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GESU' IL VANGELO DI TOMMASO E LA FISICA QUANTISTICA

 

GESU' IL VANGELO DI TOMMASO E LA FISICA QUANTISTICA

La realtà che noi guardiamo ma non vediamo continua a risultare sempre fissa in due aspetti. Il cosmo lontano da noi è frammentato in un'incomprensibile miriade di frammenti, isolati l'uno dall'altro. E Dio è confinato non si sa dove, nella religione del mistero.

Sorprendentemente tuttavia, nell'ambito della nuova ricerca scientifica e soprattutto nel campo della fisica quantistica e delle neuroscienze, si va facendo strada una nuova visione del mondo. La materia è mutevole. La fisica quantistica ha scoperto che la nuova sostanza primordiale, base della formazione dell'universo, non è la materia ma l'informazione.

La materia stessa, ovvero il fondamento della visione meccanicistica, sembra somigliare sempre meno alla struttura di una macchina e sempre più un pensiero. C'è un pensiero vivente, il quale non è soltanto una cosa, ma una cosa che è ogni altra cosa, e quindi fluisce e influisce su tutte le altre. Dunque la materia informazione si rivelerebbe essere un campo di coscienza interamente intelligente.

Si tratta di una novità piuttosto dura da digerire per certi fisici, ma la realtà conferma come tale struttura si unifica e sostiene tutto l'universo e sia costituita da un sistema di onde particelle aventi una tendenza mentale, che sono costantemente al telefono tra di loro. Nel campo così costituito da questi nemmini non ci sarebbe possibilità né di spazio vuoto né di altrove, né di interinerzia né di discontinuità, ma solo un tutto pieno di interezza indivisa, un ovunque, un continuum, insomma, una totalità intatta interamente interconnessa, cioè non locale. Con l'ingresso della fisica quantistica nella nostra cultura scientifica, l'universo conosciuto non nasce più da un Big Bang, bensì, come dice Masquet, fisico-informatico statunitense, da un Bit Bang.

L'universo non è più un deposito di oggetti statici separati, ma è un singolo organismo di campi energetici interconnessi in un continuo stato di trasformazione, con tutte le sue componenti a livello infinitesimale impegnati in uno scambio di informazioni interviaggianti da un punto all'altro della massa esistente. Le implicazioni di queste scoperte sperimentali sono sconvolgenti, suggeriscono che l'ingrediente essenziale del nostro universo è la coscienza, che osserva, una compartecipazione congiunta tra osservatore e osservato. Quindi, la parola fisica è un termine che non deriva più da physis, che significa natura, come si è sempre creduto, bensì da physis, che significa l'eterno androgeno, ovvero il luogo dell'infinito in cui le due nature, maschile e femminile, connaturate in tutte le cose, sono indissolubilmente legate come metà e metà di uno.

Dobbiamo invece cambiare questo nostro modo di pensare, perché persino un elettrone, come ha messo il premio Nobel Carlo Rubbia, ha una tendenza mentale. E noi lo diciamo questo anche per gli alberi. Anche gli alberi hanno una mente.

Il fatto è che un oceano di onde di varia ampiezza e frequenza è alla base del nostro essere. Questo dicono i fisici, soprattutto nella fisica quantistica.  riveleremo COSI'ì come anche le informazioni che dava Gesù al suo apostolo Tommaso fossero davvero di concezione quantistica.

È la primavera dell'anno 1945. Il sole sta sorgendo per la prima volta laddove si spengono le stelle dell'acquario. Sono finiti da poco tempo gli ecchi della guerra mondiale.

Una sessantina di chilometri da Luxor sorge il colle di Jebel e Tarif. Due contadini in quel luogo stanno utilizzando dei ruderi antichi per costruire una cisterna per l'irrigazione. Dallo scavo viene alla luce una grande giara di argilla.

Ormai il piccone ne ha infranto la parte superiore ed è così fragile che allargare il foro per estrarre dalla brocca si apre e viene fuori un rotolo di vino cerato e bituminato. Ne escono molti manoscritti. Sono i codici detti di Nag Hammadi dal luogo del ritrovamento.

Alcuni manoscritti vengono distrutti e gettati via. Altri sono portati al Cairo. Un altro è comprato dal Museo Copto del Cairo stesso.

Infine un altro finisce nelle mani di un antiquario che vende il rotolo all'Istituto Jung di Zurigo. Gli studiosi possono finalmente tradurre le antichissime scritture vergate in caratteri copti grecizzati. Si tratta di traduzioni in copto di manoscritti antichissimi redatti in aramaico.

Tra essi vi è il Vangelo secondo Tommaso che è anche conosciuto come Quinto Vangelo. Ma si dovrebbe invece chiamare il Primo Vangelo dato che è il più antico e dovrebbe avere la prevalenza sui Vangeli degli altri evangelisti poiché Tommaso è l'unico che ha conosciuto in persona Gesù. Il Vangelo secondo Tommaso ci dice che Gesù non vince le forze del mondo servendosi del dolore.

La sua arma non è la sofferenza ma la conoscenza che attraverso di lui esce dal tempo e diventa eterna, cosmica. Il Vangelo secondo Tommaso, ossia le parole nascoste di Gesù il vivente, che Tommaso trascrive, ci rivelano le parole di Gesù. I detti segreti di Gesù rivelati all'Apostolo prediletto contengono invece un messaggio ben diverso da quello della tradizione cattolica ma è ricca interiormente e spiritualmente.

E l'ascesi di cui si parla nel Vangelo di Tommaso assomiglia e si avvicina all'induismo, al sufismo e al buddismo. La ricerca è della propria divinità interiore attraverso la spiritualizzazione della carne. Tremando per la scoperta, Giuda Tommaso d'Idimo gridò le parole di Gesù «meraviglia delle meraviglie, la carne si fa spirito».

Gemello in aramaico si dice Taumà, cioè Tommaso. Gemello in greco si dice Didimus. Quindi non ci sono dubbi che una duplice conferma che l'autore del Vangelo è sicuramente il gemello spirituale di Gesù, non il suo fratello gemello carnale.

Taumà è dunque il costode delle parole segrete. Ascoltiamolo. Dobbiamo liberarci dalla visione parziale, dal paraocchi che ci offusca nel vedere lo spirito che è pensiero vittorioso e ha superato ogni visione parziale.

Il primo atto dell'ingabbiamento dell'uomo è consistito nell'aver spezzato il frutto dell'albero della vita dividendo la creazione in buona e cattiva. Invece la vita deve pulsare liberamente, spinta da due grandi energie cosmiche quella distruttiva e luminosa e quella costruttiva e tenebrosa. Sia la luce che la tenebra sono fenomeni positivi e tutti e due creati da Dio.

Dobbiamo vederli in questo modo, la tenebra come luce che si spegne, la luce come tenebra che si illumina. La luce è bene, la tenebra è un altro tipo di bene. Come diceva Enoch nella Bibbia, Dio creò la luce e vide che era buona, creò le tenebre e vide che anche esse erano buone.

Per eleggere il Vangelo di Tommaso bisogna appunto liberarsi da questi paraocchi. Il regno di Dio non è altro che il pensiero vivente, il padre vivente. Se lo riconoscete sarete pieni di vita, se non lo riconoscete sarete il vuoto stesso.

Quando noi invocavamo il Signore, Gesù, vieni, vieni a pregare con noi e a digiunare. Gesù ci guardava con occhi pieni di ironia e sprondeva, ma che male ho fatto? E poi aggiungeva, non dite sciocchezze e non perdete tempo a fare ciò che intimamente non vi sentite di fare. Un giorno Gesù ci disse, non perdete tempo a digiunare perché così facendo fate la vostra rovina spirituale.

Non perdete tempo a pregare perché così facendo vi costruite un inferno. Trattenetevi dal fare l'enemosina perché fareste torto al vostro spirito. Molti di noi non capivano.

Gesù quasi ridendo aggiunse, tu Tommaso, che eri chiamato il grassone, sai bene quale rovina fosse per te l'ingordigia che ti squilibrava. Altrettanto squilibrante è il digiuno. Replicammo, questo lo abbiamo capito.

Ma perché la preghiera ci danneggia? Gesù ci chiese, come pregate? Diciamo, Signore, abbi pietà di noi. Pensate forse che il padre sia crudele? E che altro dite? Diciamo, Signore, facci avere questo, concedici quest'altro. Ma questa è ingiustizia, non dovete pregare così.

E come, allora? Tacendo e ascoltando la voce del silenzio che parla dentro di voi, il pensiero vivente, vera preghiera, che crea e non ripete, che entra in voi ed è pura. Ciò che entra non vi contamina, ma ciò che vi esce vi sporca. E per l'enemosina? Ciò che dai a te stesso lo chiami forse l'emosina? E ciò che voi chiamate l'emosina non è altro che un piccolo obolo della vostra coscienza addormentata, che paga volentieri per poter continuare tranquillamente a dormire.

Poi Gesù aggiunse, chi ha orecchi per intendere, intenda. Molti di noi non avevano capito, e Gesù sorridendo disse, lo spirito è perfezione. Pensate sia perfetto un mondo in cui è necessaria l'emosina? No, è un mondo ingiusto.

L'emosina stabilizza questa situazione di ingiustizia. E allora cosa dobbiamo fare in questo mondo che purtroppo è ingiusto quando un povero affamato viene da noi? Fate a lui quello che vorreste fosse fatto a voi. Fate il vostro dovere e fatelo in silenzio.

Abbiamo chiesto al Signore, cosa ne dici della morte? E lui rispose, volete sapere in che modo un uomo si libera dalle morti? Ve lo dico subito, diventando consapevole di essere già esistito prima di ogni nascita. Allora... Un giorno ero con Gesù al tramonto, parla Tommaso, in cima ad un monte. Egli divenne triste e mi disse con voce malinconica, la mia grande madre, la madre terra e le sue innocenti creature, da troppo tempo soffre per la stupidità degli uomini.

Quando inchioderanno a legno le mie membra, la vera crocifissa sarà lei. Ascolta e ricorda, Tommaso. A colui che bestemmia il padre sarà fatta misericordia.

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A colui che bestemmia il figlio sarà perdonato. Ma colui che se vizia la madre e le sue innocenti creature non troverà perdono né in terra né in cielo. E sai perché? Perché loro non si difendono e tutto ricevono.

Ma Tommaso rispose, ma chi è il padre e la madre? Tommaso, anche tu dovrai rendere manifesta a tutti la realtà di questa luce di vita. Così, sia che te lo chiedano, sia che non lo vogliono sapere, tu devi sempre dire a tutti che fai parte dei figli della luce e dico loro che il padre vivente ha scelto e che la grande madre ama. Sì, maestro, ma chi è questa padre e grande madre? Allora Gesù rispose, è in movimento e quiete.

Una sera Gesù guardando il tramonto dall'alto di una montagna mi disse, Tommaso, non ti lamentare se tutto ti va di traverso. In fondo queste prove che tu devi superare te le inventasti tu stesso. Quanti dal cielo si affacciano per vedere se cadi nelle trappole che tu stesso ti sei preparato? Felice l'uomo che supera queste prove perché al di là egli trova la vita.

Vincete la paura per non diventare cadaveri. Se la morte vi trova vivi non vi toccherà. Voi, diceva Gesù, possedete una grande facoltà ma non la conoscete.

Ma qual è questa facoltà, maestro? È come la coda della lucertola. Vi potrete sempre rigenerare da soli. E con quale materiale potremo rigenerarci quando verrà la fine? Con quello che è già in voi.

Infatti, ciò che è in voi vi salverà ma ciò che non è in voi vi farà perire. Cosa c'è dietro alle forme? Nascosto in esso è il pensiero vivente che un giorno si rivelerà completamente all'uomo. Allora, al di là delle apparenze, l'uomo saprà vedere la sua vera funzione delle cose.

Saprà vedere la vera funzione delle cose. Sì, Didimo, Tommaso, verrà il giorno in cui potrete vedere a chi assomigliate e allora vi rallegrerete. Ma questo è niente.

Quando sarete capaci di scoprire i vostri archetipi, i 22 segni viventi che non muoiono e non nascono, non si deteriorano e non spariscono, né si manifestano, ma semplicemente ed eternamente sono, i segni che un giorno erano in voi e che in voi ritorneranno, allora sì che resterete abbagliati e stupefatti. Maestro mio, cosa sono le funzioni di cui parli? Ti dirò cosa non sono. Non sono forma, non sono materia.

Come possono funzionare? Semplicemente perché il pensiero funziona. Puoi forse pungere uno spino che non ha né forma né materia? Io direi di sì, mio caro Taumà, diceva Gesù ridendo. Poi aggiunse, lo spino della rosa non è forse pensiero che ha preso forma e sostanza? Non capite che colui che ha creato la parte visibile delle cose e neanche ha creato la parte invisibile, il Padre vi ha creato fuori e dentro.

Quindi non curate troppo la parte visibile del vostro recipiente, trascurando quella interna. Una sera Gesù era molto triste e i Suoi occhi erano perduti in un lontano futuro. E mi disse, mi faranno apparire amante del dolore e della sofferenza.

Sento dire ovunque che il mondo è una valle di lacrime e che l'uomo è nato per soffrire. Nulla di più falso. Solo per la sua stupidità e per la sua visione illimitata l'uomo si circonda di sofferenza.

Io sono venuto tra voi per indicarvi la strada della gioia. Il mio gioco è leggero come una ghirlanda di fiori e la mia autorità è dolce. Se seguirete la strada che vi indico troverete una felicità che è come un albero sempre verde.

Un giorno la più cara discepola di Gesù, Salome, gli disse, Sazalos, cioè mio piccolo maestro, facciamo anche oggi il gioco degli indovinelli? Non mi hai ancora fatto una delle tue domande. Ti accontento subito, Salome. Due amanti si abbracciano sul loro letto.

Chi dei due vivrà e chi morirà? Ho capito, maestro. Tu sei quello che resta perché esci da colui che è eterno. Ma devo essere proprio io quella che muore.

Non sono forse la tua discepola? Ascolta, Salome. Se in te non vi saranno divisioni, sarai piena di vita e non offrerai materiale alla morte. Allora nel nostro letto uno viverà e l'altro vivrà.

Sei in errore, Salome. Se in te non vi è divisione, non sarai separata da me. Tu sarai me.

E allora, maestro, sul letto resteranno i nostri corpi vuoti. Sei in errore, Salome. Non vi saranno corpi, perché ogni granellino della nostra carne sarà trasformato in spirito.

Per me è presto, maestro mio. Solo tu sei capace di tanto. Quindi io sono quella che muore.

Ma ti raggiungerò, Sazzalos, e sarò unita a te e torneremo ad abbracciarci noi due. Sei ancora in errore, Salome. Dovrai dire noi uno.

Salome sorrise e, accarizzando i capelli di Gesù, rispose facendolo sorridere a sua volta. Sì, Salome. Maestro, chiese un giorno Gesù, com'è possibile che le ricchezze del regno si siano perdute senza che l'umanità se ne sia accorta? E aggiunsi, qual è la vera causa di così grande perdita? Passava in quel momento un uomo dallo sguardo irato.

Inseguiva un bambino assai piccolo, che forse aveva compiuto qualche marachella. L'uomo gridava, bastardo, figlio di un cane, se ti raggiungo ti squarto e getto ai lupi le tue budella. I suoi occhi brillavano dalla soddisfazione di aver avuto il coraggio di dire tanto senza che la sua voce tremasse neppure un poco.

Non sapeva quel padre che quella frase che giudicava uno scherzo sarebbe stata fatale. E Gesù aggiunse, vedi Didimo come si è perduto il regno, a furia di scherzi e di frasi inutili, di pensieri stolti che sembravano solo innocenti passatempi. Ho capito, Gesù, non avevo mai pensato che fosse tanto pericoloso scherzare.

I discepoli non si rendevano conto del fatto che tra la folla che circondava Gesù, proprio la sua mamma e i suoi fratelli se ne stessero in disparte. Perché li fai stare così? Non vuoi bene a loro? E Gesù rispose, io voglio bene a tutti coloro che stanno quiti e in disparte e senza troppe parole fanno la volontà del padre mio. Anche loro sono i miei fratelli e mia madre, anche loro entreranno nel regno dei cieli, entreranno nel regno senza cieli.

Ho visto Dio, anche i miei compagni hanno visto Dio, il vivente uscito dal vivente, colui che non conosce paura, colui che in tre giorni trionfa su qualsiasi morte. Dio con la voce di Gesù ci ha raccontato il regno e tu ci hai detto, non statelo a cercare un po' in qua, un po' in là questo regno, un po' prima, un po' dopo, non sta in alto, non sta in basso, né a destra, né a sinistra, non cercatelo in cielo, il regno del padre è ovunque, fuori e dentro di voi, il regno è qui, se volete. E voi direte, se Dio parla con la voce di Gesù, allora Gesù è soltanto un portavoce? Non è così.

Gesù è la Shekinah, cioè la viva presenza di Dio tra noi. Gesù è uomo, ma il suo pensiero è perfetto, mai ci delude. Gesù è carne che tutta si fa spirito, muore e non lascia cadavere.

Rivelando la sua perfezione, il messaggio di Dio è Dio stesso, se noi lo imitiamo, diventeremo così trasparenti che attraverso di noi sarà possibile vedere Lui. Voglio raccantare un ultimo episodio. Un giorno Simon Pietro disse ai suoi compagni con voce forte, perché, Maestro, deve stare tra di noi questa Marisa e perché non viene allontanata dal nostro gruppo? Che si sta a fare? È inutile che ascolti le parole del Maestro, tanto è una donna e le donne non sono degne di vita eterna.

Gesù allora disse, Marisa, vieni più vicino a me, stai qui, dolcissima creatura, stretta a me, non darretta le parole di quell'uomo, anche tu entrerai nell'eternità quando saprai completarti, arricchendoti di quella parte maschile che ti manca, allora diventerai spirito vivo. E voi discepoli, ascoltatemi, anche tu Pietro, la stessa cosa avviene per voi maschi, ognuno di voi è un essere tagliato a metà, ma se questa mezzanima sarà capace di completarsi con l'altra, allora entrerete nel regno. Maestro mio, come fu inventata la morte? Come fu inventato il male? L'uomo credette uno ciò che era soltanto metà, vide in Dio il padre e rifiutò la madre, questo è l'errore diabolico, la vita fu spezzata in due, il bene e il male, una metà dell'infinito bene fu creduta male, e così l'uomo fu spezzato, si vergognò di una parte dei suoi pensieri e li nascose.

Ecco Tommaso come fu perduto il regno, era il regno della felicità, ma l'uomo non ne fu degno, perché amò il dolore e rispinse la saggezza. Invece dobbiamo farci uno nello spirito, lente ruotano le costellazioni Taumà, questo cielo passerà, il cielo che viene dopo passerà, ma i morti resteranno morti e i vivi mai non moriranno



Il quinto Vangelo...Mario Picherle

La grande equazione Vittorio Marchi

ringrazio di cuore Mario e Vittorio!

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La solitudine ha la sua bellezza

La solitudine ha la sua bellezza

Non so se vi siete mai sentiti soli: all’improvviso vi rendete conto di non essere in relazione con nessuno. Ve ne rendete conto non intellettualmente, ma effettivamente... Vi sentite completamente isolati; pensiero ed emozione si bloccano; non sapete da che parte voltarvi. Non c’è nessuno a cui possiate rivolgervi, né dei, né angeli. È come se se ne fossero andati tutti quanti oltre le nubi; e quando le nubi scompaiono vi accorgete che anche loro sono scomparsi e voi rimanete totalmente soli.

Ma c’è una solitudine completamente diversa, una solitudine ricolma di bellezza. Questa solitudine vi è necessaria.

Quando l’essere umano non ha più nulla a che fare con la struttura sociale, fatta di avidità, ambizione, invidia, arroganza, quando smette di desiderare una posizione e il successo e si libera da tutto questo, allora si ritrova in quella solitudine, completamente diversa dalla solitudine che ben conosciamo. Allora c’è una grande bellezza e il senso di una straordinaria energia.

.Una solitudine che non è isolamento

Sebbene siamo tutti esseri umani, abbiamo costruito delle barriere che ci separano gli uni dagli altri, le barriere del nazionalismo, della razza, della casta, della classe sociale, che ci condannano a vivere nell’isolamento, nella solitudine.

Una mente rinchiusa nel suo isolamento, nella sua solitudine, non ha la minima possibilità di capire che cos’è la religione. può credere in qualcosa, può aggrapparsi a teorie, formule, concetti, può tentare di identificarsi con quello che essa chiama Dio, ma io ho l’impressione che la religione non abbia in realtà nulla a che fare con le fedi, i preti, le chiese e i cosiddetti libri sacri.

Si può capire quale sia lo stato di una mente religiosa solo quando cominciamo a comprendere la bellezza. E ci si deve accostare alla

comprensione della bellezza con quello stato della mente che è solo perché non ha confronti. Quando la mente vive in uno stato nel quale non ha bisogno di nulla, può conoscere la bellezza; nessun altro stato può consentirle di avvicinarla.

La solitudine di cui stiamo parlando non è isolamento e non è nemmeno legato, ad una capacità eccezionale in qualche campo; essa semplicemente

implica il sostegno della sensibilità, dell’intelligenza, della comprensione.
Questa solitudine richiede che la mente sia libera da qualsiasi influenza e capace di non farsi contaminare dalla società. Questa solitudine è necessaria per capire che cos’è la religione: religione significa scoprire per conto proprio se esiste qualcosa che è immortale, che è al di là del tempo.


innocenza e solitudine

Uno dei fattori che alimentano la sofferenza degli esseri umani è il loro isolamento. Fatevi pure tutte le amicizie che volete, venerate i vostri dei,accumulate una conoscenza straordinaria, datevi incredibilmente da fare nel campo dell’assistenza sociale, discutete all’infinito di politica – cosa che i politici fanno normalmente – ma non potrete minimamente scalfire quell’isolamento. Nel suo isolamento l’essere umano cerca di dare un

significato alla vita o se ne inventa uno, ma la sua solitudine rimane. Ora,potete osservare questo isolamento per quello che è, senza fare confronti, senza tentare di sfuggirlo, senza tentare di nasconderlo, senza cercare di allontanarvene? Allora vedrete che questa solitudine diventa qualcosa di completamente diverso.

.Noi non siamo integri. Siamo il prodotto di un’infinità di influenze, di migliaia di condizionamenti, di deformazioni psicologiche; siamo il frutto della propaganda e della cultura. Noi non siamo integri e quindi siamo esseri di seconda mano. Quella solitudine che è assoluta integrità implica il non appartenere ad una famiglia, per quanto si possa avere una famiglia, il non appartenere ad una nazione, ad una cultura, il non dipendere da

un’occupazione particolare. Significa avere la sensazione di essere degli estranei, estranei ad una nazione, ad una famiglia e ai loro modi di pensare e di agire. In quella solitudine che è integrità c’è innocenza, un’innocenza che libera la mente dal dolore.


Cominciate da qui

Un uomo religioso non cerca Dio lo ha.. Per l’uomo religioso quello che importa è la trasformazione della società, perché la società è lui stesso. Religioso non è
colui che celebra una quantità infinita di rituali, non è colui che segue le tradizioni o che vive immerso in una cultura ormai morta, continuando a
cantare litanie, a fare il sanyàasi, a spiegare senza sosta la Gita o la Bibbia. Un uomo simile non è affatto religioso, è semplicemente una persona che si rifiuta di affrontare i fatti. Quello che veramente interessa all’uomo religioso e capire fino in fondo la società, in ogni suo aspetto, perché la società è lui stesso; egli non è separato dalla società.

Il fatto di aver prodotto dentro di sé una trasformazione radicale, che implica la totale scomparsa dell’avidità, dell’invidia, dell’ambizione, fa sì che egli non dipenda dalle circostanze, sebbene ne sia il prodotto, a causa del cibo che mangia, dei libri che Legge, dei film che va a vedere, dei dogmi, delle credenze, delle cerimonie religiose che sono alla base della cultura in cui è stato educato. Egli è un essere responsabile e quindi deve capire se stesso

deve capire che è lui il prodotto della società che egli stesso ha creato. E allora,se vuole scoprire la realtà deve cominciare da qui;

Il vostro Dio non è Dio

Colui che crede in Dio non lo troverà mai. Se siete aperti alla realtà, non

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avete alcun bisogno di credere. Se siete aperti all’inconoscibile,
non avete

alcun bisogno di crederci. La mente che si aggrappa ad un a fede lo fa solo per

autoproteggersi e solo una mente meschina può credere in Dio. Gli aviatori,

che durante la guerra andavano a bombardare le città nemiche, dicevano che

Dio era con loro mentre sganciavano tutte quelle bombe! Voi credete in Dio

anche quando uccidete, anche quando sfruttate il vostro prossimo! Venerate

Dio e poi continuate a estorcere spietatamente denaro, a finanziare eserciti...

Eppure dite di credere nella misericordia, nella compassione, nella gentilezza.

Finché vi aggrapperete alle vostre fedi non potrete pensare all’inconoscibile,

all’incommensurabile.

La mente è frutto del passato, è il prodotto di quello che è accaduto ieri.

Come può una mente simile aprirsi all’inconoscibile? Può solo proiettare

immagini che però non sono la realtà: così il vostro Dio non è Dio; è

un’immagine che vi siete creati perché possa darvi soddisfazione. La realtà affiora solo quando la mente comprende la totalità dei processi che la

costituiscono e si dissolve in modo definitivo. Solo la mente che è del tutto vuota possiede la capacità di ricevere l’inconoscibile. La mente non può

purificarsi finché non capisce il significato della sua relazione con la proprietà, con la gente e non scopre il modo giusto di essere in relazione con qualsiasi cosa.

La mente non potrà mai essere libera, finché non capite come nasce il conflitto nelle sue relazioni.

Quando nella mente c’è un silenzio assoluto, una

calma assoluta, quando la mente non proietta più nulla, quando non cerca più

nulla, in quell’assoluto silenzio affiora l’eterno, affiora Dio, cioè quello che è al di là del tempo.

OSHO

 

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Noi le piante e l'intelligenza

Noi, le piante e l'intelligenza

di Paola Bonfante
 Le piante sono finalmente uscite dal cono d'ombra in cui la plant blindness, la dispercezione per cui tendiamo a non notarle in un determinato ambiente, le aveva confinate. Ma spesso sono raccontate attraverso una lente antropomorfica. È da questa che nasce anche la domanda: le piante sono intelligenti?


Sono comparse sulla terra 450 milioni di anni fa. Dominano il nostro pianeta con la loro imponente biomassa: 450 gigatonnellate di carbonio contro le minimali 0,06 degli umani. Dipendiamo da loro per l'ossigeno che producono e per il cibo che ci danno. Sono le cruciali mediatrici della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, e questo valore è strettamente legato al cambiamento climatico. Sono le piante le attrici che - in ipotetico triangolo - legano la salute umana con la salute dell'ambiente nel contesto del One Health, la cui visione olistica è attualmente alla base di molte agenzie internazionali e nazionali.

Molti dei Sustainable Developmental Goals hanno direttamente o indirettamente identificato le piante come target di azioni specifiche. Importanti progetti europei come From Farm to Fork si fondano su un incrocio di ricerca, tecnologia, management il cui obiettivo è mantenere alta la produttività delle piante coltivate, pur riducendo drasticamente l'uso di pesticidi e fertilizzanti. La politica spesso usa il green come bandiera. Diamo spazio alla natura; usiamo un approccio rigenerativo. Nei paesi ancora fuori dalla guerra, questi sono gli imperativi per le generazioni più giovani e sensibili all'ambiente.

Per tutti questi motivi, da alcuni anni le piante sono finalmente uscite dal cono d'ombra in cui la plant blindness, la dispercezione per cui molti esseri umani tendono a non notare le piante in un determinato ambiente, le aveva confinate. Anche in Italia i non specialisti guardano alle piante con rinnovato interesse e rispetto. Tuttavia, a differenza della ricerca scientifica e dei testi universitari, dove l'obiettivo è capire i meccanismi, nella comunicazione stampata, nel web o nella pubblicità, lo spazio dato alle piante e al mondo, che ruota attorno a esse, mostra due letture dominanti. C'è una visione utilitaristica, per la quale le piante nei campi, nei boschi e nei giardini, sono viste non solo come sorgenti di cibo "naturale" che richiama il buon tempo antico, ma anche di bellezza, grazie a profumi e colori che allietano la vita. Grazie all'architettura contemporanea che sostiene boschi verticali, tetti verdi e orti urbani, le piante diventano le compagne della vita degli umani anche nell'ambiente urbano. Da sempre elementi ornamentali nella storia umana, dalle antiche civiltà del Mediterraneo al Liberty del XX secolo, le piante nel nostro XXI sono diventate ora attrici reali, come fossero dei mattoni, una parte integrante dell'architettura. L'altra lettura dominante guarda invece alle piante attraverso una lente antropomorfica, che permette la costruzione di sentimenti e relazioni: in questa narrazione le piante si arricchiscono di sfumature "new age" diventando portatrici di doti taumaturgiche e di benefici psicofisici. È il potere del verde.

In questo contesto si pone un dibattito che vede contrapposti divulgatori e ricercatori con competenze diverse: le piante sono intelligenti? Google indica decine di titoli di libri sull'argomento, che spaziano dalla vita segreta delle piante, alla loro sensibilità, alla loro capacità di avere intenzionalità e memoria, identificando anche una nuova disciplina, la neurobiologia delle piante illustrata in un saggio da Brenner e colleghi nel 2006. Alcuni di questi libri introducono elementi estremi: le piante non solo apprendono, ma anche "parlano" all'essere umano facendo rivivere elementi di un vitalismo/animismo arcaico.

Tuttavia, se un'analisi simile è condotta usando un motore di ricerca scientifico (plant intelligence) i risultati sono molto limitati: lavori sull'intelligenza delle piante pubblicati su riviste scientifiche con un buon valore di impatto sono pochi. Sono, inoltre, per lo più, lavori di riflessione teorica, con pochi dati sperimentali. Negli ultimi anni, alcuni di questi lavori sono stati scritti da filosofi o da psicologi, ma certamente le scuole di biologia vegetale che indicano le direttive attuali in un settore così fondamentale per il bene dell'umanità, non sviluppano tale domanda.

Può essere interessante cercare di trovare una spiegazione su questa diversa percezione. Tutto parte dalla definizione di intelligenza. Se intelligenza è la capacità di un individuo di affrontare e risolvere i problemi, promuovendo la propria fitness individuale, senza dubbio le piante sono intelligenti, esattamente come lo sono tutti gli organismi viventi. Ogni cellula vivente, dal batterio Escherichia coli all'alga unicellulare e agli individui multicellulari, come un delfino o una Ginkgo biloba, possiede una membrana cellulare che separa l'ambiente interno da quello esterno. Grazie a essa, la cellula si interfaccia con il proprio ambiente, ne riconosce gli stimoli, li decodifica, li interpreta, e mette in atto delle risposte regolando il proprio metabolismo. Le piante quindi rispondono agli stimoli esterni e si adattano a un ambiente mutevole. Colonizzano tutti gli ambienti, dai deserti agli oceani, quindi la loro capacità di adattamento è straordinaria, come ben dimostrato dalla loro storia evolutiva.

Tuttavia, questa è la caratteristica insita nella definizione biologica di vivente: un individuo che non si adatta al cambiamento perisce. Un eccellente esempio è dato dalla cosiddetta "catastrofe dell'ossigeno": l'estinzione di massa delle primitive forme di vita anaerobica della Terra causata dall'accumulo di ossigeno che si creò nell'atmosfera terrestre con la comparsa dei cianobatteri circa 2 miliardi di anni fa. Nelle nostre condizioni attuali, i batteri rappresentano il gruppo di viventi di maggiore successo nel nostro pianeta come plasticità metabolica e capacità di occupare ogni nicchia, superando meglio di tutti gli altri le difficoltà della vita sulla terra. Una definizione strettamente biologica di intelligenza (capacità di adattamento) porterebbe a mettere i batteri in testa alla classifica degli organismi più intelligenti.

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La capacità di adattamento delle piante si realizza anche attraverso una serie di movimenti: sono sessili per natura, ma in grado di muovere alcune parti del loro corpo, grazie alla tipicità della cellula vegetale e alla sua capacità di richiamare e perdere acqua, acquisendo e perdendo turgore. Le piante rispondono quindi alla luce incurvandosi verso la sorgente luminosa (fototropismo); spingono le loro radici verso il basso (gravitropismo) e il fusto verso l'alto (gravitropismo negativo); piante come Mimosa pudica e alcune piante carnivore rispondono al contatto scattando rapidamente (tigmonastia), altre lo fanno lentamente, avvolgendosi intorno a un sostegno come le rampicanti, che hanno imparato a sfruttare i supporti disponibili (tigmotropismo). Il vantaggio evolutivo per queste piante è che esse risparmiano le risorse necessarie per costruirsi un solido tessuto meccanico che ne sostenga il peso, anche se devono, come nel caso di Parthenocissus tricusposata, produrre dei cuscinetti adesivi, delle vere e proprie ventose. Sono le piante rampicanti ad avere affascinato Charles Darwin, che nel suo saggio I movimenti e le abitudini delle piante rampicanti, tradotto in italiano già nel 1878, individua nelle radici una sorta di cervello delle piante. Proprio per questo Darwin, insieme al figlio Francis, è citato come il primo ad aver parlato di intelligenza delle piante con la sua root-brain hypothesis.

Le molteplici e differenziate risposte delle piante all'ambiente da una parte si possono riassumere - come in una facile divulgazione - dicendo che le piante posseggono i sensi come gli animali, dall'altra - e non c'è contraddizione - si possono spiegare attraverso una serie di eventi genetico-molecolari-fisiologici che permettono di chiarire la risposta fenotipica (l'incurvarsi della pianta verso la luce, per esempio). In questo caso, il processo parte dai recettori che catturano la luce blu, il cui segnale porta alla sintesi di proteine specifiche, oltre che dell'auxina, l'ormone vegetale che controlla la distensione cellulare, fino ad arrivare all'organo bersaglio, che è il tessuto epidermico del fusticino. Qui, le cellule si distendono in modo irregolare (si accumula più auxina nella parte in ombra) in modo tale da incurvarsi verso la luce. Quindi tutti i movimenti sia quelli più rapidi quanto quelli più lenti sono sempre riconducibili a processi di percezione di uno stimolo attraverso recettori che attivano specifiche vie di segnalazione. Nelle piante, un ruolo cruciale di secondo messaggero è svolto dal calcio che, cambiando la sua concentrazione all'interno della cellula, regola svariati processi, come anche nelle interazioni tra piante e microorganismi. L'approccio riduzionistico permette quindi ai ricercatori di spiegare molti dei processi che le piante realizzano nelle loro risposte all'ambiente senza la necessità di coinvolgere meccanismi cognitivi, di intenzionalità o di apprendimento.

L'intelligenza è infatti associata a un complesso di facoltà psichiche mentali, che permettono di elaborare modelli astratti della realtà, fare previsioni, esprimere giudizi, avere consapevolezza di sé e apprendere. La definizione di intelligenza non è pertanto strettamente legata a un organo, ma certamente la neurobiologia dimostra come molti dei comportamenti cognitivi siano associati al funzionamento del sistema nervoso, del cervello e della complessa rete di neuroni. La neurobiologia ha anche identificato come precise funzioni (il linguaggio, per esempio) corrispondano all'attività di specifiche aree cerebrali. Parlare di neurobiologia vegetale sembra pertanto essere una metafora insidiosa e potenzialmente fuorviante, visto che per certo le piante non posseggono anatomicamente tali sistemi, avendo avuto una storia evolutiva del tutto lontana da quella dei metazoi. Inoltre l'intelligenza (nell'essere umano come negli animali) ha anche un'importante componente emotiva, basata sulla capacità di mettersi in relazione con l'altro da sé, attuando comportamenti altruistici o cooperativi.

Questi aspetti emotivi sono colti da Susanne Simard, una famosa ricercatrice canadese, nel suo libro L'albero madre (2023). Partendo da rigorosi studi in cui dimostrava il passaggio di carbonio marcato da una pianta donatrice a una ricevente, messe in connessione grazie al micelio di un fungo micorrizico, ora la ricercatrice racconta di una foresta in connessione (il WWW dei boschi), di una comunità in cui vige la cooperazione, e dove le piante madri nutrono i loro piccoli (i germogli nati dai suoi semi) attraverso la rete sotterranea che i funghi simbionti costruiscono nel suolo. Tale visione è diventata molto popolare e di successo e risponde certamente al nostro bisogno di vedere un disegno "buono" nella natura, attribuendo valori positivi al mondo vegetale. Tuttavia, questa narrazione è fortemente criticata in quanto i lavori su cui si poggia mostrano debolezze sperimentali, e spesso non hanno avuto un corretto referaggio.

Al di là dei commenti tecnici, la critica maggiore è sempre quella di un eccesso di antropormorfizzazione. Il tema del WWW degli alberi rimane pertanto aperto e richiede sicuramente una più accurata sperimentazione. Non ci sono dubbi: oggi le piante attirano attenzione da settori diversi. Oltre alla divulgazione, i ricercatori delle scienze cognitive si pongono interrogativi carichi di valore filosofico: come si chiede il filosofo Emanuele Coccia (in La vita delle piante, 2018) le piante sono il respiro, il pneuma del mondo? Dall'altro lato, i biologi vegetali scendono sempre più in profondità nel decifrare la complessità dei meccanismi che controllano l'operatività delle piante. Tuttavia, se fate loro una domanda sull'intelligenza nel mondo vegetale, pensano - per lo più in accordo con Karl Popper e con il suo principio di falsificabilità - che al momento l'attività cognitiva e di apprendimento delle piante non sia sperimentalmente dimostrata. Se si valuta come attualmente il concetto di rigenerazione alla base della forestazione e dell'agricoltura sia importante per le politiche europee, e non solo, il problema dell'intelligenza delle piante appare non come un ozioso dibattito, ma assume rilevanza politica. La governance penserà al WWW delle piante che si parlano e comunicano con l'essere umano grazie alla loro intelligenza o seguirà le visioni più riduzionistiche dei ricercatori 

 

Si ringrazia la Regenerative Society Foundation per il permesso di pubblicare questo testo

https://www.scienzainrete.it/articolo/noi-le-piante-e-lintelligenza/paola-bonfante/2024-02-16

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Trattamento ad induzione ionica per il dolore

 

Il trattamento ad induzione ionica è un trattamento ambulatoriale che è particolarmente indicato per chi soffre di dolore cronico, di cui purtroppo soffrono oggigiorno numerose persone. In questo articolo del Cambio approfondiremo di che cosa si tratta e perché è efficace nella cura del dolore persistente.

Il trattamento ad induzione ionica si basa sull’utilizzo di una strumentazione avanzata in grado di emettere brevi ma potenti impulsi elettromagnetici, che induce una stimolazione secondaria a livello cellulare. Si tratta di un trattamento valido, sicuro, non invasivo ed in grado di promuovere le capacità di rigenerazione tissutale attraverso la creazione di micro-correnti. Inoltre, gli impulsi brevi tipici del trattamento entrano più facilmente all’interno delle cellule rispetto ad altre terapie su base elettromagnetica (es. magnetoterapia).

Per chi è indicato il trattamento?
I campi elettromagnetici pulsati rappresentano un trattamento innovativo ed efficace per diverse situazioni degenerative tra cui:

Artrosi;
Complicazioni del diabete mellito;
dolore cronico
Guarigione da ferite;
Fratture;
osteoartrite
Osteoporosi;
fibromialgia
Mal di schiena aspecifico;
artrite reumatoide
In particolare gli studi mostrano evidenze di efficacia per la rigenerazione dei tessuti muscolo-scheletrici come per esempio le ossa, i tendini ed i legamenti. In aggiunta un aspetto importante di questo trattamento è la riduzione del gonfiore e del dolore, che si accompagna ad una migliore mobilità e qualità di vita giornaliera. Senza tralasciare gli effetti di immuno-modulazione, cioè di modulazione dell’attività del sistema immunitario.

come funziona?
I potenti impulsi ottenibili grazie alla strumentazione sono in grado di trasferire energia elettrica alle cellule innalzandone il potenziale elettrico a livello della membrana verso valori ottimali (-70/-90 mV). Ma non finisce qui. I campi elettromagnetici sono in grado di influenzare le attività delle cellule così come l’espressione del loro DNA. In merito la terapia ad induzione ionica ha dimostrato di promuovere la sintesi ossea, proteggere la cartilagine, sostenere la vascolarizzazione sanguigna, mentre al contempo attenua i livelli dei fattori pro-infiammatori come per esempio le citochine 1beta e 6. Si ipotizza che i recettori disposti sulle membrane delle cellule siano in grado di riconoscere questi campi elettromagnetici attraverso la loro capacità di risuonare alla stessa frequenza

 

https://www.centrodimedicinabiologica.it/trattamento-ad-induzione-ionica-per-il-dolore/

 

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Calmare l' ansia con il Neurofeedback

Uno stato di ansia si caratterizza per la comparsa di paura transitoria, sensazione di incertezza, preoccupazioni ed apprensioni su ciò che potrebbe accadere in futuro. Talvolta l’ansia è assolutamente normale e talvolta invece può sopraggiungere frequentemente o in determinate circostanze o con alta intensità emotiva al punto tale da avere conseguenze sia sul livello soggettivo di salute che sulle attività della normale quotidianità.

Per queste situazioni un valido supporto non farmacologico è dato dal Neurofeedback, una metodologia innovativa nel campo della salute e che combina la tecnologia con le scienze neuropsicologiche.

Ansia: i concetti chiave
Argomenti
Ansia: i concetti chiaveOnde cerebrali e stato ansioso
I benefici del NeurofeedbackLe capacità di auto-consapevolezza e di auto-regolazione possono essere apprese.
Fissa un primo appuntamento presso il Cembio
L’ansia si caratterizza da una spiccata tensione ed apprensione per potenziali minacce o pericoli che si potrebbero presentare in futuro. Rappresenta una risposta naturale, innata e persino con aspetti adattativi in alcune circostanze, ma è bene precisare che si differenzia dalla paura, che invece riguarda un possibile danno incombente nell’immediato.

Definire un’ansia “normale” è impossibile senza considerare il contesto in cui è inserita, perché una leggera ansia prima di una prova è alquanto diversa da uno stato ansioso ingiustificato o per motivi poco razionali. In generale un’ansia di intensità significativa è accompagnata da un’iper-attivazione dei sistemi dell’organismo deputati all’allerta ed alla continua vigilanza nei confronti degli stimoli esterni o delle sensazioni interne quali per esempio il respiro o il cuore accelerato. In aggiunta alla sensazione di tensione o di vero panico ed alla difficoltà nel mantenere la concentrazione la persona presenta generalmente uno o più dei seguenti elementi:

Spossatezza;
Mal di testa;
Nausea;
Dolori addominali;
Sensazione di respiro corto;
Incontinenza urinaria;
Vertigini;
Palpitazioni cardiache.
Onde cerebrali e stato ansioso
Numerosi studi hanno ormai confermato che lo stato di iper-attivazione e di forte ansia sono accompagnati da variazioni nell’ampiezza e nella frequenza di specifiche onde cerebrali in determinate aree della corteccia del cervello. In particolare è caratteristica la predominanza di onde ad alta frequenza come le onde beta e quelle gamma in caso di ansia, risvegli notturni, senso di tensione e presenza di preoccupazioni mentali ricorrenti.

Lo stato psicofisico caratterizzante l’ansia può essere valutato e modulato attraverso l’analisi delle onde elettroencefalografiche (EEG), che, detto in poche parole, misurano le oscillazioni elettriche derivanti dalle attività dei neuroni nel cervello.

I benefici del Neurofeedback
In merito, il Neurofeedback ad onde EEG è una metodologia non invasiva e non farmacologica tramite cui la persona stessa è in grado di influenzare le proprie attività cerebrali, a loro volta conseguenti ad uno stato di particolare apprensione e di tensione generale. Più in dettaglio l’utilizzo di una strumentazione specifica consente alla persona di imparare ad auto-regolare i propri stati mentali o emotivi attraverso un riscontro in tempo reale di come e quanto cambiano le onde cerebrali a seconda delle istruzioni e delle pratiche guidate dallo specialista durante la sessione. Tutto ciò permette alla persona di muoversi autonomamente da uno stato di ansia eccessiva e prevaricante verso una nuova direzione più desiderata.

Le capacità di auto-consapevolezza e di auto-regolazione possono essere apprese.
Il Neurofeedback si struttura lungo molteplici sessioni di un vero e proprio percorso, i cui effetti dipendono fondamentalmente dalla neuroplasticità, cioè dalla possibilità di poter influenzare i processi psicologici e le correlate attività cerebrali in seguito a ciò che si apprende in seduta. Inoltre, il Neurofeedback ha dimostrato di ridurre l’ansia ed aumentare le opportunità per la persona di riprendere a svolgere le varie attività quotidiane, senza che queste siano più gravate dall’insorgenza dei sintomi. Nel corso delle sessioni si assiste ad un miglioramento nell’auto-consapevolezza di ciò che sta accadendo a livello corporeo, emotivo e mentale dando la possibilità alla persona di essere in grado di gestire i momenti più difficili ed attenuare di conseguenza anche i possibili sintomi fisici come per esempio la sudorazione di mani e fronte, i tremori, i disturbi gastrointestinali o la sensazione di mancanza del respiro.

Fissa un primo appuntamento presso il Cembio
Il Centro di Medicina Biologica offre percorsi di Neurofeedback al fine di migliorare la consapevolezza e la regolazione delle emozioni, tra cui l’ansia, i cui effetti possono essere davvero gravosi sul senso di benessere della persona e sulla sua qualità di vita generale. Attraverso questa metodica ed attraverso l’aiuto dello specialista è possibile valutare e venire a conoscenza dei processi mentali, emotivi e comportamentali che influenzano i risvolti psicologici alla base delle emozioni e delle risposte inappropriate all’ansia. Infine, il Neurofeedback permette alla persona di aumentare le sue capacità di auto-regolazione e di gestione funzionale degli stati emotivi che sperimenta nel corso della giornata imparando ad interrompere il circolo vizioso tra ansia, pensieri automatici, emozione e sintomi fisici. In conclusione è possibile imparare a calmare il flusso mentale caotico e l’intensità emotiva lavorando in seduta sulla capacità di modulare intenzionalmente l’attività cerebrale e la propria esperienza soggettiva.

https://www.centrodimedicinabiologica.it/calmare-l-ansia-con-il-neurofeedback/

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