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Guarire corpo e mente con i Campi Magnetici. La fisica quantistica dimostra che Tesla aveva ragione

Oggi si pensa ai campi magnetici a livello medico solo come uno strumento diagnostico, ma la medicina, soprattutto in Germania ed Inghilterra, si sta nettamente orientando verso le nuove applicazioni terapeutiche che le scoperte della fisica quantistica stanno portando alla luce.

Lo stesso Tesla più di 100 anni fa ne era a conoscenza e le provò su sé stesso. Come riportato nel libro di Edoardo Segato, Tesla – Lo Scienziato Contro:

“Nel corso delle sue ricerche Tesla comprese il valore stimolante e terapeutico delle alte frequenze e dei relativi campi magnetici sull’uomo, ma non brevettò mai nessun metodo o apparecchio. Si limitò ad annunciarne la scoperta nel 1892-93 nelle conferenze che tenne tra Europa e America. Tesla espose tutta una serie di possibili soluzioni terapeutiche non invasive. Tra questi c’era un trattamento magnetico, oggi uno dei metodi più all’avanguardia. Sono in molti a sostenere che entro breve sarà accessibile per tutti una medicina molto diversa, più radicale e meno invasiva, “senza fili”, e soprattutto senza farmaci e senza aghi.

Tesla sviluppò infatti un modello di bobina di piccola taglia, definita anche “oscillatore terapeutico” che fu richiesto in molti ospedali da un elevato numero di specialisti e di medici che volevano sperimentarne gli effetti e indagarne l’interazione con il corpo umano dei campi magnetici.

 

Abbiamo già visto come Tesla stesso avesse già effettuato test medici con le sue innumerevoli apparecchiature. Dopo l’incendio del laboratorio di East Houston Street l’inventore scampò alla depressione grazie alle innumerevoli ore di scariche elettriche rigeneranti a cui si sottopose giornalmente.”

 

 

Per chi non ne ha mai sentito parlare può sembrare strano ma chi è del settore conosce molto bene questo argomento. Un mio amico sta lavorando ad un progetto contro la malaria, la cui sperimentazione sarà ultimata a breve ma già i risultati sono sorprendenti: in una gabbia di Faraday viene emessa una piccola forza elettromagnetica che in una o due sedute a seconda del grado di gravità, distrugge il plasmodio all’interno del globulo rosso. E’ meraviglioso, ma è incredibile che nessuno ne parli.

 

Il Dott. Piergiorgio Spaggiari, fisico e medico di Milano, già docente universitario e ricercatore del CNR, in un’intervista a Scienza&Conoscenza spiega:

 

 

 

“A partire dalla scoperta della Risonanza Magnetica Nucleare, oggi è dimostrato che immergendo un corpo umano all’interno di un campo magnetico ottenuto dalla somma di un campo magnetico permanente ed un campo magnetico variabile, le cellule dell’organismo ubbidiscono alle sollecitazioni del campo magnetico generato.

Il comportamento è analogo per tutti gli esseri viventi: vegetali, animali, uomo e donna. Si tratta di una grandissima scoperta, in quanto prima si riteneva che la medicina fosse unicamente basata su reazioni di tipo biochimico mentre così si è dimostrato che le cellule sono soggette anche a reazioni di tipo biofisico.

 

Per quanto riguarda la terapia, io utilizzo una macchina di Risonanza Ciclotronica sviluppata da alcuni fisici italiani ma basata su un principio scoperto da un fisico russo, Liboff, per cui una cellula dell’organismo umano è in grado di riassorbire ioni persi se immersa in un campo magnetico permanente ultra debole al quale viene sommato un campo magnetico variabile la cui frequenza è pari alla frequenza di rotazione dello ione che deve essere riassorbito. L’intensità dei campi è molto bassa, dell’ordine di grandezza del campo elettromagnetico terrestre.”

 

Quando incontrai il Dott. Spaggiari di persona mi disse come ad esempio si può curare una persona che soffre di osteoporosi semplicemente immergendola in un campo magnetico “alla frequenza dello ione calcio”. Come puoi intuire le implicazioni di queste scoperte, che si basano sulla nuova fisica quantistica, sono immense.

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Qualche tempo fa fece molto scalpore l’articolo MBST: Nuova tecnologia cura osteoporosi e artrosi con campi magnetici! in cui si affermava: “Cura l’osteoporosi e l’artrosi senza inserire protesi. Rigenera i tessuti cartilaginei, aiuta nella ricomposizione delle fratture. Non solo. Evita l’assunzione di farmaci antidolorifici e antiinfiammatori necessari dopo l’inserimento delle protesi e dimezza i tempi della riabilitazione, fatta solo se strettamente necessaria. Non si tratta di una pozione magica ma della tecnologia MBST®, ossia terapia a risonanza magnetica nucleare. La tecnologia, sviluppata in Germania 15 anni fa, utilizzata in 300 centri riabilitativi tedeschi e in paesi come Austria, Inghilterra, Turchia, Israele è semi sconosciuta in Italia.” Alla luce di quello che abbiamo detto finora è chiaro che non è magia, ma è la nuova medicina.

 

Basta fare una ricerca su internet e scoprire che ci sono tantissimi centri in Italia che fanno uso dellamagnetoterapia, di cui al momento i principali campi di applicazione sono:

Patologia dell’apparato muscolo scheletrico

Osteoporosi

Reumatologia (tutte le affezioni di natura infiammatoria)

Patologia vascolare, flebopatie ed arteriopatie

Dermatologia

Chirurgia (azione cicatrizzante)

Neurologia

Ginecologia

Oncologia

 

Il Prof. Carlo Ventura, direttore del laboratorio di biologia molecolare e bioingegneria delle cellule staminali presso l’istituto di cardiologia dell’università di Bologna, in stretta collaborazione con Università della California, afferma che le cellule, come tutto l’universo, vibrano e, facendo ascoltare le giuste frequenze alle cellule staminali, queste ultime possono essere istruite per divenire cellule specifiche dei nostri organi. Il campo magnetico può dunque innescare la guarigione. Nell’articolo Le frequenze che guariscono – L’antica medicina del futuro ho descritto come in passato fossero stati molti coloro che hanno realizzato generatori di frequenze (e quindi campi magnetici) ad uso medico riuscendo anche a curare il cancro con incredibile successo.

 

Più persone sono al corrente di queste informazioni vitali per la nostra salute, più facilmente questa nuova conoscenza potrà prendere piede nella classe medica. Questa è la medicina del futuro che tutti noi vogliamo per il nostro presente.

 

http://www.dionidream.com/guarire-campi-magnetici-tesla-fisica-quantistica/

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L’Infermiere e il Reiki: quando l’energia aiuta ad assistere

È una delle medicine complementari oggi più in vigore in Italia e nel mondo.

Il Reiki è tra le cure complementari più diffuse ed utilizzate tra gli Infermieri. Essa è una disciplina molto antica che si basa sul cosiddetto “tocco terapeutico”. Il Collegio Ipasvi di Genova ha fatto da apripista in Italia per lo studio di tale tecnica, che da qualche tempo viene insegnata in varie parti della nostra Nazione. Vediamo di cosa si tratta.

 

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Alcuni Infermieri diventati esperti di Primo Livello Reiki

Gli Infermieri da sempre sono affascinati dalle cosiddette “cure complementari”. Il Reiki è una di queste.

 

Il Reiki fa parte delle Healing Touch ed è una delle medicine complementari più studiate scientificamente e clinicamente a livello internazionale. Il National Center For Comlemantary and Integrative Health (NCCAM), l’ente americano che studia e censisce le medicine non convenzionali, nel 2006 ha definito il Reiki come “un metodo di guarigione alternativo in cui l’operatore posiziona o avvicina delicatamente le proprie mani al corpo della persona con l’obiettivo di facilitarne la guarigione”.

 

Da oltre 30 anni medici, paramedici e operatori collaborano per testare con rigore scientifico questa tecnica messa a punto dal giapponese Mikao Usui agli inizi del novecento, e diffusasi ben presto in tutto il mondo.

 

Uno dei primi studi conosciuti sul Reiki è datato 1985, condotto dagli americani Braund e Schlitz, e indagava gli effetti della cura sullo stress. Da allora gli studi si sono moltiplicati, con rigore scientifico sempre maggiore, in particolare per quello che riguarda la gestione del dolore, gli effetti collaterali in pazienti trattati con farmaci chemioterapici, gli effetti su alcuni valori ematici (in particolare la neutropenia), sulle patologie cardiache (nel dettaglio sulle aritmie) sulla guarigione delle ferite, sull’ansia e sulla depressione.

 

Gran parte di queste ricerche, insieme alle molte altre condotte su Reiki, sono raccolte da PubMed, la banca dati biomedica online sviluppata dal National Center for Biotechnology Information (NCBI) presso la National Library of Medicine (NLM). Il valore scientifico delle informazioni è garantito dalla selezione manuale dei contenuti condotta da qualificati comitati scientifici.

 

Sono più di 2000 le pubblicazioni che, inserendo “Reiki” come parola chiave nella ricerca, compaiono tra i risultati; e il numero cresce, ogni anno, sempre di più.
Alla ricerca scientifica è seguito l’inserimento di Reiki negli ospedali: negli Stati Uniti per esempio, tra i primi ad inserire i trattamenti Reiki nelle carte dei servizi in diversi ospedali, l’insegnamento di Reiki è previsto nella formazione infermieristica nell’ambito delle Complementary and Alternative Medicine (CAM).

 

È opportuno qui chiarire che non si tratta di un sistema terapeutico da usare per guarire specifiche patologie, ma di una tecnica di supporto alla medicina allopatica al fine di ridurre l’utilizzo dei farmaci per una migliore compliance dell’utente.

Esso, infatti, può essere affiancato alle terapie convenzionali senza rischio di controindicazioni o interazioni con qualsiasi altro tipo di farmaco o trattamento.

 

Come funziona il Reiki?

Attraverso il “tocco”, l’operatore Reiki entra dapprima in contatto con il campo energetico della persona e si armonizza, in modo che il ricevente non viva questo tocco come un’invasione; a questo punto inizia il passaggio di “energia”: l’operatore, opportunamente istruito, si connette alla fonte energetica e diventa un canale, un catalizzatore di energia, che viene convogliata verso il ricevente attraverso le mani.

 

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L’operatore è quindi un tramite, un canale: non rischia di andare in riserva di “energia personale ” e nemmeno di prendere disequilibri dal ricevente, come per esempio avviene nella pranoterapia.

 

Nella visione orientale, il corpo si ammala laddove l’energia al suo interno non scorre in maniera fluida: una situazione traumatica, specie se ripetuta nel tempo o di elevata intensità, porta una stasi oppure un mancato arrivo di energia in quelli che comunemente vengono chiamati “organi bersaglio“; e come avviene per la scarsa o mancata circolazione sanguigna, in breve tempo l’organo si ammala, producendo tutta una serie di sintomi che, se trascurati, portano alla malattia cronica o addirittura alla situazione non reversibile.

Inducendo uno stato di rilassamento e migliorando la circolazione energetica, Reikipotenzia l’effetto del farmaco riducendo il dosaggio.

 

Cosa c’entra il Reiki con gli infermieri?

In un rapporto tecnico dell’OMS del 1996 si legge: “gli infermieri di tutto il mondo sono divenuti sempre più consapevoli del fatto che ampi gruppi di popolazione in ogni paese stanno usando approcci tradizionali (che fanno riferimento alle varie etnie e culture, Nds) e complementari per mantenere o recuperare la propria salute. In molti luoghi gli infermieri sono stati innovatori di questo movimento.

 

Nei paesi industrializzati si stima che circa la metà della popolazione ricorra regolarmente ad approcci sanitari complementari. Nei paesi in transizione e in quelli in via di sviluppo la percentuale è addirittura superiore.

 

Alcuni di questi approcci complementari possono far parte di un piano terapeutico con il paziente se sono appropriati e accettabili.

 

Il tocco terapeutico, l’uso di infusi, il massaggio ed altri approcci complementari possono favorire l’assistenza infermieristica. Il personale infermieristico deve essere preparato a guidare i clienti nella scelta tra i differenti approcci assistenziali, complementari e tradizionali. La formazione dovrebbe mettere gli infermieri in condizione di capire i diversi approcci, la loro compatibilità con altre forme di cura e la loro accettabilità in seno alla tradizione culturale. Gli infermieri condividono la responsabilità di essere aperti e consapevoli circa tutto ciò che attiene all’assistenza sanitaria in cui lavorano” (OMS, Ginevra 1996).

 

Gli insegnamenti impartiti nei giorni scorsi presso il Collegio Infermieri di Genova derivano dalla scuola Reiki giapponese; al termine del seminario, a tutti i partecipanti è stato consegnato un “Attestato di Primo Livello Reiki – Shoden” secondo gli insegnamenti impartiti dall’Associazione Italiana Reiki (AIRE), oltre al l’attestato per i crediti ECM.

 

In autunno, sempre presso il collegio genovese, una nuova edizione e nuove opportunità per i colleghi di incontrare, conoscere e fare propria questa meravigliosa disciplina.

La disciplina si sta diffondendo radicalmente in tutta Italia e sempre più Infermieri, anche se spesso non ufficialmente, la studiano e la pratica.

FONTE : http://www.nurse24.it/infermieristica-e-reiki/

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Il pensiero : la forza piu' potente nell'universo

La fine dell’Homo erectus per effetto del “pensiero debole”. Una grande scoperta di neuro-ortopedia: le discopatie sono dovute all’azione della gravità sulla colonna...

 

Pensiero, come ebbi modo di dirvi altre volte, è correlato etimologicamente alla parola latina pènsum, che significò la quantità di lana pesata, dacché le cosiddette “ancelle pensili”, giovani “operaie-intellettuali”, avevano il compito di stimare il peso della lana, meditando, vale a dire esercitando la funzione “mentale” del pe-n-sare, appunto!

 

(Avanti vedremo la doppia accezione del termine mente, che ci riporta al significato di misurare, che attiene il dolore, dalla radice indo-germanica matìs e al significato di mèdeor = medicare, dal latino mèdicus = colui che cura le malattie, essendo un sapiente)

 

Peso e pensiero sono dunque legati da un “filo concettuale” straordinariamente intrecciato e nell’anno 2012 alle porte, sta per rendersi evidente una sorpresa, che quel tipo di “scienza”, figlia del metodo cartesiano, non si sarebbe mai aspettata di trovarsi di fronte.

 

 

 

La causa per la quale i corpi cadono a terra, a-tratti (c’è un’alfa privativa e il verbo trarre) va annoverata nel regno dei quid impalpabili, immateriali e... inexistenti… come lo è il pensiero.

 

È una rivoluzione copernicana che l’Establishment non prevedeva e probabilmente non è preparato a fronteggiare. Anche le conseguenze non sono al momento facilmente prevedibili.

 

È finita una Civiltà, che ha creduto fermamente nell’esistenza di “fettucce” invisibili, in grado di avvinghiarsi in tutti i corpi e di trascinarli verso il centro della terra a velocità sempre più crescente, stante una accelerazione costante e equa per tutti. Dall’oggetto di ferro a quello realizzato in morbida plastica o in leggerissimo polistirolo.

 

Ne comincia una nuova, libera da questi lacci e consapevole del vero “meccanismo-interno”, il quale ha il potere di far muovere i corpi, senza che vi sia niente di fuori a tirare.

 

Il fenomeno gravitazionale assimilabile ad un fenomeno squisitamente “psichico”, fa indubbiamente scalpore e il Fisico non può non percepire quella sensazione disarmante di sconcerto, sentendosi depauperato della “rassicurante” nozione newtoniana di Forza di gravità.

 

Tante nozioni però sono destinate ad essere stralciate dai Libri di Scienza, insieme a paradigmi che hanno incredibilmente attraversato i secoli, pur essendo concettualmente strampalati e affatto aderenti a qualche tipo di logica attendibile.

 

C’è un esperimento sul peso, che si può annullare, condotto ipnotizzando una persona e facendole “credere” (Crédere = dalla radice della lingua sanscrita crad-dhà = porsi a testa alta con fede) che può vincere la gravità. Vedere per questo l’esperienza di San Giuseppe da Copertino e le cronache del 4 Ottobre 1630, relativamente a ciò che accadde nel monastero dove il frate era stato “rapito” dalla meditazione, durante la santa messa.

 

L’esperimento condotto in un una Università Russa, ai tempi nostri, contestualmente alle ricerche del Fisico Russo Evgeny Podkletnov, lasciò attoniti i presenti, che ebbero modo di constatare come l’ago della bilancia, sulla quale poggiava la persona ipnotizzata, segnasse zero!

 

Questi esperimenti appaiono anti-scientifici, visti con l’occhio newtoniano, di chi crede di avere le risposte a tutte le domande e non vuole vedere altro, che ciò che gli fa comodo. Tuttavia aprono l’orizzonte nuovo della - reale - percezione del mondo fenomenico.

 

A chi è adusato alle esperienze di confine della levitazione, condotte da maestri della “meditazione-trascendentale”, in oriente, (Nella parte destra del globo terrestre) nemmeno sembrerà di leggere qualcosa di… estremo, continuando la lettura di questo articolo.

 

Tutti gli altri, per comprendere di cosa stiamo parlando, debbono convincersi intanto che nel mondo della Scienza sono accaduti alcuni eventi, per cui oggi dovrà essere riveduto e corretto il concetto di gravità, soprattutto sul punto che non è vero che sia ininfluente il materiale di cui si compone l’oggetto in caduta, ai fini della accelerazione di caduta.

 

Sto parlano del celeberrimo dato di fatto, che la sfera di alluminio cade più accelerata della sfera di ferro e più lenta ancora sarebbe la caduta del piombo e al limite dell’uranio, che rappresenta l’ultimo elemento realmente estraibile dalle miniere, sul nostro pianeta e su qualunque altro pianeta.

 

 

 

Il paradosso gravitazionale non è come potreste credere che sia!

 

Che questo sia incontrovertibile è pacifico ormai. Quanto alla possibilità che ingegneri, fisici, laureati in discipline tecnico-scientifiche e tanti altri professionisti della Scienza, nemmeno lo sappiano, nel 2012, che questa osservazione scientifica è stata fatta ed ha determinato in Fisica l’introduzione della “quinta Forza”, è tutta un’altra storia. Paradigmatica dei “vizi” dello scientismo, ma tutta un’altra storia. (Ogni volta che faccio conferenze, noto tra il pubblico facce stravolte, quando racconto questa cosa e che molti credono sia ovvio e naturale, che il piombo cada più accelerato del litio, nemmeno avrei voluto dirlo, ma a scanso reiterazione di sprazzi di ignoranza delle più elementari nozioni di Fisica, è meglio dirlo, che la norma della legge di gravità, prevede l’uguaglianza gravitazionale, che per questo si chiama universale!

 

Il “paradosso gravitazionale” consiste nella diversa “g” di 2 metalli, che per la nozione di “Forza”, dovrebbero essere attratti con eguale intensità. Ci siamo?

 

Dal momento che il metallo con più basso numero atomico (non diciamo il più leggero, che è sbagliato) tocca terra prima di quello con più alto numero atomico, vuol dire che la spiegazione secondo il “modello attrattivo”, dove si visualizzano idealmente le “cordicelle” di Pierre Gassendi, fa acqua da tutte le parti e che urge l’introduzione del “modello a-trattivo”, dove non ci sono corde tiranti. E viva Dio, si potrebbero chiudere tutti i centri mondiali, dove si cercano, erroneamente, le onde gravitazionali. Non è stata inutile solo la ricerca del Bosone di Higgs al CERN di Ginevra. Qualificarla inutile, la ricerca della particella che crea la massa, mi rendo conto che può offendere tanti Scienziati serissimi, che vi hanno e vi stanno lavorando. Per meglio dire, mettiamola così: la mancata scoperta del Bosone di Higgs, è auspicabile che induca a iniziare la caccia di “quello” che crea la massa, in sua vece. Ovviamente si scoprirà che è quella soluzione della continuità nello shell elettronico e nella “topografia” barionica; il Vuoto Quantomeccanico!

 

E saranno “resettati” tutti i paradigmi scientifici, della cui validità molti sono convinti e ci metterebbero le mani sul fuoco, ciecamente. Solo perché sta scritto sul libro! Si ripartirà con una “Nuova Fisica”, intanto chiara a comprensibile a tutti e bando ai contorsionismi concettuali e alle formule “esoteriche”, studiate apposta per essere deterrenti funzionali a non far avvicinare alla Scienza, chi non indossa un badge “omologato”.

 

 

 

Il trionfo della Psicologia

 

Lo Psicologo non è considerato uno scienziato, dacché si occupa di qual cosa di impalpabile non soggetto alle leggi della Fisica. Invero tutto sta per capovolgersi. Niente più del pensiero entrerà nel novero delle competenze del Fisico. Per effetto del pensiero è esploso l’Universo. Ricordatevi che ho introdotto in astrofisica la nozione, che già prima del Big Bang, la gravità era lì. Per effetto del pensiero le galassie si attraggono, si muovono e i Soli all’interno, vedono girare intorno ad essi pianeti, che attraggono sulla propria superficie ogni cosa proveniente dall’alto.

 

Attenzione, che qui viene l’interessantissimo. Per effetto del pensiero si può far diventare una donna bella come un’Elena. Basta guardarla e immaginarla bellissima. Lei ci diventerà “ineluttabilmente”. Si può liberare un sofferente, da qualunque male. Basta dire delle “parole chiave”, contrapposte a quella ideazione patologica, che tiene acceso un circuito patogeno.

 

Possiamo determinare la nostra vita, facendo in modo di avere un lavoro, che ci fa stare in ufficio con la segretaria seduta sulle ginocchia o alla guida di un autocarro, affiancati da un nerboruto datore di lavoro, il quale per esortarci a modo suo a far presto, ci prende a scapaccioni dietro la testa.

 

Tutto dipende da come pensiamo e “a-traiamo” la reAltà.

 

Anche che voi siate finiti a leggere questo articolo, è dipeso dal vostro pensiero. Nulla vi impediva di leggere un giornale di gossip. Se lo aveste fatto, non avreste saputo quello che ora sapete, però.

 

 

 

Inzuppati nel pensiero

 

Dovreste aver capito, che siamo inzuppati come pavesini dentro al caffè, in qualcosa che permea tutto. Ogni nostro atomo. Da “dentro” e ci a-trae a dividere con tutti gli altri che sono del pari inzuppati dentro, con tutte le cose, persino; un “destino” (destino = viene da de + essere fermi = che toglie dall’immobilità) che ci “muove” gli uni verso gli altri.

 

Vi siete mai chiesti, cosa distingue l’uomo dalla bestia?

 

Vi rispondo nel modo più scientifico, che possiate immaginare. L’intelligenza. Ovvero il modo con cui si usa il pensiero. Il quale vi ricordo, è una miscela in parti uguali di intelligenza, memoria e volontà.

 

Sapete da cosa si vede se un animale è più o meno intelligente? Dal clinostatismo a dall’ortostatismo che sceglie per accoppiarsi sessualmente. L’accoppiamento orizzontale è segno di difetto d’intelligenza. Al contrario quello verticale denota estrema intelligenza. I serpenti, dunque si distinguono da noi, per intelligenza, anziché no.

 

E ci insegnano anche una lezione di Fisica incredibile. Toccano appena con la coda sul terreno, come se in certi momenti “vincessero” la gravità.

 

Vi voglio confidare una nozione, che è la chiave della ViTa: persino il DNA si avvolge a spirale e si “solleva”. Se non ci fosse questa “vis viva”, il DNA sarebbe schiacciato come una “girella”, di quelle che divorate la mattina al bar. Con effetti sulla genetica, molto … avvilenti!

 

 

 

Il pensiero che “ti tira su”

 

Allora, lo sapevate che gli oligofrenici hanno la testa pendente? Se si avete vocazione per la psicologia e anche per la fisica.

 

Sapreste dirmi, perché, secondo voi, quando sentiamo parlare di cose, di cui non cap-iamo niente, ci viene spontaneo “piegare in giù la testa”? Beh, no! Non siamo oligofrenici.

 

Dovete sapere che cap-ire, significa ire col capo, andare su col capo. Questo è importante da sapere. Magari milioni di sedicenti coltissimi e sapientoni, non lo sanno. Però voi si.

 

Avete mai sentito parlare che nella storia dell’Homo, c’è stato un evento (evento = avvento = forma contratta di avvenimento) per il quale ha guadagnato “di colpo” la stazione eretta?

 

L’evento è la presa di coscienza, che non si nasce da sotto i cavoli e nemmeno c’entra niente la cicogna. È stato tanto pregante ontologicamente, da tirar su l’uomo da carponi ad “eretto”, come il DNA, del resto. Peccato che poi, colui che ha “capito” come ci si “riproduce”, vada a farlo in “stazione clinostatica”.

 

Pensare fa stare con la testa dritta e tira in su la colonna vertebrale. Questo sia il paradigma di una nuova nozione, che presto tutti gli addetti ai lavori in medicina e in psicologia e in scienze motorie, dovranno conoscere. Le implicazioni? Sono di seguito riportate. Prendete nota.

 

 

 

La storia delle linee di forza

 

L’Establishment medico dice: il passaggio dell’uomo dalla posizione quadrupedica a quella eretta ha determinato uno spostamento delle linee di forza sulla colonna vertebrale, e in particolare a carico delle lordosi (curve del movimento), che si sono dovute rettificare causando uno spostamento posteriore dei dischi inter-vertebrali.

 

Morale della favola, uomo hai voluto stare in piedi? Ora paghi lo scotto con le ernie del disco e con tutta una sequela di problemi, che c’è da farsi venire il mal di mare.

 

Lo scientismo semplifica sempre, quando bisognerebbe approfondire e moltiplica gli enti, quando non ce ne sarebbe affatto bisogno.

 

Messa così, lo credo bene, che la classe medica si trovi spiazzata, nel comprendere le correlazioni, per esempio, tra gli stati depressivi psichici e l’aumento preoccupante dei casi di discopatia, con le relative neuropatie periferiche algodistrofiche - che causano dolori, gonfiori e degenerazioni).

 

Rammentate cosa vi dissi, nel precedente articolo su questo tema apparso su Scienza e Conoscenza 38, a proposito di questo? Vi feci l’esemplificazione da “Dottore della Radio TV”, che disattento alla possibilità che può danneggiarsi il cavo d’antenna, finirebbe per consigliare la riparazione e persino l’acquisto di una nuova TV, con esiti poco lieti. Per farvi rendere conto di quale disavventura, oggi, può colpire chiunque di noi, potendosi persino scambiare un ginocchio che fa vedere le stelle, per un problema a carico del ginocchio, quando invero è a carico della colonna!

 

Pertanto, stante essere la colonna (guarda bene la colonna come causa di malattia Ippocrate 460 a.c.) la causa di molti problemi, invalidanti, importanti, incidenti sulla felicità della vita delle persone, mi è sembrato doveroso, ahimè, come medico e come fisico, richiamare l’attenzione di tutti quelli, che è hanno motivo di essere attenti, sul “filo rosso” che collega il p e n s i e r o a diverse patologie d’organo, degli arti, di distretti del corpo, finendo così per chiarire definitivamente come si deve interpretare il concetto controverso di depressione psichica.

 

In modo da risalire correttamente alla causa di quella sorta di… “afflosciamento” a cui va incontro la pila di vertebre sovrapposte, allorquando quella “fiammella” dello spirito umano si affievolisce penosamente.

 

Finiamola di ritenere “sine materia” che il depresso abbia il cortisolo ematico alterato, contratture muscolari dei muscoli interspinali e atteggiamenti del rachide… patogeni.

 

Vero è, invece, che il “pensiero debole” riporta l’uomo alla preistoria, per dirla spiritosamente. Ma c’è poco da ridere però’, perché l’alluminio dei vaccini si è reso cagionevole del morbo di Halzeimer, che com’è noto è la demenza e cosa fa il mercurio, è meglio che non lo dica io.

 

In conclusione, per richiamare il punto da dove siamo partiti, il pensiero è “gravità”, posto che non sia un falso la teoria del Vuoto Quantomeccanico e che la forza di gravità è uno svarione concettuale; per cui semplicemente sarà sempre più difficile vivere a testa alta, vittime innocenti del depauperamento dello spirito (il pensiero che tira in su!) da cui non possiamo difenderci, se corriamo a farci vaccinare, credendo di tutelare la nostra salute.

 

Come pure non è sorprendente se non riusciamo a tener su la nostra colonna, resi ignoranti da una disinformazione, foriera della condizione penosa del “non capire” niente.

 

Dulcis in fundo, le cinture di sicurezza. Che è mio dovere di uomo di scienza dirlo – non – sono state inventate per la sicurezza, bensì per separare (sekur = scure = tagliare in due) il cervello destro dal sinistro e determinare quel “conflitto psichico”, che non può che concludersi con la testa pendula e più pesante, che pensante.

 

FONTE:http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/il-pensiero-e-la-forza-piu-potente-dell-universo.php

 

La fine dell’Homo erectus per effetto del “pensiero debole”. Una grande scoperta di neuro-ortopedia: le discopatie sono dovute all’azione della gravità sulla colonna...Massimo Corbucci

 

 

 

Pensiero, come ebbi modo di dirvi altre volte, è correlato etimologicamente alla parola latina pènsum, che significò la quantità di lana pesata, dacché le cosiddette “ancelle pensili”, giovani “operaie-intellettuali”, avevano il compito di stimare il peso della lana, meditando, vale a dire esercitando la funzione “mentale” del pe-n-sare, appunto!

(Avanti vedremo la doppia accezione del termine mente, che ci riporta al significato di misurare, che attiene il dolore, dalla radice indo-germanica matìs e al significato di mèdeor = medicare, dal latino mèdicus = colui che cura le malattie, essendo un sapiente)

Peso e pensiero sono dunque legati da un “filo concettuale” straordinariamente intrecciato e nell’anno 2012 alle porte, sta per rendersi evidente una sorpresa, che quel tipo di “scienza”, figlia del metodo cartesiano, non si sarebbe mai aspettata di trovarsi di fronte.

 

La causa per la quale i corpi cadono a terra, a-tratti (c’è un’alfa privativa e il verbo trarre) va annoverata nel regno dei quid impalpabili, immateriali e... inexistenti… come lo è il pensiero.

È una rivoluzione copernicana che l’Establishment non prevedeva e probabilmente non è preparato a fronteggiare. Anche le conseguenze non sono al momento facilmente prevedibili.

È finita una Civiltà, che ha creduto fermamente nell’esistenza di “fettucce” invisibili, in grado di avvinghiarsi in tutti i corpi e di trascinarli verso il centro della terra a velocità sempre più crescente, stante una accelerazione costante e equa per tutti. Dall’oggetto di ferro a quello realizzato in morbida plastica o in leggerissimo polistirolo.

Ne comincia una nuova, libera da questi lacci e consapevole del vero “meccanismo-interno”, il quale ha il potere di far muovere i corpi, senza che vi sia niente di fuori a tirare.

Il fenomeno gravitazionale assimilabile ad un fenomeno squisitamente “psichico”, fa indubbiamente scalpore e il Fisico non può non percepire quella sensazione disarmante di sconcerto, sentendosi depauperato della “rassicurante” nozione newtoniana di Forza di gravità.

Tante nozioni però sono destinate ad essere stralciate dai Libri di Scienza, insieme a paradigmi che hanno incredibilmente attraversato i secoli, pur essendo concettualmente strampalati e affatto aderenti a qualche tipo di logica attendibile.

C’è un esperimento sul peso, che si può annullare, condotto ipnotizzando una persona e facendole “credere” (Crédere = dalla radice della lingua sanscrita crad-dhà = porsi a testa alta con fede) che può vincere la gravità. Vedere per questo l’esperienza di San Giuseppe da Copertino e le cronache del 4 Ottobre 1630, relativamente a ciò che accadde nel monastero dove il frate era stato “rapito” dalla meditazione, durante la santa messa.

L’esperimento condotto in un una Università Russa, ai tempi nostri, contestualmente alle ricerche del Fisico Russo Evgeny Podkletnov, lasciò attoniti i presenti, che ebbero modo di constatare come l’ago della bilancia, sulla quale poggiava la persona ipnotizzata, segnasse zero!

Questi esperimenti appaiono anti-scientifici, visti con l’occhio newtoniano, di chi crede di avere le risposte a tutte le domande e non vuole vedere altro, che ciò che gli fa comodo. Tuttavia aprono l’orizzonte nuovo della - reale - percezione del mondo fenomenico.

A chi è adusato alle esperienze di confine della levitazione, condotte da maestri della “meditazione-trascendentale”, in oriente, (Nella parte destra del globo terrestre) nemmeno sembrerà di leggere qualcosa di… estremo, continuando la lettura di questo articolo.

Tutti gli altri, per comprendere di cosa stiamo parlando, debbono convincersi intanto che nel mondo della Scienza sono accaduti alcuni eventi, per cui oggi dovrà essere riveduto e corretto il concetto di gravità, soprattutto sul punto che non è vero che sia ininfluente il materiale di cui si compone l’oggetto in caduta, ai fini della accelerazione di caduta.

Sto parlano del celeberrimo dato di fatto, che la sfera di alluminio cade più accelerata della sfera di ferro e più lenta ancora sarebbe la caduta del piombo e al limite dell’uranio, che rappresenta l’ultimo elemento realmente estraibile dalle miniere, sul nostro pianeta e su qualunque altro pianeta.

 

Il paradosso gravitazionale non è come potreste credere che sia!

Che questo sia incontrovertibile è pacifico ormai. Quanto alla possibilità che ingegneri, fisici, laureati in discipline tecnico-scientifiche e tanti altri professionisti della Scienza, nemmeno lo sappiano, nel 2012, che questa osservazione scientifica è stata fatta ed ha determinato in Fisica l’introduzione della “quinta Forza”, è tutta un’altra storia. Paradigmatica dei “vizi” dello scientismo, ma tutta un’altra storia. (Ogni volta che faccio conferenze, noto tra il pubblico facce stravolte, quando racconto questa cosa e che molti credono sia ovvio e naturale, che il piombo cada più accelerato del litio, nemmeno avrei voluto dirlo, ma a scanso reiterazione di sprazzi di ignoranza delle più elementari nozioni di Fisica, è meglio dirlo, che la norma della legge di gravità, prevede l’uguaglianza gravitazionale, che per questo si chiama universale!

Il “paradosso gravitazionale” consiste nella diversa “g” di 2 metalli, che per la nozione di “Forza”, dovrebbero essere attratti con eguale intensità. Ci siamo?

Dal momento che il metallo con più basso numero atomico (non diciamo il più leggero, che è sbagliato) tocca terra prima di quello con più alto numero atomico, vuol dire che la spiegazione secondo il “modello attrattivo”, dove si visualizzano idealmente le “cordicelle” di Pierre Gassendi, fa acqua da tutte le parti e che urge l’introduzione del “modello a-trattivo”, dove non ci sono corde tiranti. E viva Dio, si potrebbero chiudere tutti i centri mondiali, dove si cercano, erroneamente, le onde gravitazionali. Non è stata inutile solo la ricerca del Bosone di Higgs al CERN di Ginevra. Qualificarla inutile, la ricerca della particella che crea la massa, mi rendo conto che può offendere tanti Scienziati serissimi, che vi hanno e vi stanno lavorando. Per meglio dire, mettiamola così: la mancata scoperta del Bosone di Higgs, è auspicabile che induca a iniziare la caccia di “quello” che crea la massa, in sua vece. Ovviamente si scoprirà che è quella soluzione della continuità nello shell elettronico e nella “topografia” barionica; il Vuoto Quantomeccanico!

E saranno “resettati” tutti i paradigmi scientifici, della cui validità molti sono convinti e ci metterebbero le mani sul fuoco, ciecamente. Solo perché sta scritto sul libro! Si ripartirà con una “Nuova Fisica”, intanto chiara a comprensibile a tutti e bando ai contorsionismi concettuali e alle formule “esoteriche”, studiate apposta per essere deterrenti funzionali a non far avvicinare alla Scienza, chi non indossa un badge “omologato”.

 

Il trionfo della Psicologia

Lo Psicologo non è considerato uno scienziato, dacché si occupa di qual cosa di impalpabile non soggetto alle leggi della Fisica. Invero tutto sta per capovolgersi. Niente più del pensiero entrerà nel novero delle competenze del Fisico. Per effetto del pensiero è esploso l’Universo. Ricordatevi che ho introdotto in astrofisica la nozione, che già prima del Big Bang, la gravità era lì. Per effetto del pensiero le galassie si attraggono, si muovono e i Soli all’interno, vedono girare intorno ad essi pianeti, che attraggono sulla propria superficie ogni cosa proveniente dall’alto.

Attenzione, che qui viene l’interessantissimo. Per effetto del pensiero si può far diventare una donna bella come un’Elena. Basta guardarla e immaginarla bellissima. Lei ci diventerà “ineluttabilmente”. Si può liberare un sofferente, da qualunque male. Basta dire delle “parole chiave”, contrapposte a quella ideazione patologica, che tiene acceso un circuito patogeno.

Possiamo determinare la nostra vita, facendo in modo di avere un lavoro, che ci fa stare in ufficio con la segretaria seduta sulle ginocchia o alla guida di un autocarro, affiancati da un nerboruto datore di lavoro, il quale per esortarci a modo suo a far presto, ci prende a scapaccioni dietro la testa.

Tutto dipende da come pensiamo e “a-traiamo” la reAltà.

Anche che voi siate finiti a leggere questo articolo, è dipeso dal vostro pensiero. Nulla vi impediva di leggere un giornale di gossip. Se lo aveste fatto, non avreste saputo quello che ora sapete, però.

 

Inzuppati nel pensiero

Dovreste aver capito, che siamo inzuppati come pavesini dentro al caffè, in qualcosa che permea tutto. Ogni nostro atomo. Da “dentro” e ci a-trae a dividere con tutti gli altri che sono del pari inzuppati dentro, con tutte le cose, persino; un “destino” (destino = viene da de + essere fermi = che toglie dall’immobilità) che ci “muove” gli uni verso gli altri.

Vi siete mai chiesti, cosa distingue l’uomo dalla bestia?

Vi rispondo nel modo più scientifico, che possiate immaginare. L’intelligenza. Ovvero il modo con cui si usa il pensiero. Il quale vi ricordo, è una miscela in parti uguali di intelligenza, memoria e volontà.

Sapete da cosa si vede se un animale è più o meno intelligente? Dal clinostatismo a dall’ortostatismo che sceglie per accoppiarsi sessualmente. L’accoppiamento orizzontale è segno di difetto d’intelligenza. Al contrario quello verticale denota estrema intelligenza. I serpenti, dunque si distinguono da noi, per intelligenza, anziché no.

E ci insegnano anche una lezione di Fisica incredibile. Toccano appena con la coda sul terreno, come se in certi momenti “vincessero” la gravità.

Vi voglio confidare una nozione, che è la chiave della ViTa: persino il DNA si avvolge a spirale e si “solleva”. Se non ci fosse questa “vis viva”, il DNA sarebbe schiacciato come una “girella”, di quelle che divorate la mattina al bar. Con effetti sulla genetica, molto … avvilenti!

 

Il pensiero che “ti tira su”

Allora, lo sapevate che gli oligofrenici hanno la testa pendente? Se si avete vocazione per la psicologia e anche per la fisica.

Sapreste dirmi, perché, secondo voi, quando sentiamo parlare di cose, di cui non cap-iamo niente, ci viene spontaneo “piegare in giù la testa”? Beh, no! Non siamo oligofrenici.

Dovete sapere che cap-ire, significa ire col capo, andare su col capo. Questo è importante da sapere. Magari milioni di sedicenti coltissimi e sapientoni, non lo sanno. Però voi si.

Avete mai sentito parlare che nella storia dell’Homo, c’è stato un evento (evento = avvento = forma contratta di avvenimento) per il quale ha guadagnato “di colpo” la stazione eretta?

L’evento è la presa di coscienza, che non si nasce da sotto i cavoli e nemmeno c’entra niente la cicogna. È stato tanto pregante ontologicamente, da tirar su l’uomo da carponi ad “eretto”, come il DNA, del resto. Peccato che poi, colui che ha “capito” come ci si “riproduce”, vada a farlo in “stazione clinostatica”.

Pensare fa stare con la testa dritta e tira in su la colonna vertebrale. Questo sia il paradigma di una nuova nozione, che presto tutti gli addetti ai lavori in medicina e in psicologia e in scienze motorie, dovranno conoscere. Le implicazioni? Sono di seguito riportate. Prendete nota.

 

La storia delle linee di forza

L’Establishment medico dice: il passaggio dell’uomo dalla posizione quadrupedica a quella eretta ha determinato uno spostamento delle linee di forza sulla colonna vertebrale, e in particolare a carico delle lordosi (curve del movimento), che si sono dovute rettificare causando uno spostamento posteriore dei dischi inter-vertebrali.

Morale della favola, uomo hai voluto stare in piedi? Ora paghi lo scotto con le ernie del disco e con tutta una sequela di problemi, che c’è da farsi venire il mal di mare.

Lo scientismo semplifica sempre, quando bisognerebbe approfondire e moltiplica gli enti, quando non ce ne sarebbe affatto bisogno.

Messa così, lo credo bene, che la classe medica si trovi spiazzata, nel comprendere le correlazioni, per esempio, tra gli stati depressivi psichici e l’aumento preoccupante dei casi di discopatia, con le relative neuropatie periferiche algodistrofiche - che causano dolori, gonfiori e degenerazioni).

Rammentate cosa vi dissi, nel precedente articolo su questo tema apparso su Scienza e Conoscenza 38, a proposito di questo? Vi feci l’esemplificazione da “Dottore della Radio TV”, che disattento alla possibilità che può danneggiarsi il cavo d’antenna, finirebbe per consigliare la riparazione e persino l’acquisto di una nuova TV, con esiti poco lieti. Per farvi rendere conto di quale disavventura, oggi, può colpire chiunque di noi, potendosi persino scambiare un ginocchio che fa vedere le stelle, per un problema a carico del ginocchio, quando invero è a carico della colonna!

Pertanto, stante essere la colonna (guarda bene la colonna come causa di malattia Ippocrate 460 a.c.) la causa di molti problemi, invalidanti, importanti, incidenti sulla felicità della vita delle persone, mi è sembrato doveroso, ahimè, come medico e come fisico, richiamare l’attenzione di tutti quelli, che è hanno motivo di essere attenti, sul “filo rosso” che collega il p e n s i e r o a diverse patologie d’organo, degli arti, di distretti del corpo, finendo così per chiarire definitivamente come si deve interpretare il concetto controverso di depressione psichica.

In modo da risalire correttamente alla causa di quella sorta di… “afflosciamento” a cui va incontro la pila di vertebre sovrapposte, allorquando quella “fiammella” dello spirito umano si affievolisce penosamente.

Finiamola di ritenere “sine materia” che il depresso abbia il cortisolo ematico alterato, contratture muscolari dei muscoli interspinali e atteggiamenti del rachide… patogeni.

Vero è, invece, che il “pensiero debole” riporta l’uomo alla preistoria, per dirla spiritosamente. Ma c’è poco da ridere però’, perché l’alluminio dei vaccini si è reso cagionevole del morbo di Halzeimer, che com’è noto è la demenza e cosa fa il mercurio, è meglio che non lo dica io.

In conclusione, per richiamare il punto da dove siamo partiti, il pensiero è “gravità”, posto che non sia un falso la teoria del Vuoto Quantomeccanico e che la forza di gravità è uno svarione concettuale; per cui semplicemente sarà sempre più difficile vivere a testa alta, vittime innocenti del depauperamento dello spirito (il pensiero che tira in su!) da cui non possiamo difenderci, se corriamo a farci vaccinare, credendo di tutelare la nostra salute.

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FONTE:http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/il-pensiero-e-la-forza-piu-potente-dell-universo.php

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Prodotto da un batterio “buono”, potrebbe aprire la strada a nuovi farmaci contro i pericolosi superbatteri resistenti

Non avete idea di quello che si nasconde nel vostro naso. Non pensate male, non stiamo parlando di schifezze, anzi. Nelle vostre narici potrebbe esserci una “miniera” di antibiotici naturali, utili per sviluppare nuove terapie contro i pericolosi superbatteri resistenti. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Tubinga, in Germania, i primi a individuare un nuovo potente antibiotico prodotto da un batterio “buono” che vive proprio nel naso umano. Una novità sorprendente, che ha meritato la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Nature per le importantissime conseguenze che potrà avere per la medicina e la nostra salute.

 

Da anni, infatti, le autorità sanitarie di tutto il mondo stanno lanciando appelli per invitare i cittadini a un utilizzo più oculato degli antibiotici: presi in maniera sbagliata, senza prescrizione del medico e con modi e tempi sbagliati, rischiano infatti di creare dei superbatteri resistenti e impossibili da sconfiggere. Un pericolo globale che sarà sempre più difficile affrontare, visto che i nuovi antibiotici scarseggiano.

 

Una soluzione a questo problema però potremmo averla già sotto il naso, anzi, nel naso. Proprio qui i ricercatori tedeschi hanno scoperto un nuovo potente antibiotico, prodotto naturalmente da un batterio “buono”, lo Staphylococcus lugdunensis, che lo usa come arma per uccidere il rivale, lo Staphylococcus aureus, senza indurre fenomeni di resistenza. Test di laboratorio dimostrano che la molecola è in grado di eliminare anche il temibile stafilococco resistente alla meticillina (MRSA), sempre più diffuso nelle corsie ospedaliere, così come gli enterococchi resistenti alla vancomicina e altri batteri gram-positivi. Dopo i test in provetta, l’antibiotico è stato utilizzato anche in un esperimento sui topi, dove si è dimostrato in grado di curare un’infezione della pelle da S. aureus.

 

La scoperta rappresenta una rivoluzione copernicana per la ricerca di nuovi antibiotici: indica infatti che i batteri che vivono in simbiosi con il nostro corpo e che formano il cosiddetto “microbiota” potrebbero essere una nuova e inesplorata fonte di antibiotici, composti che finora sono stati isolati per lo più da microrganismi che vivono nel suolo.

 

http://www.ok-salute.it/curiosita/scoperto-nel-naso-un-potente-antibiotico-naturale/

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