione, ma anche agire come meccanismo che nel lungo termine aumenta la crescita economica e spezza il circolo vizioso della povertà nel mondo in via di sviluppo.

 

 

 

 

In questo articolo discuto gli effetti delle infezioni da elminti intestinali – specificamente ascaridi, anchilostomi, vermi a frusta (Trichuris trichiura) – sul successo scolastico, un fattore chiave per “fuggire” dalla povertà. Io ipotizzo che le infezioni da parassiti hanno una varietà di effetti diretti ed indiretti sul successo scolastico, e passo in rivista la letteratura scientifica che supporta l’esistenza di un legame tra le due cose. Concludo con una discussione del perché i programmi di sverminazione a scuola possono essere degli interventi particolarmente pratici (e che permettono di ottenere buoni risultati a fronte di bassi investimenti) al fine di ridurre il carico delle malattie ed aumentare il successo scolastico nelle comunità in cui ci sono scarsi introiti finanziari.

 

 

 

 

PERCHÈ SVERMINARE?

 

 

 

 

La prevalenza globale dell’infezione da elminti è incredibilmente alta. Alcuni ricercatori stimano che oltre un quarto della popolazione mondiale sia infetta da un qualche tipo di verme intestinale, con ascaridi, anchilostomi e vermi a frusta (Trichuris trichiura) che infettano rispettivamente 1,47 - 1,05 e 1,3 miliardi di persone [1]. Inoltre la World Bank stima che 100 milioni di persone possono sperimentare una forma di debilitazione come risulto dell’infezione [2].

 

 

 

 

A causa della loro alta mobilità e dei loro scarsi standard di igiene, I bambini in età scolastica sono particolarmente vulnerabili a questi parassiti [3]. Oltre a tutto questo, viene stimato che 400, 170 e 300 milioni di bambini siano infettati rispettivamente da ascaridi, anchilostomi e vermi a frusta [4]. I bambini possono anche essere particolarmente suscettibili agli effetti avversi delle infezioni degli elminti a causa del loro sviluppo fisico incompleto e della loro maggiore vulnerabilità immunologica [5].

 

 

 

 

Mentre l’alta prevalenza delle infezioni da vermi parassiti presente una chiara opportunità di intraprendere delle azioni, c’è anche una sufficiente evidenza aneddotica che l’intervento di verminazione funziona. Le champagne per ridurre le infezioni di elminti negli Stati Uniti possono essere rintracciate addirittura nel lontano 1910, quando la Fondazione Rockefeller ha iniziato la lotta contro gli anchilostomi – il cosiddetto “germe della pigrezza” – nel sud dell’America [6]. Questa campagna è stata ricevuta entusiasticamente dagli educatori di tutta quella regione; come è stato osservato da una scuola della Virginia: “‘I bambini che erano svogliati e apatici adesso sono attivi e vigili; bambini che un anno fa non potevano studiare, adesso non solo stanno studiando, ma provano gioia nello studiare per la prima volta nella loro vita le loro guance mostrano la luce della salute.’”[7] Dalla Louisiana, una direzione scolastica riconoscente ha aggiunto:

 

 

 

 

‘Come risultato del vostro trattamento ... le lezioni non sono più così difficili per loro: essi pongono maggiore attenzione in classe e hanno più energia … per farla breve nelle nostre aule abbiamo adesso circa 120 bambini brillanti, dalla faccia colorita, mentre se non ci aveste fatto trattare qui ci sarebbero molti bambini stupidi col viso pallido.’ [8]

 

 

 

 

Rapporti simili (sebbene in qualche modo un poco più imperialisti) sono emersi da varie altre regioni dei mondo che erano allora in via di sviluppo; per esempio due ricercatori di Puerto Rico hanno trovato che:

 

 

 

 

‘Oltre a tutti i vari sintomi di cui soffre lo sfortunato jibaro [contadino], infetto dagli anchilostomi, c’è la condizione di avere un intelletto intorpidito, una mente che ha ricevuto un terribile colpo ... C’è un’espressione senza speranza, ipocondriaca, malinconica, che in certi casi gravi diventa addirittura una vera e propria apparente stupidità, con indifferenza a quanto succede intorno e mancanza di ogni ambizione.’[9]

 

 

 

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Tali osservazioni operavano una connessione intuitive tra il carico di parassiti e le prestazioni intellettuali, ma anche al giorno d’oggi tale legame è lontano dall’essere bene stabilito. Mentre sembra che i vermi possano danneggiare in qualche maniera le facoltà cognitive, i meccanismi che causali sono ancora oggetto di un acceso dibattito.

 

 

 

 

L’EFFETTO BIOLOGICO INDIRETTO DELLE INFEZIONI DA VERMI

 

 

 

 

Forse la maniera più ovvia attraverso la quale gli elminti intestinali possono danneggiare lo sviluppo dei loro ospiti umani è il loro effetto sulla nutrizione. L’infezione da elminti intestinali è stata associata con problemi quali carenze vitaminiche, arresto della crescita, anemia, carenza di calorie e proteine, che a sua volta influiscono negativamente sull’abilità cognitiva e sullo sviluppo intellettuale [10]. Questa relazione è particolarmente allarmante perché è graduale e spesso relativamente asintomatica [11].

 

 

 

 

L’infezione da parassiti può influire negativamente sulla nutrizione in molte maniere. Da una parte alcuni ricercatori sostengono che i vermi possono competere direttamente con il loro ospite per l’accesso ai nutrienti; si pensa che sia i vermi a frusta [12] che gli ascaridi [13] facciano questo al loro ospite. Tuttavia, Watkins e Pollitt affermano che l’intensità di questo effetto è presumibilmente minimo; dopo tutto le necessità nutrizionali di questi vermi intestinali sono piccole se paragonate a quelle dell’organismo ospite [14].

 

 

 

 

Una fonte più probabile di malnutrizione indotta dall’infezione è il malassorbimento nutrizionale associato alla presenza dei parassiti nel corpo. Per esempio, sia nei maiali che negli uomini, gli ascaridi sono stati correlati a degli effetti temporanei quali intolleranza al lattosio, malassorbimento dei grassi, della vitamina A [15] e dell’azoto [16]. Un’assunzione difettosa dei nutrienti può dipendere da un danno diretto alle pareti dell’intestino causato dalla presenza dei vermi, ma può essere anche una conseguenza di cambiamenti più sottili quali squilibri chimici causati dalla reazione del corpo alla presenza degli elminti [17]. In alternativa, Watkins and Pollitt suggeriscono che il rilascio di inibitori della protease da parte dei vermi per difendersi dal processo digestivo del corpo può danneggiare anche la scissione anche di altre sostanze nutritive [18]. Infine, le infezioni da vermi possono causare anche diarrea e velocizzare il “tempo di transito” attraverso l’intestino, riducendo ulteriormente le opportunità del corpo di catturare e ritenere i nutrienti contenuti nel cibo [19].

 

 

 

 

I vermi possono contribuire alla malnutrizione anche causando anoressia. Una diminuzione di appetito e di assunzione del cibo dovuta all’infezione elmintica è ampiamente riconosciuta dalla letteratura [20], con un recente studio di 459 bambini di Zanzibar che riporta come anche le madri hanno notato un aumento spontaneo dell’appetito dopo che i propri figli sono stati sottoposti ad un regime antiparassitario [21]. Sebbene l’esatta causa di tale anoressia non sia nota, i ricercatori credono che possa essere soltanto un effetto collaterale della risposta immunitaria del corpo contro i parassiti e lo stress causato dal combattere l’infezione [22].

 

 

 

 

Gli elminti possono avere effetti negative sulla nutrizione anche inducendo un’anemia da carenza di ferro. Questo effetto è particolarmente grave nelle pesanti infezioni dal momento che gli anchilostomi, come N. Americanus ed A. Duodenale, si nutrono direttamente del sangue del proprio ospite. Sebbene l’impatto di un singolo verme sia limitato (ogni esemplare di queste due specie consuma rispettivamente circa 0.02-0.07 ml e 0.14-0.26 ml di sangue al giorno) ma questo effetto è cumulativo negli individui con pesantemente infestati, dal momento che possono essere portatori di centinaia di vermi [23]. Un ricercatore è arrivato addirittura a predire che “la perdita di sangue causata dagli anchilostomi è equivalente al dissanguamento giornaliero di of 1,5 milioni di persone”[24], mentre uno studio eseguito a Zanzibar ha mostrato che un’applicazione quadrimestrale di Mebendazolo dal costo di 15 centesimi potrebbe evitare la perdita media annua di 0.25 litri di sangue per ogni bambino [25]. Sebbene il verme a frusta abbia degli effetti più leggeri, anch’esso può indurre anemia come risultato del sanguinamento causato dal danno che causa nel piccolo intestino [26].

 

 

La connessione tra il carico di vermi e la malnutrizione è ulteriormente supportata dagli studi che indicano che i programmi di sverminazione portano a bruschi aumenti della crescita; la presenza di tale effetto anche nei bambini più grandi ha portato alcuni ricercatori a concludere che “risolvere il problema dell’arresto di crescita nei bambini più grandi può essere più semplice di quanto si pensava in precedenza” [27]. Altri studi causali meno chiari (vedi Oberhelman 1998) mostrano pure una correlazione tra il carico di vermi e la malnutrizione tra i bambini in età scolastica.

Una volta che le connessioni tra l’infezione elmintica e le varie forme di malnutrizione sono state stabilite, ci sono un certo numero di strade per le quali il carico di parassiti può influire negativamente sull’attività cognitiva. Per esempio, un basso punteggio ottenuto sui normali indicatori della crescita appare correlato a risultati scolastici più scarsi e abbandono scolastico, peggiori risultati in alcuni tipi di test, ed una minore capacità di concentrazione; dall’altro lato la carenza di ferro può causare un “leggero ritardo della crescita”, difficoltà nello svolgere funzioni cognitive astratte, e “minori risultati ... in test sullo sviluppo mentale e motorio ... [così come] aumento delle paure, disattenzione, e diminuita interazione sociale” tra I bambini molto piccoli [28]. L’anemia è stata associate anche con una ridotta resistenza allo sforzo fisico, una diminuzione dell’abilità di apprendere nuove informazioni, ed “apatia, irritabilità, e stanchezza” [29].

Queste connessioni sono supportate da un certo numero di studi sulla sverminazione. Per esempio, utilizzando 47 studenti della Repubblica Democratica del Congo, Boivin e Giardani (1993) hanno scoperto che gli integratori di ferro fungevano da complemento ai farmaci antiparassitari, producendo migliori effetti sulle capacità cognitive quando venivano somministrati in associazione rispetto a quando venivano somministrati singolarmente [30]. Egli ha ipotizzato che questo risultato fosse dovuto al fatto che gli integratori di ferro possano “migliorare il benessere fisico [degli studenti] fino al punto di potenziare i meccanismi di attenzione e di interesse che sono utili ai fini dell’attività di apprendimento e dell’attività cognitiva,” con i farmaci antiparassitari che agiscono unicamente per estendere questi benefici riducendo ulteriormente la tendenza all’anemia [31].

Forse ancora più affascinanti sono un certo numero di articoli che studiano gli elminti intestinali al di là del legame tra malnutrizione e cognizione per concentrarsi sulle connessioni tra la parassitosi e la formazione della memoria. Per esempio, Nokes et. al. (1992) trovano che gli interventi per ridurre l’infezione da vermi a frusta in 159 bambini Giamaicani ha portato a migliorare “la memoria uditiva a breve termine” e “la scansione ed il recupero di dati nella memoria a lungo termine”; particolarmente affascinante è stata la sua scoperta che un periodo di 9 settimane era tutto quello che serviva agli studenti sverminati per mettersi alla pari con i loro coetanei privi di infezioni parassitiche nei test di prestazione [32]. L’ottimistica conclusione di Nokes che “l’effetto negative dell’infezione da vermi a frusta su certe funzioni cognitive ... è reversibile con la terapia” è particolarmente significativa perché suggerisce che gli effetti dei vermi sulle prestazioni intellettuali potrebbe non essere ristretto al meccanismo della malnutrizione protratta per lungo termine, dal momento che gli effetti fisici e quelli relativi allo sviluppo di tale malnutrizione dovrebbero essere teoricamente irreversibili [33].

Da segnalare anche gli studi di Ezeamama et. al. (2005) e Sakti et. al. (1999), che hanno studiato rispettivamente il carico di parassiti nelle Filippine e nell’Indonesia. Entrambi gli autori hanno trovato significativi impatti negative della parassitosi sulla memoria e sulla fluidità nel parlare, risultati che sono particolarmente rilevanti perché hanno incluso controlli di status socio-economici status, livelli di emoglobina, e indici della nutrizione (status nutrizionale e difficoltà di crescita, rispettivamente). Come osserva Ezeamama, questi studi suggeriscono “che la sottonutrizione non è il mediatore principale delle correlazioni osservate” tra le infezioni da vermi e le prestazioni intellettuali, particolarmente perché i loro risultati sono significativi riguardo ad aspetti dell’intelletto che vanno al di là della semplice abilità cognitiva e del tempo di reazione [34].


EFFETTI PRATICI DELLE INFEZIONI DA VERMI

Gli studi succitati suggeriscono che potrebbe essere necessario guardare al di là delle correlazioni tra nutrizione e abilità cognitive, ed esplorare altri elementi dell’infezione elmintica che potrebbero avere un effetto negativo sullo sviluppo intellettuale. Ai fini della presente analisi, considereremo gli immediati effetti collaterali fisici della parassitosi, l’assenteismo scolastico, e l’aumento dei costi medici associati all’infezione parassitica.

Watkins e Pollitt notano che, essendo l’energia fisica “nutrizionalmente mediata”, i pazienti con un pesante carico di parassiti lottano per preservare l’energia e combattere la malnutrizione, e quindi potrebbe essere che “le menti scarsamente nutrite si adattino in maniera simile ... riducendo gli sforzi mentali e quindi limitando la vivacità dell’interesse e dell’attenzione” [35]. Sebbene essi trovano poche prove che questo adattamento potrebbe fornire benefici sotto forma della conservazione dell’energia, è chiaro che l’attiva presenza della parassitosi potrebbe imporre impose altre e più dirette limitazioni ai tempi di attenzione dell’individuo.

Da una parte, il processo dell’infezione parassitica è frequentemente sintomatico. Le condizioni associate con l’infezione di elminti intestinali comprendono l’ostruzione intestinale, l’insonnia, il vomito, la debolezza, ed i dolori allo stomaco [36]; mentre il naturale movimento dei vermi ed il loro attaccamento all’intestino può essere genericamente fastidioso per i loro ospiti [37]. La migrazione delle larve degli ascaridi attraverso il sistema respiratorio può anche causare un accesso temporaneo di asma ed altri sintomi respiratori [38]. Questi effetti collaterali possono tutti concorrere alla distrazione degli studenti e ridurre la loro lucidità mentale e produttività intellettuale.

L’infezione parassitica può anche rendere gli individui molto malati. In aggiunta all’infezione cronica che ha un basso livello di costi, la parassitosi può causare la necessità di cure più serie ed urgenti; per esempio l’Organizzazione Mondiale della sanità ho scoperto che l’infezione da vermi è una ragione comune per richiedere cure mediche in una varietà di nazioni, con un massimo di 4.9% dei ricoveri ospedalieri in alcune zone che derivano dalle complicazioni delle infezioni da vermi intestinali, e fino al 3% di ricoveri attribuibili ai soli ascaridi [39]. È anche importante considerare il fatto che la risposta del sistema immunitario innescata dall’infezione elmintica può esaurire la capacità del corpo di combattere altre malattie, rendendo le persone colpite più soggette a co-infezioni [40].

I costi giornalieri della malattia forniscono inoltre una forte spiegazione per la terza realtà pratica dell’infezione elmintica, l’osservazione che essa funziona come “una vera e propria barriera al progresso scolastico dei bambini” quantificato da “assenteismo, abbandono scolastico, e dal logoramento”[41]. Gli studenti carichi di parassiti possono essere troppo deboli per seguire le lezioni, o le loro famiglie possono essere troppo indebitate a causa delle spese mediche e della scarsa produttività per poter pagare le tasse per l’iscrizione scolastica. Questo effetto può essere concettualmente distinto dalle precedenti scoperte sull’impatto della parassitosi sulla capacità cognitive e sull’apprendimento; per esempio, Miguel and Kremer (2004) trovano che i programmi di sverminazione aumentano la frequenza scolastica del 25% senza influenzare assolutamente i risultati dei test [42]. Tuttavia questi effetti possono anche essere correlati: Bleakley (2007) ho trovato che la frequenza scolastica aumentava e l’abbandono scolastico diminuiva significativamente nelle popolazioni scolastiche che più hanno beneficiato dei programmi di verminazione della Fondazione Rockefeller, portando sul lungo termine ad un aumento delle entrate monetarie così come dei livelli di acculturazione [43].
PERCHÈ LA SVERMINAZIONE A SCUOLA?

Fin qui ho esaminato il carico globale di vermi parassiti ed enumerato due meccanismi attraverso i quali l’infezione elmintica può imporre un reale costo economico sulle vittime pesantemente infette. Da una parte l’infezione cronica può portare a lungo termine a conseguenze indirette sul piano nutrizionale per gli ospiti dei parassiti, difficoltà di crescita, malassorbimento, e carenze di proteine ed energia; queste a loro volta hanno un impatto negativo sull’abilità cognitiva e la memoria. Dall’altro lato, l’infezione parassitica acuta può avere reali, immediate conseguenze per le sue vittime, tra le quali malessere, distrazione e malattia; la spesa correlata alla richiesta di cure mediche; ed il pedaggio che questi costi esigono sulla frequenza scolastica ed il proseguimento degli studi.

Dopo avere spiegato perché la parassitosi deve essere affrontata se vogliamo veramente assicurare un equo accesso all’istruzione a tutti gli studenti, resta la domanda: perché i programmi di verminazione scolastici sono un approccio ottimale?

I programmi di sverminazione scolastica hanno un certo numero di vantaggi. Da una parte essi permettono a chi stabilisce le linee guida sulla salute di avvantaggiarsi delle infrastrutture e delle istituzioni per la somministrazione del trattamento medico; gli studenti frequentano la scuola in maniera abbastanza regolare, e gli insegnanti possono facilmente distribuire i farmaci agli studenti senza ricevere alcun addestramento medico [44].

Dall’altra parte, i programmi di sverminazione scolastica hanno dimostrato di avere forti effetti positivi anche all’esterno. Miguel e Kramer (2004) hanno utilizzato un modello “difference-in-difference” per dimostrare che i programmi di sverminazione attuati in alcune scuole hanno ridotto il carico di malattie nelle scuole vicine dove gli alunni non sono stati trattati; altri dati suggeriscono che sverminando i bambini si ottengono forti diminuzioni dei tassi di infezione degli adulti, dal momento che i bambini sono una significativa fonte di trasmissione [45].

La natura degli elminti intestinali e dei farmaci disponibili per trattarli inoltre, favorisce programmi di verminazione universale. L’infezione è generalmente diffusa, quindi è utile trattare un ampio campione della popolazione; inoltre, un farmaco come l’Albendazolo rappresenta un economico e sicuro intervento che non è particolarmente specifico, e può essere utilizzato in maniera abbastanza efficace contro tutti e tre i principali tipi di elminti intestinali (o ogni infezione contemporanea di più tipi di elminti) [46]. Infine, siccome viene impedita la riproduzione di questi vermi, ridurne la trasmissione potrebbe essere la migliore maniera di ridurne la prevalenza, e l’intervento su larga su una base annuale o semestrale può in effetti essere un ragionevole mezzo per ottenere tale risultato [47].

In conclusione, ho affermato che la riduzione dell’infezione elmintica intestinale possa essere un elemento chiave dello sviluppo economico. Ci sono considerevoli prove che una riduzione del carico di parassiti possa migliorare lo sviluppo cognitive, la capacità di memorizzare, e le capacità intellettuali nei bambini in età scolastica; essa può anche conferire benefici a lungo termine sotto forma migliori condizioni di salute della popolazione collegate alla riduzione di malnutrizione, anemia, e difficoltà di crescita. D’altra parte, i diretti ed immediate benefici per la salute dei programmi di sverminazione – sotto forma di diminuzione delle malattia e della sofferenza, riduzione dei ricoveri in ospedale, delle visite mediche e delle co-infezioni – può anche far diminuire l’abbandono scolastico, far aumentare la frequenza scolastica ed i risultati raggiunti, migliorando al contempo la qualità della vita dei bambini in età scolastica e delle loro comunità. I programmi di sverminazione dovrebbero essere un naturale complemento di più ampi sforzi per migliorare la qualità e l’accessibilità dell’istruzione, dal momento che tali programmi aumenteranno naturalmente i risultati degli investimenti nel settore dell’istruzione aumentando al contempo la capacità dei poveri di trarre pieno vantaggio delle risorse per loro disponibili.

NOTE

1. Watkins and Pollitt, 171.

2.World Development Report 1993, 79.

3. Montresor, 9.

4. Levinger, 15. Please note that this estimate is less current than the Watkins and Pollitt estimate, leading Levinger to underestimate the number infected.

5. Montresor, 9.

6. Watkins and Pollitt, 174-5.

7. Rockefeller Sanitation Committee (1915), cited in Bleakley, 79.

8. Rockefeller Sanitation Committee (1912), cited in Bleakley, 78.

9. Ashford and Igaravidez (1911), cited in Watkins and Pollitt, 175. More colorfully, the Rockefeller Foundation referred to Tamil workers’ “disinclination to use latrines” as the “‘White Man’s burden,’” “‘a direct menace to the community,’” and “‘an indirect menace to the world.’”

0. Report of a WHO Expert Committee (1987), 14. 11. Del Rosso and Marek, 5.

12. Levinger, 17.

13. World Development Report (1993), 79.

4. Watkins and Pollitt, 174.

5. Humans only.

6. Report of a WHO Expert Committee (1987), 15.

7. Crompton, S24.

8. Watkins and Pollitt, 174. Levinger mentions this briefly in the case of whipworm (17).

19. Report of a WHO Expert Committee (1987), 15; Levinger, 17.

20. World Development Report (1993), 79; Del Rosso and Marek, 5.

21. Stolzfus, 348.

22. Watkins and Pollitt, 185. Specifically, some of the cytokines released in the immune response have been tied to anorexic reactions in animals.

23. Report of a WHO Expert Committee (1987), 18.

24. Watkins and Pollitt, 174.

25. “School-based Deworming Interventions: An Overview,” 1.

26. Watkins and Pollitt, 174; Report of a WHO Expert Committee (1987), 19.

27. World Development Report (1993), 79.

28. Levinger, 9, 13.

29. Report of a WHO Expert Committee (1987), 29. Watkins and Pollitt, 186.

30. Boivin, 261.

31. Boivin, 261.

32. Nokes, 77.

33. Nokes, 77.

34. Sakti, 322.

35. Watkins and Pollitt, 185.

36. John and Petri, 242, 254, 264; Watkins and Pollitt, 185.

37. Watkins and Pollitt, 185, 174.

38. John and Petri, 242.

39. Report of a WHO Expert Committee (1987), 31.

40. Watkins and Pollitt, 174.

41. Levinger, 15.

42. Miguel and Kremer, 163.

43. Bleakley, 73, 75-6.

44. Watkins and Pollitt, 173.

45. Del Rosso and Marek, 19.

46. World Development Report (1993), 74.

47. Del Rosso and Marek, 20.

BIBLIOGRAFIA

Bleakley, Hoyt. 2007. “Disease and Development: Evidence From Hookworm Eradication in the American South.” The Quarterly Journal of Economics.

Boivin, Michael J. and Bruno Giordiani. 1993. “Improvements in Cognitive Performance for Schoolchildren in Zaire, Africa, Following an Iron Supplement and Treatment for Intestinal Parasites.” Journal of Pediatric Psychology, Vol. 18, No. 2, 249-264.

Crompton, D.W.T. 1993. Human Nutrition and Parasitic Infection. Cambridge University Press.

Del Rosso, Joy Miller and Tonia Marek. 1996. “Class Action: Improving School Performance in the Developing World through Better Health and Nutrition.” The World Bank, Dire ctio ns in Development.

Ezeamama, Amara E. et. al. 2005. “Helminth Infection and Cognitive Impairment Among Filipino Children.” The American Journal of Tropical Medical Hygiene, Vol. 72, No. 5, 540-548.

John, David T. and William A. Petri, Jr. 2006. Markell and Vogue’s Medical Parasitology, 9th Edition. Saunders Elsevier Press.

Levinger, Beryl. 1992. “Nutrition, Health, and Learning: Current Issues and Trends.” School Nutrition and Health Network Monograph Series, #1.

Miguel, Edward and Michael Kremer. 2004. “Worms: Identifying Impacts on Education and Health in the Presence of Treatment Externalities.” Econometrica, Vol. 72, No. 1, 159-217.

Montresor, A. et. al. 2002. “Helminth Control in School-Age Children: A Guide for Managers of Control Programs.” World Health Organization.

Nokes, C. et. al. 1992. “Parasitic Helminth Infection and Cognitive Function in School Children.” Proceedings of the Royal Society of London, 247, 77-81.

Oberhelman, Richard A. et. al. 1998. “Correlations Between Intestinal Parasitosis, Physical Growth, and Psychomotor Development Among Infants and Children from Rural Nicaragua.” The American Journal of Tropical Medical Hygiene, Vol. 58, No. 4, 470-475.

Sakti, Hastaning et. al. 1999. “Evidence for an Association Between Hookworm Infection and Cognitive Function in Indonesian School Children.” Tropical Medicine and International Health, Vol. 4, No. 5, 322-334.

Stoltzfus, Rebecca J. et. al. 2003. “Low Dose Daily Iron Supplementation Improves Iron Status and Appetite but Not Anemia, whereas Quarterly Antihelminthic Treatment Improves Growth, Appetite, and Anemia in Zanzibari Preschool Children.” The Journal of Nutrition.

Taylor-Robinson, David and Ashley Jones and Paul Garner. 2009. “Does Deworming Improve Growth and Performance in Children?” Public Library of Science Neglected Tropical Diseases, Vol. 3, Issue 1, 1-3.

Watkins, William E. and Ernesto Pollitt. 1997. “‘Stupidity or Worms’: Do Intestinal Worms Impair Mental Performance?” Psychological Bulletin, Vol. 121, No. 2, 171-191.

Report of a WHO Expert Committee. 1987. “Prevention and Control of Intestinal Parasitic Infections.” World Health Organization, Technical Report Series 749.

2004. “School-Based Deworming Interventions: An Overview.” UNESCO, Fresh Tools for Effective School Health.

 

 

 

 

http://scienzamarcia.blogspot.it/2014/12/i-parassiti-in-aula-gli-effetti-dei.html?m=1

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Adler guarisce la sclerosi multipla

Informazioni tratte da un libro del dentista Ernest Adler (1973) reperibile in spagnolo al link http://www.martin13.com/dientes-y-la-salud/doctor-adler-libro-version-con-radiografias.html

SCLEROSI MULTIPLA.

Vediamo un altro caso di interazione tra focus dentali e problemi delle tonsille. Le radiografie di questo 15enne di Tossa de Mar, V.F., che si era ammalato di sclerosi multipla, evidenziano due grossi problemi (Figura 221): innanzitutto la radice relitta (che ha causato una osteite rarefatta, grosso fattore settico) inoltre i denti del giudizio, tra cui uno ritenuto in posizione obliqua che davano un fattore neurale = lo stress per pressione (a quell'età le radici iniziano a crescere contro l'osso e il canale mandibolare).

Visitato e trattato in varie cliniche di Barcellona, alla fine però la sua condizione aveva iniziato a peggiorare di giorno in giorno, e dopo che tutti i trattamenti avevano fallito, fu deciso di rimandarlo a casa.

 

 

 

 

Commenti: qui abbiamo un caso molto interessante di guarigione completa. Ma riteniamo che sia necessario evitare di dare false illusioni o di confondere le idee inutilmente. Prima di tutto, noi personalmente non sappiamo molto di sclerosi multipla e in secondo luogo, anche il numero di casi di guarigione di cui possiamo dire di essere a conoscenza non è significativo per un discorso scientifico.

 

 

 

 

Avendo i medici descritto il caso come inguaribile e non medicabile, il dottor Bo. ebbe l'occasione di far pesare il suo consiglio di consultare noi, non certo per una cura, ma per cercare di alleviare, anche solo un po', la situazione estremamente disagiata.

 

 

 

 

Il paziente era immobilizzato a letto, immobilizzato nel senso che era quasi completamente impossibilitato in qualsiasi minimo movimento. Gli mancava la forza necessaria per cogliere anche una penna da scrivere, per non parlare di un cucchiaio o un bicchiere, e doveva essere alimentato da un'altra persona,

 

 

 

 

 

 

La nostra esplorazione neurofocale della colonna nel tratto cervicale alla ricerca di foci e di campi d'interferenza diede un risultato molto positivo nell'area C3 (corrispondente all'arcata inferiore) e nel trapezio (tonsille). A questo punto abbiamo fatto le radiografie mostrate nelle figure 221 e 222.

 

 

 

Le tonsille erano completamente atrofizzate, corrispondentemente all'età del paziente, ma erano anche completamente patologiche con molto pus. Questa situazione si presenta spesso come conseguenza della situazione settica presente nella bocca.

 

 

 

 

Commenti: Qui abbiamo tre importanti fattori. In primo luogo abbiamo la noxa settica/ tossica, quella determinata dalla radice e dall'osteite dell'intera zona (come verificato in post-intervento). Inoltre ci sono le tonsille altamente tossiche, dato il loro contenuto di pus. E infine c'è un fattore puramente neurale, rappresentato dalla pressione dei denti del giudizio (vedi figura 222).

 

 

 

 

Trattamento: Anche seduto sulla poltrona odontoiatriaca, il paziente doveva essere aiutato per rimanere in una posizione sostenuta. A causa della gravità della malattia, abbiamo effettuato il seguente esperimento prima d'iniziare qualsiasi intervento di chirurgia dentale. Con un ago molto sottile abbiamo iniettato qualche goccia di procaina-impletol vicino ai resti della radice, così come nei poli tonsillari superiori e inferiori.

 

 

 

 

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La reazione del corpo non fu affatto male: il paziente riprese una certa capacità di muovere le braccia e di rimanere in piedi, anche se col bisogno di un certo supporto. Questo ci ha incoraggiato e ha confermato che una parte della sua malattia era focale.

 

 

 

 

Il giorno successivo abbiamo eliminato alcuni dei campi d'interferenza nella cavità orale: abbiamo rimosso i resti della radice e l'area osteitica che aveva alimentato. Poi abbiamo rimosso il dente del giudizio inferiore. Abbiamo contemporaneamente infiltrato i poli tonsillari con 1/2 centimetro cubo di procaina-impletol ciascuno.

 

 

 

 

Alla visita seguente, il paziente era già in grado di camminare senza alcun supporto, anche se molto lentamente. A questo punto abbiamo trattato le tonsille con iniezione di procaina fino a quando abbiamo raggiunto il punto in cui è stato possibile eseguire la seconda operazione, che consisteva nell'eliminare le tonsille distrutte. Il paziente ha tollerato questa operazione molto bene.

 

 

 

 

Dopo due mesi, questo giovane poté di nuovo iniziare a condurre una vita normale.

 

 

 

 

Tuttavia, e questo è interessante, ogni volta che i suoi restanti tre denti del giudizio, che non erano ancora del tutto sviluppati, "spingevano" un po’ o progredivano nella loro eruzione, producevano una leggera ricaduta, consistente in visione doppia, incontinenza urinaria, mal di testa e atassia. Come già detto però, i sintomi erano molto più lievi. I mal di testa del paziente in questo caso, erano eliminati con un'iniezione di procaina “sul lato opposto” o con un'iniezione “a croce” (anestesia mandibolare conduttiva).

 

 

 

 

Le sue condizioni hanno continuato a migliorare. Le terapie ricostituenti del Dr. Bo. ora iniziavano ad avere qualche effetto. La precedente "mollezza" degli arti è scomparsa ed egli è stato in grado di continuare i suoi studi a Barcellona.

 

 

 

 

Purtroppo, il padre, per la gioia della guarigione del figlio gli comprò una moto. A tutt'oggi questo preoccupa l'autore più che la possibilità che la cura ottenuta nel 1968 non sia duratura.

 

 

 

 

Sembra che le operazioni effettuate a quel tempo per eliminare i campi di disturbo del paziente abbiano curato la sua malattia. Naturalmente, cinque anni sono ancora un periodo troppo breve per esprimere un giudizio valido [beh, pubblicando la 3° edizione di questo libro nel 1983, sono passati 15 anni e non ci sono ancora state alcune recidive della malattia o di uno qualsiasi dei sintomi].

 

 

 

 

Ad ogni modo, questo caso ci fa pensare. Se avessimo creduto che la malattia fosse solo quello che significava la sua denominazione, se non avessimo eliminato questi campi di disturbo, è abbastanza certo che questo "figlio unico" non sarebbe più con noi, e che tanto meno avrebbe potuto guidare una moto. Si prega di notare che il fattore tempo è molto importante. Con questo voglio dire che il "motorino di avviamento" del disastro di un organismo non deve solo essere trovato, ma anche eliminato in tempo, prima che il potenziale per la difesa e la ricostruzione dell'organismo si riduca troppo. In questo caso la reazione del Dr. Bo fu immediata.

 

http://scienzamarcia.blogspot.it/2014/12/adler-guarisce-sclerosi-multipla.html?m=1

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Colesterolo e trigliceridi : un aiuto naturale con i semi di chia

La chia o salvia hispanica è una pianta che cresce in Messico e Bolivia.

Il nome "Chia" in atzeco significa "forza".

 

Omega 3

I semi di Chia sono la più pregiata e ricca fonte di omega 3 del regno vegetale (20g x 100gr - 8 volte più del salmone) e quindi sono un ottimo rimedio contro colesterolo e trigliceridi.

A differenza del pesce sono più economici, non hanno odore o sapore sgradevole.

 

Vitamine e sali minerali

I semi di chia inoltre sono molto ricchi di vitamine A, C e del gruppo B (inclusa la vitamina B6 e B12).

Quest'ultime sostengono e rinforzano il sistema nervoso, aumentando la capacità di concentrazione e diminuendo l'ansia.

Inoltre contengono

- 7 volte più vitamina C delle arance

- 5 volte più calcio rispetto al latte

- 3 volte più ferro rispetto agli spinaci

- 2 volte più potassio rispetto alle banane

- 15 volte più magnesio rispetto ai broccoli

 

Uso

Come integratore, di prima mattina a stomaco vuoto si può bere un gel ottenuto lasciando 20 gr di semi in acqua a temperatura ambiente per 10 - 15 minuti.

Nell'insalata, nella minestra e nella zuppa si possono aggiungere 10 gr di semi macinati o cotti o ancora meglio alcune gocce dell'olio ricavato dai semi.

Come dessert, lasciare i semi in ammollo in un succo di frutta per 15 minuti, alla fine si otterrà una specie di budino alla frutta.

 

http://www.fabenessere.com/2014/01/i-semi-di-chia-per-combattere.html

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Decontaminare il terreno ? Piantiamo i SALICI

L’inquinamento dei terreni è una triste e grave realtà di cui spesso si parla poco ma con cui dobbiamo fare inevitabilmente i conti sotto molti punti di vista.park-195790_640

 

Pensate solo a quanto la catena alimentare possa essere condizionata da questo problema, e quanto l’uomo abbia sperimentato metodi non naturali, spesso costosi e invasivi, per ripristinare le originarie condizioni del suolo compromesso da discariche, da attività minerarie e più in generale dall’inciviltà umana.

 

Uno studio della University of Eastern Finland ha recentemente affermato che per decontaminare i terreni, o per ridare la perduta fertilità alla terra con un’alta acidità, possiamo chiedere aiuto a madre natura piantando salici.

 

Le piante a foglie larghe infatti, sarebbero in grado di ripulire gli agenti inquinanti e di avviare quindi, attraverso una fitodepurazione naturale, il ripristino delle condizioni originarie dei terreni compromessi. Gli esperimenti che confermano l’efficacia di questa tecnica sono stati condotti in due siti ad alto tasso di elementi inquinanti: nella miniera russa di Kostomuksha e in quella finlandese di Pyhajarvi.

 

Dopo la sperimentazione sono stati raccolti dati significativi, secondo i ricercatori i salici sarebbero in grado di decontaminare i terreni selezionati, da zinco in 6 anni, da nickel in 10 anni e da cromo e rame in 15 – 50 anni.

 

E’ sempre un dato positivo quando la scienza riesce a trovare una sinergia con i processi naturali, ne studia le cause e ne valorizza gli effetti, considerando la possibilità concreta di risolvere un problema ambientale adottando un mezzo naturale.

 

Quindi ben vengano i salici, anche se, considerando le pessime condizioni in cui stiamo riducendo il Pianeta, e le irrorazioni chimiche nei cieli, meglio note come scie chimiche, che guarda caso contengono metalli pesanti che ricadono al suolo, impoverendo i terreni e rovinando la nostra salute ne dovremmo piantare intere foreste di questi salici depuranti.

 

Intanto però, mentre aspettiamo che la scienza ufficiale si interessi al problema delle scie chimiche senza adottare dogmatiche censure o sentenziando feroci condanne allo scherno, se non abbiamo dimestichezza con il piantare alberi, o se non abbiamo posto per un salice nel nostro monolocale in città, possiamo iniziare a cercare di vivere in un modo più sostenibile, e ad avere un comportamento più responsabile verso la natura partendo dalle piccole cose, ad esempio differenziando e acquistando i prodotti che consumiamo all’interno di filiere corte.

 

Un mondo diverso è possibile, possiamo realizzarlo ogni giorno partendo proprio dalla nostra vita.

http://www.primapaginadiyvs.it/salici-possono-decontaminare-il-terreno/#

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